Il progetto emigrazione calabrese nel mondo: domani da Cosenza la presentazione online

La Fondazione Attilio ed Elena Giuliani di Cosenza sta effettuando un’indagine capillare sui calabresi “importanti” nel mondo, per scoprire e valorizzare le risorse emigrate all’estero. Domani, online, la presentazione del Progetto “Emigrazione della Calabria nel Mondo” con l’illustrazione dei primi risultati della ricerca.

50 giovani professionisti calabresi tra i 25 e i 45 anni che, dopo aver conseguito un elevato percorso di studi, hanno deciso di non far più rientro in Calabria continuando tuttavia ad avvertire e coltivare un forte legame con la terra d’origine, nutrendo per essa un sincero spirito di cooperazione.
La Fondazione Attilio e Elena Giuliani ascolta e registra le emozioni, le ragioni che hanno connotato tali allontanamenti e, nel farlo, intende dare a Villa Rendano un importante ruolo: diventare un luogo fisico e digitale di confronto, di dialogo e di progettazione partecipata per il territorio cosentino e calabrese in un momento di sempre crescente rassegnazione e isolamento.
Emigrazione calabrese nel mondo
SI tratta di un’ulteriore iniziativa di Villa Rendano per il rafforzamento e la promozione dell’identità, fulcro attorno al quale ruota la mission della Fondazione Attilio e Elena Giuliani.
Per info sul progetto e per seguire l’incontro di domani, lunedi 22 Febbraio alle 18, è possibile scrivere all’indirizzo direzione@consentiaitinera.com
(rcs)

A CHICAGO IL MUSEO DELL’EMIGRAZIONE
UNA GRANDE TESTIMONIANZA CALABRESE

di PINO NANO – Spetterà probabilmente al Console Generale d’Italia a Chicago tenere a battesimo, nei prossimi mesi, il Grande Museo degli Italiani d’America che sta per nascere nel cuore di “Casa Italia” ai margini della City, per una iniziativa che è tutta calabrese.

L’idea del Museo è infatti nata e cresciuta tra i calabresi che vivono a Chicago, e che da quasi 30 anni organizzano a Sthon Park la Grande Festa di San Francesco di Paola. Tra gli organizzatori materiali del Museo ci sono Joe Bruno, per lunghi anni consulente privilegiato dell’Emigrazione per la Regione Calabria e personaggio carismatico della Little Italy di questo Stato, insieme alla meravigliosa dinastia dei Turano, sono i “re del pane” dell’Illinois, il cui capostipite Renato Turano, già Presidente della Camera di Commercio d’Italia a Chicago, è stato per lunghi anni anche Senatore della Repubblica Italiana in rappresentanza dei nostri emigrati in USA.

Il Museo – anticipa Joe Bruno – ospiterà all’inizio le fotografie di almeno 500 italiani che qui in Illinois hanno contribuito con il proprio lavoro e i propri sacrifici a rafforzare l’economia americana di questi ultimi 60 anni in America, e che oggi sono ancora qui tra di noi, con le proprie famiglie e le loro imprese-modello. Dopo quello di Ellis Island a New York, dunque, nasce oggi in USA un nuovo Museo dell’Emigrazione Italiana, e questa volta non per raccontare – come a Ellis Island- il dolore e la solitudine di mille traversate atlantiche diverse, e le tragedie private e personali di chi aveva scelto i porti di Alifax o di New York per tentare l’avventura americana, ma per raccontare invece il grande “sogno americano”, che per molti di loro è poi diventato realtà.

Insomma, un Museo – spiega Joe Bruno – che possa conservare per sempre testimonianze volti e racconti del meglio del Made in Italy in Nord America.

C’è un vecchio poeta che i calabresi d’America ricordano e che hanno imparato ad amare più di quanto in Italia non si ami Quasimodo o Ungaretti. Il suo nome è entrato ormai nella leggenda, e non soltanto qui a Chicago o a New York. Si chiamava Ciccio Errigo.

Prima di emigrare, Ciccio Errigo era uno dei protagonisti principali delle tradizionali feste patronali di Reggio Calabria, e forse proprio per questo la città dello Stretto non lo ha mai dimenticato.

Ciccio Errigo era l’animatore-principe dei famosi carri allegorici della festa patronale di Reggio, ma era anche, soprattutto, il poeta della miseria e della solitudine di chi era partito. Qui, in America, la gente lo ricorda proprio per questa sua grande capacità di saper raccontare il dramma dell’emigrazione. Nessuno meglio di lui aveva saputo cogliere e, quindi cantare in versi, la tragedia di chi partiva in cerca di un futuro diverso.

Una delle sue liriche più conosciute, che ancora oggi circola qui in America tra i ragazzi che frequentano le scuole di lingua italiana, parla di un giovane disperato che lascia la Calabria, sognando di poter trovare oltre oceano la vera ricchezza.

“Addio Calabria mia, addio terra che non mi desti pane, dove lavorai come un cane e non mi desti mai un soldo di bene; addio. Addio terra dove la gente soffre sta zitta e non si lamenta, addio mia sposa, addio Papà e Mamma, vado in America per ritornare presto”.

Ma per primo lui, il vecchio Ciccio Errigo, sapeva perfettamente bene che il suo “ragazzo” non sarebbe mai più ritornato a casa.

“Mi porto nel cuore questo destino amaro, addio amici, addio mia bella età, vado in America”.

E una volta arrivato nella baia di New York, vedendo scivolare a ridosso della fiancata della sua nave la Statua della Libertà, il ragazzo di Ciccio Errigo saluta la sua nuova patria.

“Saluti ‘Merica!… Ti portu la mé vita, li brazza e la frunti sudata! E tu mi scusi si non vestu di sita e si ti porgiu ‘sta manu ‘incallita!…”.

Che vuol dire: “Salve America, ti porto la mia vita, le mie braccia e la fronte piena di sudore. Ti prego di scusarmi se non vesto di seta e si ti porgo questa mano piena di calli”.

Non a caso, al centro di questo nuovo Museo dell’Emigrazione Italiana a Chicago ci saranno dei pannelli luminosi su cui sarà possibile rileggere alcuni dei brani più belli del poeta reggino.

Joe Bruno – storia la sua di un falegname calabrese di Marano Marchesato che qui a Chicago ha fatto davvero tanta strada e tanta fortuna – non si smentisce mai, e ancora una volta, aiutato dai fratelli Turano, soprattutto Tony Turano, ha deciso di lasciare nel cuore della city un segno indelebile del passaggio degli italiani da queste parti.

Per la comunità calabrese è un fiore all’occhiello in tutti i sensi.

Per la comunità italiana è un “regalo speciale” che i calabresi d’America hanno deciso di lasciare al popolo americano.  (pn)

L’ EMIGRAZIONE CALABRESE È IN CRESCITA
E DIMINUISCE LA PRESENZA DI STRANIERI

Non è mai facile parlare di chi, con una valigia carica di sogni e ambizioni, parte dalla sua terra per trovare il suo ‘posto nel mondo’. E per  la Calabria questa è una storia antica – come lo è per il Meridione in generale – vedere i suoi figli, da generazioni, lasciare la terra madre per un futuro che quest’ultima non è in grado di offrire. Il dato dell’emigrazione calabrese, purtroppo, non diminuisce e, per contro diminuiscono anche gli stranieri residenti.

E il quadro che è stato presentato con il Rapporto Italiani nel Mondo, giunto alla 15esima edizione, della Fondazione Migrantes non è rassicurante: nell’ultimo anno sono 6383 i calabresi partiti. In Calabria, su una popolazione residente di 1.924.701 persone, gli iscritti all’Aire, l’anagrafe dei connazionali all’ estero, sono 423.668 (22%) per lo più residenti in America centro-meridionale ed Europa. Le mete a più alta incidenza calabrese sono Argentina (103.295), Germania (79.552), Svizzera (52.401), Francia (35.445), Australia (27.731), Canada (26.308), Brasile (22.840), Stati Uniti d’America (19.682), Regno Unito (10.574).

Se si vuole entrare più nel dettaglio, è Corigliano Rossano ad avere il maggior numero di iscritti all’Aire (13.736), seguita da Lamezia Terme (9.096) e da Reggio Calabria (8.706), mentre a livello provinciale, è quella di Cosenza a registrare il più alto numero di iscritti all’Aire, ovvero 178.121.

Dati che, una volta letti, fanno riflettere su quanto lavoro ci sia da fare in questa terra tanto martoriata, che necessita di investimenti, infrastrutture e una sanità degna di essere chiamata tale.

Intanto, nemmeno il Dossier Statistico Immigrazione 2020 del Centro Studi e Ricerche Idos e del Centro Studi Conforti  -e giunto alla 30esima edizione – presenta dati confortanti: «dopo un lungo periodo in cui la dinamica immigratoria in Calabria ha avuto una tendenza positiva – ha spiegato la dott.ssa Roberta Saladino, referente Regionale del Centro Studi e Ricerche Idos per la Calabria – gli stranieri residenti in regione fanno registrare al 31 dicembre 2019 un decremento pari a più di 4mila rispetto all’anno precedente. Esaminando le variazioni percentuali rispetto l’anno precedente dei residenti stranieri, si osserva che la Calabria si colloca al 19° posto, mentre nel 2018 occupava il primo posto». Ma non è solo la Calabria a registrare variazioni negative: ci sono anche il Lazio, la Valle d’Aosta, le Marche, l’Abruzzo e il Molise.

Per quanto riguarda gli stranieri residenti in Calabria, quest’ultimi sono soprattutto «concentrati nelle province di Cosenza (37.314) e Reggio Calabria (32.990), seguite con valori nettamente inferiori da Catanzaro (19.164), Crotone (11.330) e Vibo Valentia (8.100). La provincia di Crotone e quella di Reggio Calabria fanno registrare la maggiore diminuzione, pari rispettivamente a – 2.447 e – 1.048, mentre Cosenza è l’unica provincia calabrese in cui l’ammontare resta invariato»

Un altro problema, è che la popolazione autoctona continua a diminuire: «nel 2019 fa registrare una decremento pari a più di 17mila residenti, mentre nel 2018 era stato pari a – 14mila. Il decremento della popolazione autoctona è imputabile ad un saldo naturale negativo pari a – 6.516. Verosimilmente il numero dei decessi sarà nei prossimi decenni un dato in crescita, via via che le generazioni particolarmente numerose formatesi nel periodo che va dal termine della Seconda guerra mondiale sino alla fine degli anni ’60, entreranno a far parte in classi di età sempre più anziane. A contribuire al decremento demografico autoctono della Calabria è anche il continuo incremento dei flussi emigratori, il saldo migratorio alla fine del 2019 è pari a – 12.170. Esaminando le macro classi d’età si evince che per la popolazione autoctona tra il 2018 ed il 2019 hanno un decremento della loro incidenza sul totale le seguenti classi: 0-14, 15-29 e 30-44 (praticamente i contingenti più giovani diminuiscono). Mentre per la popolazione straniera diminuiscono soltanto le seguenti macro classi d’età 15-29 e 30-44».

«Come conseguenza delle dinamiche demografiche dell’ultimo secolo – ha spiegato la dott.ssa Saladino – la struttura per età della popolazione prosegue il suo lento ma costante scivolamento verso le età più anziane, l’indice di vecchiaia della popolazione autoctona in Calabria resta infatti alto nel 2019 è pari a 178,8%. La presenza della popolazione straniera consente di abbassare l’indice di vecchiaia totale in Calabria, ma a causa verosimilmente del decremento che fa registrare tra il 2018 ed il 2019, l’indicatore calcolato per la popolazione complessiva passa da 163,3% del 2018 a 169,0% del 2019. Ricordiamo inoltre che la popolazione straniera ha in Calabria un’incidenza pari al 5,7%, troppo bassa per poter dare un concreto contributo demografico al decremento dell’invecchiamento della popolazione; Il calo demografico si riflette non solo sulla dimensione crescente della popolazione anziana, ma determina effetti anche in ambiti come quello scolastico, dal momento che una popolazione che fa sempre meno figli innesca dinamiche che, protratte nel tempo, interrompono il ciclo del ricambio generazionale».

Per il terzo anno scolastico, poi, «la Calabria fa registrare un decremento degli alunni complessivamente iscritti pari a – 4.433 (mentre per l’a.s. 2017/2018 fu pari a -5.717), per il contingente straniero si registra una diminuzione pari a -48 (nell’a.s. 2017/2018 fu maggiore pari infatti a -86). Dai dati appare evidente che anche guardando a un contesto giovane e dinamico quale quello della scuola, la Calabria si presenta in affanno, in cui sia gli studenti autoctoni che quelli stranieri diminuiscono».

Secondo i dati Rcfl-Istat, nel corso del 2019 gli occupati stranieri in Calabria sono poco più di 41mila, rispetto al 2018 hanno una perdita dell’8,8% (il numero degli occupati italiani ha invece un incremento dello 0,7%, pari a circa 3mila lavoratori in più), nel 2019 si registra un altro decremento significativo in Calabria, quello delle imprese condotte da immigrati, che passano da 14.893 nel 2018 a 14.803 nel 2019, a fronte di un aumento delle imprese italiane (da 170.037 nel 2018 a 172.304 nel 2019).

Per quanto riguarda le presenze dei migranti nelle strutture di accoglienza, i dati del Ministero dell’Interno indicano che al 31 dicembre 2019 le persone inserite nel circuito istituzionale della regione Calabria erano 4.055, il 20,8% in meno rispetto all’anno precedente. Nei primi sei mesi del 2020 sono ulteriormente diminuite, passando a 3.976 unità, pari ad una riduzione del 6,4%. I soggiornanti presenti regolarmente sul territorio regionale al 31 dicembre 2018 sono quasi 51mila, per il 56,3% uomini; il 77,8% è costituito dalla popolazione in età attiva.

Il bilancio demografico della popolazione straniera residente realizzato dall’Istat fornisce diversi dati, tra cui quelli inerenti le acquisizioni di cittadinanza italiana, che continuano ad essere sopra i livelli dei 2mila, dal 31 dicembre 2018 al 31 dicembre 2019 in Calabria crescono, passando infatti da 2.011 a 2.727. (rrm)