Legambiente attiva un percorso di partecipazione e confronto sull’impianto eolico onshore “Bruzio”

Nei giorni scorsi il circolo Legambiente Serre Cosentine ha avviato un processo di partecipazione e confronto, organizzando a Cerisano (CS) un incontro pubblico dal titolo “Eolico Bruzio, parliamone apertamente”.

L’evento è stato introdotto dal presidente del Circolo, Andrea Azzinnaro, che ha sottolineato come Legambiente consideri essenziali le energie rinnovabili per il futuro del pianeta, senza però sostenere un impianto specifico a priori. La realizzazione degli impianti deve seguire i necessari criteri di legge e rispettare i vincoli imposti.

All’incontro hanno partecipato l’ingegnere Luigi Clausi e la dott.ssa Rosanna Tenerelli della RWE, società tedesca che ha progettato un impianto eolico onshore nei comuni di Cerisano, Marano Principato, San Lucido e San Fili, con una potenza prevista di 70 MW.

Sul tema delle energie rinnovabili, in Calabria si sta verificando una sorta di corto circuito, dovuto in gran parte alla carenza di informazioni e alla diffusione di fake news su questi argomenti. I traguardi fissati dall’Italia rischiano di non essere raggiunti entro il 2030. Come evidenziato dall’ultimo report di Legambiente “Scacco Matto alle rinnovabili”, se il nostro Paese dovesse continuare con l’attuale ritmo, raggiungerebbe l’obiettivo di 80.000 MW di potenza da fonti rinnovabili solo nel 2038, con un ritardo di otto anni.

La situazione in Calabria è ancora più critica: il Decreto Aree Idonee prevede per la nostra regione un valore complessivo di 3.173 MW al 2030, ma tra il 2021 e il 2024 ne sono stati realizzati solo 386 MW, pari al 12,2% dell’obiettivo finale, con un grave deficit di installazioni. Se la Calabria continuerà con questo ritmo, accumulerà un inaccettabile ritardo di oltre vent’anni.

Oltre ai numeri e agli obiettivi, gli impianti di energia rinnovabile sono fondamentali per contrastare la crisi climatica, i cui effetti stanno diventando sempre più evidenti nella nostra regione. La crescente alternanza tra periodi di siccità, temperature anomale e alluvioni impatta su un territorio già fragile. Inoltre, le fonti rinnovabili limitano il forte inquinamento derivante dai combustibili fossili, come petrolio e gas naturale, rendendo i territori più indipendenti dal punto di vista energetico e contribuendo a ridurre i costi dell’energia per cittadini e imprese.

Eppure, in Calabria si registrano forti opposizioni pregiudiziali agli impianti rinnovabili, alcune fondate, ma spesso prive di basi scientifiche. Mancano analisi tecniche approfondite e percorsi di confronto con amministratori, cittadini e imprese, necessari per comprendere come gli impianti possano essere realizzati, migliorati ed eventualmente portare benefici ai territori.

Davanti a un pubblico numeroso e attento, è stato illustrato nei dettagli il progetto dell’impianto “Bruzio”, mettendo in luce sia gli aspetti positivi delle energie rinnovabili sia i benefici per i comuni interessati. Inoltre, l’ingegnere Ida Felice e la dott.ssa Miriam Palacios di GaiaTech hanno presentato, attraverso slide, le diverse fasi del monitoraggio ambientale, con particolare attenzione ai dati sulle rotte migratorie e sulla flora e fauna analizzati nell’arco di un anno.

L’incontro ha lasciato ampio spazio agli interventi del pubblico, in cui sono emerse perplessità a cui i proponenti hanno risposto, ma anche la volontà di cambiare rotta e contrastare i cambiamenti climatici. All’evento ha partecipato, in collegamento, Katiuscia Eroe, responsabile Energia di Legambiente Nazionale. Tuttavia, si è registrata l’assenza dei sindaci e dei consiglieri dei comuni interessati, nonostante l’invito a partecipare.

L’evento si è concluso con l’impegno a organizzare nuovi momenti di confronto, auspicabilmente con la presenza delle amministrazioni locali. Solo attraverso il dialogo si potranno superare pregiudizi e ostacoli che spesso demonizzano le fonti rinnovabili. Inoltre, è stato sottolineato come sia fondamentale ragionare sulle opportunità che un impianto eolico può offrire alle comunità. Legambiente si impegnerà non solo a migliorare il progetto laddove vi siano criticità, ma anche a supportare i cittadini nella valorizzazione delle compensazioni, affinché l’impianto diventi un’occasione di sviluppo per il territorio.

L’EOLICO OFFSHORE È LA VIA DI SVILUPPO
LA CALABRIA SPINGA SULLE RINNOVABILI

La Calabria potrebbe puntare decisa all’utilizzo delle rinnovabili per il proprio sostentamento energetico. Puntare sempre di più sulle rinnovabili, a partire dall’eolico offshore sbloccando quei progetti in attesa di valutazione statale, e abbandonare la strada delle fonti fossili e dei rigassificatori. È questa per Legambiente la sfida che la Calabria deve affrontare visto che in questo territorio tre quarti dell’elettricità è ancora prodotta da fonti fossili.

La Calabria deve riuscire a trasformare l’emergenza climatica, energetica e sociale in opportunità di crescita e sviluppo del territorio, non solo per contribuire alla lotta contro i cambiamenti climatici, ma anche per portare innovazione nei territori, al settore energetico e nuovi posti di lavoro. Non deve perdere questa importante opportunità, ha tutti i requisiti e le capacità per far decollare le rinnovabili dimostrando al Governo Meloni che la strada da percorrere non è quella dell’hub del gas. Il Meridione può diventare un hub energetico europeo strategico delle rinnovabili e la Calabria in questo contesto può giocare un ruolo importante con i suoi 22 progetti a fonti rinnovabili in attesa di valutazione statale, tra cui i 4 di eolico offshore per complessivi 2,93 GW di potenza. 

L’associazione ambientalista ha fatto il punto in occasione della tappa in programma a Crotone di Goletta Verde, sua storica campagna estiva in navigazione lungo la Penisola e realizzata con le partnership principali di Anev, Conou, Novamont e Renexia e la media partnership de La Nuova ecologia. L’eolico offshore è, anche quest’anno, uno dei temi portanti di Goletta Verde per informare e sensibilizzare i cittadini e per ricordare che l’energia prodotta dal vento rappresenta uno degli strumenti necessari per arrivare alla decarbonizzazione del nostro Paese attraverso la transizione energetica

Sul fronte delle energie pulite, nonostante alcuni continuino a pensare che la regione Calabria abbia già contribuito abbastanza, a fine 2022 nel territorio sono presenti 35mila impianti da fonti rinnovabili, pari a poco più del 2% di quelli presenti sul territorio nazionale, per 2.817 mw di potenza complessiva, cresciuti di appena 52 mw di nuova potenza rinnovabile nell’ultimo anno. In termini di copertura energetica elettrica, il maggior contributo arriva dall’eolico, con il 12%, seguito dalle bioenergie con il 7,5% (in questa percentuale rientrano specifici impianti a biomassa solida che non hanno alcuna caratteristica di sostenibilità, e dal solare fotovoltaico con il 3,8%. Percentuali, tra eolico e fotovoltaico, davvero basse e che, per una Regione come la Calabria, rappresentano solo il primo timido passo verso la decarbonizzazione.

La Calabria è una regione con un potenziale davvero importante, come raccontano i 22 progetti a fonti rinnovabili in attesa di valutazione statale, tra cui i 4 di eolico offshore per complessivi 2,93 gw di potenza. Il più distante dalla costa è il progetto di eolico offshore Calabria, da 555 mw e previsto, se autorizzato, nello specchio acqueo del Golfo di Squillace a largo di Punta Stilo con la pala più vicina alla costa ad una distanza di 55 km. Sempre nel Golfo di Squillace a 43,5 km troviamo anche il progetto Krimisa, il più grande tra quelli monitorati da Legambiente fino a fine maggio, composto da 62 aerogeneratori da 18 MW ognuno, per una potenza complessiva da 1.116 mw.

Tra lo specchio di mare del Golfo del Comune di Squillace (Cz) e i territori comunali di Borgia, Squillace, Grifalco, San Floro, Caraffa di Catanzaro, Cortale e Maida, anch’essi in provincia di Catanzaro, troviamo invece la proposta di progetto Fortevento composto da 39 aerogeneratori da 15 mw ciascuno, per una potenza complessiva pari a 585 mw. In ultimo, il parco eolico La Patrizia, unico non galleggiante, che sarà posto ad una distanza minima dalla costa di 12 km e composto da 45 aerogeneratori da 15 mw ciascuno per 675 mw, e che, se approvato, sarà realizzato tra il Comune di Belcastro (Cz), in località La Patrizia, lo specchio di mare del Golfo del Comune di Squillace (Cz) e i territori comunali di Botricello, Cropani, Sellia Marina, Sersale, Simeri Crichi, Catanzaro, San Floro, Caraffa di Catanzaro e Maida.

«La strada verso la decarbonizzazione è ancora molto lunga: lo scorso anno le fonti fossili hanno coperto il 75% della domanda di energia elettrica della Calabria, con un radicamento legato non solo alla produzione energetica, ma anche al trasporto di gas e all’estrazione di idrocarburi – dichiara Anna Parretta, presidente Legambiente Calabria –. Ad oggi con i suoi gasdotti la Calabria è territorio di transito di tutto il gas importato dal Nord Africa che approda prima in Sicilia per essere poi spinto verso nord passando per la Centrale di Compressione di Tarsia, in provincia di Cosenza».

«Inoltre, a questa situazione – ha spiegato – si aggiunge il rischio dato dai rigassificatori: il primo a Gioia Tauro, tornato in auge dopo 10 anni dalla sua autorizzazione a causa dello scoppio del conflitto in Ucraina e oggi considerato importante nell’ambito della strategia che vede l’Italia candidata a diventare l’hub del gas verso l’Europa; e l’altro in attesa di autorizzazione a Crotone, da 0,8 miliardi di smc, e che prevede un deposito costiero con capacità di 20.000 smc di gas. Progetti che allontanano la Calabria dalle opportunità di innovazione, miglioramento della qualità di vita e creazione di posti di lavoro».

«È ora di dire basta – ha concluso – l’eolico offshore, insieme alle altre tecnologie pulite, è un’opportunità energetica, economica e sociale che la nostra regione ha tutto l’interesse a perseguire».

Non bisogna dimenticare anche le attività di ricerca e produzione di idrocarburi. Nel 2022, attraverso le 4 concessioni di coltivazione presenti nella Regione e localizzate nei pressi di Crotone tra terra e mare, sono stati prodotti 5.119.484 smc di gas su terraferma e 282.046.919 smc nelle concessioni direttamente di fronte alle coste crotonesi, una quantità pari a circa l’8% della produzione nazionale di gas fossile. A queste si aggiungono ulteriori 3 permessi di ricerca per una superficie di oltre 2.000 kmq destinati ad attività connesse alla produzione di idrocarburi. (fc)