di LEONE GUIDO – Con il termine delle lezioni si sono aperte le porte delle vacanze per la gran parte dei 74.500 studenti delle scuole di ogni ordine e grado della provincia reggina. A sospirare ancora saranno i quasi novemila piccoli allievi della scuola dell’infanzia che termineranno le loro attività educative a fine mese. E mentre gli oltre 5mila ragazzini delle scuole medie inferiori della provincia di Reggio Calabria hanno iniziato a conquistarsi la loro minimaturità, nelle scuole superiori si sono insediate ieri, lunedì 19, le commissioni per gli esami di Stato che quest’anno interesseranno 5.543 candidati.
Entra nel vivo, dunque, nella prossima settimana la maturità 2023. Parliamo della maximaturità, quella degli studenti che hanno completato l’iter degli studi superiori e che da domani, mercoledì 21, inizio degli esami, esordiranno con la cosiddetta madre di tutte le prove, quella d’italiano.
I più piccoli, i colleghi della classi terminali della terza media, in questi giorni sono alle prese con le classiche prove di italiano, lingue e matematica. Calendario alla mano, il rito di passaggio alla scuola superiore si compirà entro la fine di giugno. E veniamo alla maximaturità. L’esame di maturità compie quest’anno 100 anni, venne introdotto nel 1923 da Giovanni Gentile, ministro dell’istruzione del regime fascista; l’esame di Stato via via ha subito varie riforme e ritocchi vari. Dopo le modifiche dettate dalla pandemia in questo 2023 si torna alla sua formula tradizionale,cioè a quanto previsto dalle norme in vigore. La commissione d’esame sarà mista, con tre membri interni e tre esterni, oltre al presidente esterno.
Ci saranno due prove scritte a carattere nazionale (decise cioè dal Ministero) e un colloquio Lo svolgimento delle prove Invalsi è solo requisito di ammissione, ma non c’è connessione fra i risultati e gli esiti dell’Esame di Stato. L’unica deroga riguarda i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (Pcto): lo svolgimento delle attività Pcto non è requisito di ammissione all’Esame.
Il calendario delle prove
Quest’anno si comincia mercoledì 21 giugno 2023 alle 8:30 con la prima prova scritta. Serve ad accertare sia la padronanza della lingua italiana (o della diversa lingua nella quale avviene l’insegnamento) sia le capacità espressive, logico-linguistiche e critiche degli studenti.
Si svolge con modalità identiche in tutti gli istituti e ha una durata massima di sei ore.
I candidati possono scegliere tra tipologie e tematiche diverse: il Ministero mette a disposizione per tutti gli indirizzi di studio sette tracce che fanno riferimento agli ambiti artistico, letterario, storico, filosofico, scientifico, tecnologico, economico, sociale. Gli studenti possono scegliere, tra le sette tracce, quella che pensano sia più adatta alla loro preparazione e ai loro interessi. La prova può essere strutturata in più parti. Ciò consente di verificare competenze diverse, in particolare la comprensione degli aspetti linguistici, espressivi e logico argomentativi, oltre che la riflessione critica da parte del candidato
Il giorno successivo, il 22 giugno, si svolgerà la seconda prova scritta. La seconda prova riguarda una o più delle discipline che caratterizzano il corso di studi. Negli istituti professionali di nuovo ordinamento, invece, la prova verte su competenze e nuclei tematici fondamentali di indirizzo e non su discipline. Quest’anno torna ad essere una prova nazionale (mentre lo scorso anno le tracce erano state elaborate dalle singole commissioni d’esame).
Si tratta di un colloquio in chiave multi e interdisciplinare: in poche parole, la commissione valuta sia la capacità del candidato di cogliere i collegamenti tra le conoscenze acquisite sia il profilo educativo, culturale e professionale dello studente.
Il colloquio
Si tratta di un colloquio in chiave multi e interdisciplinare: in poche parole, la commissione valuta sia la capacità del candidato di cogliere i collegamenti tra le conoscenze acquisite sia il profilo educativo, culturale e professionale dello studente.
Il colloquio si svolge dopo gli scritti e riguarda anche l’insegnamento trasversale dell’educazione. Prenderà il via da uno spunto iniziale (un’immagine, un breve testo, un breve video) scelto dalla Commissione. È la fase dell’Esame in cui valorizzare il percorso formativo e di crescita, le competenze, i talenti, la capacità dello studente di elaborare, in una prospettiva pluridisciplinare, i temi più significativi di ciascuna disciplina. Questi ultimi saranno indicati nel documento del Consiglio di Classe di ciascuno studente.
Nell’ambito del colloquio il candidato espone, mediante una breve relazione e/o un elaborato multimediale, l’esperienza Pcto (percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento) svolta nel percorso degli studi.
Il punteggio nelle varie prove
Il punteggio massimo ottenibile all’esame di maturità sarà di 100 punti(c’è la possibilità della lode). La Commissione esaminatrice attribuirà i seguenti punteggi ai candidati: Massimo 40 punti per il credito scolastico.
Massimo 20 punti per la prima prova scritta. Massimo 20 punti per la seconda prova scritta. Massimo 20 punti per la prova orale. Il punteggio minimo richiesto per superare l’esame di Stato sarà di 60 su 100.
I numeri di questa edizione 2023
La direzione generale dell’Ufficio regionale, con il servizio ispettivo, ha allestito una task force di supporto e vigilanza che sarà operativa su tutti i territori provinciali.
Prima dell’inizio degli esami i presidenti delle Commissioni d’esame saranno convocati per il tradizionale incontro con gli ispettori tecnici designati dalla Direzione dell’Usr con il compito di seguire l’andamento dei lavori. Nel Reggino, le commissioni sono in tutto 148, presiedute da altrettanti presidenti (tra dirigenti e docenti ordinari) e composte dai 888 commissari la metà dei quali esterni.
Esamineranno in tutto 5.153 candidati interni, di cui esterni 390.
Distribuzione dei candidati tra le principali tipologie di scuole
Prevalenti, come sempre, risultano i candidati degli istituti tecnici:1.737; seguiti dai licei scientifici:1.415; dai professionali con 978 interni. A seguire i licei scienze umane con 532, i licei classici con 392, i licei linguistici con 286, i licei artistici con 228 interni e 15 nei licei musicali.
I controlli
Pena l’esclusione dalle prove è vietato l’utilizzo di cellulari, apparecchiature elettroniche e calcolatrici nelle prove scritte. I tanto discussi telefoni cellulari, smartphone e smartwatch di qualsiasi tipo, dispositivi di qualsiasi natura e tipologia in grado di consultare file, di inviare fotografie
Il tradizionale “tam tam” di illazioni sulle possibili tracce del tema
Il tormentone quest’anno è iniziato da un bel po’, soprattutto sulla rete. Pirandello, Ungaretti, Pascoli restano come sempre i favoriti della vigilia. Poi Italo Svevo e Dante Alighieri.
Quest’anno, poi, ricorrono tra nascite e morti numerosi anniversari di personaggi autorevoli della letteratura italiana : da Manzoni a D’Annunzio, Fenoglio, Gadda, Levi per citarne alcuni.
Da considerare gli anniversari e le ricorrenze storiche: Don Milani, Canova, Picasso, Peppino Impastato, la Costituzione italiana, la caduta del fascismo, la scoperta del Dna.
Spazio anche ai temi sociali e dell’attualità: la guerra russo-ucraina, i diritti umani e i rifugiati, i diritti civili con la protesta delle donne in Iran, bullismo e cyber bullismo, le tensioni internazionali, l’intelligenza artificiale, la crisi climatica, il calo della natalità.
In tanta confusione gli esami paradossalmente restano l’unico punto fermo
Gli esami di Stato sono una delle prime prove nella vita d’un giovane, per cui, facili o difficili, sono una occasione per mettere in gioco se stessi, la propria umanità. L’esame resta un’occasione irripetibile, una possibilità perché l’io si affermi come il punto conclusivo della vita scolastica.
Certo, si é detto che l’esame oggi è più facile, la maturità non è più l’incubo di un tempo quando bisognava portare interi programmi. Ma questa facilità è illusoria perché una selezione prima o poi arriva. Si tratterà di un esame d’ammissione universitario, di una selezione aziendale, oppure sarà la concorrenza nel posto di lavoro con i colleghi più preparati. Ci penserà la vita insomma a dare una valutazione e in definitiva a scegliere. Questo per l’aspetto privato.
Poi c’è l’aspetto collettivo. La scuola oggi è come una casa disordinata, dove si vive spesso nella incertezza, un cantiere aperto dove riforme si succedono a controriforme. Una scuola priva di mezzi è destinata a rimanere scadente, compromettendo il livello generale della qualità, pregiudicando il futuro. Il sogno di una scuola come strumento forte e generale di elevazione per tutti sembra un po’ appannato al momento.
Gli esami, in questa confusione, paradossalmente costituiscono l’unico punto fermo: nei fatti, il solo dispositivo che formalmente regga, che riesca a dare alla scuola una illusione di efficienza, di funzione.
Allora è bene che questa “forma” rimanga rituale fino in fondo, nell’attesa che possa tornare a essere riempita di un serio contenuto oppure abolita. (gl)
[Guido Leone è già Dirigente Tecnico USR Calabria]