Medicina all’Unical, la benedizione della Chiesa cosentina

di PINO NANOVerso il policlinico Universitario dell’Annunziata di Cosenza, «la Chiesa guarda a questa scelta  con grande speranza e ne incoraggia l’attuazione». In una nota ufficiale diffusa da Don Enzo Gabrieli, direttore dell’Ufficio Diocesano per le Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano, storico direttore responsabile del Settimanale “Parola di Vita” e di “Radio Jobel InBlu”, (quindi la “voce” più accreditata della Chiesa cosentina), si legge che «La Chiesa che è in Cosenza-Bisignano nella persona dell’Amministratore Apostolico, monsignor Giuseppe Piemontese, dei diretti collaboratori e di quanti operano nelle cappellanie degli ospedali e nel ministero della consolazione, guarda con grande speranza all’accordo Unical-Azienda Ospedaliera firmato dopo il parere del Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi per l’avvio di percorsi universitari che riguardano l’ambito della Sanità e incoraggia tutti a proseguire insieme in questa direzione».  

Una presa di posizione dunque “senza se e senza ma”, precisa, formale, come forse nessuno si sarebbe mai aspettato, e in cui si spiega che «La Calabria soffre tantissimo per i ritardi e il debito sanitario e questa scelta politica ed istituzionale va salutata come un vero e proprio segnale di speranza e di prospettiva concreta per uscire dal pantano di una sanità malata che spinge tanti a viaggi verso altre regioni e all’emigrazione sanitaria non solo dei degenti ma anche dei tanti medici, docenti e personale infermieristico». 

Tutto questo – sottolinea la nota di don Enzo Gabrieli – impone una consapevolezza assoluta che è questa: «Tutti siamo chiamati a fare la nostra parte affinché questo percorso possa realizzarsi speditamente nell’ambito della tutela della salute dei cittadini, nella formazione del futuro personale, nella possibilità di offrire, attraverso una alleanza tra le Istituzioni Accademiche e del territorio». 

Solo così «la Calabria intera e non solo la provincia di Cosenza potrà risalire le classifiche che la pongono la fra le ultime regioni italiane nella cura del malato».

Ma la nota di don Enzo Gabrieli va ancora molto oltre il semplice giudizio di merito, e sacralizza una volta per tutte una difesa dell’Arcidiocesi di Cosenza ad oltranza della scelta effettuata in favore del Campus di Arcavacata.

«La Chiesa cosentina è certa che, insieme all’alta formazione accademica e la grande ricerca scientifica offerta dai docenti e dal prestigioso Ateneo di Arcavacata, si terranno presenti gli altrettanti importanti risvolti dell’impegno sanitario che sono l’umanizzazione della cura, la centralità del malato e la serenità degli operatori anche per quella umana soddisfazione personale che incentiva la scelta di restare a servire questa terra».

Chi pensava che la Chiesa sarebbe rimasta “lontana” dal dibattito di queste ore scoprirà invece che la Chiesa cosentina ha fatto la sua scelta, e a differenza di quanto accadeva una volta, ha affidato la sua posizione ad una nota ufficiale “perché tutti sappiano”. (pn)

Facoltà di Medicina, IV Reggio: Allargare discussione ai professionisti impegnati sul territorio

Italia Viva è entrata in merito alla questione della Facoltà di Medicina a Cosenza, sostenendo che «è bene restino sempre accesi i riflettori su un’idea che potrà avere solo risvolti positivi per il comprensorio e, più in generale, per l’intero comparto sanitario locale e regionale».

«Da subito, infatti – si legge nella nota – Città Metropolitana e Comune hanno colto l’importante intuizione pubblicamente dichiarata dal Consigliere Giovanni Latella, avviando l’iter per la creazione di un tavolo di lavoro tematico dedicato ad un possibile sbocco verso materie medico scientifiche per l’università di Reggio. D’altronde basta guardare l’esperienza di altre Regioni italiane, dove sono presenti molteplici facoltà di medicina, quasi in tutti gli atenei, per comprendere la pertinenza di una iniziativa che non deve in alcun modo essere intesa come in competizione con altre province della Calabria e che al contrario potrebbe costituire un’importantissima opportunità per il nostro territorio».

«Apprendere, in queste ore, che la proposta di Latella – continua la nota – raccolga consensi e nuovi sostenitori, come è accaduto ad esempio nel caso dell’imprenditore reggino Eduardo Lamberti Castronuovo, non può che essere un riconoscimento per l’ottimo lavoro portato avanti, con convinzione e determinazione, dal consigliere di maggioranza».

«La nascita, in città, di una Facoltà di Medicina – si legge ancora – darebbe più possibilità ai nostri giovani e, al tempo stesso, porterebbe al ritorno  di quanti, professionisti e studenti, oggi esercitano la loro attività lontano dalla terra d’origine. Si tratterebbe, insomma, di un arricchimento generale da inseguire con ogni energia positiva che ha a cuore le sorti ed il futuro della nostra comunità».
«Adesso – conclude la nota – è tempo che i fatti prendano il posto delle parole e ci si concentri sui passi avanti compiuti, in questo senso, da Comune e Città Metropolitana cercando di convogliare l’interesse degli altri enti territoriali. Solo un movimento unico e corale potrà portare ad un risultato storico immaginato da Giovanni Latella». (rrc)

L’OPINIONE / Vincenzo Vitale: Su Medicina vent’anni fa a Reggio si perse l’opportunità

di VINCENZO VITALE – All’Università della Calabria parte Medicina. Il Rettore sottolinea che si tratta di “una svolta storica a beneficio della sanità territoriale”. A Catanzaro, ma c’era da aspettarselo, non sono affatto d’accordo: una volta strappato l’ok, come al solito ai danni di Reggio, e appropriatasi di un nome che non le spettava (con la Magna Graecia la cittadina di Catanzaro con ha nulla a che vedere) ora teme di perdere, cosa che avverrà, circa la metà dei suoi iscritti. 

Eppure, una ventina di anni fa, Reggio è stata sul punto di ristabilire diritti e primogeniture con la creazione di un suo polo autonomo di scienze mediche alla sua Università Mediterranea. Posso testimoniare nei dettagli quanto accaduto avendo seguito nei minimi particolari tutto l’iter. 

Tutto nasce nei primi anni 2000 a seguito di un mio privilegiato rapporto con un professore di ingegneria del Politecnico di Milano, Franco Maria Montevecchi, ivi docente di ingegneria biomedica. La disciplina era allora agli albori in Italia e si caratterizzava da un percorso scientifico a cavallo tra le scienze mediche e quelle ingegneristiche. In altri termini eravamo in Italia all’abbrivio della ricerca in nuove branche del sapere. Una sera a cena a Milano, sulla base dei miei rapporti di stima e amicizia con l’allora Rettore della Mediterranea prof. Alessandro Bianchi e con l’allora Preside della Facoltà di Ingegneria prof. Carlo Morabito, nasce l’idea di proporre alla Mediterranea l’istituzione di un corso di laurea in Ingegneria biomedica. 

Detto fatto. Di lì a poco sul tema si organizza un incontro a Reggio: il Rettore fu entusiasta dell’iniziativa e il Preside anche; il Direttore amministrativo Giovanni Cantio non ebbe nulla da eccepire. La sponda medica venne assicurata dai miei rapporti con i vertici ospedalieri: l’allora Direttore Generale dott. Michelangelo Lupoi fu d’accordo e, con l’assenso del Direttore Sanitario Gianani, venne incaricato di seguire l’inedito iter di collaborazione il dott. Francesco Meduri, primario di Patologia Clinica e Direttore del Dipartimento Servizi. 

Dopo un anno di preparazione, parte così un master di secondo livello in ingegneria biomedica, con docenti medici ospedalieri e professori della Mediterranea e del Politecnico di Milano. La partnership reggino-meneghina era chiaramente propedeutica all’istituzione di un corso di laurea in ingegneria biomedica e clinica oltre che funzionale alla creazione di corsi di laurea in scienze mediche e infermieristiche, un cui abbozzo era già esistente in ospedale. 

Andava tutto avanti in maniera spedita e, illustrato il progetto all’allora presidente del Consiglio Regionale dott. Luigi Fedele, ottenni un finanziamento di euro 50.000 rinnovabile annualmente per l’istituzione dei corsi. Il finanziamento venne erogato e incassato dalla Facoltà di Ingegneria. Tutte le caselle erano apposto: partnership tra Mediterranea e Politecnico con gli Ospedali Riuniti; riconoscimento e finanziamento regionale; abboccamenti con Confindustria e Camera di Commercio, allora diretta dal dott. Lucio Dattola, con ampia apertura di credito. 

Poi mi chiamò il preside Morabito: «ci sono problemi e, dopo l’esperienza pur molto positiva del master, non è possibile andare oltre». Stop e fine della storia. Era successo che la doppia opposizione di Napoli, che ambiva ad avere la primogenitura dei corsi di ingegneria biomedica nel meridione italiano, e di Catanzaro, che dopo qualche anno sfruttò e bruciò l’idea inventandosi un 

fallimentare corso triennale in bioingegneria informatica, non opportunamente contrastata dai vertici della Facoltà, avevano fatto abortire tutto. 

E i finanziamenti? “Non ti dispiace se li dirottiamo all’implementazione del laboratorio?”, mi chiese Morabito. “E che ti devo dire” risposi “fate voi”. Non mi occupai più di queste faccende, non avendo peraltro nessun interesse diretto se non quello della soddisfazione di aver prodotto qualcosa di utile e duraturo per la città e i suoi abitanti. 

Morì così, per le solite meschine lobby interne al sistema universitario, un’idea che, casualmente nata in un dopocena meneghino, in un poco più di un anno, sfruttando solo e semplicemente le proprie idee e il proprio patrimonio in amicizia e stima, stava portando a grandi risultati: dopo la felice realizzazione del master di secondo livello, la realizzazione alla Mediterranea di corsi di laurea in ingegneria clinica e biomedica oltre che a quelli in scienze mediche e infermieristiche. Tutto realizzato successivamente dall’asse CS-CZ che oggi fa finta di polemizzare per poi ricucirsi a testuggine. (vv)

Medicina, Iemma: Adottare iniziative utili per tutelare equilibrio offerta formativa

Il vicesindaco di Catanzaro, Giusi Iemma, ha proposto che «l’amministrazione comunale valuti ogni iniziativa utile da intraprendere in tempi brevi per chiedere la verifica della legittimità di tutti gli atti prodotti finora che hanno dato il via libera all’istituzione della seconda facoltà di medicina a Cosenza».

«La firma apposta sul protocollo d’intesa tra Regione e Unical – ha spiegato – ha assunto la forma di un vero e proprio blitz di cui sono contestabili le basi sul piano formale e giuridico. Nell’accordo si parla espressamente di costituzione delle scuole di specializzazione e delle unità operative dell’Annunziata che saranno a direzione universitaria, ma la trasformazione dello stesso ospedale in policlinico universitario sembrerebbe non rispettare il dettato del d.lgs 517/99 che regolamenta i rapporti tra Sistema sanitario nazionale e Università».

«Un provvedimento che, tra l’altro – ha continuato – è privo del visto e del parere favorevole da parte del Governo e che è scandito da un’evidente frettolosità, dal momento che le attività contemplate dall’accordo avrebbero bisogno di essere regolamentate solo nell’ipotesi in cui il corso di laurea a Cosenza dovesse essere realmente autorizzato e accreditato. L’amministrazione comunale di Catanzaro non può che contestare tutti i provvedimenti assunti finora su questo argomento, con la volontà di tutelare il corretto equilibrio del sistema universitario e delle attività assistenziali nel contesto regionale, al di là di ogni logica campanilistica, guardando al rafforzamento delle facoltà già esistenti e alla diversificazione dell’offerta formativa».

«A tal fine – ha concluso il vicesindaco – si ribadisce al Presidente Occhiuto la necessità di consumare tutti i passaggi ritenuti indispensabili, compresa la firma del protocollo d’intesa, per la costituzione dell’azienda unica “Dulbecco”, questione cruciale da cui passa il futuro del sistema sanitario catanzarese e dell’area centrale della Calabria». (rcz) 

 

Università, L’OPINIONE / Daniela Palaia: Catanzaro non può soccombere

di DANIELA PALAIA – La duplice questione della istituenda Facoltà di Medicina e Chirurgia a Cosenza e dell’integrazione tra le aziende sanitarie a Catanzaro è un argomento che travalica qualsiasi colore politico. Anzi, dovrebbe unire sotto l’unico vessillo della città capoluogo di regione chiunque abbia mai professato di amare Catanzaro e negli anni abbia tratto vantaggio politico proprio da queste affermazioni. È questo il momento di dimostrare che il bene della città è un valore supremo ed è superiore rispetto a qualsiasi interesse del singolo, a qualsiasi rendita di posizione acquisita, a qualsiasi questione politica “più ampia”.

Sulla Facoltà di Medicina si sarebbero dovute erigere barricate politiche e invece in tanti hanno arretrato o si sono girati colpevolmente dall’altra parte. Chi ha provato a lanciare l’allarme (Cambiavento, all’epoca dai banchi dell’opposizione) fu addirittura deriso e inascoltato. Lo stesso Rettore De Sarro ha rinunciato, incomprensibilmente, a qualsiasi battaglia a difesa della sua università. E ciò è davvero inaccettabile.

Sull’integrazione tra aziende ospedaliere il discorso è più complesso: le più trasversali sponde politiche hanno lavorato perché gli interessi di pochi venissero prima delle esigenze della città (e della regione) di avere un polo sanitario capace di rispondere ai bisogni dei cittadini.

Ma l’amministrazione comunale guidata da Nicola Fiorita non arretrerà di un millimetro su questa battaglia per cui, però, è necessario il contributo concreto e scevro da ogni condizionamento di tutta la classe politica catanzarese: Catanzaro non si rassegnerà al declino a cui qualcuno intende relegarla.

Il mio appello alla cooperazione, allora, è rivolto a chi ha già dimostrato attenzione e sensibilità al tema, come la sottosegretaria Wanda Ferro. È rivolto a tutti i rappresentanti politici del catanzarese, sia a livello nazionale che regionale. È rivolto, soprattutto, a chi non si è ancora espresso, come il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, e il consigliere regionale Antonio Montuoro: dalla posizione che ricoprono nelle forze di maggioranza alla Regione, mi aspetto che possano far pesare il proprio ruolo e non tradire la fiducia che è stata loro accordata dagli elettori affinché ci aiutino a difendere Catanzaro e i catanzaresi.

In particolare, dal presidente Mancuso mi aspetto che si esprima chiaramente sulla istituenda Facoltà di Medicina all’Unical e che dia seguito all’importante contributo offerto un anno fa con la legge regionale sull’integrazione tra le aziende sanitarie ed esprima ufficialmente la sua voce su una questione dirimente per il futuro della città e della regione; dal presidente Occhiuto, da subito, mi aspetto che, in virtù della normativa che chiarisce ampiamente come non sia in alcun modo necessario un atto del Presidente del Consiglio dei Ministri affinché si dia forma e sostanza all’azienda ospedaliera unica tra “Pugliese-Ciaccio” e “Mater Domini” e anche alla luce delle determinazioni emerse in seno alla commissione paritetica, riveda immediatamente la propria errata posizione e si determini con un atto che è esclusivamente di sua competenza, dando finalmente a tutta l’area centrale della Calabria la risposta che attende da anni.

A metà gennaio, il Consiglio comunale del capoluogo si riunirà per discutere proprio del futuro della sanità catanzarese sia con riguardo alla Facoltà di Medicina ma anche alla integrazione delle aziende sanitarie che, alla luce dei recenti accadimenti e della sfumata formalizzazione dell’avvio dell’azienda unica ‘Dulbecco’, sarà tema ampiamente trattato nel civico consesso.

Per tutti gli amministratori è il tempo della sfida più delicata e più cruciale in cui si misureranno le capacità e la libertà di ognuno.

La Città non può soccombere. (dp)

[Daniela Palaia è consigliera comunale di Catanzaro]

Tavernise (M5S): Facoltà di Medicina un’ottima notizia

Il consigliere regionale del M5SDavide Tavernise, ha evidenziato come «l’attivazione del corso di Medicina all’Università della Calabria la considero una buona notizia».

«L’attivazione di nuovi corsi di laurea – ha spiegato – può consentire di porre un argine al problema più grave che angustia la Calabria, la regione con i livelli essenziali di assistenza più bassi in tutta Italia: la carenza di medici. E poi rafforzare l’offerta formativa rappresenta sempre, e da sempre, un momento importante per la crescita dei territori. Sinceramente spero che l’attivazione di questo nuovo corso possa essere un input per la realizzazione del nuovo ospedale di Cosenza in tempi ragionevoli».

«I nuovi posti dell’Unical si vanno dunque ad aggiungere a quelli già presenti a Catanzaro – ha concluso –, la cui Università crescerà anche grazie all’attivazione di nuovi corsi di laurea. Il mio auspicio è che si possa continuare ad investire sempre più in cultura in Calabria e attraverso di essa si possa cercare di risolvere una volta per tutte quel problema che assorbe tutte le nostre energie che è rappresentato appunto dalla sanità. Ora è importante incentivare questa nuova classe di professionisti che si formerà nei nostri atenei a rimanere a lavorare in Calabria». (rrc)

Facoltà di Medicina, l’assessora Sorrentino (Rende): Ottima opportunità, ora si faccia policlinico

L’assessora ai Rapporti con l’Università del Comune di Rende, Lisa Sorrentino, ha evidenziato come «la notizia dell’istituzione del corso di laurea in Medicina e Chirurgia ci conferma quanto l’Unical possa avere un ruolo di grande importanza nel contribuire ad affrontare i problemi che affliggono il territorio calabrese, primo fra tutti la salute, servizio essenziale per cui la Calabria è fanalino di coda dell’intero Paese».

«L’attivazione di questo nuovo corso rappresenta per tutto il nostro territorio un segno di ripartenza e di speranza – ha aggiunto – in un momento in cui è doveroso fare dei bilanci, in cui è necessario adoperarsi per scongiurare nuove catastrofi annunciate. Non resta adesso che riportare l’attenzione su una questione centrale come la creazione di un policlinico e della sua naturale allocazione sul territorio di Rende».

«Al di là di inutili campanilismi – ha proseguito – è questo  il luogo in cui poter concepire una nuova struttura accessibile, sia geograficamente sia da un punto di vista strategico proprio per la sua maggiore vicinanza all’Unical. Il luogo nel quale si decide di collocare un ospedale è fondamentale  per poter creare delle zone cuscinetto o degli ingressi dedicati, inoltre Le nuove strutture devono inoltre essere pensate anche in prospettiva futura e dunque potersi trasformare, anche crescendo laddove necessario. Infine sarebbe questa una risposta coerente ed ottemperante alla terza missione con cui l’Università della Calabria si prefigge di attuare strategie finalizzate al cambiamento e alla crescita sociale ed economica del territorio regionale».

«In un momento storico – ha continuato – che ha posto l’accento sul tema della salute quale centrale nell’agenda politica regionale, siamo certi che l’Università della Calabria debba avere un ruolo fondamentale nel contribuire ad affrontare i problemi che affliggono il nostro territorio. Ciò dovrebbe andare di pari passo con il diritto alla salute che in questi anni è stato minato dai continui commissariamenti e dal depotenziamento delle strutture sanitarie esistenti».

«Bisogna attuare strategie finalizzate al cambiamento e alla crescita sociale ed economica del territorio regionale – ha concluso – oltre a poter garantire i servizi di assistenza alla cittadinanza. La sanità in Calabria è la emergenza delle emergenze: che senso ha fare barricate? Bisogna guardare oltre il proprio mandato elettorale e proiettarsi tra trent’anni almeno». (rcs)

Bevacqua (PD): Occhiuto avvii interlocuzioni con Comuni per il Policlinico Universitario

Il consigliere regionale e capogruppo del PD, Mimmo Bevacqua, ha ribadito che la realizzazione della seconda Facoltà di Medicina «sarà un valore aggiunto per Cosenza e la Calabria».

«Prima di dire la propria – ha aggiunto –, converrebbe informarsi sui fatti: sul nuovo corso di laurea in medicina attivato presso l’Unical, si stanno accumulando dichiarazioni che troppo spesso non hanno alcuna attinenza con la realtà ma sembrano dettate esclusivamente da approssimazione e malintesi campanilismi fuori dal tempo. In questo senso, le parole del Rettore Leone chiariscono in maniera netta come stanno effettivamente le cose: nessuno vuol levare niente a nessuno; semplicemente, si intende aumentare l’offerta formativa, valorizzare le potenzialità calabresi e rendere i nostri Atenei maggiormente attrattivi anche per chi viene da fuori regione».

«Se è vero, com’è vero, che la Calabria è attualmente sottodimensionata per quanto attiene al numero di sedi di Medicina rispetto agli abitanti; se è vero, com’è vero, che i posti Unical saranno aggiuntivi – ha continuato – allora, c’è soltanto da ringraziare chi tanto si è speso per raggiungere questo traguardo e chiedere alla politica calabrese di fare il proprio dovere per la realizzazione del nuovo policlinico universitario».

«Mi rivolgo, innanzi tutto, al Presidente e Commissario Occhiuto: avvii un’interlocuzione serrata con i Comuni e, con la medesima volontà già dimostrata in altre circostanze, guidi il necessario processo di convergenza verso una soluzione che, a questo punto, si presenta obbligata», ha concluso. (rrc)

 

Il sindaco Fiorita: Occhiuto firmi protocollo per nascita dell’Azienda Dulbecco

Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, pur trovando aperture da parte del Governatore Roberto Occhiuto sulla Facoltà di Medicina, si è chiesto come mai «perché non abbia ancora firmato il protocollo d’intesa Regione-Università per dare vita all’Azienda unica universitario-ospedaliera ‘Renato Dulbecco’», se «davvero punta a rafforzare l’Umg e la sua Scuola di Medicina».

«La nascitura azienda, forte dei suoi 885 posti letto – ha spiegato – di un secondo pronto soccorso e di un Irccs per la medicina di precisione, irrobustirebbe la Facoltà di medicina, fornendo agli studenti e ai ricercatori gli spazi, le risorse e le tecnologie per un’alta qualità formativa. La ‘Dulbecco’ diventerebbe così il principale polo sanitario della Calabria e renderebbe ancora più inutile la duplicazione della Facoltà di medicina a Cosenza dove, peraltro, non esiste un Policlinico di riferimento e l’ospedale dell’Annunziata non sembra in grado, per i suoi gravi problemi logistici, di supportare un’attività didattica e formativa così importante».

«Se davvero il presidente Occhiuto – ha proseguito – ha a cuore la Facoltà di medicina di Catanzaro, non abbia esitazioni nel firmare il protocollo d’intesa, anche perché il termine di un anno fissato dalla legge regionale sull’Azienda unica è già stato superato. Ma anche questo non basta. La nuova Azienda ‘Dulbecco’ ha bisogno di più spazi e crediamo che la somma destinata dalla Regione al ‘nuovo ospedale di Catanzaro’ appaia insufficiente e sicuramente molto inferiore a quella destinata al ‘nuovo ospedale di Cosenza’, parliamo di ben 500 milioni di euro».

«Quanto al poderoso piano di investimenti per le Scuole di specializzazione dell’Umg – ha continuato – annunciato dal presidente Occhiuto, attendiamo ovviamente di conoscerne i dettagli e gli importi».

«Rispetto alla decisione adottata dal Coruc – ha concluso – la nostra posizione non cambia. Noi riteniamo sbagliata, inutile e giuridicamente discutibile l’istituzione della seconda Facoltà di medicina all’Unical e la contrasteremo in tutte le sedi. Solo a bocce ferme, si potrà discutere di un nuovo assetto del sistema universitario calabrese che non dovrà vedere – e in questo siamo d’accordo con il presidente Occhiuto – rendite di posizione». (rcz)

L’OPINIONE / Vincenzo Speziali: Il Corso di Medicina a Cosenza è uno scippo che divenne tradimento per Catanzaro

di VINCENZO SPEZIALI – Quando uno ‘scippo’ diviene ‘tradimento’, brucia eccome. Poi se il ‘tradimento’ prende la china di un campanilismo becero, il quale sfocia nella disintegrazione del tessuto di convivenza regionale, sarebbe (e dovrebbe!) la politica a diventare la camera di compensazione, proprio per dirimere scellerate scelte, frutto di scriteriata ignoranza e sottovalutazione dei problemi.

Ciò premesso, concordo con le osservazioni corrette, precise e puntuali, del Sottosegretario agli Interni, la mia amica On.Wanda Ferro -la quale dimostra, come sempre, onesta attitudine di sana amministrazione e visione politica (pure a fronte di qualche sapiente consiglio, circa improvvide ed iMprovvisate uscite di esponenti della Giunta Fiorita)- come condivido le legittime e corrette osservazioni del Capogruppo del Terzo Polo (che non è Raffaele Serò, con sua buona pace e conseguenza alla notoria inefficienza politica del soggetto), cioè del Prof. Valerio Donato, il quale parla per cognizione di causa.
C’è poco da fare e meno da dire, ma questo corso di medicina a Cosenza, è un furto di sapere, ai danni di un’intera comunità municipale, che è quella catanzarese. Il Capoluogo di Regione, nuovamente viene vessato in modo brutale, da una ben orchestrata ‘manfrina’ made in Cosenza, la cui città merita rispetto, pur se ricordo che il rispetto deve essere inteso come atto reciproco e non univoco.
La visione dei sistemi sanitari integrati, presuppongono -come l’etimologia premette (benché non tutti sono adusi all’italiano e se per questo nemmeno al latino e al greco antico…quindi ad altre lingue straniere, seppur contemporanee)- dicevo la visione delle integrazioni (quale dovrebbe essere il sistema sanitario regionale), non può ridursi a squilibri ed impoverimento concettuali, oppure a depauperazioni delle conoscenze e dei centri di ricerca.
Tutto ciò è una vergogna causata dalla scarsezza politico amministrativa di gran parte dell’attuale pseudo classe dirigente: siamo ad imposture, persino sotto l’aspetto culturale e gestionale, perché non si comprende da parte di chi avalla tali ‘nefandezze’, quanto sia palesata la poca credibilità e la scarsissima autorevolezza di chi è dante causa di simili a concettualità.
Il sindaco Fiorita, di conseguenza, si adoperi  – al netto di supervisionare le dichiarazioni ‘spericolatamente’ assertive del nulla (o dell’amnesia, oppure, anche dell’ignoranza, intesa come non conoscenza), in capo a componenti (presuntamente?) autorevoli della sua ‘variopinta’ Amministrazione – e sempre il sindaco Fiorita, oltre a proclami apodittici e a sottoscrizioni di giusti manifesti e documenti, non solo dovrebbe sbattere i pugni sui tavoli consoni, ma esercitare un ruolo politico (e da politico), persino coinvolgendo -per la quota parte di responsabilità – la Giunta Regionale e poi il Ministero competente.
Così farebbe un Sindaco, pur sapendo che lui (cioè il mio amico Nicola Fiorita) anche avendo la mia umana comprensione -ma non certo quella politica!- è più preso ad inseguire il pallottoliere in Consiglio Comunale, alla stregua di un cacciatore che sta dietro ad un cerbiatto.
Ciò, ovvero il continuo essere assorbito da siffatta ‘emergenza’, fa sì che lui abbia poche energie per tutto il resto e, quindi, doverosamente, per governare la città tutta o quantomeno per difenderla. (vs)