Alecci (PD): È il momento di accelerare per creare presidi specializzati in fibromialgia

Il consigliere regionale del PD, Ernesto Alecci, ha ribadito la necessità di accelerare nel processo di istituzione e allestimento di presidi sanitari moderni e attrezzati, specializzati nella fibromialgia, «al fine di raggiungere il livello avanzato già presente in altre regioni d’Italia, così da ridurre in disagi e le spese dei pazienti calabresi, fino ad ora costretti a visite e trattamenti fuori regione».

«Finalmente una buona, e spero definitiva – ha spiegato – notizia per i tanti malati di fibromialgia in Calabria. La recentissima sentenza della Corte Costituzionale (numero 201 del 2024), infatti, ha riconosciuto come non incostituzionali i dettami della legge della Regione Calabria numero 8 del 2024 volti a promuovere l’istituzione, a livello sia ospedaliero che territoriale, di ambulatori, anche multidisciplinari, dedicati all’attività gratuita di screening, trattamento e gestione degli esiti della fibromialgia».

«Già nel marzo del 2022, più di 2 anni e mezzo fa – ha ricordato – avevo portato all’attenzione del Consiglio Regionale la questione, affinchè la Regione Calabria, come già successo in altre regioni italiane, si impegnasse a inserire questa patologia (insieme ad altre malattie invalidanti) nel proprio elenco delle malattie croniche e invalidanti riconosciute nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). All’epoca presentai una mozione votata all’unanimità dal Consiglio e poi, successivamente, fui tra i firmatari della sopracitata legge dedicata alla trattazione della materia, poi impugnata dal Governo».

«La sentenza dona un po’ di speranze ai tanti ammalati – ha concluso – che convivono quotidianamente con questa patologia che si presenta in maniera subdola, con dolori muscolari diffusi e colpisce in particolare le donne, ma anche tantissimi uomini. Nelle forme più acute, questa patologia arriva ad impedire a chi ne soffre di lavorare, studiare o svolgere le normali attività quotidiane. Ma questa sentenza deve essere solo un punto di partenza, uno sprone, per la nostra Sanità in modo da dare finalmente le risposte adeguate a questi pazienti». (rrc)

REGGIO – Passa mozione sul riconoscimento della fibromialgia quale malattia invalidante

In Commissione Salute del Comune di Reggio Calabria è passata la mozione sul riconoscimento della fibromialgia quale malattia invalidante.

La mozione è stata presentata dal presidente Carmelo Romeo, dal consigliere Giuseppe Giordano e sottoscritta dai consiglieri di centrodestra presenti nell’organismo consiliare e impegna il sindaco e la Giunta «ad intervenire presso il commissario straordinario della Sanità calabrese, il Parlamento ed il Ministero della Salute affinché si attivino per il un suo riconoscimento quale malattia cronica ed invalidante».

«Bisogna portare a compimento un percorso che ha subito rallentamenti in sede di Comitato Lea e di Conferenza Stato-Regioni perché – hanno detto Romeo e Giordano – la mancata identificazione della fibromialgia ricade sui pazienti e sulle loro famiglie, sia per quanto riguarda le prestazioni sanitarie sia per l’acquisto dei farmaci, oltre che a livello lavorativo per il mancato riconoscimento dell’invalidità e delle assenze per malattia».

«È necessario – hanno evidenziato – raggiungere diversi ed importanti obiettivi come la definizione di un percorso diagnostico terapeutico assistenziale specifico in grado di facilitare la vita di chi soffre, purtroppo, di questa patologia. Al tempo stesso, bisogna puntare ad istituire gruppi di lavoro in ciascuna Asp, così da coinvolgere professionisti esperti verso cui afferiscono malati fibromialgici e i rappresentanti delle associazioni».

«C’è ancora tanto da fare in un settore così delicato – hanno rimarcato – partendo dall’assicurare prestazioni, diagnosi e cure della sindrome e delle patologie connesse e derivate, per ogni soggetto affetto, a prescindere dal livello di severità della malattia, attraverso l’attribuzione di un codice d’esenzione dedicato».
«Servono  – hanno aggiunto Carmelo Romeo e Giuseppe Giordano – un Registro regionale per la fibromialgia e dei registri presso ogni Asp territoriale che vadano correttamente aggiornati ed implementati per fare confluire i dati al Registro nazionale».

«Come evidente – hanno proseguito – non si possono sottovalutare rischi e difficoltà legati ad una sindrome serie e che colpisce numerosi cittadini. È, dunque, indispensabile l’impegno di tutti, ben testimoniato dall’approvazione unanime dei presenti in Commissione su un testo che passerà, adesso, al vaglio del consiglio comunale. Non sono più sopportabili, infatti, ulteriori ritardi o tentennamenti da parte degli enti sovraordinati su un tema che colpisce e condiziona, direttamente, la vita e la quotidianità delle persone».

«Il nostro impegno, invece, arriva dopo un sano e proficuo confronto con le associazioni di riferimento e le persone affette da questa grave patologia che, oggi – hanno concluso – si è tradotto nella mozione presentata e approvata in Commissione, ma che, già nei mesi scorsi, su input del consigliere comunale delegato all’Arredo urbano Massimiliano Merenda, ci aveva visti accanto ai malati ed alle loro famiglie con l’inaugurazione della “Panchina viola” per celebrare la Giornata mondiale della Fibromialgia». (rrc)

Pitaro (Misto): Presto attivo a ospedale di Lamezia spazio per cura della fibromialgia

Il consigliere regionale del Gruppo MistoFrancesco Pitaro, ha reso noto che all’Ospedale di Lamezia Terme, «sarà presto attivo, all’interno del reparto di Medicina interna, uno spazio destinato alla cura della fibromialgia, con figure sanitarie specifiche – psicologi, reumatologi, nutrizionisti, gastroenterologi – che assisteranno i pazienti nell’eterogeneità dei sintomi».

Ciò è stato possibile grazie «al celere impegno del direttore sanitario dell’Asp di Catanzaro Ilario Lazzaro e al primario di Medicina interna dell’Ospedale di Lamezia Terme, Gerardo Mancuso e all’importante supporto della sezione dell’Associazione Italiana Sindrome Fibromialgica (AISF)» ha spiegato Pitaro, a seguito dell’incontro insieme alla referente Aisf di Lamezia, Maria Concetta Scerbo e a una delegazione dell’associazione, il dottor Lazzaro e il dottor Mancuso negli uffici del presidio ospedaliero “Giovanni Paolo II”.

«Partiremo subito  ha spiegato Mancuso – con l’individuazione dei professionisti da coinvolgere nel team multidisciplinare per dar vita, nel mese di ottobre, a un’attività clinica che, se strutturata scientificamente, può scongiuare i cosiddetti “viaggi della speranza”».

«La cooperazione tra medici e volontari dell’Aisf – ha commentato il dottor Lazzaro – si può trasformare in ottimo strumento di informazione scientifica, se si amplia lo sguardo verso le tante possibilità che il web può fornire, soprattutto da quando la pandemia ha reso necessari i confronti e gli scambi a distanza, che non sempre sono deleteri. A partire dai siti web dell’AISF e dell’Ospedale di Lamezia, si può mettere in contatto chiunque soffra di questa patologia, sostenendoli e accompagnandoli nel percorso di diagnosi e cura».

Soddisfatta Maria Concetta Scerbo «per un passo decisivo verso il pieno riconoscimento a livello regionale e nazionale della “sindrome del dolore che non si vede”. Aspettiamo da tempo un punto di riferimento per poter usufruire di servizi sanitari e percorsi terapeutici adeguati, pertanto ringraziamo l’onorevole Pitaro, il dottor Lazzaro e il dottor Mancuso per l’interesse e l’impegno profusi.

L’Aisf di Lamezia sarà in prima linea nell’offrire il proprio contributo alla gestione dell’ambulatorio». Ha concluso il consigliere regionale: «L’incontro e il risultato conseguito sono un esempio di leale collaborazione pubblico-privato che, quand’è animato da responsabilità e senso del dovere, genera effetti positivi per le comunità. Oltre ad essere motivo di riscatto per l’Ospedale di una delle città più importanti del Mezzogiorno ripetutamente oggetto di illogici smembramenti, nonostante vanti professionalità di assoluto valore come il primario Gerardo Mancuso nominato vicepresidente nazionale della prestigiosa Società italiana di Medicina interna». (rcz)