Celebre (Fillea Cgil): Occhiuto emani linee di indirizzo contro caldo sui posti di lavoro

«Chiediamo al presidente della Giunta regionale, Roberto Occhiuto, di emanare in tempi brevi le linee di indirizzo contro il rischio caldo sui posti di lavoro e non aspettare il mese di luglio». È l’appello lanciato da Simone Celebre, segretario generale della Fillea Cgil Calabria, sottolineando la necessità che tali linee guida «abbiano un arco temporale di validità più lungo rispetto al decorso anno, al fine di garantire l’incolumità dei lavoratori dai rischi causati dalle elevate temperature permettendo così anche alle imprese, ai lavoratori e alle istituzioni di poter programmare per tempo gli interventi necessari a tutela della salute».

«Teniamo a sottolineare – ha aggiunto – che le linee di indirizzo dovrebbero stabilire che in caso di temperature sopra i 35° si debba ridurre o sospendere l’attività lavorativa e si possa fare ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo), che nei cantieri siano resi disponibili e accessibili fonti di acqua e, soprattutto, delle aree ombreggiate dove poter stazionare nelle pause».

«Riteniamo, altresì – ha proseguito – necessario che le linee di indirizzo indichino l’obbligo per le imprese, con temperature superiori ai 35°, della revisione dell’organizzazione dei turni di lavoro e dei carichi di lavoro tramite specifici accordi aziendali con le Rsu e/o le organizzazioni sindacali territoriali».

Una richiesta necessaria, in quanto «l’estate e il relativo aumento delle temperature, ormai, sono alle porte, quindi, diventa impellente l’emanazione di quelle norme atte a tutelare quei lavoratori che per le mansioni che svolgono sono più esposti al rischio termico e a prevenire, quindi, i tanti infortuni e i malori connessi al caldo», ha ricordato Celebre.

«Tenuto conto – ha aggiunto – del grande caldo registratosi l’estate scorsa e soprattutto dei cambiamenti climatici che fanno presagire che anche quest’estate, cosi come le precedenti, sarà un’estate alquanto torrida – ha concluso – riteniamo necessario che il tema “caldo” venga affrontato il più presto possibile senza più considerarlo straordinario e indicando già nei prossimi giorni, per l’estate 2024, le norme di tutela per quei lavoratori che per le mansioni che svolgono rischiano di più». (rcz)   

 

Celebre (Fillea Cgil): Attivare tavolo di concertazione per azioni contro dissesto idrogeologico

Il segretario generale di Fillea Cgil CalabriaSimone Celebre, ha ribadito l’urgenza di un tavolo di concertazione «che possa coordinare le azioni più adeguate per fronteggiare sia i gravi problemi derivanti dai cambiamenti climatici in atto e sia i rischi dovuti al dissesto idrogeologico».

«Un tavolo di concertazione che, oltre a individuare le risorse necessarie da investire a partire dai fondi del Pnrr e del Por – ha aggiunto – possa mettere in campo procedure rapide con il coinvolgimento di tutti gli attori istituzionali e non, a partire dai sindaci».

1La devastante tragedia consumatasi recentemente in Toscana e in altre zone del centro Nord – ha sottolineato – ripropone, in tutta la sua gravità, la questione dei cambiamenti climatici e, soprattutto, il rischio di dissesto idrogeologico. Le ultime ondate di maltempo hanno dimostrato, per l’ennesima volta, qualora ce ne fosse ancora bisogno, la fragilità dell’intero nostro territorio nazionale e non è una novità per nessuno che sul rischio idrogeologico, senza voler fare terrorismo mediatico, la Calabria, che ha un territorio alquanto fragile, è da bollino rosso. Un dato disarmante e, allo stesso tempo, allarmante».

«La conformazione morfologica, gli effetti del cambiamento climatico e alcuni episodi gravi di mutamento dei territori (come gli incendi estivi che annualmente distruggono centinaia e centinaia ettari di territorio montano e di aree boscate) – ha proseguito – sono tra gli indicatori che collocano la Calabria in cima alle regioni più a rischio di dissesto idrogeologico. Una situazione che merita una particolare attenzione prima che succeda l’irreparabile. La prima cosa che dobbiamo fare è investire nella prevenzione e non aspettare che succede una tragedia per intervenire».

«Viviamo in un periodo dove quasi tutto è prevedibile e dove, soprattutto – ha concluso – disponiamo degli strumenti di difesa. Non è più tempo di tergiversare. Bisogna iniziare ad attuare una seria e vera politica di prevenzione intervenendo, sfruttando e spendendo al massimo gli ingenti finanziamenti previsti sia a livello europeo che nazionale, sulle zone a più alto rischio idrogeologico che vanno monitorate continuamente. Una regione come la Calabria ha estremamente  bisogno di una continua manutenzione del territorio. Le tragedie, a volte, si possono evitare anche con piccoli, ma continui, interventi». (rcz)

Fenealuil Calabria e Fillea Cgil: Firmato accordo sindacale per aumento retribuzioni a lavoratori edilizia

È stato firmato l’accordo sindacale per l’aumento delle retribuzioni per i lavoratori delle aziende edili, operanti sul territorio cosentino. Lo hanno reso noto i segretari di Fillea Cgil Calabria e FenealUil Calabria, rispettivamente Simone CelebreMaria Elena Senese, dicendosi soddisfatti «di aver raggiunto questo accordo che i lavoratori edili aspettavano da anni».

«E raggiungerlo oggi in questo momento di alta inflazione che erode i salari, consente di mettere soldi freschi nelle tasche dei lavoratori», hanno aggiunto i sindacalisti, spiegando come «l’accordoriguarda circa 6000 addetti tra impiegati e operai e nel corso del 2023 porterà nelle tasche dei lavoratori aumenti importanti che varieranno dai 67,22 euro mensili previsti per i lavoratori di 7° livello ai 34,41 euro mensili previsti per i lavoratori di 1° livello. L’aumento di salario sarà erogato in busta paga in proporzione alle ore lavorate a partire da ottobre 2023».

«Nei giorni scorsi – hanno spiegato ancora –, ci siamo confrontati con Ance Cosenza, nella persona del Presidente Giovan Battista Perciaccante accompagnato da Pierpaolo Mottola e dal direttore Rosario Branda, con il presidente della Cassa Edile Cosentina, Santo Alessio, e con il presidente dell’Esec/Cpt, Gianfranco Sposato».

«Nei prossimi giorni – hanno concluso i segretari dei sindacati edili – saranno organizzate assemblee aziendali e territoriali per spiegare i contenuti dell’accordo». (rcs)

 

Sicurezza sul lavoro, Fillea Cgil Calabria: Scelta allarmante tagliare ore di formazione

Simone Celebre, segretario generale della Fillea Cgil Calabria, ha definito «allarmante» la scelta del Governo di tagliare le ore di formazione sulla sicurezza e sulla salute.

«I 559 morti sul lavoro – ha spiegato Celebre – registrati nei primi sette mesi del 2023 e 1090, in media tre a giorno, comprese le domeniche, Natale, Pasqua e tutte le alte festività, registrati nel 2022, sembra che non abbiano insegnato nulla», dato che il Governo Meloni ha realizzato «una bozza di provvedimento che, oltre al taglio delle ore di formazione per i settori ad alto rischio e medio rischio – ha aggiunto – permette a enti, con scarsa o nessuna esperienza, di poter gestire ed erogare la formazione. Novità che, se confermate avrebbero dell’incredibile».

«Secondo la bozza che è stata anticipata in questi giorni – ha proseguito – infatti, le ore di formazione dovrebbero essere dieci (10) per tutti i lavoratori. Quindi, oltre alle quattro ore base ci saranno altre sei ore per tutti senza differenziare tra settori a rischio basso, medio e alto».

«Oggi, invece, sono previste, oltre alle quattro ore base – ha detto ancora –, quattro ore per i settori a basso rischio, otto per quelli a rischio medio e 12 per quelli a rischio alto. Per il settore ad alto rischio il numero totale delle ore di formazione rischia di scendere, quindi, da 16 a 10 e per quelli a rischio medio da 12 a 10 mentre per quelli a rischio basso si avrebbe un aumento da otto a 10. La bozza predisposta dal ministro Calderone prevede, altresì, criteri più facili per l’accreditamento degli enti che possono erogare la formazione, non tenendo per niente conto dell’esperienza maturata sul campo. Pure incomprensibile è che, nella bozza, si ignori la necessità della formazione per conoscere e tutelarsi dai forti rischi per salute e sicurezza legati al caldo eccessivo e ai mutamenti climatici».

«E come si può, dopo la strage di Brandizzo – ha continuato – prevedere che il modulo specifico “Cantiere”,pensato per il dirigente o il datore di lavoro nei cantieri temporanei e mobili, riguardi solo l’impresa affidataria e non l’impresa che effettivamente opera in quei cantieri? Non si è ancora capito, o si va finta di non capire, che è proprio nella catena dei subappalti che si annida il rischio maggiore di incidenti sul lavoro».

«La bozza “Calderone”, per noi della Fillea – è stato sottolineato dal segretario – è un vero attacco alla già debole sicurezza sui luoghi di lavoro. Invece di pensare al potenziamento della formazione dei lavoratori in tema di sicurezza, all’istituzione della “patente a punti” per le imprese che rispettano le norme sulla sicurezza o all’ “omicidio colposo” per le morti nei cantieri, il governo Meloni e il suo ministro al Lavoro Calderone pensa alla riduzione delle ore da dedicare alla formazione e come allargare il perimetro degli enti di formazione senza tenere conto della loro reale esperienza».

«La causa degli incidenti sul lavoro – ha continuato – è anche frutto di una giustizia penale che in tema di sicurezza sul lavoro non fa più paura a nessuno, perché quei processi per omicidio colposo o lesioni personali colpose finiscono con la prescrizione».

«Come Fillea Cgil Calabria – ha ribadito – intendiamo richiamare l’attenzione degli organi preposti anche sulla delicata questione dell’orario di lavoro e del continuo e illegale ricorso allo straordinario, anche questo è sicurezza. Temi sui quali come Fillea abbiamo già fatto numerose denunce e segnalazioni agli organi abilitati. Il contratto nazionale prevede al massimo otto ore più due di straordinario al giorno con un riposo di almeno 12 ore e un massimale annuale di ore di straordinario fissato a 250 ore. Ci sono lavoratori che ci parlano di 200 ore lavorate al mese. Per aggirare le norme e pagare meno tasse, le aziende inseriscono in busta paga strane voci come trasferta Italia o vari extra che permettono loro di non assumere altro personale, risparmiando ulteriormente sul costo del lavoro».

«Ma in questo modo i lavoratori sono spremuti al massimo su cantieri pericolosi. Ed anche per questi motivi e non solo, in questi giorni, siamo impegnati nell’organizzazione in tutti i luoghi di lavoro assemblee in vista della manifestazione nazionale “La via Maestra” del prossimo  7 ottobre a Roma, in piazza San Giovanni, per il lavoro sicuro – ha concluso – per una sanità uguale per tutti, per un paese che non sia divisibile in tanti piccoli Stati, per l’introduzione del salario minimo orario e per difendere la Costituzione dagli attacchi che mirano a indebolirne la struttura sui principi cardine, quali l’uguaglianza e parità di diritti tra cittadini». (rcz)

Emergenza caldo, Cgil Calabria: Servono maggiori controlli nei cantieri e segnalazioni da lavoratori

Angelo Sposato, segretario generale di Cgil Calabria e Simone Celebre, segretario generale di Fillea Cgil Calabria, pur esprimendo soddisfazione per l’ordinanza emanata dal governatore Roberto Occhiuto di sospendere le attività lavorative in condizioni di esposizione prolungata al sole dalle 12.30 alle 16.00, hanno ribadito l’urgenza di «controlli affinché sia effettivamente rispettata una maggiore consapevolezza e adesione da parte delle imprese».

«Abbiamo constatato in queste settimane in cui abbiamo affrontato più volte il tema e informato cantiere per cantiere dei rischi da stress termico e degli strumenti a disposizione per salvaguardare lavoratori e imprese – hanno detto – che i grandi gruppi hanno avviato la cassa integrazione lì dove non sono riusciti a rimodulare gli orari di lavoro e che molti piccoli cantieri si stanno fermando nelle ore più calde. Molti altri però, invece, continuano a impiegare i lavoratori anche nella fascia oraria sulla quale vige il veto dell’ordinanza regionale».

«Un simile comportamento è inammissibile – hanno proseguito Sposato e Celebre – visti i picchi di temperatura raggiunti che, oltre a rappresentare una chiara e severa avvisaglia della crisi climatica in corso, possono avere gravi conseguenze sui lavoratori. Ecco perché invitiamo i lavoratori a segnalarci quanto previsto dall’ordinanza regionale non venga messa messo in pratica sul loro posto di lavoro onde consentirci di potere intervenire a salvaguardia della loro dignità e salute».

La Cgil, poi, ha criticato il decreto lavoro per l’emergenza caldo: «Il ministero ha redatto un Protocollo su misure normate dal Testo unico sulla sicurezza sul lavoro e linee guida senza nessun elemento per renderle esigibili e vincolanti. Non è questa la strada per invertire la rotta. La cassa integrazione non può essere in questi frangenti una facoltà ma deve essere  – hanno concluso – un obbligo lì dove non si riescano a rimodulare gli orari di lavoro e a preservare i lavoratori». (rcz)

Caldo torrido, Fillea Cgil Calabria: Regione e Prefetture agiscano per salvaguardare i lavoratori

Caldo torrido e temperature elevate possono mettere gravemente a rischio la salute e la sicurezza dei lavoratori impiegati nei cantieri edili, stradali e nelle fabbriche di costruzioni. È l’allarme lanciato dalla Fillea Cgil Calabria che, appellandosi alla Regione e alla Prefettura, ha chiesto di «agire indicando le linee guida da adottare al fine di salvaguardare chi è impiegato sotto il sole dallo stress termico».+

«È necessario – viene evidenziato – che in caso di caldo torrido le aziende fermino le attività lavorative. Sopra i 35 gradi dovrebbero essere ridotti o sospesi i lavori ricorrendo alla cassa integrazione guadagni ordinaria (Cigo). È fondamentale che nei cantieri siano resi disponibili e accessibili fonti di acqua e aree ombreggiate dove poter stazionare nelle pause; riteniamo necessaria la revisione dell’organizzazione dei turni di lavoro, riprogrammando, ad esempio, le attività che non sono prioritarie e prevedendole nei giorni con condizioni meteo climatiche più favorevoli o pianificando le attività più impegnative dal punto di vista fisico durante gli orari più freschi della giornata».

«Basilare – ha continuato il sindacato – è garantire ai lavoratori un’adeguata formazione e informazione sui rischi derivanti dai colpi di calore, mentre avere termometro ed igrometro a disposizione in cantiere possono consentire alle imprese di sapere se il loro cantiere rientra nell’ambito delle previsioni del sistema di allarme HHWWS, che fa stime su ambiti territoriali regionali, o si trova in condizioni più favorevoli o sfavorevoli».

«La sicurezza sul lavoro è anche questo e per poterla garantire è necessario che si formi una cultura che vada oltre gli obblighi normativi – ha dichiarato il Segretario Generale Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre –. Ecco perché ci preme diffondere tra aziende e lavoratori l’importanza della salvaguardia dal rischio termico. I fenomeni climatici estremi sono stati recentemente posti in relazione con un aumento del rischio di infortunio sul lavoro. Inps e Inail rendono note le istruzioni per la gestione del rischio caldo e per l’accesso alle prestazioni cassa integrazione ordinaria per sospensioni o riduzioni dell’attività lavorativa dovuta a temperature elevate». (rcz)

Celebre (Fillea Cgil): Il cantiere per ospedale di Palmi è di nuovo chiuso

Il segretario generale di Fillea Cgil CalabriaSimone Celebre, ha denunciato come per l’Ospedale di Palmi è di nuovo tutto fermo: «il cantiere – ha spiegato –  dopo averlo aperto per qualche giorno, è nuovamente chiuso e nessuno sa se e quando riapre. Siamo alle solite».

«L’altro giorno, per pura curiosità – ha spiegato – sono andato a Palmi a farmi un giro per rendermi conto di persona se c’erano le giuste attenzioni sulla realizzazione di questo nosocomio necessario non solo a Palmi e al suo circondario, ma all’intera provincia di Reggio Calabria, e con mio grande rammarico ho dovuto constatare che il cantiere ancora non esiste. Eppure, più di un mese fa, precisamente lo scorso 17 aprile, c’è stata la formale consegna dei lavori per l’eliminazione dei tralicci dell’alta tensione, perché senza la rimozione di queste interferenze l’azienda, che è la stessa di quella che sta realizzando l’ospedale della Sibaritide, non può iniziare i lavori per la realizzazione dell’importante infrastruttura sanitaria».

«Anche in quella occasione – ha proseguito – ci fu chi fece degli annunci politici che, a distanza di più di un mese, sono rimasti solo annunci. Si continua solo a perdere del tempo prezioso. Come Fillea Cgil siamo fortemente preoccupati non solo dal fermo dei lavori per la rimozione dei tralicci dell’alta tensione ma anche e soprattutto da un problema che riguarda, purtroppo, la realizzazione di tutti e tre nuovi ospedali (Palmi, Vibo, Sibaritide) ed è quello che i progetti definitivi ed esecutivi per la realizzazione di tutti e tre le strutture sanitarie sono del 2007. Sono progetti “vecchi” di ben 16 anni e se non verranno riveduti nei conti economici, i cosiddetti Pef, sicuramente i tre ospedali non verranno mai ultimati. Succederà anche per l’ospedale di Palmi e per quello di Vibo quello che è avvenuto e sta avvenendo per l’ospedale della Sibaritide, dove, nonostante la struttura di ferro sia stata già completata per il 90%, l’azienda esecutrice dei lavori ha sospeso le lavorazioni perché oltre alla perizia di variante che deve essere approvata entro il 29 maggio 2023 ci sono ulteriori problemi da risolvere».

«Come già detto nei giorni scorsi – ha ricordato – riteniamo che sia necessario rivedere, con urgenza, i conti economici perché rispetto ai primitivi importi dei progetti definitivi oggi si registrano conti economici molto più alti dovuti ai 16 anni trascorsi e, soprattutto, al forte rincaro dei materiali che la pandemia prima e la guerra dopo hanno determinato negli ultimi anni».

«Quindi, oltre ai problemi dovuti alla mancata partenza dei cantieri – ha concluso – c’è il problema della revisione prezzi di cui, in questo momento, nessuno ne parla. Noi, come Fillea Cgil, riteniamo che questo sia un problema per la cui risoluzione ci vorrà del tempo e se non si troveranno soluzioni adeguate il rischio di avere cantieri fermi per anni ed altre opere incompiute è più che reale». 

 

Celebre (Fillea Cgil): Ci sono altre emergenze su cui intervenire prima del Ponte

Simone Celebre, segretario generale di Fillea Cgil Calabria, si è chiesto perché «lo stesso impulso che il Governo sta mettendo per velocizzare la realizzazione del Ponte sullo Stretto non venga riversato anche su altrettanti filoni strategici e opere della Calabria».

«Non abbiamo alcun tipo di pregiudizio sull’opera – ha chiarito il Segretario – ma riteniamo che ci siano emergenze sulle quali intervenire prima del Ponte. Ci sono infrastrutture di grande rilievo strategico già programmate (ferroviarie, stradali, autostradali e sistemi urbani) e grandi opere commissariate che non possono continuare a passare in secondo piano. Si tratta di opere per le quali serve uno slancio politico che fino ad ora non abbiamo visto. Ci sono cantieri mai terminati e altri che attendono da tempo di partire, strade colabrodo, viadotti che cadono e lasciano aree interne isolate e treni vetusti. Ciò che per altre regioni è ordinario, per la Calabria sembra dovere per forza essere una chimera».

«Pensare al Ponte sullo Stretto senza adoperarsi per mettere mano alla linea ferroviaria da Roma in giù, in alcuni tratti non elettrificata, o ad un binario, ad un’Alta Velocità traballante e ad aree quasi isolate, ci sembra poco sensato», ha detto Celebre, ricordando come «la rete stradale non è meglio, basti pensare all’eterna incompiuta statale 106 e alla mole di automobilisti che vi hanno perso la vita. L’A2 è un susseguirsi di cantieri che creano disagio al traffico. Ma non solo, lavorare su ferrovie e strade ci permetterebbe di ridare slancio al Sud e anche di creare nuovo appeal sui porti».

«C’è poi da fare attenzione al Codice degli Appalti – ha aggiunto Celebre – e al rischio di infiltrazioni criminali che l’avvio di lavori mastodontici come quelli che il Ponte potrebbe portare. L’uso sconsiderato dell’affidamento diretto della procedura negoziata senza bandi di gara, dell’appalto integrato, può, nel volgere di poco tempo, determinare aspetti degenerativi, inficiare la capacità di realizzazione e la stessa qualità della spesa, un peggioramento delle condizioni di lavoro e un restringimento dei diritti dei lavoratori per quanto concerne la corretta applicazione dei contratti nazionali e la prevenzione antinfortunistica».

«Parlando poi di cantieri fermi, non possiamo non fare riferimento alla mancanza di strutture ospedaliere. I progetti non mancano, come per Vibo Valentia e Palmi – ha concluso – ma l’iter di realizzazione è fermo al palo. La salute è un diritto garantito dalla Costituzione, non può essere ostaggio della burocrazia, deve essere prioritaria e non può essere accantonata. Chiediamo al governo – conclude – di accendere i riflettori sul Sud e di consentire la dignità delle condizioni di vita di chi ci abita. Non basta   parlare di spopolamento e di calo demografico se poi non ci si adopera per consentire i collegamenti o, perfino, per potersi curare».

 

Sicurezza, Celebre (Fillea Cgil): Serve maggiore prevenzione e formazione

«L’attenzione alla sicurezza non può e non deve mai venire meno». È quanto ha dichiarato Simone Celebre, segretario generale della Fillea Cgil Calabria che, in occasione della Giornata Mondiale della Sicurezza e della Salute sul Lavoro, ha promosso tre assemblee unitarie in altrettanti luoghi di lavoro nel Cosentino.

 Si tratta della Italcementi di Castrovillari, dello stabilimento Ala di Lattarico e dello stabilimento Monier Srl di Montalto Uffugo. Tre grandi gruppi, a livello nazionale, che applicano il Ccnl del settore delle costruzioni nel quale, grazie all’ultimo rinnovo dei CCNL è inserita l’adesione alla Giornata. Nello stabilimento della Ala SRL, è stato invitato l’Ispettore del Lavoro ed esperto di sicurezza, ing. Biagio Adduci, al fine di informare e sensibilizzare sull’argomento. 

«Abbiamo deciso di parlarne nelle aziende, e non fuori – ha spiegato Celebre – perché è qui che bisogna lavorare sulla prevenzione ed è qui che possono esserci rischi anche fatali. Lo abbiamo fatto con la collaborazione dell’Ispettorato per il Lavoro perché crediamo che una sinergia e una collaborazione costante e diretta sia importante. Non dimentichiamo  che ognuno di noi deve fare la sua parte, tanto i lavoratori, rispettando le norme di sicurezza, che le aziende adoperandosi per la prevenzione e la formazione che non è mai abbastanza. È l’unico modo per cambiare rotta».

Tanti i nodi alla base di una statistica allarmante. Basti pensare che secondo i dati aggiornati al 31 dicembre 2022,  gli infortuni mortali sono stati più di 1000 nel 2022, gli infortuni denunciati nello stesso periodo sono stati 697.773.  Dati preoccupanti in aumento del 25,7% rispetto al 2021. 

«Eppure – ha chiarito Adduci – già da trent’anni è in vigore una normativa molto seria che è stata negli anni aggiornata per permetterci di intervenire con sospensioni e sanzioni su chi non la rispetta.  Non si può prescindere poi da un dato che riguarda gli stessi ispettori che sono decisamente sotto organico».

«Basti pensare – ha detto – che dovremmo essere 19 da pianta organica nella provincia cosentina, ma siamo in sei e a breve saremo quattro. Le richieste di intervento sono tante, il territorio è vasto, i contatti da sindacati e lavoratori sono in aumento e gestirle tutte è sempre più difficile. Il quadro dove andiamo ad operare è fatto poi da aziende che non hanno nemmeno la valutazione dei rischi e questo rende difficile approcciarsi a loro e fare prevenzione».

«Da poco i datori di lavoro – ha continuato – sono obbligati a seguire corsi di formazione sulla prevenzione, è questo è un passo in avanti, ma sarebbe opportuno rendere l’aggiornamento obbligatorio per essere certi di arrivare anche ai meno sensibili a queste tematiche».

«Molto poi – ha concluso – devono fare gli stessi lavoratori che possono inconsapevolmente esporsi a rischi evitabili. Ecco perché chiediamo loro di fermarsi appena intercettano una situazione di pericolo per informare immediatamente chi è preposto. Diversi, infatti, sono gli incidenti legati alla scarsa attenzione o sottovalutazione del rischio da parte dei lavoratori. Ecco perché bisogna lavorare sull’informazione affinché i lavoratori adottino comportamenti corretti e i datori di lavoro siano anche pienamente consapevoli delle responsabilità a loro carico». (rcs)

 

Fillea Cgil Calabria: Codice degli Appalti ennesima scelta scellerata del Governo

Per Fillea Cgil Calabria, il nuovo Codice degli Appalti è «l’ennesima scelta scellerata del Governo».

«Non si può assolutamente abbassare la guardia su un tema così nevralgico per il settore edile – ha ribadito il segretario Generale Fillea Cgil Calabria, Simone Celebre – . Le imprese di subappalto devono applicare lo stesso contratto collettivo nazionale che sono tenute ad applicare negli appalti pubblici le imprese vincitrici».

«Non può essere altrimenti – ha aggiunto – se non si vuole aprire la porta al dumping contrattuale, alla frammentazione dei cicli produttivi, nonché al lavoro irregolare, alle infiltrazioni criminali e di conseguenza anche a una minore sicurezza nei cantieri».

A preoccupare la Fillea è anche quanto è stato sottoscritto lo scorso 29 marzo tra l’Ispettorato Nazionale del Lavoro e i Consulenti del Lavoro.

«Continuano le scelte scellerate, completamente scollate dalle dinamiche reali del mondo del lavoro – ha continuato Celebre – e continua a non esserci un confronto con le parti sindacali. Quanto stabilito nei giorni scorsi apre di fatto ad una privatizzazione delle attività di controllo andando a minare l’autonomia degli ispettori la cui funzione nell’ambito della salvaguardia della tutela e della salute dei lavoratori verrà depauperata».

«Tutto ciò mentre da anni chiediamo che ci siano più Ispettori del Lavoro la cui funzione è nevralgica, specie nel settore edile. Quanto si prospetta per il futuro, in base alle norme contenute nell’accordo, sono ispezioni concertate con i consulenti, quindi preavvertendo l’impresa e minando l’attendibilità dei riscontri ravvisati. Ancora peggiore – ha fatto notare Celebre – il fatto che le imprese che abbiano ottenuto una certificazione di conformità da parte dei consulenti del lavoro privati, pagando, possano non ricevere ispezioni».

«Si tratta di norme non degne di un Paese attento alla sicurezza dei propri lavoratori e che sembra non conoscere quanto spesso è stato ravvisato nei cantieri conquistando i titoli delle prime pagine dei giornali – ha detto ancora –. Non abbiamo alcuna intenzione di mollare la presa e, così come per il super bonus 110%, porteremo le nostre ragioni in tutti i luoghi di lavoro mettendo in campo un fitto piano di assemblee che ci porterà alla mobilitazione unitaria indetta da Cgil Cisl e Uil il prossimo 20 maggio a Napoli».

«Il governo – ha concluso il sindacalista – non può prendere decisioni così inique senza coinvolgerci». (rcz)