SANITÀ, LA REGIONE SALE LA CHINA SUI LEA
È UN +18,25, MA È INADEMPIENTE PER IL 2023

di ANTONIETTA MARIA STRATI – La Calabria sta gradualmente risalendo la china nella sanità, registrando +18,21 punti in tutte e tre le aree dei Lea – Livelli Essenziali di Assistenza, passando da 135,25 a 153,46. È quanto emerso dalle analisi condotte dalla Fondazione Gimbe sugli adempimenti Lea della Regione Calabria, illustrati in conferenza stampa in Cittadella regionale. Un risultato non indifferente in cui, tuttavia «nonostante i miglioramenti e l’eventuale rettifica nell’area della prevenzione, la Calabria risulterebbe ancora inadempiente per il 2023, poiché il punteggio nell’area distrettuale rimane comunque inferiore alla soglia di 60 punti», ha avvertito il presidente della Fondazione, Nino Cartabellotta.

Questo recupero ha compensato, in parte il crollo di -24,74 punti registrato tra il 2021 e il 2022, quando il punteggio era sceso da 159,99 a 135,25. Tra il 2022 e il 2023, il punteggio Lea dell’area della prevenzione aumenta da 36,59 a 43,82 (+7,23 punti); in quella distrettuale da 34,88 a 40,48 (+5,60 punti); in quella ospedaliera da 63,78 a 69,16 (+5,38 punti). Si rileva che per l’area della prevenzione la Regione Calabria ha richiesto una rettifica del punteggio Lea al Ministero della Salute in quanto secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale Vaccini le coperture vaccinali sono superiori al 90% per l’anno 2023: in caso di rettifica, la Calabria risulterebbe adempiente anche per l’area della prevenzione. 

Il Ministero della Salute valuta annualmente l’erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea), ovvero l’insieme delle prestazioni sanitarie che tutte le Regioni e Province autonome sono tenute a garantire gratuitamente o previo pagamento del ticket.

«Si tratta di una vera e propria “pagella” per i servizi sanitari regionali – ha spiegato il presidente della Fondazione Gimbe – che stabilisce quali Regioni sono promosse (adempienti), pertanto meritevoli di accedere alla quota di finanziamento premiale, e quali invece vengono bocciate perché inadempienti».

A partire dal 2007 le Regioni con un disavanzo nel conto economico, vengono sottoposte ai Piani di rientro, un meccanismo di affiancamento da parte del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia e delle Finanze finalizzato a ristabilire l’equilibrio economico-finanziario nella continua erogazione dei Livelli Essenziali di Assistenza, che nei casi più critici può portare fino al commissariamento della Regione. 

Dal 2020 la “Griglia Lea” è stata sostituita dal Nuovo Sistema di Garanzia (NSG), che valuta le Regioni attraverso gli indicatori Core, suddivisi in tre aree: prevenzione collettiva e sanità pubblica, assistenza distrettuale e assistenza ospedaliera. Per ciascuna area, le Regioni possono ottenere un punteggio tra 0 e 100 e vengono considerate adempienti se raggiungono almeno 60 punti in tutte le tre aree. Al contrario, se il punteggio è inferiore a 60 anche in una sola area, la Regione risulta inadempiente. 

L’ultimo report del Ministero della Salute, pubblicato il 15 luglio 2024, è relativo all’anno 2022: la Regione Calabria è risultata inadempiente in quanto nell’area della Prevenzione (36,59) e in quella Distrettuale (34,88) ha ottenuto punteggi inferiori a 60. Solo nell’area ospedaliera, con un punteggio di 63,78, la Regione Calabria ha superato la soglia di adempienza.

«Utilizzando i risultati preliminari 2023 forniti dalla Regione Calabria – ha spiegato Cartabellotta – abbiamo condotto una valutazione indipendente per analizzare variazioni tra il 2022 e il 2023, sia in termini di punteggi nelle tre aree, sia rispetto ai valori dei singoli indicatori. L’obiettivo era quello di individuare i progressi ottenuti e le criticità tuttora esistenti su cui intervenire per raggiungere l’adempimento ai Lea da parte della Regione».

Per quanto riguarda le performance sui singoli indicatori,«al fine di identificare il miglioramento o peggioramento delle performance, è stata effettuata un’analisi comparativa tra i risultati ottenuti dalla Regione Calabria nel 2022 e quelli preliminari del 2023 sul valore dei singoli indicatori». Complessivamente su 29 indicatori: 21 (72,4%) mostrano un miglioramento, 7 (21,1%) registrano un peggioramento e 1 indicatore (3,4%) risulta stabile.

Nell’area della prevenzione, «7 degli 8 indicatori mostrano un trend in miglioramento, seppur con variazioni di entità diversa. L’unico indicatore in lieve peggioramento è il tasso di copertura per lo screening del carcinoma della mammella (da 8,61 nel 2022 a 8,11 nel 2023)».

Va rilevato che le coperture vaccinali per l’esavalente (88,09%) e la trivalente (87,71%) riportate nei risultati preliminari 2023 dal Ministero della Salute si attestano al di sotto della soglia minima del 90% necessaria per l’attribuzione del punteggio, che per la Regione Calabria continua quindi ad essere pari a 0. Considerato che, secondo i dati dell’Anagrafe Nazionale Vaccini, per l’anno 2023 tali coperture sono superiori al 90%, la Regione Calabria ha richiesto una rettifica del punteggio Lea al Ministero della Salute. Nell’area prevenzione la criticità più rilevante riguarda la copertura molto bassa per tutti gli screening oncologici, con particolare riferimento a quello per il tumore del colon-retto.

Nell’area Distrettuale, «8 dei 12 indicatori – si legge – mostrano un trend in miglioramento, seppur con variazioni di entità diversa, mentre 4 risultano in peggioramento. Tra i progressi più significativi si evidenzia il miglioramento nell’assistenza domiciliare (D22Z) e nel trattamento socio-sanitario degli over 75 non autosufficienti (D33Z)».

Nell’area distrettuale il punteggio Lea risulta pari a zero per due indicatori: “Intervallo Allarme-Target dei mezzi di soccorso” dove, nonostante il progressivo miglioramento negli ultimi anni il valore rimane ancora al di sopra di 22,7434 minuti, soglia al di sopra della quale il punteggio attribuito è pari a zero.

«Ovviamente – ha spiegato ancora Cartabellotta – questa soglia unica per tutte le Regioni, finisce inevitabilmente per penalizzare tutte le Regioni con un territorio prevalentemente montuoso e criticità nella viabilità». Il secondo indicatore a cui viene assegnato il punteggio Lea pari a zero è quello relativo alle liste di attesa per criticità legate al flusso dati che la Regione Calabria riferisce di aver risolto per l’anno 2024. 

Per l’area Ospedaliera, 6 dei 9 indicatori mostrano un trend in miglioramento, seppur con variazioni di entità diversa, 2 risultano in peggioramento ed 1 è stabile.

«L’area ospedaliera – ha rilevato Cartabellotta – risulta già adempiente, ma anche suscettibile di ulteriori miglioramenti».

In particolare la percentuale di colecistectomie laparoscopiche con degenza inferiore a 3 giorni, la percentuale di parti cesarei primari e la mortalità a 30 giorni dal primo ricovero per ictus ischemico. (ams)

Il PD Calabria: La sanità calabrese in coma quasi irreversibile

Per il Pd Calabria «la sanità calabrese è in coma profondo, quasi irreversibile, e a nulla servono i poteri straordinari del commissario del governo, Roberto Occhiuto, che ricopre il ruolo dal novembre 2021».

«Intanto, l’aspettativa di vita è inferiore alla media nazionale di 1,1 anni. Chi vive in Calabria, parafrasando Rino Gaetano, è sempre più abbandonato e – hanno detto i dem calabresi, commentando i dati della Fondazione Gimbe sullo stato di salute della sanità calabrese – spesso addirittura rinuncia alle cure. Il fallimento più clamoroso della gestione commissariale emerge dal quadro sulle nuove strutture di assistenza territoriale da attivare con i fondi del Pnrr».

«In Calabria, stando alle rilevazioni della Fondazione Gimbe – hanno proseguito – non è in funzione nemmeno una delle 61 Case della Comunità previste, non è pienamente operativa neppure una delle 21 Centrali operative territoriali programmate e non c’è traccia dei 20 Ospedali di Comunità da realizzare entro il 2026 con i fondi del Pnrr. Se tutto questo non bastasse, i posti aggiuntivi di terapia intensiva e sub-intensiva attualmente ricavati sono, in Calabria, molto al di sotto della media nazionale».

«Per quanto riguarda i medici e gli infermieri dipendenti ogni 1000 abitanti, per la Calabria sono riportati numeri disastrosi. Il punto, dunque, è che, al netto della propaganda ossessiva del centrodestra, l’autonomia differenziata – hanno concluso i dem calabresi – sarebbe una vera e propria eutanasia per la sanità pubblica calabrese, con il silenzio assenso del governo regionale». (rcz)

Fondazione Gimbe: In Calabria il 17,6% degli over 60 non ha fatto nessuna dose

In Calabria, il 17,6% degli over 60 non ha effettuato nessuna dose di vaccino, contro l’11,5% della media nazionale. È quanto è emerso dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe della settimana 21-27 luglio, dove è stato rilevato che, nella fascia di età tra i 12 e i 19 anni, il 63,3% non ha ricevuto nessuna dose.

E ancora, dal monitoraggio è stato registrato un peggioramento dei casi positivi, con un aumento dei nuovi casi rispetto alla settimana scorsa, mentre restano sottosoglia di saturazione i posti letto in area medica e in terapia intensiva occupati da pazienti Covid-19.

La popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari 47,4% (media Italia 52,3%) a cui aggiungere un ulteriore 11,8% (media Italia 11,3%) solo con prima dose. Tra gli over 80 ha completato il ciclo il 79,3% (media Italia 92%) con un ulteriore 3,7% (media Italia 2,7%) solo con prima dose. Nella fascia 70-79 anni ha ultimato la vaccinazione il 79,5% (media Italia 84,5%) con un ulteriore 5,8% (media Italia 4,7%) solo con prima dose. Nella fascia di età 60-69 ha completato il ciclo vaccinale il 71,1% (media Italia 74,6%) a cui aggiungere un ulteriore 8,8% (media Italia 9,5%) solo con prima dose. (rrm)

Fondazione Gimbe: In Calabria il ciclo vaccinale è al 20% e migliorano i dati

In Calabria ci sono buone notizie: i dati positivi alla diffusione del covid-19 si mantengono positivi, e il 20% dei calabresi hanno concluso il ciclo vaccinale, mentre il 18,5% ha ricevuto, invece, solo la prima dose. È quanto è emerso dal monitoraggio indipendente condotto dalla Fondazione Gimbe nel monitoraggio settimanale (26 maggio-1° giugno).

Nel monitoraggio, viene indicato, anche, che il 70,9% degli over 80 ha completato il ciclo vaccinale, mentre  l’8,5% ha ricevuto solo la prima dose; mentre per la fascia dei 70-79 anni, il 41,1% ha completato il ciclo vaccinale, mentre il 35,3% ha ricevuto solo la prima dose. E ancora, per la popolazione 60-69 anni,  il 30,3% ha completato il ciclo, mentre il 35,7% ha ricevuto solo la prima dose.

È stata evidenziata, inoltre, una performance in miglioramento sui casi attualmente positivi per 100 mila abitanti e risultano in diminuzione i nuovi casi rispetto alla settimana precedente (494, con una variazione del -24,8%) Sottosoglia di saturazione, che è del 40%, sempre secondo il monitoraggio, i posti letto in area medica e terapia intensiva occupati da pazienti Covid 19, che sono rispettivamente 25% e 10%, e che «la media giornaliera di persone testate per 100 mila abitanti nel periodo 12 maggio-1 giugno, è pari a 130, non molto distante dalla media nazionale che sarebbe pari a 120».

«Da 11 settimane consecutive – ha dichiarato Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe – si conferma il trend in discesa dei nuovi casi, sia per la ridotta circolazione del virus, come dimostra la riduzione del rapporto positivi/casi testati, sia per la diminuzione dell’attività di testing. Da metà aprile sono in costante calo anche i decessi, che nell’ultima settimana si attestano in media poco sopra i 100 al giorno».

«Il netto miglioramento del quadro pandemico –  ha concluso Cartabellotta – se da un lato attesta il successo del “rischio ragionato”, dall’altro richiede che il prudente ottimismo sia accompagnato da una strategia condivisa tra Governo e Regioni per garantire l’irreversibilità delle riaperture». (rrm)