POLISTENA (RC) – Sabato lo spettacolo “Evviva Maria”

Sabato 13 aprile, a Polistena, alle 18, nella Comunità Luigi Monti, andrà in scena lo spettacolo Evviva Maria – I moti di Reggio Calabria del 1970 e l’assassioni di 5 anarchici, scritto da Ulderico Pesce.

Lo spettacolo è stato promosso dalla Fondazione “Girolamo Tripodi” ed è interpretato da Lara Chiellino, accompagnata per l’occasione dagli interventi musicali di Maria TramontanaCarlo Trimarchi.

Prima della rappresentazione ci saranno i saluti di Michelangelo Tripodi ,presidente della Fondazione Girolamo Tripodi) e l’intervento di Michelangelo Di Stefano, consulente della Commissione Parlamentare Antimafia della XVIII Legislatura e autore di diversi libri, tra i quali ricordiamo il recente Il Treno del Sole e i cinque anarchici – L’ombra di Gladio.

Le vicende rievocate da Pesce sono quelle relative aimoti del 1970 a Reggio Calabria, sfociati in una grande rivolta popolare a seguito della decisione di nominare Catanzaro capoluogo di regione, invece di Reggio Calabria, città molto più popolosa.

A circa 54 anni da quelle vicende, Evviva Maria ci offre un approfondimento di verità sui moti di Reggio Calabria, partendo dalla storia di due innamorati vissuti a Reggio nel 1970 e affrontando una delle pagine più misteriose e drammatiche dell’Italia repubblicana.

Insieme ai moti di Reggio, Evviva Maria ripercorre l’attentato al treno “Freccia del Sud”, conosciuto anche come la strage di Gioia Tauro, avvenuto il 22 luglio 1970 nei pressi della stazione di Gioia Tauro che provocò 6 morti e 72 feriti e l’assassinio dei cinque anarchici (Angelo Casile, Franco Scordo, Gianni Aricò, Luigi Lo Celso e Annalise Borth, noti alle cronache come “gli anarchici della Baracca”). Gli anarchici furono uccisi nella notte del 26 settembre 1970 in un misterioso incidente provocato da due camionisti assoldati dal principe nero Junio Valerio Borghese, sull’autostrada del sole nei pressi di Ferentino, mentre si trovavano in viaggio verso Roma per consegnare a persone competenti materiale di denuncia riguardante proprio la Strage di Gioia Tauro e i contestuali fatti della Rivolta di Reggio Calabria (documenti che non sono  mai stati ritrovati).

Entrambi gli episodi furono frettolosamente archiviati dalla Magistratura come “incidenti”, invece oggi sappiamo che quei fatti definiti “incidenti” furono, viceversa, veri e propri “attentati” con cui si mirava a destabilizzare l’ordine sociale con quella che fu chiamata la strategia della tensione, con la quale pezzi dello Stato, organizzazioni neofasciste, servizi deviati, mafia, ecc. puntavano a conquistare l’Italia con la forza.

Insomma ci sono tutti gli elementi per assistere ad uno spettacolo di grande qualità e di forte intensità. (rrc)

Giovedì in Consiglio regionale si presenta il Premio Girolamo Tripodi

Giovedì 14 marzo, a Reggio, alle 17, nella Sala “Federica Monteleone” del Consiglio regionale, sarà presentata la prima edizione del Premio Girolamo Tripodi, organizzato dalla Fondazione Girolamo Tripodi in occasione del sesto anniversario della scomparsa del sen. Girolamo Tripodi.

A essere premiati, Pierpaolo Bombardieri con il Premio Girolamo Tripodi Calabrese dell’anno 2024; Mimmo Calopresti, Premio Girolamo Tripodi per il Cinema 2024; Mimmo Gangemi, Premio Girolamo Tripodi per la Cultura 2024; Maria Chindamo, Premio Girolamo Tripodi per la Legalità 2024 alla memoria e Lino Caserta con Premio Girolamo Tripodi per la Solidarietà 2024.

Il premio che sarà consegnato è costituito da un albero d’ulivo, quale rappresentazione naturale della piana di Gioia Tauro ed espressione autentica dell’identità calabrese che insieme alla colomba della pace, raffigurano i simboli di un intreccio di valori fondamentali e indissolubili, incarnazione genuina degli ideali di giustizia, uguaglianza, solidarietà, legalità, pace, di cui Girolamo Tripodi è stato portatore coerente, appassionato e combattivo.

L’opera d’arte è stata realizzata dal maestro Nicola Tripodi, eccellenza artistica del territorio. L’evento sarà allietato dagli intermezzi musicali a cura dell’Istituto Comprensivo “Francesco Jerace” di Polistena e dalla lettura di alcuni brani tratti dal libro Il Riscatto a cura di Cinzia Messina.

«Il Premio Girolamo Tripodi – viene spiegato in una nota – era stato pensato già alcuni anni fa, ma poi la pandemia del Covid19 ha bloccato la realizzazione di questo ambizioso progetto. Finalmente, nel 2024 la Fondazione Girolamo Tripodi riesce ad avviarlo con lo svolgimento della prima edizione del Premio».

«L’idea forza di questo riconoscimento – continua la nota – è pienamente radicata nelle ragioni fondanti dell’impegno complessivo della Fondazione, che sono il cuore del suo Statuto. Tra queste c’è certamente l’obiettivo di valorizzare e promuovere le migliori risorse ed energie che la Calabria è in grado di esprimere, in tutti i campi delle arti, delle professioni, della scienza, del sapere, della cultura e della conoscenza e che talvolta sono più apprezzate fuori dalla Calabria che dentro la nostra regione. Sono tantissime le personalità calabresi che hanno dato e danno lustro ed onore alla nostra terra, molto spesso fuori dalla nostra regione, poiché purtroppo la piaga dell’emigrazione è uno dei mali di cui soffriamo da lungo tempo».

«Con il Premio vogliamo fare emergere queste eminenti figure – viene sottolineato – che rappresentano il meglio della Calabria, trasmettendo, attraverso il loro operato, un’immagine seria, credibile e positiva di una regione che troppo spesso è stata rappresentata solo nei suoi aspetti peggiori di degrado e di arretratezza».

«Siamo consapevoli – conclude la nota – che sono tanti e gravi i problemi che attanagliano la regione, dalla presenza opprimente e dannosa della ’ndrangheta all’arretratezza generale che colpisce il futuro delle giovani generazioni, ma proprio per questo siamo convinti che una stagione di cambiamento della Calabria non possa prescindere dall’indicazione delle storie di qualità e di valore che riguardano tante e tanti calabresi, a dimostrazione che un’altra Calabria è possibile. Dipende dall’impegno di ciascuno e di tutti». (rrc)

POLISTENA (RC) – Sabato si presenta il libro di Antonio Floccari

Sabato 18 novembre, a Polistena, alle 17.30, nella Sala Condello in via Francesco Jerace, sarà presentato il libro Girolamo Tripodi e Polistena. Una vita per l’emancipazione di un popolo di Antonio Floccari.

l libro, che rappresenta l’ultimo lavoro del compianto prof. Antonio Floccari, deceduto poco più di tre anni fa, è stato pubblicato grazie all’impegno congiunto della Fondazione Girolamo Tripodi e della Città del Sole Edizioni.

Questo lavoro mette in luce, fin dal titolo, il profondo rapporto tra Girolamo Tripodi e Polistena, mantenuto sempre saldo nel percorso di tutta la sua vita e divenuto nel tempo, specie nei suoi oltre 31 anni di Sindaco della città, strumento fecondo di crescita sociale  e di progresso civile e culturale per l’intera comunità.

Floccari  coglie e trasmette al lettore gli aspetti fondamentali della stagione di rinnovamento di quella che Girolamo Tripodi chiamava “la nostra piccola Rivoluzione”, che ha trasformato Polistena da paese rurale a città moderna e progredita, facendola diventare un punto di riferimento ammirato e invidiato da tutti.

L’autore con quest’opera, nel momento in cui rende un omaggio a Girolamo Tripodi, contemporaneamente valorizza la storia e l’identità polistenese, come elemento imprescindibile della coscienza collettiva.

Alla presentazione del libro interverranno: Pasquale Amato (Storico e Docente univ. di Storia), Franco Arcidiaco (“Città del Sole” Edizioni), Mara D’Agostino Floccari (curatrice del libro), Franco Mileto (Professore), Aurelio Misiti (già Deputato al Parlamento), Francesco Nasso (già Dirigente Scolastico), Michelangelo Tripodi (Presidente Fondazione Girolamo Tripodi).

POLISTENA (RC) – Presentato il libro “L’estate del Golpe” di Stefania Limiti

È stato presentato, a Polistena, il libro L’estate del Golpe – 1973 , l’attentato a Mariano Rumor, Gladio, i fascisti. Tra Piazza Fontana e il compromesso storico della scrittrice e giornalista Stefania Limiti.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna culturale Senza memoria non c’è futuro, organizzata dalla Fondazione Girolamo Tripodi.

La presentazione è stata aperta dall’intervento di saluto di Michelangelo Tripodi, Presidente della Fondazione Girolamo Tripodi, che ha ringraziato i presenti per la partecipazione; un particolare ringraziamento è stato rivolto al sen. Giuseppe Auddino e alla scrittrice Stefania Limiti. Tripodi ha espresso apprezzamento per il lavoro della Limiti che risulta sempre documentato, preciso e puntuale e ci offre un grande contributo per approfondire la nostra conoscenza e le nostre informazioni sugli aspetti più gravi ed inquietanti della storia della Repubblica con particolare riferimento alle vicende accadute nel secondo dopoguerra del Novecento.

In tal senso, un grande valore assume L’Estate del golpe, uno degli ultimi libri pubblicati  da Stefania Limiti, che si concentra sull’attentato alla Questura di Milano del 17 maggio 1973, focalizzando una delle stragi più gravi che hanno insanguinato l’Italia negli anni di quella stagione nella quale si sviluppò la strategia della tensione.

Il pregio di questo lavoro sta nell’aver messo in evidenza quello che finora è stato taciuto, dimenticato o occultato e cioè che la bomba lanciata dal neofascista Gianfranco Bertoli rappresentava un attentato fallito contro Mariano Rumor, ministro degli interni della DC, e all’epoca della Strage di Piazza Fontana del 12 dicembre 1969 Presidente del Consiglio dei Ministri: la novità è che si tratta del primo e fino ad allora unico attentato conosciuto ad una delle più alte cariche dello Stato.

L’attentato della questura di Milano rappresenta una sorta di vendetta organizzata dalle organizzazioni eversive neofasciste perché Rumor all’indomani della strage di Piazza Fontana non aveva voluto proclamare lo stato di emergenza, richiesto dai gruppi neofascisti,  che comportava la limitazione di tutte le libertà personali e collettive e l’inizio del colpo di stato. Tripodi ha voluto sottolineare il ruolo negativo svolto da Israele che emerge in tanti passaggi, a cominciare dalla bomba utilizzata per l’attentato  che è di fabbricazione israeliana e dal fatto che l’attentatore Bertoli prima dell’attentato è stato a lungo ospitato in un kibbutz israeliano, dove è stato preparato per l’attentato. Tripodi ha voluto, infine, ricordare  cle l’Italia viveva in un regime di democrazia a bassa intensità, proprio perché si voleva in ogni caso impedire che il PCI andasse al governo e si potesse instaurare una stagione di rinnovamento del paese.

Subito dopo è intervenuto il sen. Giuseppe Auddino che, dopo i  saluti ed i ringraziamenti alla Fondazione Girolamo Tripodi, ha parlato della democrazia bloccata che  il nostro paese ha dovuto subire e del fatto che abbiamo sempre vissuto sotto tutela, con una Repubblica che non ha mai potuto esprimere liberamente le proprie scelte ed è stata costretta ad una condizione di sovranità limitata. Auddino ha ricordato gli altri incontri che si sono svolti con Claudia Pinelli, con Tommaso Minniti e con Paolo Cucchiarelli  e che sono tutti dentro un contesto che punta ad ricostruire un pezzo della nostra storia passata, a fare luce su vicende rimaste largamente oscure e a fornirci strumenti di conoscenza e di sapere e che sono fondamentali per sviluppare la coscienza critica, libera dal pensiero unico.

C’è poi stato l’intervento della prof.ssa Nelly Creazzo, già amministratrice del Comune di Polistena, che ha voluto esprimere un apprezzamento per il lavoro che si sta portando avanti ed ha sottolineato il decadimento della politica attuale con personaggi come la Meloni che sono espressione della peggiore destra fascista e che rappresentano un pericolo per la nostra democrazia.

Infine è intervenuta la scrittrice Stefania Limiti  che ha ringraziato la Fondazione Girolamo Tripodi per l’invito e l’accoglienza. Limiti ha raccontato di avere fatto questo libro soprattutto perché  è stata incuriosita dal silenzio della Democrazia Cristiana e anche di Mariano Rumor sull’attentato.  Attentare alla vita di un uomo di governo a quel livello, già Presidente del Consiglio, non era mai successo in Europa. Eppure la cosa strana è che nessuno ne ha mai parlato. Abbiamo avuto un silenzio omertoso sulla vicenda.

«Per questo ho deciso di approfondire questa cosa. La ricostruzione che ho fatto, parte da un episodio preciso: nell’ottobre 1973 casualmente a Padova il giudice Tamburino scopre che esiste la Rosa dei venti che è una struttura di militari e civili e si capisce che ci sono dietro anche dei legami con l’attentato a Rumor. Il giudice Tamburino mi ha raccontato  che un mese dopo che era stata scoperta la Rosa dei venti, Rumor lo ha chiamato lo ha invitato ad un incontro per sapere se era vero che, dietro l’attentato ai suoi danni, c’era questa struttura che si chiamava Rosa dei venti. Questo, insieme ad altri elementi, ci dice moltissimo e cioè che la DC si rende conto di essere essa stessa in difficoltà, perché è sotto il tiro dei settori neofascisti che erano stati infiltrati dentro lo Stato attraverso la Gladio, una struttura di controllo e di destabilizzazione, legata a doppio filo ai servizi americani».

«Nella DC, a seguito dell’attentato a Rumor ci fu il terrore derivante dal fatto che avevano capito che il SID, il servizio segreto e l’Arma dei Carabinieri  erano sfuggiti al loro controllo. In realtà, quindi, attorno all’attentato a Rumor e attorno a quel grande silenzio c’è una consapevolezza che viene fuori in tutta la sua drammaticità con l’intervento di Paolo Emilio Taviani, uomo molto importante della DC e  uomo di Gladio, che farà un pandemonio, dicendo: stiamo attenti perché qui i pericoli ci vengono da destra, altro che opposti estremismi. Infatti, fu proprio Taviani, da ministro degli interni,  a sciogliere Ordine Nuovo. L’attentato del 1973 è importante perché si apre una fase nuova: la DC si rende conto che deve trovare una strada, che deve guardarsi dai settori della destra golpista, che non può continuare l’altalena da una parte all’altra, tant’è che dopo la breve esperienza del governo Rumor, nel novembre 1974 torna Moro a capo del governo e la DC sostanzialmente ritorna nel campo del centrosinistra e fa la scelta di non portare l’Italia a destra. Da qui si arrivò poi al compromesso storico e sappiamo com’è andata a finire nel 1978 con l’assassinio di Aldo Moro e con il golpe forse più riuscito. Ma questa è un’altra storia». (rrc)

POLISTENA (RC) – Sabato si presenta il libro “L’estate del Golpe”

Sabato 28 ottobre, a Polistena, alle 18, alla Comunità Luigi Monti, sarà presentato il libro L’estate del Golpe – 1973, l’attentato a Mariano Rumor, Gladio, i fascisti. Tra Piazza Fontana e il compromesso storico di Stefania Limiti.

L’evento rientra nell’ambito della rassegna culturale Senza memoria non c’è futuro della Fondazione Girolamo Tripodi.

L’evento sarà aperto dai saluti di Michelangelo Tripodi, presidente della Fondazione. Intervengono Giuseppe Auddino, insegnante e già senatore, e Giancarlo Costabile, docente Pedagogia dell’Antimafia all’Unical. Sarà presente l’autrice.

Il lavoro di Stefania Limiti ha il grande pregio di mettere al centro un attentato gravissimo, avvenuto proprio 50 anni fa, che però, seppur dirompente per la sua violenza, è rimasto troppo a lungo in penombra. Forse perché fallito, per la mano incerta del killer. Ma fu una strage.

Quel 17 maggio 1973 a terra, davanti al portone della questura, restarono quattro morti e quarantacinque feriti, vittime innocenti.

Non è uno scherzo attentare alla vita di un politico di tale rilievo, e quasi riuscirci. È un’azione carica di implicazioni anche per il valore simbolico dell’obiettivo: non solo per le sue alte funzioni – ministro dell’Interno in quel momento, già̀ presidente del Consiglio quando scoppiò la bomba in piazza Fontana, per cinque anni segretario della Dc –, ma anche per essere egli stesso, Mariano Rumor, con la sua persona e la sua storia, un’espressione, della classe politica che si era fatta Stato.

L’attentato alla questura di Milano contro Mariano Rumor, compiuto da un neo fascista che si fingeva anarchico fu una tappa di un ambizioso (e pretenzioso) piano che si doveva completare con il golpe programmato per l’estate del 1973.

Raccontando la storia che ruota attorno all’attentato contro Mariano Rumor, l’autrice si occupa di una serie di eventi che vanno dalla strage di Piazza Fontana del 1969 agli attentati del 1974, fornendo informazioni e notizie di prima mano che tracciano il quadro inquietante di una stagione nera, nel vero senso della parola,  della storia italiana. (rrc)

La IV edizione del Premio di Studio intitolato a Girolamo Tripodi

Si è svolta ieri, mercoledì 25 ottobre, nella sala Socrates del Liceo Scientifico “A. Volta” di Reggio Calabria, la cerimonia di premiazione del Premio di Studio Girolamo Tripodi, relativo all’anno scolastico 2022-2023, giunto quest’anno alla sua IV edizione.
Alla presenza di una folta rappresentanza degli studenti delle quinte classi del Liceo, è stato premiato lo studente Antonino Gioè, che con il voto di 100 e Lode è risultato il diplomato più meritevole dello scorso anno scolastico.
Alla manifestazione sono intervenuti il Dirigente Scolastico prof.ssa Marisa Monterosso, il Presidente della Fondazione Michelangelo Tripodi, i componenti del Consiglio della Fondazione Maria Concetta e Ivan Tripodi, la prof.ssa Spanò Vincenza, insegnante dello studente premiato, e il prof. Antonino Romeo, storico.
L’evento è stato aperto dal saluto della Dirigente Scolastica prof.ssa Marisa Monterosso che ha ringraziato la Fondazione Girolamo Tripodi ed ha espresso un sentimento di emozione nel ricordare la figura del sen. Tripodi, ricordando che per il Liceo è una giornata di festa, perché è l’occasione per consegnare una borsa di studio allo studente che nello scorso anno scolastico si è distinto maggiormente ed ha ottenuto il massimo dei voti all’esame di Stato. Ha invitato gli studenti a recepire i messaggi che la testimonianza di Girolamo Tripodi ci ha lasciato, valorizzando il ruolo della scuola e dell’istruzione, come strumento fondamentale per la crescita collettiva. Ha concluso con una frase molto importante “quando il potere dell’amore riuscirà a vincere sull’amore per il potere allora sicuramente avremo costruito una società migliore”.
Successivamente, la cerimonia di premiazione è proseguita con l’intervento di Michelangelo Tripodi, Presidente della Fondazione, che ha ringraziato la Dirigente e la comunità scolastica del Liceo “Volta” per l’accoglienza e l’ospitalità. “Con questo premio, andiamo avanti nella scelta strategica della Fondazione che punta ad investire sui giovani, sui nostri ragazzi su questa risorsa straordinaria della nostra terra che molto spesso non è affatto considerata per il valore che rappresenta. Il nostro obiettivo è lavorare contro la desertificazione sociale e umana del territorio, tentando di dare un contributo per rovesciare questa tendenza infausta. Il contributo che la Fondazione, attraverso il Premio, vuole dare agli studenti rappresenta un messaggio che lanciamo nel ricordo della lezione di Girolamo Tripodi che da autodidatta ha raggiunto i più alti vertici delle istituzioni. Ci rivolgiamo ai giovani per dire loro teniamo viva la memoria, teniamo vivi valori, ideali e passioni; ai giovani che saranno la classe dirigente del futuro indirizziamo un messaggio di ottimismo e di fiducia affinché essi possano realizzare il presente e progettare un futuro migliore per la nostra terra, mantenendo salde le loro radici”.
Subito dopo ha preso la parola il prof. Antonino Romeo, storico, che ha svolto un ricco ed articolato intervento sulla figura del sen. Girolamo Tripodi e sugli aspetti più rilevanti del suo percorso umano, amministrativo, politico e istituzionale, ripercorrendo passo passo un percorso di vita che è partito dall’emigrazione del padre negli Usa e dalla scuola elementare rurale della maestra Benvenuta Milea ed è passato dal suo lavoro di bracciante potatore, proseguito nell’impegno sindacale e politico, per finire nel ruolo di Sindaco di Polistena e nel Parlamento della Repubblica, dove è diventato questore anziano del Senato, una delle più alte cariche istituzionali. Il prof. Romeo ha concluso invitando i ragazzi ad impegnarsi mettendo al centro il noi e non l’io, mantenendo sempre l’autonomia di giudizio e lo spirito critico e facendo propria pienamente la massima di Don Milani “se sai sei, se non sai sei di qualcun altro” , invitando i giovani a non essere avari e ad essere generosi ed impegnati.

In conclusione è intervenuto Antonino Gioè, lo studente premiato, che ha detto di essere «molto emozionato di essere qui; ha ringraziato tutti i presenti e i relatori che hanno illustrato la figura del sen. Tripodi e ci hanno spiegato la sua importanza. La nostra generazione è cresciuta con un’idea sbagliata della politica, pensando che fosse una cosa sporca, ebbene figure come il sen. Tripodi ci fanno capire che esiste anche la buona politica, la politica che cambia le cose in positivo. Il sen. Tripodi rappresenta un esempio per tutti noi perché il futuro dipenderà dal nostro impegno e dalle nostre scelte».
La Fondazione ringrazia sentitamente la Dirigente Scolastica prof.ssa Marisa Monterosso che ha dato un contributo determinante per lo svolgimento dell’iniziativa, con l’auspicio di poter proseguire anche in futuro una collaborazione che si è rivelata feconda e proficua.
Inoltre, si rivolge un ringraziamento particolare al prof. Antonino Romeo che ha svolto un brillante intervento sulla figura del sen. Tripodi.
Con questa premiazione si sono concluse le consegne delle borse di studio agli studenti delle scuole di Reggio Calabria e di Polistena, a conferma di una scelta di impegno costante e coerente che la Fondazione porta avanti fin dalla sua costituzione.
In tal modo, la Fondazione intende mantenere viva la memoria di una grande storia collettiva, nella quale Girolamo Tripodi ha avuto un ruolo da protagonista, che va recuperata e valorizzata e che ha rappresentato una straordinaria stagione di riscatto delle classi umili e diseredate della Calabria e del Mezzogiorno. (rrc)

POLISTENA (RC) – Ricordato Girolamo Tripodi nel quinto anniversario della scomparsa

È con l’evento Senza memoria non c’è futuro, che la Fondazione Girolamo Tripodi, insieme all’Istituto Comprensivo “Francesco Jerace”, ha voluto ricordare Girolamo Tripodi, parlamentare e sindaco storico di Polistena, nel quinto anniversario della sua scomparsa.

L’incontro è stato aperto da un forte e motivato intervento della dirigente scolastica, prof.ssa MariaTigani, che ha sottolineato la necessità di riscoprire le proprie radici che affondano nel passato che troppo spesso viene gettato nel dimenticatoio. La prof.ssa Tigani ha detto di essere orgogliosa per poter ospitare una manifestazione come questa, in ricordo del sen. Tripodi, anche per la sua opera preziosa al servizio della comunità polistenese che ha lasciato un segno indelebile.
Subito dopo l’intervento di apertura è stato proiettato il video Girolamo Tropodi, Storia di un ideale, prodotto dalla Fondazione, che illustra il cammino compiuto dal sen. Tripodi nel corso della sua vita: da bracciante autodidatta, a sindacalista, parlamentare e sindaco di Polistena per oltre 31 anni.
Successivamente è intervenuto Michelangelo Tripodi, presidente della Fondazione, che ha ringraziato la dirigente scolastica prof.ssa Maria Tigani e con lei tutto l’Istituto Comprensivo “Francesco Jerace”, i docenti, il personale Ata, gli studenti e le famiglie per la bella accoglienza riservata alla Fondazione e per aver voluto organizzare questo importante momento celebrativo.
Il Presidente Tripodi ha manifestato la propria soddisfazione per lo svolgimento di questo incontro con gli studenti all’insegna dello slogan Senza Memoria non c’è Futuro, che rappresenta un imperativo categorico per il lavoro prodotto dalla Fondazione che cerca di onorare la memoria di Girolamo Tripodi, nella consapevolezza che lui è sempre presente con noi, proprio perché, al di là di parole retoriche di circostanza, i nostri atti concreti lo fanno vivere nei cuori di tutti quelli che gli hanno voluto bene veramente. Soddisfazione è stata espressa anche perché l’incontro si è tenuto in una scuola che è stata costruita proprio negli anni dell’Amministrazione popolare guidata da Girolamo Tripodi.
In quei 35 anni di buongoverno, di quello che si può definire il Rinascimento polistenese, Polistena era diventata un modello, un esempio guardato da tutti con ammirazione per essere stata trasformata in una città moderna , progredita e dotata di tutti i servizi. Oggi, purtroppo, Polistena è tornata indietro perché è stata smarrita la via maestra indicata da Girolamo Tripodi.
È intervenuto il professore Franco Mileto che ha affermato la necessità di studiare la materia che non c’è, quella che lui ha chiamato la cultura del territorio; il prof. Mileto, ricordando i suoi trascorsi di alunno della scuola media quando ancora i locali erano nel vecchio carcere mandamentale, ha esaltato il valore della conoscenza come strumento fondamentale per poter affrontare la vita e la società.
Infine, si è registrato l’intervento del professore Franco Nasso, che ha raccontato le sue prime esperienze di docente quando negli ’70 insegnava come supplente nella scuola media. Il prof. Nasso ha invitato gli studenti a fare tesoro della storia di Girolamo Tripodi e a riscoprire il valore e l’importanza della scuola, ed ha concluso annunciando che ha intenzione di scrivere un poemetto sulla vita e le opere del sen. Tripodi.
La giornata è stata davvero importante. È stata raccontata agli studenti una storia del proprio territorio. Una storia nella quale un bracciante, che è stato anche una delle più alte cariche dello Stato, trattato con sufficienza e derisione dai ceti borghesi e padronali, ha sorpreso tutti diventando un sindaco tanto esemplare che Polistena era perfino invidiata dagli altri comuni.
Girolamo Tripodi ha incarnato la storia di chi non si è mai rassegnato ai mali antichi di questa terra ed ha promosso grandi battaglie per il riscatto sociale da una condizione di servilismo, contro la ndrangheta e per la difesa dell’ambiente per costruire anche una nuova immagine della Calabria.
Durante l’incontro sono stati presentati le Borse di studio e il Bando di Concorso rivolto agli studenti delle classi seconde e terze della Scuola media “F. Jerace”, che la Fondazione ha deciso di istituire per l’anno scolastico 2022/2023.
Nel corso dell’evento vi è stata l’esibizione molto riuscita ed apprezzata dell’Orchestra della Scuola Media “Francesco Jerace” che ha presentato alcuni pezzi del proprio repertorio. (rrc)

POLISTENA (RC) – Successo per l’incontro con Claudia Pinelli, figlia di Pino Pinelli

Nei giorni scorsi, a Polistena, nella Sala Conferenze della Comunità “Luigi Monti”, si è svolto l’incontro con Claudia Pinelli, figlia di Pino Pinelli.

All’evento, organizzato dalla Fondazione Tripodi e con il contributo di Enzo Marafioti, è stato, inoltre, proiettato il docufilm Pino – Vita accidentale di un anarchico di Claudia Cipriani.

L’iniziativa ha registrato una partecipazione numerosa ed attenta di tanti cittadini e cittadine, che con la loro presenza hanno sancito il successo della manifestazione e la vicinanza alle attività sviluppate dalla Fondazione Girolamo Tripodi.

L’incontro è stato aperto da Michelangelo Tripodi, Presidente della Fondazione Girolamo Tripodi, che ha ringraziato tutti i presenti ed ha espresso apprezzamento per la qualificata e numerosa partecipazione che non era certamente scontata, anche in considerazione della tematica dell’evento, che si occupa di vicende accadute nel nostro paese oltre 50 anni fa.

Michelangelo Tripodi ha rivolto un ringraziamento particolare a Claudia Pinelli per la sua presenza e per la testimonianza straordinaria che, attraverso queste iniziative, ci consente parlare di una delle stagioni più buie della vita democratica del paese, quando si sviluppò la famigerata “strategia della tensione” promossa dal blocco reazionario che allora veniva definito “il partito dell’avventura” che, per fermare l’avanzata operaia e studentesca culminata nel ’68 e nell’autunno caldo, organizzò le famose trame nere delle stragi di Stato, a cominciare dagli attentati del 1969, culminati nella strage di Piazza Fontana (dove si contarono 17 morti) e nell’uccisione di Giuseppe Pinelli, nella questura di Milano.

Com’è noto le stragi di Stato e la strategia della tensione insanguinarono tutti gli anni ’70 (attentato al treno Freccia del Sud a Gioia Tauro, strage alla questura di Milano, strage di Piazza della Loggia a Brescia, attentato al treno Italicus, ecc.), fino alla strage della stazione di Bologna del 1980. Tutte incontrovertibilmente stragi di Stato, ovvero stragi compiute da uomini facenti parte direttamente degli apparati più “coperti” dello Stato, oppure da fascisti da loro personalmente organizzati, indirizzati, finanziati, protetti.

Purtroppo, ancora oggi siamo qui a chiedere verità e giustizia per tutte le 138 vittime innocenti di quella stagione in cui più cresceva la forza della sinistra, del partito comunista e del movimento operaio e più si faceva spregiudicato, virulento e pericoloso il tentativo reazionario di stroncare il cambiamento.

Tripodi ha infine sottolineato la necessità che anche in altre sedi, specie nella scuola e nell’università, ci si possa occupare di queste vicende, soprattutto per trasmettere ai nostri giovani l’informazione e la conoscenza di una storia completamente cancellata e rimossa, la conoscenza di un pezzo di storia del novecento italiano che è fondamentale per comprendere meglio non solo quello che è accaduto allora, ma anche quello che conseguentemente è avvenuto dopo.

Subito dopo è intervenuto Giuseppe Auddino, già senatore del M5S, che ha detto di essere stato molto colpito dal docufilm che ha avuto occasione di rivedere un paio di volte e, soprattutto, dalla reazione dignitosa e fiera della moglie e delle figlie di Pino Pinelli. In particolare ha ricordato l’episodio della moglie, che di fronte all’assassinio del marito, disse che non bisognava far scendere neanche una lacrima per non dare soddisfazione agli assassini.

Auddino ha sottolineato l’importanza di continuare ancora a chiedere che si faccia piena luce su quelle vicende drammatiche: la ricerca del capro espiatorio fa veramente pensare se in questo paese c’è davvero la sovranità.

Successivamente ha preso la parola il prof. Giancarlo Costabile, che ha collocato la vicenda Pinelli e le stragi di Stato in quella che lui ha definito “mafia di Stato”: tutto ciò dimostra la tragedia di questo paese perché non ci può essere democrazia senza verità. L’Italia è l’unico paese dell’occidente ad aver prodotto un Terrorismo di Stato e una Mafia di Stato: non esistono servizi segreti deviati, perché dalla vicenda Valpreda-Pinelli in poi in questo paese viene costruita una narrazione precisa per cui quell’ondata di proteste operaie, bracciantili e studentesche doveva essere stroncata usando tutti i mezzi.

Costabile ha poi comunicato che insieme alla Fondazione Girolamo Tripodi si svolgerà un’iniziativa analoga presso l’Università della Calabria.

È, poi, intervenuta Claudia Pinelli che ha ringraziato la Fondazione Girolamo Tripodi e tutti i presenti.

«C’era un clima terribile allora – ha detto – non ci fu solo la strage di Piazza Fontana, ma ci furono bombe anche a Rona che per puro caso non fecero altre stragi. Si ha paura, si ha veramente paura. La presenza di tantissime persone al funerale delle vittime di piazza Fontana, impedisce al Presidente del Consiglio di allora Rumor di proclamare lo stato di emergenza. Non si aspettavano che quella strage e la morte di Pino avessero scosso una società civile, che in quella democrazia credeva e che veramente voleva cambiare le cose. Noi, io e mia sorella, che eravamo bambine quella notte tragica siamo state prelevate da casa e ospitate da amici di famiglia».

«Il percorso è stato lungo, difficile e posso dire che non è assolutamente concluso – ha proseguito –. Eravamo una famiglia di sole donne e mia madre è stata una roccia, non si è fatta schiacciare, ci ha fatto crescere e ci ha fatto scegliere se portare avanti questa memoria. Un momento importantissimo è stato il riconoscimento del 2009 da parte del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: l’unico atto ufficiale, perché non siamo mai riusciti ad entrare in un tribunale».

«Mio padre non è un nome su una lapide – ha ribadito – in piazza Fontana a Milano ce ne sono addirittura due, ma è una persona, ha vissuto, è stato partigiano, era esperantista, aveva degli ideali, è morto perché era un anarchico. Io ho dovuto raccogliere per poter trasmettere, soprattutto con mia figlia più piccola. Non è stato facile. Ma siamo ancora qui e continuiamo a portare avanti la testimonianza di una storia lunga che noi accogliamo tutta. La storia non può essere una pagina di un libro, come la memoria non ci può tenere ancorati a quel momento lì, ma deve proprio essere uno stimolo per potere riconoscere i meccanismi del presente, per essere attori ee artefici del cambiamento».

Si è poi tenuta la proiezione del docufilm “Pino – Vita accidentale di un anarchico” di Claudia Cipriani.

Successivamente si è aperto il dibattito e sono intervenuti: Amalia Bruni (Consigliere Regionale, già candidata alla Presidente della Regione), Aldo Polisena (giornalista), Antonella Aricò (sorella di Gianni, uno dei cinque ragazzi anarchici ammazzati nel 1970), Rosaria Tropepe (consigliere comunale di Polistena).

La Fondazione Girolamo Tripodi è orgogliosa di aver dato vita a questo bellissimo incontro e di aver ospitato una persona come Claudia Pinelli, che con grande dignità e fierezza continua in questa giusta battaglia per la giustizia e per la verità. (rrc)

REGGIO – Consegnate le Borse di Studio “Girolamo Tripodi”

Nei giorni scorsi, al Liceo Scientifico “Alessandro Volta” di Reggio Calabria, sono state consegnate le borse di studio Girolamo Tripodi, giunte alla terza edizione.

Alla presenza di una folta rappresentanza degli studenti delle quinte classi del Liceo, nell’aula Socrates dell’Istituto, è stato premiata la studentessa Martina Maria Tone, risultata la diplomata più meritevole dello scorso anno scolastico.

Alla manifestazione sono intervenuti la prof.ssa Santa Pellicanò, il Dirigente Scolastico prof.ssa Maria Rosa Monterosso, il Presidente della Fondazione Michelangelo Tripodi, accompagnato da Lorenzo Fascì e Maria Concetta Tripodi, componenti del Consiglio della Fondazione, e la studentessa premiata  Martina Maria Tone.

Prima della cerimonia di presentazione è stato proiettato il video “Girolamo Tripodi– Storia di un Ideale”, prodotto dalla Fondazione Girolamo Tripodi e curato da Tania Filippone, Cinzia Messina e Maria Concetta Tripodi.

Successivamente, la cerimonia è stata aperta dalla Dirigente Scolastica prof.ssa  Maria Rosa Monterosso, che ha ricordato come  – attraverso la figura del senatore Girolamo Tripodi – questa iniziativa intende offrire ai giovani l’opportunità di ritrovare il senso autentico di ideali, che hanno un valore per tutti e non per alcuni.

La Dirigente Scolastica ha così proseguito: «in una società come quella attuale, dove domina il concetto di successo individuale, i valori della vecchia cultura contadina, alla quale Girolamo Tripodi ha dato voce, dignità e speranza nel segno dell’emancipazione e della giustizia sociale, rimangono  immortali».

Subito dopo è intervenuto il Presidente della Fondazione Michelangelo Tripodi, che ha voluto ricordare alcuni passaggi salienti del percorso sindacale, politico ed amministrativo di Girolamo Tripodi: tra questi il suo impegno incessante per la legalità e contro la ‘ndrangheta, a partire dalla sua coraggiosa testimonianza nel primo grande maxi processo contro la ‘ndrangheta, svoltosi a Reggio Calabria nel 1978; la sua grande intuizione, che ha anticipato molte battaglie anche recenti per la difesa e la tutela dell’ambiente, con le lotte portate avanti negli anni ottanta del secolo scorso contro la costruzione della devastante megacentrale a carbone di Gioia Tauro; i grandi risultati conseguiti, come Sindaco di Polistena laddove ha instaurato un metodo di buon governo “il Modello Polistena”, apprezzato ed ammirato in tutto il paese.

Inoltre, Michelangelo Tripodi ha tracciato il quadro del lavoro che viene svolto dalla Fondazione, per promuovere e investire sulla crescita dei giovani quale speranza concreta di un futuro migliore per la nostra terra.

È, poi, intervenuta Maria Concetta Tripodi, componente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione, che  ha sottolineato l’impegno particolare che Girolamo Tripodi ha rivolto ai giovani, specie nel suo ruolo di sindaco di Polistena, quando uno dei suoi primi atti fu quello di distribuire gratuitamente i libri di testo a tutti gli alunni delle scuole dell’obbligo della città, unitamente all’impegno per realizzare strutture scolastiche adeguate, decorose e moderne per tutti gli ordini di scuola, dall’Infanzia alla Scuola secondaria superiore. Facendo crescere e potenziando il sistema scolastico polistenese.

In conclusione è intervenuta Martina Maria Tone, la studentessa premiata,  che ha detto di essere «molto emozionata nel ricevere questa borsa di studio nel nome del senatore e più volte sindaco di Polistena Girolamo Tripodi: mi sono lasciata appassionare dalla sua storia di legalità e di libertà, di giustizia e di amore per gli ultimi e credo sempre più che questi valori debbano guidare le tante battaglie che abbiamo bisogno di combattere».

«La Fondazione – si legge in una nota – ringrazia sentitamente la Dirigente Scolastica prof.ssa  Maria Rosa Monterosso che ha dato un contributo determinante per lo svolgimento dell’iniziativa, con l’auspicio di poter proseguire anche in futuro una collaborazione che  si è rivelata feconda e proficua».

«Nei prossimi giorni – prosegue la nota –proseguiranno le premiazioni negli altri istituti scolastici di Reggio Calabria e di Polistena, coinvolti nei Premi di Studio “Girolamo Tripodi”, destinati agli studenti calabresi, e andranno avanti le molteplici attività in cantiere, tra cui ricordiamo l’impegno perla realizzazione di un documentario sulle lotte bracciantili e delle raccoglitrici di olive  della Piana di Gioia Tauro».

«In tal modo – conclude la nota – la Fondazione intende mantenere viva la memoria di una grande storia collettiva, nella quale Girolamo Tripodi ha avuto un ruolo da protagonista, che va recuperata e valorizzata e che ha rappresentato una straordinaria stagione di riscatto delle classi umili e diseredate della Calabria e del Mezzogiorno». (rrc)

La Fondazione “G. Tripodi”: Le piazze sono di tutti, la cultura appartiene al popolo

Le piazze sono di tutti, la cultura appartiene al popolo», non è stato solo il tema dell’incontro promosso dalla Fondazione “Girolamo Tripodi” di Polistena, ma anche un “memorandum” per l’amministrazione comunale.
L’incontro  è stato aperto dalla relazione del Presidente della Fondazione Michelangelo Tripodi, che ha denunciato con forza «il sopruso intriso di arroganza e prepotenza compiuto dal sindaco e dall’amministrazione comunale di Polistena con la scelta di negare le piazze per lo svolgimento del memorial in ricordo di Girolamo Tripodi: un atto arbitrario, prevaricatorio e discriminatorio di chi pensa che il Comune è cosa propria e che la cosa pubblica – in questo caso le piazze pubbliche – possa essere gestita a piacimento, al di fuori della legalità».
«L’ostracismo e il vero e proprio boicottaggio dimostrato in questa ed altre innumerevoli circostanze dal sindaco e dall’amministrazione comunale nei confronti della Fondazione Girolamo Tripodi – ha aggiunto –  si scaricano sui cittadini, poiché provocano un grave danno alla comunità Polistenese, che viene privata di un’offerta musicale e culturale di alto livello e di grande spessore, a costo zero per la cittadinanza».
A tal proposito,  il Presidente Tripodi ha tenuto ad informare che «il memorial dedicato a Girolamo Tripodi era nato grazie ad una proposta  presentata alla Fondazione dal maestro Massimo Macrì, originario di Polistena e primo violoncello dell’Orchestra Sinfonica della Rai, che aveva comunicato la sua disponibilità ad effettuare a Polistena per il 23 luglio un concerto per pianoforte in ricordo di Girolamo Tripodi insieme ad altri artisti provenienti da diversi paesi esteri».
Tripodi ha continuato dicendo che «per coprire il buco che hanno creato cercano di mettere una toppa che è addirittura peggiore, con una vera e propria diffamazione, dicendo che la Fondazione non voleva fare niente e che loro le piazze le mettono a disposizione di tutti». «Mentono sapendo di mentire – ha proseguito – ma la bugia, la menzogna e la mistificazione rappresentano l’unico modo per tenere in piedi una narrazione buona per i tifosi, ma assolutamente inconsistente e priva di qualsiasi credibilità nell’opinione pubblica».
«La deriva è sotto gli occhi di tutti – ha evidenziato –. E non è proprio un caso fortuito o una pura coincidenza, se in questo periodo si sono verificate situazioni di assoluta gravità mai avvenute nella storia di Polistena, di cui è ben chiara la responsabilità personale»:  Tripodi ha ricordato a tal proposito, «l’operazione Faust condotta dalla Procura Antimafia di Reggio Calabria, le successive dimissioni del sindaco e il conseguente scioglimento del Consiglio Comunale con il commissariamento del Comune. Polistena aveva conosciuto in passato altre stagioni commissariali, ma fatti di questa gravità non erano mai avvenuti nella storia democratica polistenese».
Dopo l’intervento del Presidente Tripodi, ha preso la parola il dott. Eduardo Lamberti Castronuovo (Docente Università per Stranieri Reggio Calabria) che ha chiarito che «il sindaco è un servitore dello Stato non il proprietario delle piazze perché questo è il tempo della democrazia culturale».
Inoltre, il dott. Lamberti ha ricordato «l’esperienza della lirica in piazza a Polistena avviata da Mommo Tripodi moltissimi anni fa, come esempio di cultura popolare che nelle piazze aveva la sua sede naturale» ed ha sottolineato che «Mommo Tripodi aveva un grande rispetto per i suoi avversari  e ci ha insegnato che  il popolo va ascoltato e che la gente ha bisogno di cultura».
 Subito dopo ha preso la parola il dott. Rocco Lentini (Presidente Istituto Ugo Arcuri per la storia dell’antifascismo e dell’Italia Contemporanea), che ha affermato: «le piazze negate rappresentano un oltraggio alla memoria di un grande uomo politico rispettato da tutti e che si è speso per il suo territorio e per tutta la Calabria».
Lentini ha poi ricordato le battaglie di Mommo Tripodi insieme a tanti altri compagni per il riscatto delle raccoglitrici e dei braccianti. Ed ha sostenuto  che «è stata calpestata la sua memoria nel suo paese che non è più una guida come era ai tempi di Girolamo Tripodi».
Successivamente è intervenuto l’avvocato Aurelio Chizzoniti che ha ricordato le sue origini che sono saldamente ancorate a Polistena e alla Piana. Le piazze negate sono  «un atto di sciacallaggio politico. Il lutto cittadino di due ore deliberato in occasione del funerale di Mommo Tripodi   è la chiave di lettura che richiama il livore che si vive in alcuni ambienti polistenesi nei confronti di Mommo Tripodi  la cui grandezza era, è e resterà sempre tale. Oggi si tenta di emarginare la Fondazione che vuole ricordare la memoria di Girolamo Tripodi».
Inoltre, ha ricordato che il soggetto che ha negato le piazze ha comunicato che non era lui abilitato a dare o non dare autorizzazioni. Infine, l’avvocato Chizzoniti ha comunicato di avere presentato il giorno prima, su incarico della Fondazione, un esposto sulla vicenda alla Procura della Repubblica di Palmi.  
Subito dopo ha preso la parola il sen. Fabio Giuseppe Auddino  che si è detto sconcertato perché i cittadini non hanno potuto godere degli spettacoli annunciati: «È stata persa un’occasione culturale importante. Era giusto che Polistena potesse ospitare questo grande musicista di origini polistenesi. Volere è potere. In politica si trova il modo di sciogliere il nodo e trovare una quadra». Inoltre, il sen. Auddino ha rincarato la dose: «da parlamentare, in quasi cinque anni mi sono speso parlando sulle problematiche dei territori con tutti i sindaci della Piana e della Calabria, non ho mai parlato, e non per volere mio, proprio con il sindaco di Polistena».
Subito dopo ha preso la parola il preside Franco Mileto «mi sento umiliato per quello che è accaduto che non ha niente a che vedere con la storia di Polistena. Questa è stata sempre una comunità che ha  rappresentato un faro per quanto riguarda la tolleranza, per quanto riguarda la capacità di  dialogo. Nel mio paese, che è stato una palestra del dialogo e del confronto, a chi vive di politica manca il rispetto per l’altro e manca pure quello per le regole; c’è qualcosa di inquietante e di oscurantista quando si sfocia nell’isteria: a tal proposito c’è un film di sette/otto anni fa  “Tutto colpa di Freud” che. potrebbe tornare utile, per comprendere quello che sta avvenendo».
Il prof. Mileto ha concluso dicendo che «accoglienza e tolleranza a Polistena, hanno fatto parte del nostro DNA e sono stati i valori fondanti e rappresentano due cose che forse oggi non hanno più diritto di cittadinanza nel paese che continuo ad amare».
Ha concluso i lavori il prof. Pasquale Amato che ha detto che «il primo oltraggio della negazione delle piazze, quello più mortificante,  è stato fatto contro la memoria di un personaggio del popolo come Mommo Tripodi».
«Un rifiuto che si misura con la storia – ha aggiunto Amato – la piazza non è di proprietà né di burocrati né di sindaci».
Amato ha poi detto che «il diniego delle piazze rappresenta un’offesa alla memoria storia di questa comunità» e, dopo un excursus storico sull’agorà e sulla polis, ha spiegato che «la piazza è di tutti da tremila anni e non può arbitrariamente diventare proprietà di qualcuno».    Dopo l’incontro pubblico la Fondazione Girolamo Tripodi continuerà a battersi per riaffermare lo stato di  diritto anche a Polistena, per tutelare e garantire  la democrazia e la Costituzione. 
Non ci possono essere zone franche. Non è accettabile che in un comune con la storia di Polistena ci siano un sindaco e un’amministrazione che si riempiono la bocca di parole false e ingannevoli per carpire il consenso, ma che nei fatti praticano il peggiore oscurantismo e calpestano  la democrazia e la Costituzione, facendo un grave danno a Polistena che rischia di essere sempre più isolata.  Ciò non era mai avvenuto nelle amministrazioni guidate da Girolamo Tripodi che si sono sempre caratterizzate per il pieno rispetto dei principi di democrazia che sono il cardine della costituzione repubblicana. (rrc)