NASCE A LAMEZIA IL DULBECCO INSTITUTE
E RITORNA DAGLI USA LO SCIENZIATO CREA

di SANTO STRATI – L’iniziativa è grande, importante e darà straordinario lustro alla Calabria: nasce a Lamezia l’Istituto Renato Dulbecco, un centro di eccellenza per la ricerca scientifica intitolata al Premio Nobel originario di Catanzaro. Ha un doppio significato l’intitolazione al prof. Dulbecco , che – ricordiamolo – è stato professore a contratto dell’Università Magna Graecia di Catanzaro di Genetica Molecolare: non solo significa onorare la memoria di uno straordinario scienziato calabrese premio Nobel, ma indica l’aspirazione e, soprattutto, la volontà della Calabria di far tornare i suoi “cervelli” a produrre ricchezza nella propria terra. Forse per questo la presidente Jole Santelli si è entusiasmata subito del progetto portato avanti dal prof. Pino Nisticò, farmacologo di fama internazionale, già presidente della Regione Calabria negli anni 1995-1998: riportare in Calabria i nostri migliori scienziati e metterli in condizioni di creare un centro di ricerca scientifica che faccia invidia a tutto il Mezzogiorno.

Jole Santelli
La presidente della Regione Calabria Jole Santelli

Ci sono le capacità, le competenze e, soprattutto, la forte preparazione scientifica delle nostre università che sfornano fior di laureati subito “preda” delle multinazionali, mentre amarebbero restare nella propria terra a formarsi, specializzarsi, fare ricerca e mettere su famiglia nel proprio territorio, tra affetti familiari, amicizie e amori, con l’orgoglio e la soddisfazione di fare qualcosa di buona per la loro Calabria. E quale miglior posto per insediare un centro di ricerca così ambizioso se non Lamezia, che ospita la Fondazione Mediterranea Terina, oltre 40mila mq di superficie, adattissima a diventare e trasformarsi in un prestigioso centro di ricerca scientifica? Tra l’altro Lamezia è a metà strada tra Cosenza e Catanzaro, è collegata con un aeroporto internazionale e servita adesso anche dai treni di alta velocità, con un’autostrada del Mediterraneo che le passa accanto. Una centralità che risulterà molto utile per gli sviluppi futuri dell’iniziativa che vedranno il coinvolgimento e la partecipazione di scienziati e ricercatori da tutto il mondo.

Nisticò ha lavorato a lungo al progetto e ha convinto il prof. Roberto Crea, biotecnologo di origini calabresi, da 40 anni in California, a San Francisco, di tornare in Calabria e venire a dirigere questo prestigioso centro che vedrà presto la luce. Crea, tra i soci fondatori, sarà presidente nonché direttore di un Centro Ricerche che nasce con l’obiettivo di produrre molecole cellulari in laboratorio per la cura di gravi patologie e pandemie di un certa gravità come questa del coronavirus.

Il prof. Pino Nisticò
Il prof. Pino Nisticò, promotore e commissario ad acta del “Renato Dulbecco Institute”

La costituzione dell’Istituto Renato Dulbecco è avvenuta mercoledì scorso presso il notaio Rocco Guglielmo di Catanzaro. Oltre al prof. Crea, sono soci fondatori il prof. Giovambattista De Sarro, Rettore dell’Università Magna Graecia (Vice-Presidente), il prof. Giuseppe Nisticò dell’Università di Roma (Commissario). Altri qualificati soci fondatori sono calabresi eccellenti quali il prof. Eugenio Gaudio, Rettore dell’Università di Roma Sapienza e il prof. Franco Romeo, Direttore della Cardiologia dell’Università di Roma Tor Vergata. Qualche giorno prima, il sindaco di Lamezia Terme, avv. Paolo Mascaro aveva convocato i fondatori del progetto a una riunione dove erano presenti numerosi assessori della sua Giunta tra cui il dott. Gianfranco Luzzo, già assessore alla Sanità e capo gabinetto del Presidente della Regione prof. Nisticò, l’assessore alla Cultura Luisa Vaccaro, l’avv. Gennarino Masi, presidente e commissario della Fondazione Mediterranea Terina, nonché il consigliere regionale Pietro Molinaro e tanti altri qualificati amministratori del circondario, tra cui Leopoldo Chieffallo.

Il sindaco Mascaro ha espresso grande entusiasmo per l’iniziativa del prof. Giuseppe Nisticò di realizzare con la prestigiosa collaborazione del prof. Roberto Crea di San Francisco una infrastruttura di eccellenza denominata Renato Dulbecco Institute, il cui obiettivo è lo studio e la produzione di anticorpi monoclonali e di pronectine per il trattamento di malattie ancora incurabili come il cancro, l’Alzheimer e anche l’insufficienza respiratoria da coronavirus. Il sindaco ha offerto la disponibilità di allocare il Renato Dulbecco Institute presso la Fondazione Mediterranea Terina, un complesso straordinario di 40mila mq in cui sono presenti laboratori di ricerca attrezzati, decine di aule per la didattica e la formazione, un’aula Magna per circa 800 persone. Il sindaco ha quindi pregato il presidente-commissario Masi di far visitare la Fondazione Terina al prof. Nisticò e a una delegazione di professori molto qualificati dell’Università della Calabria, quali il prof. Sebastiano Andò che è stato preside della Facoltà di Farmacia per oltre vent’anni, il prof. Franco Rubino, già preside della Facoltà di Economia di Cosenza e profondo conoscitore dei meccanismi di bio-economia a livello internazionale e il prof. Stefano Alcaro, direttore della Chimica farmaceutica dell’Università Magna Graecia. Dopo la visita, era palpabile la soddisfazione e la convinzione del prof. Nisticò e degli altri docenti di aver individuato quello che serve: la Fondazione Terina è la sede ideale per collocare i laboratori e tutte le strutture scientifiche del nascente Istituto Renato Dulbecco.

La Fondazione Terina si trova in una posizione centrale rispetto alle due Università di Catanzaro e di Cosenza, le quali contribuiranno in maniera paritetica alla nascita e allo sviluppo dell’Istituto Renato Dulbecco. Sotto la guida del Prof. Roberto Crea che è considerato il padre delle biotecnologie nel mondo, avendo egli scoperto l’insulina umana ricombinante ed altri prodotti biotecnologici di importanza fondamentale in medicina, nella piattaforma di eccellenza che si verrà a creare ci si propone di procedere all’identificazione e alla produzione di anticorpi monoclonali e di pronectine (una forma più avanzata e tollerata degli anticorpi monoclonali). Questi rappresentano oggi una arma specifica e potente per la terapia non solo del cancro, malattie neurodegenerative (malattia di Alzheimer, morbo di Parkinson, SLA etc.), malattie orfane, ma anche si stanno rivelando efficaci nel trattamento dell’insufficienza respiratoria da coronavirus. Inoltre presso l’Istituto Renato Dulbecco sarà attivato, in collaborazione con l’Inail, un laboratorio di diagnostica e Genetica molecolare per la prevenzione e il trattamento di malattie professionali e anche da esposizione a tossici presenti nell’ambiente.

Il Comitato dei Soci fondatori si avvarrà della collaborazione di un Consiglio Scientifico Internazionale in cui sono presenti due Premi Nobel (Aaron Ciechanover di Tel Aviv, Thomas Sudhof della Standford University) e scienziati di fama internazionale come Sir Salvador Moncada dell’University College di Londra, il prof. Paolo Chiesi di Parma,  il prof. Giuseppe Novelli già Rettore dell’Università di Roma Tor Vergata, etc.

Inoltre, la Fondazione Renato Dulbecco si avvarrà della collaborazione di un Comitato tecnico-scientifico che comprende numerosi docenti qualificati dell’Università di Catanzaro e di Cosenza, con il compito di indicare le linee di ricerca, selezionare con borse di studio i ricercatori e i dottorandi migliori da inviare presso prestigiosi istituti italiani e stranieri per la loro formazione, nonché di operare come consulenti per l’organizzazione dei laboratori e per la soluzione di specifici problemi durante la realizzazione dell’Istituto.

Il Prof. Roberto Crea, attualmente Presidente e CEO della Protelica di San Francisco, ha concesso in licenza alla nascente Fondazione 12 brevetti su cui il Renato Dulbecco Institute potrà iniziare a lavorare per la produzione di prodotti biotecnologici innovativi e competitivi secondo le linee concordate con il Consiglio Scientifico Internazionale.

Subito dopo la costituzione del Renato Dulbecco Institute, il sindaco Mascaro, insieme con il prof. Nisticò e il rettore prof. Giovambattista De Sarro rettore dell’Università Magna Graecia di Catanzaro, si sono recati alla Cittadella di Germaneto per un incontro con la presidente Santelli, nel corso del quale è stato presentato il progetto della realizzazione presso la Fondazione Terina del Renato Dulbecco Institute, pun rogetto che servirà a valorizzare e rilanciare le strutture esistenti e rendere Lamezia uno dei centri più qualificati del nostro Paese nel campo delle biotecnologie avanzate.

La presidente Santelli ha ascoltato con grande interesse la presentazione del progetto e ha accolto favorevolmente la richiesta di allocare presso la Fondazione Terina il nascente Istituto, che sarà un centro della Regione multidisciplinare in cui ci saranno progetti di ricerca di prodotti biotecnologici innovativi per il trattamento di malattie ancora incurabili, ma anche di interesse industriale nel settore farmaceutico e di grande impatto economico per la regione. Ciò consentirà – ha affermato la Santelli – di valorizzare il patrimonio dei nostri giovani cervelli inserendoli nei circuiti della ricerca internazionale.

Durante l’incontro il prof. Nisticò ha organizzato una teleconferenza con il prof. Roberto Crea, il quale per il lockdown in California non ha potuto essere presente alla riunione, ma ha voluto esprimere in videoconferenza alla presidente Santelli e al sindaco Mascaro la sua gratitudine per aver accolto l’idea di realizzare in Calabria il Renato Dulbecco Institute sul modello di quanto lui stesso ha già realizzato in passato come direttore scientifico della Genentech, per la nascita della Silicon Valley nella Baia di San Francisco.

Il prof. Crea si è quindi impegnato a prendere il primo volo disponibile dopo la fine del lockdown in California per venire di persona a ringraziare la presidente Santelli e per un suo rientro definitivo in Calabria, non appena saranno pronti i laboratori del nuovo Istituto, dopo 40 anni di attività scientifica a San Francisco. In Calabria ci sono ancora le sue profonde radici, gli affetti familiari e soprattutto intende dare un contributo a valorizzare il talento di tanti giovani calabresi che tutto il mondo ci invidia e purtroppo costretti ancora oggi alla fuga in altre regioni o all’estero.

«Oggi – ha detto il Prof. Giuseppe Nisticò, che sarà il Commissario ad acta per la realizzazione dell’Istituto – è una giornata di interesse storico per la Regione Calabria, la quale grazie alla Presidente Jole Santelli entusiasta di questo progetto internazionale fin dall’inizio, intende rompere con il passato per creare l’Istituto Renato Dulbecco, che avrà un impatto sulla cultura, sulle biotecnologie più avanzate e sulla industria futura in Calabria. «L’Istituto Renato Dulbecco – ha dichiarato infine la Presidente Santelli, deve portare un messaggio nuovo e dirompente  e cioè che la Scienza sta alla base dell’innovazione tecnologica, della salute e del benessere dei cittadini, ma anche della ricchezza economica della Calabria e del nostro Paese». È questa la Calabria che vale e sa farsi valere. (s)

ON. MELICCHIO (M5S): GRANDI POTENZIALITÀ DI RICERCA NELLA FONDAZIONE TERINA

L’on. Alessandro Melicchio, portavoce M5S alla Camera dei Deputati, dopo una visita ai laboratori dell’Ente in-house della Regione Calabria, Fondazione Mediterranea Terina – ha espresso amarezza per «lo scempio che la vecchia politica regionale ha fatto della Fondazione Terina». Melicchio, componente della VII Commissione Cultura Scienza e istruzione ha dichiarato: «Ho voluto incontrare il nuovo Presidente, che mi sembra dotato di buone intenzioni, ma non basta perché la situazione in cui versa la Fondazione Terina richiede grandi sforzi da parte della Regione Calabria per risollevarla dal buco in cui l’ha portata la scellerata gestione partitica, di destra e sinistra indistintamente, nel corso degli anni».
Secondo il deputato del M5S c’è una sola via su cui puntare, data dalla dotazione infrastrutturale dell’ente. «Le attrezzature dei laboratori sono di livello internazionale ma mancano di personale che possa utilizzarle a pieno regime. Tali strutture dovrebbero essere una risorsa fondamentale per tutta la nostra regione nel settore agricolo, agroalimentare, agroindustriale, ambientale e persino sanitario. Purtroppo però non c’è un solo dipendente in possesso di un dottorato di ricerca e la maggior parte della pianta organica è incredibilmente composta da guardie giurate e amministrativi mentre le figure di ricercatori e tecnici sono minime in numero».
Il rilancio dell’Ente però, trova la sua maggiore criticità nell’importante massa debitoria causata dalle precedenti amministrazioni . «Ho detto al Presidente Masi che mi impegnerò con il Ministero competente – continua Melicchio – per vedere se è possibile rimodulare almeno una parte del deficit, ma le responsabilità politiche di questo sfascio devono essere chiare. Sono gli uomini di Loiero e di Scopelliti che si sono succeduti alla guida della Fondazione Terina ad avere colpe precise, che si sono mossi con la consapevolezza della più totale impunità, ed anche Oliverio si è accorto di dover far qualcosa solo in quest’ultimo anno del suo deludente mandato. È inconcepibile, ad esempio, che i tanti pannelli fotovoltaici dell’ente siano rotti o non funzionanti nonostante un milione e ottocentomila euro di soldi pubblici investiti, a quanto sembra senza neanche una gara e che i pochissimi pannelli in funzione non siano affatto una risorsa per la Fondazione in virtù di una concessione troppo benevola verso una ditta privata, come quelle che, come abbiamo tristemente imparato a vedere, si sono stipulate tutto a danno del pubblico in questi anni senza il M5S al governo».


Il parlamentare pentastellato conclude con un auspicio. «Le potenzialità sono enormi e un centro di ricerca di questo tipo servirebbe come il pane alla nostra regione. Nella food security, nella nutraceutica, nella valorizzazione dei prodotti agroalimentari di alta qualità, nella certificazione delle produzioni tipiche, nella tracciabilità dei prodotti e in tanti altri fattori competitivi importanti per la Calabria, l’attività della Fondazione Terina può essere indispensabile per le nostre piccole e medie imprese. La gestione di questi enti però deve cambiare totalmente. In questo caso hanno usato un fine nobile quale la ricerca per beceri fini clientelari! Hanno gestito ogni ente, dove ci siano soldi da manovrare, alla loro solita maniera: occupando le poltrone con propri uomini, usandole come serbatoio economico per interessi di partito. È l’ora di finirla una volta per tutte, perché i danni fatti, come la storia della Fondazione Terina dimostra, non sono più tollerabili».  (rp)