COSENZA – La mostra fotografica diffusa “Gli invisibili”

Venerdì, a Cosenza, alle 11, al Palazzo di Giustizia, sarà inaugurata la mostra fotografica diffusa “Gli Invisibili. Ammazzati dalla mafia e dall’indifferenza”, a cura di Lavinia Caminiti.

L’evento è stata promossa dall’Associazione Nazionale Magistrati (Anm) di Catanzaro in collaborazione con la Fondazione Trame Ets di Lamezia.

L’iniziativa parte simultaneamente da Cosenza e Catanzaro e si concluderà a Lamezia Terme, valorizzando l’unità del territorio e degli uffici nonostante le distanze geografiche. Protagonisti saranno i Palazzi di Giustizia delle Città, intesi non solo come luoghi di esercizio della giurisdizione, ma come veri e propri centri culturali per una rinnovata coscienza collettiva.

L’esposizione, visitabile fino a febbraio 2025, racconta le storie delle vittime della mafia spesso dimenticate, e dei luoghi in cui si consumarono quelle tragedie, con l’obiettivo di mantenere viva la memoria collettiva e sensibilizzare il pubblico sui temi della legalità e della giustizia.

La mostra è patrocinata dall’ANM e si inserisce nel quadro delle attività della Fondazione Trame ETS, che da oltre un decennio organizza il primo festival in Italia dedicato ai libri sulle mafie. Attraverso immagini che confrontano il passato e il presente, l’esposizione costruisce un itinerario riflessivo, evidenziando come alcune delle più dolorose tragedie italiane siano cadute nell’oblio o siano sconosciute alle nuove generazioni.

Le fotografie raccontano storie di vite spezzate, mostrando come la mafia abbia inciso profondamente non solo sulla vita delle vittime dirette, ma anche sul tessuto sociale e culturale del Paese. Questo racconto per immagini si pone come strumento di educazione civile, rivolgendosi soprattutto ai giovani, per aiutarli a distinguere tra legalità e illegalità e per sviluppare una coscienza critica contro la cultura mafiosa, sia manifesta che implicita.

Un’intera sezione della mostra allestita a Catanzaro, intitolata “Le Rose Spezzate”, è dedicata ai 28 magistrati assassinati dalla mafia, tra cui figure emblematiche come Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. L’obiettivo è umanizzare la figura del magistrato, spesso percepito solo attraverso il suo ruolo istituzionale, e ricordare che, dietro l’uniforme della giustizia, si celano persone, affetti e vite private. Le immagini proposte invitano a riflettere sul valore della loro opera e sull’impatto delle loro perdite, non solo a livello istituzionale, ma anche umano.

La mostra “Gli Invisibili” non vuole essere solo un tributo alle vittime della mafia, ma anche un appello a guardare al passato con coraggio per costruire un presente e un futuro fondati sulla giustizia e sulla memoria, lanciando un messaggio «a sostegno dell’impegno di legalità dei vari operatori presenti nel nostro territorio – come sottolineato dal presidente della giunta Anm di Catanzaro, Giovanni Strangis che pubblicamente vogliamo incoraggiare».

Segnando la nuova sinergia nata con l’Associazione Nazionale Magistrati, il progetto segue il nuovo filone inaugurato da Trame in occasione della tredicesima edizione del Festival dei libri sulle mafie sulla valorizzazione dell’arte come strumento per veicolare messaggi e valori. Il via è stato dato lo scorso giugno con il taglio del nastro della mostra “Visioni Civiche – L’arte restituita. Dalle opere confiscate alle mafie al bene comune”. (rcs)

Il 28 novembre protocollo tra Fondazione Trame e Csv Calabria

Martedì 28 novembre, a Lamezia, alle 11, al Civico Trame, sarà siglato un protocollo d’intesa tra Csv Calabria Centro e la Fondazione Trame Ets.

L’obiettivo dell’intesa è quello di sviluppare un percorso ampio e condiviso caratterizzato dal coinvolgimento degli enti del terzo settore, delle istituzioni, dei cittadini in diverse attività ed iniziative che possano contribuire a rafforzare la dimensione dell’antimafia sociale. Il protocollo è finalizzato alla creazione di una rete di soggetti impegnata nella programmazione e realizzazione di attività, servizi ed iniziative volte a concretizzare un percorso condiviso di antimafia sociale, promuovendo il radicamento ed il rafforzamento della cultura della partecipazione democratica e della cittadinanza attiva nelle nostre comunità. (rcz)

LAMEZIA – Progetto Trame a Scuola, gli studenti incontrano Gherardo Colombo

Nei giorni scorsi, gli studenti delle classi secondarie di primo grado degli Istituti Comprensivi Nicotera – Costabile e Borrello – Fiorentino di Lamezia Terme hanno incontrato Gherardo Colombo, nell’ambito del progetto Trame a scuola della Fondazione Trame.

#Trameascuola, il progetto della Fondazione Trame che porta in classe i temi di Trame.Festival dei libri sulle mafie, aggiunge così un nome importante a quello dei tanti autori, giuristi e giornalisti che in questi anni hanno incontrato gli studenti lametini con i loro libri – inchiesta sui temi della legalità e dei diritti.

«Le regole limitano o ci consentono di godere della nostra libertà e di vivere in una società a misura di cittadino?». L’interrogativo ha aperto il confronto con i ragazzi intorno ai principi e ai valori che animano la Costituzione italiana, senza trascurare le lacune che persistono ancora in materia, ad esempio, di immigrazione, cittadinanza e integrazione. Doveroso il riferimento alla recente strage di Cutro: «Le persone devono essere sempre tutelate. Quindi salvate, accolte e aiutate».

Lo scambio ricco e vivace ha ricostruito, attraverso le numerose domande rivolte dagli alunni all’ex pm, il contesto in cui è nata e le resistenze contro le quali si è dovuto scontrare il  nostro testo fondamentale.

Tante le questioni passate in rassegna, temi attuali e al centro dell’agenda politica, come il mondo dell’istruzione e il sistema carcerario italiano. «Così com’è organizzato – ha spiegato Colombo – il carcere non serve e, in molti casi, porta chi ha commesso reati a commetterne altri. Come può un detenuto, che vive nelle condizioni di disagio che conosciamo, uscire riappacificato?».

«Ci sono dei casi in cui può trasgredire la legge – ha concluso riferendosi alla marginalità a cui sono sottoposte tante minoranze del nostro Paese – quando offende e viola i diritti fondamentali e la dignità della persona».

Colombo è da anni impegnato nella diffusione della cultura della legalità. Conosciuto per essere stato giudice istruttore nell’ambito di inchieste celebri come quella per l’omicidio dell’avv. Giorgio Ambrosoli e per aver ricoperto il ruolo di pubblico ministero in numerosi processi storici, tra cui la scoperta della Loggia P2 e Tangentopoli, è oggi membro di diversi comitati e associazioni in cui si fa promotore di giustizia e solidarietà. È vicepresidente della casa editrice Garzanti e, dal 2007, si occupa principalmente di educazione alla legalità e alla giustizia nelle scuole.

La lectio magistralis sui diritti, i doveri e la libertà dei cittadini riservata alle classi lametine ha rappresentato un momento significativo per gli alunni e le alunne che hanno animato il dibattito, moderato dalla giornalista Maria Chiara Caruso.

Infine, il monito lasciato ai ragazzi da Colombo: «Tutte le volte che vi si dice che siete il futuro, vi si sta chiedendo di lasciare le cose immutate: In questo momento non potete toccare niente. Ma voi ci siete anche adesso, ricordatevelo». (rcz)

Nuccio Iovene è il nuovo presidente della Fondazione Trame

Prestigioso incarico per Nuccio Iovene, che è il nuovo presidente della Fondazione Trame. L’elezione è avvenuta, all’unanimità, nel corso del rinnovo operato da Ala Antiracket Lamezia.

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Antiracket Lamezia ha dato avvio ad un percorso di rinnovamento interno nominando il suo nuovo presidente, Antonio Butera, e il segretario, Pino Crapella, entrambi soci storici e colonne portanti dell’associazione, e ha accolto l’adesione di nuovi soci che, con le loro denunce, hanno innescato le più recenti inchieste giudiziarie locali.

Nuccio Iovene, è stato parlamentare e consigliere comunale di Lamezia Terme, ha partecipato alla fondazione di “Libera – associazioni, nomi e numeri contro le mafie” nel 1995 e precedentemente nel 1991, quando la mattanza della seconda guerra di ‘ndrangheta era appena finita, è stato promotore con l’Arci nazionale della marcia “Reggio-Archi”, facendo spostare eccezionalmente in Calabria la tradizionale marcia della pace Perugia-Assisi e portando la ‘ndrangheta all’attenzione nazionale. Presidente regionale dell’Arci prima epoi nella presidenza nazionale, è stato anche coordinatore e segretario generale del Forum Terzo Settore, primo presidente dell’organizzazione di garanzia del commercio equo e solidale FairTrade, e tra i fondatori di Banca Etica.

Nuccio Iovene succede alla presidenza di Armando Caputo, stimato e apprezzato volto dell’antiracket lametina, storico presidente e socio fondatore di Ala, la cui presenza continuerà ad essere preziosa e determinante all’interno della Fondazione, permanendo in qualità di consigliere insieme a Maria Teresa Morano e Gioacchino Tavella.

Appresa la notizia della sua elezione a presidente della Fondazione Trame, Nuccio Iovene ha ringraziato l’Ala, tutti i suoi soci, Armando Caputo ed il consiglio di amministrazione di Trame per la fiducia e innanzitutto per il prezioso lavoro portato avanti in tutti questi anni insieme ai direttori artistici del festival che si sono succeduti (da Lirio Abate a Gaetano Savatteri a Giovanni Tizian), allo staff ed ai giovani volontari che lo animano in ogni edizione.

«Il Festival è diventato un appuntamento di rilevanza nazionale e ha più volte richiamato l’attenzione di autori, giornalisti e testate internazionali – ha dichiarato Iovene –. Il Civico Trame è diventato un luogo di aggregazione, documentazione e promozione culturale contro tutte le mafie largamente partecipato. Un patrimonio importante per Lamezia, la Calabria e per il Paese da consolidare e valorizzare nel corso dei prossimi anni, con un lavoro collettivo e con l’apporto di sempre più nuove energie e collaborazioni».

Con questi nuovi assetti, l’Associazione Antiracket e la Fondazione Trame si consolidano ulteriormente e mettono a disposizione delle istanze del territorio il proprio patrimonio di esperienze e competenze.

Oggi Ala supporta le vittime avvalendosi di un nuovo strumento: lo sportello di assistenza attivato dal progetto “Mani Libere”, sostenuto dal Pon Legalità gestito dal Ministero dell’Interno, grazie al quale è in grado di offrire consulenze professionali gratuite a chi decide di denunciare.

Recentemente, come molte volte avvenuto in passato, l’associazione si è costituita parte civile nel processo scaturito dall’operazione “Alibante”, coordinata dalla D.D.A. di Catanzaro, che coinvolge circa trenta imputati, tra cui il boss Carmelo Bagalà e sua figlia Maria Rita (la cui influenza mafiosa si estende lungo tutta la fascia costiera tirrenica catanzarese, nei comuni di Falerna e Nocera Terinese, e sui territori limitrofi, forti anche del legame con la consorteria dei Iannazzo-Cannizzaro-Daponte), accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, concorso esterno, scambio elettorale politico-mafioso, corruzione, estorsione, consumata e tentata, intestazione fittizia di beni, rivelazione di segreti d’ufficio e turbativa d’asta.

Accanto all’assistenza diretta alle vittime, nel contrasto fattivo al racket e all’usura, la costituzione di parte civile svolge un ruolo fondamentale: consente alla vittima di ottenere alcuni diritti e facoltà, e chiedere il risarcimento dei danni subiti, concedendo all’associazione antiracket di rafforzare la rete di fiducia sul territorio.

In forza di questo, Ala, fin dalla sua costituzione incoraggia e favorisce occasioni in cui i valori dell’educazione e della cultura della legalità vengono diffusi all’interno della comunità in cui opera.

E, grazie alla collaborazione e al supporto della Fondazione Trame, realizza progetti didattici e formativi nelle scuole di ogni ordine e grado del lametino, favorisce la promozione della lettura come strumento di dissenso alla criminalità, organizza il Festival dei libri sulle mafie che si svolge in piazza da oltre un decennio e le tante iniziative che hanno luogo nel centro culturale Civico Trame, sede operativa di Trame e Ala, che coinvolgono anche i più giovani chiamati a conoscere le dinamiche criminali per agire e pensare consapevolmente.

«Perché non è sufficiente l’azione nei tribunali. La lotta alla ‘ndrangheta non può passare solo attraverso i processi e l’azione investigativa», hanno sostenuto i soci di Ala. (rcz)