Fp Cgil contraria a trasformazione di Calabria Verde in ente economico

In una lettera indirizzata al direttore generale dell’Azienda Calabria Verde, Giuseppe Oliva, la Segretaria Generale Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari e il Segretario Fp Cgil Calabria, Ferdinando Schipano, hanno espresso la propria contrarietà alla modifica della natura giuridica di Calabria Verde in ente economico.

Una modifica, per i sindacalisti, «dannosa non soltanto per i dipendenti dell’azienda, comparto forestazione e funzioni locali, in quanto gli stessi sarebbero trasferiti in un contesto aziendale passibile di ulteriore trasformazione che non potrebbe garantire gli stessi diritti contrattuali e li esporrebbe al rischio di perdita del posto di lavoro in caso di fallimento aziendale, esponendo, altresì, l’Ente ad un dispendio di risorse economiche a fronte delle certe azioni giudiziarie che saranno promosse dai lavoratori affiancati dalla FP Cgil Calabria».

«Inoltre – hanno sottolineato – la trasformazione sarebbe pericolosa nell’ottica dei servizi erogati alla collettività, in quanto certamente collocherebbe in secondo piano la valorizzazione e la salvaguardia dei boschi e dell’ambiente, ed esporrebbe ai rischi connessi al dissesto idrogeologico e a tanto altro, dovendo prioritariamente assicurare l’equilibrio di bilancio».

«L’Ente Pubblico non economico, atteso il servizio pubblico alla collettività che questi lavoratori erogano – hanno proseguito Baldari e Schipano – rappresenta una garanzia anche in termini di trasparenza, garantendo delle procedure amministrative attuate in osservanza delle norme che, in un territorio come la Calabria ed in un settore quale quello della forestazione, dovrebbero essere ben attenzionate dal governo regionale».

Per questo «non può che destare perplessità la decisione di snaturare l’azienda dopo il graduale processo di risanamento e la ormai prossima risoluzione delle problematiche finanziarie che hanno attanagliato l’azienda per diversi anni».

«È bene ricordare –hanno detto ancora – che le difficoltà finanziarie dell’azienda sono scaturite dal mancato trasferimento del Trattamento di Fine Rapporto maturato dagli operai forestali presso il precedente ente, Afor, nonché dal mancato finanziamento dell’attività lavorativa, svolta da parte degli stessi, per via di un improprio decreto della Regione Calabria con il quale ha chiesto la restituzione delle somme dovute».

«Riteniamo che la fine del commissariamento e la positiva gestione aziendale in essere avrebbero dovuto indurre i vertici regionali ad una maggiore prudenza – hanno rilevato – ricercando un confronto aziendale, con l’obiettivo di creare le basi per garantire una rinnovata e produttiva forestazione adeguata ai tempi».

«Contrariamente a quanto immaginabile – hanno detto ancora i sindacalisti –, per motivazioni a noi oscure, si avvia l’iter per una modifica alla legge istitutiva di Calabria Verde trasformando la sua natura giuridica. Ci auguriamo che il prossimo Consiglio regionale non riservi brutte sorprese, e che, nel silenzio generale, non si attui l’infelice obiettivo, sostenendo una Legge omnibus che andrebbe ad introdurre modifiche alla legge 25/2013».

«Poco convincenti, certamente, a nostro avviso – hanno aggiunto – sono le ragioni addotte secondo le quali i fondi Fas assegnati al settore forestazione, grazie alla Legge 197/2022, non possano facilmente impiegarsi, anche alla luce delle modifiche introdotte al DDL di bilancio 2023, art.1 c. 697. Le risorse disponibili, a quanto pare, anche grazie all’interessamento del presidente Occhiuto, dovrebbero essere disponibili sia per il 2025 che per l’annualità 2026, o dovremmo forse – chiedono i due sindacalisti – dare ascolto a quei componenti della giunta regionale che ritengono le risorse non utilizzabili smentendo quanto fatto dal presidente? Si vuole forse destinare impropriamente queste risorse ad altri usi?». (rcz)

Vannini (Fp Cgil) incontra all’Annunziata di Cosenza la stampa

Domani pomeriggio, alle 14.30, Michele Vannini, segretario nazionale di Fp Cgil con delega alla Sanità, incontrerà all’Annunziata di Cosenza incontrerà la stampa, in occasione della campagna della Funzione Pubblica Cgil “Curiamoci di noi” che sta entrando in diversi presidi ospedalieri calabresi per ascoltare i lavoratori e sollecitare interventi.

L’incontro seguirà alla visita di Vannini all’Annunziata e alla Centrale Operativa del 118, e vedrà la partecipazione anche dei dirigenti regionali e territoriali, dei lavoratori e delle lavoratrici.

La campagna di ascolto del territorio sta toccando tutte le regioni italiane a difesa dei diritti di lavoratrici e lavoratori della sanità per sollecitare investimenti su professionalità e prospettive di un comparto fondamentale per i cittadini e il Paese.

Quattro intensi giorni in Calabria di lavoro e confronto con il personale sanitario e provare a immaginare e costruire un nuovo modello sanitario. Il tour sarà anche occasione di discutere delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale della sanità.

Arriva in Calabria la campagna della Fp Cgil “Curiamoci di noi”

Martedì 1° settembre in Calabria fa tappa la campagna di ascolto della Fp Cgil dal titolo Curiamoci di noi .Un viaggio attraverso la sanità che siamo per costruire la sanità che vogliamo, in difesa dei diritti di lavoratrici e lavoratori della sanità per sollecitare investimenti su professionalità e prospettive di un comparto fondamentale per i cittadini e il Paese.

Quattro intensi giorni di lavoro, di ascolto e confronto con il personale sanitario per partire dalle piaghe, che ben conosciamo, per provare a immaginare e costruire un nuovo modello sanitario. Il tour sarà anche occasione di discutere delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale della sanità.

Alla presenza, oltre che dei dirigenti regionali anche di quelli locali, a dare il via alla prima tappa sarà il primo ottobre alle 11 all’ospedale Spoke di Vibo Valentia il Segretario Nazionale della Fp Cgil Medici, Andrea Filippi. La campagna proseguirà alle 16 alla Casa e Ospedale di Comunità di Mesoraca (Kr).

Il 2 ottobre la staffetta passerà nelle mani del territorio reggino andando a toccare alle 10 l’ospedale spoke di Locri e alle 15 quello di Polistena. Saranno presenti il Segretario Nazionale Fp Cgil con delega alla Sanità, Michele Vannini e il Segretario Nazionale della Fp Cgil Medici, Andrea Filippi.

Tappa a Cosenza il 3 ottobre con il Segretario Nazionale Fp Cgil con delega alla Sanità, Michele Vannini. Alle 10 la Funzione Pubblica sarà alla Centrale operativa 118 di Cosenza e alle 13  all’Ospedale Hub Annunziata di Cosenza.

La campagna si concluderà il 4 ottobre alle 11 nell’Ospedale Spoke di Castrovillari con il Segretario Nazionale Fp Cgil con delega alla Sanità, Michele Vannini. (rcz)

Calabria Verde, eletti assemblea iscritti Fp Cgil e coordinatore

Calabria Verde, eletti assemblea iscritti Fp Cgil e coordinatore. Si è tenuta nei giorni scorsi, alla presenza della segretaria generale della Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari, il segretario regionale Fp Cgil Calabria, Ferdinando Bruno Schipano e Nicola Belcastro, coordinatore funzioni locali Fp Cgil Area Vasta KR – CZ – VV, l’assemblea degli iscritti alla Funzione pubblica Cgil in Calabria Verde per l’elezione del comitato degli iscritti e del coordinatore.

All’unanimità l’assemblea ha eletto nel comitato: Massimo Malvaso, Antonio Maletta, Concetta De Simone, Luca Amodio, Sonia Nucci, Guglielmo Avolio, Antonio Sergi, Salvatore Grosso, Giuseppe Pitisano, Ferdinando De Luca. Il comitato ha poi eletto quale coordinatore Massimo Malvaso.

Il neo eletto coordinatore Massimo Malvaso, nel suo intervento, si è dichiara onorato della fiducia dei colleghi e della segreteria regionale della Fp Cgil: «In un momento in cui la politica del qualunquismo ha generato l’allontanamento di moltissimi lavoratori dalle associazioni di categoria, abbiamo deciso di intraprendere un percorso di crescita all’interno della Cgil, il sindacato che non ha mai perso di vista il vero patrimonio da tutelare, il lavoratore. Calabria Verde può dare tanto al territorio calabrese e tanto c’è da fare per i dipendenti dell’ente, per questo si è cercato di unire competenze, capacità, passione ed esperienza, coinvolgendo, oltre che i compagni che lavorano nella sede centrale di Catanzaro, anche altri compagni presenti nei vari distretti della Calabria». (rcz)

Raggiunto l’accordo sull’indennità di Pronto soccorso. Fp Cgil e Cisl Fp Calabria soddisfatte

La segretaria generale della Fp Cgil Calabria Alessandra Baldari e quella della Cisl Fp Luciana Giordano esprimono, in una nota congiunta, la propria soddisfazione per l’accordo raggiunto sull’indennità di Pronto soccorso.

«All’esito di una riunione fiume nella Cittadella regionale di Catanzaro – è scritto nella nota – il 15 febbraio è stato finalmente sottoscritto l’accordo sull’indennità di Pronto soccorso tra la delegazione della Regione Calabria e le organizzazioni sindacali delle federazioni del Pubblico impiego. Si tratta di un importante riconoscimento economico conferito agli operatori dell’area dell’Emergenza-Urgenza della Sanità pubblica, veri “soldati” di trincea nella battaglia per la salute, che in questi anni si sono trovati a svolgere il cruciale ruolo di baluardo e prima assistenza in condizioni di lavoro disagevoli, e sotto una pressione sociale che è sovente sfociata in episodi di insofferenza e violenza, a causa della carenza di organico e di organizzazione».

«È per questi motivi – dicono le due sindacaliste – che la Fp-Cgil Calabria e la Cisl Fp Calabria hanno raccolto la disponibilità degli attuali vertici regionali sulla questione, dopo mesi di richieste di convocazione per affrontare questa e altre tematiche. Infatti, siamo sempre in attesa di affrontare i temi delle assunzioni, stabilizzazioni, riorganizzazione del Suem 118 e tanto altro ancora».

«L’accordo – conclude il comunicato congiunto – riconosce un’indennità mensile di 66 euro, con decorrenza 1 gennaio 2022, a 1443 unità di personale che hanno operato nelle strutture interessate. L’indennità spetterà al personale del comparto sanità che opera nei Ps ospedalieri, nelle centrali operative del 118, nei Pronto soccorso pediatrici e ostetrici oltre che nei Punti di primo intervento. Secondo l’art. 1, comma 293 della Legge n. 234 del 30/12/2021, le risorse disponibili per la Calabria ammontano a € 1.153.596, e soltanto adesso, in netto ritardo rispetto a moltissime tra le regioni italiane, è stato trovato l’accordo per la loro ripartizione tra i lavoratori. Per l’anno 2023 saranno utilizzati gli stessi criteri, utilizzando le somme che ci saranno assegnate». (rcz)

Baldari (Fp Cgil): Pronti a mobilitazione per garantire stabilizzazione per lavoratori Pnrr

Alessandra Baldari, segretaria generale di Fp Cgil Calabria e il coordinatore precari Pnrr Fp Cgil Paolo Veltri, hanno espresso preoccupazione in merito alla situazione dei lavoratori impegnati nei progetti del Pnrr presso gli enti pubblici della Calabria.

«La nostra organizzazione sindacale, in linea con la posizione nazionale – hanno detto – rilancia con fermezza l’importanza di garantire stabilità e diritti alle lavoratrici e ai lavoratori. Il Pnrr rappresenta una preziosa opportunità per lo sviluppo economico e sociale della Calabria e di tutto il Sud Italia. La creazione di nuove opportunità di lavoro è un obiettivo fondamentale, ma non dobbiamo trascurare coloro che già contribuiscono in modo significativo agli enti pubblici locali. Questi lavoratori, con il loro impegno e la loro professionalità, contribuiscono non solo agli obiettivi dei progetti Pnrr ma anche alle attività ordinarie e al benessere delle comunità locali».

«La Fp Cgil Calabria – hanno ribadito – sostiene fermamente qualsiasi azione di mobilitazione volta a rivendicare la stabilizzazione di questi lavoratori, garantendo loro sicurezza occupazionale e tutele adeguate. La valorizzazione delle competenze e delle risorse umane è essenziale per il successo dei progetti Pnrr, e non possiamo permettere che i lavoratori vengano trascurati o sottopagati».

«Inoltre, riteniamo che sia possibile – hanno concluso – conciliare l’obiettivo di dare spazio alle assunzioni previste nella bozza “Dl Mezzogiorno”  che annuncia un finanziamento per l’assunzione a tempo indeterminato di 2.200 funzionari, con la necessità di garantire la stabilità dei lavoratori già impegnati nei progetti Pnrr con un finanziamento desinato alla stabilizzazione delle lavoratrice e dei lavoratori precari. La crescita economica del Mezzogiorno deve andare di pari passo con la tutela dei diritti dei lavoratori». (rcz)

Fi Cgil: Intervenire per sicurezza dell’Ospedale di Vibo

I sindacalisti della Fp Cgil Alessandra Baldari, Franco Grillo e Ivan Potente, hanno chiesto al commissario dell’Asp di Vibo Valentia di «accertare e rendere note le cause di questa vicenda che, considerando la notevole quantità di materiale crollato, avrebbe potuto causare gravi danni sia alle donne in gravidanza che agli operatori sanitari dell’Asp, se fosse accaduta di giorno».

«Per cause ancora sconosciute e misteriose – hanno spiegato – il controsoffitto del corridoio di ingresso e uscita della struttura di accesso alle camere dei pazienti è crollato in modo inspiegabile. Risulta che la suddetta struttura è stata recentemente sottoposta a una manutenzione straordinaria, circa 30 giorni fa. Pertanto, non si comprende né si giustifica come ciò sia potuto accadere, considerando che i lavori erano stati affidati a un’azienda esterna, presumibilmente specializzata in questo tipo di interventi di manutenzione».

La Fp Cgildenuncia da decenni il rischio in cui versa l’ospedale di Vibo, «poiché non è più in grado di sopportare il naturale deterioramento strutturale. La situazione attuale di difficoltà e potenziali rischi sta causando notevole preoccupazione e disagio tra i professionisti che operano presso l’ospedale di Vibo. Essi si trovano costretti a fornire quotidianamente i propri servizi assistenziali in condizioni di incertezza e con un livello di sicurezza limitato».

«È noto, infatti – hanno proseguito i sindacalisti – che diverse zone dell’edificio ospedaliero sono state puntellate da anni. Nel corso degli anni, questa situazione ha comportato la chiusura, ad esempio, del prefabbricato destinato alla cucina interna, la chiusura di alcune aree nel reparto di ortopedia e danni evidenti alle pareti divisorie nel reparto di Neurologia. Questa situazione è ancora più evidente a causa del protrarsi ingiustificato della messa in sicurezza di alcuni pilastri portanti nel reparto di oculistica e nelle sale semi interrate del reparto di radiologia, visibili a occhio nudo. Pertanto, chiediamo all’attuale Commissario Straordinario di avviare una valutazione approfondita dell’intera struttura per accertare le reali condizioni di stabilità dell’edificio ospedaliero e prevenire ulteriori rischi di crolli e danni incalcolabili per l’intera comunità».

In merito a ciò, la Funzione Pubblica Cgil «non può giustificare i ritardi aggiuntivi che si stanno accumulando a causa del mancato inizio dei lavori per la costruzione del nuovo ospedale. A nostro parere, le ragioni di ciò sono attribuibili all’incapacità amministrativa e politica dell’intera classe dirigente, che da anni ha assunto la responsabilità gestionale delle varie entità pubbliche (Asp, Provincia, Comune, Regione) coinvolte, in vari modi, nelle procedure tecniche e burocratiche che, da decenni, ostacolano l’avvio effettivo del progetto».

«È necessario agire tempestivamente e con prudenza – hanno concluso – nella gestione ordinaria e straordinaria della struttura. È altrettanto fondamentale agire rapidamente per la costruzione del nuovo ospedale prima che sia troppo tardi. A tal fine, chiediamo al Commissario Straordinario di convocare urgentemente un tavolo di discussione per analizzare a fondo le cause di questa grave situazione di pericolo e individuare possibili soluzioni per prevenire ulteriori spiacevoli conseguenze e garantire la sicurezza dei cittadini e degli stessi lavoratori». (rvv)

Fp Cgil: Preoccupati per la stabilizzazione dei tecnici al Sud

Il segretario del comitato stabilizzazione “Tecnici del sud” Giancarlo Scarpelli, Paolo Veltri e Alessandra Baldari rispettivamente coordinatore regionale Fp Cgil Pnrr e segretario regionale Fp Cgil, hanno espresso preoccupazione per la stabilizzazione dei tecnici del Sud.

«Nel corso della visita in Calabria, come riportato dalla stampa, il ministro della PA, Paolo Zangrillo, ha dichiarato che si prevede nel corso del 2023 l’assunzione di 170 mila persone negli uffici pubblici. Zangrillo, ospite alla Cittadella di Catanzaro, sede della Regione Calabria, ha poi detto ai giornalisti: “Stiamo lavorando per far sì che chi decida di entrare in un’amministrazione comunale abbia poi la possibilità, se si comporta bene, se performa, di esser stabilizzato dopo 36 mesi. Insomma – ha rilevato Zangrillo – ci sono tutta una serie di iniziative che hanno proprio la finalità di accompagnare soprattutto gli Enti attuatori del Pnrr, che sono prevalente enti territoriali, non le amministrazioni centrali”».

«Sono notizie – hanno detto – che la Funzione Pubblica della Cgil Calabria accoglie con parziale soddisfazione, in una regione dove quasi il 50% dei Comuni si trova in condizione di dissesto o predissesto finanziario, in cui gli uffici tecnici si stanno svuotando di personale e competenza e dove è sempre più difficile garantire i livelli essenziali delle prestazioni nei confronti di cittadini e utenza, ma che ritiene ancora insufficienti se si tiene conto della debolezza degli organici fiaccati da anni di blocco del turn over e in vista degli attuali e prossimi pensionamenti che incideranno ancora sulla tenuta dei servizi».

«È stata introdotta, recentemente – si legge – una norma nel dl del 24 febbraio 2023, numero 14, tramite la legge 21 aprile 2023, numero 41 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 aprile), proposta dalla Fp Cgil, che autorizza gli enti locali destinatari del personale assunto a tempo determinato a seguito dei concorsi banditi dall’Agenzia per la
Coesione in attuazione di quanto disposto dall’articolo 1, comma 179 della legge 30 dicembre 2020 numero 178, a stabilizzare lo stesso personale dopo 24 mesi di servizio. Si prevede, inoltre, che sia svolto un colloquio selettivo oltre alla valutazione dell’attività lavorativa svolta, determinando infine che le stabilizzazioni così effettuate siano a valere delle facoltà assunzionali disponibili a legislazione vigente per gli Enti».

«Siamo fermamente convinti – hanno evidenziato – che non sia per nulla scontato, per quanto sia una grande opportunità dettata dal legislatore, il verificarsi delle condizioni oggettive e soggettive per avviare le dovute richieste di stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori che possano finalmente vedere riconosciuta la valorizzazione del loro contributo e dell’attività lavorativa svolta in questi mesi a favore delle amministrazioni pubbliche presso cui prestano servizio. Il maggiore freno alla stabilizzazione dei vincitori del concorso Coesione 1 e 2 riguarderà però quei lavoratori di Comuni sottostanti la condizione giuridica di dissesto e predissesto e, soprattutto, condizionati, così come Regioni e Province, al rispetto dell’art. 33 del Dl n. 34 convertito con modificazioni dalla L. 28 giugno 2019, n. 58, secondo cui tutti gli Enti locali possono procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato in coerenza con i piani triennali dei fabbisogno di personale solo rispettando parametri molto stringenti sui bilanci».

«Si evidenzia, quindi – continua la nota – la necessità di investire risorse finalizzate e storicizzate e di produrre normative in deroga agli attuali vincoli legislativi che, attesa la condizione economico finanziaria degli Enti calabresi e di conseguenza le loro capacità assunzionali, per rendere davvero possibile la stabilizzazione dei lavoratori assunti a tempo determinato per il conseguimento degli obiettivi del PNRR, dopo una selezione accurata, e che sarebbe assurdo perdere data la carenza acclarata di professionalità tecniche in tutti gli Enti che ne ha indebolito la capacità amministrativa».

«Esprime preoccupazione anche il “Comitato per la stabilizzazione dei Tecnici al Sud” – annuncia la nota – che subito dopo aver appreso le dichiarazioni rilasciate nella giornata del 22 maggio al ministro Zangrillo a Catanzaro, ha subito lanciato un “sondaggio” su scala nazionale tra i “tecnici al sud” impiegati a tempo “determinato” presso gli Enti Locali al Sud… tristemente noti per essere la gran parte o “in dissesto finanziario” o in “pre-dissesto”».

«Ebbene – afferma il segretario del Comitato avvocato Giancarlo Scarpelli – dai risultati del sondaggio emerge in maniera incontrovertibile che il 48,9 % degli Enti Locali dove sono impiegati i “tecnici al sud” a tutt’oggi, nonostante le parole rassicuranti del Ministro Zangrillo, non hanno programmato “alcuna stabilizzazione” dei funzionari precari impegnati nella messa a terra del Pnrr e – prosegue il segretario Scarpelli – il restante 43,9 % del campione ha risposto che gli “enti di assegnazione” hanno “promesso” una possibile stabilizzazione in data non definita».

«Pertanto – ha concluso Scarpelli  – che, rispetto alla norma introdotta da dl del 24 febbraio 2023, n. 14, tramutata in legge 21 aprile 2023, n. 41, nonostante le “parole rassicuranti” del Ministro Zangrillo ad oggi continua a non esserci alcuna “certezza”, per via della situazione finanziaria disastrosa in cui versano la maggior parte dei comuni al Sud… ed infatti non accenna ad arrestarsi l’emorragia, da tempo segnalata agli organi competenti, da parte di “moltissimi tecnici” inviati a supporto della P.A. Italiana, che preferiscono nettamente rivolgersi verso “lidi più sicuri”, lasciando posti a tempo determinato per dirigersi verso tipologie contrattuali più stabili (contratti di lavoro a tempo indeterminato)».

«Concludendo – chiude la nota –  per il Comitato per la Stabilizzazione dei Tecnici al Sud, se il Governo non vuole seriamente compromettere il rispetto dei “target” previsti dal Pnrr, farebbe bene “con somma urgenza” a studiare delle “soluzioni normative” più garantiste; solo in questo modo, infatti, i “tecnici al sud”, potranno valutare concretamente di portare a compimento il loro lavoro ed arrivare “sereni” alla conclusione dei loro contratti a termine». (rcz)

Sanità, Fp Cgil: L’intramoenia deve tornare ad essere una scelta per il paziente e non un obbligo

Il coordinamento Fp Cgil Medici e la segreteria di Fp Area Vasta ha ribadito come «l’’intramoenia deve tornare ad essere una scelta per il paziente e non un obbligo». Per il sindacato, quindi, «si rende, pertanto, necessario che in tutta le Aziende della Regione Calabria le regole previste, in materia di regolamentazione di questo importante istituto contrattuale, vengano rispettate senza speculazione alcuna».

«Sempre di più quanto legato alle presunte deviazioni riguardanti le gare dappalto e la loro associazione a fenomeni corruttivi – si legge nella nota – anche questo esemplificativo di un sistema malato che in tanti fanno giornalmente finta di non vedere. Noi naturalmente non entriamo nel merito di queste dinamiche che esulano dai nostri compiti pur dichiarandoci solidali con le forze dellordine e con la magistratura impegnata nel contrasto diffuso a questi come ad altri fenomeni delittuosi».

«Ciò che però possiamo dire con certezza – si legge – è che, da sempre e in tutte le aziende del comprensorio dellarea vasta, la Fp Cgil ha operato nel concordare con le aziende percorsi di gestione dei flussi legati alle dinamiche suddette che fossero assolutamente entro i termini previsti dalla normativa cogente. Non ultimo ricordiamo la lunghissima discussione avviata con lazienda Pugliese-Ciaccio, dalla sola FPCGIL medici dove ricordiamo che,  fino a poco tempo addietro, esistevano dirigenti medici autorizzati dai vertici aziendali” ad esercitare la propria  attività intramoenia” presso i loro studi privati, circostanza questa che la normativa vigente rendeva inesigibile solo fino allanno 2014. Essendo, invece, state addotte presunte difficoltà legate a spazi e attrezzature lattività è stata autorizzata anche oltre tale data. Tale circostanza era presunta  perché, fino a prova contraria, in intramoenia si potevano e si possono garantire solo quel le prestazioni erogate anche nella struttura pubblica di appartenenza».

«Tale diatriba – si legge ancora – sarebbe terminata solo recentemente con il rientro di tutti i dirigenti autorizzati allinterno degli spazi ospedalieri. Il dubbio ancora non risolto e che è motivo di scontro in molte nostre trattative sindacali, legato al controllo dei flussi della stessa. Per fare capire anche ai meno esperti in materia traduciamo: per fare tre visite in intramoenia devi averne fatto almeno quattro in ambulatorio istituzionale».

«È evidente, e anche questo appartiene ad una storia che è solo nostra e di nessun altro soggetto sindacale – si legge ancora nella nota della Segreteria –, che il mancato controllo dei flussi era e continua ad essere  un volano formidabile nella creazione e nel mantenimento delle liste dattesa. È arrivato il momento di cambiare questo paradigma culturale. Questa organizzazione sindacale sostiene da sempre che la giusta rivendicazione ad un salario adeguato della categoria dei medici e mai va barattata con la violazione, favorita da un sistema compiacente, delle regole che sono poste a difesa di tutti i cittadini».

«Lintramoenia deve tornare ad essere una scelta per il paziente non un obbligo – conclude la nota –. Così come il rispetto delle regole previste per gli appalti e le forniture è garanzia per gli operatori e per gli utenti di avere nelle loro disponibilità strumenti adeguati ai bisogni sanitari del territorio ad un prezzo che sia, per quanto possibile, rispettoso di quella sostenibilità economica irrinunciabile per un sistema sanitario a vocazione universale come quello nazionale». (rcz)

La Fp Cgil contraria al protocollo dell’Asp di Cosenza

«La Fp Cgil di Cosenza ha ritenuto non accettabile e contraddittoria l’ipotesi di moratoria di sei mesi delle attività sindacali inserita nel documento di proposta di protocollo d’intesa redatto dalla direzione Generale». Lo scrivono in una nota la segretaria generale Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari, e il segretario generale Fp Cgil Cosenza, Alessandro Iuliano.

«Ancora una volta, si vanifica il tentativo di portare avanti relazioni sindacali corrette e trasparenti. È necessario un confronto libero e partecipato tra le organizzazioni sindacali e la parte datoriale. Perché firmare un protocollo d’intesa tra Azienda e sindacati dove, addirittura nella prima bozza proposta, era inserito l’impedimento alle organizzazioni sindacali di proclamare stati di agitazione? Inoltre, inspiegabilmente viene indicato un tempo di novanta giorni per attuare i punti indicati nel protocollo, a fronte di un blocco delle attività sindacali di ben sei mesi».

«La Fp Cgil – si legge nella nota – è stata l’unica sigla a non sottoscrivere il “Protocollo di intesa” proposto dall’azienda Ospedaliera di Cosenza in data 12 u.e.; non è ben chiara la volontà della Rsu aziendale in quanto non è emersa da alcun verbale redatto a seguito di riunioni riguardo il suddetto protocollo. Mentre, i componenti delle Rsu eletti con la Fp Cgil non solo non hanno sottoscritto ma sono contrari al protocollo d’intesa proposto. La Fp Cgil è pronta ad attivare tutte le azioni di tutela dei diritti dei dipendenti che aspettano risposte da troppo tempo…ma non può accettare “bavagli”. Riteniamo che la semplice applicazione del ccnl da parte dell’Azienda, nel pieno rispetto dei diritti dei lavoratori, consentirebbe una piena e fattiva collaborazione tra le parti.»

«Inoltre – hanno proseguito – è inaccettabile che la nostra organizzazione sindacale sia stata “dimenticata”, per come dichiarato dall’azienda, all’incontro tra gli avvocati di parte datoriale e quelli delle organizzazioni sindacali, insieme ad avvocati privati, per sottoscrivere un accordo da corrispondere a compensazione dell’indennità di vestizione e svestizione, diritto previsto contrattualmente. Tutto ciò nonostante la Fp Cgil di Cosenza sia stata la prima organizzazione sindacale ad ottenere sentenza favorevole riguardo tale vertenza presso il Tribunale di Cosenza già nel settembre 2022».

«Il commissario straordinario – hanno detto ancora i sindacalisti – aveva assicurato una soluzione tempestiva alla questione, ma non è arrivata nessuna proposta da parte dell’azienda se non quella avanzata nell’incontro menzionato con i legali rappresentanti quei lavoratori che hanno promosso contenzioso. Tale proposta prevedeva la decurtazione del 30% sulla quota spettante e quindi con una perdita secca ingiustificata e soprattutto con l’obbligatorietà della definizione tramite accordo legale».

«Non riusciamo a comprendere – hanno spiegato – questa decisa posizione nel chiudere un accordo con i legali invece che trovare un accordo con le Rsu e le organizzazioni sindacali. Siamo in un periodo delicato, ma cruciale, in cui il clima di accusa nei confronti dei lavoratori sanitari ci preoccupa fortemente; manca colpevolmente il racconto sulle condizioni di lavoro, sull’assenza di organizzazione e sulla cronica e storicizzata mancanza di personale. Alcuni strumenti che apparentemente sembrano di controllo, potrebbero invece essere utilizzati, soprattutto perché anonimi, per colpire anche chi combatte dall’interno improprie scelte organizzative. Viene pubblicizzata l’apertura di nuovi reparti, senza evidenziare che gli infermieri ed gli Oss devono fare la spola tra una U.O. e l’altra, con enormi sacrifici e dispendio di energie. Gli stessi sanitari aspettano da giugno 2022 il pagamento delle prestazioni aggiuntive».

«È proprio l’organizzazione del lavoro – hanno sottolineato – che incide sulla qualità delle prestazioni, aumentando così i margini di eventuali errori nell’assistenza ai pazienti, e determinando, nel contempo, l’aumento del rischio lavorativo per i dipendenti. Sono necessarie nuove assunzioni, la carenza di personale è evidente a tutti, rivendichiamo l’urgenza di attuare un piano di assunzioni straordinarie volto a soddisfare le richieste dei cittadini e ridurre le interminabili liste di attesa. Vogliamo una sanità pubblica ed efficiente e con servizi di qualità».

«Le criticità organizzative, la mancanza di fondi, il ritardo dell’applicazione degli istituti contrattuali – hanno scritto Baldari e Iuliano – non devono e non possono ricadere sui lavoratori né tantomeno sui cittadini. È necessario mettere al centro della sanità pubblica il lavoro, gli uomini e le donne che con abnegazione svolgono un compito difficile e delicato, riconoscere competenze e professionalità, valorizzare i lavoratori. Il sorriso di ogni operatore è evidente e sicuro quando lo stesso viene messo in condizioni di sicurezza e riconosciuto, rispettato, valorizzato, potenziato, formato, e quindi al centro dei servizi e della mission aziendale». (rcs)