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Fp Cgil: Preoccupati per la stabilizzazione dei tecnici al Sud

Il segretario del comitato stabilizzazione “Tecnici del sud” Giancarlo Scarpelli, Paolo Veltri e Alessandra Baldari rispettivamente coordinatore regionale Fp Cgil Pnrr e segretario regionale Fp Cgil, hanno espresso preoccupazione per la stabilizzazione dei tecnici del Sud.

«Nel corso della visita in Calabria, come riportato dalla stampa, il ministro della PA, Paolo Zangrillo, ha dichiarato che si prevede nel corso del 2023 l’assunzione di 170 mila persone negli uffici pubblici. Zangrillo, ospite alla Cittadella di Catanzaro, sede della Regione Calabria, ha poi detto ai giornalisti: “Stiamo lavorando per far sì che chi decida di entrare in un’amministrazione comunale abbia poi la possibilità, se si comporta bene, se performa, di esser stabilizzato dopo 36 mesi. Insomma – ha rilevato Zangrillo – ci sono tutta una serie di iniziative che hanno proprio la finalità di accompagnare soprattutto gli Enti attuatori del Pnrr, che sono prevalente enti territoriali, non le amministrazioni centrali”».

«Sono notizie – hanno detto – che la Funzione Pubblica della Cgil Calabria accoglie con parziale soddisfazione, in una regione dove quasi il 50% dei Comuni si trova in condizione di dissesto o predissesto finanziario, in cui gli uffici tecnici si stanno svuotando di personale e competenza e dove è sempre più difficile garantire i livelli essenziali delle prestazioni nei confronti di cittadini e utenza, ma che ritiene ancora insufficienti se si tiene conto della debolezza degli organici fiaccati da anni di blocco del turn over e in vista degli attuali e prossimi pensionamenti che incideranno ancora sulla tenuta dei servizi».

«È stata introdotta, recentemente – si legge – una norma nel dl del 24 febbraio 2023, numero 14, tramite la legge 21 aprile 2023, numero 41 (pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 21 aprile), proposta dalla Fp Cgil, che autorizza gli enti locali destinatari del personale assunto a tempo determinato a seguito dei concorsi banditi dall’Agenzia per la
Coesione in attuazione di quanto disposto dall’articolo 1, comma 179 della legge 30 dicembre 2020 numero 178, a stabilizzare lo stesso personale dopo 24 mesi di servizio. Si prevede, inoltre, che sia svolto un colloquio selettivo oltre alla valutazione dell’attività lavorativa svolta, determinando infine che le stabilizzazioni così effettuate siano a valere delle facoltà assunzionali disponibili a legislazione vigente per gli Enti».

«Siamo fermamente convinti – hanno evidenziato – che non sia per nulla scontato, per quanto sia una grande opportunità dettata dal legislatore, il verificarsi delle condizioni oggettive e soggettive per avviare le dovute richieste di stabilizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori che possano finalmente vedere riconosciuta la valorizzazione del loro contributo e dell’attività lavorativa svolta in questi mesi a favore delle amministrazioni pubbliche presso cui prestano servizio. Il maggiore freno alla stabilizzazione dei vincitori del concorso Coesione 1 e 2 riguarderà però quei lavoratori di Comuni sottostanti la condizione giuridica di dissesto e predissesto e, soprattutto, condizionati, così come Regioni e Province, al rispetto dell’art. 33 del Dl n. 34 convertito con modificazioni dalla L. 28 giugno 2019, n. 58, secondo cui tutti gli Enti locali possono procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato in coerenza con i piani triennali dei fabbisogno di personale solo rispettando parametri molto stringenti sui bilanci».

«Si evidenzia, quindi – continua la nota – la necessità di investire risorse finalizzate e storicizzate e di produrre normative in deroga agli attuali vincoli legislativi che, attesa la condizione economico finanziaria degli Enti calabresi e di conseguenza le loro capacità assunzionali, per rendere davvero possibile la stabilizzazione dei lavoratori assunti a tempo determinato per il conseguimento degli obiettivi del PNRR, dopo una selezione accurata, e che sarebbe assurdo perdere data la carenza acclarata di professionalità tecniche in tutti gli Enti che ne ha indebolito la capacità amministrativa».

«Esprime preoccupazione anche il “Comitato per la stabilizzazione dei Tecnici al Sud” – annuncia la nota – che subito dopo aver appreso le dichiarazioni rilasciate nella giornata del 22 maggio al ministro Zangrillo a Catanzaro, ha subito lanciato un “sondaggio” su scala nazionale tra i “tecnici al sud” impiegati a tempo “determinato” presso gli Enti Locali al Sud… tristemente noti per essere la gran parte o “in dissesto finanziario” o in “pre-dissesto”».

«Ebbene – afferma il segretario del Comitato avvocato Giancarlo Scarpelli – dai risultati del sondaggio emerge in maniera incontrovertibile che il 48,9 % degli Enti Locali dove sono impiegati i “tecnici al sud” a tutt’oggi, nonostante le parole rassicuranti del Ministro Zangrillo, non hanno programmato “alcuna stabilizzazione” dei funzionari precari impegnati nella messa a terra del Pnrr e – prosegue il segretario Scarpelli – il restante 43,9 % del campione ha risposto che gli “enti di assegnazione” hanno “promesso” una possibile stabilizzazione in data non definita».

«Pertanto – ha concluso Scarpelli  – che, rispetto alla norma introdotta da dl del 24 febbraio 2023, n. 14, tramutata in legge 21 aprile 2023, n. 41, nonostante le “parole rassicuranti” del Ministro Zangrillo ad oggi continua a non esserci alcuna “certezza”, per via della situazione finanziaria disastrosa in cui versano la maggior parte dei comuni al Sud… ed infatti non accenna ad arrestarsi l’emorragia, da tempo segnalata agli organi competenti, da parte di “moltissimi tecnici” inviati a supporto della P.A. Italiana, che preferiscono nettamente rivolgersi verso “lidi più sicuri”, lasciando posti a tempo determinato per dirigersi verso tipologie contrattuali più stabili (contratti di lavoro a tempo indeterminato)».

«Concludendo – chiude la nota –  per il Comitato per la Stabilizzazione dei Tecnici al Sud, se il Governo non vuole seriamente compromettere il rispetto dei “target” previsti dal Pnrr, farebbe bene “con somma urgenza” a studiare delle “soluzioni normative” più garantiste; solo in questo modo, infatti, i “tecnici al sud”, potranno valutare concretamente di portare a compimento il loro lavoro ed arrivare “sereni” alla conclusione dei loro contratti a termine». (rcz)