di PINO NANO – È un’emozione leggere sul sito del teatro più famoso al mondo, che è il teatro “Alla Scala” di Milano, leggere che va in scena Inedita-Mente Cilea. Capisci subito che parliamo di Calabria, e capisci subito che per la prima volta alla Scala di Milano si canta si suona si duetta e si sogna in calabrese. Chi l’avrebbe mai immaginato?
L’appuntamento è per oggi pomeriggio, lunedì 23 gennaio, e per l’occasione a salire sul podio del Teatro milanese sarà uno dei più grandi artisti che la Calabria abbia mai avuto, un grande musicista che ha già fatto parlare di sè per il talento e la genialità artistica con cui si muove da quando era ancora ragazzo sui palcoscenici più prestigiosi del mondo.Parliamo di Filippo Arlia, classe 1989, figlio unico, nato a Cosenza, casa a Belmonte Calabro, dove papà e mamma hanno ormai imparato ad aspettarlo, un pianista che nel giro di pochi anni diventa anche il più giovane direttore d’orchestra d’Italia.
Non solo questo, ma il “ragazzo” viene oggi considerato dalla critica internazionale come uno dei più brillanti e versatili musicisti italiani della sua generazione. Meravigliosa Calabria, è il caso di dirlo questa volta, e a ragion veduta, anche se siamo due passi dalla stazione ferroviaria di Milano.
Inedita-Mente Cilea va in scena dunque oggi alla Scala per il ciclo che si chiama “Invito alla Scala”, e dove i “Virtuosi del Teatro alla Scala”, il violoncellista Enrico Bronzi e il violinista Massimo Quarta, diretti appunto dal Maestro Filippo Arlia proporranno musiche di Leonardo Leo, “Concerto in re maggiore per violoncello e orchestra, revisione e orchestrazione di Francesco Cilea”, e Francesco Cilea ,“Il Canto dell’Amore per soli e orchestra d’archi, orchestrazione di Raffaele Cacciola” da un tema inedito dello stesso Francesco Cilea.
Un evento di livello internazionale, attesissimo e soprattutto “amatissimo” dai frequentatori storici del teatro milanese.
Il giudizio che ne abbiamo raccolto ieri, giorno di prove per il maestro Filippo Arlia, è che «I Concerti Invito alla Scala permettono di mantenere viva l’importante tradizione della musica da camera, grazie alla sensibilità e al contributo delle prime parti dell’Orchestra del Teatro, che da sempre desiderano diffondere questo filone tradizionale della musica classica».
Da qui, dunque, l’idea di rivolgere a un pubblico di giovani e di adulti questo genere di concerti che nasce soprattutto «dal desiderio di formare il pubblico alle più svariate tipologie di scritture musicali e di facilitarne l’ascolto, con la conoscenza di volta in volta delle varie famiglie di strumenti dell’orchestra».
Come dire? Una prova d’autore – il maestro Arlia non lo dice esplicitamente ma lo fa capire – affidata questa volta a questo straordinario musicista calabrese che ancora una volta fa parlare di sé e della sua storia, ma anche della sua terra natale e dei ragazzi che oggi pomeriggio suoneranno per lui.
L’idea di mettere in scena Inedita-Mente Cilea nasce proprio grazie ad uno studio che Filippo Arlia ha intrapreso insieme ai ragazzi del Conservatorio di Musica “P. I. Tchaikovsky” di Nocera Terinese, e di cui è anche direttore.
«Esattamente due anni fa – racconta il Maestro Arlia – durante la pandemia, abbiamo svolto un lavoro di ricerca sulle musiche inedite di Francesco Cilea, e devo dire che alcune scoperte sono state entusiasmanti, perché il Maestro Cilea è stato un genio. Inedita-Mente Cilea non sarà soltanto un concerto, ma anche un lavoro discografico, perché questo programma, che abbiamo già registrato con I Virtuosi del Teatro alla Scala, sarà pubblicato da Brilliant Classics e distribuito poi in tutto il mondo”.
Dietro tanta attesa per questo debutto milanese di Filippo Arlia alla Scala si muove silenziosa, quasi come un’ombra, la sua storia professionale e artistica. È ancora giovanissimo Filippo quando si diploma in pianoforte presso il Conservatorio “Torrefranca” di Vibo Valentia, ha solo 17 anni, e chiude questo primo ciclo della sua formazione con il massimo dei voti, la Lode, e la Menzione d’Onore. Filippo cresce come musicista sotto la guida di Antonella Barbarossa, acquisendo così – ricorda lui stesso – «i metodi e le tecniche della scuola pianistica della famosa didatta Lethea Cifarelli, allieva prediletta di Edwin Fischer». Completa poi la sua formazione umanistica, dopo aver preso una laurea magistrale in Giurisprudenza presso l’Università “Magna Graecia” di Catanzaro, lascia tutto, testi di diritto e l’idea della toga, per dedicarsi questa volta solo alla musica.Un avvocato mancato, forse, ma grazie alla sua tenacia e alla sua perseveranza Filippo diventa immediatamente un musicista di grande successo.
La sua passione e la sua versatilità – dice la critica che più conta – lo portano ad esibirsi come pianista, almeno inizialmente, e subito dopo come direttore d’orchestra nei teatri di mezzo il mondo ma a dispetto del successo e dei riconoscimenti conquistati un po’ dovunque sceglie di non lasciare la sua terra di origine, di restare in Calabria, e di considerare il mondo come una destinazione comodamente raggiungibile dalla sua casa di Cosenza. Non contento di questo Filippo diventa anche il più giovane direttore di conservatorio in Italia.
Oggi il suo entusiasmo è alle stelle, ma tutto questo è abbastanza comprensibile e scontato.
«Il Teatro alla Scala – riconosce – è un tempio della musica. Da questo palcoscenico sono passati i più grandi della storia, non crede che sia normale e quasi naturale avere una sorta di timore reverenziale? Personalmente ho avuto l’onore di dirigere alla Carnegie Hall di New York, alla Novaya Opera di Mosca, ma è chiaro che dirigere un programma, qui Alla Scala, ha un valore ancora più speciale per me, visto che sono figlio di questo Paese».
– Maestro, le ricordo che lei ha diretto alcuni dei musicisti più noti del nostro tempo, Sergej Krylov, Yuri Shishkin, Michel Camilo, Sergei Nakariakov, Ilya Grubert, Danilo Rea, Giovanni Sollima, Eugenio Bennato, la rete è piena di questi riferimenti…
«Capisco che non è facile capire fino in fondo i sentimenti che nutro in questi momenti, ma vede: il mondo intero identifica il Teatro alla Scala come un simbolo di “italianità” di cui tutti noi dobbiamo essere orgogliosi, e l’evento di oggi assume per me che sono figlio della Calabria un carattere ancora più significativo, visto il lavoro quasi monografico che abbiamo dedicato a Francesco Cilea,mio conterraneo, ma prima di tutto un grande protagonista della storia della musica».
A questo punto è giusto ricordare, a chi non lo sa, che il musicista cosentino ha già lavorato con alcuni dei cantanti più conosciuti a livello internazionale nel mondo della lirica, da Dimitra Theodosiou a Giovanna Casolla, da Fabio Armiliato ad Amarilli Nizza, da Sonia Ganassi a Carlo Colombara, da Maria Pia Piscitelli a Roberto Frontali.Ma tantissime sono state le sue collaborazioni con grandi etichette discografiche come Sony Music, Warner Classics, Brilliant Classics, e chi più ne ha più ne metta.
Un successo dietro l’altro che oggi fa di questo artista così poliedrico e completo uno dei “figli d’arte” certamente più conosciuti e più famosi della Calabria nel mondo. Più di 400 concerti come solista e direttore in più di 30 paesi al mondo, ma Filippo Arlia ha già diretto orchestre dal prestigio storico come l’Orchestra Sinfonica di Sanremo, Haifa Symphony Orchestra, I virtuosi del Teatro alla Scala, Cairo Symphony Orchestra, Jerusalem Symphony Orchestra, e ha calcato alcuni dei palcoscenici più prestigiosi della storia della musica,la Carnegie Hall di New York, la Cairo Opera House, l’Auditorio Nacional de Musica di Madrid, la Novaja Opera di Mosca, Smetana Hall di Praga, e nel 2015 inaugura la stagione del Teatro Municipale di Piacenza sul podio dell’ Orchestra Filarmonica Toscanini.
Non è tutto. Cinque anni fa, nel 2017, presenta il suo disco Duettango in diretta su RAI Radio 3 per i Concerti del Quirinale a Roma, confermando il suo estro e la sua capacità di cambiare continuamente registro. Indimenticabile poi la sua performance, nel 2019, sul podio dei Berliner Symphoniker con Stefano Bollani al pianoforte al Teatro Filarmonico di Verona.
Finalmente una pagina importante per i calabresi che vivono qui a Milano. Ma non solo per loro. (pn)