ZES UNICA, VEDI IL MODELLO CALABRIA
TRA PERPLESSITÀ E UN PO’ DI OTTIMISMO

di ANTONIETTA MARIA STRATI – «Per la Calabria possiamo fare un bilancio che è estremamente positivo»: è quanto ha dichiarato Giosy Romano, commissario straordinario della Zes Calabria e Campania, nel corso della presentazione dello studio sulle esperienze italiane, nel più ampio contesto delle Zes in Europa, di The European House – Ambrosetti.

Calabria e Campania, infatti, si sono piazzate al primo posto tra le otto Zes italiane per la distribuzione degli investimenti del Pnrr. Dati importanti, che confermano l’importanza, il ruolo e l’impatto delle Zes sull’economia italiana. Se tutte le Zes del Sud Italia performassero come quella campana, «complessivamente sarebbero in grado di attivare – in via diretta, indiretta e indotta – circa 83 miliardi di Euro, pari al 23% del Valore Aggiunto complessivo del Sud Italia».

«Bisogna tener conto, in questa valutazione del Bilancio – ha aggiunto Romano – di qual era lo stadio di partenza e qual è lo stadio di arrivo perché considero quello che oggi andiamo a certificare una sorta di arrivo rispetto ad un percorso che era stato intrapreso. Con una missione strategica dello sviluppo della regione che muove dalla presa d’atto e dalla coscienza di quello che era lo stato dell’arte quindi un impianto industriale per certi versi un po’ abbandonato a sé stesso».

Assieme a Romano, alla tavola rotonda La Zona Economica Speciale (ZES). Campania e Calabria, risultati raggiunti e sfide aperte hanno partecipato anche il Coordinatore della Segreteria Tecnica, CAIE – Comitato Attrazione Investimenti Esteri, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Amedeo Teti, del Presidente aggiunto della Corte dei Conti, Tommaso Miele, dell’Head of Corporate Italy di Unicredit, Luisella Altare, dell’Executive Director Sales & Marketing Imprese di Intesa Sanpaolo, Anna Roscio, del Presidente del Consiglio delle Rappresentanze Regionali e per le Politiche di Coesione Territoriale e Vice Presidente di Confindustria Vito Grassi, del Componente di Giunta di Presidenza con delega sulle ZES di Confapi, Raffaele Marrone, della Responsabile Affari Istituzionali, Baker Hughes, Barbara del Sala e del CEO & Founder Tea Tek, Felice Granisso.

La Tavola Rotonda ha consentito di stimolare un confronto di rilievo nazionale sull’efficacia della Zes come strumento di attrattività per gli investimenti in tutto il Sud Italia, e di favorire una consapevolezza sugli indirizzi di policy che è opportuno prevedere per il futuro, soprattutto in vista della nascita – dal 1° gennaio 2024 – della Zes Unica per il Mezzogiorno, che ingloberà Abruzzo, Basilicata, Campania, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna.

In Calabria, l’attenzione e le azioni del Commissario Zes sono state indirizzate, invece, alla rapida implementazione delle opere infrastrutturali e alla messa in sicurezza delle aree industriali, con l’impiego di fondi e investimenti per 19,9 milioni di euro. In particolare, è stato perseguito l’obiettivo di rafforzare le condizioni di legalità mediante il programma operativo “Legalità” FESR/SE 2014/2020, con interventi di miglioramento del sistema di trasporto delle merci, l’attivazione di sistemi di videosorveglianza e controllo accessi, l’implementazione di sistemi di monitoraggio dei siti industriali, infrastrutture per monitoraggio dei dati e un centro di controllo e sala crisi. 

La Zes Campania, invece, dal suo avvio è riuscita ad attrarre investimenti per circa 900 milioni tramite l’autorizzazione Unica e 1,1 miliardi con lo strumenti del credito di imposta. Somme di cui hanno beneficiato in particolare i settori dei servizi di logistica e della farmaceutica e ha generato una ricaduta positiva sull’occupazione locale stimata di oltre 8.000 persone. Ancora più rilevanti, gli effetti positivi generati dalle attività delle filiere in totale (sommando effetto diretto, indiretto e indotto). Secondo le stime di The European House – Ambrosetti, gli investimenti attratti dalla Zes Campania attiveranno 23 miliardi di euro in termini di Valore Aggiunto e oltre 20.000 posti di lavoro.

I dati di Campania e Calabria, per Cetti Lauteta, head of scenario Sud di The European House – Ambrosetti, non lasciano dubbi: la Zes è uno strumento di attrazione degli investimenti.

«Su questo, l’esperienza della Campania non lascia dubbi: nonostante le numerose complessità che caratterizzano il Sud e il poco tempo di effettiva operatività, lo strumento della Zes dimostra la sua validità per sostenere la crescita economica di questa parte importante di Paese, che merita strumenti e risposte dedicate», ha detto Lauteta, sottolineando come «il passaggio alla Zes Unica dovrà essere affrontato garantendo che non ci siano discontinuità nei trend positivi che stiamo registrando, con un perfetto coordinamento tra centro e periferie».

Per il commissario Romano, i dati sono «straordinariamente significativi e fonte di grande soddisfazione: 2 miliardi di euro e 73 autorizzazioni uniche in poco più di un anno in Campania, con una previsione di circa 20 mila nuovi posti di lavoro, sono numeri da record. Se si aggiunge la Calabria, le autorizzazioni uniche salgono a 84. Scegliere di fungere direttamente, nel rispetto della previsione normativa, da stazione appaltante ha consentito di aggiudicare tutte le gare affidateci quale soggetto attuatore».

Tornando all’esperienza in Calabria, Romano ha ricordato come «in ragione delle lunghe vicissitudini degli enti preposti al governo del territorio per le aree produttive.  E così siamo riusciti a determinare in un arco temporale assolutamente risicato, che è di circa un anno dal mio insediamento, gli strumenti operativi per poter addivenire ai risultati e, quindi muovo dalle infrastrutture e siamo partiti in questa visione strategica di politica industriale nel realizzare dapprima le infrastrutture immateriali. Penso allo sportello del commissario di governo che ha, comunque, permesso di sviluppare e di sveltire una serie di autorizzazioni che erano in qualche modo incancrenati in cui si è trattato, in prima battuta, di tenere conto degli investimenti che volevano essere realizzati ma che non trovavano lo strumento per realizzarsi. E penso ai casi di Callipo e Baker Hughes che cito come emblematici nello sviluppo del territorio, ma si è pensato anche a realizzare le infrastrutture materiali che potessero recepire gli ulteriori insediamenti produttivi così da rimettere in pista il tessuto produttivo della regione almeno in termini uguali a quello delle altre regioni».

«Perciò abbiamo con forza – ha rimarcato – con caparbia ricercato un finanziamento comunitario che permettesse la realizzazione di infrastrutture nelle aree industriali a muovere da quella della realizzazione delle opere di vigilanza sulle aree industriali stesse anche sotto il profilo ambientale e abbiamo bandito la procedura di evidenza pubblica che troverà a giorni la sua attuazione con questa realizzazione di un impianto di videosorveglianza che cuba circa venti milioni di euro e che permetterà a quelle aree della Calabria di riuscire a recepire ulteriori insediamenti con una peculiarità che sono poste le basi per riuscire a sveltire i processi anche in un’epoca successiva».

«Faccio un esempio banale che è quella che nei primi giorni dall’introduzione dello strumento dello sportello digitale coloro che davano credito a questo strumento erano davvero pochi, si contavano sul palmo di una mano. Ad oggi è continuo l’accedere allo sportello da parte delle imprese – ha spiegato – e abbiamo in corso almeno una trentina di conferenze di servizi che genereranno altrettante nuove autorizzazioni. Insomma si è finalmente compreso quanto lo strumento potesse riuscire a rendere sotto il profilo operativo».

Per quanto riguarda la Zes Unica, The European House – Ambrosetti ha elaborato tre direzioni su cui ci si dovrà concentrare. 

Prima di tutto, «la nuova direzione di governance della ZES Unica dovrà mantenere un approccio radicato al territorio, fungendo da cabina di regia per identificare una strategia di sviluppo armonica in tutto il Sud. A questo fine, si suggerisce di mantenere attive le strutture operative regionali, che avranno il compito di relazionarsi con investitori, erogare le autorizzazioni uniche e laddove possibile – garantire l’attuazione degli investimenti del Pnrr, delegando l’azione strategica alla nuova struttura di missione Zes presso la Presidenza del Consiglio dei ministri».

«Le diverse revisioni ai meccanismi di incentivazione fiscale – viene rilevato – generano un elevato livello di incertezza che scoraggia gli investimenti. Per questo motivo, ad oggi una linea di intervento dovrebbe riguardare l’allineamento degli incentivi fiscali al valore massimo ammissibile dalla normativa sugli Aiuti di Stato europea».

«Ad oggi – ha rilevato The European House – Ambrosetti – la nuova Zes unica ha una connotazione «generalista», in quanto ricadente su tutto il territorio meridionale e senza alcun indirizzamento sulle specializzazioni produttive (spesso complementari) che connotano le singole Regioni. Questo – unitamente alle oggettive difficoltà a mappare le aree effettivamente disponibili per gli investimenti – può ridurre l’incisività delle Istituzioni nazionali e regionali nelle attività di promozione. Si popone, dunque, di destinare alcune aree delle regioni meridionali allo sviluppo di filiere a maggior potenziale industriale/manufatturiero, promuovendo la creazione di cluster e l’insediamento di aziende riconducibili ad alcuni settori e ambiti ad altro potenziale di crescita».

Infine, Ambrosetti propone di realizzare, in seno alla Cabina di Regia centrale, «un team dedicato all’attività di monitoraggio volta a: analizzare le tempistiche di rilascio delle Autorizzazioni Uniche e identificare eventuali colli di bottiglia; mappare progettualità e investimenti di rilievo nella ZES Unica; stimare gli impatti generati dai nuovi investimenti, al fine di indentificare quelli a maggior contributo prospettico e indirizzare la programmazione di attrazione degli investimenti di medio e lungo periodo».

Una proposta nata in quanto, ad oggi, «gli investimenti autorizzati, con le relative specifiche, dalle Zes italiane non sono sistematizzati all’interno di un unico database, a causa dell’assenza di un’attività di monitoraggio centralizzato. Questo rende difficile, anche in ottica di creazione della Zes Unica, la condivisione di best practice e l’accountability nella gestione della richiesta degli investimenti e di rilascio delle autorizzazioni». (ams)

 

I DUBBI DI OCCHIUTO

Il Presidente della Regione ha evidenziato come «estendere la Zes a tutto il Mezzogiorno è un’opportunità» ma «sono preoccupato un po’ per la governance».

Occhiuto, dicendosi soddisfatto «del lavoro svolto dalle Zes Calabria», ha ricordato come «abbiamo dato autorizzazioni in pochissimo tempo ma le ma le Zes restano comunque uno strumento, poi ci vogliono sempre le persone giuste per far funzionare gli strumenti».

Da qui la perplessità sulla governance della Zes unica, in cui Occhiuto auspica che «il governo trovi un meccanismo di equilibrio di queste aree che consenta di ottenere la stessa efficacia dei risultati finora ottenuti. L’attrazione degli investimenti è utile a generare un tessuto di opportunità che consente alle regioni del Sud di crescere».

Alla domanda sul futuro e le sfide aperte Occhiuto ha aggiunto: «io sono un sognatore. Credo che le regioni del Sud, a ridosso del Mediterraneo, possano vivere oggi quello che le regioni del nord vicine al polo manifatturiero europeo hanno vissuto in passato, quando consolidarono il loro sviluppo».

«Il Mediterraneo in questo periodo – ha sostenuto il presidente della Regione Calabria – vive un momento di grande complessità per il conflitto recente ma i Paesi che si affacciano sulla sponda sud del bacino dovranno essere stabilizzati, e sicuramente cresceranno con un tasso superiore a quello europeo. Rispetto a questo quadro Calabria e Sicilia, tutto il Sud, possono essere un hub per garantire l’attrazione di maggiori investimenti». (rrm)

La tre giorni del Mediterraneo: la Zes vera chiave di sviluppo

È la ZES la vera chiave dello sviluppo della Calabria, all’insegna della legalità e contro l’inquinamento delle aree industriali. La tre giorni sul Mediterraneo che si è tenuta a Gizzeria Lido porta un bilancio di buone intenzioni, soprattutto per la prevenzione dei reati legati all’industrializzazione.

Alla giornata di chiusura ha preso parte anche la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro: «La partita della sicurezza è fondamentale per la Calabria – ha detto –. È evidente che l’immagine di una terra non sicura abbia disincentivato nel corso degli anni la scelta di orientare qui investimenti produttivi».

E, a proposito di investimenti, l’ingegnere Francesca Marino, alla guida della Baker Hughes – Nuovo Pignone di Vibo Valentia, ha annunciato che la multinazionale ha presentato un piano di sviluppo per oltre venti milioni di euro connesso a una richiesta autorizzativa di ampliamento inoltrata all’ufficio del commissario Zes. «Una multinazionale – ha detto l’ingegnere Marino – è spinta ad investire in un luogo piuttosto che in un altro se trova la concorrenza di più condizioni favorevoli: facilitazioni, semplificazioni ma anche capitale umano. Queste condizioni, grazie anche alla collaborazione con l’Unical, in questo momento le abbiamo trovate qui. Abbiamo trovato una Calabria che va veloce, una regione, un ufficio Zes che vanno più veloci delle nostre stesse scelte. E per me, che sono calabrese di ritorno, è fonte di grande motivazione».

«Questa tre giorni non è stata una passerella», ha detto il commissario Giosy Romano in conclusione. «Volevamo mettere insieme un approdo e una partenza, strettamente coincidenti ragionando per ossimoro. La Calabria è una miniera, diceva ieri Callipo, c’è bisogno di una chiave per aprire la porta del Mediterraneo, suggeriva il ministro egiziano Ibrahim Ashmawy. Per dare un’immagine del cammino fatto finora posso dire che abbiamo trovato un terreno vergine e contaminanto allo stesso tempo. Abbiamo iniziato togliendo i sassi, per rendere fruibile la semina e renderla compatibile con il raccolto dello sviluppo. Tutto questo no sarebbe stato possibile senza interlocuzioni istituzionali, innanzitutto quella del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, e del  presidente di Unindustria, Aldo Ferrara.

L’infrastruttura immateriale del progetto sicurezza che abbiamo presentato oggi è una semina ulteriore: mi sento di dire che entro un anno il progetto potrà essere attuato anche per i poteri in deroga al codice degli appalti di cui il commissario di governo è dotato. Il progetto (Pon legalità del Ministero dell’Interno) prevede il monitoraggio delle matrici ambientali (acqua, aria, suolo) e la videosorveglianza dei siti industriali per contribuire al contrasto degli illeciti e favorire interventi di prevenzione.

È all’ordine del giorno anche la questione dell’ampliamento del perimetro delle aree industriali ricadenti in area Zes che risale al documento strategico regionale del 2017 che ha delle lacune per evidenti errori progettuali. La linea è quella di provvedere alla sottrazione delle aree non edificabili dal computo delle aree suscettibili di insediamento.

Ora ci aspetta un salto. La sfida successiva è creare un corridoio privilegiato tra la Calabria e l’altra sponda del Mediterraneo. Deve esserci un interesse reciproco, è un principio economico e dobbiamo mettere a sistema questo rapporto. Ci sono tutte le condizioni per raggiungere l’obiettivo. Abbiamo un grande vantaggio, quello di non dover individuare una direzione, è certa, è verso Sud, dobbiamo solo trasformare la potenza delle braccia che vanno in una direzione in energia». (ed)