Caro scuola, il Forum famiglie Calabria riconosce il gran lavoro della Princi

A poche settimane dall’avvio del nuovo anno scolastico le famiglie si trovano, ancora una volta, alle prese con il caro scuola. A trovarsi in difficoltà sono soprattutto gli studenti della Scuola Secondaria di II grado, per i quali si stima, in media, una spesa di 1.100€ a ragazzo per libri e corredo scolastico. Non è un problema nuovo: già per l’A.S. 2022/2023 il Forum delle Associazioni Familiari ha supportato diverse famiglie nell’acquisto dei libri di testo grazie al progetto “Un euro a famiglia”. L’ulteriore rincaro previsto, però, impone una riflessione.

Molte famiglie, infatti, non possono sostenere quei costi o, quando possono, riescono con enormi difficoltà. La conseguenza, spesso, è la dispersione, quando non l’abbandono scolastico di ragazzi tra i 16 e i 18 anni. Un fenomeno che riguarda la nostra regione. È una evidente negazione del diritto allo studio previsto dalla nostra Costituzione, oltre che un’ipoteca sul futuro che ha bisogno che i giovani abbiano un’istruzione di qualità. Come sempre, le famiglie si stanno ingegnando, ricorrendo sempre di più al mercato dell’usato o allo scambio/regalo, prassi utile a risparmiare, ma che diventa sempre più difficile, anche a causa dei libri di testo cambiati troppo in fretta. In Calabria, si registrano buone prassi all’interno delle scuole e la Regione ha in essere un provvedimento legato all’Isee (fino a seimila euro) che spesso risulta ingiusto per delineare le condizioni economiche delle famiglie.

Il Forum riconosce alla vicepresidente della Regione Giusy Princi, con delega all’istruzione una grande attenzione a questi temi e chiede di fare di più. Diverse altre regioni, prevedono un Iste più elevato fino a 15.748,78 €uro per gli studenti della scuola superiore delle agevolazioni per l’acquisto dei libri di testo o del materiale scolastico. Si tratta, tuttavia, di iniziative a macchia di leopardo, ma importanti anche per fare fronte a divari territoriali nel sistema di istruzione dei quali, periodicamente, si torna a parlare. Investire sulla scuola vuol dire credere nel futuro dei territori e della Regione. Supportare le famiglie perché possano consentire ai figli di seguire le proprie aspirazioni, frequentando il corso di studi più adatto a loro, è un compito inderogabile e ancora più urgente nel contesto sociale attuale. (rcz)

Nastri d’argento, le congratulazioni della Princi a Salvatore Clemensi

«Fierezza e soddisfazione, è ciò che mi trasmette sapere che un reggino, un calabrese, raggiunga traguardi importanti e successo. Mi riferisco in questo caso a Salvatore Clemensi, tra i migliori hair-stylist e talento straordinario nel mondo della moda e di tutto ciò che riguarda il look, che anche quest’anno è stato indicato quale Direttore artistico del settore acconciature per Wella nell’ambito di “Nastri d’argento”, il più antico e prestigioso premio cinematografico italiano».

A dirlo è Giusi Princi, vicepresidente della Giunta regionale della Calabria, nell’esprimere grande contentezza per un importante traguardo raggiunto dal noto professionista ed imprenditore di Bova Marina.

«Con la nomina a Direttore artistico del settore acconciature, Clemensi si appresta a raggiungere un nuovo livello di eccellenza, consolidando la sua reputazione di leader nel campo hairstyling, diventando di conseguenza motivo di orgoglio per tutto il territorio d’appartenenza. Questo riconoscimento è la testimonianza di una straordinaria creatività, di capacità di innovare, di impegno costante, di passione per la bellezza. Tutti valori che Salvatore Clemensi sa esprimere non solo sui grandi palcoscenici, ma anche nella sua attività quotidiana, in quei saloni dove si confronta giorno per giorno con le esigenze di tantissimi, prestando la medesima peculiarità e dedizione con cui affronta le sfide d’eccezione. Per questo motivo sono certa – aggiunge Giusi Princi – che Clemensi continuerà a raggiungere grandi traguardi nella sua professione ed a stupirci con il suo talento sorprendente.
Non di meno, è da evidenziare anche e soprattutto la voglia di rimanere in Calabria ed investire qui, creando quella che nel tempo è diventata una solida attività che dà opportunità di lavoro a tanti giovani calabresi.
Pertanto – conclude la Vice di Roberto Occhiuto – auguro a Salvatore Clemensi il meglio nella sua carriera. Grazie per averci reso fieri e orgogliosi di vedere che il talento imprenditoriale della nostra terra venga riconosciuto, esaltandone l’eccellenza, attraverso la partecipazione ad un evento di caratura internazionale». (rrc)

SE RIPARTE REGGIO, RIPARTE LA CALABRIA
LA SFIDA DI OCCHIUTO SULL’EX CAPOLUOGO

di SANTO STRATI – Più che la devozione poté l’obbligo di coerenza con i cittadini di Reggio, ultimi di una Calabria già ultima. Sabato era festa della Madonna del Pilerio a Cosenza, alla quale il presidente della Regione è particolarmente devoto, ma Roberto Occhiuto ha voluto essere di presenza a Reggio, unitamente alla sua vice Giusy Princi (che la delega per le Azioni straordinarie per la Città di Reggio) e l’assessore (ancora per poco) Tilde Minasi, per presentare un programma che rivela soprattutto un’inversione di tendenza.

Erano anni che la Città di Reggio era stata tenuta in disparte, “cenerentola” ed ex capoluogo di regione, da qualsiasi progettualità e piani di sviluppo. A partire dall’Aeroporto dello Stretto ridotto a scalo da terzo mondo, con orari di volo impossibili e incompatibili con le esigenze della clientela anche della dirimpettaia Messina. 

Si cambia registro e dopo i primi cento giorni, Occhiuto vuole mostrare anche ai reggini una Calabria che non ti aspetti, ovvero una Regione attenta a tutti i calabresi, senza distinzione di latitudine o colore politico.

E così i “magnifici” tre del rilancio della Città metropolitana e della città dello Stretto hanno snocciolato in una conferenza stampa abbastanza affollata di deputati, sindaci e amministratori locali, i numeri di quello che la Regione pensa di fare a Reggio. Con un assunto principale: se riparte Reggio può ripartire tutta la Calabria. Una sfida che Roberto Occhiuto vuole portare avanti con convinzione – bisogna riconoscerglielo – e una determinazione che piace molto ai calabresi, un po’ meno all’opposizione. Il punto è che qualsiasi progetto di crescita, sviluppo e rilancio della Regione, anche alla luce della ripartizione dei fondi Pnrr e dei progetti in essere, non può prescindere da una auspicata “collaborazione” anche da parte di quell’opposizione che al governo centrale fa parte della insolita maggioranza allargata che s’è inventato il premier Draghi per il suo governo.

Le dichiarazioni d’esordio sono sufficientemente propositive: «Oggi presentiamo i risultati del lavoro di squadra che la Giunta ha realizzato impegnandosi in maniera sinergica. Sono stati tre mesi intensi nei quali abbiamo cercato di dare un’idea della Calabria diversa dal passato. Non è semplice, ma noi ce la stiamo mettendo tutta». Già, quando presentò la sua Giunta, Occhiuto aveva mostrato una certa idea di attenzione nei confronti dei reggini, assegnando alla vicepresidente Giusy Princi una delega mai vista in 50 anni di Regione: “Azioni di sviluppo per la Città Metropolitana di Reggio Calabria”. Se si pensa che Falcomatà, nonostante fosse dello stesso partito di Oliverio, non è mai riuscito in cinque anni a farsi assegnare le deleghe esecutive dalla Regione, s’intuisce che siamo davvero a una svolta epocale. 

Insomma, si cambia, ma, soprattutto, sarebbe opportuno che si cominciasse a mettere da parte localismi e campanilismi ormai antistorici e si remasse tutti insieme verso obiettivi di crescita che abbiano protagonisti i giovani, le donne, tutti i cittadini. Offrendo una sanità degna di questo nome, una mobilità adeguata, il rilancio di infrastrutture, stazioni, aeroporti, strade. E incentivazioni che facciano da attrattore convincente per gli investitori che aspettano di avere condizioni “irripetibili” per realizzare piani industriali al Sud. C’è la Zes, la zona economica speciale, legata al Porto di Gioia Tauro, nel cui retroporto possono trovare centinaia di nuove attività manifatturiere e microindustriali di trasformazione dei prodotti che arrivano via container. Il Porto di Gioia è una risorsa non solo per la Città metropolitana, tampoco per la regione, bensì è un volano di sviluppo per tutto il Mezzogiorno e l’area del Mediterraneo, ben oltre i confini nazionali.

Sono tutti elementi ben chiari al presidente Occhiuto, adeguatamente supportato da un’ottimo vicepresidente che, pur non dimenticando di essere orgogliosamente reggina, ha mostrato un grande equilibrio nelle scelte operative senza favoritismi e senza obiettivi finalizzati a singole realtà. 

«Non è facile – ha fatto notare la vicepresidente – stare al passo del presidente Occhiuto che vuole con forza una Calabria diversa. In campagna elettorale aveva detto che avrebbe dato a Reggio una centralità assoluta e lo ha fatto: tutti gli interventi sono connotati da una linea di azione impongono due elementi imprescindibili: trasparenza e merito. Il Presidente, sin dall’inizio, ha affermato che il merito non ha colore politico ma competenze e su questo piano, Occhiuto ha fatto una vera rivoluzione. Siamo orgogliosi dei risultati che caratterizzano la Provincia».

Analoga dichiarazione “d’amore” da parte di Tilde Minasi, reggina anche lei, prossima a lasciare – a quanto sembra – la delega di assessore alle Politiche Sociali a favore del seggio del Senato che le spetta di diritto, ma è incompatibile con l’incarico di assessore regionale: «Il presidente Occhiuto – ha detto la Minasi – ha cementato lo spirito di squadra e non si è mai sottratto a tutti i dossier portati alla sua attenzione. Conosciamo bene le criticità e la genesi di una Regione messa a dura prova nell’ultimo decennio e da reggina, non posso che ringraziare il Presidente per l’attenzione data all’Area Metropolitana di Reggio Calabria. Mi fa piacere che siano presenti i sindaci che saranno interessati ai vari progetti, occasioni uniche che ci spronano a seguire questo modus operandi incisivo che cambierà il futuro della Regione».

Occhiuto ha ovviamente gradito gli elogi delle «bravissime donne al mio fianco che stanno dando un importante contributo alla Giunta» e poi ha elencato le azioni in programma: «Abbiamo riprogrammato i fondi del Psc e hanno trovato finanziamento per 65 milioni di euro la strada per Polsi, investimento necessario per contrastare la ‘ndrangheta, 20 milioni per la SSV Reggio-Cardeto e 20 milioni saranno spesi per  la strada Fiumara-San Roberto (3,5 Km che vanno a completare SSV Campo Calabro – San Roberto). Abbiamo pensato anche a Gambarie e stiamo valutando di integrare i finanziamenti per la seggiovia e per una cabinovia». Non minore importanza è stata data alla gravissima e insostenibile situazione dello scalo reggino: «Ci sono i 25 milioni di euro per rilanciare l’aeroporto “Tito Minniti” stanziati nella legge di bilancio (del 2019, ndr) grazie all’emendamento Cannizzaro che vanno spesi bene ed è necessario fare un piano industriale per lo sviluppo dell’aeroporto. Ita Airways sta riducendo i voli disponibili per Reggio e la prossima settimana, parlerò con il dg per rivedere la decisione. Stiamo valutando anche di acquisire il totale della partecipazione di Sacal, ci hanno risposto che sono pronti a cedere il 52%, certo se riuscissimo ad acquisire l’intero pacchetto risolveremmo tutti i problemi».

La vicenda Sacal, la società di gestione dei tre aeroporti regionali che ha vistosamente penalizzato lo scalo di Reggio e quello di Crotone a vantaggio di quello di Lamezia, non presenta una soluzione facile: il “colpo di mano” che ha privatizzato la società (scoperto dallo stesso Occhiuto) grazie alla colpevole “cecità” della Regione, non può risolversi in un ulteriore vantaggio a favore di azionisti privati “pronti a vendere anche tutto”. Sulla Sacal pesa l’ipotesi di revoca della concessione e questo dovrebbe indurre a più quieti atteggiamenti dell’attuale compagine societaria nei confronti della Regione. L’ideale sarebbe “regionalizzare” per intero la società che dovrà gestire i tre aeroporti (individuando figure apicali capaci, competenti e in grado di creare un vero rilancio di rete), aprendo successivamente alle amministrazioni locali, ma anche ai privati. Oppure, nel caso di acquisizione della Sacal prevedere, come ha suggerito la task force reggina guidata da Salvatore Chindemi, creare uno scorporo della società con una delega speciale per lo scalo dello Stretto.

Naturalmente, Occhiuto ha parlato anche di Sanità: «La Calabria ha delle vere eccellenze – ha rimarcato – ma vanno organizzate meglio. Abbiamo centri vaccinali che hanno funzionato bene e visto che tra qualche mese ci si vaccinerà di meno, ho pensato che questi centri non vanno smantellati ma trasformati in luoghi fisici per fare prevenzione, per eseguire gli screening per le varie malattie. Quando dico di essere preoccupato per il sistema sanità reggino è perché il Commissariamento c’è stato per una approssimazione della gestione regionale e ha portato a non investire sulle strutture e sul personale. Per questo, ho fatto un investimento di 86 milioni di euro per apparecchiature e farò un altro decreto per ulteriori 50 mln di euro, sempre per attrezzature sanitarie. Ho sbloccato le assunzioni con concorsi a tempo indeterminato e, visto che l’Asp di Reggio Calabria potrebbe assumere 500 persone e, da anni, non riesce a farlo per un deficit amministrativo, ho chiesto al Governo di essere autorizzato dall’Agenas (agenzia nazionale per i servizi sanitari) per fare i concorsi al posto dell’azienda provinciale. Sulla sanità di Reggio Calabria c’è un grandissimo lavoro da fare e ci giochiamo tutto. Stiamo attivando con l’ospedale pediatrico “Bambino Gesù” un progetto importante ma ne parleremo tra qualche mese – conclude il Governatore -. Io guardo con attenzione la provincia di Reggio ma aiutatemi con idee e proposte anche se alla guida della Regione c’è un presidente di Cosenza».

Appunto, non importa il luogo di nascita del Presidente. Serve la voglia di realizzare un progetto comune, un ampio piano di sviluppo. 

Dopo i primi 100 giorni, tutto sommato di grande efficacia, i calabresi ora si aspettano qualche fuoco d’artificio. In riva allo Stretto hanno già cominciato. Ma non è una festa patronale: è in gioco il futuro dei nostri ragazzi, la qualità della vita dei cittadini, la risposta adeguata all’orgoglio di essere calabresi. (s)

Bronzi di Riace: un Comitato regionale per festeggiare i 50 anni del ritrovamento

Sarà un Comitato di coordinamento istituzionale a guidare le celebrazioni per i 50 anni dal ritrovamento dei Bronzi di Riace. La proposta della vicepresidente della Regione Calabria Giusy Princi è stata accolta dalla Giunta che l’ha approvata mostrando il grande interesse dell’Ente per valorizzare un evento di grande rilevanza, non solo di promozione culturale ma anche turistica.

«Si tratta – ha detto la Princi – di un primo passo volto a pianificare e realizzare, nel corso di tutto il 2022, un grande programma unitario di valorizzazione dei guerrieri che tutto il mondo ci invidia».

Accanto al VicePresidente, il Comitato vede impegnati l’Assessore regionale allo Sviluppo economico e attrattori culturali, Rosario Varì, e l’Assessore regionale al Turismo, marketing territoriale e mobilità, Fausto Orsomarso, e mira a coinvolgere tutte quelle Istituzioni che a vario titolo intervengono in modo preminente nel processo di promozione del patrimonio museale di Reggio Calabria. Infatti, entreranno a far parte di esso anche il Direttore del Museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, il Dirigente generale del Segretariato Regionale per la Calabria del Ministero della Cultura, il Direttore del Polo museale della Calabria, il Sindaco della Città di Reggio Calabria, il Sindaco del Comune di Riace, il Sindaco della Città metropolitana di Reggio Calabria, il Rettore dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria e il Dirigente dell’Ufficio scolastico regionale per la Calabria. Il Comitato coinvolgerà anche Dirigenti dei Dipartimenti interessati: Istruzione, Formazione e Pari Opportunità, Sviluppo economico e attrattori culturali, Turismo, marketing territoriale e mobilità. Parallelamente sarà istituito un gruppo di lavoro tecnico-operativo arricchito dalle Associazioni del territorio funzionali al progetto.

«Ho inteso riunire allo stesso tavolo tutti i diversi attori territoriali che operano nell’ambito della valorizzazione del patrimonio museale di Reggio Calabria, per condividere un percorso di programmazione mirato alla promozione di un evento tanto importante – spiega la Vicepresidente Princi –. I Bronzi sono notoriamente il simbolo più significativo della nostra territorialità, non hanno un valore esclusivamente di tipo archeologico e storico. Rappresentano la nostra cultura, la nostra forza, le nostre radici. Ed è proprio per questi motivi che dobbiamo celebrare il loro ritrovamento in grande, far arrivare a tutto il mondo un messaggio positivo della Calabria. Ho inteso il Comitato non come un’entità chiusa e autoreferenziale, bensì quale organismo che si apre all’ascolto di tutto il territorio che vorrà contribuire a rendere unico questo progetto di valorizzazione e arricchimento. Presto, insieme ai colleghi Assessori, convocherò la prima riunione per avviare i lavori e passare alla fase fattiva. Investire sui bronzi – conclude la Vicepresidente – significa investire sull’immagine di tutta la Calabria a livello internazionale. Lo sa bene il Presidente Roberto Occhiuto, che ha già dato un forte impulso alla nascita del progetto e continuerà a farlo per dare alle celebrazioni il risalto che meritano.  (rcz)

La bella lettera di saluti della dirigente Giuseppina Princi alla Comunità del Liceo Da Vinci di Reggio Calabria

di GIUSY PRINCICarissimi studenti, docenti, genitori, assistenti e collaboratori, 

Non nascondo la difficoltà e l’emozione che accompagna la stesura di questa lettera che, fino a pochi giorni fa, non mi sarei aspettata di scrivere. Sto vivendo un momento particolare della mia vita professionale e personale ed il pensiero di allontanarmi dall’istituzione scolastica che è stata per dodici anni la mia seconda casa, il luogo degli affetti, il volano di mille progetti che hanno reso il nostro Liceo un punto di riferimento culturale per l’intero paese, suscita in me autentica sofferenza e commozione. 

Tuttavia, nonostante mi sia sempre tenuta lontana dalle dinamiche politiche ed abbia costantemente agito in autonomia nel percorso professionale, in questa occasione, in coerenza con l’impegno e l’abnegazione che mi hanno portata a sostenere ed a promuovere il nostro territorio, non ho potuto esimermi dall’offrire il mio contributo per lo sviluppo della Calabria, una Regione che ora più che mai ha bisogno del supporto di ciascuno per ottenere il riscatto che merita e proiettarsi in ambito nazionale e  internazionale.

È il momento di impegnarsi concretamente, grazie al sapiente utilizzo dei fondi del Pnrr, per risolvere i problemi atavici della nostra terra, ridurre le disuguaglianze sociali e culturali che spesso emergono dalle prove Invalsi, promuovere l’edilizia scolastica, rendere la Calabria una regione su cui si torni ad investire, in cui i nostri ragazzi abbiano il desiderio di tornare per realizzarsi professionalmente e per impiegare a vantaggio della loro terra il frutto della preparazione che con fatica e con impegno hanno conseguito. Ho sempre creduto nei giovani.

Per loro e con loro ho intenzione di agire concretamente. E tra le numerose, spesso inaspettate, attestazioni di stima che sto ricevendo in questi giorni, mi hanno particolarmente colpito le parole dei ragazzi che dimostrano, nella loro spontaneità, quanto sia gratificante il nostro ruolo di educatori e di quale sensibilità e affetto siano capaci gli studenti.  

E questa scuola è diventata un centro di eccellenza proprio grazie all’entusiasmo di voi studenti, grazie al sostegno delle famiglie, sempre attente e collaborative, grazie all’infaticabile lavoro di tutto il personale Ata che ha sempre curato la pulizia e l’organizzazione, dimostrando la consueta disponibilità nella risoluzione delle infinite incombenze che caratterizzano la vita scolastica, ma soprattutto grazie all’encomiabile impegno di voi docenti che avete sempre dimostrato competenza e passione educativa, che avete saputo reinventare la didattica e mettervi in gioco quando siamo stati in trincea, nel corso dei difficili mesi del lockdown. 

Non avete mai abbandonato la nave nei momenti più difficili, ma siete stati sempre disponibili a formarvi, a prestare aiuto, ad ascoltare, a mettere alla prova la vostra professionalità, giorno dopo giorno.  Insieme a tutti voi è nato il “Modello Vinciano”. 

Il “Vinci” di Reggio Calabria è davvero una scuola di eccellenza, ma non solo per i progetti e le sperimentazioni che vanno dalla Biomedicina, in rete con 204 licei a livello nazionale, ai corsi di inglese, spagnolo, arabo, cinese, giapponese, i percorsi didattici individualizzati, i laboratori artistico-espressivi, quali il corso di teatro o il coro, le numerose collaborazioni con le istituzioni culturali del territorio, le esperienze condivise con l’Università, nell’ottica di una scuola inclusiva e “pubblica”, di tutti e per tutti.

Essere Vinciani è tutto questo, ma è molto di più: significa condividere un sistema di valori, il senso di appartenenza, la solidarietà e la collaborazione tra docenti e tra docenti e studenti. “Fare squadra” al Vinci non è una frase fatta, è la realtà quotidiana che ci ha visti compatti nelle tempeste e che ci ha permesso di affrontarle con coraggio e determinazione. Questi valori, ormai interiorizzati, non possono essere travolti da un soffio di vento, ma restano impressi nella coscienza e si trasmettono per sempre nel processo didattico e nella relazione educativa. 

Per tutte queste ragioni, non mi sarà possibile dimenticare questa preziosa esperienza. Posso assicurarvi che continuerò a seguire tutti voi, ad emozionarmi per i vostri traguardi, ad incoraggiarvi nelle difficoltà, ad ascoltarvi nei momenti di sconforto.  

Non vi abbandonerò mai, perché sono anch’io… Vinciana per sempre. (gp)

AL VIA LA GIUNTA OCCHIUTO: ADDIO SPIRLÌ
IL PRIMO CONSIGLIO IL 15, CON 3 INCOGNITE

di SANTO STRATI –A una prima valutazione delle scelte del Presidente Roberto Occhiuto per la sua Giunta, il giudizio non può che essere positivo, fermo restando che bisognerà vedere all’opera le singole deleghe e capire se il “modello del fare” che il neogovernatore ha mostrato di voler adottare sarà seguito in toto. Già, perché risulta evidente che abbiamo (finalmente, dopo quasi un anno di precarietà governativa) un presidente “politico” che realizza le cose nel momento stesso in cui le pensa: non è piaggeria, ma evidenza che proviene dalle prime mosse che hanno caratterizzato la dodicesima legislatura, quella di Roberto Occhiuto. Il tempo di dire che voleva farsi assegnare il commissariamento della sanità della regione per restituirla ai calabresi ed ecco, d’incanto, che Draghi gliel’ha concesso subito, d’intesa con il Consiglio dei ministri. Ha detto che non voleva perdete tempo per la Giunta, ed ecco, nei tempi previsti, il nuovo governo. Sicuramente, Occhiuto, mostra di conoscere a menadito come funziona la politica (nazionale) e come va gestita quella regionale. Manca solo una pedina: l’assessore all’ambiente, ma Occhiuto lo presenterà a breve.

Le sue scelte per la Giunta si caratterizzano soprattutto per due elementi. Il primo riguarda il mancato rispetto dell’accordo pre-elettorale con Salvini circa la riconferma di Spirlì. Avevamo facilmente pronosticato, diversi mesi fa, che i patti in politica spesso durano lo spazio di una notte e che l’imbarazzante riconferma del facente funzioni avrebbe creato un grande disagio a un governo che ha bisogno di competenze e di capacità che si mettano a disposizione dei calabresi e della Regione. Così, Nino Spirlì esce di scena (con molta malcelata contentezza dei suoi stessi sodali di partito) e al suo posto va una donna, che dovrà difendersi da un pregiudizio parentale: è cugina del deputato Francesco Cannizzaro, quindi il pensiero corrente sarà quello che l’onorevole ha piazzato non solo una sua pedina, ma persino una parente. Niente di più sbagliato. Giuseppina Princi, meglio conosciuta da tutti come Giusy, è una donna con gli attributi, che in dieci anni ha trasformato il Liceo Scientifico Leonardo da Vinci di Reggio in un modello imitato, con grande soddisfazione, da molti istituti. Basta solo l’indirizzo biomedico inventato dalla Princi per preparare gli studenti orientati verso medicina a sostenere i test di ammissione all’università. Guardate che è un’idea geniale, tanto che l’hanno subito presa a modello persino a Milano. Certo gestire una Regione non è come gestire un istituto scolastico, ma la Princi ha temperamento, capacità e talento e saprà dimostrarlo. Dimentichiamoci, quindi, della parentela e valutiamo serenamente quanto la vicepresidente sarà in grado di fare per i calabresi.

Il secondo elemento caratterizzante della Giunta Occhiuto è una delega nuova, quanto coraggiosa: “Azioni di sviluppo per la Città Metropolitana di Reggio Calabria”, affidata anche questa alla nuova vicepresidente Princi. Ebbene, si consideri che Reggio era l’unica Città Metropolitana a non avere ancora ricevuto dalla Regione le necessarie deleghe. Non c’era riuscito Falcomatà durante il governo di Mario Oliverio (pur militando nello stesso partito), ci ha pensato Occhiuto. Mostrando, oltretutto, di avere ben chiara una visione di futuro che non può dimenticare o lasciare indietro alcuna città calabrese e men che meno la MetroCity alla quale fanno riferimento il Porto di Gioia Tauro e il progetto (che Occhiuto sostiene con convinzione) del Ponte sullo Stretto.

È un segnale evidente che l’azione del nuovo governo sarà orientata a sovvertire le sonnecchiose pratiche che creavano figli e figliastri nella stessa regione: bisogna remare tutti insieme per governare non solo il territorio ma anche le prospettive di sviluppo, le istanze di crescita irrinunciabili che il PNRR potrebbe permettere di accogliere e realizzare. Certo, servono competenze e talenti (lo scouting del Presidente Occhiuto probabilmente ci sorprenderà ancora) non soltanto per ridare la sanità ai calabresi, il giusto diritto di curarsi a casa propria, il giusto diritto di avere cure adeguate, attrezzature moderne, ospedali e case della salute in linea con le altre realtà del Paese. Il personale medico è di eccellente livello, qualcuno tornerà in Calabria dal Nord e dal Centro, per dare il suo utile e fondamentale aiuto per garantire la salute dei calabresi. Servono, appunto, capacità e talento, personalità in grado di affrontare e demolire il debito monstre che si è via via consolidato, ma anche professionisti della sanità, in grado di interpretare le esigenze terapeutiche insieme con quelle amministrative e ridare fiducia a una popolazione avvilita e delusa. Già fermare i “viaggi della speranza” (anche per una semplice appendicite) significa risparmiare più di 300 milioni di trasferimenti alle altre regioni per pagare le prestazioni, ma anche far risparmiare una somma probabilmente pari al doppio ai malati e ai familiari al loro seguito: viaggi, soggiorni, etc. E in questa nuova progettualità che riguarda la sanità serviranno risorse umane in tutti i campi professionali e, soprattutto, servirà un’opposizione che faccia adeguatamente la sua parte. Nessuna necessità di cercare inciuci o accordi trasversali, ma un serio contributo per un fine comune.

Tornando a parlare della Giunta, Occhiuto ha voluto riconfermare nel loro precedente ruolo sia Gianluca Gallo (Agricoltura) che Fausto Orsomarso (Turismo). Gallo, oltre ad essere il più votato in Regione, ha lavorato in modo “pesante” a favore degli agricoltori e del comparto agro-alimentare, scontentando forse gli olivicultori, ma facendo arrivare subito gli aiuti necessari a superare la crisi dovuta alla pandemia. Gallo dovrà rinforzare il suo staff e proseguire nell’impegno già dimostrato perché tutto il comparto può usufruire in modo adeguato delle risorse del PNRR e giocare un ruolo principe nel processo di sviluppo. Analoga scelta per Fausto Orsomarso, già assessore al Turismo, sovraccaricato di troppe deleghe nella passata Giunta. Sul Turismo – ci permettiamo di suggerire – occorre investire più sul capitale umano che su azioni spot e comparsate in manifestazioni che non creano attrazione turistica. Evitiamo nuove “muccinate” e progetti fatti solo di belle parole. Per intenderci, La terra dei padri  è un progetto di turismo del ritorno che dovrebbe – e non lo ha fatto – sfruttare la grande risorsa dei calabresi nel mondo: la Consulta c’è, attende di essere riconfermata – e può fornire tutto l’aiuto necessario senza bisogno di nominare “ambasciatori” che girino per le comunità, spendendo soldi che possono essere utilizzate in modo diverso. La risorsa dei calabresi all’estero è, però,ben presente nei programmi di Occhiuto, sia per quel che riguarda il turismo delle radici, sia per l’utilizzo dei testimonial (illustri) che la Calabria si ritrova in ogni angolo del pianeta: tutti innamorati della propria terra, pronti a fare quel che serve per combattere preconcetti e ricreare quella buona reputazione di cui non si può più fare a meno.

Da segnalare nella “ripescata” (non è stata eletta) Tilde Minasi una delega importante, quella delle Politiche sociali: è un’avvocato esperto di diritto amministrativo e vanta un’ampia competenza a difesa delle disabilità e delle pari opportunità. Precise anche le sue prese di posizione per l’aeroporto di Reggio Calabria: sicuramente avrà modo di far pesare in Giunta l’assurda situazione dello scalo reggino, destinato a un vergognoso abbandono. Filippo Pietropaolo è un altro ex consigliere non rieletto: a lui va l’organizzazione della burocrazia regionale e dovrà inoltre occuparsi delle risorse umane. È un commercialista con esperienza gestionale: potrebbe anche fare miracoli nelle tante incongruenze della Regione nei bandi e nelle procedure. Infine la new entry, Rosario Varì, avvocato di Vibo, a cui Occhiuto ha assegnato le deleghe dello Sviluppo economico e agli Attrattori culturali: non avrà di che annoiarsi, c’è tantissimo da fare nell’ambito della promozione culturale, a partire da Vibo, capitale italiana del Libro, occasione che va immediatamente presa in carico dalla Regione e il 50° (nel 2022) del ritrovamento dei Bronzi, tanto per citare due grandi importanti scadenze culturali.

Il Presidente ha trattenuto per sé deleghe pesanti come Legalità e sicurezza, ma anche le Azioni di sviluppo del Porto di Gioia e la Valutazione degli investimenti pubblici. Presentando il suo governo, Occhiuto ha parlato di «un mix di politici e di figure esterne che penso possa fare un buon lavoro per cambiare la nostra Regione». Occhiuto ha parlato anche delle formazioni politiche della coalizione che «non avranno purtroppo rappresentanza in giunta, e me ne dispiace, perché tutti hanno contribuito al massimo delle proprie forze per conseguire la grande vittoria del centrodestra alle scorse elezioni. Penso a Coraggio Italia, a Forza azzurri e all’Udc. Questi partiti chiaramente avranno la priorità nell’indicare le figure che riterranno le migliori per i ruoli chiave nell’Assemblea legislativa. Ad eccezione della presidenza del Consiglio regionale, che per decisione della coalizione di centrodestra, sarà guidata da un rappresentante della Lega».

A questo proposito, è pressoché scontata l’elezione a Presidente del Consiglio regionale di Filippo Mancuso (Lega, di Catanzaro) nel ruolo cui aspirava Giuseppe Neri (Fratelli d’Italia). Il Consiglio farà la prima riunione lunedì 15 novembre con le incognite che riguardano tre consiglieri la cui elezione pare in bilico per la manifesta ineleggibilità. Sembrerebbe non siano state rispettate le norme di aspettativa e relative dimissioni obbligatorie prima della consultazione elettorale. Si tratta di due esponenti di Forza Italia, Michele Comito e Valeria Fedeli, e della candidata a presidente Amalia Bruni. Per tutti e tre esisterebbero fondati motivi di ineleggibilità a norma della vigente legislazione per chi occupa incarichi pubblici e intende presentarsi alle elezioni. Mentre nel caso di Comito e Fedeli, qualora fosse accertata l’ineleggibilità, è automatico il subentro dei primi non eletti, per la Bruni si creerebbe una situazione assolutamente inedita. Il suo ingresso in Consiglio è nella qualità di “miglior perdente”: se dovesse venire accertata la sua ineleggibilità, chi prenderà il suo posto? La risposta, per nulla scontata – visto che non ci sono precedenti – appare una sola: il secondo miglior perdente. Ovvero toccherebbe a Luigi De Magistris? Non sarà una cosa breve dirimere la questione. Né facile, come la domanda che sorge spontanea: ma si può mai peccare di tanta ingenuità (con ignoranza della legge elettorale) cercando un’elezione (poi centrata) al Consiglio regionale? (s)