Monitoraggio dei mari: la Regione usa droni ed elicotteri

Da sabato un’azione di monitoraggio sperimentale del mare – portata avanti dalla Regione Calabria – si svolge mediante l’utilizzo di elicotteri e droni.

Le immagini prodotte vengono trasmesse in live streaming su una piattaforma regionale al momento accessibile solo agli addetti ai lavori, utile per il controllo simultaneo delle coste da parte delle autorità competenti.

La tecnologia permette, attraverso una rete di server proprietari, di trasmettere in diretta le immagini provenienti da varie sorgenti, anche simultaneamente.

I video vengono arricchiti con il posizionamento Gps real time, della data e dell’ora del monitoraggio: in questo modo tutte le immagini riprese hanno data e posizione certa.

Verranno monitorati dunque, in via sperimentale, per tutta la stagione estiva, il mare, le coste, e anche l’entroterra, soprattutto nelle zone nelle quali si trovano i depuratori: l’obiettivo è quello di analizzare l’andamento delle correnti, tenere sotto controllo la qualità delle acque, e soprattutto individuare con tempestività eventuali illeciti, per poter così intervenire con immediatezza.

Ambientalisti contro Occhiuto: non ci ha convocati per lo stato del mare

Italia Nostra, Legambiente, WWF e Lipu, le più importanti e rappresentative Associazioni Ambientaliste Calabresi, in una nota congiunta hanno rilevato come le continue richieste di incontri urgenti fatte al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, non hanno mai avuto risposta.

«La stampa di qualche giorno fa – hanno rilevato le Associazioni in una lettera rivolta a Occhiuto – ha doto notizia che il Presidente Occhiuto  ha illustrato ai giornalisti, ai sindaci  ed ad un’associazione  i provvedimenti adottati in questi giorni con l’Ordinanza n. 10 del 16 giugno 2022  in merito alla gestione della depurazione e per il  mare calabrese pietoso».

«La vicenda si ripete ed ancora una volta la stessa associazione è stata ricevuta ieri dal Presidente Occhiuto e nella giornata di oggi parteciperebbe all’incontro che lo stesso presidente Occhiuto terrà con tutti i Sindaci per una rendicontazione delle misure avviate» hanno rilevato ancora le Associazioni, ricordando che «il 15 dicembre 2021 le  hanno  chiesto  un incontro urgente  dopo aver presentato  insieme ad altre dodici Associazioni  due corpose e dettagliate osservazioni in merito all’Impianto di smaltimento di rifiuti pericolosi e non  di San Sago nel Comune di Tortora, posto sulle sponde del fiume Noce, di cui è in corso  la procedura di rinnovo AIA per la riapertura dell’impianto dopo 9 anni di chiusura. Non abbiamo ricevuto né una convocazione né una risposta».

«Analoga richiesta di incontro le stesse Associazioni, insieme ad altre 12 Associazioni – continua la nota – la quasi totalità di quelle presenti sulla fascia tirrenica cosentina, le hanno presentato   in data 01.04.2022,  poco dopo la pubblicazione dell’Ordinanza n. 09 del 17.03.2022 sullo smaltimento dei fanghi presenti negli impianti che avrebbero  impedito il corretto funzionamento dei depuratori». 

«Volevamo confrontarci – hanno spiegato – sui dati che i funzionari della Regione Calabria avevano raccolto relativi alle ispezioni ed alle verifiche dei depuratori della Provincia di Cosenza perché ritenevamo che il cattivo funzionamento della depurazione avesse origini ben più strutturali e non solo legate al trattamento dei fanghi. Anche in questo caso alcun incontro ci ha accordato ed oggi è lei stesso  ad affermare che l’intervento per lo smaltimento dei fanghi non è servito a niente  avendo appurato che  comunque gli impianti non funzionano bene».

«Si è ricorso ai ripari con una nuova Ordinanza, la n. 10 del 16 giugno 2022 – prosegue la nota – per interventi urgenti sui depuratori di 13 Comuni della fascia Tirrenica e sugli scarichi abusivi a stagione estiva già iniziata. Ancora provvedimenti di emergenza, molto tardivi che difficilmente, ma non ce lo auguriamo, possano produrre effetti significativi come quelli che vengono assicurati. Lo vedremo presto. Vorremmo ricordarle, Presidente Occhiuto, che il suo ruolo istituzionale non le consente di scegliersi associazioni di eventuale gradimento escludendo dal confronto tutte le altre, forse giudicate scomode, poco inclini a fare da megafono». 

«Con i nuovi provvedimenti tardivi – si legge ancora – si parla anche di monitorare e prevenire  scarichi abusivi,  di vietare la circolazione notturna degli auto spurgo, di pulizia dei corsi d’acqua, dei fiumi , di  monitorare i depuratori dei comuni montani  che scaricano in canali, torrenti che giungono a mare tramite l’immissione nei fiumi come il Noce, il Fiume Lao, l’Abatemarco ecc. Ci verrebbe da dire “benvenuta regione Calabria”. Sono anni che segnaliamo queste problematiche ad una Regione sorda e cieca e non ci siamo risparmiati ad inviare segnalazioni   alle autorità, a scrivere sui giornali, a darne spazio sui social, insomma cercando di fare tutto ciò che alle Associazioni è consentito per smuovere una situazione di spregevole paralisi».

«Presidente Occhiuto – si legge ancora – lei può concedere incontri a chi vuole, non per questo ci stracceremo le vesti. Ora verificheremo se le misure tampone costate ai Calabresi milioni di euro avranno quell’impatto promesso se attuate, pretendendo la massima trasparenza delle informazione e continueremo ad insistere per la realiz–zazione di un piano organico strutturale di efficientamento, ammodernamento ed adeguamento dell’intero sistema  depurativo della nostra costa che la Regione Calabria non ha,  senza il quale il mare presenterà  sempre delle criticità».

«Il mare è la nostra primaria risorsa – conclude la nota – che le classi dirigenti della nostra regione, nessuna esclusa,  hanno colpevolmente e completamente trascura to con le conseguenze che oggi vediamo. Non ci sarà un’altra volta per intervenire. Sappiatelo». (rrm)

RICICLA ESTATE: L’EMERGENZA SUL MARE
È A UN LIVELLO ANCORA TROPPO ELEVATO

Tutelare e proteggere l’ambiente dai rifiuti – e sopratutto dalla plastica – è una missione e un obiettivo collettivo, che deve essere coltivato e portato avanti nel tempo, non solo dalle Associazioni o da cittadini volontari, ma anche dalla politica e dalle Istituzioni.

Per questo, si rendono necessarie – se non fondamentali – campagne di sensibilizzazione come quella appena conclusa di Legambiente CalabriaConai, dal titolo Ricicla Estate che ha messo, nero su bianco, le gravi problematiche – ormai risapute e conosciute – dell’inquinamento del mare e dell’ambiente, che rappresentano una vera e propria emergenza a cui bisogna trovare una soluzione.

Pochi giorni fa, la presidente di Confartigianato Turismo CatanzaroInnocenza Giannuzzi, aveva ribadito la necessità di «risolvere il problema una volta per tutte, senza rimandare ancora all’estate prossima», e che «è necessario muoversi per tempo come fanno altre regioni».

Per la Giannuzzi, infatti, «il problema del mare e dell’inquinamento ambientale in generale non può e non deve essere legato ad un colore politico, tanto meno a una poltrona in più! L’ambiente è la casa in cui tutti viviamo, e il suo stato di salute ricade sulla salute di noi tutti, pertanto la sua cura non può essere legata alla decisione del singolo».

«Nel tempo questa Regione ha, purtroppo – ha detto ancora – confermato l’incapacità di gestire una problematica così delicata nonostante sul territorio non siano presenti industrie molto impattanti da un punto di vista ambientale: una delle problematiche principale del nostro inquinamento è legata dell’incapacità di gestire correttamente le poche piattaforme depurative esistenti, e ad una rete depurativa carente e a volte inesistente».

E proprio su questo tema, la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta, ha riferito che «chiederemo ai candidati alla presidenza un confronto pubblico sui temi ambientali».

«Con la campagna Ricicla Estate, appena conclusa – ha detto la presidente di Legambiente Calabria Parretta – grazie al prezioso supporto del Conai, dei nostri circoli e della squadra di volontari, la nostra Associazione ha contributo a diffondere un importante messaggio sulla raccolta differenziata. In materia di rifiuti in Calabria, dobbiamo fare rispettare le norme per tutelare sia l’ambiente che la salute dei cittadini e per consentire uno sviluppo reale dell’economia calabrese a partire dal turismo ecosostenibile e di qualità che necessita di un territorio e di un mare puliti e salubri».

“I dati dei monitoraggi di beach litter – ha aggiunto Parretta – che abbiamo effettuato nel corso della campagna ci raccontano che l’inquinamento in mare e sulle spiagge, soprattutto derivante da materie plastiche,  continua ad essere una delle grandi emergenze calabresi. L’economia circolare in Calabria deve essere realizzata e nella nostra Regione sono anche necessarie massicce campagne di sensibilizzazione ed educazione ambientale contro l’abbandono dei rifiuti. Speriamo che alle “4 R” individuate dalle norme comunitarie (ridurre, riusare, riciclare, recuperare) si possa aggiungere la “R” di rigenerare la società attraverso una visione sul futuro della Calabria che vada nella direzione obbligata della tutela ambientale. Siamo alla soglia di una importante data elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale della Calabria – ha concluso – e chiederemo ai candidati alla presidenza un confronto pubblico sui temi ambientali”

Come illustrato dalla direttrice di Legambiente Calabria, Caterina Cristofaro, «In 19 punti monitorati sono stati raccolti ben oltre 9mila pezzi. Ecco la top five: plastica al primo posto (con 7427 pezzi); carta e cartone al secondo posto (883); al terzo posto il metallo (410); il vetro al quarto posto (393) e quinto posto al tessile (62 pezzi). Da segnalare, la presenza tra i rifiuti di una considerevole presenza di mozziconi di sigaretta. I volontari hanno raccolto oltre 4mila pezzi. La località con una maggiore quantità di rifiuti è Reggio Calabria con 1204 pezzi, mentre la località con meno rifiuti è stata Davoli marina con 79 pezzi».

«Dai rifiuti trovati – ha concluso – si deduce una cattiva gestione dei rifiuti e poca sensibilità da parte dei vacanzieri e residenti».

«Con la campagna Ricicla Estate, appena conclusa – ha detto la presidente di Legambiente Calabria, Parretta – grazie al prezioso supporto del Conai, dei nostri circoli e della squadra di volontari, la nostra Associazione ha contributo a diffondere un importante messaggio sulla raccolta differenziata. In materia di rifiuti in Calabria dobbiamo fare rispettare le norme per tutelare sia l’ambiente che la salute dei cittadini e per consentire uno sviluppo reale dell’economia calabrese a partire dal turismo ecosostenibile e di qualità che necessita di un territorio e di un mare puliti e salubri».

«I dati dei monitoraggi di beach litter – ha aggiunto Parretta – che abbiamo effettuato nel corso della campagna, ci raccontano che l’inquinamento in mare e sulle spiagge, soprattutto derivante da materie plastiche,  continua ad essere una delle grandi emergenze calabresi. L’economia circolare in Calabria deve essere realizzata, e nella nostra Regione sono anche necessarie massicce campagne di sensibilizzazione ed educazione ambientale contro l’abbandono dei rifiuti. Speriamo che alle “4 R” individuate dalle norme comunitarie (ridurre, riusare, riciclare, recuperare) si possa aggiungere la “R” di rigenerare la società attraverso una visione sul futuro della Calabria che vada nella direzione obbligata della tutela ambientale».

«Si conclude la sesta edizione della campagna – ha dichiarato Maria Concetta Dragonetto, referente per l’Area progetti territoriali speciali Conai – che ha visto molta partecipazione da parte sia degli adulti che dei bambini. Come CONAI siamo presenti in Calabria da tantissimi anni ed abbiamo seguito l’evolversi delle criticità e delle emergenze che ci sono state sul territorio».

«Abbiamo dato supporto sia alle singole amministrazioni che agli Ato della regione – ha concluso – così come stiamo aiutando la Regione Calabria affinché si possano migliorare le performance della raccolta differenziata. Inoltre garantiamo l’avvio a riciclo dei materiali di imballaggio attraverso la loro valorizzazione ed il riconoscimento dei corrispettivi sulla quantità e sulla qualità del materiale che viene conferito al sistema Conai Consorzi di filiera».

Quello dell’ambiente, dunque, deve essere sicuramente uno dei temi portanti su cui il futuro candidato presidente si dovrà focalizzare per attuare politiche e iniziative volte a ridare dignità a un mare tanto amato quanto deturpato come quello calabrese che, quest’estate, ha raccolto solo dati mortificanti e poco confortanti, come quella di Goletta Verde, di Legambiente, che ha rilevato come il mare della Calabria sia inguaribilmente inquinato, o di come la Calabria sia al 5° posto nella classifica dell’illegalità, emerso dal dossier Mare Nostrum sempre di Legambiente.

Quello che serve al nostro amato mare non sono reclami o promesse, ma politiche e azioni volte a migliorare la qualità della vita dei cittadini e dei turisti che decidono di passare le proprie vacanze estive nella nostra bella regione. È importante individuare e seguire azioni sostenibili, e valorizzare quelle aziende e start up virtuose che, con il riciclo della plastica, possono dare al territorio tanto e contribuire in modo fattivo per migliorare la qualità della vita. (rcz)

Innocenza Giannuzzi: Risolvere problema inquinamento marino senza rimandare a estate prossima

Innocenza Giannuzzi, presidente Confartigianato Turismo Catanzaro, ha ribadito come «le competenze relative alla problematica dell’inquinamento del mare rientrano palesemente in quelle dell’assessorato all’ambiente, in Calabria così come in tutte le altre regioni d’Italia», e che «è arrivato il momento di svegliarsi e risolvere il problema una volta per tutte, senza rimandare ancora all’estate prossima».

«In regioni come la Toscana, l’Emilia Romagna e la Puglia – ha spiegato – nonostante vi sia la presenza di un importante tessuto produttivo, anche di tipo industriale, si riescono a mettere in atto tutte quelle procedure tecniche e amministrative necessarie a garantire un mare in grado di supportare un’industria del turismo degna di questo nome. Eppure, non si sono dotate di ulteriori assessorati e/o accessori e suppellettili di varia natura, ma riescono semplicemente a rendere “normalmente operativi” gli strumenti e gli enti che le leggi e gli ordinamenti prevedono. Soprattutto non aspettano il mese di giugno o, ancora meglio, fine agosto per incominciare a capire se quest’anno il mare sarà impraticabile, come gli anni passati, oppure chissà per quale ignoto rito ancestrale avremo un mare presentabile anche per i turisti che, speranzosi, si affacciano sulle nostre spiagge».

«Il fenomeno dell’inquinamento  del nostro mare – ha spiegato – è dovuto a più cause che a volte, anzi spesso, interagiscono tra di loro. Infatti passiamo dalle ormai famose fioriture algali allo sversamento vero e proprio di liquami direttamente in mare, per non parlare dei famosi fanghi della depurazione che spesso ci vengono presentati come una cremosa schiuma color cappuccio non appena si presenta la prima occasione di temporale o, ancora meglio, di mareggiata».

«Applicando un serio approccio analitico e di indagine – ha proseguito – ognuno di questi fenomeni causa d’inquinamento del nostro mare è tecnicamente individuabile e, volendo, risolvibile. Ma se davvero si vuole giungere a una soluzione di questi problemi, è assolutamente necessario attivare un’azione d’indagine tecnica che fornisca in maniera analitica i dettagli delle anomalie e delle problematiche riscontrate e, parallelamente, un’azione programmatica mirata a garantire l’effettiva riuscita. Ma è lapalissiano che questo non possa avvenire in 2 mesi e sicuramente non possiamo aspettare tutti gli anni che arrivi giugno per ricordarci del problema».

«É necessario muoversi per tempo come fanno altre regioni – ha sottolineato – il fatto che ciò in Calabria non avvenga è un chiaro segnale di un meccanismo obsoleto sul quale giace ormai la nostra terra. Il problema del mare e dell’inquinamento ambientale in generale non può e non deve essere legato ad un colore politico, tanto meno a una poltrona in più! L’ambiente è la casa in cui tutti viviamo e il suo stato di salute ricade sulla salute di noi tutti, pertanto la sua cura non può essere legata alla decisione del singolo».

«Nel tempo questa Regione ha, purtroppo – ha detto ancora – confermato l’incapacità di gestire una problematica così delicata nonostante sul territorio non siano presenti industrie molto impattanti da un punto di vista ambientale: una delle problematiche principale del nostro inquinamento è legata dell’incapacità di gestire correttamente le poche piattaforme depurative esistenti e ad una rete depurativa carente e a volte inesistente».

Le fioriture algali

«È chiaro – ha detto ancora – che le condizioni ambientali siano mutate, a seguito dei cambiamenti climatici il Mediterraneo quest’anno ha raggiunto temperature prossime ai 30°C e su questo, nel breve termine, possiamo fare poco, ma possiamo certamente intervenire sui cofattori che sono concause di alcuni fenomeni ai quali fino a qualche anno fa non eravamo abituati. Di fatto le elevate temperature del mare, a differenza del passato, favoriscono molto quel fenomeno tecnicamente definito come “algale bloom”».

«Se non possiamo intervenire sulla temperatura del mare – ha detto ancora – sicuramente possiamo intervenire sull’apporto dei nutrienti in mare, grazie ai quali le micro alghe si riproducono. Parliamo principalmente di sostanze a base di Azoto e Fosforo provenienti da un cattivo o assente processo depurativo e una eccessiva concimazione agricola dove l’eccesso dei fertilizzanti non assorbiti dalle piante vengono dilavate e, tramite i canali idrici e i fiumi, sono trasportate in mare».

«Questi processi perpetrati nel tempo, se non controllati – ha aggiunto – comportano un arricchimento di nutrienti per i microrganismi vegetali, tale da provocarne una riproduzione esplosiva, complici l’elevata temperatura dell’acqua e la radiazione solare. Inoltre, per quanto concerne lo sversamento diretto dei liquami in mare, l’evoluzione tecnologica ci fornisce tutti gli strumenti necessari per effettuare indagini serie in grado di risalire alla fonte di tali illeciti».

«In conclusione – ha concluso – il problema reale è quello di capire se in questa Regione c’è la volontà politica di risolvere il problema e, di conseguenza, se ci sono le competenze tecniche. Queste ultime, di certo nel nostro territorio regionale e nazionale non mancano, ma è importante che la politica ci sia, che si faccia sentire e che non rimandi ancora in attesa della Manna dal cielo. Volere è potere!». (rcz)

MARE “ILLEGALE”, LA CALABRIA AL 5° POSTO
NUOVO ED ENNESIMO DESOLANTE PRIMATO

Al lungo – e desolante – elenco di primati – negativi – di cui è protagonista la Calabria, se ne aggiunge uno nuovo, che riguarda il mare, fiore all’occhiello della nostra regione: la Calabria è nelle posizioni più alte delle classifiche dell’illegalità. È quanto è emerso dal dossier Mare Nostrum 2021 di Legambiente, su dati di forze dell’ordine e Capitanerie di porto, dove viene rilevato che tra le regioni dove si concentra il maggior numero di reati, al primo posto troviamo la Campania (con 4.206 illeciti, il 18,9% di quelli registrati a livello nazionale), seguita da Sicilia, Puglia, Lazio e Calabria.

Secondo il dossier, infatti, la Calabria è al quinto posto, con 1.934 reati; 2.030 persone denunciate e arrestate; 911 sequestri effettuati. Rispetto ai chilometri di costa, si trova all’11esimo posto con 1.934 reati su 715,7 Km di costa (2,7 reati per km). Nella classifica dell’illegalità nel ciclo del cemento nelle regioni costiere, la Calabria è al quarto posto, con 1.082 infrazioni accertate, 1003 persone denunciate e arrestate e 353 sequestri effettuati.

Dossier Mare Nostrum Legambiente 2021

La Calabria si colloca al quarto posto anche nella classifica del mare inquinato con 458 infrazioni accertate, 635 persone denunciate e arrestate e 275 sequestri effettuati. Posizione numero quattro anche nella pesca illegale con 374 infrazioni accertate, 373 persone denunciate e arrestate e 280 sequestri effettuati. Ammontano a 40446 kg i prodotti ittici sequestrati su 715,7 km di costa.

Il segno meno davanti alla percentuale dei reati accertati nel 2020 non incide, tuttavia, in modo significativo sul trend negativo delle illegalità perpetrate ai danni di mare e coste, sottolinea Legambiente: dal 1999 al 2020, infatti, si sono registrati 378.068 illeciti, di cui 206.532 nelle sole quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa, Campania, Puglia, Sicilia e Calabria, dove si è concentrato il 54,6% del totale nazionale. Un’incidenza che lo scorso anno è cresciuta, arrivando al 55,3% dei reati. Un capitolo spinoso, anche per il 2020, è rappresentato dalle storie d’ordinario abusivismo edilizio, come evidenzia un altro dato inedito elaborato da Legambiente: quello sulle ordinanze di demolizione degli immobili abusivi eseguite che raggiungono appena il 24,3% nei Comuni costieri. Uno stallo che perdura ormai da troppi decenni, di fronte al quale l’associazione chiede a gran voce che della demolizione dell’abusivismo storico si occupi direttamente lo Stato, nella figura dei prefetti.

Forti segnali d’allarme arrivano poi dalle inchieste raccontate nel capitolo di “Mare Monstrum” dedicato ai casi d’inquinamento legati a depuratori inesistenti o mal funzionanti, scarichi fognari abusivi, sversamenti illegali di liquami e rifiuti e soprattutto dal lavoro di ricerca, svolto anche quest’anno, sullo sfruttamento selvaggio delle risorse ittiche del Mediterraneo. Problemi annosi che, secondo Legambiente, richiedono finanziamenti adeguati per mettere in regola sistemi fognari e di depurazione, l’introduzione di nuove norme e sanzioni per il contrasto alla pesca illegale, il recepimento della normativa europea sulla gestione delle aree portuali e dei rifiuti prodotti dalle navi, una regolamentazione stringente per lo scarico dei rifiuti liquidi.

«Il dossier Mare monstrum – ha spiegato la presidente di Legambiente Calabria, Anna Parretta – rivela che la nostra regione è sempre stabilmente ancorata nelle posizioni più alte delle classifiche dell’illegalità. L’attività della Magistratura e delle Forze dell’Ordine, anche grazie alla legge n.68/2015 sugli ecoreati, sta lentamente modificando lo stato delle cose. Tuttavia, particolarmente gravi continuano ad essere i dati relativi all’abusivismo edilizio, alla mala depurazione ed alla pesca illegale che interessano le bellissime coste ed i mari calabresi».

«È necessaria – ha evidenziato – da parte delle Amministrazioni preposte un’opera di prevenzione e controllo a tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini. Ed è inoltre incomprensibile, in uno Stato di diritto, che omissioni ed abusi non vengano colpiti e sanzionati con celerità, nel rispetto della normativa vigente,  ripristinando, oltre ai luoghi, anche quel clima di legalità  e rispetto delle regole, così importanti per il vivere civile e per il benessere della collettività».

La storica campagna di Goletta Verde inizierà il suo viaggio dalla Liguria ed arriverà in Calabria il 23 luglio a Crotone dove resterà sino al 25. Goletta dei Laghi, invece, partirà da Avigliana, in Piemonte, ed arriverà in Calabria sui Laghi Silani, Arvo e Cecita (31 luglio ed 1 agosto).

Insieme alle due campagne torna inoltre il servizio SOS Goletta di Legambiente, in difesa di mari, laghi e fiumi: chiunque noti scarichi anomali, chiazze sospette o inquinamento lungo le coste e le spiagge del proprio territorio, può segnalare all’associazione compilando l’apposito form sulla pagina dedicata. (rrm)