Anastasi (Iric) chiede delucidazione sulla situazione dell’ufficio Inps di Caulonia

Il consigliere regionale di Io Resto in CalabriaMarcello Anastasi, ha chiesto delucidazioni alla direzione generale dell’Inps, in merito all’attuale situazione dell’ufficio zonale Inps di Caulonia.

«Da quanto ho avuto modo di apprendere – si legge nell’istanza – da notizie fornite sia da rappresentanti del territorio e da semplici cittadini, sia da notizie giornalistiche, lo sportello in questione sarebbe chiuso; situazione che comporta disagi e complicazioni per la popolazione, soprattutto se si tiene conto che l’ufficio di Caulonia ha sempre rivestito una notevole importanza strategica, essendo punto di riferimento di ingenti numeri di cittadini provenienti  anche dei paesi limitrofi». 

«Considerato ciò – ha detto Anastasi – la chiusura di Caulonia comporterebbe ricadute negative non solo nella stessa cittadina, ma anche nell’area circostante. Nonostante i conosciuti fatti di cronaca che hanno recentemente interessato la sede locale, che di sicuro hanno creato nocumento al vostro Istituto, sia in termini di immagine che in termini logistici, sono tuttavia convinto che non debba essere la popolazione a pagare le spese di comportamenti infedeli, se si considera che le più colpite sono proprio le fasce più deboli, quelle con più difficoltà negli spostamenti tra paesi». 

Il consigliere regionale conclude chiedendo, oltre i necessari chiarimenti, anche «uno sforzo per ricercare una soluzione veloce ed efficace che possa riattivare celermente e a pieno regime l’ufficio territoriale, eliminando così i disagi per la popolazione provocati dalla chiusura dello stesso». (rrc)

Anastasi (Iric) chiede lo stato della Bonifica in località Zingara di Melicuccà

Il consigliere regionale di Io Resto in CalabriaMarcello Anastasi, in una interrogazione al presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, e all’assessore regionale all’Ambiente, Sergio De Caprio, ha chiesto «di conoscere lo stato della bonifica della precedente discarica adiacente al nuovo sito in località Zingara di Melicuccà».

Inoltre, è stato chiesto «se siano state prese, in merito, misure per monitorare lo stato e contrastare l’eventuale futura possibilità dell’inquinamento delle falde acquifere sottostanti la contrada Zingara di Melicuccà. Ed ancora, cosa l’assessorato all’Ambiente stia predisponendo in merito al problema dello smaltimento dei rifiuti nella Regione, dato che l’obiettivo della Giunta sembrava essere quello di ‘Discariche zero».

Al riguardo,  Anastasi fa presente come «ad oggi, l’unica risposta al grave problema dei rifiuti che riempiono le strade dell’Area metropolitana di Reggio, sembra essere quella di aprire l’ennesima discarica». Ancora, nell’interrogazione, il consigliere regionale chiede «quali provvedimenti, presenti e futuri, l’Assessorato all’Ambiente intenda prendere per tutelare la popolazione della Piana di Gioia Tauro, particolarmente esposta ai rischi per la salute conseguenti all’inquinamento».

Anastasi ripercorre così la questione.

«Dopo circa 10 anni di chiusura e sequestro – ha detto – la Giunta regionale, nei mesi scorsi, ha dato il via i lavori in vista della riapertura della discarica sita in località Zingara di Melicuccà, a seguito delle richieste della maggior parte dei sindaci dell’area metropolitana dello Stretto, per il superamento della terribile emergenza rifiuti in questa zona che la popolazione e le amministrazioni hanno dovuto affrontare negli ultimi mesi. In passato, amministratori e cittadini di comuni limitrofi all’area interessata alla discarica, nonché associazioni ambientaliste, hanno denunciato presunte irregolarità e nella scelta del sito e nella realizzazione della discarica. Da studi, è stata evidenziata la possibilità che le sottostanti falde acquifere che riforniscono numerosi comuni della Piana di Gioia Tauro, siano state già contaminate dal percolato filtrato precedenti discariche, situazione che potrebbe essere aggravata dall’apertura del nuovo sito di conferimento di rifiuti».

«A tutt’oggi – ha proseguito Anastasi – associazioni presenti sul territorio, come ‘Libera’ pongono l’attenzione sulla presenza di altri siti inquinanti, ovvero l’ex discarica comunale di Melicuccà, che non ancora bonificata nonostante gli impegni presi, potrebbe aumentare i rischi di inquinamento ambientale, aumentando le minacce per la salute della popolazione dei pesi limitrofi, già messi eccessivamente a rischio dalle scelte in materia di ambiente e smaltimento dei rifiuti, e si tratta in ogni caso di una soluzione provvisoria, poiché anche questa discarica, servendo l’intera area metropolitana si saturerà in breve tempo». (rrc) 

 

Anastasi (Iric) sulla crisi agrumicola: Servono interventi straordinari a sostegno del settore

Il consigliere regionale di Io Resto in CalabriaMarcello Anastasi, ha reso noto che «l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, mi ha garantito che la Regione sta seguendo da vicino, non risparmiando energie, la situazione del settore agrumicolo che sta soffrendo una gravissima crisi dovuta alle conseguenze dell’emergenza Covid, alle condizioni meteorologiche ma soprattutto alle logiche del libero mercato e della Grande distribuzione organizzata che sfiancano i lavoratori e fanno sì che i frutti restino sugli alberi o per terra a marcire».

«Avevo sollecitato la Regione – ha spiegato Anastasi – ad intervenire in particolare a sostegno dei produttori agrumicoli della Piana di Gioia Tauro, ma Gallo ha confermato che tale situazione riguarda anche la Sibaritide, il Crotonese e altre zone della Calabria, che hanno nel loro dna le produzioni agricole di qualità».

«Ringrazio l’assessore Gallo – ha proseguito Anastasi – per l’attenzione e la sensibilità dimostrate. Era, senza dubbio, necessario, come ha fatto la Giunta regionale nei giorni scorsi, dichiarare lo stato di crisi del settore, ora però bisogna andare avanti nell’interlocuzione con il Ministero delle Politiche Agricole e spingere affinché si concretizzino interventi straordinari a sostegno degli agrumicoltori».

«Per questo obiettivo – ha concluso il consigliere Anastasi – tutti i rappresentanti istituzionali calabresi, dalla Regione al Parlamento, devono fare la loro parte superando ogni possibile contrapposizione politica e pretendere che un settore fondamentale per l’economia calabrese non venga lasciato in balìa degli eventi infausti di questi mesi». (rrc)

Marcello Anastasi è il nuovo capogruppo di “Io Resto in Calabria”

Marcello Anastasi, è il nuovo capogruppo di Io Resto in Calabria in Consiglio regionale, succedendo a Pippo Callipo.

«Ringrazio sentitamente il Consiglio regionale – ha dichiarato Anastasi – per aver dato la possibilità a Callipo di ripensarci. So bene che tutti i colleghi consiglieri hanno avvertito la serietà delle questioni sollevate da un uomo verso cui provo sincero affetto e a cui continuo a manifestare grande stima, perché ha tentato di aprire un nuovo percorso politico nella nostra regione».

«A noi di Io resto in Calabria – ha aggiunto – spetta ora il compito di portare avanti l’impegno di rappresentare degnamente i calabresi e di soddisfare le loro sacrosante aspettative».

1Ringrazio il collega Graziano Di Natale, segretario questore del Consiglio regionale e vicepresidente della Commissione Antindrangheta– ha proseguito Anastasi – per la fiducia (assolutamente reciproca) dimostrata nei miei confronti».

«Cercherò di rappresentare al meglio – ha concluso  Anastasi – i valori fondanti del nostro movimento e di svolgere il ruolo di cui sono stato investito nella massima correttezza istituzionale, lavorando quotidianamente per costruire, attraverso il dialogo e la trasparenza, un futuro diverso per i calabresi». (rrm)

CALLIPO: NON RITORNA PIÚ IN CONSIGLIO
«ANDARE OLTRE LE LOTTE DEL POTERE»

di SANTO STRATI – Che le sue dimissioni fossero irrevocabili si era capito già dal primo momento, quando le annunciò tradendo la grande amarezza che gli covava dentro: Pippo Callipo, leader di Io resto in Calabria ha confermato che non  torna più in Consiglio regionale, motivando una delusione che. evidentemente, non riesce a superare. Certo il voto favorevole all’accoglimento delle dimissioni arrivato in Consiglio regionale da tre consiglieri della sua coalizione (Aieta, Tassone e Sculco) è stato il colpo finale, quando, a cominciare dal presidente del Consiglio Mimmo Tallini, tutta l’aula le aveva respinte invitando il cav. a ritornare sui suoi passi.

Callipo, ha diffuso una nota con cui si augura che il suo gesto possa stimolare una riflessione «oltre le lotte del potere», ma compie un doppio passo falso che non aiuta in alcun modo il  processo di rinnovamento di cui la Calabria ha disperato bisogno. Il primo errore è che con le sue dimissioni Callipo ammette implicitamente il fallimento di un disegno politico che, pur tuttavia, aveva convinto una bella fetta di elettorato e offre spazio ai suoi detrattori (della stessa coalizione) che non hanno mai digerito la sua “ingombrante” presenza nella politica regionale. Un “marziano” che arriva in politica con un caterpillar con l’idea di fare piazza pulita del vecchio modo di fare politica, non era decisamente accettabile da quanti, ormai da anni, vivono di “politica”. Le sue esclusioni dalle liste di alcuni “eccellenti” ma discutibili personaggi della a politica regionale avevano confermato una difficile convivenza tra le due anime della sinistra: quella del rinnovamento ad ogni costo, scontentando una importante fetta di  “grandi” elettori e quella dello status quo, dove un accomodamento si riesce sempre a trovare con buona pace di  chi coltiva pie illusioni di rinascita politica e cultura per la Calabria. Seguire l’antipolitica di Callipo (non in senso grillino, ma con un obiettivo di innovazione) avrebbe significato ammettere, dall’altra parte (inclusi i dem) che in questi ultimi trent’anni troppe cose non hanno funzionato in Regione. Significava ammettere l’ignavia e l’inezia dimostrata, a fasi alterne, da tutti gli schieramenti e doversi cospargere il capo di tonnellate di cenere (virtuale), a presunta espiazione di un vero fallimento – quello sì – della politica regionale.

Callipo, invece, ha fatto prevalere il sentimento sulla ragione: il suo non essere un “animale politico” avrebbe dovuto mettere in guardia i suoi  consigliori che – complice l’età, 73 anni non sono molti, ma si è superato lo slancio della lotta fino allo stremo – il personaggio Callipo era troppo “distante” da ciò che è la politica. Quello che, con poca signorilità, ma autentica verità, Rino Formica ha espresso in due parole: sangue e merda. Per poi spiegare che  «la politica è per gli uomini il terreno di scontro più duro e più spietato. Si dice che su questo campo ha ragione chi vince, e sa allargare e consolidare il consenso, e che le ingiustizie fanno parte del grande capitolo dei rischi prevedibili e calcolabili». Ecco, le parole dell’ex ministro socialista si adattano perfettamente al personaggio Callipo. La lotta politica, però, non si può arrestare di fronte a uno scontro di poteri, anzi deve farsi più acuta, occorre mostrare tutta l’energia necessaria per coinvolgere i propri sodali e affrontare una battaglia che può anche diventare guerra. Purché gli ideali siano forti e trovino consenso.

Ma quali ideali? Il nostro grande Corrado Alvaro parlava dell'”inutile dubbio di essere onesti” (vedi calabria.live del 30 giugno scorso) quando si dimise dal giornale di destra con cui non condivideva nulla. Ma un intellettuale può dissociarsi –  e in modo anche eclatante – da una iniziativa editoriale che è contro i propri convincimenti politici, un politico deve, invece, lottare con le unghie e con i denti per strappare il consenso che gli avversari pensano di avere già in tasca. Callipo sì è arreso e questo non depone a suo favore e le sue motivazioni, anzi, il suo auspicio che «dimissioni servano ad aprire una riflessione seria che vada oltre le lotte di potere e le beghe di partito perché i calabresi hanno necessità di riconquistare la fiducia nello Stato e nelle Istituzioni che, purtroppo, hanno comprensibilmente perduto» non fa altro che accentuare il formidabile autogol del cavaliere. Che a questo sarà pur senza macchia, ma ha mostrato paura: un legittimo sentimento, una suggestione o un’emozione difficile da conciliare con l’impegno politico di chi crede nelle proprie idee.

Il secondo passo falso è che il suo abbandono lascia non solo “orfani” i suoi consiglieri di Io resto in Calabria (da cui si era già defilato Francesco Pitaro spostandosi nel Gruppo misto) ma sottrarre un seggio al movimento che, per la legge del quoziente del miglior perdente, va ai Democratici e Progressisti. Quelli, per intenderci, che avevano votato sì alle sue dimissioni. Quelli che stanno remando contro perché la sinistra ritrovi un minimo di compattezza e di unità, smettendo di proporre un’opposizione fatta di distinguo e di insulti a ripetizione. La Calabria ha bisogno di un impegno comune e condiviso, ovviamente nel rispetto delle proprie convinzioni politiche, ma che segua un unico percorso, quell’obiettivo di crescita ormai non più rinviabile.

Non sappiamo cosa resterà del movimento da fondato da Callipo, che probabilmente troverà un’altra guida, di sicuro prepariamoci a vedere la Rete inondata da un inevitabile meme: Io resto (a casa mia) in Calabria. (s) 

CALLIPO ADDIO AL CONSIGLIO REGIONALE
«NON CONDIVIDO LE LITURGIE POLITICHE»

di SANTO STRATI – Non può condividere “le liturgie politiche” che condizionano l’attività del Consiglio regionale e perciò il cav. Pippo Callipo ha consegnato stamattina la sua lettera di dimissioni da consigliere regionale. L’insofferenza del capogruppo di io resto in Calabria nei confronti della politica intesa come rispetto di canoni legati a interessi di partito o, peggio, di parte, era apparsa evidente già dalle prime sedute dell’Assemblea di Palazzo Campanella: i buoni propositi non avrebbero retto alla sottile arte della politica, fatta di compromessi, scambi di cortesie (e di insulti, all’occorrenza), clientela e scarsa visione dei reali problemi della gente. Ne abbiamo un esempio lampante con l’attuale governo che continua a giocare con l’insostenibile situazione di centinaia di migliaia di famiglie, di imprenditori, di lavoratori, cui viene continuamente rinviato anche il minimo aiuto concreto, solo parole e burocrazia per rallentare l’erogazione di quattrini veri: è la politica che sta nei Palazzi e non si rende conto di com’è il Paese reale, non conosce i problemi quotidiani di chi stenta a fare il minimo di spesa per dar da mangiare ai propri bambini, di chi non sa se ci sarà ancora un lavoro. È la politica che parla e non fa, proclama meraviglie, ma noi inciampa nella realizzazione, si scontra con la lentezza dell’apparato che non riesce a dominare. E la gente comune, il popolo, è stanco della politica, di questa politica. Figuriamoci un personaggio “rivoluzionario” (nel senso del pragmatismo che lo ha sempre contraddistinto) come Callipo se avrebbe potuto sopportare il sussiegoso teatrino della politica.

Che la Regione continua a perpetrare, incurante delle incazzature dei calabresi. Lo abbiamo scritto nell’editoriale di stamattina: sono passati cinque mesi dalle elezioni e ancora l’attività del Consiglio regionale è ferma per l’impossibilità di trovare una quadra tra maggioranza e opposizione, anche solo sulle Commissioni, che sono gli organi esecutivi del Consiglio stesso. L’assemblea è ferma, bloccata ogni attività legislativa e si va avanti solo con ordinanze e delibere della Giunta. Il che, ovviamente, non significa attività legislativa, quando i problemi della Calabria continuano ad accumularsi senza che vengano individuate soluzioni. La burocrazia continua a regnare sovrana, con i suoi lacci e lacciuoli in grado di sbaragliare il più paziente dei “bisognosi”.

Con queste premesse, la scelta di Callipo trova ampie motivazioni, che indubbiamente avranno ripercussione nel Consiglio regionale che si aprirà fra poco. Già da ieri circolava la voce delle imminenti dimissioni, ma si pensava che avrebbe scelto l’assise di Palazzo Campanella per annunciare e motivare la sua scelta. Il cavaliere, invece, ha diffuso in mattinata una concisa dichiarazione: «Dopo una lunga e molto sofferta riflessione, questa mattina ho rassegnato le mie dimissioni dalla carica di consigliere regionale della Calabria perché mi sono reso conto che, purtroppo, non ci sono le condizioni per portare avanti concretamente l’importante mandato che un considerevole numero di calabresi mi ha conferito».
«Fin da subito – dice Callipo – ho lavorato con entusiasmo e ottimismo, tuttavia ben presto ho capito che le regole e i principi che ordinano l’attività del Consiglio regionale sono di fatto “cedevoli” al cospetto di prassi consolidate negli anni che mortificano la massima Assemblea legislativa calabrese e che si scontrano con la mia mentalità improntata alla concretezza. L’attività del Consiglio si svolge assecondando liturgie politiche che impediscono la valutazione delle questioni sulle quali l’Assemblea è chiamata ad esprimersi, impedendo quindi che il Consiglio stesso renda quel servizio al quale dovrebbe tendere istituzionalmente. Le regole a presidio dell’ordinata gestione dell’ordine del giorno e della presentazione delle proposte da votare non sono un inutile orpello creato per imbrigliare l’iniziativa legislativa dei Consiglieri, ma rappresentano una garanzia del corretto svolgimento della funzione legislativa e rispondono ai principi e ai doveri indiscutibili che sono posti alla base del nostro ordinamento democratico. Per questo non posso in alcun modo accettare che tali regole vengano calpestate.
«Mi sono candidato per spirito di servizio verso la mia terra e verso i calabresi e avrei voluto lavorare nel loro interesse per rompere ogni logica clientelare, realizzare progetti di ampio respiro e raggiungere obiettivi in funzione di una visione unitaria e moderna della Calabria. Non l’ho certo fatto per interesse personale o per il lauto compenso che viene corrisposto per questa carica, che per altro ho finora interamente devoluto in beneficenza, rinunciando in tempo utile anche al “vitalizio” e all’indennità di fine mandato.
«È stato traumatizzante dover accettare che qualsiasi sforzo profuso non avrebbe portato ad alcun risultato. Dopo circa cinquant’anni di attività lavorativa non posso consentire né tollerare cambiamenti della mia personalità e della mia “forma mentis”; non posso farlo per il rispetto che nutro nei confronti dei calabresi, della mia famiglia, dei miei quattrocento collaboratori e verso me stesso.
Mi auguro che nei prossimi anni il Consiglio regionale possa lavorare e produrre leggi in grado di migliorare le condizioni e la qualità di vita di tutti i calabresi. Auspico che i Consiglieri tutti possano ricordare che la politica è doveroso servizio ai cittadini e che il miglior servizio è quello che si rende nel rispetto delle regole». (s)

L’appello di Pippo Callipo: ripartiamo con responsabilità senza mollare adesso

Dobbiamo stare attenti, non bisogna mollare proprio adesso. Con queste due parole d’ordine, se così le vogliamo chiamare, Pippo Callipo, leader di Io resto in Calabria, ribadisce come la Calabria abbia bisogno di ripartire, e di come la Regione e il Governo debbano aiutare chi è «messo in ginocchio dalla crisi».

Per Callipo, infatti, non bisogna vanificare i sacrifici fatti finora: «Da oggi – ha dichiarato il capogruppo di Io resto in Calabria – anche molti calabresi, studenti, lavoratori, precari, potranno rientrare a casa. Bentornati, ragazzi. Sono sicuro che il vostro primo pensiero è tutelare la salute dei vostri cari».

«Per farlo, come sapete – ha proseguito Callipo – è necessario che osserviate rigorosamente le regole e i protocolli predisposti per il vostro rientro. Se è necessario so che andrete anche oltre ciò che vi viene imposto per legge. Vi consiglio di farlo, nell’interesse di tutti. Impedirvi di tornare, prendendo tutte le precauzioni del caso, sarebbe stata una grave ingiustizia. La politica ha il dovere di non seminare paure, creare caos o additare nemici. Deve, piuttosto, trovare le soluzioni affinché i nostri giovani non siano più costretti a partire. Sappiate che la Calabria non dimentica i suoi figli. Per questa terra non sarete mai un problema ma sempre e solo una grande, inesauribile risorsa. Contiamo su di voi».

«Tutti da oggi – ha concluso Callipo – siamo chiamati a una grande prova di responsabilità. La nostra terra ha bisogno dell’amore e del rispetto di tutti noi per dimostrare anche al resto dell’Italia che il nostro senso civico sta facendo la differenza in questa guerra contro un nemico subdolo e invisibile. Finora abbiamo dimostrato di potercela fare, non molliamo proprio adesso». (rp)

COVID-19 – Interrogazione del consigliere regionale Pitaro alla Presidente Santelli

Il Consiglio regionale non si è ancora insediato né è stato eletto il Presidente, pertanto il consigliere regionale Francesco Pitaro (Io resto in Calabria) ha inviato, a norma dell’art. 121 del regolamento, un’interrogazione urgente alla Presidente Jole Santelli.

«La grave condizione  delle strutture sanitarie calabresi  – si legge nell’interrogazione – che non cedono soltanto grazie al lavoro massacrante di medici, infermieri e tecnici, e che già adesso sono  stressate dagli attuali casi di coronavirus, sarebbe destinata a soccombere, qualora la situazione sfuggisse di mano, a meno che non siano adottati tempestivamente provvedimenti congrui, ponderati e urgenti». Secondo Pitaro: «L’insieme dei provvedimenti della Regione, attuati o  annunciati, debbono però essere frutto di un ragionamento compiuto e di un  percorso politico – amministrativo caratterizzato da progettualità e tempestività e scevro da superficialità ed approssimazione, e che, al contempo, si avvalga di metodologie medico – scientifiche, sul presupposto che Governo e Regioni debbano seguire nella catena di comando  le indicazioni degli epidemiologici».

Nella sua interrogazione Pitaro sottolinea: «Ad oggi, dalle notizie informali pervenute, pare che la Presidente della Regione  abbia assunto provvedimenti-ordinanze in materia, ma caratterizzati da frammentazione e che non sono l’esito di un disegno complessivo che affronti globalmente e sollecitamente la delicatissima questione. Non essendo stato insediato il Consiglio regionale, i consiglieri sono privi di notizie e non hanno informazioni, se non attraverso la stampa, in merito ai provvedimenti della Presidente della Giunta,  diretti ad affrontare l’emergenza virus ormai penetrata nel nostro territorio e che, da qui a poco, rischia di intasare la già insufficiente rete ospedaliera calabrese”. In ragione di tutto ciò “e per avere doverosi ragguagli formali”, il consigliere regionale chiede alla presidente Santelli di sapere formalmente :

1. Quali atti e provvedimenti siano stati adottati, anche eventualmente insieme al Commissario alla sanità, al fine di permettere alla rete sanitaria calabrese di affrontare con efficienza e immediatezza  l’emergenza coronavirus;

2. Quali siano le strutture sanitarie calabresi che dovranno occuparsi dell’emergenza coronavirus e quanti siano in tutta la regione i posti nei reparti di terapia intensiva dedicati e il numero del personale sanitario che dovrà occuparsi dell’emergenza Covid-19;

3. Se vi è l’intendimento di costituire una struttura ad hoc, formata  da esperti  di chiara fama scientifica, che si occupi H24 e in via esclusiva dell’emergenza coronavirus e adotti, nel più breve tempo possibile, un piano finalizzato a contrastare l’ emergenza e a prestare con tempestività le necessarie cure a tutti coloro che,nei prossimi giorni, potrebbero essere infettati ed avranno bisogno di interventi sanitari seri all’interno di strutture sanitarie efficientemente organizzate e dotate di personale specializzato e dei necessari strumenti sanitari».  (rrc)

Nell’immagine di copertina: Pippo Callipo e Francesco Pitaro

Callipo: «La presidente della Regione non è il nemico da abbattere ma l’amico da aiutare»

Il cav. Pippo Callipo ribadisce il suo intento “rivoluzionario” di fare politica in Calabria e non smette di stupire, mostrando come l’opposizione possa ritagliarsi un ruolo determinante per il futuro della regione. Nell’incontro di Catanzaro di Io resto in Calabria, promosso dal neoconsigliere regionale Francesco Pitaro, non ha risparmiato un ulteriore endorsement nei confronti di Jole Santelli, dopo l’apprezzamento espresso per la scelta dei due primi assessori, Sergio De Caprio (il Capitano Ultimo( e l’astrofisica Sandra Savaglio.

«È stata – ha detto Callipo – una campagna elettorale molto intensa, ho visitato quasi tutta la Calabria e non è stato certo un giro turistico, ma una presa di coscienza, ho visto tante piccole isole, ognuna con le sue peculiarità ed esigenze. Non è stato certo tempo perso perché ora sento di poter affrontare con coscienza il ruolo di opposizione. Stare all’opposizione non vuole dire fare la guerra, bocciare ogni cosa per partito preso. Noi vogliamo essere un pungolo per chi governa perché proprio così pensiamo di essere d’aiuto alla Calabria. Lo faremo esercitando le prerogative legislative dei consiglieri regionali ma lo faremo anche sul territorio, continuando ad ascoltare le persone e portando alle Regione i loro bisogni. Questo ruolo mi affascina e ora vogliamo farlo nel migliore dei modi. Abbiamo detto di voler rivoluzionare il modo di fare politica in Calabria e possiamo farlo anche dall’opposizione. La presidente della Regione non è il nemico da abbattere ma l’amico da aiutare».

All’incontro di Catanzaro, moderato dalla giornalista Rosita Mercatante, hanno partecipato alcuni candidati della circoscrizione Centro tra cui Mario Deonofrio e Danilo Ferrara.  (rp)