REGGIO-VILLA UN SALASSO CON LE FRECCE
È L’ORA DELLA CONTINUITÀ TERRITORIALE

Non azzardatevi a prendere un treno veloce per andare da Reggio Calabria a Villa San Giovanni, costa una cifra. Da 12,90 (Frecciabianca) a 15,90 (Frecciarossa) a 18 euro (Frecciargento) per Trenitalia. E identica cosa se invece preferite utilizzare Italo: in questo caso il costo del biglietto varia in base alla data da 11,90 a 13,90. Se invece prendete un treno regionale, il classico treno locale, andrete a spendere appena 1,80 euro. Perché quest’assurda tariffazione? Per evitare affollamenti? Ammesso e non concesso che si voglia disincentivare l’utilizzo dei treni dell’alta velocità per percorsi così brevi (appena 13 km), appare troppo penalizzante per lo sprovveduto viaggiatore che, ignorando le tariffe, vada a prendere Italo o Frecciarossa per prendere un traghetto per la Sicilia.

Ma perché prendere un Frecciarossa per andare a Villa? Bella domanda. E, difatti, nessuno lo fa. Ma questa bizzarria tariffaria ci dà lo spunto per parlare delle tariffe ferroviarie e aeree e della mancata applicazione della “continuità territoriale”. Per arrivare a Roma da Reggio si spendono con Trenitalia da 54,90 col treno delle 8.30 del mattino (Frecciabianca) ai 95 euro del Frecciarossa delle 9.42: La differenza tra le due soluzioni prevede sette ore e mezzo per il Frecciabianca e 6.13 per il Frecciarossa. Con Italo le tariffe sono più abbordabili: per la data presa in esame (10 ottobre) ci vogliono 79,90 euro, negli altri giorni si arriva a 62,90 euro.

Tariffe Italo a confronto

Ok, il prezzo è giusto? Non è una popolare trasmissione televisiva, ma una domanda pertinente. C’è quella cosa che appunto si chiama continuità territoriale che permette alla regioni “svantaggiate” di poter usufruire per i propri abitanti di agevolazioni tariffare. Vale per gli aerei (proprio di recente la Regione Sicilia ha riottenuto di far viaggiare i siciliani a prezzi agevolati), ma anche per treni e navi e dovrebbe valere per qualunque tipo di trasporto visto che l’obiettivo è di “garantire i servizi di trasporto ai cittadini abitanti in regioni disagiate… ovvero di rafforzare la coesione tra le diverse aree… superando svantaggi connessi alla loro lontananza”. La Calabria è lontana in tutti i sensi dal resto dell’Italia, soprattutto dal punto di vista tariffario,e benché se ne parli da sempre nessun intervento c’è mai stato per attuare la continuità territoriale almeno per quanto riguarda il trasporto aereo

Ryanair Lamezia-Malpensa

In proporzione, costa meno andare in low cost  a New York che affrontare un Milano-Reggio Calabria con Alitalia: da 168,98 a 238,98 euro per sola andata (tariffa del 10 ottobre), a seconda che sia un biglietto non modificabile né rimborsabile in caso di mancato utilizzo o che sia di tipologia “flex”, ovvero che permetta il cambio di prenotazione. E qui c’è subito da far notare che il volo in economy light (168,98 euro) non prevede bagaglio in stiva (aggiungere da 25 a 45 euro). Quello flex, invece, include un bagaglio in stiva fino a 23 kg e prevede un rimborso di 50 euro in caso di rinuncia al volo e buonanotte al secchio. In quest’ultima ipotesi per contattare il customer care prevedere di spendere 64 centesimi di euro al minuto (da linea fissa) o 95/98 centesimi da cellulare: attenzione,  l’attesa per la risposta – mentre gira il “tassametro” della chiamata – è solitamente lunga. Ci sono, è vero, anche tariffe particolarmente attraenti, ma sono un terno al lotto: Lamezia-Milano del 17 ottobre con Ryanair costa 20 euro, se si ha la fortuna di prendere l’offerta limitatissima, con destinazione Malpensa; se poi si prende sempre da Lamezia il volo Malta Air si andrebbero a spendere appena 9,99 euro (partenza ore 22.20 arrivo a Malpensa 0.10). Ma la mobilità non è una lotteria, visto che il biglietto “normale” di Malta Air Lamezia-Malpensa costa, in realtà, 100 euro. Da notare la differenza di trattamento sui voli da e per Lamezia rispetto allo scalo di Reggio: l’utilizzo dell’Aeroporto dello Stretto non è certamente incentivato e non se ne capisce la ragione. Serve, dunque, offrire un ventaglio di possibilità, con un sistema di tariffazione che, appunto, tenga conto della disagiata situazione dei viaggiatori calabresi, ma permetta anche di scegliere lo scalo di destinazione. I tre aeroporti calabresi fino ad oggi non hanno fatto rete, anzi, a volte, sono sembrati in competizione tra loro. La società di gestione – la Sacal – è unica e dovrebbe armonizzare il pieno utilizzo dei tre scali, ma risulta evidente che tutti gli sforzi sono concentrati su Lamezia.

Dunque è ora che i nostri parlamentari e il governo regionale si facciano parte diligente perché si riveda la politica delle tariffe in Calabria: la mobilità è un tema spinoso su cui c’è il rischio di scivolare malamente. Occorre però precisare che la continuità territoriale è una legge già attiva e l’eventuale provvedimento va semplicemente in carico al Ministero competente, quello di Paola De Micheli, Infrastrutture e Trasporti. I calabresi sono viaggiatori disagiati e tartassati da tariffe spesso impossibili: non serve, in sostanza, modificare il prezzo del biglietto da Reggio a Villa (se si prende la macchina si spendono appena 1,36 euro di carburante, l’autostrada è gratis) ma rivedere l’intero impianto tariffario per treni navi e aerei. È di qualche giorno fa la protesta, guidata dal leader del Movimento La Calabria che vogliamo Giuseppe Nucera, sulle stratosferiche tariffe del traghettamento privato sullo Stretto, ormai pressoché obbligato con le società private vista la scarsa offerta delle navi delle Ferrovie. Nessuna agevolazione per chi vive nell’una o nell’altra sponda dello Stretto. Un costo esagerato e nessuna agevolazione per i residenti. È ora di rivedere il sistema trasporti in Calabria, non solo dal punto di vista infrastrutturale – e qui ci sarebbe da aprire un cahier de doleance infinito – ma anche e soprattutto sul piano tariffario. I calabresi gradirebbero l’attenzione che l’argomento merita. (s)

COSÍ IL TURISMO SORRIDE ALLA CALABRIA
È LA SCELTA ESTIVA DEL 5% DEGLI ITALIANI

In un anno difficile come quello in corso, fatto di restrizioni e sacrifici a causa della pandemia, c’è una Calabria che continua a stupire e che riesce, comunque, a entrare nel cuore di chi la visita lasciando un segno indelebile e la promessa di ritornarci, appena si può.

E non importa se c’è una pandemia in corso, la Calabria è sempre la Calabria, e i suoi 800 km di costa, le sue bellissime e suggestive montagne – oltre che l’aria buona – i suoi panorama mozzafiato, le attrazioni artistiche e culturali, i musei ricchi di collezioni uniche e reperti eccezionali, sono una cartolina che, spesso, non basta vedere in foto, perché non renderebbero giustizia a una regione ricca di meraviglie che ha tanto da dare e che continua ad attirare attenzione e attrarre nuovi turisti e che, quest’estate, nell’estate del Covid, ha collezionato soddisfazioni su soddisfazioni. Con una caratteristica costante: chi scopre e conosce la Calabria intende tornarci.

Un esempio, è la trasmissione andata in onda a luglio su Raiuno, che ha parlato della Calabria, delle sue meraviglie e delle opportunità del turismo rurale e degli agriturismi; o ancora, la Sila che, nei mesi i luglio e agosto 2020 hanno registrato un incremento di presenze rispetto al 2019 nonostante la stagione sia partita con il 100% delle disdette delle prenotazioni effettuate prima del lockdown.

C’è anche la soddisfazione, per la Calabria, di essere stata inserita da Expedia.it, la popolare agenzia via web che, in una ricerca condotta con Panorama, ha inserito la nostra regione tra le mete preferite dagli italiani.

Un trend, che è stato confermato, poi, dall’Eurispes, che, in una ricerca a firma di Maurizio Lovecchio, direttore di Eurispes Calabria, ha reso noto che la Calabria è stata scelta dal 5% degli italiani, che inserisce la regione a metà di una classifica che vede sul podio l’Emilia Romagna, la Sardegna, la Puglia e la Sicilia con il 9% delle preferenze.

«Leggere oggi – si legge – che quei numeri e quelle tendenze sono stati confermati fa piacere e conforta, soprattutto se la questione riguarda una regione in cui il turismo vale il 25% del Pil. La buona notizia è che l’estate ha aiutato l’economia calabrese e alla fine, dopo avere temuto il peggio a causa del lockdown, delle confusioni generate da decreti regionali e dpcm vari e delle misure di prevenzione, anche gli operatori turistici possono tirare un respiro di sollievo per una stagione che sembrava compromessa e drammatica».

Promozione, dunque, per la Calabria, che «nell’estate del 2020 segnata dal Covid, ha fatto breccia nel cuore dei turisti per questi motivi e non solo – riporta l’Eurispes – ha, infatti, saputo offrire le solite attrazioni unite alla sicurezza, salute e ricerca di relax. Tutto ciò di cui i vacanzieri avevano bisogno dopo un avvio di 2020 decisamente drammatico».

Un successo realizzato grazie a più fattori: la limitata diffusione dei contagi in Calabria, il cui numeri di positivi al Covid «si sono si sono mantenuti tra i più bassi d’Italia, merito di comportamenti attenti e rispetto delle regole da parte di tutti»; la riscoperta – riportata da Enit – da parte degli italiani, di percorrere in auto lunghi tratti di strada per raggiungere la meta delle vacanze e, per quanto riguarda la Calabria, di sicuro ha aiutato «il completamento e l’apertura di quasi tutti i cantieri da parte dell’Anas, motivo che, indubbiamente, ha incoraggiato il viaggio in auto per chi si muove verso la punta dello Stivale». E ancora, per quanto riguarda i trasporti, incisivo è stato l’intensificazione dei mezzi sulle tratte della costa tirrenica calabrese da parte di Trenitalia, e il nuovo collegamento di Italo Torino-Reggio Calabria.

«Ad alimentare ancor più ottimismo sono, infine – si legge nella relazione del direttore Lovecchio – i dati Enit relativi al desiderio di vacanza degli italiani che sembra volersi prolungare fino a dopo l’autunno. Nel bollettino, infatti, si legge che il 57% degli italiani che andranno in vacanza dopo agosto sceglierà ancora il mare e il 29% preferirà soggiorni enogastronomici, e se a questo aggiungiamo che il 14% dei richiedenti il bonus vacanze (valido fino a Natale) non lo ha ancora speso, potremmo ben sperare che la Calabria reciti ancora per qualche mese la sua parte da protagonista nel settore turistico».

«Infine, bisogna sottolineare – ha aggiunto – il ruolo della politica regionale capace di gestire e governare la situazione, dimostrando coraggio e responsabilità, sia nella promozione del territorio sia, allo stesso tempo, nel tutelare la salute dei calabresi e dei vacanzieri. Sinergia, collaborazione, capacità di dialogo tra le parti, comprensione e superamento delle difficoltà sono gli elementi che hanno contribuito a questo successo».

«Si riparta da qui – conclude il direttore di Eurispes Calabria – per continuare a restare finalmente protagonisti e degni di attenzione per i tanti aspetti positivi, opportunità e attrazioni straordinarie che la Calabria è in grado di offrire». (rrm)

Ferrovie e strade, “la Calabria che vogliamo” chiede nuovo corso di investimenti

Il Movimento politico La Calabria che vogliamo, guidato dall’ex presidente degli industriali reggini Giuseppe Nucera, chiede un nuovo corso negli investimenti per infrastrutture e trasporti. Plaudendo ai nuovi collegamenti dei treni veloci che avvicinano la Calabria all’Italia, Giuseppe Nucera  saluta con soddisfazione l’arrivo dei Frecciarossa a Reggio Calabria ma allo stesso tempo si augura sia solo un punto di partenza nel percorso di rinascita del territorio calabrese: «Il collegamento giornaliero in Frecciarossa da e per Reggio Calabria, assieme all’arrivo di Italo in riva allo Stretto, contribuirà alla ripartenza e al rilancio dell’economia e del settore turistico della Calabria e dell’intero Sud Italia».

«Si tratta però – sottolinea Nucera – di un tassello nell’intricato puzzle di necessità che il nostro territorio da parecchi anni soffre. La Calabria si trova a vivere una fase decisiva: ha davanti un bivio che separa il rilancio del nostro territorio da una crisi devastante i cui confini non sono immaginabili. È il momento di investire in modo forte e deciso nelle infrastrutture così carenti della Calabria. Penso all’ammodernamento e completamento della rete stradale, ad esempio il tratto Bovalino-Bagnara o il megalotto della S.S. Statale 106 nel versante che collega Reggio Calabria a Locri e Roccella a Soverato».

«C’è ancora molto da fare – assicura l’ex Presidente di Confindustria Rc –sulla linea ferroviaria, specie per quella che collega la nostra regione al versante Adriatico. Sarebbe importante, anche sul piano turistico, ripristinare le linee Taurensi in disuso da anni. L’arrivo del treno Frecciarossa e di Italo deve rappresentare il punto di partenza verso la costruzione di una linea d’alta velocità. Senza una reale alta velocità infatti l’arrivo del Frecciarossa non può concretizzarsi nei fatti. La Calabria non può più rimanere ai margini, isolata, ma deve tornare a correre.

Negli ultimi giorni è tornato d’attualità il Ponte sullo Stretto, la cui possibile costruzione continua a dividere e far discutere. Giuseppe Nucera non ha dubbi: si tratta di un’infrastruttura dall’importanza nevralgica. «Sin dalla nascita del movimento ‘La Calabria che vogliamo’, uno dei punti fondamentali del nostro programma riguardava la costruzione del Ponte sullo Stretto. È impensabile che un’opera di tale portata possa suscitare dubbi e incertezze. Si tratta invece di un progetto capitale per la nostra regione e l’intero Sud Italia. Dobbiamo guardare al futuro con entusiasmo e determinazione, coscienti delle possibilità che il dramma Covid-19 ci ha offerto. Adesso bisogna ripartire con la volontà di costruire una Calabria forte e all’avanguardia, che possa fare da traino per il rilancio dell’intero paese». (ed)

 

Si scatena la concorrenza Frecciarossa-Italo,
ma l’Alta Velocità in Calabria viaggia al ‘ralenti’

di SANTO STRATI – Il giorno dopo l’annuncio e l’apertura della biglietteria per il collegamento veloce Torino-Reggio Calabria da parte di Italo treno, Trenitalia scatena la controffensiva e mette i Frecciarossa sullo stesso percorso. Una “guerra” commerciale di cui beneficeranno sicuramente i calabresi. Italo comincerà a unire Piemonte e Calabria dal 14 giugno, con fermate intermedie a Milano, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Salerno, oltre che, nella regione, a Paola, Lamezia, Rosarno e Villa San Giovanni, Trenitalia invece anticipa al 3 di giugno lo stesso percorso. Dalla “concorrenza” escono vincitori i viaggiatori della regione che, finalmente, hanno più opportunità di collegamenti con convogli di nuova generazione. E sarà questa l’occasione per mettere in discussione, in modo serio, il problema dell’alta velocità e dell’alta capacità (due caratteristiche del trasporto ferroviario) che permetteranno di velocizzare al massimo i collegamenti tra la Calabria e il resto del Paese. Il sogno rimane un collegamento Reggio-Roma in 2ore e mezzo, considerando il declino inevitabile che si preannuncia – salvo atti d’orgoglio e concrete prese di posizione – per l’Aeroporto dello Stretto, ma già avere treni veloci (l’«ultra» è un optional per ora negato ai calabresi) è un grosso passo in avanti per la mobilità di questa regione.

Non è così semplice come appare: sia Frecciarossa che Italo viaggeranno sulle attuali linee tradizionali (non adatte all’AV) e dovranno dimenticarsi di raggiungere le velocità straordinarie che fanno felici i viaggiatori tra Roma e Milano e viceversa (poco sotto le tre ore il collegamento). L’arrivo dei supertreni servirà, in ogni caso, da stimolo per cominciare a pensare a una progettazione specifica per una grande rilancio del trasporto ferroviario non solo di passeggeri ma anche e soprattutto di merci. A proposito di merci, che fine abbia fatto la delibera che sbloccava il collegamento tra il Porto di Gioia Tauro e la ferrovia (appena quattro km che bloccavano l’intermodalità, ovvero la connessione diretta dal Porto alla ferrovia per i container già dallo scarico sul molo) non siamo riusciti a saperlo: ricordiamo solo la grande enfasi con cui dalla presidente Santelli era stato annunciato il 6 marzo scorso (vedi calabria.live) il via al completamento del gateway ferroviario porto-linea ferrata nazionale. Poi, causa il lockdown (scusate l’inglesismo, ma dicono che alla gente pesa di meno definendo così la “chiusura obbligata” che abbiamo tutti necessariamente subito) non c’è stato spazio per i fuochi d’artificio e per i brindisi. Eppure era stata definita dalla presidente Jole «una giornata storica» come tante altre cui – spesso sorprendentemente – questa Giunta ci sta abituando, prima facendo e poi annunciando. Piccolo particolare, il “fare” spesso va a cozzare contro l’ottusità della burocrazia regionale e le scartoffie, come sta capitando per l’iniziativa di aiuto alle imprese, hanno, alla fine, il sopravvento. Manca sempre una firma perché le intelligenti iniziative di Santelli & Co. raggiungano l’effettivo risultato sperato. Sul collegamento col Porto la presidente Jole aveva dichiarato: «in sole due settimane di intenso lavoro, ho recuperato un blocco che durava da vent’anni per una struttura costata fin qui 20 milioni di euro che rischiava di diventare un monumento allo spreco, per una ventennale disputa giudiziaria su 4 km di raccordo ferroviario», raccogliendo il consenso di tutta la Città Metropolitana di Reggio. Maledetto coronavirus, ha “intossicato” anche il raccordo del Porto: i calabresi, però, ora aspettano di vedere partire i lavori a Gioia Tauro.

Il fatto che improvvisamente i due vettori ferroviari nazionali “riscoprano” la Calabria coi treni superveloci nonostante l’assenza di una rete adeguata, deve indurre a mettere il piede sull’acceleratore e pretendere – ripetiamo pretendere – che l’Alta Velocità, intesa come rete ferroviaria di nuova realizzazione – abbia la priorità. Come, però ha fatto osservare la deputata di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, secondo l’abituale logica del Sud-cenerentola d’Italia, nel decreto rilancio il Governo ha destinato appena 40 milioni «per la progettazione e il potenziamento con caratteristiche di Alta Velocità di Rete (AVR) delle linee Salerno-Reggio Calabria, Taranto–Metaponto–Potenza–Battipaglia, Genova–Ventimiglia» stanziando invece «380 milioni di euro per il progetto preliminare del Nodo di Verona Est nell’ambito della linea ferroviaria Alta Velocità – Alta Capacità Milano-Venezia». Il commento dell’agguerrita parlamentare catanzarese era scontato: «Il ministro De Micheli ha segnato la fine dell’Alta Velocità nel Mezzogiorno. Ancora una volta, 10 milioni di cittadini italiani vengono tagliati fuori dalla modernità», ma sembra più dettato da questioni di buonsenso che di litigiosità politica tra maggioranza e opposizione. «L’Alta Velocità/Alta Capacità (Avac) – spiega Wanda Ferro – è l’infrastruttura oggi percorribile a 300 km/h, domani con nuove generazioni di treni a 350 km/h, cioè l’Alta Velocità vera; mentre l’Avr è una rete in cui sono comprese sia le linee Avac (quindi 300-350 km/h), sia le linee tradizionali in cui si fanno interventi per consentire la velocità a 200 km/h. Ciò significa, ad esempio, che a sud di Battipaglia, dato che non c’è traccia della linea ferroviaria Alta Velocità-Alta Capacità, i lavori consentiranno ai treni di viaggiare a 200 km/h, mentre a Est di Milano verrà realizzata la seconda linea AVAC Milano-Venezia, quasi parallela alla linea Milano-Bologna, già realizzata». Da qui l’interrogazione della Ferro al Governo per conoscere “per quale motivo sia stata deciso il finanziamento della realizzazione di una linea Alta Velocità/Alta Capacità tra Lombardia e Veneto, riservando alle Regioni del Mezzogiorno un decimo dello stanziamento, 40 milioni di euro, per la realizzazione delle sole linee ferroviarie Alta Velocità di Rete”.  Secondo Wanda Ferro sarebbe stato più opportuno «destinare lo stanziamento di quasi 380 milioni di euro per finanziare l’ammodernamento delle infrastrutture ferroviarie nelle Regioni del Sud Italia e consentire la realizzazione di linee ferroviarie Alta Velocità – Alta Capacità, colmando il divario infrastrutturale tra Nord e Sud».

Non si pensi, però, che solo da destra che arrivino bordate alla simpatica ministra di Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli. L’ex presidente della Regione Calabria Mario Oliverio ha inviato un’infuocata lettera aperta dove, evidenziando le differenze tra Alta velocità/Alta Capacità (Avac) e l’Alta velocità di Rete (Avr) chiede lumi sulle scelte poco condivisibili degli investimenti previsti dal Cipe. «Considerando che a sud di Battipaglia – scrive Oliverio – non c’è nemmeno un metro di Avac i futuri lavori potranno portare la linea a 200 km/h, con costo presumibile di 10 miliardi. È importante sottolineare – afferma l’ex presidente della Regione – come il problema dell’accessibilità esterna e interna sia ormai considerato dal dibattito meridionalista uno dei nodi essenziali dello sviluppo economico e sociale della Calabria. Per questo intendo rappresentarLe la necessità di una urgente modifica dell’orientamento riduttivo espresso dal Governo nell’ambito del Decreto “Rilancia Italia” in materia di rete ferroviaria nelle regioni del Sud».
Oliverio sottolinea che «la Regione Calabria, d’accordo con il Governo nazionale dell’epoca, aveva destinato importanti risorse del patto per la Calabria nel programma FSC, 6 milioni di euro, per il solo studio di fattibilità della linea ad Alta Velocità. Per tale attività di progettazione, in aderenza a quanto previsto dal Patto per la Calabria, era stato costituito un tavolo tecnico, composto dall’Agenzia della Coesione (che lo coordina in rappresentanza della Presidenza del Consiglio) dal MIT e dalla Regione Calabria. Questo tavolo sebbene costituito formalmente nonostante i numerosi solleciti formali ed informali della Regione non si è mai riunito.
Su questo tema e con le notazioni prima richiamate, la Regione Calabria ha ripetutamente sollecitato il Ministero e l’Agenzia della Coesione per ultimo con nota del 10 febbraio 2020. La Regione Calabria ha posto il tema di realizzare nel Sud l’Alta Velocità tecnicamente di nuova generazione; cioè una linea a 300-350 km/h, per collegare Reggio a Roma in due ore e mezzo e spendere tra 8 e 10 miliardi. La Regione si è immediatamente attivata e subito dopo la firma del patto ha prodotto la DGR del 27 settembre 2016, con il documento preliminare alla fattibilità Alta Velocità Lean». Sulla stessa linea dell’opposizione, Mario Oliverio si scaglia contro le decisioni governative: «È infine necessario evidenziare la gravissima contraddizione che emerge tra l’accordo fatto tra Presidenza del Consiglio e Regione ed espressamente definito e sottoscritto nel Patto e quanto è emerso dalla Sua Conferenza stampa. Una scelta grave che, nello stesso giorno, comunica il disconoscimento – di fatto – del Patto con una decisione unilaterale e senza l’intervento della Presidenza del Consiglio e nello stesso giorno da il via libera definitivo alla seconda linea Alta Velocità nel Nord Italia».

Per farla breve, ci sono tutti gli elementi per dedurre e capire che le scelte “sudiste”, difese strenuamente e in ogni occasione dal ministro per il Sud Peppe Provenzano col suo Piano per il Sud, al momento accantonato, in realtà tradiscono scarsa considerazione per il Mezzogiorno e soprattutto per la Calabria.

La presidente Santelli che – inspiegabilmente – ha ignorato l’annuncio di Italo e della società di Luca di Montezemolo Nuovo Trasporto Ferroviario  (che ha pur suscitato parecchio entusiasmo tra gli sfiduciati viaggiatori calabresi), invece non si risparmia in lodi nei confronti di Trenitalia (cui peraltro la Regione offre un cospicuo contributo per il collegamento Bolzano-Sibari): «L’arrivo del Frecciarossa in Calabria – ha dichiarato la presidente – è una splendida notizia che produrrà effetti positivi per tutta la regione, in un momento in cui è di fondamentale importanza ripristinare i vecchi collegamenti e crearne di nuovi per favorire la ripartenza del turismo e dell’economia. Oggi – spiega la governatrice –, Trenitalia, a cui va il mio personale ringraziamento, ha annunciato che, a partire dal prossimo 3 giugno, trasformerà una coppia di Frecciarossa da Milano-Napoli e viceversa in Torino-Reggio Calabria e viceversa. Il treno partirà da Torino Porta Nuova alle 8 del mattino e arriverà a Reggio alle 18.50; il ritorno, a partire dal 4 giugno, sarà con partenza alle 10.10 da Reggio e arrivo alle 21 a Torino. Al di là dei dettagli tecnici, quella di Trenitalia è indubbiamente una iniziativa che contribuirà ad “avvicinare” ancora di più la Calabria al resto d’Italia e ci darà una mano per affrontare al meglio la prossima stagione turistica».

Quanto costa questo “regalo” di Trenitalia ai calabresi? Non se ne fa cenno. «L’arrivo del Frecciarossa – ha detto la Santelli – rappresenta un evidente cambio di rotta da parte di Trenitalia, che ha deciso di investire in questa regione e di sposare in pieno il nostro piano per il potenziamento del sistema ferroviario. Un altro segnale positivo, in tal senso, era già arrivato con l’istituzione del treno ad alta velocità Frecciargento Bolzano-Roma-Sibari, che finalmente collega in modo soddisfacente un’area vasta e produttiva come quella della Sibaritide”. In attesa di chiarimenti che i calabresi apprezzeranno, chi viaggia approfitti della “fortunata” circostanza della “guerra del Sud” tra i due player ferroviari italiani. In carrozza, si parte, almeno in comodità. Era anche ora… (s)

 

Trenitalia sta a guardare e Italo arriva a Reggio
Dal 14 giugno la Calabria scopre l’alta velocità

Arriva Italo e Trenitalia sta a guardare. Dal 14 giugno l’azienda privata NTV, quella che ha introdotto in Italia i treni Italo, ha previsto il collegamento veloce Torino-Reggio. A conferma che l’alta velocità non è più un miraggio per la Calabria, visto che Italo fermerà anche a Paola, Lamezia, Rosarno e Villa San Giovanni, prima di concludere la sua corsa a Reggio.

Quando, lo scorso anno, alla vigilia della festa del patrono a Reggio, il 23 aprile, apparve un Frecciarossa alla Stazione Centrale di Reggio a molti calabresi cominciò a battere forte il cuore: «finalmente l’alta velocità arriva anche da noi?» si sono domandati in molti, ma l’entusiasmo si spense subito, scoprendo che era sì un Frecciarossa quello alla Stazione di Reggio (vedi calabria.live) ma era arrivato per un guasto al tradizionale Freccia Bianca, che a Salerno, non avendo altri treni disponibili, Trenitalia aveva dovuto sostituire con un Frecciarossa 500. Non aveva corso come alla massima velocità di crociera, ma il treno veloce aveva percorso una linea ferroviaria che in molti dicevano inadeguata all’alta velocità. Era la conferma che, come sosteneva da tempo l’Associazione Ferrovie in Calabria, era percorribile anche dai treni ad alta velocità la linea ferroviaria tirrenica.

Italo impiegherà 6 ore da Roma a Reggio (parte alle 10.30 e arriva alle 16,30) e soprattutto prevede una corsa comoda per i “pendolari” della Capitale con una partenza alle 18.30 e arrivo a Reggio qualche minuto dopo la mezzanotte, al costo di 48,90 euro. Il viaggio da Reggio a Roma offre due opzioni: alle 7.30 e alle 13.30 con arrivo rispettivamente alle 13.30 e alle 19.47.  Da Torino gli orari non sono meno comodi: parte dalle 5.23 e arriva alle 16.30 (poco più di undici ore di viaggio) oppure alle 13.19 per arrivare appena dopo la mezzanotte a Reggio.

Lo aveva anticipato anche ieri la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli che si stava studiando una soluzione di alta velocità per la Calabria, ma non aveva parlato della sorpresa di Italo che inizia il collegamento veloce Piemonte-Calabria a partire dal 14 giugno. Quattro servizi al giorno da Torino a Reggio Calabria e ritorno senza cambi intermedi, garantendo un collegamento rapido diretto, oltre che dal capoluogo piemontese, anche da Milano, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Roma, Napoli e Salerno. Un regalo che i calabresi apprezzeranno molto, visto che fino a luglio non s’intravedono aperture anticipate per l’Aeroporto dello Stretto.

I treni Italo sono belli, confortevoli e comodissimi. Rappresenteranno un’opportunità in più per gli amici settentrionali che vorranno scendere a conoscere la Calabria, a scoprire il nostro meraviglioso mare, l’arte, lo splendore dei musei (a partire da quello di Reggio con i suoi irresistibili Bronzi), lo scenario da favola, il profumo del Bergamotto di Reggio Calabria, della cipolla di Tropea, dei cedri dell’Alto Tirreno Cosentino, la ‘nduja di Spilinga e tutte le altre straordinarie specialità gastronomiche che hanno conquistato i buongustai di tutto il mondo.

Fabrizio Bona, chief commercial officer di Ntv ha detto che l’arrivo dei treni Italo in Calabria «ci riempie d’orgoglio. Non ci sarà più bisogno di fare cambi intermedi, un unico treno collegherà tutta l’Italia. Il Sud è importante per il Paese e abbiamo deciso di investire nel Meridione, per migliorarne la qualità dei trasporti. Siamo certi che il territorio risponderà con entusiasmo all’arrivo di Italo».

Il treno veloce Italo (che arriva nella terra del re da cui ha preso il nome l’Italia e, di conseguenza, le vetture color bordeaux di NTV)  è la risposta a quanti storcevano il naso quando si parlava di alta velocità per la Calabria. In realtà, la NTV, presieduta da Luca Cordero di Montezemolo, da un anno stava studiando il collegamento con la Calabria e dopo alcuni test andati perfettamente in porto, ha voluto lanciare il servizio con l’adozione dell’orario estivo.

L’eurodeputato della lega Vincenzo Sofo e il consigliere regionale dello stesso partito Pietro Molinaro, sono stati tra i primi a congratularsi: «L’arrivo dell’alta velocità fino a Reggio Calabria – hanno dichiarato – è una grande notizia. Ringraziamo NTV per essere riuscita a fornire un servizio indispensabile per la Calabria e per il Sud intero. Ora che possiamo iniziare a disporre di un servizio ferroviario dignitoso, è necessario che la Regione Calabria metta rapidamente in campo un piano di marketing territoriale efficace per sostenere il settore turistico calabrese, leva indispensabile per lo sviluppo di questa terra, promuovendo in Italia e all’estero le sue bellezze: è oggi ancor più necessario che il Presidente Santelli e l’assessore Orsomarso si facciano promotori di un tavolo di cooperazione tra le Regioni meridionali per incentivare il turismo macroregionale tra territori vicini e solo limitatamente toccati dalla crisi sanitaria».

Che farà adesso Trenitalia? La risposta, dicono ambienti bene informati, è quasi pronta con un Frecciarossa Roma-Reggio, ma Montezemolo li ha anticipati. Vedremo il presidente a Reggio, nel viaggio inaugurale? Quasi certamente: i reggini lo accoglieranno con la giusta simpatia a chi ha voluto pensare a loro. In cambio, il presidente Montezemolo potrà gustarsi i Bronzi del nostro meraviglioso Museo archeologico e le prelibatezza della cucina, qualche metro più avanti, all’Accademia di Filippo Cogliandro. Meta irrinunciabile per qualsiasi vip (di buon palato) che arriva a Reggio. Venga a Reggio, Presidente Montezemolo e si faccia riconquistare dalla Calabria (che peraltro conosce molto bene): difficile resistere. Del resto, Italo – lo sa – è “di casa” in Calabria… (rrm)