Alla Camera di Commercio di Cosenza si è parlato del Nuovo codice dei contratti pubblici

Alla Camera di Commercio di Cosenza si è parlato del Nuovo codice dei contratti pubblici alla luce delle ultime novità emerse con il D.Lgs 36/2023.

Nella Sala Mancini della Camera di Commercio bruzia Esperti nazionali del mondo accademico, giuridico e della pubblica amministrazione hanno illustrato novità, dettagli, normative e riferimenti in merito ai contratti e agli appalti pubblici. L’evento si è articolato in due sessioni, mattina e pomeriggio, ed è stato moderato dal segretario generale della Camera di Commercio, Erminia Giorno.

Dopo i saluti istituzionali del presidente Klaus Algieri, del sindaco di Cosenza, Franz Caruso, e del prefetto, Vittoria Ciaramella, i lavori sono stati aperti dal presidente aggiunto della Corte dei Conti, Tommaso Miele. È stata poi la volta dei relatori della sessione mattutina: il presidente Anac, Giuseppe Busia, ha fatto luce sul processo di digitalizzazione dei contratti pubblici e la qualificazione delle stazioni appaltanti; il consigliere Tar Lazio, Raffaele Tuccillo, sull’efficienza dei contratti e sul ruolo del Collegio consultivo tecnico; il presidente Sezione Centrale di Controllo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato, Mauro Orefice, ha dibattuto sul tema dei contratti, dei consorzi stabili e del Pnrr; infine il professore ordinario e direttore scientifico dell’Università delle Camere di commercio Universitas Mercatorum, Francesco Fimmanò, ha rivolto l’attenzione sugli effetti del Codice dei contratti pubblici sulla crisi d’impresa.

La sessione pomeridiana si è invece aperta alle 14 con l’intervento di Carmela Margherita Rodà, componente del consiglio di presidenza Corte dei Conti. I lavori sono poi proseguiti con l’intervento del consigliere della Corte dei Conti, Giampiero Pizziconi, sul tema dell’In House, tra codice dei contratti e riordino dei servizi pubblici locali, e successivamente un focus sul concetto di responsabilità da parte del Procuratore generale Corte dei Conti Piemonte, Quirino Lorelli. A chiudere la giornata sono stati gli interventi del professore ordinario di Diritto amministrativo Luiss Guido Carli, Aldo Sandulli, sui principi che governano il nuovo codice dei contratti pubblici, con particolare riferimento al risultato e alla fiducia, e dell’Ispettorato generale dei servizi ispettivi di Finanza pubblica, con Luciano Cimbolini, sulla gestione degli incentivi al personale alla luce delle modifiche del codice degli appalti.

«Una giornata formativa densa di contenuti di grande attualità – ha sottolineato il presidente Klaus Algieri – arricchita dalla presenza di esperti nazionali che hanno cercato di far luce su una tematica complessa. Eventi di questa portata ci consentono di comprendere realmente quanto sia rilevante operare per il bene del Paese».

«Come di consueto – ha proseguito Algieri – anche questa occasione di formazione organizzato dalla Camera è stata erogata gratuitamente per consentire alle imprese, ai professionisti e alle altre pubbliche amministrazioni di usufruirne senza aggravio di costi. È una politica, questa, che portiamo avanti ormai da quasi 10 anni e che ci è valsa per ben due volte il Premio Aif-Adriano Olivetti per l’Eccellenza nella Formazione. Si tratta di un investimento che la Camera avrebbe sostenuto comunque per formare i propri dipendenti ma che, così facendo, ne amplifica la portata e l’efficacia, massimizzandone il ritorno in termini di crescita culturale e professionale del territorio. A parità di costi, infatti, oggi offriamo a oltre 500 persone, in presenza e in collegamento da tutta Italia, un’opportunità formativa su un tema di grande attualità che sarebbe altrimenti rimasta circoscritta a poche decine. Un risultato di non poco conto, ancor di più perché si tratta di denaro pubblico della cui gestione sentiamo, come ente, tutta la responsabilità». (rcs)

L’ORA DELLE ZONE ECONOMICHE MONTANE
POSSONO DIVENTARE VOLANO DI SVILUPPO

di KLAUS ALGIERI – Le Zone Economiche Montane (Zem) rappresentano un patrimonio unico e prezioso chiamato, negli ultimi anni, ad affrontare importanti sfide nello sviluppo economico e sociale.

Proprio per questo, affrontare l’attuazione dell’Agenda Onu 2030 senza occuparsi di aree interne e di montagna, come previsto dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne (Snai), potrebbe essere sinonimo di fallimento delle politiche e di inefficacia degli interventi previsti.

Il ridimensionamento e la soluzione delle fragilità unitamente all’importanza dell’economia della montagna in Italia necessitano l’elaborazione di iniziative strategiche dedicate. Tra queste sarà di fondamentale importanza il passaggio dalla “fiscalità agevolata, alla fiscalità dedicata” con la costituzione, sulla scia delle Zes, delle “Zone Economiche Montane” (Zem), che abbiano come destinatari i Comuni di montagna e che diano priorità a investimenti (nazionali e esteri) relativi alla transizione green per tutelare il patrimonio ambientale della montagna pur garantendone lo sviluppo e alla transizione digitale al fine di superare le “barriere infrastrutturali e naturali”.

Le Zem così costituite porteranno alla valorizzazione e al consolidamento delle attività economiche già presenti sul territorio (commercio, filiera agro-alimentare-boschiva, turismo, etc.) e all’attrazione e creazione di nuove imprese e centri di ricerca sulla biodiversità e sull’economia sostenibile in stretto collegamento con le Università. Consentiranno di porre un freno al declino demografico e all’invecchiamento della popolazione nei Comuni montani e attrarre i giovani.

Attraverso di esse si potrà creare, quindi, una alternativa alla polarizzazione urbana della popolazione e alla fuga di capitale umano verso i centri urbani, sostenuta da una incisiva attività di formazione e politiche attive del lavoro. Il tema delle Zem è molto importante e non va trascurato lo dicono i dati, lo ha ribadito anche il mio Presidente Nazionale Carlo Sangalli nel corso dell’Assemblea Pubblica di Confcommercio.

Auspico che il Presidente Occhiuto in virtù del ruolo che ricopre a livello nazionale si faccia portavoce di questa proposta sui tavoli che contano e che dalla Calabria parta un progetto pilota, che mostri a tutti le potenzialità delle aree montane.

Le aree di montagna sono realtà fragili per condizioni fisico-geografiche, ambientali e per processi modificativi della vita sociale intervenuti nel tempo dove si gioca il futuro della conservazione e rigenerazione di biodiversità del nostro Paese. Tuttavia, in questi territori sono presenti limiti, ma anche nuove opportunità con specificità differenti (come quelle che distinguono territori alpini da quelli appenninici) e tante forme di imprenditorialità intergenerazionale.

Nelle aree montane e interne lo spopolamento è la minaccia maggiore. Infatti, l’impatto demografico negativo colpirà entro 10 anni, secondo l’Istat, nove Comuni su dieci nel caso di Comuni di zone rurali con l’ampliarsi del fenomeno della “desertificazione demografica” di molte aree del Paese in particolare a Sud.

Oggi, in un contesto di globalizzazione e di alta mobilità della popolazione, contrastare lo spopolamento di questi territori sempre meno può significare trattenere soltanto la popolazione, specialmente giovanile, e sempre più richiede una capacità dei territori non urbani di essere attrattivi: la capacità di attrarre imprese e giovani è tra gli argomenti più efficaci da giocare per radicare il progetto di vita di un numero sufficientemente ampio di giovani (nativi e non) nelle aree montane con nuove attività di lavoro, impresa o studio.

Secondo il criterio statistico di Istat, l’Italia risulta caratterizzata, per la sua conformazione orografica, da un territorio prevalentemente collinare (41,6% della superficie complessiva, che contiene il 38,9% della popolazione residente in Italia), seguìto da quello di montagna (35,2% del territorio e 12,4% della popolazione) e di pianura (23,2% del territorio e 48,7% della popolazione).

Secondo i dati dell’Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) il territorio montano comprende attualmente 3.524 comuni totalmente montani e 652 comuni parzialmente montani, per un totale complessivo di 4.176 su 7.901 comuni italiani (al 1° gennaio 2023). In termini di estensione territoriale, su un totale di 302.073 kmq che definiscono il territorio italiano, circa 147.517 kmq sono occupati dai comuni montani, rappresentando, quindi, il 49% del territorio nazionale.

L’Italia, secondo Eurostat, è il primo Paese dell’Unione europea a 27 per Pil realizzato in province montane, territori in cui almeno metà della superficie e/o della popolazione è in aree montane: nel 2019 è ammontato a 805,6 miliardi di euro, il 44,9% del totale nazionale, una quota più che doppia rispetto al 20,7% registrato dalla media delle aree montane nell’Ue. Il valore dell’economia italiana della montagna, infatti, supera anche i 776,3 miliardi di euro della Spagna (62,4% del Pil), i 417,5 miliardi della Francia (17,1%) e i 241,5 miliardi della Germania (7%).

Nell’economia italiana della montagna, a fronte del 47,8% della popolazione nazionale, si concentra nel 2021 il 51,1% delle presenze turistiche totali e il 50,7% delle presenze turistiche straniere.

Secondo un recente studio, sono 63 le province montane in Italia che contano 2.077.826 micro e piccole imprese (MPI), attive con 5.137.434 addetti, i quali sono il 47,3% degli addetti nazionali delle MPI. Nel perimetro delle province che rappresenta l’economia italiana della montagna, le MPI rappresentano il 69,4% degli addetti delle imprese totali di tali province, una quota ampiamente superiore al 63,4% della media nazionale.

In particolare, nelle province montane sono localizzate 536.282 imprese artigiane con 1.349.075 addetti, pari a oltre la metà (53%) degli addetti dell’artigianato italiano e al 18,2% degli addetti nazionali, quota superiore al 14,8% della media nazionale.

In chiave settoriale l’economia della montagna presenta una quota più elevata per il valore aggiunto delle costruzioni (48,8%) e del manifatturiero esteso (48,6%), settori in cui è più alta la vocazione artigiana.

Secondo uno studio pubblicato alla fine 2022, sono 63 le province montane in Italia che contano 2.077.826 micro e piccole imprese (MPI) con 5.137.434 addetti, i quali sono il 47,3% degli addetti nazionali delle Mpi. Nel perimetro delle province che rappresenta l’economia italiana della montagna, le MPI rappresentano il 69,4% degli addetti delle imprese totali di tali province, una quota ampiamente superiore al 63,4% della media nazionale.

In particolare, nelle province montane sono localizzate 536.282 imprese artigiane con 1.349.075 addetti, pari a oltre la metà (53%) degli addetti dell’artigianato italiano e al 18,2% degli addetti nazionali, quota superiore al 14,8% della media nazionale.

Inoltre, grazie alla diffusa presenza di imprese manifatturiere, l’economia della montagna realizza il 47,2% delle esportazioni nazionali, pari a 232,6 miliardi di euro.

Da un punto di vista occupazionale nelle province montane, a fronte del 47,3% di occupati totali nel 2021, si concentra il 49,8% degli occupati indipendenti – imprenditori, professionisti e lavoratori autonomi – che rappresentano il 23% degli occupati di tali province, quota superiore di 2,2 punti al 20,8% delle altre province non montane.

Unioncamere-Anpal, infine, indicano che nel trimestre novembre 2022-gennaio 2023 nelle province montane sono state previste 553mila entrate di lavoratori, pari al 46% di quelle nazionali. Un dato che mette in evidenza l’importanza dell’economia di montagna anche in termini occupazionali. (ka)

[Klaus Algieri è presidente di Confcommercio Calabria e vicepresidente nazionale Unioncamere]

A Klaus Algieri la laurea in honoris causa in Economia Aziendale dall’Unical

Domani pomeriggio, alle 16, nell’Aula Magna “B. Andreatta” dell’Università della Calabria, sarà conferita la laurea in honoris causa in Economia aziendale e management a Klaus Algieri.

La cerimonia di conferimento della laurea a Klaus Algieri, presidente della Camera di Commercio di Cosenza, vicepresidente di Unioncamere nazionale ed ex presidente di Unioncamere Calabria, prevede in apertura i saluti del rettore Nicola Leone e la presentazione del candidato da parte del professore Alfio Cariola; dopo la laudatio, affidata al professore Franco Rubino, coordinatore del corso di laurea in Economia aziendale e management, Algieri terrà una lectio magistralis sul tema “Il ruolo dei corpi intermedi nel governo del territorio”. (rcs)

È IN FORTE CRESCITA L’EXPORT CALABRESE
QUASI +33% PER UN VALORE DI 547 MILIONI

Anche in Calabria l’export continua a  recuperare terreno: nel 2021 è cresciuto del 32,9%, per un valore complessivo di 547 milioni di euro. È quanto è emerso dall’incontro della Camera di Commercio di Cosenza, dal titolo Made in Italy, quale Futuro? Esportare le eccellenze del territorio tra digitalizzazione e nuove sfide globali, che indica come l’export stia tornando sopra i livelli pre covid-19.

Dati, che sono stati confermati dall’Osservatorio Internazionalizzazione della Regione Calabria, in cui viene, appunto, evidenziato come ci sia un recupero delle esportazioni per la Calabria: + 32,9% e + 19,2% rispetto al 2020 e al 2019, che la inserisce nell’alveo delle regioni che registrano una crescita superiore al valore nazionale (+18,2%) insieme a Sardegna (+63,4%), Sicilia (+38,8% ), Valle d’Aosta (+28,0%), Friuli Venezia Giulia (26,8%%), Umbria (23,4%), Molise (+21,3%), Piemonte (+20,6%), Trentino Alto Adige (+20,5%), Lombardia (+19,1%).

Il 50,5% dell’export calabrese (pari a 276 M€) proviene dalla provincia di Reggio Calabria; seguono la provincia di Cosenza con un valore dell’export che si attesta sui 116 M€ (pari al 21,3% dell’export regionale); la provincia di Catanzaro (78 M€, pari al 14,3%), la provincia di Crotone (42 M€, pari al 7,8%) e la provincia di Vibo Valentia (34 M€, pari al 6,0%).

Dinamiche positive caratterizzano tutti i territori calabresi: a Crotone si registra una crescita rilevante (+90,0%, da 23 M€ a 43 M€).

Valori superiori alla crescita media regionale si riscontrano a Reggio Calabria (+37,6%) e a Vibo Valentia (+34,7%) mentre nella provincia di Cosenza l’incremento è del +19,2% e a Catanzaro del +18,5%.

Lo scenario muta leggermente dal confronto con il valore dell’export nel 2019: le province calabresi che recuperano terreno sono Crotone (+105,1%) Vibo Valentia (+20,0%) Reggio Calabria (+18,2%), e Cosenza (+15,0%). Catanzaro rientra nell’alveo delle province che registrano variazioni negative (-18,9%).

L’osservatorio, poi, evidenziato come l’export dei prodotti dell’agricoltura, silvicoltura e pesca registra un calo del -10,8%, mentre a livello nazionale e meridionale si rileva un incremento del +8,8% e del +5,5% rispettivamente; le vendite dei prodotti delle attività manifatturiere registrano un incremento del +39,0%, superiore alla crescita stimata per l’Italia (+17,5%) e per il Mezzogiorno (+16,0%).

«Focalizzando l’analisi sui principali prodotti esportati nel 2021 – si legge – al primo posto si confermano gli altri prodotti chimici che rappresentano un quinto dell’export calabrese; seguono: frutta e ortaggi lavorati e conservati, altri prodotti alimentari, locomotive e materiale rotabile ferro tranviario, olii e grassi vegetali e animali, prodotti di colture permanenti, navi e imbarcazioni, metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi, carne lavorata e conservate e prodotti a base di carne, macchine per la formatura dei metalli».

Si tratta di un risultato importante, che ha dimostrato come «la Regione ha saputo reagire alle sfide e alle incognite legate alla pandemia e alla crescita dell’inflazione grazie prevalentemente alla vendita di  prodotti all’estero da attività manifatturiera, agricola, di prodotti chimici e materiali ferrosi, nonché metalli di base preziosi».

Nonostante gli ottimi risultati dello scorso anno, le nuove criticità che caratterizzano lo scenario  economico internazionale impongono oggi dei ripensamenti sulle strategie per l’export delle  aziende italiane e calabresi, in particolare. Centrale rimane il ruolo degli strumenti di sostegno  all’internazionalizzazione e una maggior spinta alla digitalizzazione per continuare a presidiare i  mercati tradizionalmente legati al nostro export e per intercettare nuove opportunità in economie  a maggior potenziale di sviluppo, nella consapevolezza che i prodotti legati al territorio e alla cultura  nostrana fanno del Made in Italy un marchio unico e apprezzato nel mondo.

Klaus Algieri, presidente della Camera di Commercio di Cosenza, ha evidenziato come «quella dell’internazionalizzazione è una sfida che può essere vinta». 

«La crescita percentuale delle esportazioni calabresi nell’ultimo anno – ha spiegato – è stata tra le più alte in Italia, a dimostrazione del fatto che le nostre  imprese hanno tutto il dinamismo necessario. Un dinamismo che deve essere, però, supportato  intervenendo per colmare rapidamente le oggettive carenze infrastrutturali che caratterizzano il  nostro territorio, sia dal punto di vista delle reti fisiche che digitali. Occorre affiancare le imprese  fornendo loro strumenti, conoscenze e informazioni e questo è uno dei motivi della nostra collaborazione con Promos Italia qui a Cosenza e di incontri come quello di oggi».

«Ma,  forse – ha proseguoto – ancora di più, è necessario innescare nuovi meccanismi culturali, guardare in modo diverso, e  con maggiore autostima, a quello che siamo e a quello che abbiamo e facciamo, e iniziare a pensare  che quando una nostra impresa riesce a costruire e mantenere relazioni internazionali di successo,  quando un prodotto di questa impresa riesce ad affermarsi sui mercati internazionali, non è la  singola impresa o il singolo prodotto, ma l’intera idea di Calabria a varcare il confine con il suo vestito  migliore».

«La nostra priorità è fornire alle aziende strumenti e soluzioni per avviare o rafforzare i loro processi  di export e migliorare le loro competenze in ambito digitale – dichiara Giovanni Da Pozzo, Presidente  di Promos Italia, Agenzia Nazionale del Sistema Camerale per l’internazionalizzazione – Grazie al  lavoro svolto dalla Camera di commercio di Cosenza supportiamo le aziende direttamente sul  territorio, consapevoli della necessità di far emergere il potenziale imprenditoriale ancora inespresso  di Cosenza, e più in generale della Calabria, attraverso politiche dedicate e garantendo supporto  costante».

«In questo senso – ha proseguito Da Pozzo – Promos Italia ha messo a punto, assieme all’Ente  Camerale cosentino, un Piano per il Mezzogiorno, che sarà operativo già dalle prossime settimane,  con l’obiettivo di rafforzare l’assistenza alle imprese nei loro processi di export e di valorizzare le  eccellenze del territorio».

Il Piano per il Mezzogiorno prevede di rafforzare le sinergie con gli stakeholders del territorio;  implementare le azioni di accompagnamento sui mercati esteri; mappare le opportunità di accesso  agli strumenti di finanza agevolata per l’export e per gli investimenti, con particolare riferimento  alle risorse del PNRR; garantire assistenza nella formulazione di bandi per l’internazionalizzazione;  organizzare corsi di formazione dedicati a giovani imprenditori e sviluppare un piano di  comunicazione che valorizzi le eccellenze del territorio. 

Confcommercio – Algieri: Gesti ignobili e sogni divorati dalle fiamme

La Confcommercio calabria, per voce del suo presidente Klaus Algieri, ha diffuso una nota di solidarietà per le popolazioni colpite dagli incendi boschivi di questi giorni.

«Brucia l’Aspromonte, brucia il Pollino, brucia la Sila e le Serre. Brucia la Calabria da nord a sud. Brucia il suo cuore verde, le faggete vetuste dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Centinaia di famiglie piangono sogni divorati dalle fiamme, attività commerciali, case. Tutto questo per colpa di persone ignobili, senza un briciolo di cuore che non si sa per quale motivo si divertono nel vedere incendiati alberi secolari e ambienti incontaminati.

Tutto questo nel silenzio e nell’indifferenza quasi assoluta di media e tv nazionali, perché la Calabria è di serie B, non merita mobilitazioni o raccolte fondi nazionali. In Calabria i roghi sono questione di malaffare per i quali non c’è bisogno di mobilitarsi perché è così che deve essere».

Dure le parole del Presidente Algieri che si scaglia contro i piromani responsabili degli incendi: «I roghi che in questi giorni stanno interessando la nostra Regione sono gesti vili e ignobili di persone senza scrupoli. Gesti di odio verso la nostra amata terra che viene colpita al cuore, il suo cuore verde, il suo patrimonio più incontaminato e puro. Questa è la nostra vera industria e vederla bruciare fa tanta rabbia. Ma non è la prima volta che assistiamo a questo scempio. Già nel 2017 avevamo vissuto un’estate simile. Quell’esperienza non ci ha insegnato niente? Cosa ha fatto la politica e dove sono le attività di prevenzione? È vero la colpa dei roghi è di chi li appicca, ma chi è deputato a tenere pulito gli spazi che ha fatto in tutti questi anni? Probabilmente era impegnato in altro di più importante, o i soldi servano ad altro, da non comprendere che l’ambiente è una delle risorse economiche fondamentali della nostra terra e come tale va preservata. Occorrono investimenti mirati e personale preparato per salvaguardare lo sconfinato patrimonio naturalistico della nostra Regione. Non possiamo ricordarci degli incendi solo quando vediamo bruciare i nostri alberi. Bisogna agire per tempo e non quando ormai è troppo tardi. Siamo sede di tre parchi nazionali e ancora non diamo il giusto peso alla valorizzazione delle attività naturalistiche? Come Confcommercio Calabria siamo indignati di tutto quanto sta accadendo e spero che le forze dell’ordine e la magistratura riescano a catturare i colpevoli. Se sarà necessario siamo anche pronti a costituirci parte civile e come noi spero anche le altre associazioni di categoria si mobilitino in tal senso. Infine ci tengo ad esprimere la mia vicinanza a tutti i vigili del fuoco e ai volontari che in questi giorni, in modo incessante stanno lavorando per spegnere gli incendi, lontano dalle loro famiglie e dai propri cari. Loro sono i nostri eroi». (rrm)

Klaus Algieri vicepresidente di Unioncamere nazionale

Prestigioso incarico per Klaus Algieri, che è stato nominato vicepresidente di Unioncamere nazionale, l’Unione italiana delle Camere di Commercio.

Imprenditore da più generazioni, Klaus Algieri è presidente della Camera di Commercio di Cosenza, di Unioncamere Calabria, di Confcommercio Cosenza e di Confcommercio Calabria, ed è il primo presidente del sistema camerale calabrese ad essere stato eletto alla carica di Vicepresidente di Unioncamere, l’ente pubblico che unisce e rappresenta istituzionalmente il sistema camerale italiano.

Fondata nel 1901, Unioncamere realizza e gestisce servizi e attività di interesse delle Camere di commercio e delle categorie economiche, coordinando le iniziative del Sistema attraverso direttive e indirizzi agli organismi che ne fanno parte.

Per l’esercizio delle funzioni e dei compiti affidati dalla legge agli enti camerali, Unioncamere stipula con le amministrazioni centrali dello Stato, enti pubblici nazionali o locali, accordi di programma, intese e convenzioni promuovendo e sostenendo il raccordo del Sistema camerale con le organizzazioni imprenditoriali, dei consumatori e dei lavoratori.

A livello europeo, assicura la rappresentanza delle Camere di commercio italiane in seno a Eurochambres, l’associazione che riunisce i sistemi camerali d’Europa.

Il consigliere regionale Antonio De Caprio, ha sottolineato come «la nomina di Klaus Algieri alla vicepresidenza di Unioncamere nazionale non può che essere l’ennesimo riconoscimento nei confronti di una Calabria operosa e virtuosa».

Per De Caprio, sicuro che «l’Unione italiana delle Camere di Commercio con Algieri saprà esprimere l’unione di un comparto strategico per l’economia», ha sottolineato come «il suo potrà essere un ruolo importante e strategico, volto al funzionamento di tutte quelle attività che fanno parte del sistema industriale. Un settore in forte crisi, soprattutto in questo periodo di pandemia».

«L’augurio che rivolgo al neo vicepresidente di Unioncamere nazionale – ha concluso Antonio De Caprio – è quello di continuare il lavoro, svolto con serietà in questi anni, per il bene della Calabria e dell’intero Paese».

Tonino RussoGiuseppe Lavia, rispettivamente segretario generale di Cisl Calabria e Segretario generale di Cisl Cosenza, hanno espresso «le congratulazioni nostre e della Cisl per il nuovo, importante impegno al quale è stato eletto dall’Assemblea dell’Unione delle Camere di Commercio».

Si tratta – hanno proseguito i due sindacalisti – di un significativo riconoscimento alle sue capacità e alla sua passione per la crescita del nostro territorio dimostrate in questi anni alla guida della Camera di Commercio di Cosenza, un modello per organizzazione, risultati raggiunti e attività svolte al servizio delle imprese e del lavoro. Un impegno, quello di Algieri, espresso anche alla presidenza di Unioncamere regionale. Un esempio della Calabria migliore, che si distingue e che sa guardare al futuro».

«Auguri, dunque – hanno concluso – di buon lavoro in una dimensione nazionale, nella convinzione che per ripartire servano, oggi più che mai, una grande alleanza e una grande capacità di dialogo e confronto tra mondo del lavoro e delle imprese». (rrm)

Klaus Algieri eletto nel Consiglio di Amministrazione di Promos Italia

Prestigioso incarico per Klaus Algieri, presidente della Camera di Commercio di Cosenza, che è stato eletto membro del Consiglio di Amministrazione di Promos Italia, l’agenzia nazionale del sistema camerale che supporta le imprese italiane nei processi di internazionalizzazione e affianca le istituzioni nello sviluppo dell’economia locale e nella valorizzazione del territorio.

Gli altri componenti del CdA nominati per affiancare il presidente Giovanni Da Pozzo, presidente Camera di Commercio di Pordenone Udine, sono i consiglieri Francesca Federzoni, membro di Giunta della Camera di Commercio di Modena, Massimo Giacchetta, vice presidente della Camera di Commercio di Genova, Carlo Edoardo Valli, vice presidente della Camera di commercio di Milano, Monza Brianza, Lodi.

Promos Italia, con sede legale a Milano e unità locali a Cosenza, presso Promocosenza, l’azienda speciale della Camera di commercio, Genova, Modena, Ravenna, Roma e Udine, offre servizi di informazione, formazione, primo orientamento a supporto delle attività di internazionalizzazione delle piccole e medie imprese, dalla strategia per un export di successo fino all’incontro con potenziali controparti estere.

Si tratta della più importante realtà del sistema camerale, e fra i principali attori nazionali, nel campo dell’internazionalizzazione che, grazie alle competenze e alla presenza sui territori, è in grado di intercettare le necessità delle imprese e fornire un supporto concreto per il loro sviluppo commerciale sui mercati esteri, direttamente o attraverso una rete consolidata di relazioni, contribuendo a rendere il Made in Italy un marchio universalmente riconosciuto come sinonimo di eccellenza, stile e innovazione.

In questo contesto, Promos Italia dà ogni giorno impulso all’export di nuove imprese, amplia il business internazionale delle realtà già attive nei mercati esteri e favorisce lo sviluppo dei territori con politiche di attrazione di investimenti e di promozione turistica. Ciò avviene sia supportando direttamente le imprese, sia fungendo da service per le principali istituzioni italiane e mettendo loro a disposizione l’expertise sviluppata negli anni. (rcs)

COVID: REGGIO, L’URLO DEGLI ESERCENTI:
«L’ECONOMIA CALABRESE ANDRÀ A ROTOLI»

La manifestazione di oggi a piazza Duomo a Reggio Calabria è soltanto la prima di tante altre: a chiamare a raccolta artigiani, esercenti, commercianti, è la Confesercenti reggina affiancata dall’Apar, l’associazione pasticceri reggini guidata dal presidente nazionale Angelo Musolino, e l’associazione ImprendiSud, per far sentire la voce di chi si sente penalizzato nel proseguimento della sua attività dalle – sacrosante – misure anticovid varate dal Governo. Ma non è solo Reggio, non è solo la Calabria: tutta l’Italia che lavora trasmette un’ansia di non facile attenuazione. Nella nostra regione, poi la situazione economica già di per sé difficile rende tutto più complicato.

La chiusura parziale di ristoranti, bar, pizzerie, gelaterie e pub fa, difatti, tremare la Calabria. Con il nuovo Dpcm, infatti, se i pubblici esercizi possono restare aperti fino alle 18 (con possibilità di allungare fino a mezzanotte per i soli servizi di asporto), le palestre, i centri sportivi, le piscine e le attività legate allo spettacolo sono, invece, completamente chiuse.

Un quadro preoccupante, che taglia le gambe alla ripresa, che si stava conquistando a piccoli passi in Calabria, e che rischia di compromettere la già delicata quanto traballante economia regionale, se si considera che questi settori, come ha riportato Confcommercio Calabria, rappresentano l’8%  (18.175) delle localizzazioni di imprese attive nella nostra regione, che risultano essere 220.055 e impiegano il 10% (38.364) degli addetti complessivi, che rischia di lasciare un segno pesante sulla già fragile economia calabrese.

Particolarmente preoccupante, per Confcommercio, sono i pubblici esercizi, la cui chiusura imposta alle 18 «fa fuori la parte più rilevante del mercato»: quelli attivi, infatti, sono poco più di 15 mila, e «con i nuovi provvedimenti – si legge nel report – si stima una contrazione dei consumi compresa tra il 26,5% e il 32,6% che si tradurrà in una riduzione del fatturato superiore al 40% rispetto allo scorso anno», e  «più preoccupante è l’impatto che la chiusura comporta sull’intero indotto che rappresenta il 21% del tessuto economico complessivo della regione (45.348 localizzazioni) e impiega complessivamente 80.939 addetti (il 21% del totale). Tirando le somme, quindi, a risentire degli effetti di questi provvedimenti saranno, tra diretto e indotto, 63.523 localizzazioni (il 29% del totale) e 119.303 addetti (il 31% del totale)».

«La situazione è drammatica – ha dichiarato il presidente di Confcommercio Calabria, Klaus Algieri –. Le chiusure previste dal nuovo Dpcm rappresentano un peso insostenibile per pubblici esercizi, palestre, piscine e centri sportivi. Bisogna intervenire subito con misure concrete o il 40% delle imprese chiuderà definitivamente».

«È insensato – ha aggiunto – accanirsi contro questi settori. Se bar e ristoranti non rispettano le misure di sicurezza è giusto che vengano chiusi. Ma imporre la chiusura alle 18:00 per tutti indistintamente significa distruggere un’intera categoria, senza vantaggi per la collettività. Tuttalpiù significa ammettere di non essere in grado di fare i controlli.  Siamo sicuri che i problemi quindi siano i bar e ristoranti, le palestre, le piscine? Oppure i punti critici siano altri come i trasporti pubblici? Nelle città vediamo autobus, treni, metropolitane piene di gente che non rispetta alcun tipo di regola sul distanziamento. È lì che bisogna intervenire e ancora non lo si è fatto. Ma non è tempo di fare polemica, bisogna agire subito abbattendo i cavilli burocratici e garantendo in tempi stretti i sussidi necessari alle imprese che hanno chiuso e ai loro lavoratori per non scomparire».

«Servono, però – ha proseguito il presidente Algieri – indennizzi proporzionati alle perdite subite per mettere le aziende penalizzate dalla seconda crisi Covid nelle condizioni di superare il crollo di fatturato. Gli imprenditori di questi settori sono persone responsabili: hanno già fatto tanti sacrifici e rispettato tutte le regole e i protocolli sanitari. Ma non sono più in grado di reggere una situazione di questo genere. Basta mortificarli ulteriormente, facciamogli fare il loro lavoro».

«Va ripensato – ha concluso il presidente di Confcommercio Calabria – l’intero sistema di gestione dell’emergenza. Basta con provvedimenti generalizzati su tutto il territorio nazionale. È giunto il mondo di adottare misure territoriali che tengano conto del livello di contagio in ciascuna regione. Non trovo giusto che in Calabria, dove la situazione è sì, di emergenza, ma non ai livelli di altre regioni, si debba sottostare alle stesse imposizioni, pur essendoci condizioni per essere più flessibili».

Chiamati a raccolta dalla Fipe-Confcommercio, gli imprenditori sono scesi in piazza con una «protesta tanto ordinata e silenziosa quanto determinata»

Oltre 10 mila persone, nella giornata di ieri, si sono riunite nelle 24 piazze allestite in tutta Italia che, simbolicamente, hanno apparecchiato per terra, disponendo oltre 1000 coperti rovesciati a ricordare alla politica lo stato di emergenza nel quale versa il settore della ristorazione con 300mila posti di lavoro a rischio, 50mila aziende che potrebbero chiudere entro fine 2020 e 2,7 miliardi di euro bruciati solo per effetto dell’ultimo decreto.

Anche a Catanzaro è stata molto partecipata la manifestazione svoltasi a Piazza delle Prefettura: «la nostra categoria – ha dichiarato la presidente Fipe di Cosenza e Consigliera Nazionale Fipe, Laura Barbieri – vive un momento drammatico».

«In questi mesi – ha aggiunto – tre dei quali passati con le serrande abbassate, in balia di continui cambiamenti e decreti, il pubblico esercizio si è fatto carico di rendere sicure le proprie strutture e di adeguarsi ai protocolli sanitari, al momento non può sostenere un altro fermo di questo genere.  Il pubblico esercizio è un luogo sicuro, non è veicolo di contagi. Non è provata alcuna connessione tra la frequentazione di bar e ristoranti, luoghi di convivialità e non di assembramento e diffusione del virus. Non vi è alcuna connessione.»

«L’intera filiera del cibo, tra le più penalizzate dalle restrizioni di ieri e di oggi – ha concluso – ha bisogno di sostegno, credito e garanzie sull’autonomia finanziaria. Ha bisogno di lavorare».

Un piccolo passo avanti, di sicuro, è stato fatto dal Governo, con l’approvazione del Decreto Ristori, che contiene ulteriori misure per tutelare i settori colpiti.

Per il presidente della Fipe-Confcommercio, Lino Enrico Stoppani, «è un primo importante segnale che va apprezzato, ma dopo decine di provvedimenti che hanno avuto problemi a diventare realmente operativi, penso ad esempio ai ritardi della cassa integrazione, il fattore tempo è essenziale per recuperare un po’ di fiducia nelle istituzioni».

«Se le risorse promesse – ha aggiunto – non arriveranno sui conti correnti degli imprenditori entro i primi giorni di novembre, il Paese perderà una componente essenziale dell’agroalimentare e dell’offerta turistica che da sempre ci rendono unici al mondo». (rrm)

 

Natale Mazzuca, l’imprenditore cosentino vicepresidente di Confindustria

Ha ha la delega per il Mezzogiorno e all’economia del Mare: il presidente degli industriali calabresi Natale Mazzuca è diventato uno dei vicepresidenti nazionali di Confindustria, scelto al neopresidente Carlo Bonomi che riceverà il consenso dell’assemblea il prossimo 20 maggio per il  quadriennio 2020-2024. Il 31.mo presidente di Confindustria Bonomi, con la sua squadra, si troverà ad affrontare la sfida più difficile dei 110 anni di storia della confederazione degli industriali.

Per il cosentino Mazzuca, che guida brillantemente Unindustria Calabria, la nomina alla vicepresidenza nazionale è il giusto riconoscimento a un’incessante attività a favore degli imprenditori calabresi svolta sempre con passione ed entusiasmo nel rispetto dei lavoratori e delle parti sociali. È motivo d’orgoglio per tutta la regione avere un proprio rappresentante nell’associazione degli industriali, soprattutto in vista dei tanti progetti – a cominciare dal Piano per il Sud – che l’epidemia hanno soltanto frenato ma che dovranno portare a una nuova era di crescita e sviluppo, all’insegna della tecnologia, della formazione e degli investimenti mirati al rispetto del territorio e delle sue specificità.

Il presidente di Ance Calabria, Giovan Battista Perciaccante ha voluto sottolineare il rilievo di questo incarico. «L’elezione del collega Natale Mazzuca a vicepresidente nazionale di Confindustria – ha dichiarato – ci inorgoglisce e ci riempie di gioia. Le deleghe, che il presidente designato di Viale dell’Astronomia Carlo Bonomi ha inteso affidare all’attuale presidente di Unindustria Calabria, riguardano l’Economia del mare ed il Mezzogiorno. Deleghe importanti se consideriamo che il sistema della portualità nazionale e territoriale, con ciò che comportano anche le Zone Economiche Speciali, e lo sviluppo del Sud, potrebbero dare una spinta importante alla ripresa di tutto il Paese. Conoscendo l’impegno profuso da Natale Mazzuca, alla guida degli industriali calabresi e come responsabile delle Politiche di Coesione di Confindustria, insieme ai colleghi delle sezioni provinciali dei costruttori, siamo certi che non farà mancare l’apporto necessario per guardare avanti e saprà focalizzare l’attenzione sugli aspetti più concreti e sulle opzioni strategiche per lo sviluppo del territorio».

Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente di Confindustria Cosenza Fortunato Amarelli che fa notare come «la presenza di un calabrese tenace e perseverante come Natale Mazzuca all’interno dell’esecutivo di Confindustria è motivo di sincera soddisfazione e di rinnovata fiducia rispetto alla possibilità di porre il nostro territorio ed il Mezzogiorno tra le priorità dell’agenda nazionale. Dalla sua postazione prestigiosa saprà, con la guida del presidente Carlo Bonomi, apportare il giusto contributo per far valere le ragioni legittime delle imprese e la visione di un Sud come risorsa per l’intero Paese».

La nomina di Mazzuca avviene quasi contemporaneamente alla riconferma del presidente della Camera di Commercio di Cosenza Klaus Algieri alla Borsa Merci Telematica, alla presidenza del Comitato di controllo delle società consortili. Il segretario regionale della Cisl Calabria Tonino Russo ha inviato ad entrambi un caloroso augurio di buon lavoro. Secondo Russo si tratta per Algieri della prosecuzione di un impegno che lo ha già visto protagonista e per Mazzuca di un’esperienza che inizierà nelle prossime settimane. La presenza di due imprenditori calabresi in posizioni importanti di livello nazionale in organizzazioni fondamentali per la società italiana – il sistema camerale e il sistema industriale – è un segno di apprezzamento per il valore delle persone e per il lavoro da esse svolto e un segnale di attenzione verso un territorio che sicuramente entrambi sapranno ben rappresentare in questa fase particolarmente delicata, segnata da una grave emergenza. Siamo tutti consapevoli – conclude Russo – che impresa vuol dire lavoro e che rilanciare l’economia è fondamentale per le persone, le famiglie, il Paese». (gsp)