LAMEZIA TERME (CZ) – Il vescovo Parisi ha presieduto la Messa in Coena Domini

Il vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi che ha presieduto in Cattedrale la Messa in Coena Domini, che apre le celebrazioni del Triduo Pasquale.

«L’Eucaristia che celebriamo – ha detto – è l’incontro con il Signore che dà la vita e immette gioia in tutta la nostra esistenza. In chiesa non si sta con una faccia buia, triste: non è questa la caratteristica dell’incontro con il Signore. Quando si incontra il Signore, deve gioire tutta la vita e la gioia traspare sempre. Il memoriale che celebriamo nell’ Eucaristia non è ricordo di qualcosa di antico e statico, ma è celebrazione della vita: in ogni Eucaristia siamo invitati a celebrare la vita che il Signore ci ha regalato».

«L’Eucaristia istituita da Gesù – ha proseguito il presule – non è memoriale di qualcosa accaduto nel passato che non ha nulla a che vedere con noi oggi, ma ripropone attivamente, in modo presente e vivo, l’esperienza del passaggio dalla schiavitù alla liberazione, del rinnovamento della nostra vita e della nostra storia. L’Eucaristia è il dono di amore di Gesù che consegna la sua vita all’umanità nel servizio. E il Signore questa sera ci dice: come ho fatto io, dovete fare anche voi. Gesù ha voluto realizzare con i suoi discepoli il servizio di amore per il mondo. Anche noi siamo chiamati a mettere il grembiule del servizio, a buttarci per terra, a lavare e baciare i piedi a questa umanità che ha bisogno di riprendere forza, di riacquistare la voglia di camminare con la forza che viene da Dio. Come il Signore ha dato la sua vita per noi per amore, anche noi mettiamo la nostra vita a disposizione per amore perché il mondo possa essere lavato, rigenerato e possa riprendere il cammino della speranza».

Soffermandosi sulle figure di Giuda e Pietro, Parisi ha sottolineato come «nella vicenda di Gesù, Giuda e Pietro rappresentano noi tutti, con le nostre fughe, i nostri abbandoni, i nostri piccoli e grandi tradimenti. Essi ci permettono di affermare che l’amore di Dio non si ferma di fronte al tradimento dell’uomo né si arresta a causa delle nostre infedeltà. L’amore di Dio ci dà la certezza che, nonostante le infedeltà dell’umanità, noi restiamo per sempre amici di Dio in Gesù Cristo».

Quello che era il lavoro proprio degli schiavi «l’atteggiamento servile di chi non aveva altra prospettiva per vivere se non quella di lavare i piedi al padrone”, con Gesù si trasforma – ha proseguito ancora il vescovo Parisi – «in dinamica di aiuto all’umanità. Il gesto di lavare i piedi vuole consegnare questo messaggio ad ogni uomo: io ti rimetto nelle condizioni di rialzarti, di riprendere il cammino nella storia. Un gesto che ci appare ancora più incomprensibile oggi, in un tempo in cui tutti ci sentiamo dei superuomini, onnipotenti, onniscienti. Se nel calcolo umano il più grande è chi sta a tavola e viene servito, Gesù ci dice che il primo deve farsi ultimo e servo di tutti».

«Solo se serviamo nella gioia – ha concluso il vescovo – gli altri capiranno che il senso profondo della vita sta nell’incontro con il Signore e nella capacità di dare Cristo al mondo. Siamo capaci di dare Cristo al mondo mettendoci concretamente a disposizione gli altri, facendo sì che il desiderio di bene dell’altro diventi il senso del mio servizio nella storia».

Al termine della celebrazione, il vescovo ha portato in processione il Santissimo Sacramento all’altare della Reposizione. Le celebrazioni del triduo pasquale proseguiranno oggi, Venerdì Santo, con l’Azione Liturgica della Passione del Signore in Cattedrale alle 18 e, a seguire, la partecipazione alla processione della Beata Vergine Maria Addolorata. (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Lectio del vescovo Parisi alla Scuola Biblica e la Scuola per i ministeri

Lunedì 25 marzo più di seicento persone hanno partecipato all’incontro congiunto tra la Scuola Biblica e la Scuola per i ministeri per la Lectio del vescovo, monsignor Serafino Parisi, su “Il dolore innocente”.

Un momento di condivisione per i partecipanti a queste due esperienze che ormai da più di un anno la Diocesi sta vivendo in un cammino di approfondimento della fede: «Oltre ai contenuti proposti – ha detto al riguardo monsignor Parisi – questi percorsi ci danno la possibilità di vivere un’esperienza di comunione tra persone di comunità vicine che, probabilmente, fino ad oggi non avevano avuto molte occasioni di incontri comuni: la comunione, di fatto, si costruisce tra di noi, tra persone in carne e ossa. Per tale motivo questa dinamica è molto importante in quanto genera circolarità e condivisione».

Tra le altre cose, il vescovo ha evidenziato che la Scuola per i Ministeri «è un percorso di formazione che viene incontro alle richieste e alle attese dei fedeli laici, dei religiosi e delle religiose, insomma di tutte le componenti del popolo di Dio che è nella diocesi lametina, allineandosi con quanto era stato scelto dal Sinodo nelle varie fasi diocesane. Chiaramente – ha proseguito il presule – è una iniziativa che ha bisogno di tempo per radicarsi, come accade per qualsiasi processo. Questo ci chiama a un costante accompagnamento ed a una appassionata cura».

Monsignor Parisi ha poi ricordato che tra gli aspetti e i riverberi positivi di questa iniziativa della Scuola per i ministeri «c’è la consegna concreta di tutto il processo formativo ai sacerdoti e ad alcuni laici della nostra Diocesi che si stanno impegnando a portare avanti le lezioni», rimarcando che si tratta di «un grande movimento di professionalità e competenze. Quest’anno – ha aggiunto – abbiamo individuato 16 sacerdoti, il prossimo anno altri 8. Una scelta precisa che va nella direzione di mettere in gioco le energie, le disponibilità e le competenze della nostra chiesa diocesana».

Il Vescovo ha fatto poi un riferimento alla Scuola Biblica, alla sua struttura e alla sua “ratio”: infatti, «affrontando argomenti che hanno ricadute di stretta attualità proposti attraverso l’interpretazione di alcuni testi biblici, si impara a leggere criticamente la Sacra Scrittura e si trovano orientamenti per i grandi interrogativi esistenziali. Per questo motivo la Scuola biblica ha e offre un respiro più ampio con relatori nazionali ed internazionali. Si tratta di due realtà che si integrano, sono due percorsi che vogliono davvero intervenire “a gamba tesa”, ovvero direttamente dentro la storia dei credenti che si trovano all’interno di questa Diocesi e che vogliono arrivare alla consapevolezza delle ragioni della propria fede. E questo è valido anche per coloro che sono alla ricerca, per gli atei e per gli agnostici che vogliono però accostarsi allo studio e alla comprensione di ciò da cui loro hanno deciso di stare a distanza».

Poi, entrando nel merito dell’incontro, il vescovo ha chiesto: «Perché l’innocente soffre? L’urlo di dolore del giusto cade nel vuoto o c’è Qualcuno disposto a raccoglierlo?». Ed è stato proprio partendo da «una delle domande più dure, che attraversa i secoli e le culture», che monsignor Parisi ha avviato la sua riflessione che si inserisce «nel contesto della Settimana Santa, che ha al suo centro l’immagine di un innocente che viene crocifisso. Di fronte alla domanda “perché l’innocente soffre”, i non credenti sono, in un certo senso, avvantaggiati: chi non crede può attribuire il male al fato, a un destino ineluttabile oppure al caso. Per chi crede, invece, l’interrogativo è drammatico: se Dio è buono, unde malum?».

Spaziando dai testi della tragedia greca e della filosofia antica per giungere all’Antico Testamento, il Vescovo si è soffermato sulla vicenda di Giobbe «che non è, come si dice spesso, un mero paziente. Giobbe urla verso Dio, chiede a Dio di ‘venire fuori’ e di spiegargli il perché del male».

Entrando nei particolari della struttura del libro, monsignor Parisi ha fatto notare che «la vicenda di Giobbe smonta quella visione distorta di Dio, sostenuta dagli stessi amici di Giobbe, che rappresentavano un Dio di plastica dal cuore di pietra. La perseveranza nella fede di Giobbe smonta il dubbio che l’accusatore aveva insinuato nella mente di Dio. E il testo conduce a dire che il Signore non ha bisogno di prove. Dio, al contrario, punta su Giobbe contro il Satana, cioè l’accusatore, il destabilizzatore. La sofferenza di Giobbe fa emergere l’uomo nella sua dignità e permette allo stesso uomo di sperimentare, come senso di quel patire, di essere conosciuto da Dio. La sofferenza di Giobbe è come una modalità offerta all’uomo perché possa mostrare la sua fede, perché possa far emergere il dato che Dio conosce profondamente l’uomo al punto di fidarsi di lui e così rispondere, con una visione di reciproco affidamento, a quelli che si pongono l’interrogativo sul dramma della sofferenza e della morte, del male e del dolore».

Nel concludere, citando Viktor Frankl, il vescovo si è soffermato sul concetto di “homo patiens” evidenziando come «è nel limite che l’uomo esprime la sua verità, perché è nella consapevolezza di quel limite costitutivo dell’uomo che Dio innesta e manifesta la sua forza”. Dalla vicenda di Giobbe, dunque, “la fede esce vittoriosa e, con la fede, anche l’uomo». (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Successo per l’evento dell’Alliance Française di Catanzaro in collaborazione con il liceo Campanella

Emozione e grande coinvolgimento per la Giornata internazionale della Francofonia. L’evento – organizzato dall’Alliance Française di Catanzaro in collaborazione con il liceo statale “Tommaso Campanella” di Lamezia Terme – si è rivelato un vero successo.

Un ricco programma quello messo in piedi dall’associazione guidata dalla presidente Fernanda Tassoni, insieme agli studenti del liceo lametino, guidati e supportati dai loro docenti.

Tra le suggestive performance eseguite, a cura degli alunni dell’indirizzo Coreutico e Musicale del liceo e dei docenti di lingua francese: intermezzo di danza sulle note di “Voilà” di Barbara Pravi e “L’enfer” di Stromae; lettura della poesia “Femme noire” e “Poème à mon frère blanc” di Léopold Sédar Senghor e “Les homeless” di Kebir Ammi e di alcuni brani tratti dal romanzo “Sur les pas” de Saint Augustin e da “Les amandiers sont morts de leurs blessures” di Tahar Ben Jelloun. Chiusura con “La vie en rose”.

«E’ stata una speciale festa – ha affermato Fernanda Tassoni – per celebrare la lingua francese e la cultura francofona. Ringrazio la dirigente scolastica, Susanna Mustari, che ha accolto con entusiasmo e grande disponibilità l’iniziativa. Lo spettacolo realizzato è particolarmente piaciuto e lo porteremo prossimamente anche a Catanzaro per condividerlo con gli studenti del capoluogo». (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – “Muori e vivi per Gesù”, una serata in memoria di Maria Marino

La presentazione del libro “Muori e vivi per Gesù” di Paolo Marraffa si terrà il 2 aprile a Lamezia Terme nella sala Sedna di via Tevere 13, alle 18.

I nonni come a tutti è noto sono la memoria storica, custodi del tempo, tessitori di storia e per i nipoti figure di riferimento. L’esigenza di dedicare ai nonni un pensiero pervaso interamente di verità storica, dopo il loro decesso, è un desiderio nobile di chi si è sentito amato, protetto da tali figure. Paolo Marraffa laureato in comunicazione e impegnato nel sociale, nipote di Maria Marino, ha deciso dedicare un libro per la nonna Maria, una donna semplice e umile, colma di fede, che ha messo la sua vita a servizio degli altri e della Madre Chiesa. «Era una buona moglie, madre, una nonna, una donna che ha testimoniato il suo amore per Cristo Crocifisso e la Vergine Maria fino alla morte».

A relazionare in serata la docente lametina di filosofia e storia e scrittrice Miriam Rocca, e la giornalista professionista Rosaria Giovannone, in particolare quest’ultima dialogherà con l’autore. A fine serata l’autore omaggerà i presenti del testo che tiene a precisare in una nota stampa: «Vuol essere un omaggio personale alla figura di mia nonna che ho tanto amato e amerò per sempre, perché ciò che viene scritto nei cuori non si può cancellare».

E scrive ancora: «Non un libro qualunque per chi ha avuto la grazia di conoscerla, di condividere con lei parte del proprio vissuto, del proprio cammino di fede. Una donna che ha lasciato nei cuori solo tanto amore come testimoniano in tanti. Molte le testimonianze raccolte su di lei, ma il giorno della presentazione non si parlerà di queste. Tutti sanno che la nonna era una persona chiamata da Dio che ha riempito la Chiesa di anime, risvegliato la fede di numerose persone e contribuito a generare conversioni e vocazioni. Il giorno della presentazione del libro si parlerà di quanto questa semplice donna immersa nella famiglia avesse il cuore grande. Era divenuta uno strumento perfetto di preghiera e di conversione a servizio della Chiesa per la quale si è sempre mossa e mai avrebbe potuto muoversi per conto proprio, perché amava la Chiesa, lei stessa era Chiesa, ne costituiva parte integrante. Non ci resta che ricordare queste verità che hanno caratterizzato la sua vita. Ecco uno stralcio di quanto ho scritto nel mio libro: “Nelle cose della terra, ma infinitamente di più nelle cose del Cielo, curava i dettagli. Non trascurava mai nulla. Aveva una luce negli occhi capace di scrutare l’invisibile. Erano occhi che riuscivano a penetrare nel cuore con un solo sguardo. L’incontro con questa donna cambiava la vita delle persone. Nel cuore di tanti restavano incisi per sempre Gesù e Maria. Era questa incisione a fuoco invisibile che spingeva molti a tornare al Vangelo e alla Chiesa anche dopo moltissimi anni”. La presentazione del libro a Lamezia Terme altro non servirà che a ribadire queste verità».

Conclude il Marraffa: «Che Lei dal cielo intervenga presto, per confermare nella verità divina i cuori di quanti per mezzo di Lei, dallo Spirito Santo sono stati convertiti a Cristo, al suo Vangelo, alla sua Chiesa. Riposa, nonna, nella luce eterna, ricordandoti sempre di noi che camminiamo per raggiungerti nella luce del Cielo. Paolo, il nipote che hai tanto amato». (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Il vescovo Parisi ha presieduto le celebrazioni della Domenica delle Palme

Il vescovo di Lamezia Terme, monsignor Serafino Parisi, ha celebrato la Domenica delle Palme, giorno in cui la Chiesa ricorda l’ingresso di Gesù a Gerusalemme osannato dalle folle.

«Seguiamo il cammino di Gesù – ha detto il vescovo – Però, poi, entrati nella nostra città dove la nostra esistenza, si svolge (la famiglia, la scuola, il lavoro, il tempo libero, le varie occupazioni che ognuno di noi compie), dobbiamo esprimere, con lo sguardo verso il Padre, la nostra certezza che Colui che è tenero, misericordioso, paziente, Colui che ama la nostra vita e ci chiama a conversione, vuole darci il suo amore».

«Nel cammino verso Gerusalemme – ha detto al riguardo monsignor Parisi – Gesù aveva la consapevolezza che quello sarebbe stato il cammino finale: l’ingresso in Gerusalemme accolto come re e poi ucciso come un malfattore. Dentro la determinazione di Gesù, che era certamente la sofferenza che portava con sé e che raccoglieva tutta l’ansia, la difficoltà, la fragilità, il dolore, il peccato, la sofferenza del mondo di tutta l’umanità, c’era anche la certezza che il Padre non lo avrebbe abbandonato nell’ora della prova. Ecco perché entrare a Gerusalemme significa anche per noi fare l’ingresso dentro la realtà concreta, la città all’interno della quale abitiamo la vita che siamo chiamati ogni giorno a vivere e che è fatta, certamente di momenti belli, però anche di momenti duri da vivere, da capire, da accettare».

«Quindi – ha aggiunto il Vescovo – entriamo nella vita di ogni giorno, difficile da interpretare e da vivere, con la certezza che siamo amati da un Dio che è Padre e non ci abbandona. Noi andiamo con i ramoscelli di ulivo che indicano la pace. Immaginate quanto bisogno di pace c’è oggi nel mondo! Si paventa lo spauracchio delle armi nucleari: è la follia. Davvero la guerra è la follia: non vince mai nessuno, tutti sconfitti. Ma anche nelle nostre piccole guerre, quelle che non hanno portata mondiale, quelle nelle famiglie, nei condomini, nei quartieri, c’è sempre da vedersi sconfitti. Per cui, portare il ramoscello d’ulivo vuol dire la consapevolezza che Dio ci ama e che questo amore lo dobbiamo praticare anche tra di noi».

Da qui l’augurio che «sia sotto questo segno che inizi la settimana Santa, la grande settimana della redenzione e della salvezza».

Durante la santa Messa presieduta dal Vescovo in Cattedrale, nel corso dell’omelia, monsignor Parisi, tra le altre cose, sottolineando che «oggi abbiamo ascoltato per intero la passione del Signore secondo l’evangelista Marco», ha chiesto: «Nella passione di Gesù quale parte stiamo svolgendo? Quale parte stiamo interpretando, vivendo? Dove ci mettiamo? Questa è – ha aggiunto – una domanda che consegno alla vostra sensibilità».

Poi, facendo riferimento alla prima lettura, il Vescovo ha ricordato che il profeta Isaia «diceva che il servo sofferente che non ha sottratto la sua faccia agli insulti e agli spunti, è rimasto in estrema confidenza con il Signore. Pur nel dramma della sua condizione, pur nella inspiegabilità della sua situazione concreta esistenziale, pur dentro l’impeto a gridare nei confronti del Signore il suo sconcerto, rimane legato a Dio. E lo dice chiaramente: io non resterò confuso; il Signore è dalla mia parte, mi accompagna, è mio sostegno; io non resterò confuso. Ed è lo stesso recupero che viene fatto nel Nuovo Testamento nella lettera di Paolo ai Filippesi che celebra Gesù nell’ora della crocifissione. Quando, cioè, c’è quel dramma di comprendere come mai il figlio di Dio, Gesù Cristo, sia sceso nel punto più basso dell’umanità, nel baratro -diciamo così – della disperazione, del buio, dove non si vedeva via d’uscita? E Paolo lo dice perché Gesù, pur essendo figlio di Dio, pur essendo Dio, ha voluto mettere da parte questa condizione per toccare realmente la tragedia vera dell’umanità. Non ne ha sentito parlare, non ha visto il dolore dell’umanità da lontano, non lo ha schifato, non lo ha evitato. Se lo è caricato addosso ed il peso di quel dolore lo ha fatto sprofondare dentro la fossa buia dell’umanità». (rcz)

CONFLENTI (CZ) – Nel lametino arrivano i biscotti solidali di “Una voce tante voci”

di FRANCESCA PAGLIARO – Mi chiamo Francesca, ho 32 anni e sono affetta da una malattia rara chiamata Malformazione di Chiari associata a Siringomielia (una lunga cisti piena di liquido presente nel midollo spinale). La mia è una malattia malformativa congenita (dalla nascita) del sistema nervoso, in cui le tonsille cerebellari scendono al di sotto della base cranica, entrando nel canale spinale. La dura scoperta avvenne nel 2021 in seguito ad una Rmn che mi era stata prescritta per tutt’altra ragione, ed il cui referto riportava la seguente dicitura “Sospetta Malformazione di Chiari, si consiglia consulto neurochirurgico”; fu una doccia fredda. Cominció così la mia trafila tra visite mediche, esami strumentali (potenziali evocati, elettromiografie, altre Risonanze) e la delicata e complicata ricerca di uno specialista esperto.

Un barlume di speranza, per mia grande fortuna, arrivò da un’Associazione speciale, che è un po’ come una grande famiglia: Aismac (Associazione Italiana Siringomielia e Arnold Chiari). Il loro sito (aismac.org) è stato una manna dal cielo, mi ha permesso di conoscere bene la malattia di cui soffro, di leggere le storie di altre persone affette dalla Chiari e soprattutto mi ha indirizzata verso la struttura più adatta alle mie esigenze. È anche grazie ad Aismac se fin da subito ho deciso di affrontare un percorso che nel settembre scorso (09/23) mi ha portato a subire un intervento presso l’Istituto Neurologico Besta che spero si riveli risolutivo e possa portarmi alla guarigione.

Quella di cui soffro è una malattia rara, e ogni malato come me vive nella speranza alimentata da un qualcosa di straordinario chiamata Ricerca, ed è grazie a questa che oggi posso raccontarvi la mia esperienza con il cuore più leggero.

Quest’anno anche AISMAC partecipa alla Campagna di primavera di Fondazione Telethon, una raccolta congiunta con le Associazioni in Rete, in cui gli incassi verranno divisi a metà.

Insieme all’associazione di volontariato di cui faccio parte “Una Voce Tante Voci” di Conflenti, che da sempre si occupa delle fasce fragili, abbiamo deciso di supportare questa campagna ed essere presenti con degli stand informativi e di raccolta fondi nel comune di Conflenti il 28 Aprile a partire dalle 10.00, e nel comune di Lamezia Terme (isola pedonale del corso Giovanni Nicotera) il 4 Maggio a partire dalle 17.00. Protagonisti della campagna saranno i famosi “cuori di biscotto”, nei gusti Pasta frolla, Cacao e gocce di cioccolato, Arance di Sicilia e gocce di cioccolato, inseriti in bellissime scatole di latta collezionabili per ognuna delle quali è consigliata una donazione minima di 15 euro.

Noi saremo lì, per sensibilizzare, contribuire, dare speranza: fare la nostra piccola ma indispensabile parte per correre insieme verso un unico grande traguardo.
Grazie a quanti ci aiuteranno.

Per informazioni o per ritirare i biscotti potete rivolgervi ai seguenti contatti: 3313523246 (Francesca), 3293343431 (Associazione “Una Voce Tante Voci”). (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Sanità, De Biase (FI): «Auspichiamo modifica del Dca 69»

di SALVATORE DE BIASE – Dopo la positiva riflessione del Presidente Occhiuto, sulla nuova rete ospedaliera in Calabria, nell’auspicare una immediata modifica al Dca 69 del 14-03-2024, così come promesso a margine della conferenza stampa tenutasi oggi in cittadella regionale, è bene precisare alcune cose:

Per parlare di sanità occorre ricordare l’inizio del decadimento, della nostra sanità, che si chiama accorpamento; Lamezia fu accorpata a Chiaravalle (chiuso) e a Girifalco e Soverato che è pari a Soveria Mannelli; ovvero l’85% della sanità rappresentata da Lamezia Terme, si chiama Asp-Catanzaro; quindi perdita di uffici, portati a Catanzaro (in locazione), costi reali ereditati; ovvero l’ex AS6 si è caricata di ben 58milioni di debiti a fronte dei propri ovvero 1milione; poi, ambivamo ad un Hub; speravamo trauma center; recuperato uno spoke; adesso Lamezia declassata da “spoke” a presidio ospedaliero semplice, al pari di Polistena e Soveria Mannelli.

Questo comporterà perdita di Dipartimenti? Primari? Autonomia gestionale? Certamente!

Però a Catanzaro le strutture complesse, dipartimenti ecc, sono doppie, triple e quadruple, si dice tutto è stato redatto sulla base di indicazioni ministeriali!! Certo!!

Ma i parametri per la sanità non dovrebbero essere rapportati al numero degli abitanti nei distretti sanitari, ovvero il distretto di Lamezia e non l’intera provincia?

La strategia è stata quella di tenere conto di 350.00 abitanti di tutta la provincia di Catanzaro, conglobando cosi i 150.000 di Lamezia?

Quindi il vero progetto era ed è rimasto, quello di centralizzare alcuni servizi negli ospedali hub e in particolare nella provincia di Catanzaro e sull’azienda Dulbecco, equivale a dire: 150.000 utenti, si devono recare nella sanità catanzarese, così sopravvivrà? E qui la risposta è: cambiare il decreto prima del 15 aprile.

Ma nel ministero della Sanità, nelle commissioni, nei dibattiti, la rappresentanza politica della Calabria, ha osservato le aree di appartenenza sanitaria?

Qualcuno si è domandato che fino a quando Lamezia, con la sua sanità offre a 150.000 utenti risposte, funge da filtro, da domani in poi… potranno essere gestiti con caos e ritardi su Catanzaro?

Altra domanda: con tale realtà, quanti primari di prima linea vorranno restare, quanti verrebbero prendere servizio da noi?

Chi deve partorire e non trova una adeguata Tin, e Pediatria, si ricovererà a Lamezia?

Si intravedono riduzione servizi verso i cittadini, l’eliminazione e il depotenziamento di settori vitali; ulteriore allungamento delle liste di attesa per ogni necessità?

Non va dimenticato inoltre che per il nuovo reparto di Malattie Infettive, il 15 marzo 2023 l’Asp annunciava il progetto esecutivo finanziato e appaltato per quasi 4 milioni di €, e adesso tutto rimane fermo? Il finanziamento dovrà essere restituito?

Ma la gara non era già aggiudicata dalla ditta Procopio, perché non sono partiti i lavori da 1 anno almeno?

Ci saranno costi da assegnare alla ditta per la mancata esecuzione?

Con il decreto, n. 69 del 14 marzo 2024, dal punto di vista del presidente Occhiuto, la sanità regionale sarà meglio organizzata, con: posti letto complessivi aumentati, sono 6.692 e quindi nasce la nuova rete ospedaliera, con la quale si compone la nuova programmazione ospedaliera; 5.530 sono destinati alla cura dei pazienti acuti e integrano anche i 134 posti letto covid previsti nel decreto Rilancio (dl 34/2020 varato al deflagrare della pandemia), 1.162 sono invece i posti letto dedicati alla cura delle post acuzie.

La vera sfida però, sarà quella di riuscire ad attivarli tutti, dal momento che la precedente programmazione, in parte, è rimasta su carta.

E nuovi posti letto? Con quali concorsi per il recupero di personale e in quanto tempo saranno attivati?

Sicuro c’è che si tagliano Unità organizzative complesse di ospedali hub e spoke per destinarli ad “Azienda Zero”, anche qui, detta azienda quando sarà attiva?

A questo punto la domanda: sono vere le ricadute negative per Lamezia con il nuovo documento di Riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza urgenza,
così come da Modifica e integrazione Dca n. 64/2016?

Sicuro c’è che dopo la nascita della “Renato Dulbecco”, nella struttura catanzarese, vi sarà anche un Centro traumi di alta specializzazione, ed una sola struttura di Unità spinale, come da standard ministeriali.

Ed’è vero che alla Dulbecco, ovvero: Pugliese-Ciaccio e Mater Domini, si manterrebbero servizi doppi o tripli come da decreto attuale?

Si parla per esempio di 11 chirurgie complesse 6 semplici; doppioni, triploni infiniti, ecc.

Ma la legge 502 del 1992 non stabilisce che in una azienda dove insistono più presidi ospedalieri deve esserci una sola struttura a governare il servizio che viene erogato.

È nascente Azienda ospedaliera Dulbecco perché dispone in tutto le strutture di chirurgia con specialistiche varie, ovvero: 11 Strutture Complesse e 6 Strutture Semplici.

Queste le strutture duplicate nell’azienda Renato Dulbecco:

Chirurgia Generale 4 SC – 3 SS
Chirurgia Plastica 2 SC – 1 SS
Chirurgia Vascolare 2 SC
Neurochirurgia 2 SC – 3SS
Oculistica 2 SC – 2 SS
Ortopedia e Traumatologia 2 SC – 3 SS
Urologia 2 SC – 3 SS
Pronto Soccorso (MCAE) 2 SC – 2 SS
Ostetricia e Ginecologia 2 SC – 2 SS
Pediatria 2 SC – 3 SS
Cardiologia 2 SC – 2 SS
Emodinamica 2 SS
Malattie Endocrine del Ricambio e Nutrizione 3 SC
Geriatria 2 SC – 3 SS
Medicina Generale 2 SC – 3 SS
Nefrologia 2 SC – 1 SS
Neurologia 2 SC – 2 SS
Gastroenterologia 3 SC – 1 SS
Oncologia 3 SC – 2 SS
Medicina Nucleare 2 SC
Radiologia 2 SC
Laboratorio Analisi 3 SC
Microbiologia e Virologia 2 SC
Farmacia Ospedaliera 2 SC
Direzione Medica 2 SC
Terapia Intensiva 2 SC – 3 SS
Unità Coronarica 2 SS

Una realtà da cambiare, e sono certo che il presidente Occhiuto, muoverà i giusti passi! (sdb)

(Salvatore De Biase è coordinatore Forza Italia Lamezia Terme)

Il 5 aprile a Lamezia il primo congresso cittadino di Azione: Sarà presente la presidente Mara Carfagna

Il prossimo 5 aprile, a Lamezia Terme, alle 15, all’Hotel di via Capitano Manfredi, si terrà il primo congresso cittadino di Azione, alla presenza della presidente Mara Carfagna.

Oltre alla presidente Carfagna, saranno presenti il segretario e il presidente regionali, rispettivamente Francesco De Nisi e Giuseppe Graziano, oltre al segretario provinciale di Catanzaro, Roberto Guerriero.

Nell’invitare tutte le altre forze politiche e i cittadini, il Coordinamento di Azione Lamezia ha sottolineato come «ci sarà sempre la massima apertura per chi ritiene che la Città abbia bisogno di un confronto politico serio sui temi fondamentali e le cose concrete che attanagliano la Città e rispetto alle quali i cittadini aspettano risposte urgenti».

«L’augurio è che questo progetto politico – continua la nota – sia compreso e accolto e possa rappresentare l’opportunità di aprire una fase diversa, fuori da schemi stereotipati dagli esiti già individuati e che sono lontani dalla politica intesa come servizio e missione. Una fase caratterizzata da proposte, dialogo sano, comunità pensanti e operanti, amore per la propria terra e per la propria Città».

«Per questa ragione Azione di Lamezia Terme – conclude la nota del Coordinamento cittadino – ribadisce l’invito a tutte le forze politiche ed agli amministratori della Città a partecipare alla nostra festa democratica che siamo certi sarà l’avvio di momenti di costruzione nel bene della Città». (rcz)

LAMEZIA TERME (CZ) – Addiopizzo di Palermo ospite di Civic Up

Mercoledì 20 marzo, alle ore 18 a Lamezia Terme, Civic Up, laboratorio di cittadinanza destinato ai giovani e aperto a tutti, ospiterà l’incontro formativo “Il consumo critico. L’esperienza di Addiopizzo a Palermo”.

Dopo le sei proiezioni di Mondovisioni 2023, un progetto di Cineagenzia per la rivista Internazionale, l’intervento urbano interattivo di Stalker Teatro, l’evento commemorativo dedicato all’imprenditore lametino Giuseppe Bertolami e gli incontri con Vera Gheno e Matteo Saudino aka Barbasophia, ospiti dell’evento promosso dal centro culturale Civico Trame saranno il coordinatore di Addiopizzo Daniele Marannano, la responsabile degli sportelli antiracket calabresi Maria Teresa Morano, il responsabile dello sportello antiracket di Cosenza Alessio Cassano e il giornalista Antonio Chieffallo.

«Il consumo critico è la pratica collettiva che impegna i cittadini-consumatori a fare i propri acquisti presso gli esercizi commerciali e le imprese che non si piegano ai condizionamenti mafiosi e alle estorsioni – recita il manifesto sul consumo critico di Addiopizzo – La rete delle imprese mafia-free è un circuito costituito da commercianti, artigiani e imprenditori sostenuti dalla collettività che vince il senso di isolamento e scoraggia ogni possibile ritorsione da parte della mafia. Entrarvi a far parte, per gli operatori economici del territorio, è assolutamente gratuito. Supportarli in qualità di cittadini-consumatori con i nostri acquisti quotidiani, oltre che un dovere morale, costituisce un atto alla portata di tutti affinché chiunque possa dare il suo contributo alla comune lotta di liberazione dalla prepotenza mafiosa».

Addiopizzo è un movimento che nasce dal basso e si fa portavoce di una rivoluzione culturale contro le mafie e per la giustizia sociale. La scintilla che gli ha dato vita nel 2004 è stata una “guerriglia comunicativa” condotta per le strade di Palermo con centinaia di piccoli adesivi listati a lutto con su scritto: «Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità».

Il campo d’azione specifico di Addiopizzo, oltre alla promozione di un’economia virtuosa e libera dalla mafia attraverso lo strumento del consumo critico antiracket “Pago chi non paga”, è l’inclusione sociale, con attività di educativa di strada e rigenerazione urbana rivolte a bambini, ragazzi e famiglie investiti da gravi condizioni di povertà economica e educativa perché «qualsiasi azione di contrasto alla mafia non è sufficiente se non si affrontano contestualmente il disagio sociale e il degrado urbano che contribuiscono ad alimentare i fenomeni di devianza».

Alla testimonianza di Marannano si aggiungerà l’esperienza della lotta al racket in Calabria portata avanti dalle associazioni attive su tutto il territorio regionale con la responsabile della rete Mani Libere in Calabria Maria Teresa Morano e il responsabile dello sportello antiracket di Cosenza Alessio Cassano.

Cassano opera in uno dei settori maggiormente vessati dalla ndrangheta, quello delle onoranze funebri. Ha denunciato nel 2013 dopo aver ricevuto richieste di denaro e subìto minacce e intimidazioni. Con il supporto dei soci dell’Associazione Antiracket Ala e della stessa Morano, ha contribuito alla costituzione dell’Associazione Antiracket Lucio Ferrami, unico presidio sull’intero territorio cosentino, di cui è stato anche presidente.
Tra il 1990 e il 1991 l’azienda della famiglia Morano è stata oggetto di richieste estorsive denunciate insieme ad altri undici operatori economici.

A processo ultimato, Maria Teresa, giovanissima, ha promosso e fattivamente partecipato alla costituzione della prima associazione antiracket calabrese Acipac di Cittanova (Rc), poi costituitasi parte civile in processi per estorsione. Negli anni seguenti Morano ha contribuito alla costituzione delle associazioni antiracket di Polistena, Lamezia Terme, Amantea e Cosenza. Già presidente nazionale della Fai (Federazione delle associazioni antiracket italiane), oggi coordina la rete delle Associazioni Antiracket calabresi, è membro del Cda della Fondazione Trame Ets e tra le anime di Trame.Festival dei libri sulle mafie, nonché responsabile del progetto di educazione alla legalità rivolto alle scuole #tramescuola.

Dalla Calabria alla Sicilia, gli esempi positivi offerti dall’impegno di Marannano, Morano e Cassano vogliono essere un monito per la resistenza alla prepotenza delle estorsioni mafiose e al substrato di potere criminale che rivelano. Per ricordare a tutti che ciascuno è chiamato a dare il proprio contributo e fare la propria parte.
Modererà l’incontro il giornalista Antonio Chieffallo, da sempre impegnato nel sociale e nella promozione di numerose manifestazioni e rassegne a sostegno della legalità.

L’incontro è organizzato dall’ Associazione Antiracket Lamezia Ala in collaborazione con Fondazione Trame Ets. L’ingresso è gratuito. “Civic Up – Laboratorio di cittadinanza per giovani protagonisti” è sostenuto con i fondi Otto per Mille della Chiesa Valdese. (rcz)

LAMEZIA TERME – All’insegna della solidarietà la terza edizione di Giovanil…Mente

Aiparc Lamezia Terme non si ferma e propone nuove iniziative. La terza edizione di Giovanil…Mente ideata, appunto, da Aiparc Lamezia Terme presieduta dalla docente e giornalista Dora Anna Rocca quest’anno è all’insegna della solidarietà ed ha come tema “Incontra il tuo prossimo incontra te stesso”.

È stata realizzata in attuazione dell’Accordo di collaborazione tra il Dipartimento per le politiche giovanili e il servizio civile universale e la Regione Calabria, Fpg 2019 –2020-2021 e gode del patrocinio gratuito dei Comuni di Lamezia Terme, Maida, San Pietro a Maida, Feroleto, Serrastretta, Curinga, Diocesi di Lamezia Terme e della sponsorizzazione del Comune di Pianopoli.

Ad aderire all’iniziativa le associazioni: Lucky Friends, Rsu Tamburelli di Lamezia Terme e Rsu di Curinga, Caritas diocesana, Comunità Progetto Sud, Associazione di neurogenetica casa Alzal, Associazione volontari in ospedale, associazioni selezionate dalle scuole.

Le scuole aderenti sono: la Don Saverio Gatti, Pitagora, Pietro Ardito, Liceo classico F. Fiorentino, Liceo Scientifico Galileo Galilei, Istituto Tecnico ragioneria V. De Fazio di Lamezia Terme, Scuole medie di: Pianopoli, Feroleto Antico, Curinga, Maida, San Pietro a Maida.

Il primo step che è quasi giunto al termine vede la partecipazione di circa 400 studenti che, grazie anche alla collaborazione della Multiservizi di Lamezia Terme diretta da Alessandro Vescio e del trasporto scolastico dei Comuni aderenti al progetto, hanno l’opportunità di vivere delle esperienze di cittadinanza attiva all’insegna della solidarietà.

Alla Lucky Friends grazie ai responsabili: Domenico La Chimea, Rosario Cortese, Lucia Perri gli studenti del liceo classico e del liceo scientifico hanno potuto svolgere attività di integrazione con i loro coetanei che come a tutti è noto stanno raggiungendo ottimi risultati nei giochi paralimpici.

Nel nosocomio lametino, grazie all’Avo presieduta da Giovanna Torcasio gli studenti liceali hanno avuto l’opportunità di visitare alcuni reparti e gli studenti delle scuole medie di Maida e San Pietro a Maida hanno anche presentato uno spettacolino per i piccoli pazienti del reparto di pediatria. Nelle Rsu ed in particolare presso la casa Tamburelli di Lamezia Terme studenti del liceo scientifico e classico e della scuola media Pitagora hanno svolto attività con gli anziani e grazie alla disponibilità della dottoressa Marilina Materasso sono stati organizzati in squadre sì da poter interagire con gli ospiti della casa nel rispetto dei talenti di ciascuno studente.

Stesso dicasi per la visita alla Rsu di Curinga la cui direttrice fin da subito si è dichiarata disponibile all’accoglienza degli studenti. A casa Alzal gli studenti grazie al presidente Antonio Laganà e alla dottoressa Antonella Raso, coadiuvata da alcune operatrici hanno avuto l’opportunità di poter comprendere l’importanza dell’interazione con anziani affetti da demenza senile e della necessità di mantenere viva la loro memoria con giochi specifici ma soprattutto offrendo loro tanto affetto.

Studenti della scuola media Saverio Gatti grazie alla Comunità Progetto Sud fondata da don Giacomo Panizza hanno potuto comprendere quanto sia importante entrare in delle situazioni in punta di piedi, sì da poter prestare la dovuta attenzione ai soggetti più deboli come i disabili o gli extracomunitari ai fini della loro integrazione.

Molti studenti inoltre grazie alla Caritas diocesana diretta da don Fabio Stanizzi hanno effettuato varie attività come contribuire alla preparazione dei pasti per i poveri, conferire con loro durante la colazione e servire loro i pasti.

Alcuni discenti, partecipanti al suddetto concorso, stanno svolgendo attività di volontariato inoltre presso il Campo di Addestramento (sito a San Pietro Lametino) dell’Associazione “Rocca Nucifera” odv di Protezione civile di San Pietro a Maida, altri presso la casa di riposo “San Francesco di Paola” di Maida, presso gli Oratori di Maida (referente Parroco don Angelo Cerra), di San Pietro a Maida (referente parroco don Andrea Latelli), di Vena di Maida (referente padre Franz Villca Rocha).

Il secondo step del progetto sarà l’invio entro il 30 aprile degli elaborati individuali o di gruppo (massimo 5 persone a gruppo), sulle attività fatte al link che presto l’associazione invierà alle scuole.

Gli elaborati saranno valutati da una giuria apposita e nel mese di giugno saranno proclamati i vincitori. A settembre dopo l’avvio dell’anno scolastico seguirà cerimonia di premiazione.

Fanno sapere gli organizzatori: «Possiamo dichiarare con tranquillità che data l’ampia partecipazione degli studenti, degli enti e delle associazioni, i ragazzi hanno avuto la possibilità di vivere delle esperienze significative e di comprendere come ci siano realtà in città e nel comprensorio in grado di compiere nel silenzio e nella quotidianità opere grandiose lontano dal clamore mediatico. Esiste un’altra città nella città che si chiama umanità». (rcz)