Donne e Politica, la delusione di Lella Golfo «La politica ancora una volta penalizza le donne»

di PINO NANOLella Golfo, storica fondatrice e presidente della Fondazione Marisa Bellisario, entra nel dibattito politico nazionale a muso duro, alla sua maniera di sempre, da vecchia e imperdonabile passionaria della politica italiana, e dalle colonne della newsletter della Fondazione manifesta la sua “rabbia” contro un sistema politico che è ancora molto lontano dal pianeta femminile.

E, intanto, lancia il grande Raduno Donne e Potere il prossimo 29 e 30 ottobre all’Auditorium di Roma.

Non usa mediazione alcuna Lella Golfo, nel commentare il dato elettorale di queste ultime ore. Dice con fermezza: «Sono state due settimane intense, tanto lavoro e persino poco tempo per seguire quella politica che è la mia passione insanabile. Non credo di aver perso molto a giudicare da quelli che sono i primi risultati che si intravedono». 

Delusa, fortemente delusa la vecchia leader delle donne imprenditrici italiane

Due sole notazioni per non scendere nei giudizi politici che non mi competono. La prima è indipendente dai risultati e riguarda l’assenza quasi totale di donne dalla competizione elettorale. Poche, pochissime, in alcuni grandi città addirittura assenti nelle liste dei candidati con qualche chance per vincere. Aspettiamo la conta dei voti, i turni di ballottaggio ma ho la netta sensazione che queste amministrative sanciranno un passo indietro in tema di presenza femminile in politica. 

È la regola spietata del “maschio al comando” sempre e comunque?

Abbiamo fatto passi giganteschi alla guida delle aziende e il Pnnr promette di farcene fare altrettanti sul fronte dell’occupazione e della conciliazione, ma la politica continua a tirare i remi in barca, a dare continui schiaffi alla modernità, a rimandare il necessario cambio di passo. Noi, come sempre, abbiamo fatto la nostra parte dando spazio alle candidate iscritte alla Fondazione ma senza un impegno serio da parte dei partiti, il rischio è di continuare a parlare di democrazia dimezzata.

Qual è stata l’altra nota dolente della  campagna elettorale appena conclusasi?

La seconda notazione credo sia legata a filo doppio alla prima: queste elezioni hanno confermato in maniera drammatica il disinteresse degli italiani alla politica. L’astensionismo sarà certamente uno dei temi caldi delle prossime settimane. E io spero vivamente che se ne parli, che i partiti si interroghino su quale distanza siderale li divide orami dalla gente, anche quando in ballo c’è qualcosa di assai concreto e vicino come l’amministrazione delle proprie città. È un brutto segnale per la democrazia.

Ma la Fondazione Bellisario vedo che non si ferma mai?

Siamo una bella generazione, e io sono davvero orgogliosa di annunciare che il 29 e 30 ottobre si terrà la 21ª edizione del nostro Seminario internazionale Donna, Economia & Potere. Restiamo a Roma, dove si erano tenute le primissime edizioni e per ripartire alla grande abbiamo scelto l’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”.

“Donna, Economia e Potere”, una bella provocazione?

Il titolo l’ho “rubato” al Presidente Mario Draghi: quando durante l’Assemblea di Confindustria in un discorso applauditissimo ha usato l’espressione «il gusto del Futuro», ho capito che era un prestito lecito, perché riassumeva la nostra visione: ottimismo e pragmatismo, perché per costruire qualcosa di bello bisogna avere passione e idee, guardare al domani con la concretezza di chi non sa stare al mondo se non rimboccandosi le maniche.

Sul blog della Fondazione c’è già il programma di massima di questo nuovo happening delle donne che più contano nel Paese.

Ci sarà come sempre la presenza istituzionale e poi i temi di più pressante attualità, guardando al futuro. Economia della conoscenza: Sviluppo, Transizione, Digitalizzazione” e “Donne & Intelligenza Artificiale saranno gli argomenti al centro delle due tavole rotonde mentre il sabato metteremo in scena B-Factor: fattore Bellisario, un format per dare visibilità e opportunità a 15 startup innovative, che si “esibiranno” in cerca di sostegno economico e suggerimenti pratici da parte di imprenditori, manager ed esperti.

Come sempre, daremo vita a un confronto paritario e sfidante, da cui far emergere proposte concrete da portare all’attenzione delle istituzioni, del Governo e dell’opinione pubblica. E, poi, la novità del format “B-Factor” perché il cambiamento passa anche dalle giovani imprenditrici, ragazze di talento che hanno buttato il cuore oltre l’ostacolo e che vogliono costruire qui, nel loro Paese, la loro idea di futuro”.

Onorevole Lella Golfo, vedo che va avanti come una vera macchina da guerra…

La pandemia non ci ha fermate ma “caricate”. È stato un periodo di riflessione e oggi che il protagonismo femminile e il binomio Donne & Potere hanno dimostrato di essere una delle chiavi di volta per la ripartenza, noi siamo ancor più pronte a scendere in campo.

-In bocca al lupo!

“Crepi”. (pn)

Lella Golfo: Fondazione Bellisario promuove rete di solidarietà per ospitare donne afghane

L’ex deputata reggina Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario, ha reso noto che sono stati consegnati al Ministero dell’Interno «un elenco di amiche della Fondazione Marisa Bellisario pronte a ospitare le donne con bimbi ma anche intere famiglie afghane in fuga dal regime talebano».

«Appena viste le terribili immagini giunte dall’Afghanistan ‒ ha spiegato Golfo ‒ ho lanciato un appello alle amiche della Fondazione Bellisario che hanno accolto con straordinaria generosità il mio invito. Sono oltre 30 le imprenditrici da Nord a Sud pronte a ospitare nelle loro case più di 150 profughi tra donne e bambini ma anche intere famiglie in fuga dalla violenza dei talebani. Ho preso immediatamente contatto con le istituzioni e ieri ho consegnato al Ministero dell’Interno l’elenco delle donne che hanno offerto la loro ospitalità».

«Un gesto di solidarietà concreto – ha concluso – coerente con la storia delle numerosissime missioni internazionali della Fondazione, soprattutto in Afghanistan. Parlare di parità significa anche questo: non possiamo restare a guardare un movimento fondamentalista che calpesta i più elementari diritti umani e si accanisce contro le donne. È nostro dovere offrire alle donne afghane prima di tutto un rifugio sicuro e poi un futuro di libertà di istruzione e di indipendenza». (rrm)

ANCHE LA CALABRIA AL G20 DELLE DONNE
LELLA GOLFO: «NO AL TERRORE AFGHANO»

di PINO NANO – Alla prima Conferenza G20 dedicata all’empowerment femminile, in programma da oggi (26 agosto) a Santa Margherita Ligure, tra le “grandi protagoniste del mondo femminile” ci sarà anche lei, Lella Golfo, orgogliosamente calabrese, Presidente della Fondazione Marisa Bellisario che sulla condizione delle donne afghane ne sa più di tanti altri sociologi e analisti sul campo, se non altro per aver visitato più volte in un lungo e in largo l’Afganistan e per aver costruito come Fondazione Bellisario un vero e proprio progetto di collaborazione con donne afghane di grande carisma.

– Signora Golfo, cosa porta al G20 dedicato alle donne?

«20 anni dopo a causa di scelte militari e diplomatiche folli cala di nuovo il buio. Le donne in Afghanistan sono di nuovo in pericolo. Sono veramente sconvolta dalle notizie provenienti dal ritiro delle truppe occidentali dall’Afghanistan. Al G20 consegno un appello forte diretto alle autorità internazionali, al Governo Draghi, al Ministro degli Esteri Di Maio, alla Ministra delle Pari Opportunità Elena Bonetti, e a tutti i leader del G20.Chiediamo con forza che le donne afghane non vengano abbandonate alla solitudine e al terrore in un Paese ormai fuori controllo e nel quale la componente femminile è da sempre considerata l’anello debole su cui infierire». 

– La sua Fondazione si dice oggi pronta ad accogliere in Italia una delle donne avvocato più note e più impegnate in terra Afghana.

«Si tratta di Latifa Sharifi. Era una avvocata di Hawca, storica associazione femminile afghana. Aiutava le donne in fuga dalle violenze a trovare un rifugio. È stata respinta all’aeroporto di Kabul, ora si nasconde per sfuggire ai talebani. La comunità internazionale si adoperi subito per salvarla dalla morte. Noi siamo pronti ad accoglierla in Italia».

Alla sua maniera, diretta e senza mediazione alcuna, la Presidente della Fondazione Bellisario Lella Golfo, lancia sul tavolo del confronto del G20 la sua provocazione.

Ma non solo questo. Lella Golfo non conosce  mezzi termini e con la forza del suo carattere si augura e auspica «un’azione immediata e iniziative diplomatiche concrete volte ad affermare i più elementari diritti umani, e a proteggere le donne e i bambini afghani, ma anche tutti coloro che credono e lavorano ancora per la libertà di un popolo lasciato in balia della violenza».

Lella Golfo e le donne afghane, storia che inizia almeno 20 anni fa, nel 2001, quando il Ministero degli Affari Esteri – ricorderà al G20 di domani la Presidente della Fondazione Bellisario – accoglie la proposta della Fondazione per un progetto di formazione per le donne afghane nel nostro Paese, attraverso la concessione di borse di studio. «La campagna di solidarietà, dal titolo “100 borse di studio per 100 donne afghane”, rappresenta un aiuto concreto, frutto di uno studio di fattibilità sulle problematiche femminili più urgenti all’indomani della conclusione della guerra nell’Afghanistan post-talebano».

La finalità di quel progetto – sottolinea oggi la Fondatrice della Fondazione Bellisario – era quello di «contribuire a ridurre, attraverso la creazione di micro-imprese artigianali e la formazione nell’ambito della Pubblica Amministrazione, lo stallo economico della società afghana e avviare la partecipazione delle donne allo sviluppo socio-economico del Paese». 

Il resto è ormai storia contemporanea. Lella Golfo partì alla volta dell’Afghanistan per selezionare donne che possedevano i requisiti richiesti nei settori d’intervento individuati e poco dopo arrivarono a Torino, presso la sede dell’ILO, partner del progetto, le prime 26 donne selezionate. A questo primo scaglione ne seguirono altri due per un totale di 60 donne, a cui si aggiunsero altre 60 potenziali imprenditrici formate in due corsi locali.

Una sfida culturale internazionale di grande impatto mediato, questa della Presidente Lella Golfo, che andò avanti esattamente per come lei stessa aveva immaginato che andasse. L’ultima fase del Progetto, infine, prevedeva stage presso aziende di imprenditrici amiche italiane della Fondazione. Ma l’impegno in Afghanistan non si concluse qui. 

Nel novembre del 2003, fu la stessa Lella Golfo a partire per Kabul, e il momento cruciale di quel viaggio fu l’incontro con Habiba Sorabi, allora Ministro per la tutela delle donne afghane, con la quale venne firmato un Protocollo d’Intesa di ampio respiro. Il Ministro delle donne afghane – ricorda ancora lella Golfo – mostrò grande apprezzamento per l’iniziativa della Fondazione “Un tetto per le donne”, che ha  raccolto 28000 euro destinati alla costruzione dello “Shelter Marisa Bellisario” in cui avrebbero trovato rifugio le donne che scappavano da casa o vittime di violenza domestica e che spesso, in mancanza di un altro posto dove andare, venivano messe in carcere.

Ricordi, dettagli, appunti di lavoro, tutta roba che ha portato nel tempo la Presidente Lella Golfo per anni al Quirinale, invitata dal Capo dello Stato a festeggiare insieme i successi della Fondazione Bellisario.«Il viaggio in Afghanistan fu anche l’occasione per approfondire necessità e risorse del territorio e dare avvio ad accordi con Ministeri e Autorità locali per un Progetto di cooperazione imprenditoriale nel settore tessile.

Il Progetto – sottolinea ancora Lella Golfo – avviato nel 2005, prevedeva la creazione di centri pilota integrati per la raccolta e la prima lavorazione del pelo di cammello, importante risorsa del Paese».

Si trattava in effetti di centri che offrivano tecnologie innovative e supporto per il ritiro, la trasformazione e la commercializzazione, anche all’estero, dei prodotti finiti e che al contempo promuovevano l’imprenditoria femminile locale, coinvolgendo le donne afghane in tutte le fasi. Insomma, «un rapporto, quello con l’Afghanistan, che è continuato nel tempo –conclude Lella Golfo – e che sembrava destinato a produrre  nuovi significativi progetti futuri, discussi proprio nel 2007 nel corso di una visita ufficiale nella sede della Fondazione di una delegazione di donne afghane, guidate da Habiba Sorabi, diventata poi Governatore della Provincia di Bamyan, e che vedeva, tra le altre, Fauzia Kofi, Vice Presidente della Camera Bassa del Parlamento dell’Afghanistan e Hangama Anwari, Commissario dell’Afghanistan Independent Human Right Commission». 

È nato così, dunque, l’amore della Fondazione Bellisario per le donne in Afghanistan, e già questo è abbastanza per giustificare l’appello forte che oggi Lella Golfo consegnerà personalmente ai leader del G20 “in difesa delle donne afghane”. 

«Una battaglia di grande civiltà e soprattutto una sfida – sostiene la Presidente della Fondazione Bellisario – che non ci vedrà mai recedere dalle nostre posizioni e dalle nostre convinzioni di fondo in difesa delle donne, dovunque esse siano». (pn)