Riceviamo e pubblichiamo
Sono un volontario della Croce Rossa Italiana, uno dei tanti al servizio di un comitato provinciale Italiano, proprio come quello di Crotone in Calabria, un luogo dove in queste ore si sta consumando uno scandalo senza precedenti, qualcosa che dovrebbe risvegliare l’animo di tutti quei pochi “volontari” ancora rimasti che ogni giorno e in ogni parte del mondo, senza interessi nascosti dietro il loro operato, donano il loro prezioso tempo per aiutare i più bisognosi. Si tratta dell’ennesimo episodio che dimostra come presumibilmente dietro una bandiera che porta un’emblema di importanza universale si celino interessi di non poco conto.
Partiamo dall’inizio riassumendo brevemente quanto successo, il 26 ottobre 2021 un’ispezione su disposizione del Consiglio direttivo nazionale di questa associazione di volontariato, ormai diventata a tutti gli effetti azienda, in seguito all’aggressione di un volontario da parte di un suo collega al culmine di una serie di vicende legate alle elezioni del direttivo locale, porta alla luce quello che stava succedendo all’interno della sede provinciale Crotonese, per mano della stessa dirigenza del Comitato con a capo Sergio Monteleone.
“Una gestione nepotistica” del personale, assunzioni riguardanti parenti stretti dei vertici crotonesi, madre, padre, fratello, cognata, “una scarsa se non totale assenza di attività di volontariato” con servizi “eseguiti sempre dalle poche decine di volontari di cui buona parte risulta, sistematicamente, assunta a rotazione come dipendente” a tempo determinato, stipula di un vietatissimo sub-comodato con l’Asp per 5 mila euro mensili, una difficile situazione finanziaria, eccetera. La lista delle violazioni commesse è lunga. Il Comitato nazionale ha anche chiesto al presidente della Cri di Crotone, Sergio Monteleone di controdedurre ma ha ritenuto che il suo riscontro “non supera e non chiarisce le contestazioni ricevute fornendo scarse ed inidonee giustificazioni a riguardo”.
Successivamente per via delle criticità registrate, il direttivo nazionale aveva commissariato la gestione, sotto la guida del commissario Pia Cigliana, tutt’ora in carica. Arriviamo ad oggi. Il comitato di Crotone sotto la gestione del commissario ha un bilancio tornato in positivo, attività di volontariato e progetti svolti nel migliore dei modi, tante opere in aiuto delle persone meno fortunate, insomma una gestione che dona nuova luce al comitato, però minato da chi agisce nell’ombra di nuove elezioni alle porte. Ed infatti poche settimane fa vengono indette le elezioni del nuovo Consiglio Direttivo del Comitato Crotonese, che si svolgeranno il 24 settembre 2023, volute fortemente anticipare dal Presidente Regionale del Comitato Calabria Helda Nagero.
Dalla divulgazione di questa notizia il Comitato Crotonese di Croce Rossa si trova scaraventato nel più oscuro e infido gioco di ruolo che si possa immaginare. Le prime voci di corridoio si trasformeranno nella più assurda delle verità, l’ex presidente Sergio Monteleone si ricandiderà alle elezioni del 24 Settembre. Da qui ad oggi si è assistito al peggior esempio che un’associazione di volontariato possa dare. Oltre a tentativi di boicottaggio, giochi di potere e tante parole, circa 147 volontari aventi diritto al voto hanno firmato la lista appoggiando la candidatura dell’ex presidente commissariato Sergio Monteleone e dei nuovi consiglieri candidati, alcuni facenti parte dell’ex consiglio direttivo al momento del commissariamento e tornati ad appoggiarlo, tra cui nomi con ruoli di spicco a livello regionale. Si è assistito a giorni e giorni di campagna elettorale piena di false promesse e riunioni segrete, telefonate a decine di volontari con l’intento di convincerli ad appoggiare un presidente precedentemente commissariato, fogli svolazzanti pieni di firme e tanti nomi infangati.
E chi si è impegnato tanto ad appoggiare questa oscura campagna elettorale chiedendo l’appoggio dei volontari e agendo nel buio, a quale infido scopo lo ha fatto? Inoltre come ciliegina sulla torta, tra coloro designati a correre per la carica di presidente c’era Donatella Nocita, che con un ricorso del tutto infondato a firma del Presidente Regionale Helda Nagero, è stata accusata di percepire compensi, una condizione incompatibile per la candidatura o il voto. Ed è qui che la democrazia fallisce. Una democrazia che probabilmente, a causa di questi pseudo dirigenti e una buona parte di volontari probabilmente illusi da false promesse, posti di lavoro, fantomatici ruoli di potere ecc., porterà l’ex Presidente commissariato per ben due volte, a sedersi sulla stessa poltrona che lo ha portato ad assumere madre, padre, fratello, cognata, a stipulare contratti vietati, ad assumere a rotazione i volontari, che probabilmente ancora oggi elemosinano un posto di lavoro da lui in cambio di un voto, a portare i bilanci in rosso, ma soprattutto a scarseggiare di attività di volontariato.
Bene, e il Consiglio Nazionale di Croce Rossa Italiana dov’è in tutto questo? E il presidente Regionale? Dopo lo scandaloso appoggio della maggioranza dei volontari, che portando sulla propria divisa un’emblema ricco di valori e svendono il loro voto, volendo a tutti i costi essere rappresentati da un Presidente già commissariato due volte, e oltretutto macchiandola del peggiore atto che un volontario possa fare, il Presidente Regionale e il Consiglio Nazionale stanno fermi sulle loro poltrone. Anzi, per meglio dire, il Presidente regionale Helda Nagero, colei che fortemente ha voluto l’anticipare delle elezioni, mentre cercava di bloccare la candidatura di Donatella Nocito, ha accettato senza alcun dubbio la candidatura di Sergio Monteleone nel totale silenzio e assenso di Roma. Perché colei che rappresenta la Croce Rossa Italiana a livello Regionale non respinge questa candidatura che va ignobilmente oltre qualsiasi principio divulgato dalla sua stessa associazione? Ma non è tutto, a nulla è servito il dialogo con il consiglio nazionale o con la Presidente Regionale, che nonostante ogni logica continua in modo evidente ad appoggiare questa candidatura. Non c’è limite all’assurdo. Però alcune domande sorgono spontanee, in primis con quale coraggio un presidente commissariato si ricandida nuovamente alle elezioni, dopo aver tradito la fiducia dei suoi volontari con atti indegni di un’associazione di volontariato? Con quale coraggio 147 volontari appoggiano un ex presidente già commissariato, che ha remato contro tutti i principi dettati dal simbolo che portano cucito sulla propria divisa? Per quale motivo il comitato Regionale e Nazionale hanno accettato la candidatura, a quanto pare assurdamente legittima, invece di respingerla, nonostante le ripetute relazioni inviate dal Commissario Pia Cigliana sugli accadimenti degli ultimi tempi e sulla volontà di prorogare ancora il commissariamento? Ad oggi 20 Settembre 2023 nulla sembra muoversi e a quante pare non esistono le condizioni e le volontà per farlo, ma a quale scopo? Quali presumibili interessi si celano dietro l’assenso condiviso di questa candidatura? Non resta altro a cui pensare, e non resta altro che rimanere a guardare, in attesa.
Il Consiglio Nazionale di Croce Rossa che nel 2021 aveva commissariato la gestione del comitato di Crotone, oggi sotto la direzione del Presidente Rosario Valastro, rimane in silenzio accettando e aspettando il nuovo insediamento del presidente pluri-commissariato. In un paese civile, in un’associazione che agisce a nome di sette principi quali Umanità, Imparzialità, Neutralità, Indipendenza, Volontariato, Unità e Universalità, nel rispetto di chi crede nel vero volontariato e dedica il suo prezioso tempo, a volte sacrificando ore, famiglia, amici ecc., come si può accettare tutto questo? Il consiglio nazionale della più grande associazione di volontariato d’Italia come lo può permettere?
Questa è la triste e assurda storia di un Comitato Provinciale di Croce Rossa italiana, un comitato che sotto il silenzio delle Istituzioni, dei volontari e di tutti, molto probabilmente scriverà un nuovo buio capitolo della Croce Rossa Italiana fatto di oscuri protagonisti, un ex presidente pluri-commissariato con al seguito discutibili consiglieri, un presidente Regionale, un Consiglio nazionale, il vice presidente di un ordine Regionale, un commissario, tutti i volontari ecc. Una storia che offende il nome di Henry Dunant, fondatore della più grande organizzazione umanitaria del mondo. E tutti i volontari, come me, ancora creduloni dei sette principi tanto vantati dalla Croce Rossa Italiana, atterriti dalla visione di questo film dell’orrore di scarsa regia, saranno ancora fieri di indossare quella divisa rossa? (rkr)