Grande successo ha riscosso il progetto Giustizia e Libertà. Liberi di Scegliere dell’Associazione Culturale Biesse Bene Sociale che, nei giorni scorsi, ha fatto tappa all’Istituto De Nobili di Catanzaro.
L’evento, che ha avuto il suo fulcro nel confronto tra gli studenti e il giudice del Tribunale dei Minori di Catania, Roberto Di Bella, sul libro da lui scritto con la sceneggiatrice Monica Zapelli, in cui sono raccontate le intuizioni, le fatiche e la determinazione del giudice Di Bella nella sua inedita e straordinaria attività di contrasto alla ’ndrangheta, è stato contraddistinto da intensi momenti dedicati al tema del dibattito, nonché da molteplici interventi.
I saluti istituzionali sono stati affidati al dirigente scolastico Angelo Gagliardi che, nel ringraziare tutti i partecipanti, ha messo in luce il valore del progetto liberi di scegliere anche come importante strumento di educazione alla legalità, nonché il diligente lavoro di studio preparatorio all’incontro con Di Bella svolto dagli studenti del De Nobili, auspicando ulteriori eventi formativi di questo tipo che coinvolgano sempre più i ragazzi, già impegnati in un percorso di educazione alla legalità.
Giulia Anna Pucci, presidente della “La voce della legalità”, Associazione che promuove in ambito scolastico incontri tematici sulla legalità, parità di genere ed eguaglianza, ha focalizzato l’attenzione del suo intervento sulla componente familistica della ‘ndrangheta, ove la struttura criminale coincide con quella familiare condannando così i figli ad un destino ineluttabile di violenza e cultura criminale fin dalla nascita; da qui l’importanza del progetto Liberi di scegliere, che offre una concreta alternativa di vita ai minori appartenenti a queste famiglie, attraverso la decadenza della responsabilità genitoriale o l’allontanamento dal nucleo familiare nei casi più gravi, facendo cenno infine alla figura delle madri di questi “bambini a metà”, spesso a loro volta vittime della spirale di odio e sottomissione alle logiche criminali della famiglia di appartenenza, finalmente anche loro libere di scegliere un futuro diverso per i propri figli.
Pucci ha, inoltre, portato i saluti del direttore di Catanzaro informa, Riccardo Di Nardo, da sempre attento alle iniziative di educazione alla legalità, e che ha premiato i talentuosi artisti catanzaresi Francesca Prestia e Francesco Colella – intervenuti nel convegno – nell’ambito del prestigioso Premio “Catanzaro informa 2020” sul palco del Cinema Teatro Comunale di Catanzaro.
È intervenuto, poi, il vicepresidente e coordinatore della Voce della legalità, Simone Rizzuto, partendo dalla considerazione della fenomenologia mafiosa che, prima ancora che penetrare nei gangli vitali della pubblica amministrazione, delle professioni, dell’economia e della politica, ha l’attitudine a penetrare nell’ambito del tessuto familiare, ha analizzato le conseguenze dell’indottrinamento mafioso – che, appunto, nasce e si sviluppa nel luogo che dovrebbe proteggere i minori ossia la famiglia- in quanto incide su altri istituti come per esempio la responsabilità genitoriale, comportandone eventuale destituzione ove vi siano i presupposti. Infine, si è soffermato, anche in qualità di legale, sulla centralità del minore e della sua tutela nel sistema penale, dove non si tende a comminare una sanzione che sia afflittiva ma si tende ad adottare strumenti giuridici differenziati al fine di preservare la personalità del minore, come personalità vulnerabile e non ancora strutturata.
La docente Elena Maida ha sviluppato il concetto di legalità inteso anche come rispetto, uguaglianza ed attenzione verso i più deboli, invitando energicamente gli studenti a comportamenti virtuosi improntati all’ossequio delle regole e alla difesa di chi, in società, versa in condizioni più svantaggiate rispetto agli altri.
La moderatrice Bruna Siviglia, presidente di Biesse Bene Sociale Associazione culturale che opera per il bene comune e che ha sottoscritto tanti protocolli di intesa con importanti Enti, ha descritto l’enorme successo che il progetto Giustizia e umanità, liberi di scegliere, promosso dalla stessa, unitamente al Presidente Di Bella, sta riscuotendo nelle scuole di tutta Italia, indice della sensibilità delle nuove generazioni verso queste tematiche; si è, inoltre, soffermata sul concorso indetto dalla Biesse legato al suddetto progetto, in base al quale gli studenti si cimenteranno nell’elaborazione di temi o cortometraggi riguardanti Liberi di scegliere, i tre migliori lavori saranno premiati con tre borse di studio intitolate a Fava e a Lea Garofalo.
Poi, è stata trasmessa una parte del film in cui ha recitato l’attore Francesco Colella, poco prima del suo intervento. Colella, esaltando il tratto visionario del dott. Di Bella, che ha permesso la liberazione dal male dell’illegalità di tantissimi ragazzi, ha poi parlato agli studenti, in modo appassionato, della sua interpretazione attoriale nel film Liberi di scegliere, in cui ha interpretato un boss padre di un minore.
Il suo impegno – riuscitissimo – è stato quello di suscitare nel pubblico sentimenti contrari all’empatia, rispetto al suo personaggio, quindi di repulsione a causa della capacità di “portare morte, desolazione e desertificazione dei sentimenti” di queste persone. Ha concluso il suo intervento con l’invito ai ragazzi a frequentare sempre arte, conoscenza e cultura. La cantastorie Francesca Prestia, che ha brillantemente messo in musica le parole in dialetto reggino dei minori provenienti da contesti difficili, nonché il loro bisogno di rifiorire ed affrancarsi dalla tristezza che il loro destino tracciato comporta, ha esordito facendo riferimento alla data odierna, compleanno di Lea Garofalo, testimone di giustizia uccisa dalla ‘ndrangheta, per la quale Prestia ha scritto La ballata di Lea, oltre a ‘ninna nanna’ dedicata a Giuseppina Pesce, entrambe fatte ascoltare durante il convegno.
Presente all’incontro anche Michele Geria, direttore del Reggio Film Festival di Reggio Calabria, con cui l’associazione Biesse, nei prossimi giorni, siglerà un protocollo d’intesa, per cui il progetto giustizia ed umanità Liberi di scegliere il 22 luglio farà parte de Reggio film festival, con la proiezione del film Liberi di scegliere e con la premiazione dei cortometraggi vincitori del concorso indetto per le scuole.
Infine, il giudice Di Bella, dopo aver messo in luce il potenziale educativo enorme del film trasmesso da Raiuno, poiché demistifica il mito mafioso, ha raccontato la sua esperienza di presidente del Tribunale dei minorenni di Reggio Calabria dal 1993 a settembre 2020, una scelta inizialmente casuale ma, poi, rivelatasi straordinariamente efficace visti i risultati della sua attività. Di Bella ha raccontato con sensibilità, umanità e competenza gli esordi del suo percorso in Calabria, a partire dal suo primo caso, un cruento omicidio di una giovane la cui colpa fu quella di essersi innamorata di un ragazzo sbagliato.
Ha, poi, raccontato altri casi dolorosi che si è trovato ad affrontare come quello dei minori della faida di San Luca o minori che hanno ucciso le loro madri per essersi legate sentimentalmente ad altri uomini, e non aver aspettato che il marito uscisse dal carcere; minori che hanno ucciso forze dell’ordine e così via, tanti casi di giovanissimi, capaci ed intelligenti, che avrebbero potuto aspirare ad una vita diversa se solo non fossero nati da famiglie di ‘ndrangheta.
Da questa constatazione è nato il progetto Liberi di scegliere, con la necessità dell’allontanamento dei minori dalle famiglie originarie, sfociata nella speranza di un riscatto, tutto ciò reso possibile grazie alla rete collaborativa con Libera e con la Cei.
«L’allontanamento di madri e figli è un duro colpo alla credibilità del sistema criminale – ha affermato Di Bella – per questo è fondamentale continuare in questa direzione, dando a tanti altri ragazzi la possibilità di una vita libera e dignitosa ed il diritto di essere loro i protagonisti della stessa».
A conclusione dell’incontro, numerose domande degli studenti , coinvolti ed attentissimi, alle quali il Giudice Di Bella e gli altri intervenuti hanno risposto con interesse e generosità, con l’auspicio di un nuovo incontro. (rcz)