Il sindaco di Reggio Falcomatà dona il Cero Votivo alla Madonna della Consolazione

Il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, ha donato il “Cero votivo” alla Madonna della Consolazione da parte dell’Amministrazione comunale.

A margine della Santa Messa al Duomo, il primo cittadino ha ribadito come «è sempre una prima volta, questo è sicuramente il momento che mi è mancato di più, durante il periodo della sospensione, perché è senza dubbio l’emozione più grande che un sindaco possa provare. Parlare in Cattedrale con alle spalle il quadro della nostra Madonna della Consolazione, rivolto alla città, è davvero un’emozione e un onore enorme».

«È l’occasione per ribadire quanto nella nostra città – ha proseguito – sia necessario, insieme all’impegno di tantissime donne e uomini di buona volontà, cooperare, lavorare insieme, fare squadra ed essere comunità. Credo che questa sia la cosa più importante. L’intervento in Cattedrale non deve essere un freddo elenco delle cose fatte, o dei problemi che ancora oggi devono essere risolti, deve essere un richiamo all’unità, al sentimento di identità e di appartenenza, senza i quali, naturalmente, ogni discorso successivo sarebbe superfluo».

Il discorso integrale

Eccellenza reverendissima, Reverendo Capitolo Metropolitano, porgo a voi e al Reverendo Clero di questa Chiesa reggina e bovese l’omaggio filiale della Civica Amministrazione, riconfermando e rinnovando a voi la sua antica e profonda devozione per la sua celeste Patrona, la Madonna della Consolazione.
Insieme con il suo popolo le siamo andati incontro e con il suo popolo ci siamo preparati all’incontro con lei – accompagnati da una pioggia incessante – con il cuore colmo di speranza, con intima trepidazione ma facendo nostre le ansie e le paure che ancora oggi agitano il popolo di Maria.

Questa è per me l’emozione più grande che un sindaco possa provare, poter ritornare cioè a porgere questo saluto da primo cittadino; un’emozione che, a volte, ho avuto paura di non poter riprovare.
Eppur tuttavia, se le vicende degli uomini rispondessero sempre a una fredda concatenazione di cause ed effetti, significherebbe che il mondo è regolato solo ed esclusivamente dalla meccanica della materia, dalla sua fisica, dalla sua chimica, dal semplice susseguirsi di azioni razionali; e, di conseguenza, non esisterebbero ingiustizie, conflitti sanguinari, violenze, povertà; non esisterebbero le tante sofferenze che vediamo nei nostri ospedali; non saremmo messi quotidianamente al cospetto delle fragilità dell’animo umano o, più semplicemente, non perderemmo, da un giorno all’altro, un grande affetto, come purtroppo è accaduto anche a me in questo anno.
Un mondo perfetto non esiste perché la perfezione appartiene al Cielo e non è di questo mondo, ecco perchè ciascuno di noi sente ancora di più oggi il bisogno, oh Madre celeste, di rivolgersi a Te e invocare il tuo sguardo benevolo sul tuo popolo.

Perchè, allo stesso modo, anche una città perfetta non è di questo mondo ma, ciononostante, esistono tante donne e tanti uomini di buona volontà che ogni giorno, invece, lavorano con fatica e dedizione dando il meglio di loro stessi per far si che le cose possano funzionare, possano andare bene.
Ma nessun uomo è un’isola, nessuno si salva da solo. Ed in un mondo, in una città, che ogni giorno chiede salvezza contemplando i limiti e i confini della propria esistenza, queste donne e questi uomini operosi che lavorano con passione e sacrificio hanno il dovere di farlo insieme. Nello spirito di fraternità e di condivisione che la Madonna, la Mamma più eccelsa, ci ha insegnato, donando
dal suo grembo l’esempio vivente del Dio fatto uomo, testimonianza della misericordia divina.
Hanno, abbiamo cioè, il dovere di cooperare, dialogare, confrontarci sulle politiche di crescita culturale, economica e sociale del territorio. In una sola parola essere comunità.
E comunità si diventa piano piano. Giorno dopo giorno, sentendoci tutti parte di una stessa vita, sentendo come nostre le angosce dei nostri fratelli ma, parimenti, facendo nostra la voglia di rinascita e di crescita, riuscendo a cogliere la presenza di un diamante anche in mezzo al fango o alla polvere, custodendo i beni comuni ancora oggi oggetto continuo di atti di delinquenza, adottando comportamenti rispettosi gli uni degli altri attraverso sentimenti di identità e appartenenza.
Ricostruendo, cioè, questa città mattone dopo mattone, rialzandoci a ogni caduta, con orgoglio e fiera appartenenza, smettendola di pensare continuamente di essere nati nella parte sbagliata del cielo e nella consapevolezza che la ragione non sta mai dalla parte del più forte o di chi urla di più, e che le difficoltà ci aiutano a essere persone migliori.

E tuttavia la consapevolezza che la stragrande maggioranza dei reggini è fatta di queste persone di buona volontà non sarà mai sufficiente a completare questo percorso di rinascita se si rimane silenti di fronte ai tanti soprusi e ai gangli che affliggono la nostra terra. Bisogna esporsi! Bisogna denunciare, bisogna difendere Reggio da chi la vorrebbe vedere soffocare sotto il giogo della ‘ndrangheta e lavorare per liberarla da tutto ciò che è abuso, corruzione, malaffare. Ringrazio, in questo senso, il diuturno lavoro della magistratura, delle forze dell’ordine e delle forze di polizia, nonché l’operato del nostro Prefetto nelle quotidiane vicende che interessano il nostro territorio.
Le crepe esistono, è vero, ma esistono affinché la luce possa entrarvi e illuminare le nostre menti e rendere meno incerto il nostro cammino. Perché non importa quanto si vive, ma con quanta luce si ha dentro.
E questa luce la chiediamo a te, Vergine Madre, affinché nel disordinato modo in cui si presentano i colori della vita, non cogliamo soltanto il grigio e le sue declinazioni, bensì quell’arcobaleno infinito che può essere percepito soltanto attraverso l’anima, altrimenti c’è il nulla.

Scaccia l’accidia e il disordine, liberaci dall’indolenza, favorisci la riconciliazione, oh Madre.
Aiutaci a non assuefarci al brutto, aiutaci a cogliere il bello e il buono nelle cose e nelle persone, aiutaci a continuare a sorprenderci ed emozionarci ogni giorno e non rassegnarci a un’esistenza di ordinarie, seppur concilianti, abitudini.
Perchè ciò che non è ordinario alimenta la fede, ci fa battere più forte il cuore, ci ricorda che siamo vivi e dobbiamo cogliere questo dono unico e irripetibile onorando la nostra esistenza, cercando di essere fonte di ispirazione gli uni per gli altri, cercando di essere da esempio per i nostri figli attraverso l’amore.

Perché tutto ciò che esiste è l’amore, “a-mors” cioè senza morte.
L’amore è una lunga strada, piena d’incroci, vie laterali, non è un rettilineo, né mai un unico punto, ma innumerevoli punti da unire insieme. L’amore lo ritrovi nel piacere della condivisione, ma anche nelle cadute, negli intralci, nello zoppicare, nelle paure, nei dubbi, nella pietà che non cede mai al rancore.
E’ una prospettiva che si nutre e necessita di essere guardata da punti di vista differenti, perché le differenze sono fonte di ricchezza.
La misura dell’amore sta nella sua costanza, nel suo essere lento. E costanza e lentezza, per chi ha l’onore di servire questa città si traducono in pazienza e capacità di mediazione, nella capacità – cioè – di tenere insieme le stelle e il marciapiede, essere sì visionari ma con i piedi ben saldi a sentire la terra.
Con la Madonna della consolazione come guida e la virtù come compagna.

Vergine madre, a te affidiamo la nostra città e a te ci affidiamo nella qualità di amministratori. Infondi in noi la forza e il coraggio di affrontare la notte. Perché durante il giorno i ritmi frenetici ci impongono di rimuovere attimi che non abbiamo il tempo di collocare, di decifrare. Ma la notte è lì, rapace, a riproporli, a ingigantirli, a farci convivere con il dubbio di non avere fatto abbastanza, e che non è mai abbastanza. E così se la gioia e la speranza, che il giorno ha portato in dono, cedono il passo; l’ansia, la paura, l’ora di un rinnovato addio terreno si fanno strada fino all’estremo, perchè neanche un dolore muto, interiore, conosce silenzi.

Eccellenza Reverendissima, in questo cero c’è l’insieme della speranza e dei timori propri di chi, come la nostra città, è in movimento verso nuove mete. Questa città ha voglia di crescere, lo percepiamo ogni giorno girando per le strade e per le piazze dei nostri quartieri. La nostra comunità ha scelto la propria direzione e si è messa in viaggio. Con fatica, battendosi contro le difficoltà quotidiane, con tutti i limiti di ogni umana esperienza, ma con un desiderio intenso di percorrere la propria strada, voltandosi indietro per trarre linfa dalla propria storia, ma con la consapevolezza che quelli davanti a noi saranno giorni migliori di quelli che ci lasciamo alle spalle.
La ringrazio per il manifesto amore e la speranza Cristiana che animano il Suo Alto Ministero e, con medesimi sentimenti, rivolgo il cuore e l’animo al Clero reggino, custode attento della benevolenza della nostra Avvocata e riferimento prezioso per tutto il suo popolo.
O Patrona, con l’orgoglio del Primo cittadino, ravvivo la promessa del figlio verso la Madre e ti chiedo di continuare a stare vicina a tutti i tuoi figli e alla tua città affinché affronti le sfide a cui è chiamata nel segno del rinnovamento e della tradizione: il rinnovamento attraverso il lavoro per i tanti nostri giovani costretti a lasciare la loro terra per cercare realizzazione altrove; la tradizione attraverso la gentilezza dei modi e il sentimento di ospitalità che da secoli distingue la nostra comunità.
Viva Maria, oggi e sempre. (rrc)

A Reggio la processione per la Madonna della Consolazione

Reggio ha riabbracciato la sua Patrona, con la tradizionale processione della Vara della Madonna della Consolazione, patrona della città.

«È sempre un’emozione tutta l’attesa che la città vive, già dalle nelle settimane precedenti, proprio per prepararsi al meglio e accogliere la sua Madre che scende in città dalla nostra basilica dell’Eremo. La preghiera che noi fedeli rivolgiamo a Lei è quella di proteggere questo nostro territorio, la nostra città, da tutti gli aspetti negativi e che non si comprende da dove arrivino», ha dichiarato il sindaco f.f. della Metrocity, Carmelo Versace.

«Per chi come me, e tanti altri, che credono in Lei – ha aggiunto – non può mancare un messaggio d’auspicio affinché le cose possano migliorare, con un impegno sempre maggiore e crescente da parte di tutti noi. Questo è il pensiero che mi sento di rivolgere a tutti i nostri concittadini e ai tanti colleghi impegnati nelle Istituzioni. Anche a loro rivolgo un pensiero legato alla ricerca di una maggiore intesa per fare rete e cercare di far decollare maggiormente il nostro territorio».

Presente alla tradizionale processione della Santa Patrona il Sindaco facente funzioni del Comune di Reggio Calabria Paolo Brunetti.

«In questa giornata particolare – ha affermato – la città di Reggio si stringe attorno alla sua Patrona e ci si affida a Maria della Consolazione per l’anno che si apre. Sono momenti importanti per la città e anche noi come Amministrazione».

«Spesso ci rivolgiamo alla Madonna – ha aggiunto – perché ci affianchi nelle scelte che facciamo, ci illumini nelle scelte che andiamo ad assumere quotidianamente, quindi è un momento gioioso per la città, un momento di profondo raccoglimento, durante il quale pensiamo a quello che si è fatto e a quello che si dovrà fare».

«Quest’anno – ha concluso Brunetti – ho da fare una una richiesta particolare alla Madonna, che illumini tutti, che ci dia la forza di riscoprirci reggini pieni di orgoglio, di dignità, con un barlume di speranza che deve infondere in ognuno di noi, affinché si possano raggiungere livelli sempre maggiori nella nostra città, illuminando anche la mente di chi l’amministra». (rrc)

Il Consiglio regionale omaggia la Sacra immagine della Madonna della Consolazione

Il Consiglio regionale omaggia la sacra immagine della Madonna della Consolazione, avvocata del popolo reggino, «durante la processione del Quadro che fa tappa dinanzi la sede del Consiglio, prima di essere accolto dall’arcivescovo metropolita di Reggio Calabria, monsignor Fortunato Morrone». È quanto ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, sottolineando che si tratta di «un momento straordinario di spiritualità, unità e identità attorno al quale si stringono preghiere e passioni del popolo reggino».

«Un evento atteso e sentito – ha aggiunto – che si rinnova ormai da quasi cinque secoli e che, anche quest’anno, richiamerà migliaia di fedeli nel percorso processionale che parte dalla Basilica dell’Eremo fino all’arrivo in Cattedrale».

«La processione della Madonna della Consolazione, organizzata dalla Arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova, è un evento fortemente radicato nelle tradizioni spirituali e popolari della città, la cui immensa manifestazione di fede e commozione riunisce intere famiglie sotto lo sguardo protettore della sua Signora – ha proseguito –. A Lei, con autentica devozione, la città affida le proprie speranze, le proprie inquietudini, ma soprattutto i desideri di un futuro sereno per i suoi giovani e per gli ultimi».

«Con questo sentimento di rispetto e deferenza, auspico che l’impegno della Chiesa calabrese – ha concluso – sui grandi temi sociali continui, come sempre, a rappresentare un incoraggiamento ed una spinta formidabile per le Istituzioni di ogni livello, affinché possano costruire azioni amministrative finalizzate alla crescita delle nostre comunità». (rrc)

Celebrati a Reggio all’Eremo i 10 anni del Cenacolo di Maria Consolatrice

di MARIA CRISTINA GULLÍ – Celebrata a Reggio nella Basilica dell’Eremo, dedicata a Santa Maria Madre della Consolazione una Santa Messa di ringraziamento per il decimo anniversario del Cenacolo “Maria Consolatrice” presieduta dal Padre Fondatore, Giuseppe Sinopoli.

Il “Cenacolo”, nato da un’intuizione di Padre Sinopoli (allora reggente della Basilica dell’Eremo) venne costituito presso la Parrocchia basilicale dell’Eremo dei Cappuccini e ha intrapreso il cammino di formazione e perfezione evangelico-mariana il 13 maggio del 2012. Esso si è voluto porre, “con cuore umile e docile, in continuità con la fervente devozione che i nostri antichi padri, frati Cappuccini (tra i quali il ven. padre Gesualdo) e popolo reggino, hanno nutrito verso la Vergine Maria, fino ad eleggerla a Patrona e Protettrice della Città dello Stretto”.

Fine costitutivo ed essenziale del Cenacolo è la promozione del culto e della devozione della Madre della Consolazione, secondo il magistero ecclesiale e le direttive della Chiesa particolare, facendone un modello della propria vita.

Il gruppo, all’origine, era costituito da 12 cenacolini i quali convenivano presso la Basilica dell’Eremo per le prove dei canti allo scopo di animare con devozione e competenza le sacre Azioni liturgiche, l’adorazione Eucaristica, le veglie di preghiera e la recita del santo Rosario meditato. Per incoraggiare alla preghiera, coordinare le varie iniziative e dare l’input di una costante edificazione vicendevole, si è creduto opportuno costituire un Direttivo, così configurato: Presidente: Maria Grazia Morabito; segretaria: Maria Concetta Longo; liturgia e canti: Daniela Labate; collaboratrice: Carmela Polsia Casciano.

Al fine di promuovere sempre più il profondo legame filiale con la Vergine e renderlo più efficace si è addivenuto, dopo aver pregato e essersi confrontati, a dotare i cenacoli dei segni, e cioè: un fazzoletto con impressi logo e immagine della Madonna consolatrice, una medaglietta riproducente le immagini della Madonna e del venerabile padre Gesualdo Malacrinò da Reggio Calabria, la coroncina del rosario e il libretto “Con Maria Madre della Consolazione”, all’interno del quale vi è anche la Preghiera di affidamento, scritta da P. Giuseppe Sinopoli ed approvata dall’Autorità Ecclesiastica in data 3 agosto 2012.

La celebrazione dei 10 anni del Cenacolo di Maria Consolatrice

L’affidamento alla Vergine Consolatrice è in effetti consegnarsi a Colei in segno di appartenenza (“Il Cenacolo è della Madonna, non è di fra Giuseppe Sinopoli”, amava precisare spesso il padre Fondatore; e “bisogna sempre obbedire ai superiori, anche quando il dono della propria volontà avrebbe comportato un ‘sì’ non piacevole”. E ancora: “Non bisogna mai scoraggiarsi, anche di fronte a difficoltà onerose; e se proprio ci si sente “oppressi” e “stanchi” ricorriamo a Maria, che ci affida a Gesù e con lui troveremo ristoro e nuove energie”.

A benedire ed a consegnare, per la prima volta, i segni di cui sopra è stato il Vicario Provinciale dei Cappuccini, padre Pietro Ammendola, al termine dell’omelia della solenne celebrazione Eucaristica di mezzanotte, settimo Sabato in onore della Patrona e Protettrice della Città, in data 8 settembre 2012. Il 16 settembre 2012 Sua Ecc. mons. Cornelius Esua, Arcivescovo di Bamenda in Camerun, ha accolto altri 4 cenacolini consegnando, dopo averli benedetti, i segni distintivi.

Nel settembre 2013, è stato il Ministro Provinciale padre Giovanni Battista Urso a benedire ed a consegnare i segni di adesione ai cenacolini sempre nel corso della Messa di mezzanotte del 13 settembre, ultimo sabato dedicato alla Madonna della Consolazione. 

Negli anni a seguire, sempre nell’ultimo sabato in onore della Madonna della Consolazione, i cenacolini hanno sempre rinnovato  con commosso fervore il proprio eccomi a Maria. 

Numerosi sono stati gli attestati di stima e di edificante solidarietà manifestati nella nostra parrocchia basilicale e nelle varie comunità ecclesiali della Diocesi e fuori Diocesi sia per l’animazione liturgica dei canti che per il servizio di carità verso gli ammalati, i poveri e gli anziani. Il Cenacolo, nei suoi rappresentanti, non ha mancato di offrire il dono della presenza propositiva anche nelle manifestazioni storico-culturali e sociali. (mcg)

Domani il Papa benedice le corone della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria

Domani, a margine della consueta udienza in Vaticano, Papa Francesco benedirà le corone della Madonna della Consolazione, Patrona di Reggio Calabria.

Lo ha reso noto Avvenire di Calabria, spiegando che saranno presenti l’Arcivescovo di Reggio, mons. Fortunato Morrone, assieme alla delegazione dei Frati Cappuccini, guidata dal Padre Provinciale padre Pietro Ammendola, alla delegazione dei portatori della Vara e al parroco della Cattedrale, che consegneranno le corone al Santo Padre per la benedizione, in occasione del Centenario della prima incoronazione del quadro della Madonna della Consolazione. (rrm)

Resta in Cattedrale la patrona di Reggio: annullata la processione del 22 novembre

Rimane in Cattedrale la Sacra Effigie della Madonna della Consolazione, patrona di Reggio, che domenica prossima, 22 novembre, avrebbe dovuto rientrare alla Basilica dell’Eremo, come da tradizione. Lo ha deciso l’arcivescovo della Diocesi di Reggio-Bova Giuseppe Fiorini Morosini, che – come si ricorderà – aveva già disposto l’annullamento della tradizionale processione delle Feste di settembre a causa della situazione epidemiologica del Covid.

Ecco il messaggio che il presule ha inviato ai cittadini di Reggio e ai tantissimi devoti della Madonna dell’Eremo:

«Carissimi fratelli e sorelle,
permettetemi di raggiungervi con cuore di padre, in questo difficile momento – esposti come siamo alla paura di soccombere al dramma della pandemia, con tutti i mali psicologici, familiari, sociali ed economici che essa sta provocando – e, come Vescovo di questa Chiesa Diocesana, di portare a ciascuno di voi la tenerezza della benedizione consolatrice di Dio.

Si sta per concludere il tempo di permanenza, in Cattedrale, della Venerata Effige della nostra Patrona, la Madonna della Consolazione.
Secondo i criteri stabiliti dalla tradizione, domenica 22 novembre, Solennità di Cristo Re, il Quadro dovrebbe ritornare nel suo Santuario dell’Eremo.

Mai come in questo momento, tuttavia, i figli hanno bisogno della presenza visibile della loro Madre: per questo, con il conforto del Provinciale dei padri Cappuccini, padre Pietro Ammendola, ho deciso che la nostra amata Patrona rimanga ancora tra di noi, in Cattedrale, così come è avvenuto tante altre volte, nella storia della nostra Città, durante i momenti più difficili e calamitosi.
La nostra Avvocata continui ad essere, per questa amata Città e per la nostra Diocesi, segno tangibile della provvidenza e della misericordia del Suo Figlio. A Lei, tenera Madre di Consolazione e di SperanzaPorto sicuro di incoraggiamento, di sostegno e di fiducia, desideriamo consegnare la vita ed il destino del mondo, della Calabria, della nostra Reggio: sia Lei a proteggere quanti sono segnati dal dolore di questa tremenda pandemia; quanti, a vario titolo, si prodigano per alleviare le sofferenze degli ammalati, coloro che sono preposti a difficili decisioni per la tutela della salute di tutti.

Carissimi fratelli e sorelle, anche io, vostro Vescovo – come gli Apostoli Pietro e Giovanni con il paralitico davanti alla porta del Tempio – dinanzi a questa tremenda tragedia che, ancora, si abbatte su di noi, so di non avere né scienza, né alcun umano potere se non quello di gridare a tutti la mia fede orante e l’accorato invito a pregare e a digiunare per implorare dal Signore e dalla sua Mamma la liberazione da questo flagello.

Domenica 22, alle ore 11, celebreremo, in Cattedrale, la S. Messa pontificale in onore di Gesù Cristo Re dell’Universo; in quella stessa occasione, impetreremo con forza dal cuore della Vergine Consolatrice la sua potente intercessione presso il Signore, ed affideremo alla Madre le sorti della nostra Città e delle nostre famiglie. Da quel giorno, ogni sera, in ogni famiglia si reciti il santo Rosario per un novenario di preghiera e di penitenza, affinché il Signore ci guarisca da tutte le infermità fisiche e morali.
Nei giorni a seguire raccomando a tutti – per come e per quanto possibile – di soffermarsi a pregare, con fede e speranza, dinanzi al venerato Quadro perché, presto, siano restituite al mondo intero la salute, la gioia e la pace. Accogliete questo messaggio con lo stesso amore con il quale ve l’ho rivolto, e siate certi della mia costante, affettuosa e paterna preghiera.
Di cuore, tutti vi benedico.
 Giuseppe Fiorini Morosini» (Arcivescovo Metropolita)

(rrc)

[L’immagine di copertina è di ReggioTv]

Il Quadro della Madonna della Consolazione è arrivato alla Cattedrale

Il Quadro della Madonna della Consolazione è arrivato al Duomo.

Quest’anno, a causa dell’emergenza sanitaria in corso, il Quadro è stato spostato dall’Eremo alla Basilica Cattedrale nella notte, in forma privata, senza la tradizionale processione. (rrc)

In copertina, foto di Reggio Tv

Reggio Calabria. Il video dello storico trasferimento in forma privata del Quadro della Madonna della Consolazione. La Venerata Effigie è arrivata in Duomo alle 2 di notte

#ReggioCalabria. Il video dello storico trasferimento in forma privata del #Quadro della #Madonna della #Consolazione. La Venerata #Effigie è arrivata in #Duomo alle 2 di notte

Posted by ReggioTV on Friday, 11 September 2020

A Reggio torna all’Eremo la Sacra Effigie della Madonna della Consolazione

Rientra oggi alla Basilica dell’Eremo la Sacra Effigie della Madonna della Consolazione, in solenne processione dal Duomo. Il rientro doveva avvenire, secondo calendario, domenica scorsa, ma il maltempo aveva fatto annullare la processione.

Dopo il rientro della Sacra Effigie in Basilica, all’Eremo, la vara andrà nelle prossime settimane al Consiglio regionale dove sarà sottoposta al necessario restauro promosso dal Presidente del Consiglio regionale Nicola Irto. I lavori di restauro conservativo della struttura della Vara e degli elementi decorativi del quadro della Madonna della Consolazione di Reggio Calabria saranno effettuati “a vista” dentro Palazzo Campanella.

La Vara è una monumentale macchina processionale composta da una struttura metallica, disposta per il trasporto a spalla per mezzo di barre di legno, su cui poggia una cornice d’argento, che accoglie il cinquecentesco dipinto di Nicolò Andrea Capriolo ed è decorata da altorilievi ed ex voto risalenti al XVIII secolo. Misura circa 6 m in altezza, 2,5 m in larghezza e 1,5 m in profondità. È composta da una struttura portante metallica e da pregiate lavorazioni artistiche, costituite da cornici e modanature rivestite da lamine in argento sbalzate, bulinate, cesellate. La base è arricchita da un candeliere a sette bracci digradanti, mentre la sommità accoglie lo stemma di San Giorgio ed una corona in argento.

Sarà dunque un “cantiere di restauro aperto” per interagire con i visitatori e offrire la possibilità al pubblico di poter assistere alle operazioni di restauro, quello allestito presso il Palazzo del Consiglio Regionale a Reggio Calabria, dove la Vara priva del quadro sarà trasportata dalla storica Associazione dei ‘portatori’, che si occupa del suo trasporto durante le processioni.

Il Segretario Regionale MiBACT Salvatore Patamia dopo, dopo aver sentito S.E. Giuseppe Fiorini Morosini e dopo il parere favorevole del gruppo di progetto ha accolto la richiesta del Presidente del Consiglio Regionale Nicola Irto. La soluzione di allestire il cantiere di restauro all’interno di Palazzo Campanella eviterà il trasporto fuori dalla città e i ripetuti smontaggi e rimontaggi, operazioni da sconsigliare per le centinaia di viti e rivetti che assemblano l’intero complesso meccanismo. Dal punto di vista conservativo la Vara, pregevole opera di argenteria messinese, presenta lacune delle lamine metalliche ed è in un pessimo stato di conservazione, dovuto principalmente alla natura dei materiali che lo costituiscono, particolarmente sensibili alle condizioni microclimatiche, aggravate dall’azione di agenti aggressivi e da manutenzioni che hanno contribuito, attraverso puliture con prodotti non idonei, a innescare processi di corrosione.

Inoltre, tutte le superfici in argento e rame dorato ed in ottone sono coperte da polveri grasse, depositi superficiali, nonché gocce di cera di candele, sostanze in parte inglobate e rese compatte da protettivi superficiali applicati durante precedenti interventi manutentivi. La lucentezza delle lamine in argento è offuscata da un pesante strato di solfuro d’argento. Non sono pertanto più apprezzabili le lavorazioni superficiali realizzati dagli argentieri, con il sapiente uso di martellinature e cesellature, che trattarono le superfici, lucide e brillanti, satinate e vibranti, leggermente opache, accanto a zone in ombra lasciate quasi grezze. L’apparato decorativo inoltre, a causa delle vibrazioni e sollecitazioni causate dalle cadenzate processioni alla quale la Vara è sottoposta, presenta numerose lesioni delle lamine. (rrc)