di MASSIMO MASTRUZZO – Un DDL per l’autonomia differenziata con riunioni tra soli beneficiari, i presidenti delle Regioni del Nord, e con l’esclusione dei danneggiati, presidenti delle Regioni del Sud.
Un’azione già di per sé grave, che si eleva a gravissimo perché il testo della Gelmini non solo esclude i vari Occhiuto, De Luca, Emiliano, ma mette totalmente a tacere tutto il Parlamento, ovvero tutti i rappresentanti dei cittadini del Mezzogiorno. Sarà solo una “bicamerale” sulle questioni regionali a dare un parere sulle intese avanzate dalle Regioni, mentre l’aula si limiterà a votare sì o no, a maggioranza assoluta, il disegno di legge in cui sarà stato trasformato lo schema di intesa tra la singola regione e il governo.
La prima domanda che sorge spontanea è: possibile che Emiliano, De Luca, Occhiuto e gli altri presidenti del Sud non abbiano una minima reazione di stizza? Una viva irritazione che li spinga ad organizzare a loro volta un incontro per uscire con una posizione comune contro l’avidità dei presidenti del nord del voler gestire tutto il banco di soldi pubblici statali in base alla spesa storica.
Possibile che De Luca, Occhiuto, Emiliano abbiano abboccato alla barzelletta della Gelmini sulla determinazione in un anno dei LEP, dopo che questi attendono di essere determinati da 21 anni?
Possibile che L’art. 4 del provvedimento non abbia ancora fatto sobbalzare dalle loro sedie istituzionali tutti i rappresentanti dei cittadini dei propri territori? Avranno letto che:
“Le risorse finanziarie, umane e strumentali necessarie all’esercizio da parte della Regione di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia sono definiti dall’intesa di cui all’articolo 2 nei termini di spesa storica sostenuta dalle amministrazioni statali nella Regione per l’erogazione dei servizi pubblici corrispondenti alle funzioni conferite quale criterio da superare a regime con la determinazione dei costi, dei fabbisogni standard (…)”.
Spesa storica, cari Emiliano De Luca, Occhiuto, è il concetto chiaro ed inequivocabile di una supposta nel deretano dei vostri concittadini, perché voi non potrete dire di non sapere che quell’infame passaggio significa tanto spendi, tanto ti viene riconosciuto dallo Stato: Reggio Emilia ha 171mila abitanti contro i 180mila di Reggio Calabria; eppure, la prima spende 28 milioni in istruzione, mentre la seconda solo 9. E ancora: 21 sono i milioni spesi in cultura da Reggio Emilia, mentre sono solo 4 quelli del comune calabrese.
È così se non hai speso in asili nido, vuol dire che non hai bisogno di asili nido, e che ciò che avrai sarà zero. Il programma Report, su RAI3 ha un’intera puntata su questa evidente sottrazione di diritti.
Un bambino calabrese già oggi vale molto meno di un coetaneo delle Regioni che stanno chiedendo di gestire i propri fondi, e il presidente Occhiuto non può ignorare che la Calabria, con 2 milioni di abitanti, ha zero terapie intensive infantili; il Veneto, con 5 milioni di abitanti, ne ha 3, ed probabile che questa situazione abbia concorso nella tragedia della bimba calabrese che – lo scorso gennaio – morì a 2 anni di Covid per mancanza di terapie intensive in regione. Regione Calabria che investe 77 milioni l’anno nel turismo sanitario, devolvendo alle regioni del Nord (prime tra tutte la regione della Gelmini) finanziamenti per sopperire alla tragedia della mancanza di ospedali.
L’autonomia differenziata in sostanza annulla definitivamente tutto ciò che è “pubblico”, cioè finalizzato all’interesse generale, destinato a diminuire le differenze tra ricchi e poveri, e questo in una nazione come Italia che per quanto concerne la disomogeneità territoriale non ha eguali nella UE, non a caso ha ricevuto, rispetto a tutti gli altri stati membri, la quota maggiore del PNRR (la Ministra per il Sud, Mara Carfagna dovrebbe saperlo).
Come Movimento per l’Equità Territoriale abbiamo già presentato una proposta di legge costituzionale presso la Corte di Cassazione chiedendo la cancellazione dell’autonomia differenziata dalla Carta costituzionale e quindi la sterilizzazione a priori di ogni tentativo di attuarla, ed invitiamo pubblicamente tutti i rappresentanti istituzionali dei cittadini del Mezzogiorno, ma non solo, a prendere posizione contro questo palese tentativo di ulteriore sottrazione di diritti ad una parte di cittadini italiani. (mm)
[Masssimo Mastruzzo è della Segreteria nazionale M24A-ET / Movimento per l’Equità Territoriale]