L’OPINIONE / Filippo Veltri: Destra, Sinistra e cubani

di FILIPPO VELTRI –  Uno pensa che alla notizia dell’arrivo dei medici cubani in Calabria da sinistra si levi qualche inno, seppur timido, di gioia: Cuba, la rivoluzione, Fidel, il Che… Un po’ di memoria storica esiste ancora, perdio! E invece nulla: non ci sono più le ideologie, forse manco più nemmeno le idee. E poi? Che c’entra Fidel con i medici? Giusto, per carità.

Allora pensi che la storia si  possa restringere alla vicenda specifica della sanità e della grande medicina cubana. Universalmente riconosciuta come una delle migliori al mondo. E invece nulla… Nemmeno su questo tasto c’è qualcosa di positivo da segnalare. Alla decisione del presidente della Regione Occhiuto invece si è alzato fin da subito un muro della sinistra anche estrema, politica, se così  si può dire. Altolà, non va bene affatto. E via di questo passo.

Ora noi non ci incammineremo su una strada tecnica, pseudo scientifica, di analisi nel merito del provvedimento, se cioè era concepito bene, se dovevano essere chiamati prima i medici italiani, poi quelli polacchi (tanto per dire) e infine i cubani. No: non ne ho la minima competenza, che invece hanno e l’hanno già dimostrato, difendendo senza mezzi termini la decisione di Occhiuto Enzo Paolini e Santo Gioffrè, Rubens Curia e Tonino Perna (che appunto di competenza ne hanno molta e sono anche, più o meno, schierati a sinistra e dunque non accusabili di essere adulatori di un nemico di classe come Roberto Occhiuto).

Io dico solo sommessamente una cosa, nel mio piccolo e con assoluta modestia, forse interpretando però un senso comune: come si fa a meravigliarsi e ad attaccare in maniera così preconcetta la decisione di Occhiuto dinanzi allo sfascio drammatico della sanità calabrese? Come si fa a non dire ‘mettiamo una pezza quale che sia’ quando nei pronti soccorso la gente fa file di 24 ore e poi dorme magari su una barella in attesa di un posto letto (se c’e’)? Da anni! 

Come è possibile che non si colga il grido di dolore che sale dall’opinione pubblica calabrese da tempo, da tanto tempo, dinanzi a tanto dramma sociale? L’altro giorno che la proposta del Presidente della Regione Calabria tanto malvagia non era se n’è accorto anche il direttore del Sole 24 Ore, Fabio Tamburini, certamente non un amico di Fidel, il quale da Cernobbio sul lago di Como al Forum Ambrosetti ha lodato Occhiuto, il quale pero’ ormai non sa più come dirle le cose.

Né serve a molto ritornare sulla storia di colpe e responsabilità di questo stato di cose visto che trattasi di questioni di vita o di morte. Sempre l’altro giorno, infine, sul TG3 della Calabria uno apre e vede in sequenza prima il berlusconiano Occhiuto che denuncia come ci sono medici che guadagnano fino a 50 mila euro al mese e che bisogna finirla col corporativismo di certi ordini professionali (muti anche sulle improvvise dimissioni del neo primario dell’ospedale di Locri).

Poi segue a ruota intervista a noto esponente di sinistra in cui si dice l’esatto opposto, tutto tra l’altro sulla scia del capo dell’opposizione in Consiglio Regionale, che di mestiere fa la scienziata. Chiudi gli occhi, non vedi le persone, ascolti soltanto e ti chiedi: ma chi e’ di destra e chi di sinistra? Sono indubbiamente i dubbi di una fase politica strana, in cui non si discute più delle cose ma di chi le dice. Una nebbia in vista del 25 di settembre.

Ma – vi prego – non rispondete con dotte argomentazioni tecniche a questa breve e modesta riflessione. Ditela una cosa di sinistra vera! Non difendete i gretti corporativismi di chi ha portato il Paese (e la Calabria) allo sfacelo! E poi, mi raccomando: non lasciate ad Occhiuto la Plaza de la revolucion! Ci manca solo questo. (fv)

L’OPINIONE / Pietro Molinaro: Quella dei medici cubani una misura d’emergenza temporanea

di PIETRO MOLINARORoberto Occhiuto conferma, ogni giorno di più, di essere il presidente di cui la Calabria ha bisogno. Il presidente che sta manifestando la Calabria che l’Italia non si aspetta. La decisione di inserire nelle strutture sanitarie calabresi 500 medici cubani ne è una prova ulteriore, perché si tratta di una misura d’emergenza e temporanea, che testimonia la capacità di Roberto Occhiuto di ricercare soluzioni concrete, anche originali quando serve.

E nessuno credo possa affermare che alla sanità calabrese non servano 500 medici! E nel più breve tempo possibile! In questo momento, la misura emergenziale, più sostenibile, per inserire un numero così cospicuo di medici negli ospedali calabresi è quella di chiedere la collaborazione dei medici cubani. E per questo è stato fatto! Certo, in parallelo si deve lavorare per una soluzione stabile e duratura. E mi risulta che stia avvenendo. Comprendo che ci possano essere dubbi o perplessità sulla scelta di far venire in Calabria dei medici cubani. Alcuni avanzano dubbi sulle effettive capacità di questi medici.

Al riguardo credo che le strutture regionali preposte dovranno essere attente a verificare le competenze ed i titoli di qualificazione del personale che arriverà in Calabria. Chiarito questo, i medici ci servono e bene ha fatto il presidente Occhiuto a scegliere questa strada.  A tutto il personale sanitario, che opera in Calabria e che non mi stancherò mai di ringraziare per il lavoro che ha fatto e fa in condizioni difficili, chiedo di aprirsi a questa scelta mettendo da parte le critiche.

Oggi è necessario accogliere i colleghi cubani con la consapevolezza che questa scelta, in questo momento, è l’unica strada per alleviare la pressione lavorativa sul personale sanitario e per migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie. Arriveranno certamente anche le misure strutturali, ma oggi c’è bisogno di fronteggiare l’emergenza e serve apertura verso il cambiamento. È anche questa la politica che cambia la Calabria. E’ questa la Calabria che l’Italia non si aspetta. (pm)

L’OPINIONE / Ettore Piero Valente: contro la gogna mediatica, qualche riflessione

di ETTORE PIERO VALENTE – La notizia dei 500 medici Cubani, chiamati dal Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, per colmare la carenza degli operatori sanitari nella propria regione, ha innescato unaccesa protesta degli Ordini del settore, dai sindacati ai medici calabresi sparsi per il mondo.

La decisone del Presidente Occhiuto va considerata come una sorta di extrema ratio, verso una situazione atavica ma non certo più sostenibile, e pur condannando l’inutile gogna mediatica, sono necessarie alcune riflessioni. Prima di attuare una scelta di tale portata, mi sarei sincerato che tale intervento fosse legittimo, avrei chiesto consiglio ai Presidenti degli Ordini dei Medici Calabresi e mi sarei confrontato con le sigle Sindacali, prima ancora di effettuare laccordo e non dopo.

Ormai, sono anni che la Sanità Italiana da terza eccellenza nel mondo è arrivata ad essere la tredicesima e non auto complimentiamoci per aver gestito una pandemia in un modo eccellente, il tutto è stato fatto grazie allabnegazione dell’intero personale sanitario. Il quale, già prima della pandemia, lavorava in un ambiente minato da diverse problematiche sia lavorative sia strutturali, dando vita a quello che è il fenomeno della Great Resignation, il significativo aumento delle dimissioni dei medici dalle strutture pubbliche. Tale fenomeno è dovuto ad una serie di fattori: carichi eccessivi di lavoro, la smisurata mole di burocrazia, la scarsa considerazione del ruolo sociale (vedi aggressione ai sanitari sempre più frequenti), una retribuzione non adeguata alle responsabilità (contratto nazionale in attesa di essere rinnovato), la mancanza di una progressiva carriera meritocratica. Troppe ore in più svolte, spesso in violazione delle norme senza essere totalmente o parzialmente retribuite; non poter usufruire delle ferie spettanti in maniera totale o parziale; poco tempo a disposizione per la vita familiare; lavorare in ambienti ostili e subire mobbing. Tutte problematiche reali che hanno portato al burn out e allo svuotamento degli Ospedali.

Inoltre, non è da meno il fenomeno del turnover medico, bloccato dal numero chiuso di medicina e delle specializzazione e del blocco del contratto nazionale, aggravato dellimmigrazione dei nostri giovani che vanno altrove a cercare futuro. Alcune indagini effettuate da sigle sindacali hanno fatto emergere che solo il 28,4% dei medici ospedalieri vuole rimanere in nosocomio, il resto vuole spostarsi sul privato, andare in pensione anticipata o migrare allestero (questo è più radicato nei giovani che snobbano anche il posto privato) e negli ultimi tre anni il SSN ha perso 21 mila specialisti per dimissioni volontarie, pensionamenti, invalidità e decessi.

Solo nel 2021, in Calabria la media dei medici dipendenti che ha deciso di licenziarsi è stata del 3,8% rispetto alla media nazionale del 2,9%. Quindi non è una novità che esista una carenza di medici su tutto il territorio nazionale, bisogna essere miopi per non vederlo. Per quanto riguarda i concorsi andati deserti, è necessario rimarcare che la promozione di tali bandi non è stata pubblicizzata a dovere e la maggior parte erano a tempo determinato. Inoltre, alcuni concorsi non sono stati mai espletati e degli altri addirittura alcuni colleghi non sono stati mai convocati. Io personalmente ancora sono in attesa di essere convocato da oltre tre anni per 2 concorsi Primariali a Rossano/Corigliano e Melito Porto Salvo. Per non parlare di concorsi truccati (nel passato) che hanno fatto desistere i più tornare nella propria regione. Sono sicuro che esistano altri metodi per colmare il gap medico ma bisogna riformare tutto il sistema Ospedaliero e quello territoriale, non basteranno i medici Cubani o di qualsiasi altro Paese, bisogna investire anche nelle infrastrutture e macchinari.

Nulla da togliere ai colleghi Cubani dal punto di vista professionale, ma chi e come valuterà i curriculum, i percorsi formativi e la conoscenza della lingua Italiana? Egià complicata la burocrazia e lutilizzo di  strumentazione medica per i medici italiani, figuriamoci per uno che viene da un altro setting formativo. Allora non sarebbe meglio effettuare una deregulation del sistema come fu suggerito qualche anno fa da un noto sindacato che aveva proposto di far rientrare dal quarto anno gli studenti italiani che non avevano avuto la possibilità di studiare in patria, in modo tale da permettere loro di terminare gli studi in Italia e inserirli prontamente nel Sistema Sanitario e nel contempo diventare contribuenti delle casse dello Stato. Ma i vari politici, di tutti i colori, fecero orecchie da mercante.

Esistono altre progettualità che si potrebbero esporre, ecco perché come Italia del Meridione, continuando sulla strada della collaborazione e delle battaglie portate avanti dal Movimento proprio in merito alla Sanità, siamo a disposizione del Presidente della Regione per un confronto sulla questione e per l’eventuale istituzione di un tavolo tecnico che discuta delle modalità e scelte da operare per il riordino della rete ospedaliera e quindi uscire dal commissariamento. 

Prof Ettore Piero Valente 

Specialista in Ortopedia e Traumatologia

Presidente CEO Europeo della W.A.M.S.

Responsabile Sanità L’Italia del Meridione

Medici cubani, tra polemiche (per fini elettorali) la giusta scelta di Occhiuto

Cresce la polemica sulla scelta del Presidente occhiuto di far arrivare 497 medici cubani a supporto della sanità calabrese, vista la cronica mancanza di medici e l’impossibilità di reperire personale medico in tempi brevi. Gli ordini dei medici calabresi hanno espresso forte perplessità per la decisione (che peraltro ricalca quanto fatto dalla Regione Lombardia al primo scoppio della pandemia), ma appare più che evidente che la finalità delle polemiche sia squisitamente elettorale: siamo in piena campagna per le elezioni del 25 settembre e ogni pretesto per demonizzare l’avversario risulta (anche si in modo discutibile) sempre utile.

Si pensi che, invece, da Santo Gioffrè, medico-scrittore, ginecologo nonché ex commissario ASP di Reggio Calabria, che è notoriamente un uomo di sinistra, per nulla tenero con l’attuale giunta regionale, è arrivato, via Facebook un endorsement al presidente Occhiutoper l’a decisione di chiedere aiuto ai medici cubani.

«La Calabria – scrive Gioffrè su FB – è l’unica Regione, in Italia, che è rimasta dentro i rigori del Piano di Rientro dal debito dopo 13 anni. Sapete cosa significa e quale sfacelo, questo fatto, ha comportato e comporta? Tutti questi sciacalli di rinculo, a stipendio, che per difendere miserabili e ricattatorie posizioni corporativistiche, come qualche ordine che non ha mai dato nulla alla Calabria, ma solo alle proprie tasche, stanno facendo un lavoro sporco solo per miserabili calcoli personali e di bottega. La decisione di Occhiuto di far arrivare Medici Cubani, professionisti di altissimo livello, è l’unica, immediata, via per arginare l’imminente collasso del residuale Sistema Sanitario Pubblico Calabrese. Ben vengano i Medici Cubani. Vedendo, però, i numerosi attacchi a questa decisione, compresa la stampa nazionale ed estera, che sparano sul mucchio solo per destabilizzare, non vorrei che dietro ci fossero i soliti gruppi di potere, già visti in azione quando io ricoprivo la carica di Commissario Straordinario dell’Asp di Reggio Cal. Gruppi nazionali e locali che hanno, tutti, l’interesse ad affondare quei residui di Santità pubblica rimasti, a favore del privato e delle altre Regioni. In Calabria, a causa del permanere dentro il Piano di rientro, si muore il 5% in più rispetto alle altre Regioni per malattie facilmente curabili. Sono saltate 2 generazioni di turnover di Medici e Operatori Sanitari. Nessuno vuole venire in Calabria. Stiamo precipitando verso il collasso…Sì salverà chi ha i soldi. E questo, da Comunista, lo rifiuto totalmente e lo combatto con qualsiasi mezzo». (rrm)

Occhiuto: nuove regole per i bandi di assunzione dei medici in Calabria

Presto nuove regole per bandi – afferma il presidente della Regione Roberto Occhiuto –, ma l’accordo con Cuba era necessario, una sola vita salvata per un medico in più in un ospedale vale più di mille polemiche

«Da quando sono commissario alla sanità in Calabria – ha detto Occhiuto – ho dato mandato di fare tutti i concorsi a tempo indeterminato. Ci sono ancora procedure a tempo determinato perché quando si tratta di affrontare la carenza di personale in emergenza a volte i commissari fanno delle manifestazioni di interesse per cercare medici che possano essere utilizzati nell’immediato, ovviamente i tempi dei concorsi per le assunzioni a tempo indeterminato sono molto più lunghi. Abbiamo fatto decine di concorsi e di avvisi, ma non sono arrivate le risposte che auspicavamo: pochissimi candidati che poi non si presentavano alle prove, procedure andate deserte, tantissimi posti rimasti vuoti, vincitori che poi si rifiutavano di prendere servizio. Ne cito alcuni. Presso l’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria abbiamo indetto un concorso per 8 posti a tempo indeterminato in Medicina Chirurgia Accettazione Emergenza: tutti i candidati non erano in possesso dei requisiti richiesti nel bando. Sempre Presso l’Asp di Reggio Calabria abbiamo fatto un concorso per posti a tempo indeterminato in Anestesia e Rianimazione: i candidati non si sono presentati alle prove.

All’Asp di Vibo Valentia abbiamo indetto un concorso pubblico, per titoli ed esami, per la copertura a tempo pieno ed indeterminato di 3 posti di Dirigente Medico: concorso andato deserto. E sono decine e decine i casi simili. Stiamo comunque lavorando da settimane anche a nuove regole per i bandi, per renderli più attrattivi utilizzando tutte le leve contrattuali previste dalla normativa vigente. Presenteremo questi nuovi concorsi tra un paio di settimane. Ma nel frattempo non potevo stare con le mani in mano. Dovevo cercare tutti gli strumenti possibili per garantire ai calabresi il diritto alla salute e per scongiurare la chiusura di reparti o addirittura di ospedali. Per questo ho voluto l’accordo con i medici cubani: una sola vita salvata per un medico in più in un ospedale vale più di mille polemiche». (rcz)

Medici cubani in Calabria: Occhiuto smorza i toni delle polemiche

Alle polemiche, per la verità assai pretestuose, sull’assunzione di 497 medici cubani in aiuto alla Sanità calabrese, il presidente Occhiuto replica con toni pacati.« Medici cubani? – ha detto – Tutto pur di non chiudere ospedali, e la legge è dalla mia parte.

Leggo con molta attenzione i commenti in merito all’Accordo di cooperazione che la Regione Calabria ha siglato con il governo cubano per la fornitura di servizi medici e sanitari. In queste ore sto ricevendo tantissimi attestati di stima e condivisione per questa iniziativa – l’intesa con il Paese caraibico è stata possibile anche grazie alla collaborazione con il Ministero della Salute -, la comprensione per il momento e la situazione che stiamo vivendo del presidente FNOM Filippo Anelli, la richiesta di un incontro da parte dei rappresentanti sindacali calabresi – con i quali sarò felice di confrontarmi, come spesso ho fatto in questi primi mesi del mio mandato -, e poi persino le opposizioni in Consiglio regionale, che ben conoscono la nostra realtà, non hanno potuto attaccare frontalmente l’arrivo di nuovi medici per supportare il nostro sistema sanitario: ‘ben vengano i medici cubani per tamponare le emergenze’, si legge nella prima riga di una dichiarazione firmata dai consiglieri del Pd. Allo stesso tempo ho ricevuto alcune critiche, soprattutto da parte dell’Ordine dei medici di alcune province della Calabria e da alcune associazioni di categoria dei sanitari. Anche nei loro confronti utilizzerò lo stesso approccio attuato con i sindacati: sono pronto ad incontrali e a confrontarmi.

Ribadisco quanto dichiarato ieri. Qui nessuno vuole mettere da parte i medici italiani o calabresi. Anzi, siamo pronti ad assumerli, e a tempo indeterminato. Ma nel nostro Paese e in Calabria in particolare, in questo momento, c’è un’oggettiva difficoltà a reperire e ad assumere medici. La Regione ha fatto bandi e manifestazioni di interesse, e tutti sono andati deserti. Alcuni mi chiedono interventi strutturali? Bene, li stiamo facendo, ma il sottoscritto è commissario alla sanità della Calabria da nove mesi, e in così poco tempo non si può cambiare radicalmente una situazione di degrado incancrenita da 12 anni di commissariamento. Dall’inizio del mio mandato abbiamo programmato gli investimenti da fare con il Pnrr, abbiamo fatto investimenti in nuove tecnologie, abbiamo deciso di riaprire tre ospedali – Cariati, Trebisacce e Praia a Mare – e accelerato la costruzione di altri due – Sibaritide e Vibo Valentia -, stiamo procedendo spediti per la ricognizione del debito, per i Piani dei fabbisogni delle Aziende sanitarie e ospedaliere, abbiamo ripreso ad assumere a tempo indeterminato, stiamo intervenendo sulle leve contrattuali per rendere più attraenti i nostri concorsi e per incentivare la partecipazione di giovani e meno giovani da tutta Italia, abbiamo stipulato accordi con diverse Università per assumere gli specializzandi del terzo anno, e ho dato disposizione ai commissari di trattenere i pensionandi che chiedono esplicitamente di rimanere in servizio.

Ma mentre il mio governo regionale approva le riforme per far voltare pagina alla sanità della Regione, abbiamo il dovere – con ogni mezzo – di gestire l’emergenza e garantire cure, prestazioni, servizi, e assistenza territoriale, senza chiudere reparti o ospedali a causa della carenza di personale. Ecco perché abbiamo sottoscritto questo importante accordo con i medici cubani, per avere un aiuto concreto e immediato, e per non togliere nulla ai pazienti calabresi. Qualcuno polemizza sui costi? Con l’intesa firmata ieri la Regione spenderà 4.700 euro al mese per ogni medico. In media un medico nel nostro Paese costa alla propria azienda sanitaria circa 6.700 euro al mese. Infine l’aspetto normativo dell’Accordo con il governo cubano, intesa che naturalmente rispetta la legislazione italiana in materia. A quanti non hanno prestato attenzione al tema, ricordo che l’articolo 6 bis del decreto legge 105/2021 (proroga delle deroghe delle norme in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie) ha spostato al 31/12/2022 il termine per il reclutamento e impiego in attività professionali sanitarie del personale medico extra Ue, così come era possibile durante l’emergenza pandemica. Per cui per un periodo di tempo limitato – mentre stiamo predisponendo gli interventi strutturali idonei a fornire a regime soluzioni definitive alle criticità – ci avvarremo degli strumenti contingenti che consentono l’utilizzo di personale medico straniero o dei professionisti che abbiano conseguito il loro titolo all’estero, come prevedono sino a tutto il 2023 e oltre le disposizioni legislative straordinarie. E proprio sulla base di questi presupposti di legge, nell’ambito dell’emergenza sanitaria che interessa la Regione Calabria, è stato adottato il decreto 3210 del 24 marzo 2022 che istituisce l’elenco regionale dei professionisti sanitari e degli operatori socio sanitari che hanno conseguito il titolo all’estero e non ancora riconosciuto dal Ministero della Salute». (rcz)

Le intollerabile infamie del Times di Londra: sbotta la Calabria!

Immediate e più che giustificate le irritate reazioni di tutta la Calabria per l’infame titolo con cui il quotidiano inglese The Times ha commentato l’iniziativa del Presidente della Regione Roberto Occhiuto di far arrivare, a supporto della sanità calabrese, 497 medici cubani. In un tweet, il Presidente Occhiuto stigmatizza: «Per The Times la Calabria è l’hub della mafia. Un titolo (poi modificato) sconcertante, intriso di banali stereotipi, ad un articolo che racconta l’accordo con i medici cubani. La nostra Regione è stanca di questi luoghi comuni. Sono pronto a denunciare il giornale britannico».

Secondo il Presidente del Consiglio regionale Filippo Mancuso si tratta di «Una rappresentazione culturalmente sgrammaticata, che rivela ottusità mentale e il deliberato intento diffamatorio di una regione italiana la cui stragrande maggioranza dei cittadini  la mafia la subisce e la contrasta. L’azione di razionalizzazione che la Regione sta imprimendo in settori fondamentali come la sanità, evidentemente  spaventa chi vorrebbe che niente cambiasse. Ma il rinnovamento, nella piena legalità, andrà avanti, nonostante si mettano in circolazione vecchi stereotipi e pregiudizi  sulla Calabria che per The Times addirittura diventa, in relazione alla vicenda dei medici cubani, ‘l’hub della mafia’. Ma si può essere  a tal punto grossolani e faziosi senza pagarne le conseguenze?» .

Finalmente la Calabria comincia a reagire contro gratuite e offensive campagne denigratorie dei mass media internazionali (ma anche italiani): la reputazione della Calabria va riportata ai massimi livelli, attraverso un processo di ricostruzione dell’immagine rispetto a come viene spesso presentata, nell’immaginario collettivo, la nostra terra. Occorre reagire, come stanno facendo i due presidenti, battendo i pugni e avviando una minuziosa attività di monitoraggio di tutto ciò che viene pubblicato o trasmesso nel mondo a proposito della Calabria. Una rassegna stampa per proteggere (e ricostruire) la reputazione di un a terra che non può più tollerare infamie e narrazioni di comodo che seminano discredito e offendono non solo tutti i calabresi, ma l’intero Paese.  (rrm)