Borse di specializzazione in Medicina, Tavernise (M5S): unica Regione che non paga i giovani medici

di DAVIDE TAVERNISE – Sono in corsia dal primo novembre 2023 i giovani medici che hanno aderito alle borse di specializzazione in Medicina finanziate dalla Regione Calabria con 12 milioni di euro. Ma fino ad oggi non hanno ancora ricevuto il primo stipendio e non hanno neanche firmato il contratto. Una vergogna tutta calabrese che la dice lunga sul modus operandi della Regione a guida Occhiuto.

Gli specializzandi si sono impegnati a lavorare in Calabria almeno per i primi 3 anni dopo i 4 di specializzazione, cercando di bloccare la costante emorragia di competenze e voglia di fare verso Regioni che hanno organizzazioni sanitarie più solide e soprattutto organizzate. Regioni che di solito poi riescono a trattenere a vita i medici che trovano condizioni di lavoro più vantaggiose, pur dovendo abbandonare la propria terra e i propri affetti.

Sono sicuro che queste modalità di azione non conferiscano il giusto avvio di prospettiva per questi ragazzi che iniziano a fare i conti da subito con lo sfacelo delle nostre aziende sanitarie. Quello che altrove sarebbe impensabile da noi diventa la triste realtà: come per l’appunto far lavorare i giovani medici in corsia senza uno straccio di contratto, al pari dei lavoratori in nero, degli invisibili.

Vogliamo pensare si tratti di un mero disguido burocratico ma chiediamo al commissario ad acta della Sanità, nonché presidente della Giunta Regionale, Roberto Occhiuto, di sbloccare immediatamente questa incresciosa situazione e renderla degna per giovani professionisti che, con coraggio e dedizione, hanno deciso di impegnarsi nella nostra Calabria. (dt)

(Davide Tavernise è consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 stelle)

L’OPINIONE / Giusy Iemma: Università e Regione assicurino più borse di studio per fermare carenza di medici

di GIUSY IEMMA – Il ricorso agli specializzandi, per far fronte alla carenza di personale medico nelle corsie calabresi, rappresenta un’opportunità che deve essere colta e sostenuta con maggiore responsabilità nella nostra regione. Pensando alla situazione di Catanzaro e dell’Azienda ospedaliera-universitaria Dulbecco, non si può non evidenziare la necessità di aumentare il numero delle borse di studio in ogni specialità, facendo attenzione anche ai relativi fabbisogni.

È una questione di cui ho discusso pubblicamente nel corso dei tavoli di lavoro alla Festa dell’Unità del Pd, rimarcando l’esigenza che Regione e Università mettano in campo uno sforzo suppletivo in termini di risorse e di programmazione per aumentare il numero delle borse di studio rispetto alle poche unità dello scorso anno. In una regione, come la Calabria, dove il calo del personale medico negli ospedali è in caduta libera e dove è particolarmente alta l’età media dei dottori in servizio, diventa indispensabile investire sui giovani specializzandi per difendere la sanità pubblica.

Si stima attualmente che in Italia sono solo 2500 gli specializzandi assunti davanti ad una platea potenziale di 25.000. Misure adottate a livello nazionale consentono agli stessi di entrare nel sistema sanitario, in anticipo rispetto all’acquisizione del titolo di specializzazione, e costruire così le basi per la loro futura assunzione.
Una soluzione che deve essere, quindi, valorizzata e adoperata con maggiore coraggio, specialmente con riferimento all’imminente nascita del secondo Pronto Soccorso al Policlinico di Germaneto, che potrebbe dare nuova linfa anche per i giovani professionisti della sanità chiamati a prestare servizio e formarsi nei nostri ospedali. Su questo punto, ci si aspetta dal Rettore dell’Umg una presa di posizione decisa per il bene dell’Università e dell’Ospedale, facendo valere nei confronti del commissario alla sanità Roberto Occhiuto le legittime aspettative di una comunità intera che non vuole perdere il diritto alla salute. (gi)
[Giusy Iemma è vicesindaco di Catanzaro]

CATANZARO – Ordine dei medici, premiati i dottori che hanno conseguito i 45 anni di iscrizione

Un ponte ideale tra passato e futuro, per costruire un presente di competenza e rispetto della sacralità della cura del paziente, nell’eredità di valori ed esperienze della professione, che rappresentano il patrimonio da condividere in uno dei momenti più importanti della vita di un medico. Dopo l’appuntamento speciale di dicembre – che si è svolto al Teatro Politeama – torna nella sua sede tradizionale, l’Hotel Guglielmo di Catanzaro, l’assemblea ordinaria annuale dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Catanzaro, convocata mercoledì scorso dal presidente Vincenzo Antonio Ciconte non solo per approvare il conto consuntivo del 2022, ma anche per premiare i medici che hanno conseguito i 45 anni di iscrizione e per consegnare la pergamena con il giuramento di Ippocrate ed il Codice deontologico, ai neo laureati. Senza dimenticare i colleghi che sono scomparsi nei mesi scorsi, ai quali è stato dedicato un minuto di silenzio in avvio di lavori. Aprendo l’assemblea il presidente Ciconte ha relazionato in merito all’attività svolta, per poi passare la parola al tesoriere, il dottor Lino Puzzonia, e quindi al presidente del Collegio dei Revisori, la dottoressa Marianna Mauro che ha comunicato il parere positivo dell’organo contabile. Il documento è stato, quindi, approvato all’unanimità, con una sola astensione.

«I Medici devono essere formati singolarmente e in equipe in modo da sapersi avvalere di tecnologie sempre più avanzate ed accrescere le competenze manageriali – afferma il presidente Ciconte – Le Istituzioni nazionali e regionali devono rafforzare le reti ospedaliere e le strutture di prossimità in modo da superare i divari e le disuguaglianze esistenti nei diversi territori del Paese. A tale scopo, sfruttare al massimo il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, significa migliorare i servizi relativi alla prevenzione e assistenza; consentire il coordinamento tra ambiti ospedalieri, territoriali e sociali; migliorare le sinergie per affrontare le emergenze climatiche, ambientali e sanitarie. Inoltre le risorse disponibili andranno spese per implementare reti di prossimità, strutture e telemedicina per l’assistenza territoriale; in particolare per l’innovazione, la ricerca e la digitalizzazione del Sistema Sanitario Nazionale. Verranno quindi migliorate le infrastrutture, potenziate le tecnologie e favorito il miglioramento delle competenze tecnico-professionali, digitali e manageriali del personale».

Il presidente Ciconte ha posto anche l’accento sul “fattore umano” sottolineando che «è basilare per lo sviluppo della nostra Sanità, aspetto evidenziato, in modo eclatante, durante la pandemia. Infatti nonostante il governo si sia prodigato per aumentare il numero per l’accesso alla facoltà di medicina, le borse delle Scuole di Specializzazione, e per i corsi di formazione in Medicina Generale, questi sono tutti provvedimenti che daranno esito a medio-lungo termine. Allo stato attuale invece c’è notevole carenza di personale medico e sanitario sia negli ospedali che nel territorio, ed è veramente significativo l’abbandono delle strutture pubbliche da parte di colleghi che, approdando nelle cooperative private percepiscono, a parità di impegno lavorativo, ben più sostanziosi compensi».

Tra i punti toccati dal dottore Ciconte nella propria relazione anche l’importanza di rinnovare l’educazione continua in medicina rendendola più vicina ai bisogni dei medici e di tutti i professionisti sanitari, così come l’adeguamento del medico all’abnorme progresso della medicina. «Mi riferisco in particolare alla chirurgia robotica, all’intelligenza artificiale e alla genomica: di recente tali tematiche sono state trattate, quali unico punto all’ordine del giorno, nel Consiglio Nazionale dedicato al Codice di Deontologia medica, in quanto esse cambieranno profondamente l’approccio dei medici alla professione».

«Noi medici rappresentiamo il cardine della Sanità perché dalle nostre azioni, complesse, scientificamente motivate, scaturiscono decisioni determinanti per la salute del paziente – ha detto ancora – Quindi l’azione si realizza su più livelli: scienza, tecnica, relazione, organizzazione, economia, deontologia ed etica. L’esito della cura rappresenta il risultato della combinazione di tutti questi elementi i quali ne determineranno l’effetto finale che, secondo scienza e coscienza, ci auguriamo sia sempre positivo. L’augurio è che il nostro Ssn non venga mai meno ai principi di universalità, equità e uguaglianza sui quali è stato imperniato secondo i dettami Costituzionali e di cui il nostro Codice Deontologico rappresenta la testimonianza più evidente. Infatti l’umanità, la solidarietà, la sussidiarietà, la tutela della salute individuale e collettiva, l’indipendenza e la qualità della professione rimarranno sempre i punti fondamentali del nostro essere Medici».

Il presidente Ciconte ha voluto ricordare alcune delle attività condotte dall’Ordine negli ultimi mesi, menzionando in particolare eventi come quello sulla Medicina di Genere “Nuove sfide per il futuro”, organizzato insieme alla Commissione per la parità di genere presente nel nostro Consiglio. Ma anche il corso di aggiornamento di odontoiatria, grazie all’impegno del dottore Salvatore De Filippo, presidente, e a tutta la Commissione Albo degli odontoiatri, giunto alla XIII edizione “Gli odontoiatri al servizio delle famiglie”. E proprio De Filippo, nel suo indirizzo di saluto, ha voluto sottolineare il ruolo dei medici soprattutto nel garantire l’assistenza nelle zone più periferiche e come «le attività di formazione che puntano sulla prevenzione sono finalizzate a sostenere l’autonomia della professione e quindi, il futuro della stessa».

E ancora: il corso di inglese medico-scientifico che ha raccolto entusiasmo e partecipazione da parte dei colleghi, e la XII edizione del Corso di Management Medico Avanzato e di Politiche Sanitarie.

Nel corso dell’assemblea sono stati ricordati, sempre un momento di sincera e profonda commozione, i medici che sono scomparsi nell’intervallo di tempo intercorso dall’assemblea dello scorso dicembre, lasciando come eredità il rispetto dei valori etici e morali della nostra professione. Un minuto di silenzio è stato dedicato alla memoria di: Antonio Biamonte, Sellia Marina; Franco Salvatore Borrello, Lamezia Terme; Pietro Cosentino, Catanzaro; Vincenzo Donato, Soverato; Cosimo Fedele, Roma; Raffaele Gemelli, Catanzaro; Emilio Manfredi, Lamezia Terme; Giuseppe Pitaro, Torre di Ruggiero; Carlo Emanuele Provenzano, Catanzaro; Salvatore Marziale Teti, Petrizzi.

Di seguito i nomi dei medici che hanno conseguito i 45 anni di iscrizione premiati: Rosario Amelio, Raffaele Amoruso, Luigi Anastasio, Luana Carmencita Andreoli, Roberto Arcieri, Francesco Balabani, Domenico Battaglia, Cesare Benincasa, Pantaleone Bisurgi, Beniamino Borelli, Adalgisa Brescia, Ida Silvana Ofelia Calipari, Alberto Giuseppe Adriano Caputo, Antonio Caracciolo, Antonio Carnevale, Sergio Caroleo, Cesira Maria Cerenzia, Francesco Chillà, Ennio Ciacci, Ivan Ciacci, Eliseo Ciccone, Alfredo Cosentini, Luigi Federico Cosentino, Antonio Costantino, Giancarlo Mario Costanzo, Nicolino Crisafi, Ottavio Antonio Cristallo, Pietro Damiani, Antonino De Caridi, Arturo De Felice, Giuseppe De Pasquale, Michele De Vita, Maurizio Falbo, Luigi Fazia, Caterina Firorelli, Vittorio Focarelli Barone, Domenico Furciniti, Salvatore Giuseppe Galea, Mariano Franco Garcea, Giuliana Giorgi, Bruno Pasquale Giulino, Francesco Grandinetti, Anna Greco, Michele Iansiti, Francesco Iuliano, Giuseppe La Gamba, Patrizia Maria La Scala, Elio Lanzo, Domenico Lenza, Antonio Leone, Giuseppe Leone, Francesco Leto, Maria Linardi, Salvatore Majore, Gregorio Mantella, Felice Marasco, Paolino Marcione, Doriano Marseglia, Luigi Marzano, Pietro Menniti, Santo Domenico Mercuri, Nicola Merenda, Stefano Molica, Franca Nisticò, Giovanni Paladino, Lionello Palazzo, Vincenza Perazzo, Cesare Perri, Giuseppe Perri, Liana Perri, Nicola Perrotti, Vincenzo Porto, Raffaele Luigi Riso, Antonio Ruggiero, Natale Saccà, Ivan Sacchi, Luigi Sacco, Bambina Maria Samele, Antonio Scalese, Elia Sgromo, Umberto Sinopoli, Leonardo Sirianni, Angelo Salvatore Spasari, Leone Spataro, Piera Stilo, Emilio Trapani, Luigi Tucci, Filippo Vescio.

I neo iscritti all’Albo dei Medici Chirurghi: Annarita Adamo, Raffaele Bonfiglio, Elisabetta Buttiglieri, Alessia Caligiure, Ludovica Ciambrone, Giulia Currado, Federica Dello Iacono, Martina Ferraiuolo, Antonio Iele, Francesco Liperoti, Rocco Morena, Simone Porchia, Katia Procopio, Simona Procopio, Samuele Jacopo Rachetta, Giovanna Rotella, Angela Chiara Tavella, Lorenzo Viscomi.

I neo iscritti all’Albo degli Odontoiatri: Carlo Floro, Jacopo Muraca. (rcz)

Gioco d’azzardo patologico, anche i medici di famiglia possono fare la loro parte

Il gioco d’azzardo patologico è una malattia che si può curare. L’accesso al Servizio per le Dipendenze è gratuito e diretto: non si paga alcun ticket né ci vuole la richiesta del medico di famiglia. Ma il medico di medicina generale può avere un ruolo importante nella costituzione di una rete di assistenza per i giocatori problematici. I medici di medicina generale sono interessati a fornire aiuto professionale al giocatore e alla sua famiglia, ma ritengono importante l’informazione e la formazione sul gioco d’azzardo patologico, con lo scopo di rafforzare la rete di assistenza. È stato questo l’obiettivo dell’incontro svoltosi oggi, nei locali del Ser.D. (Servizio per le dipendenze) di Catanzaro, nell’ambito delle attività previste dal progetto GAP 2018 (Gioco d’azzardo patologico).

In apertura, la direttrice dei Ser.D. aziendali dottoressa M. Giulia Audino, referente scientifico del progetto, ha portato i saluti della direzione strategica dell’Asp e della direttrice del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze, dottoressa Rosina Manfredi. Audino ha evidenziato che obiettivo della formazione, in linea con l’attività progettuale, è quello di creare una rete con i vari attori del territorio al fine di fare prevenzione primaria anche nei luoghi abituali dedicati al gioco.

Erano presenti, in rappresentanza dei medici di medicina generale della provincia di Catanzaro, il dottor Francesco Esposito, segretario nazionale della Federazione Medici Territoriali (Fmt), e il dottor Antonio Guerra, della Fimmg. Entrambi hanno convenuto che nella programmazione delle attività progettuali possa essere inserito un momento formativo e informativo rivolto ai medici di medicina generale con l’obiettivo di un linguaggio comune nella prospettiva di un aggancio precoce dei portatori di disturbo da gioco d’azzardo patologico e facilitarne così l’accesso ai Ser.D. A tal fine, sono stati programmati dei moduli formativi, nei distretti di Catanzaro, Lamezia Terme e Soverato, che vedono protagonisti i medici di medicina generale per una efficace risposta ai bisogni dei cittadini e delle famiglie. All’iniziativa hanno partecipato i referenti del Gap dei Ser.D. di Catanzaro, Lamezia Terme e Soverato, gli psicologi Carla Sorrentino, Luigi Pullia e Mariarita Notaro, la presidente dell’Ats Progetto Gap dottoressa Isolina Mantelli e i rappresentanti del privato sociale (Centro Calabrese Solidarietà, Progetto Sud e Cooperativa Zarapoti) dottori Francesco Piterà, Vittoria Curcio e Ampelio Anfosso. (rcz)

Medicina, call dell’Unical per docenti medici

L’Università della Calabria è alla ricerca di professori e ricercatori che non solo andranno a rinforzare in corpo docente del nuovo corso di laurea in Medicina e chirurgia TD (Tecnologie Digitali), ma presteranno anche servizio assistenziale nelle strutture dell’Azienda ospedaliera e sanitaria della provincia di Cosenza.

A tale scopo è stata appena lanciata una call, con scadenza il 31 maggio 2023, che mira a raccogliere la disponibilità da parte di professori e ricercatori di area medica a prestare la loro opera all’Unical, e svolgere la loro attività clinica presso l’ospedale dell’Annunziata di Cosenza in primis, ma anche nelle strutture dell’Azienda sanitaria provinciale e presso l’Inrca (Istituto nazionale di riposo e cura per anziani) grazie all’ampliamento in corso delle rispettive convenzioni.

La manifestazione di interesse a ricoprire il ruolo di professore universitario o ricercatore, riguarda circa 40 settori scientifico disciplinari. A conclusione della call, il Consiglio di Amministrazione – tenuto conto delle complessive esigenze didattiche e di ricerca dell’ateneo, nonché della qualificazione dei profili degli studiosi che hanno manifestato interesse – procederà a individuare i settori scientifico-disciplinari e la posizione (professore ordinario o professore associato o ricercatore in tenure track) da porre a concorso e, per i professori vincitori, si potrà prevedere anche il conferimento della responsabilità di Unità operative complesse.

In particolare, la struttura sanitaria di afferenza ed il ruolo ospedaliero dei vincitori dei concorsi (con l’eventuale primariato per i professori) saranno individuati con apposito atto del commissario dell’Azienda Ospedaliera previa intesa con il Rettore, in conformità alla programmazione universitaria e aziendale. La convenzione stipulata tra università e Azienda ospedaliera, infatti, ha già individuato un primo nucleo di reparti che dovranno assumere una guida universitaria. Tra questi i reparti di Oncologia medica, Medicina interna, Malattie dell’apparato cardiovascolare, Gastroenterologia, Nefrologia, Urologia, Ginecologia e ostetricia, che al momento non hanno un responsabile accademico. In prospettiva le convenzioni prevedono un ampliamento dei reparti a guida universitaria sia nell’azienda ospedaliera che in quella sanitaria e nell’Inrca.

Rigorosi i criteri di partecipazione alla manifestazione di interesse. L’Unical richiede, infatti, che gli studiosi interessati debbano possedere una comprovata esperienza clinica, un’elevata qualificazione scientifica e didattica, acquisita attraverso esperienze maturate nell’ambito della comunità accademica nazionale e internazionale o presso riconosciuti enti di ricerca. 

L’appello del Rettore

«Il nostro lavoro a sostegno dello sviluppo del sistema sanitario regionale continua attraverso il rafforzamento del personale ospedaliero con docenti-medici» ha affermato il Rettore Nicola Leone, che sta lavorando incessantemente per dotare l’Unical di un corso di laurea in Medicina con docenza altamente qualificata, strumentazioni e tecnologie d’avanguardia e proiettato verso la medicina del futuro, integrata con le più recenti applicazioni dell’Intelligenza artificiale». 

«Invito docenti e ricercatori medici dall’Italia e dall’estero ad accettare la sfida, aderendo alla nostra call – è l’appello del Rettore –. È un progetto di grande rilevanza scientifica e sociale, che mira al rilancio della sanità in una zona particolarmente svantaggiata come la Calabria. Non si tratta di un semplice trasferimento geografico, ma di essere protagonisti di un progetto ambizioso, con grandi spazi di crescita professionale già nell’immediato futuro, in una rete assistenziale enorme, che include 8 strutture ospedaliere e circa 1.200 posti letto.

«L’occasione è da cogliere subito – ha concluso – per essere in prima linea nel dare una svolta alla sanità calabrese, che ha potenzialità di crescita immense. La missione è triplice: assicurare il diritto alla salute ai cittadini, offrire ai giovani studenti di medicina una formazione di alto profilo e dare un significativo slancio allo sviluppo della ricerca biomedica, che sempre più beneficia della contaminazione con nuove tecnologie e Intelligenza artificiale, in cui l’Università della Calabria ha rinomate competenze». (rcs)

Manna (Anci Calabria): Asp CS rinnovi i contratti ai medici dell’Usca

Il sindaco di Rende e presidente di Anci Calabria, Marcello Manna, ha chiesto all’Asp di Cosenza di rinnovare i contratti ai medici dell’Usca.

«L’azienda, infatti – ha spiegato Manna – avrebbe manifestato ai 72 medici in servizio l’intenzione di non procedere al rinnovo dei contratti che scadono proprio oggi 30 giugno, oltre a interrompere i contratti Co.co.co degli infermieri precari che compongono le stesse Unità speciali di continuità assistenziale».

«Se questa indiscrezione risultasse vera – ha proseguito – sarebbe di una gravità inaudita. Da sindaco posso testimoniare l’eccellente lavoro che questi medici e infermieri hanno svolto nei giorni difficili della pandemia.
Oggi purtroppo i numeri dei contagi che crescono giorno dopo giorno non ci consentono di dire che siamo usciti dall’emergenza».

«Ed è per questo che – ha detto – se questa volontà si dovesse concretizzare quali sarebbero le risorse che l’Asp potrà mettere a garantire la continuità dei servizi di assistenza all’intera comunità?».

«Da sindaco e da presidente dell’Anci – ha concluso – sento il dovere di appellarmi a chi di dovere affinché si possa rinnovare i contratti del personale Usca. La sanità non ha più bisogno di tagli senza una giusta motivazione». (rcs)

Francesco Garofalo (Comitato Spontaneo di cittadini) scrive al presidente Anci Manna per mancanza di medici al 118

Il portavoce del Comitato spontaneo di cittadini in difesa al diritto alla salute di Cassano All’Ionio, Francesco Garofalo, in una lettera aperta al presidente dell’Anci CalabriaMarcello Manna, ha richiamato la sua attenzione in ordine ai gravi disservizi che si registrano quotidianamente presso le postazioni d’emergenza del 118, invitandolo a farsi carico del problema ed avviare un immediato confronto istituzionale con le parti interessate al fine di scongiurare ulteriori disservizi e ottenere misure adeguate alla risoluzione delle notevoli criticità operative che, ogni giorno, i cittadini registrano

«Come è a sua conoscenza – ha scritto Garofalo – da più tempo le ambulanze operano senza medico a bordo e lasciate sole nella mani degli infermieri e degli autisti, i quali sono costretti a sobbarcarsi a turni massacranti. È assurdo sapere che, in una fase così delicata di emergenza sanitaria, le ambulanze del 118 debbano operare in una situazione di estrema precarità, così come denunciato nei giorni scorsi, anche dal direttore della centrale operativa, Riccardo Borselli».

«Capita – ha evidenziato Garofalo –, che un cittadino con un ictus in atto, non ha potuto ricevere l’assistenza del medico in codice rosso. Ma questo è sola la punta dell’iceberg, di una situazione che si trascina da mesi e che mette in pericolo la salute pubblica. Cosa grave, è l’indifferenza di chi dovrebbe agire, nonostante le reiterate denunce dei comitati, dei sindacati, delle associazioni e da semplici cittadini».

«In tale contesto – ha sottolinrato –è urgente la totale riorganizzazione del servizio dei pronto soccorso e del 118, prendendo atto della carenza di medici, al fine di evitare che interi territori siano lasciati al caso e alla fortuna». (rcs)