Dopo la lunga pausa imposta dalla pandemia, a Montepaone, all’interno della Sala Convegni di Palazzo Cesare Pyrrò, nel cuore del centro storico, con l’esposizione degli scatti del fotografo Gregorio Rattà, ritorna “Immagina” la Biennale del Bianco e Nero a marchio L’Occhio del Pavone, a cura di Massimiliano Cappuccino.
La Mostra, fruibile fino al 21 agosto 2022, dalle 21.30 alle 23.30, rappresenta il fisiologico completamento del discorso avviato nel 2018 con la Biennale del bianco e nero “Peacockmountain” denominazione con la quale il fotografo identificava i suoi scatti quando li pubblicava in rete e che oggi trovano organica collocazione nel volume fotografico Montepaone Luoghi e volti ormai lontani nel tempo.
Il volume, che sarà presentato nel corso dell’inaugurazione, documenta il corposo e attento lavoro che l’illustre fotografo ha realizzato dagli anni ’70 agli anni ’90 durante i suoi ritorni a Montepaone per le festività e in estate.
Un documento, questo, sia fotografico che antropologico, permeato dalla volontà di mantenere inalterato il suo dialogo intimo e costante con il luogo d’origine, i suoi ambienti: vie, campi, piazze, abitazioni, lidi, e le persone, che l’hanno visto crescere, intessere amicizie ed esperienze, e che le immagini restituiscono in visioni straordinariamente vere e coinvolgenti per i messaggi che suggeriscono e le suggestioni che attivano.
Ed ecco panorami di un territorio che, dalle colline al mare, esprimono i caratteri distintivi di una ruralità forte ed in equilibrio fisiologico con una marina ancora selvaggia, non completamente sovvertita dalle mutazioni successive.
Gli scatti sono lampi impressi nell’arco di secondi a testimoniare per l’eternità chi siamo, come eravamo; affreschi di un ieri generativi di quel senso di appartenenza necessario per non smarrire l’essenza, per resistere all’amnesia che, nel vorticoso fluire degli anni, avvolgerebbe di torpore ogni ricordo.
E qui il ricordo non è individuale ma memoria collettiva, è storia, appartiene a tutti e lo sguardo del fotografo è quasi carezza dell’anima che, nel restituirci fedelmente il passato, addolcisce il dolore del distacco definitivo dagli affetti cari, dagli spazi che non sono più come prima, ed è la nostalgia il sentimento che accompagna lo sguardo e lo fissa nella ricerca di volti familiari, angoli, gesti, rituali, segni.
Un universo di valori che hanno resistito agli accadimenti divenendo eterni; un patrimonio da far conoscere, rispettare, amare, in un clima di partecipata tensione emotiva e di consapevolezza, perché rappresenta le età che si sono vissute.
Questa è la magia da condividere, da consumare insieme, per ritrovarci gli uni con gli altri e sperimentare in concreto l’essere comunità.
Le foto in bianco e nero, per la forza esercitata dal contrasto, ora audace ora misurato, hanno il potere di cristallizzare la realtà nel suo manifestarsi; sono immagini che custodiscono intatta l’anima di Montepaone, di un paese e della sua gente.
E’ qui il sottile incanto, il fascino indiscusso del bianco e nero che già nel suo essere di impegnativa realizzazione, è pura poesia per l’espressività intrinseca di luci e ombre, per i particolari che l’occhio coglie e fissa sull’obiettivo con una precisione stringente, quasi drammatica.
Una tale narrazione del reale, mediata dal mezzo fotografico, trova la sua evoluzione inMontepaonesi di domani, il nuovo progetto a cui il fotografo Gregorio Rattà sta lavorando e dei cui scatti estemporanei sono protagoniste le giovani generazioni, catturate in scene di ordinaria quotidianità. (Giovanna Vecchio)