Il Movimento 24 Agosto: Serve cambio di approccio al sistema sanitario calabrese

Il Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, «ritiene necessario e urgente predisporre un effettivo cambio di approccio al sistema sanitario calabrese, promuovendo una sanità pubblica e solidale, che può trovare spazio solo ribaltando il tavolo delle connivenze, e dell’inefficienza finora accettate e dimostrate da tutti i partiti presenti in Consiglio regionale».

Antonio Donato, per il Gruppo Territoriale Cz, Kr, Vv, in una nota ha dichiarato che «la vicenda ella chiusura-apertura scuole ha raggiunto livello paradossali, insieme tragici e comici. Tragici per i riflessi che hanno sulle famiglie sugli insegnati e sugli alunni, comici per il gioco delle parti instaurato tra le autorità regionali e gli avvocati che guidano e indirizzano la giusta rabbia dei genitori».

«Il Movimento 24 agosto per l’Equità Territoriale (M24 A-Et) – continua la nota – non vuole schierarsi sul dilemma scuole aperte-scuole chiuse. I che non vuol dire che intenda svicolare dal problema. Afferma però che il metodo instaurato in Calabria per governare le evenienze epidemiologiche non va. Non può andare che il presidente f.f. Nino Spirlì sfrutti la giusta preoccupazione delle famiglie riguardo alla salute dei figli affidati all’istruzione pubblica per mascherare l’insufficienza e l’incapacità dimostrata nell’affrontare l’emergenza Covid, e nel predisporre un piano vaccinale congruo e condiviso con le categorie via via interessate;
non può andare che il f.f. Spirlì giustifichi gli interventi sulla base di dati che, nella migliore ipotesi, contraddicono l’adozione della misura presa e immediatamente bocciata dal Tar regionale, e nella peggiore sulla base di dati incompleti e bugiardi».

«Non può andare – continua ancora la nota – che il facente funzioni Spirlì abusi della carica provvisoriamente a lui assegnata per intervenire al di fuori dei dettati dell’ordinaria amministrazione, e per di più sull’organizzazione della didattica che gode costituzionalmente di precisa autonomia; non può andare che i sindacati proclamino a priori la loro avversione ai provvedimenti senza che indichino una strada credibile e percorribile per garantire salute e istruzione».

«Non può andare – conclude la nota – che da parte dei partiti di opposizione presenti in Consiglio regionale non si presentino progetti chiari e costruttivi, preferendo attendere le mosse erronee della giunta e del suo presidente al solo scopo di contestarle;
non può andare che l’apparato burocratico della Regione Calabria, ivi comprendendo anche l’Ufficio del commissario ad acta Guido Longo, si mostri del tutto impreparato nell’affrontare, per quanto di sua competenza, una vicenda complessa e grave come l’avanzare della terza ondata pandemica». (rrm)

Il Movimento di Pino Aprile a Cosenza: un nuovo soggetto politico per la Calabria

L’appuntamento è per questa mattina a Cosenza, a partire dalle 9.30 fino alle 14, al Cinema Modernissimo: lo scrittore e giornalista meridionalista Pino Aprile presenta il suo Movimento 24 agosto, un nuovo soggetto politico per il riscatto delle regioni meridionali che potrebbe anche raccogliere la sfida delle prossime elezioni regionali calabresi. Aprile ha scritto decine di libri sul Mezzogiorno e i continui scippi consumati a suo danno, adesso, accanto alla sue pubblicazioni che lo hanno visto protagonista in moltissimi appuntamenti teatrali in tutte le regioni del Sud, lo scrittore più meridionalista d’Italia si mette alla guida del popolo del Mezzogiorno indignato e stufo di subire.

I libri di Pino Aprile

La scelta di Cosenza, quasi al centro delle regioni meridionali non è casuale. A Cosenza è attivo il gruppo meridionalista Agenda Sud Calabria «ragazzi svegli, pratici – dice Aprile – la cui capacità, fantasia ed efficienza sono state ampiamente dimostrate». Il nome del Movimento (M24A) è nato dalla data dell’incontro di Pino Aprile nel parco della Grancia, in Basilicata, con numerosi esponenti dei movimenti meridionalisti per contrastare le continue sopraffazioni ai danni del Mezzogiorno «da parte dei governi di ogni colore, disposti a contrattare la concessione di ulteriori privilegi alle Regioni più ricche e addirittura a votare quale “priorità nazionale”, la realizzazione della linea Tav per le merci, da Torino a Lione, pur dichiarata un’opera in perdita dall’apposita commissione ministeriale, mentre da quasi 160 anni, Matera aspetta ancora di essere raggiunta dalla ferrovia; le due più grandi città del Mezzogiorno continentale, Napoli e Bari, sono ancora senza collegamento diretto; in Sicilia, possono volerci sino a 14 ore per fare in treno 300 chilometri, ma nella sola Lombardia ci sono più corse ferroviarie che in tutte le sette regioni del Sud messe insieme. Vedere i parlamentari del Mezzogiorno votare per quella inutile Tav, senza dire una parola sull’abbandono del Sud a se stesso” – dice Aprile – “è stato il colmo della vergogna».  (rcs)