È stata bocciata, nel corso del primo consiglio comunale con la nuova giunta di Reggio Calabria, la mozione di sfiducia presentata da 13 esponenti di minoranza contro il sindaco Giuseppe Falcomatà, grazie al voto contrario di 19 membri della maggioranza.
Oltre alla mozione, è stata anche discussa la surroga del consigliere Carmelo Romeo, nominato componente dell’esecutivo.
Il sindaco Giuseppe Falcomatà, dopo aver augurato buon lavoro ai dirigenti, alla neoconsigliera Maria Ranieri e ai nuovi assessori, ha ringraziato gli assessori che «in questi anni hanno fatto parte dell’Esecutivo comunale. Quando parliamo di impegno per la città lo facciamo nella consapevolezza che chi ha dato molto continuerà a farlo anche in altri contesti».
«Sono state settimane difficili per tutti – ha detto il sindaco nel suo intervento – ma la macchina amministrativa non si è mai fermata. Ho ascoltato molto in queste settimane. Mi avete invitato a relazionare sull’iter di composizione della nuova giunta – ha aggiunto rivolto alla minoranza – una richiesta che aveva il tenore di una provocazione piuttosto che di volontà di conoscere lo stato dell’arte».
«Mi avete definito funambolo – ha precisato poi Falcomatà – è un termine che mi è caro perché anche mio padre venne definito proprio così in una particolare fase del suo impegno alla guida della città. É un paragone che ci richiama a una stagione bella della nostra città. Erano anni in cui le problematiche e il dibattito politico era acceso. Funambolo perché, più che equilibrista, uno che fa il sindaco deve tenere presente molte cose. Seguire gli iter di inizio ed esecuzione delle opere ad esempio».
«Mi dispiace che questa attività – ha detto – sia oggetto di critica perché è il modo migliore per relazionarsi coi cittadini. L’ elemento principale nei sopralluoghi è la presenza dei cittadini, un’ occasione dunque di prendere contezza della situazione: questo è il vero ruolo del sindaco: stare a contatto con la città anche se questo vuol dire attraversare in modo funambolico tanti quartieri, ma di questo ha bisogno la città».
«Abbiamo sentito delle discussioni col Partito democratico – ha affermato ancora il primo cittadino – ma in quale famiglia non si discute? Resta di base una condivisione di idee che sicuramente consente di superare momenti frutto di attimi concitati».
«Non è vero che siamo tutti gli stessi – ha detto ancora Falcomatà – perché dove qualcuno urla noi proveremo a ragionare. Laddove qualcuno separa noi proveremo a tenere unito e a cucire insieme. Non siamo legati dall’odio verso qualcuno ma dall’amore verso qualcosa, e nello specifico per la nostra città e la nostra comunità. Non abbiamo bisogno di mortificare la memoria di altri degni servitori della città per avere un minimo di visibilità. Non chiediamo le dimissioni di qualcuno arrogandoci il diritto di emettere sentenze quando ancora quelle vere e definitive devono essere emesse. Stiamo insieme perché condividiamo un’idea basata sui valori e sull’amore per la città, perché abbiamo una storia comune e di ideali. E quando a volte capita che questa idea si affievolisca sarà sufficiente ricordare la nostra storia e ricordarci da dove veniamo».