Al Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria ha preso il via la campagna di manutenzione programmata dei Bronzi di Riace.
Questa azione rientra nell’ambito di un accordo quadro tra il Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria e l’Istituto Centrale per il Restauro (Icr), si avvia una nuova campagna di verifica e controllo dello stato di conservazione dei Bronzi di Riace e di Porticello.
Nelle giornate di attività del team scientifico, i visitatori avranno la possibilità di seguire i lavori in corso attraverso le vetrate di piazza Paolo Orsi e di approfondire vari aspetti relativi agli studi e al restauro dei Bronzi attraverso i contenuti multimediali appositamente predisposti. Inoltre, grazie alla collaborazione con la società Coopculture, concessionario dei servizi aggiuntivi del MArRC, i visitatori che acquisteranno il biglietto per le date in cui il progetto Check-up sarà all’opera, potranno utilizzare lo stesso titolo di accesso per entrare in sala Bronzi, entro 30 giorni dalla prima data di visita.
Per Fabrizio Sudano, direttore del Museo Archeologico nazionale di Reggio Calabria, si tratta di «una grande opportunità per il MArRC. A dieci anni dall’ultimo intervento di restauro sui Bronzi di Riace, avviamo una campagna di verifica e monitoraggio indispensabile per pianificare i futuri interventi di manutenzione e restauro sui nostri capolavori più pregiati».
«Abbiamo studiato e proposto all’Icr – ha spiegato – una modalità di indagini il più possibile attenta alle esigenze del visitatore, che potrà osservare da piazza Paolo Orsi le attività di check up in sala Bronzi. Visitatore che è sempre più attento alle problematiche di conservazione e restauro e potrà così essere informato direttamente dai professionisti del restauro e comprendere il perché ma soprattutto come si interviene su un bene di una tale importanza».
L’ultimo intervento di restauro sui Bronzi di Riace, che risale agli anni 2009-2013, è stato effettuato presso la sede del Consiglio Regionale della Calabria a Palazzo Campanella grazie alla collaborazione tra l’Istituto Centrale per il Restauro e l’allora Soprintendenza ai Beni Archeologici della Calabria. Le due statue, rientrate al Museo la notte del 21 dicembre del 2013, in questi anni sono state oggetto di interventi di manutenzione ordinaria e controlli strumentali da parte dei restauratori e degli archeologi del MArRC.
Nel marzo 2023 Museo e Icr hanno condiviso un programma di verifiche, strumentali e visive dello stato di conservazione dei reperti custoditi in Sala Bronzi, con le prime attività di controllo svolte già nel mese di settembre 2023. Le funzionarie del MArRC Barbara Fazzari, responsabile del Laboratorio di Restauro, e Daniela Costanzo, responsabile dell’Ufficio Collezioni, hanno coordinato e curato i rapporti tra il Museo e l’ICR e, insieme al direttore Fabrizio Sudano, seguiranno in prima persona i lavori in sala Bronzi.
«Fin dall’arrivo delle preziose sculture bronzee al Museo Nazionale di Reggio Calabria (1983), l’Istituto Centrale per il Restauro – ha commentato il direttore delegato, arch. Giorgio Sobrà – ha progettato e messo in atto campagne di studio, ricerca e restauro volte alla loro salvaguardia e conservazione, congiuntamente con i colleghi reggini».
«Assolutamente attuale è, al riguardo – ha proseguito – il pensiero di Giovanni Urbani, poi ripreso da Michele Cordaro, circa la prioritaria necessità di prevenire il deterioramento dei materiali costitutivi dei beni culturali per mezzo di un’accurata politica di manutenzione e di un controllo costante delle condizioni ambientali. Nel solco di questa tradizione, l’ICR mette dunque a disposizione la propria decennale esperienza, al fine di definire le migliori strategie di conservazione per queste opere straordinarie».
Il cronoprogramma della prima fase delle attività di verifica e monitoraggio predisposto in accordo con l’Istituto Centrale per il Restauro, prevede, nei mesi tra aprile a settembre, una media di due/tre giorni di attività svolti dal gruppo di esperti che sarà impegnato in indagini autoptiche e diagnostiche sui Bronzi di Riace e di Porticello. Il primo sopralluogo è previsto per il 15 e 16 aprile, seguiranno gli altri incontri fissati dal 27 al 30 maggio, dal 17 al 18 giugno, dal 1 al 3 luglio e dal 16 al 18 settembre.
«Le verifiche sullo stato di conservazione dei Bronzi di Riace e Porticello – ha commentato Barbara Fazzari – rientrano in uno dei concetti più importanti del restauro moderno, ovvero la “conservazione preventiva”, che consiste nel pianificare tutte quelle azioni volte a prevenire i fenomeni di degrado, in modo tale che le opere abbiano sempre meno bisogno di essere restaurate. Accompagnati dagli esperti dell’ICR condivideremo infatti le strategie per minimizzare le possibili cause di alterazione dei bronzi, programmando tutte le attività di verifica e monitoraggio e gli interventi di manutenzione necessari a garantirne la corretta conservazione nel tempo».
«Le prime indagini videoendoscopiche che abbiamo condotto all’interno delle due statue – ha ricordato Roberto Ciabattoni, responsabile scientifico del progetto per l’Icr – hanno permesso di attuare, nel corso degli anni nuovi protocolli di intervento, primi per tecnologia applicativa, che hanno consentito lavorazioni remotizzate all’interno di manufatti. In questa nuova campagna di approfondimento scientifico, si metteranno a punto, in collaborazione con i professori Paolo Piccardo e Roberto Spotorno dell’Università di Genova (Unige), Dipartimento di chimica e chimica industriale, Gruppo di ricerca Metal, delle procedure specifiche per gli approfondimenti diagnostici sulle leghe metalliche».
«La tutela delle collezioni è un obiettivo prioritario per ogni istituto di cultura – ha detto Daniela Costanzo – ma naturalmente l’importanza dei Bronzi di Riace esige una particolare attenzione per la salvaguardia di questi capolavori e la loro trasmissione alle generazioni future. Si tratta di un lavoro quotidiano e silenzioso, svolto di norma quando il Museo è chiuso al pubblico, ma in questo caso, vista la complessità delle attività da svolgere, abbiamo cercato un equilibrio tra le esigenze di tutela e quelle di fruizione pubblica, riducendo al minimo l’interdizione al pubblico della sala Bronzi».
«Le superfici delle sculture bronzee – hanno ricordato i restauratori dell’ICR Francesca Angelo, Davide Fodaro e Livia Sforzini – rivelano la loro lunga storia, a partire dal momento dell’esecuzione, passando per la giacitura in ambiente marino e attraverso i vari interventi conservativi cui sono state sottoposte».
«L’obiettivo della presente campagna di verifica e controllo – hanno sottolineato – mira a rilevare, comprendere e registrare, con metodologie integrate, la complessità delle patine presenti, morfologicamente diversificate e composite, al fine di poter monitorare nel tempo le superfici con la massima attenzione, proseguendo gli studi le ricerche per definire al meglio i protocolli conservativi mediante azioni dirette e indirette».
L’attività di monitoraggio diventa, quindi, un momento di scambio con il pubblico che così può comprendere quanto sia delicato e complesso il lavoro fatto per mantenere ciò che ci è stato tramandato, acquisendo una maggiore sensibilità sul concetto di salvaguardia e prevenzione del patrimonio archeologico. (rrc)