Il presidente dell’Ordine degli Infermieri di Cosenza, Fausto Sposato, lancia un appello ai colleghi: «non abbandoniamo i pazienti in questa fase».
«Capiamo le difficoltà di alcuni colleghi ed i problemi reali – ha spiegato – riconducibili alla sfera salutare di altri, ma non possiamo tollerare che alcuni invece ricorrano ad altri mezzi per non lavorare. È una questione di dignità, di professionalità riconosciuta e di responsabilità».
Sposato cita l’articolo 3 del codice deontologico: «Rispetto e non discriminazione. L’Infermiere – ha ricordato il rappresentante dell’intera categoria – si prende cura della persona assistita, nel rispetto della dignità, della libertà, dell’eguaglianza, delle sue scelte di vita e concezione di salute e benessere, senza alcuna distinzione sociale, di genere, di orientamento della sessualità, etnica, religiosa e culturale. Siamo professionisti e conosciamo, dal principio, i rischi cui possiamo incorrere».
Da qui due appelli, distinti ma paralleli rivolti alle aziende ospedaliere ed ai privati.
«La sicurezza da adottare sempre e comunque – ha detto Sposato –. Ed il ricambio generazionale: l’età media supera i 54 anni ed è necessario assumere per far sì che chi ha dato tanto, in tutti questi anni, rifiati e dia il cambio».
Poi, il presidente Sposato ha annunciato che «ci è stato comunicato l’esito di una sentenza seguita dai nostri consulenti, che è già giurisprudenza. L’Opi mette a disposizione gratuitamente un ufficio legale, per far valere il proprio diritto per il tempo perso durante il cambio divisa. Migliaia e migliaia di infermieri potranno chiedere alle aziende la differenza retributiva mancante. Per noi l’ennesima vittoria e l’impegno mantenuto con iscritti, colleghi e l’intera categoria». (rrm)