L’OPINIONE / Franz Caruso: Revocare posti a pagamento di chirurgia toracica all’Annunziata

di FRANZ CARUSO – Non si rilancia un sistema sanitario pubblico che versa in una situazione che definire drammatica è solo un eufemismo, creando quattro posti letto a pagamento all’interno di un Ospedale, quello dell’Annunziata, che è fanalino di coda nel sistema Paese. Non è, poi, una giustificazione valida appigliarsi alla cosiddetta Legge Bindi che offre sì la possibilità di aprire spazi per solventi anche negli ospedali pubblici, ma laddove i servizi sono certamente efficienti e garantiscono i livelli di assistenza.

All’Annunziata di Cosenza questo non solo non è possibile, quanto non è ammissibile. Anzi è una vera e propria vergogna attesa la situazione di grave criticità che vive il nostro presidio ospedaliero dove non si assicura il diritto a curarsi, nonostante l’impegno e la  professionalità degli operatori sanitari. Per mancanza di posti letto, nel Pronto Soccorso dell’Annunziata, da pochi mesi anch’esso inaugurato, c’è un open space, per carità ben ritinteggiato, in cui vengono tenuti per ore e per giorni pazienti che, invece, dovrebbero trovare immediata sistemazione nei reparti.

Ciò non è possibile perché il nostro nosocomio sui 730 posti assegnati, oggi ne occupa poco più della metà. E quindi che si fa? Si decide di preservare quattro posti letto a favore di paganti “solventi “, sottraendoli a chi magari ne avrebbe più bisogno, ma non ha adeguate possibilità economiche per usufruirne. Tutto ciò è scellerato, inaccettabile, intollerabile.

L’ho detto e lo ripeto, non sono contro la sanità privata, ma essa non può essere sostitutiva del servizio pubblico, che deve essere  tutelato e potenziato per garantire un diritto universale.  Ritengo necessario, pertanto, che sia immediatamente revocata la scelta di destinare i quattro posti letto per paganti nel reparto di chirurgia toracica dell’Annunziata al fine di tutelare i diritti di tutti e non quelli di pochi. (fc)

[Franz Caruso è sindaco di Cosenza]

Nuovo atto aziendale per i servizi all’Annunziata, il sindaco Caruso: Indebolisce pediatria

Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ha evidenziato come sarebbe gravissimo se fosse veritiero l’indebolimento del Reparto di Pediatria all’Annunziata a seguito del nuovo atto aziendale per l’organizzazione dei Servizi ospedalieri del nosocomio cosentino.

Il primo cittadino, poi, ha definitivo «spiacevole che questo nuovo provvedimento sia stato deciso senza sentire il bisogno di discuterlo con le Istituzioni più prossime ai cittadini: i Comuni».

«Con Vitaliano De Salazar sin dal suo arrivo a Cosenza – ha proseguito – abbiamo instaurato un buon rapporto istituzionale, prima che personale. In diversi incontri abbiamo, infatti, convenuto sulla necessità di intrattenere un maggiore rapporto di condivisione e confronto tra le diverse Istituzioni pubbliche con l’obiettivo di individuare insieme la strada della rinascita della sanità cosentina. Le cose oggi, evidentemente sono cambiate».

«Ne prendo atto – ha aggiunto – ma non consentirò che si facciano giochi sulla pelle dei nostri cittadini che soffrono da tempo di un sistema sanitario inefficace ed inefficiente, incapace di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza, che il commissario alla sanità Roberto Occhiuto, non solo non ha migliorato, quanto lo ha peggiorato sotto diversi aspetti e punti di vista, non ultimo i servizi di cura ospedaliera ai piccoli pazienti dell’Annunziata, che si stanno depauperando giorno dopo giorno, seppur in presenza di straordinari professionisti medici e valenti operatori sanitari».

«Ed, invero, anche se mai codificato concretamente – ha detto ancora – sembra che nel nuovo atto aziendale inviato dal commissario Straordinario De Salazar non ci sia traccia del pronto soccorso pediatrico che, invece, noi avremmo voluto finalmente definito, a voler tacere della paventata chiusura dei posti letto di rianimazione pediatrica a Cosenza che coinciderebbe con l’attivazione di cinque posti letto all’Azienda Ospedaliera Unica “Dulbecco” di Catanzaro. Soluzioni, queste ultime inaccettabili perché si gioca sulla pelle di piccoli pazienti il cui diritto alla salute dovrebbe, invece, essere universalmente garantito sopra ogni cosa e tenuto ben distante da calcoli di natura eminentemente ragionieristica».

«Detto ciò – ha detto ancora il sindaco Franz Caruso – è arrivato il momento di far sentire forte e unita la voce dei sindaci calabresi anche sui temi della sanità, atteso il fallimento fatto registrare in oltre due anni di gestione dal Presidente della Regione Calabria e commissario ad acta, Roberto Occhiuto».
«È necessario garantire il diritto alla salute dei cittadini anche in Calabria – ha concluso –. A tal fine è auspicabile la convocazione delle conferenze dei sindaci delle aziende sanitarie e successivamente della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria e socio – sanitaria regionale, che rappresentano organismi rappresentativi delle autonomie locali e che devono potersi esprimere nei procedimenti di programmazione sanitaria e sociosanitaria a livello regionale e locale». (rcs)

All’Ospedale di Cosenza il corso di chirurgia prostatica robotica e laparoscopica

All’Ospedale Annunziata di Cosenza domani, venerdì 16, sabato 17 e il 23 e 24 febbraio, si terrà il corso di chirurgia prostatica robotica e laparoscopica, organizzate dal provider Xenia di Francesca Mazza.

I corsi sono accreditati su Agenas e diretti dal dottor Michele Di Dio.

Scopo del corso è quello «di analizzare le attualità nel campo con sessioni teoriche e di dimostrare le tecniche chirurgiche a confronto nelle sessioni pratiche consentendo al discente di avere una panoramica nella chirurgia mininvasiva prostatica trans e retroperitoneale laparoscopica standard e robot assistita», è la volontà dei medici e dei professionisti. Il primo giorno, venerdì, prevede un programma scientifico con la registrazione dei partecipanti alle 14 e l’inizio della parte teorica, prima di quella tecnica con la chirurgia in sala. Mentre il giorno dopo, sabato, lo start è previsto per le ore 9 con l’apertura dei lavori e le ulteriori fasi teoriche e tecniche con professionisti importanti.

Entrambi i convegni valgono anche per i crediti formativi Ecm, per cui occorre registrarsi sulla piattaforma htpps://didattica.xeniaeventi.it, iscrivendosi al corso di riferimento e compilare il questionario. I risultati? «Funzionali oncologici, le complicanze perioperatorie e la durata della degenza», fa sapere il direttore Di Dio. Infatti, in mani esperte, «non hanno dimostrato differenze statisticamente significative».

Il secondo corso, invece, è previsto per venerdì 23 e sabato 24 febbraio ed è incentrato sulla chirurgia renale. Anche in questo caso, il direttore Di Dio – supportato da Xenia – ha organizzato un programma scientifico diviso tra parte teorica e parte pratica con la chirurgia in sala e diversi, importanti, aggiornamenti sulle linee guide e sulle procedure. (rcs)

 

Accordo tra Regione e Unical per rendere l’Annunziata un ospedale Universitario

di FRANCO BARTUCCIL’Azienda ospedaliera e l’Inrca di Cosenza uniscono le forze per risollevare la sanità. Firmati gli accordi con la Regione che sanciscono l’avvio di un percorso che, tra alcuni anni, porterà alla trasformazione dell’Annunziata in ospedale universitario.

L’accordo ha l’ambizioso obiettivo di contribuire al miglioramento dei servizi sanitari del territorio.  A tal proposito sono stati firmati due protocolli d’intesa. Il primo è un atto di collaborazione per la Sanità firmato dal rettore dell’Università della Calabria, Nicola Leone, e  dal presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto; mentre il secondo è la convenzione attuativa, siglata dallo stesso rettore e dal commissario dell’ospedale dell’Annunziata, Vitaliano De Salazar. Ne ha dato notizia il Portavoce del Rettore con una propria nota.

Il protocollo stipulato dalla Regione con l’Unical – si legge nella nota – avvia il percorso che trasformerà, tra alcuni anni, l’Annunziata in ospedale universitario. L’accordo è inteso a perfezionare l’avvio del corso di Medicina e chirurgia Td (Tecnologie digitali) all’Unical nella sua specificità clinica e definisce l’inizio dell’iter che culminerà nella clinicizzazione dell’Annunziata, previo riconoscimento del Governo con Dpcm.

La collaborazione tra la Regione e l’Università è volta al potenziamento e all’ulteriore qualificazione del servizio sanitario regionale, attraverso l’elaborazione di programmi formativi condivisi, rivolti al personale sanitario in servizio sul territorio.

Inoltre, la Regione, «consapevole delle eccellenze di cui è dotata dell’Università – si legge nel protocollo – nell’ambito ingegneristico, informatico e di intelligenza artificiale, intende promuovere una formazione professionale di medici e professionisti sanitari con particolare riferimento per quegli operatori della salute che siano dotati di conoscenze e competenze nei vari ambiti sanitari, biomedici e clinici, in una visione multidisciplinare integrata con le tecnologie dell’ingegneria dell’informazione e dei sistemi intelligenti, da applicare efficacemente ad azioni mirate alla prevenzione e alla cura delle malattie, alla riabilitazione dei pazienti e allo sviluppo di soluzioni diagnostiche e terapeutiche innovative».

L’università, da parte sua, metterà a disposizione competenze per l’offerta e la valutazione dei programmi di ricerca promossi dalla Regione, anche per rispondere al fabbisogno conoscitivo ed operativo del Servizio sanitario regionale e per favorire l’accesso all’attività di ricerca finanziata dal ministero della Salute e da istituzioni europee.

Accordo Azienda ospedaliera – Unical

Il piano programmatico dell’Azienda ospedaliera (Annunziata, Mariano Santo e Santa Barbara) e dell’Università, in attuazione del protocollo con la Regione, pone come obiettivi lo sviluppo di un ambiente culturale favorevole alle attività di ricerca, la realizzazione dell’effettiva integrazione tra le attività scientifiche e le attività didattiche e assistenziali, il potenziamento delle infrastrutture della ricerca. È stato individuato, inoltre, un primo gruppo di Unità operative complesse che, gradualmente, diventerà a guida universitaria. Si tratta di Chirurgia generale, Ematologia, Laboratorio di analisi, Oncologia, Urologia, Nefrologia dialisi e trapianti, Gastroenterologia, Medicina interna, Ginecologia e ostetricia, Cardiologia. 

In prima battuta saranno solo tre i reparti che assumeranno direzione universitaria, ovvero Chirurgia generale, Ematologia e Laboratorio di analisi. I primi due manterranno alla guida gli attuali primari, Bruno Nardo e Massimo Gentile, già transitati nell’organico Unical, il terzo sarà guidato dalla docente universitaria Stefania Catalano. I risparmi salariali da qui derivanti per l’Azienda ospedaliera, potranno essere investiti per assumere nuovo personale medico. Altri professori e ricercatori Unical andranno, invece, a rafforzare i reparti ospedalieri nel ruolo di dirigenti medici su specifici progetti. 

Si tratta dei dottori Carmen Belli, in arrivo dall’Istituto europeo di oncologia di Milano, assegnata a Oncologia medica, il dottor Francesco Pata, chirurgo dell’ospedale di Corigliano Rossano, che andrà al reparto di Chirurgia generale, la professoressa Cinzia Giordano e il ricercatore Rocco Malivindi per Laboratorio di analisi, il dottor Nicola Ramacciati, della Scuola di Medicina  e Chirurgia di Perugia, per Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche, il dottor Alberto Polimeni in arrivo dal Mater Domini di Catanzaro, per Cardiologia interventistica. 

Il dottor Andrea Corsonello, invece, assumerà il ruolo di primario di Medicina geriatrica all’Inrca (Istituto nazionale di ricovero e cura per anziani), con il quale è stato già stipulato un apposito protocollo. 

Su tali accordi il Rettore, prof. Nicola Leone, si è espresso in termini estremamente di piena soddisfazione.

«Il percorso virtuoso intrapreso – ha dichiarato – potrà, nel medio termine, portare significativi vantaggi alla sanità del territorio. I primi studenti del nuovo corso di laurea in Medicina, che si iscriveranno nell’anno accademico 2023/24, frequenteranno l’ospedale solo nel 2026/27. Ci sarà, quindi, tutto il tempo necessario per preparare un ambiente pienamente adeguato alla loro formazione». 

«Tutto farà parte di un processo graduale – ha continuato – che abbiamo ritenuto doveroso intraprendere, per venire incontro alle esigenze del territorio che ospita il nostro ateneo e che, purtroppo, in campo sanitario soffre di forti carenze e disservizi, nonostante l’impegno ammirevole degli ospedalieri. Anche le loro competenze saranno preziose per i nostri futuri studenti. Saranno tanti, infatti, i medici ospedalieri che, a vario titolo, verranno coinvolti nelle attività di docenza e tutoraggio nei reparti in cui si svolgeranno i tirocini». 

«L’università, oltre alla condivisione di saperi e conoscenze – ha concluso il Rettore Leone – metterà a disposizione dell’ospedale già nelle prossime settimane, nuove strumentazioni e macchinari ad alta tecnologia, che potranno essere utilizzati per garantire cure efficaci e all’avanguardia, a beneficio di tutta la collettività». (fb)

Il sindaco di Cosenza Caruso su criticità dell’Ospedale Annunziata

Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, è intervenuto in merito alle criticità dell’Ospedale Annunziata, che «risulta essere in ginocchio sotto ogni punto di vista», ha spiegato il primo cittadino.

«È evidente che ai problemi economici, alla grave carenza di spazi idonei a garantire la mission di HUB che dovrebbe assicurare, ed alla drammatica carenza di personale e di professionisti non si può aggiungere la perdita delle eccellenze che pure abbiamo e che, quindi, devono essere tutelate e salvaguardate», ha continuato, parlando delle indiscrezioni sull’allontanamento del dott. Michele Di Dio dalla dirigenza di Urologia per le persistenti difficoltà che si registrano nel reparto. Voci che sono state smentite dallo stesso Di Dio, annunciando la sua intenzione a continuare il proprio incarico da dirigente.

«Rispetto a queste indiscrezioni – prosegue il Primo Cittadino di Cosenza –  che questa mattina, nel corso della manifestazione “Epifania in corsia”, mi sono state riportate con grande preoccupazione da diverse persone, occorre fare chiarezza. Nella prossima settimana è già in agenda un incontro con il nuovo commissario dell’azienda ospedaliera Vitaliano De Salazar, con il quale sono certo ci sarà sintonia di intenti per il rilancio della struttura ospedaliera. Successivamente incontrerò il dott. Michele Di Dio, per capire meglio la situazione e, laddove necessario, intervenire per come si riterrà opportuno per evitare il continuo depauperamento delle alte professionalità dell’Annunziata, ma anche per arrestarne l’emorragia di medici».

«Ricordo a me stesso, infatti, i diversi casi di medici andati via dal nostro ospedale – ha continuato – perché costretti a scelte drammatiche tra cui sono da annoverare le dimissioni nel 2021, se non ricordo male, del dott. Francesco Castellano, ex responsabile del servizio di Allergologia con un’attività che rendeva l’allergologia dell’Annunziata unica in Calabria e non solo in provincia di Cosenza.  Ed allora, se i medici in servizio presso i nostri nosocomi vanno via per la generale carenza dei servizi sanitari, si capisce anche perché i tanti iscritti all’ordine dei medici di Cosenza preferiscono lavorare fuori regione e noi siamo costretti a chiamare 500 medici cubani al capezzale dei presidi sanitari calabresi».

«Sono questi dei paradossi – ha detto il sindaco Franz Caruso – dei quali la sanità calabrese non ha certamente bisogno. Ecco perché capire cosa sta accadendo attualmente in Urologia diventa impellente e determinante. Ho sempre avuto e continuo ad avere massimo rispetto per le istituzioni tutte, ma ciò non può e non deve far venir meno la responsabilità che è in capo alla figura del Sindaco sulla salute dei propri amministrati. Responsabilità che avverto in maniera preponderante, attesa la delicatezza della materia, e rispetto alla quale agirò sempre con fermezza e determinazione».

«Auspico, pertanto – ha concluso –, che la Regione Calabria instauri con il Comune di Cosenza un rapporto di maggiore condivisione e confronto, per individuare insieme la strada della rinascita della sanità cosentina, che non può prescindere dalla realizzazione del nuovo ospedale Hub regionale a VaglioLise». (rcs)

C’È ANCHE LA BUONA SANITÀ IN CALABRIA
“MIRACOLO” ALL’ANNUNZIATA DI COSENZA

di ANTONIETTA MARIA STRATI – È una «Calabria straordinaria e che non ti aspetti», quella dove, molto spesso, si scrivono bellissime storie di una sanità che funziona. All’Annunziata di Cosenza, è stato asportato un tumore da 7,5 kg. Un vero e proprio record per la nostra regione, considerando che ci sono pochi precedenti in Italia.

Questa, dunque, è una storia che il marito della paziente, della provincia di Cosenza, ha voluto raccontare perché «non si deve sempre e solo parlare di malasanità in Calabria». Nella nostra regione, infatti, ci sono tante, troppe eccellenze a livello medico che non vengono abbastanza valorizzate e che meriterebbero di più, oltre al diritto di rimanere nella loro terra per poter esercitare la propria professione e offrire ai calabresi una sanità come si deve.
Immaginiamo quanto potrebbe essere fondamentale il ritorno o la presenza in Calabria di tante eccellenze nella sanità diffuse nei più prestigiosi atenei e degli ospedali di tutt’Italia, che potrebbe essere un freno per le cosiddette migrazioni sanitarie. Molti pazienti sono costretti a viaggiare per prestazioni non disponibili nella regione, ma spesso anche per interventi semplicissimi sembra più “chic” farsi operare fuori. Ignorando le qualità non certo nascoste dei nostri medici e specialisti che sono rimasti in Calabria e e che lavorano oltre che con assoluta competenza, con impegno e dedizioni senza pari.
Ma non sono solo i pazienti a migrare: secondo uno studio condotto dal Sindacato dei medici dirigenti Anaao Assomed, nel 2021 c’è stata una “grande fuga” dei medici dagli ospedali pubblici: 2886 medici ospedalieri, il 39% in più rispetto al 2020, hanno infatti deciso di lasciare la dipendenza dal Servizio sanitario nazionale e proseguire la propria attività professionale altrove.

In Calabria, il 3,8% dei medici ha deciso di licenziarsi per cercare – secondo quanto riportato dallo studio – orari più flessibili, maggiore autonomia professionale, minore burocrazia.
Insomma, quello che si cerca è «un sistema – si legge – che valorizzi le loro competenze, un lavoro che permetta di dedicare più tempo ai pazienti e poter avere a disposizione più tempo anche per la propria vita privata. Raramente la motivazione principale è la maggiore remunerazione».
Come dichiarato dal dott. Gianfranco Scarpelli, direttore primario del Reparto di Neonatologia all’Annunziata di Cosenza al Corriere della Calabria, «sono necessari continui sforzi ed investimenti in nuove tecnologie, è un campo in continua evoluzione e bisogna stare al passo con le innovazioni per dare risposte costanti ai pazienti e per pareggiare l’offerta sanitaria delle altre grandi realtà» e l’operazione di chirurgia avanzata all’Annunziata di Cosenza, condotta dal prof. Bruno Nardo, primario di Chirurgia e dalla sua equipe, composta dal dr Marco Doni e dal dr Daniele Paglione, anche il primario della Urologia Dr Michele Di Dio, è la dimostrazione di come curarsi in Calabria è possibile.

Un intervento frutto della collaborazione multidisciplinare di diversi professionisti, medici e chirurghi che lavorano nell’Azienda e che ha dimostrato, ancora una volta, come in Calabria è possibile curarsi.
Mia moglie sembrava incinta ma non era possibile, e a fare aumentare la sua pancia, da diversi mesi un tumore maligno che ora è stato asportato» e continua «ancora non riesco a crederci, anche dopo aver visto le foto dell’intervento, e voglio raccontare a tutti questa incredibile storia. Mi è stato detto che si trattava di un tumore maligno a partenza dal retroperitoneo che aveva invaso il rene destro e parte dell’intestino».

Per questo, ha spiegato il marito della paziente, «abbiamo voluto fare una visita con il Primario della Chirurgia Generale dell’Annunziata di Cosenza, che conoscevamo per la sua fama, e dopo tale incontro, ci siamo affidati totalmente a Lui ed alla sua equipe, e devo dire che la fiducia è stata ripagata». Il professore è stato onesto e ci ha detto subito che doveva valutare la fattibilità dell’intervento studiando il caso di mia moglie anche ad un «tavolo anatomico tridimensionale disponibile all’Università della Calabria» nel Dipartimento di Farmacia, Scienza della Salute e della Nutrizione.

Dopo altri esami effettuati ci ha informati che «l’aereo poteva decollare, ma che il viaggio poteva essere molto pericoloso perché, anche se l’intervento era tecnicamente fattibile, il rischio di mortalità era alto. Ci ha anche detto che per offrire il massimo delle possibilità avrebbe richiesto la partecipazione di più professionisti in sala operatoria e così è stato».

Preziosa la collaborazione del personale infermieristico, in particolare della strumentista Francesca Esposito e del referente del blocco operatorio Giuseppe Marano. A condurre e gestire la delicata fase dell’anestesia, per circa 8 ore di intervento, la Dott.ssa Brunelli. Anche se non ci sono stati problemi chirurgici e anestesiologici, in considerazione dell’entità dell’intervento, la paziente ha trascorso la prima notte in Rianimazione, sotto stretto monitoraggio ed il mattino dopo è stata riportata nel reparto della Chirurgia Generale “Falcone” non avendo più necessità della terapia intensiva.
Da pochi giorni ha lasciato l’ospedale, sta bene e sta avendo un decorso regolare.
«Siamo rimasti meravigliati dal decorso normale dopo un intervento così complesso – continua il marito – ringrazio per l’assistenza che hanno dato a mia moglie, tutti quanti i medici del reparto della Chirurgia Generale Falcone, e non solo i medici, ma anche gli infermieri e gli ausiliari, che sono stati sempre attenti e vigili, giorno e notte, e che sotto la guida del caposala Nicola Benedetto, l’hanno aiutata ad alzarsi dal letto ed a farla camminare dopo pochi giorni dall’operazione».

È stata una bella pagina di buona sanità, resa possibile grazie alla sinergia, non solo esistente tra i medici ed infermieri dell’ospedale Annunziata, ma anche grazie alla collaborazione dei professori e ricercatori del nuovo Corso di Medicina e Tecnologie Digitali dell’Università della Calabria, in primis del Rettore Nicola Leone, oltre che dei Professori Sebastiano Andò, Marcello Maggiolini e Maria Luisa Panno.
Ancora una volta il tavolo anatomico tridimensionale, che da pochi mesi viene impiegato dall’equipe del prof. Nardo con il supporto del Dr Rocco Malivindi, nella pianificazione preoperatoria dei casi clinici più complessi, si è rivelato molto utile. Le competenze e le tecnologie dell’Università della Calabria sono un valore aggiunto che la sanità calabrese, ed in particolare quella della provincia di Cosenza, devono necessariamente tenere in considerazione, per la lotta ai tumori e per dare risposte concrete ai pazienti calabresi, al fine di evitare i viaggi della speranza verso gli ospedali del Nord. (ams)

La vaccinazione – secondo Spirlì – prende il ritmo giusto, ma a Cosenza si è allo stremo

«La vaccinazione prende ritmo giusto» ha dichiarato il presidente f.f. della Regione Calabria, Nino Spirlì, al termine della riunione dell’unità di crisi. Dichiarazioni forse troppo ottimistiche da parte del presidente f.f., considerando che, mentre siede in Cittadella regionale, a Cosenza, intanto, nella giornata di domenica, all’ospedale Annunziata si è registrata una situazione esplosiva, dove le ambulanze sono rimaste, per ore, in attesa di una sistemazione per i pazienti, all’esterno, mentre all’interno – come riportato dall’Ansa – ci sono una quarantina di degenti per cui non si riesce a trovare una sistemazione.

Una situazione davvero drammatica nel primo presidio sanitario di una provincia di 750 mila abitanti che, come ha informato il deputato di Forza ItaliaRoberto OcchiutoCoffee Break su La7, «sta di fatto chiudendo: in reparti come ortopedia, urologia, medicina generale, ci sono pazienti Covid e, quindi, ci sono tantissime prestazioni che non possono essere più erogate. In questi casi, peraltro, in Calabria la sanità è già commissariata, e quindi dipende dal governo nazionale, Speranza e Figliuolo dovrebbero mandare rinforzi per assistere gli ospedali in difficoltà».

Anche il senatore di Italia VivaErnesto Magorno, ha chiesto a gran voce di «fare presto per Cosenza».

«Ritengo, a tal proposito – ha aggiunto – necessario e urgente che la deputazione parlamentare calabrese nella sua interezza perori i diritti della Calabria e li rappresenti  nella sua oggettività gravita al ministro della Salute, Roberto Speranza».

«Non è più il tempo dei proclami ma dell’azione – ha concluso –. Ogni minuto non speso a servizio di questa grande causa, è tempo perso. Il quadro che ci troviamo di fronte peggiora con il trascorrere delle ore, e ogni omissione sarà colpevole perché consumata sul primario diritto alla salute dei calabresi».

Il sindaco di Corigliano Rossano e presidente della Conferenza dei Sindaci, Flavio Stasi, ha convocato, con urgenza, una riunione, che non ha portato a nessuna soluzione, rimandando alla riunione dell’Unità di crisi – a cui non ha partecipato nessuna rappresentanza degli enti locali – dove, ha riferito Spirlì, «abbiamo fatto un’unità di crisi sulla situazione di Cosenza e sull’aumento dei posti covid negli ospedali della sua Provincia. Nello specifico, abbiamo scelto il presidio di Rogliano come centro ospedaliero per il nord della Calabria, la struttura sanitaria “Villa Bianca” di Catanzaro nell’area centrale – anche con il supporto dei responsabili del Mater Domini e della Protezione civile – e l’ospedale di Gioia Tauro per quanto riguarda la parte sud della regione».

«Oltre a questo – ha aggiunto Spirlì – si è parlato delle necessarie assunzioni del personale medico in tutta la Calabria, ma anche di piano vaccinale e hub. Su quest’ultimo tema, abbiamo avuto la conferma che quello di Corigliano Rossano può partire già domani. Stesso discorso per Cirò Marina, mentre quello di Catanzaro è attivo da ieri. Nei prossimi giorni avvieremo gli hub di Siderno e Mesoraca».

«Mi auguro – ha concluso Spirlì – che queste decisioni possano tranquillizzare i calabresi e soprattutto levarli dalla morsa dei mestatori in campagna elettorale, tra cui anche il sindaco di Napoli. A lui vogliamo ricordare che, nella nostra sanità, non si muore coperti dalle formiche o nei bagni degli ospedali. Visto che si sente così eccezionale nell’organizzazione sanitaria, lo invitiamo a rivedere quello della sua città».

Ma non basta. La Conferenza dei Sindaci della Provincia di Cosenza, infatti, ha espresso «forte preoccupazione ed amarezza per come si sta gestendo questa fase» e, «per quanto riguarda la situazione epidemiologica provinciale, ci troviamo di fronte al fatto che – nonostante gli sforzi dell’Hub e degli Spoke di aumentare i posti covid per svuotare i Pronto Soccorso – ci sono oltre 40 cittadini ricoverati fuori dalla Provincia, segno di come la situazione sia concretamente drammatica. Nonostante questo, per come sono strutturate le norme governative, non ricorrono le condizioni per misure di livello provinciale. La netta impressione è che, soprattutto per quanto riguarda la sospensione della didattica, si scarichi ancora una volta sui sindaci i quali spesso agiscono per proteggere le comunità, ma senza avere il giusto supporto da parte delle altre istituzioni: questo non è più sostenibile ed è stato oggetto di richieste precise».

«Per quanto riguarda le strutture ospedaliere – continua la nota – è stato ribadito, con chiarezza, che tanto l’Hub quanto gli Spoke non sono più nelle condizioni di incrementare il numero di posti letto attualmente disponibili. Significa che un eventuale prolungamento dell’attuale ondata pandemica lascerebbe inermi, o quasi, le strutture ospedaliere. Inoltre, è stato precisato che non sarà consentito di trasformare plessi ospedalieri attivi in plessi-covid in quanto è necessario garantire l’assistenza anche di altre patologie. È stata dunque proposta la riattivazione dell’ospedale da campo di Vaglio Lise come ospedale covid (che gioverebbe del personale medico dell’esercito) oppure l’utilizzo di una delle strutture ospedaliere chiuse».

Per il sindaco Stasi, «ciò che è risultato evidente è che le nostre istituzioni, nonostante la terza ondata fosse ampiamente prevista, continuano a navigare a vista. Seppur non è responsabilità di chi ricopre il proprio incarico da pochi mesi, riteniamo tutto questo non più accettabile, in quanto riversa quotidianamente sugli enti locali e sui sindaci tutto il peso dell’emergenza sanitaria, dall’assistenza fino alle vaccinazioni».

«Ci aspettiamo – conclude Stasi – delle risposte sui temi dell’assistenza sanitaria, del supporto istituzionale ai sindaci, dell’ascolto nella unità di crisi regionale e della necessaria accelerazione del piano vaccinale nelle prossime ore, convinti che in una fase difficile come quella attuale, non si possa fare a meno di tutte le energie istituzionali presenti sui territori, a partire proprio dai primi cittadini».

Una situazione inaccettabile, tanto da indurre il sindaco di Cosenza, Mario Occhiuto, a chiamare a raccolta tutti i primi cittadini della Provincia di Cosenza per una mobilitazione davanti all’Annunziata sabato 17 aprile.

«Stamattina mi sono recato al Pronto Soccorso dell’Ospedale dell’Annunziata – ha raccontato il sindaco Occhiuto – per constatare che le gravi carenze di personale medico e paramedico, che denuncio da più tempo, non hanno registrato alcun passo in avanti. Piuttosto, i pochi medici e infermieri in forza al reparto si stanno impegnando in turni massacranti e con tutte le loro forze per affrontare questo nuovo picco pandemico del covid-19».

«Rinnovo – ha aggiunto – la mia stima al personale sanitario che non si sta risparmiando in alcun modo nel prestare soccorso ai tanti pazienti covid che giungono all’Annunziata, tante volte già in condizioni critiche – continua il Sindaco di Cosenza – e ritengo inaccettabile l’assenza di decisionismo del vertice dell’azienda ospedaliera, di cui ho parlato anche con il Governatore Spirlì dopo il sopralluogo di stamattina. Un Commissario, proprio in quanto tale, avrebbe dovuto assumere decisioni tempestive per incrementare i posti letto covid necessari evitando di sottrarli ad altri reparti, oltre che procedere immediatamente all’assunzione del personale sanitario necessario a fronteggiare l’emergenza».

«Allo stesso modo – ha detto ancora – mi sarei aspettato una reazione pronta e positiva alla mia sollecitazione, di qualche settimana addietro, di richiedere all’Esercito, nel quale avevo già riscontrato la disponibilità a richiamare i medici necessari, il riallestimento di posti letto nell’ospedale da campo di Vagliolise. La risposta è stata e continua ad essere un inspiegabile immobilismo che sta costando ai nostri territori un prezzo altissimo in termini di privazioni, costringendo i Sindaci a tenere le scuole chiuse, infliggendo altri duri colpi ad un commercio che già fatica a rialzarsi».

«Invito, dunque, tutti i sindaci – ha concluso Mario Occhiuto – ad indossare la fascia, e insieme ai rappresentanti in Consiglio comunale, a ritrovarci sabato 17 aprile, alle ore 10, davanti al Pronto Soccorso dell’Ospedale Civile di Cosenza per far sentire la voce delle comunità che rappresentiamo e chiedere risposte rapide ed efficaci alla grave emergenza in atto». (rcz)