Agricoltura e pesca, al via confronto in Regione per crisi col Movimento Unitario

Approfondire il confronto e verificare la praticabilità di possibili azioni da assumere a livello regionale e da prospettare alle istituzioni nazionali. È questo l’obiettivo del confronto tecnico che si terrà, nei prossimi giorni, , tra i rappresentanti del Consiglio unitario e i funzionari della Regione come concordato con l’assessore all’Agricoltura della Calabria, Gianluca Gallo, lo scorso 28 febbraio.

All’incontro, infatti, Gino Brugnano, Luana Guzzetti e Tommaso Gualtieri (allevatori e agricoltori dell’area Jonica) e Gianni Fabbris per il Gruppo di Contatto con le istituzioni del Consiglio Unitario Nazionale, hanno illustrato a Gallo gli elementi fondamentali del documento su cui si stanno sviluppando le manifestazioni degli agricoltori in diverse regioni italiane e chiarito come obiettivo principale della mobilitazione è quello di porre al Paese ed alle istituzioni la gravità della crisi delle piccole e medie imprese dell’agricoltura, dell’allevamento, della pesca, della trasformazione artigiana e della piccola distribuzione resa ancor più insopportabile dall’aumento della capacità del Made in Italy di espandere i propri guadagni.

L’assessore Gallo ha condiviso la sottolineatura che mette in evidenza la grande difficoltà delle piccole e medie imprese produttive Calabresi ed ha dato conto degli sforzi della Regione di dover fare i conti con una fase di congiuntura che investe l’intero Paese e tutta l’agricoltura mediterranea del Sud dell’Europa e che incide in maniera pericolosa per la Calabria contribuendo ad indebolirne il tessuto economico e sociale.

Sforzi che hanno portato la Regione a compiere azioni importanti intervenendo, per esempio, con iniziative sull’indebitamento delle aziende calabresi (Fondo Finagri dotato di 25 milioni di Euro con la possibilità per le piccole e medie imprese di ristrutturare la debitoria a breve ammortizzandola nel lungo periodo) o per tamponare l’emergenza sulla epidemia di bluetong su cui sono già state messe in campo diverse iniziative anche venendo incontro alle sollecitazioni della Rete degli Allevatori del Movimento Salviamo l’Allevamento.

«Certo – ha sostenuto l’Assessore  – i fattori della crisi delle piccole e medie imprese calabresi di agricoltura e pesca sono dentro il quadro nazionale ed internazionale e la Regione Calabria non può che essere interessata a partecipare e contribuire allo sforzo insieme alle altre Regioni e di concerto con le istituzioni nazionali, per concentrare, organizzare e ottimizzare gli obiettivi».

Fabbris ha chiarito ulteriormente la proposta del Movimento in campo, spiegando come «la sollecitazione alle Regioni è quella di produrre atti che documentino la realtà, oltre ogni generico e fumoso approccio, e, concretamente, forniscano uno screening realistico della situazione per sottoporlo ai livelli istituzionali sovra regionali (come la Conferenza Stato Regioni, il Governo e il Parlamento) perché si possa comporre il quadro delle crisi ed assumere, anche concertando misure in deroga contrattate in Europa, le iniziative indispensabili ad affrontare la gravissima crisi dell’acqua e della sua gestione e disponibilità e per evitare il tracollo di interi settori e di aree regionali come quelle della Calabria interessata, per esempio, da fortissime crisi nel settore dell’agrumicoltura, della cerealicoltura, dell’allevamento per le ricorrenti zoonosi che si vanno cronicizzando o di diverse marinerie costiere».

Quattro gli assi su cui concentrare il confronto e avviare la ricognizione per possibili iniziative di emergenza:

  • la messa in campo di un intervento forte e strutturale sull’indebitamento di sistema legato alle crisi di settori specifici che rafforzi e valorizzi quanto la Regione ha già messo in campo;
  • l’individuazione di quali sono i settori regionali maggiormente colpiti dal dumping di prodotti importati senza che venga garantito il rispetto degli standard ambientali, sociali e di sicurezza per la salute imposti ai produttori calabresi al fine di prospettare interventi per garantire il rispetto del principio di reciprocità;
  • una ricognizione dei costi produttivi reali delle aziende calabresi in modo da integrare le indicazioni contenute dal “Decreto Lollobrigida” di Luglio che ha opportunamente istituito la soglia minima dei costi produttivi delle aziende al di sotto dei quali i contratti commerciali sono illegittimi, anche per prospettare ad ISMEA elementi concreti su cui assolvere al mandato conferito con il decreto del Ministro e e rendere operativa l’indicazione del decreto;
  • il rafforzamento del confronto già avviato con la Rete interregionale Salviamo l’Allevamento di Territorio sulle iniziative necessarie per contrastare le epizoozie e le zoonosi in Calabria e il confronto sulle maggiori criticità delle marinerie calabresi più esposte.

Con l’impegno a tenere l’incontro tecnico e di approfondimento nei prossimi giorni, terminato l’incontro in Regione con l’Assessore Gianluca Gallo, la delegazione del Consiglio Unitario Calabrese con Gianni Fabbris si è recata a Crotone per incontrare il Presidente della Provincia di Crotone, Sergio Ferrari, cui sono stati illustrati i documenti della vertenza e per cui è stata discussa l’opportunità di convocare una iniziativa del Consiglio Provinciale cui proporre l’adozione di atti di sostegno alle richieste. Sempre presso la provincia di Crotone si è tenuto anche l’incontro con il Sindaco di Umbriatico, Pietro Greco, allevatore con cui è stato definito il percorso operativo per l’apertura di uno sportello di assistenza e ascolto degli allevatori colpiti dalle epizoozie (TBC, BRC e Blue Tong) a sostegno delle esigenze di un settore decisivo per il territorio da troppo tempo lasciato nell’incertezza. (rcz)

L’OPINIONE / Salvatore Martilotti: Serve maggiore responsabilità sulla pesca

di SALVATORE MARTILOTTI –  Il 21 novembre è stata la Giornata Mondiale della Pesca,  un’occasione per porre l’attenzione sugli ecosistemi e sulla necessità di garantire livelli di pesca sostenibili a livello globale e locale. Questa giornata è importante per preservare un settore che contribuisce in maniera significativa all’occupazione e a portare sulle tavole le delizie gastronomiche del nostro mare. Nei prossimi mesi, purtroppo, gli scenari potranno cambiare per la riduzione complessiva della flotta per decisione di Bruxelles nel mentre aumenta il consumo di pesce.

Certamente dobbiamo continuare a sostenere una pesca sostenibile per tutelare le imprese di pesca, i pescatori, ma anche i consumatori. Tutti abbiamo il dovere morale di tutelare i nostri mari e le riserve ittiche. Cambiamenti climatici, sovrasfruttamento, pesca illegale, capricci e voglie fuori stagione incidono negativamente sui nostri stock. Questo è un giorno importante anche per le nostre comunità costiere perché siamo chiamati ad una maggior responsabilità sociale nel settore della pesca. Da sempre per i pescatori, e non solo, il mare e la pesca sono veri incantatori ma, a volte, appaiono turbolenze inaspettate. Forse sarebbe opportuno che ci interrogassimo sul ruolo e la funzione sociale a cui deve assolvere l’associazionismo in presenza di forti discrasie che danno un’immagine distorta dei pescatori all’esterno.

La funzione sociale ed economica della cooperazione nella pesca è insostituibile ma, per costruire la speranza di un settore che continui ad essere attraente per le nuove generazioni, è necessario puntare su innovazione e diversificazione. E, pertanto, non è più rinviabile avanzare proposte e suggerire progettualità per l’economia costiera della Calabria. In particolare, qui a Corigliano Rossano, Comune con la maggior estensione litoranea della Calabria, il settore della pesca ha una lunga tradizione, con un’occupazione assai rilevante ed una flotta complessiva fra le più rilevanti della nostra Regione.

A livello regionale e locale bisogna invertire rotta far decollare i distretti ittici nell’ambito delle quattro macro-aree, ma anche far riacquistare centralità nell’ambito della fascia costiera al segmento più rilevante della flotta da pesca calabrese: la piccola pesca artigianale. Bisogna accompagnare il processo di cambiamento nel settore diversificando sempre più l’attività di cattura e integrandosi sempre di più con ambiente e turismo.  In questa direzione potrà essere protagonista di un nuovo sviluppo perché depositaria dell’identità della nostra Comunità costiera, ma anche di saperi e cultura che dovranno essere rinnovati e declinati in linea con le nuove tendenze. La proposta per il decollo del Borgo marinaro come “Piattaforma dell’ittiturismo e del pescaturismo” potrebbe essere una buona opportunità da costruire insieme agli amministratori del nostro Comune.

Tuttavia, per avviare una nuova fase bisogna innanzitutto parlarsi, e questa è una competenza dei nostri amministratori. Convocare il “Tavolo di partecipazione” per incominciare una nuova fase nella programmazione di questo  settore così rilevante nell’economia locale. Sarà anche opportuno intervenire nell’intera filiera della pesca che spazia dal settore primario, alla commercializzazione all’ingrosso e al consumo, alla gastronomia legata al mare, alla cantieristica, per arrivare al turismo costiero.

Occorre tener conto dell’economia del mare, delle importanti opportunità, in particolare, della pesca artigianale in modalità inter-settoriale all’interno dell’economia costiera. Ma, è anche necessario avere un settore trasparente e più organizzato con un agire legale per tutelare e difendere gli interessi sociali ed economici dei pescatori. Bisogna essere ascoltati, per continuare a sostenere questi lavoratori del mare laboriosi, intraprendenti e, soprattutto, rispettosi dei valori che da sempre appartengono alla comunità costiera locale a partire dal rispetto della legalità, ma anche ad attivare una maggior responsabilità sociale per assicurare un lavoro decente con lo sviluppo sostenibile della pesca. (sm)

[Salvatore Martilotti è presidente del Comitato Pescatori Calabria]                                                                  

L’OPINIONE / Salvatore Martilotti: Istituire tavoli di partecipazione per i piccoli pescatori artigianali

di SALVATORE MARTILOTTI – Mare incantevole, spiaggia di sabbia dorata e un borgo marinaro da favola in queste giornate di fine giugno. E allora non si può che andare al mare, e per chi abita in questa zona marina può capitare di emozionarsi ogni volta che torna sulla spiaggia che ha un fascino fuori dal tempo con un mare azzurro e trasparente.

Ma, appena intravedi il “cosiddetto porto a secco” è un colpo al cuore in una spiaggia meravigliosa e, di conseguenza, emerge il disappunto “marinaro” per aver scelto una soluzione abbastanza “irrilevante” senza risolvere niente con l’aggravante, probabilmente, di “sperpero di denaro pubblico”. Ad oggi le “disattenzioni amministrative” non hanno ancora assicurato una presenza legale alle piccole imbarcazioni della pesca artigianale. O qualcuno pensa ancora di aver risolto il problema con l’organizzazione dei servizi per la piccola pesca artigianale? Certamente non si fa fatica a definire “illogico” quello che appare ai nostri occhi poiché lo si è voluto realizzare senza il coinvolgimento delle categorie e delle loro rappresentanze.

Ad oggi registriamo ancora che le tradizionali imbarcazioni dei piccoli pescatori hanno ancora una presenza illegale e distanti diverse miglia da quello previsto dall’articolo 20 del Piano Spiaggia dell’ex Comune di Corigliano Calabro, a nostro avviso, ancora vigente poiché ancora la terza Città della Calabria non ha un proprio Piano Spiaggia approvato dalla Regione. Non vorremmo sembrare irriverenti, ma è possibile che non si riesca ancora ad assicurare una presenza legale alle imbarcazioni dei piccoli pescatori? Questa vicenda è diventata molto emblematica poiché, forse, è stata affrontata con molta leggerezza.

La presenza illegale è preoccupante e assume maggior gravità per diventare, per tanti aspetti, una storia triste. Noi non vogliamo che una storia di mare diventi triste. Bisogna invertire rotta e, come ha dichiarato il nostro Sindaco rieletto per un secondo mandato al quale facciamo i nostri migliori auguri, in tempi relativamente rapidi, bisogna istituire i “Tavoli di partecipazione” anche per i piccoli pescatori artigianali. È fondamentale essere ascoltati e partecipare perché adesso è tempo di stare insieme per garantire un futuro alla pesca artigianale di Schiavonea a partire dalla presenza legale delle piccole imbarcazioni dei pescatori artigianali nel comparto n.3 come previsto dal Piano di Spiaggia Au di Corigliano con la organizzazione dei servizi minimi indispensabili come indicato dalla normativa vigente.

Ma è anche importante avviare iniziative e progetti innovativi puntando, in questa fase di grandi cambiamenti, su diversificazione e innovazione per nuove opportunità di sviluppo e occupazione, attraverso l’ottimizzazione del Comparto n.3 (Lotto area pescatori) istituendo il “Punto di sbarco delle modiche quantità” destinate al consumo locale sbarcate dalle piccole imbarcazioni dei pescatori artigianali. Valorizzare il prodotto ittico locale con il marchio di qualità del “Pesce trasparente di Schiavonea” avrebbe e potrebbe ancora rappresentare una grande opportunità di sviluppo del Borgo marinaro. Sperare di dare una soluzione per assicurare una presenza legale è un impegno che dovrebbe assumere il Comune per tutelare e assicurare un futuro alla pesca artigianale.

Noi che viviamo in un territorio in cerca di equilibrio, sviluppo e certezze per il futuro dovremmo continuare a fare come il mare che rimane sempre unito, ma che sa essere anche generoso e rassicurante. Sappiamo che non è facile, ma noi abbiamo fiducia nel sindaco, Flavio Stasi, così come è importante continuare a farlo “insieme” con passione, spirito di servizio ma anche con dedizione e lealtà con riferimento alla storia, cultura e sensibilità dei piccoli pescatori artigianali di Schiavonea. (sm)

[Salvatore Martilotti è presidente Coop. Pesca artigianale Copenam]

Pesca sardella, Pasqualina Straface: «Finisca stagione delle multe ai pescatori»

La Regione Calabria avvia la pesca sperimentale della sardella e la consigliera regionale e candidata a sindaco di Corigliano-Rossano Pasqualina Straface plaude. «Ci auguriamo – dice – che quella messa in campo con la pesca della sardella sia l’ultima sperimentazione e che finisca presto la brutta stagione delle multe e della repressione nei confronti dei nostri pescatori e di tutte le famiglie che anche su quella risorsa ittica hanno avuto, hanno e dovranno continuare ad avere un forma di sostentamento economica e di dignità».

«È per questo motivo – dichiara la candidata a sindaco di Corigliano-Rossano – che accogliamo con grande soddisfazione l’impegno assunto in questa stessa direzione dalla Regione Calabria con la pubblicazione della Manifestazione d’Interesse per la selezione di barche idonee alla realizzazione di una campagna annuale di pesca sperimentale alla sardella».

«Per troppi anni – continua – i nostri pescatori hanno subito purtroppo in silenzio e quasi con un complesso di inferiorità l’applicazione, a nostro avviso inadeguata o quanto meno sproporzionata da più punti di vista nei suoi effetti repressivi, di regolamenti comunitari pensati a Bruxelles, concepiti senza tenere nella dovuta considerazione, da una parte, i numeri e la portata reale del fenomeno e, dall’altra, il valore storico, culturale e identitario di una tradizione secolare che è stata vietata a trattata come chissà quale pratica illegale e di cui vergognarsi».

«Il nostro approccio di metodo e politico anche al rispetto delle norme comunitarie che non vogliamo più calate dall’alto – aggiunge – era e resto quello della verifica preventiva e puntuale sui territori, del confronto nel merito con le categorie coinvolte, dell’ascolto costante e dell’equilibrio di interessi rispetto alla sopravvivenza culturale ed economica della storica piccola pesca delle nostre coste che, come nel caso di quella oggi praticata dalla grande e prestigiosa marineria di Schiavonea, noi vogliano difendere e promuovere tra le nuove e diverse prospettive di crescita futura della nuova città».

«Del resto – sottolinea – nella nostra visione complessiva di sviluppo eco-sostenibile della città per i prossimi anni, riveste ed avrà un ruolo capitale la riconsiderazione strategica, economica e turistica della nostra risorsa ittica, della nostra identità marinara, del patrimonio identitario della nostra importante flotta peschereccia e, con tutto ciò, del borgo storico marinaro di Schiavonea come destinazione esperienziale e della ricchezza enogastronomica delle tradizioni legate al nostro mare».

«La Regione Calabria deve ora procedere al prosieguo biennale della sperimentazione funzionale alla revisione all’aggiornamento dei Piani di Gestione per la pesca della sardella e selezionerà le imbarcazioni che aderiranno alla manifestazione di interesse che andrà inviata via pec entro martedì 2 aprile. Oltre a Corigliano – Rossano, i porti di sbarco interessati dalla campagna che durerà per tutto il mese di aprile sono, nello Jonio, Cariati, Cirò Marina e Crotone. Sono coinvolte anche le imbarcazioni del Tirreno».

«Il nostro invito ed auspicio – conclude la Straface – è che il mondo della piccola pesca della nostra Città e di tutte le marinerie calabresi interessate colga questa opportunità messa in campo dalla Regione Calabria con la quale ci avviamo fiduciosi a mettere da parte nei prossimi mesi ed anni quella criminalizzazione inaccettabile ed intollerabile della nostra sardella che consideriamo, così come interpretata ed imposta, una brutta parentesi di disattenzione della politica e delle istituzioni a tutti i livelli rispetto al passato, al presente ed al futuro di questa terra». (rcs)

L’OPINIONE / Salvatore Martilotti: Sosteniamo la pesca artigianale per nuove opportunità di sviluppo

di SALVATORE MARTILOTTI – Quando normative dell’Unione europea e vincoli all’utilizzo di tecniche e attrezzi da pesca non sono adeguate alla storia della pesca del mediterraneo, ed in particolare alle specificità nell’uso degli attrezzi stagionali della flotta da pesca artigianale polivalente delle Comunità costiere regionali; quando la burocrazia contribuisce ad affossare il settore; quando c’è carenza di una programmazione regionale, almeno triennale, in stretta connessione con la “Programmazione Ue” e quella nazionale; quando assistiamo al continuo declino della flotta da pesca; quando si finanziano la realizzazione di diversi mercati ittici senza che siano stati mai aperti; quando ancora il prodotto ittico locale non può essere valorizzato per via di una catena distributiva obsoleta; quando non si tiene conto nella gestione del settore delle indicazioni, nell’ambito delle quattro macro-aree più rilevanti della Calabria, della legge di settore vigente (L.R. n.27/04, mai funzionante); quando anche chi dovrebbe tutelare il settore dà una rappresentazione della pesca regionale e locale abbastanza surreale trascurando la profonda crisi che ha messo in ginocchio i produttori e l’intera filiera ittica regionale, allora comprendiamo che siamo in piena campagna elettorale.

Non solo per l’importante appuntamento per il rinnovo del Parlamento europeo, ma anche per il rinnovo di diversi Comuni costieri, alcuni dei quali come Corigliano-Rossano molto rilevanti nell’ambito dell’economia ittica della Calabria. Con un settore pesca in ginocchio, alla politica chiediamo proposte e interventi a sostegno per superare la crisi, soprattutto, per la piccola pesca artigianale. I Comuni costieri dovrebbero essere in prima linea per programmare la realizzazione dei servizi-pesca, sia nell’ambito degli arenili che in quelli portuali, per far svolgere l’attività nel pieno rispetto della legalità ma, soprattutto, per assicurare un futuro a questo importante segmento del settore.

In particolare, in alcuni Comuni costieri, come Corigliano-Rossano, per tutelare la storia e l’identità della marineria, insieme a numeri non trascurabili per l’occupazione e del valore del [., ma in declino se facciamo i conti in tasca alle tante micro-imprese a conduzione famigliare.  Inoltre, la continua presenza ancora abusiva sulla spiaggia storica dei pescatori con il Comune che ha scelto la soluzione peggiore fra quelle possibili, ha contribuito ad affossare il segmento storico della piccola pesca artigianale, mentre le Autorità portuali ripetono che, al momento, ancora non c’è posto per le piccole imbarcazioni della pesca artigianale nel grande porto di Corigliano, già di Sibari. Di sicuro, rassicurano, che se ne potrà parlare, magari, più avanti.

Ad oggi prendiamo atto che abbiamo davanti un quadro preoccupante anche per non aver utilizzato al meglio le risorse dell’Unione europea per accompagnare il cambiamento in atto del settore. Purtroppo constatiamo che la Calabria, quarta regione italiana per sviluppo costiero, conta poco meno del 6% della flotta nazionale ma con circa il 65% del cosiddetto “armamento povero”. Le responsabilità per non aver ammodernato il settore sono diffuse per i mancati interventi strutturali, ma anche per la carenza di una programmazione regionale capace di accompagnare il cambiamento.

Inoltre, hanno contribuito ad accentuare la crisi il progressivo aumento dell’inquinamento litoraneo, la riduzione delle aree abituali di pesca lungo la fascia costiera che stanno, di fatto, determinando un declino costante della pesca artigianale con la riduzione del naviglio, degli occupati, della produzione e del fatturato delle piccole imprese a conduzione famigliare. La tendenza risulta preoccupante se consideriamo che la flottiglia di piccola pesca ha un forte impatto nel tessuto dell’economia locale. Dobbiamo rassegnarci al declino delle Comunità costiere che hanno fatto la storia della pesca calabrese? Noi pensiamo che ancora esistono ampi margini per assicurare un futuro alla pesca artigianale, ma insieme a competenza e professionalità non è più rinviabile il sostegno della Regione e la guida dei Comuni costieri.

E allora per traghettare la piccola pesca fuori dalla crisi e arginare il tracollo dei livelli occupazionali, incominciamo ad utilizzare gli strumenti del Feamp ed, in particolare, a governare i Gal Pesca con forte attenzione, impegno e progettualità. Infatti, il passaggio dalla crisi al futuro passa proprio dall’avvio di un nuovo modello di sviluppo. Uno sviluppo integrato, in una visione inter-settoriale, che per la prima volta, può venire dal mare. (sm)

[Salvatore Martilotti è del Comitato Pescatori Calabria]

Siglato contratto regionale per imbarcati su natanti, Sindacati e parti datoriali: primo e importante passo

È stato siglato nella sede di Confcooperative Calabria il nuovo contratto regionale per gli imbarcati su natanti di cooperative di pesca, valido per il quadriennio 2024-2027, sottoscritto da Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil, Uila Pesca, Confcooperative, Fedagri Pesca, Legacoop – Agroalimentare e Agci – Agrital.

Il contratto regionale prevede, tra gli altri punti, l’istituzione del premio di produttività, la valorizzazione della previdenza complementare, sostenere azioni e attività sul fondamentale tema della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.

«Un primo e importante passo per sostenere e valorizzare un comparto strategico, in una regione con circa 800 km di coste e con un’importante tradizione marinaresca e peschicola, ma che vive un periodo particolarmente complesso e difficile», hanno dichiarato i segretari Michele Sapia (Fai Cisl), Caterina Vaiti (Flai Cgil), Pasquale Barbalaco (Uila Uil), Gregoria Gioffrè (Responsabile Uila Pesca), il Presidente Camillo Nola (Confcooperative), Manuela Asteriti (Vicepresidente Fedagri pesca) e i Presidenti Carmine Liotti (Legacoop – Agroalimentare) e Gennaro Raso (Agci – Agrital).

«Un considerevole e storico risultato per l’intero comparto ittico calabrese frutto di un percorso di confronto regionale costante e intenso tra organizzazioni sindacali e datoriali», hanno aggiunto, sottolineando come «il risultato di oggi debba rappresentare l’avvio di una nuova fase per rilanciare la centralità sia del lavoro degli addetti sia dell’intera filiera ittica che, in termini di occupazione, imbarcazioni e pescato, continua a ridursi costantemente».

«Un comparto che deve essere rimesso al centro della programmazione politica regionale – hanno concluso – per cui occorre creare sinergie tra tutti gli attori coinvolti anche per dare ristoro a pescatori e famiglie duramente colpite anche dalle attuali normative europee, valorizzando la pesca di tipo artigianale e prevendendo ulteriori luoghi regionali di ricerca e confronto». (rcz)

Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil: Fare rete per superare limitazioni Ue a pesca e gambero viola e rosso

«Fare rete per superare le limitazioni UE alla pesca del gambero viola e rosso». È l’appello lanciato dai  Segretari Generali regionali Michele Sapia (Fai Cisl), Caterina Vaiti (Flai Cgil) e Pasquale Barbalaco (Uila Uil) all’assessore regionale alle Politiche Agricole e Sviluppo Agroalimentare, Gianluca Gallo.

Nella missiva, infatti, i sindacalisti serve «un celere intervento e un confronto regionale costruttivo» sulle problematiche, che sono scaturite e che andranno ad aggravarsi, a causa delle limitazioni della pesca a strascico del gambero viola e rosso imposte dal Piano di Azione dell’Unione Europea.

«Una misura che entro il 2030 mira a vietare la pesca a strascico in tutta Europa – scrivono nella missiva – che nelle coste calabresi si traduce in un impatto pesantissimo per migliaia di pescatori e marinerie, in un territorio dove il settore ittico, già profondamente colpito da altre misure e norme europee degli ultimi decenni, rischia davvero di scomparire e di azzerare del tutto il pescato di qualità calabrese».

«In particolare – hanno sottolineato – la pesca a strascico del gambero viola e rosso è una delle pratiche che specialmente nel mare Jonio, garantisce occupazione, reddito e pescato di qualità. Il grave errore, a nostro avviso, è quello di equiparare la pesca nel mediterraneo a quella oceanica, tipica di molti paesi nord-europei, ma ora qui in Calabria sono necessarie ricerche scientifiche accurate e affrontare, come già sollecitato dalle segreterie nazionali di Fai, Flai, Uila nelle opportune sedi, l’impatto sociale che queste scelte europee su limitazioni della pesca a strascico, anche del gambero rosso e viola, hanno su lavoratori, territori e imprese».

«Per questo – hanno concluso i sindacalisti – abbiamo chiesto alla Regione Calabria di unire le forze per promuovere progetti di ricerca e studi che vadano in questa direzione, e individuare forme di ristoro per la pesca calabrese. È indispensabile avviare un confronto regionale coinvolgendo tutti i soggetti interessati per sostenere il lavoro e l’intera filiera ittica calabrese». (rcz)

Allarme per la pesca artigianale sullo Jonio cosentino, il grido del Copenam

La pesca artigianale dello Jonio cosentino è in crisi e il grido d’allarme è lanciato da Salvatore Martilotti.

«Le piccole imbarcazioni dei pescatori artigianali, come non mai, in questo inizio di novembre 2023 “sono in balia delle onde”. Sulla spiaggia storica del Borgo marinaro – dichiara Salvatore Martilotti presidente della “Copenam Cooperativa Pescatori Artigianali” – risultano ancora alla data odierna degli abusivi con un processo in Tribunale che dura da cinque anni per occupazione abusiva di suolo demaniale (10 mq) di due “vuzzi” proprio lì, sulla spiaggia storica del Borgo marinaro che il Piano Spiaggia dell’ex-Comune di Corigliano Calabro, ancora vigente, assegna alla pesca artigianale con una serie di servizi, previsti per legge, da realizzare da parte del Comune per consentire la continuazione dell’attività di pesca nel pieno rispetto della legalità».

«Se sulla spiaggia siamo abusivi e il Comune e dormiente, abbiamo cercato di individuare una soluzione ragionevole che permetta di continuare in maniera legale l’attività – continua Salvatore Martilotti – chiedendo alle Autorità competenti del porto di Corigliano-Rossano di essere autorizzati a portare le barche a remi (con motore fuoribordo) nella seconda darsena del grande porto già di Sibari, oggi di Corigliano Calabro, ma che a noi “marinari” piacerebbe finalmente chiamarlo “Porto di Schiavonea”. La risposta, al momento, è stata negativa perché al momento non c’è posto per autorizzare l’ormeggio in banchina, ma se ne potrà parlare più in là. E così i piccoli pescatori sono in balia delle onde. Dalla spiaggia siamo stati sfrattati perché abusivi, nel grande porto, che fra qualche settimana festeggerà il 56° anno del via all’inizio della costruzione, non c’è posto. E allora a questo punto i rappresentanti delle istituzioni, a partire dal sindaco, non avrebbero il dovere di intervenire per tutelare un comparto economico fondamentale per l’economia locale? L’eventuale (ma noi speriamo di no) mancato intervento delle istituzioni può contribuire a produrre un disastro economico per tante famiglie di “marinari” e dare un colpo mortale alla storica flotta artigianale locale. Anche se, per amor di verità, il declino della pesca costiera artigianale è dovuto, soprattutto, alla crisi strutturale del settore, e a seguire al covid, alle guerre, alla mancanza di servizi-pesca e all’aumento esponenziale dei costi operativi. E così assistiamo all’inarrestabile riduzione degli occupati e alla riduzione, in particolare, della flotta della piccola pesca. Tuttavia, bisogna anche dire che è anche il risultato delle continue disattenzioni delle Istituzioni con l’aggravante di una gestione “scriteriata” e disattenta alle reali esigenze del settore a partire dalla mancata realizzazione dei “servizi minimali” come previsti per legge. La mancata realizzazione di questi servizi, in particolare qui a Corigliano-Rossano, ha prodotto una situazione “inverosimile” con il comparto che sprofonda sempre di più nell’illegalità. Al contrario il Comune dovrebbe attivarsi con serietà per realizzare i servizi necessari, ma anche programmare ed organizzare un settore che è patrimonio identitario e culturale della nostra comunità. Servirebbe una programmazione settoriale intersecata con gli strumenti Ue e nazionali. Purtroppo, al momento, contribuiscono anche al declino la mancanza di strumenti di tutela e di rappresentanza, ma il colpo, forse mortale, l’hanno dato i “soliti ignoti” che, con aria furbetta e “compari importanti”, insieme ai tanti beoni, hanno dilapidato la buona dotazione finanziaria che avrebbe dovuto accompagnare il cambiamento della pesca artigianale attraverso l’ammodernamento e l’innovazione in modalità inter-settoriale. E poi che dire di taluni che si erano preposti come “il nuovo che avanza” e che, invece, stanno contribuendo ad affossare un settore in ginocchio? Ma non è finita perché al danno si aggiunge anche la beffa. Da furbetti consolidati, assistiti da esperti comunicatori, sono pronti, in ogni occasione “che conta”, ad annunciare nuove opportunità per i pescatori artigianali!».

«Purtroppo, la sfortuna continua a perseguitare questa categoria fragile e vessata: su questo tratto di litorale ionico i nostri piccoli pescatori hanno solo assistito a parole al vento e magari a qualche scampagnata con la “chitarrella” che ha solo illuso chi aveva la speranza di interventi concreti a sostegno della categoria. Ma in compenso questi “personaggi senza vergogna, senza etica e morale” – conclude Salvatore Martilotti – stanno raschiando fino in fondo “il pozzo” delle importanti risorse che avrebbero dovuto essere utilizzate per accompagnare il cambiamento della pesca costiera artigianale in modalità inter-settoriale nell’ambito dell’economia costiera. E pensare che per qualche amministratore rappresentano la guida per lo sviluppo dell’economia del mare! Ma!!!». (rcs)

In Calabria scatta il fermo pesca obbligatorio

Da domani, lunedì 4 settembre al 3 ottobre, scatta il fermo pesca obbligatorio per l’area jonica fino a Reggio e, dal 1° al 30 ottobre per il mar Tirreno.

Una situazione grave per il settore della pesca che, come spiegato da Salvatore Martilotti, presidente del Comitato Pescatori Calabria, sta già affrontano un mese delicato in quanto «se da una parte , al momento, c’è una grande attesa per le compensazioni finanziarie approvate e da liquidare da parte della Regione Calabria, dall’altro, forse, per l’aumento esponenziale dei costi operativi, si rende necessario invertire rotta per cercare di assicurare un futuro alla pesca calabrese».

Un cambio di passo «soprattutto, per il ricambio generazionale, ma anche costruire la speranza di un settore attraente con più programmazione da parte della Regione il coinvolgimento necessario dei Comuni costieri, delle Organizzazioni di rappresentanza settoriali, delle imprese di pesca e dei pescatori».

«Serve una svolta nella Programmazione 2021/2027 – ha ribadito Martilotti – per avviare una serie programmazione in linea con quella della Ue e della Programmazione nazionale triennale governata dalla legge regionale di settore (L.R. n.27/2004) per “ottimizzare gli strumenti comunitari pesca”, a partire dai Flag, ma con priorità l’accesso al credito alle imprese di pesca ed una maggiore organizzazione dei servizi pesca nei punti di sbarco».

Martilotti, poi, ha detto che «in questa fase di grave difficoltà del settore pesca abbiamo apprezzato molto l’intervento a sostegno della Regione Calabria ed, in particolare dell’sssessore Gianluca Gallo, e nell’attesa che il Dipartimento Agricoltura, ai sensi del Bando pubblico, liquidi le domande di sostegno a valere sulla Misura 5.68 par. Reg (UE) n.508/2014 “Compensazioni Finanziarie” cosi come approvate con decreto D.G. n. 11772 del 14 agosto 2023, scatta, come previsto dal decreto del Ministero MASAAF, il blocco dell’attività con il fermo pesca obbligatorio continuativo per la flotta da pesca a strascico della Calabria».

«Certamente il fermo pesca obbligatorio 2023 – ha evidenziato – inizia in condizioni diverse dal passato per “una grande boccata d’ossigeno” per le imprese di pesca grazie alla sensibilità dell’assessore Gallo e della professionalità di tutto lo staff pesca del Dipartimento Agricoltura. Da lunedì 4 settembre fino al 3 ottobre 2023 è ferma, nei vari porti, tutta la flotta a strascico e volante del mare ionio fino a Reggio Calabria, così come non si potrà pescare da Bagnara a tutto il tirreno della Calabria dal 1° al 30 ottobre 2023. Ma, di fatto, già da oggi 1° settembre, quasi tutta la flotta a strascico calabrese è ferma nei vari porti regionali con possibili ripercussioni sull’economia locale delle nostre marinerie e non solo».

«Come è noto il fermo biologico della pesca, è imposto ogni anno dal Ministero per permettere alle risorse ittiche di riprodursi – ha spiegato il presidente del Comitato Pescatori Calabria –. Allora niente prodotto ittico locale sulle tavole dei calabresi? No perché la flotta regionale costituita da pesca costiera artigianale potrà garantire la presenza sulle tavole del prodotto fresco. Allo sbarco e nei punti vendita abituali potremo trovare tutte le specie normalmente pescate dalla pesca costiera artigianale che rappresenta la maggioranza della nostra flotta».

«Tuttavia, i prezzi potrebbero subìre aumenti per i maggiori costi operativi delle nostre micro-imprese – ha detto ancora – in prevalenza a conduzione famigliare e dobbiamo anche aspettarci una forte diminuzione delle quantità di pescato sbarcato, che, in particolare, si farà sentire soprattutto nei punti di sbarco più significativi come Schiavonea, Crotone, Catanzaro Lido, Roccella Jonica, Bagnara Calabra, Gioia Tauro, Vibo Marina e Cetraro dove la flotta di motopescherecci a strascico è ben più consistente».

«Oltre al fermo pesca obbligatorio continuativo la flotta a strascico regionale dovrà continuare ad osservare fino 31 dicembre giornate di fermo pesca aggiuntive obbligatorie che per la maggioranza della flotta possono arrivare fino a 66 giornate per lo ionio (GSA 19) mentre per il tirreno (GSA 10) al massimo 45 con un evidente squilibrio fra i due mari regionali. Ma è così che ha voluto l’Unione Europa, sempre per ragioni di sostenibilità – ha concluso – dopo i risultati della ricerca scientifica nelle due GSA con il mare ionio più soggetto a giornate di fermo aggiuntivo obbligatorio rispetto al mare tirreno». (rcz)

La deputata Simona Loizzo lancia un disperato appello per i pescatori

La deputata Simona Loizzo ha lanciato un appello disperato a favore dei pescatori, evidenziando la situazione drammatica in cui si trovano. Attualmente, i pescatori si trovano in una condizione di estrema difficoltà, poiché sono limitati nella loro attività di pesca e rischiano di morire di fame.

Un pescatore ha dichiarato: «La situazione è insostenibile. Con le attuali regole comunitarie, non riusciamo a sopravvivere. Ho una barca di 16 metri e quest’anno ho avuto problemi finanziari a causa dei costi elevati del gasolio e delle restrizioni imposte dalle leggi. Ho una compagna incinta e siamo in una situazione disperata. Ogni volta che usciamo a pescare, dobbiamo fare miracoli per riuscire a portare a casa qualcosa. Non so come faremo. Speriamo che il Ministro Salvini possa aiutarci».

«È evidente – dice la Loizzo – che sia necessario intervenire per risolvere questa situazione critica. I pescatori sono una risorsa preziosa per il nostro Paese e meritano il nostro sostegno. È fondamentale che vengano adottate misure adeguate per garantire loro la possibilità di lavorare in modo sostenibile e dignitoso. Inoltre, è importante che vengano riviste le leggi comunitarie che limitano l’attività di pesca, al fine di consentire ai pescatori di svolgere il proprio lavoro senza restrizioni e di poter garantire un reddito sufficiente per sostenere le proprie famiglie».

Continua Loizzo: «È necessario che le istituzioni e i responsabili politici si impegnino a trovare soluzioni concrete per sostenere i pescatori e garantire la sopravvivenza di questa importante categoria professionale. Solo attraverso un impegno concreto e una collaborazione tra le parti interessate sarà possibile superare questa crisi e garantire un futuro migliore per i pescatori italiani». (rrm)