Non sono passate neanche 24 ore dalla conferenza stampa dell’ex premier Giuseppe Conte che ha indicato le difficoltà di portare avanti un progetto politico senza un vero progetto politico che rilanci il Movimento 5 Stelle, e Beppe Grillo con un lungo post su facebook boccia in modo sprezzante il suo lavoro: «è soltanto una bozza, e via». La rottura pare ormai insanabile il M5S rischia di impantanarsi ancor di più senza alcuna via d’uscita e, soprattutto, una guida “politica2 in grado di oltrepassare questo insostenibile momento di confusione e disorientamento.
Grillo, registra su Facebook un messaggio che non lascia spazio al alcuna intermediazione e lancia una consultazione in rete degli iscritti, però di nuovo sulla piattaforma Rousseau solamente per l’elezione del Comitato direttivo. Non intende sottoporre al giudizio della base le proposte contenute nel nuovo statuto proposto da Conte e, di fatto, tronca qualsiasi ipotesi di compromesso che i capi storici del Movimento (Di Maio in testa) erano convinti di poter portare a compimento.
«Mi sento così – afferma Grillo–: come se fossi circondato da tossicodipendenti che mi chiedono di poter avere la pasticca che farà credere a tutti che i problemi sono spariti e che dia l’illusione (almeno per qualche mese, forse non di più) che si è più potenti di quello che in realtà si è davvero, pensando che Conte sia la persona giusta per questo.
Ma Conte può creare l’illusione collettiva (e momentanea) di aver risolto il problema elettorale, ma non è il consenso elettorale il nostro vero problema. Il consenso è solo l’effetto delle vere cause, l’immagine che si proietta sullo specchio. E invece vanno affrontate le cause per risolvere l’effetto ossia i problemi politici (idee, progetti, visione) e i problemi organizzativi (merito, competenza, valori e rimanere movimento decentralizzato, ma efficiente).
E Conte, mi dispiace, non potrà risolverli perché non ha né visione politica, né capacità manageriali. Non ha esperienza di organizzazioni, né capacità di innovazione.
Io questo l’ho capito, e spero che possiate capirlo anche voi.
Non possiamo lasciare che un movimento nato per diffondere la democrazia diretta e partecipata si trasformi in un partito unipersonale governato da uno statuto seicentesco.
Le organizzazioni orizzontali come la nostra per risolvere i problemi non possono farlo delegando a una persona la soluzione perché non sarebbero in grado di interiorizzarla quella soluzione e di applicarla, ma deve essere avviato un processo opposto: fare in modo che la soluzione decisa, in modo condiviso, venga interiorizzata con una forte assunzione di responsabilità da parte di tutti e non di una sola persona. La trasformazione vera di una organizzazione come la nostra avviene solo così.
La deresponsabilizzazione delle persone con la delega ad un singolo nelle organizzazioni orizzontali è il principale motivo del loro fallimento.
C’è un però. Assumersi la responsabilità significa smettere di drogarsi, smettere di voler creare l’illusione di una realtà diversa da quella attuale ed affrontarla. Insieme, con i tempi e le modalità giuste.
Come una famiglia, come una comunità che impara dagli errori e si mette in gioco senza rincorrere falsi miti, illusioni o principi azzurri che possano salvarla.
Perciò indìco la consultazione in rete degli iscritti al MoVimento 5 Stelle per l’elezione del Comitato Direttivo, che si terrà sulla Piattaforma Rousseau.
Il voto su qualsiasi altra piattaforma, infatti, esporrebbe il Movimento a ricorsi in Tribunale per la sua invalidazione, essendo previsto nell’attuale statuto che gli strumenti informatici attraverso i quali l’associazione si propone di organizzare le modalità telematiche di consultazione dei propri iscritti sono quelli di cui alla Piattaforma Rousseau (art. 1), e che la verifica dell’abilitazione al voto dei votanti ed il conteggio dei voti sono effettuati in via automatica dal sistema informatico della medesima Piattaforma Rousseau (artt. 4 e 6).
Ho, pertanto chiesto a Davide Casaleggio di consentire lo svolgimento di detta votazione sulla Piattaforma Rousseau e lui ha accettato.
Chiederò, poi, al neo eletto Comitato direttivo di elaborare un piano di azione da qui al 2023. Qualcosa di concreto, indicando obiettivi, risorse, tempi, modalità di partecipazione vera e, soprattutto, concordando una visione a lungo termine, al 2050.
Questo aspettano cittadini, iscritti ed elettori.
Una visione chiara di dove vogliamo andare e in che modo.
Il perché, il cosa e il come.
È sempre stata la nostra forza: consentire a tutti di sapere quale sarà il viaggio e accogliere chi è pronto per una lunga marcia». (rp)
di SANTO STRATI – Il 53,1 % dei grillini calabresi promuove il prof. Francesco Aiello come candidato governatore. Il risultato del voto degli iscritti alla piattaforma Rousseau residenti in Calabria (hanno votato 2167, i voti a favore del docente Unical sono stati 1150) svoltosi oggi tra le 10 e le 19 indica nettamente che il Movimento è spaccato in due. Il professore di Settimo Torinese, trapiantato in Calabria, pensava di raccogliere un consenso più ampio, ma il voto non esprime soltanto il tiepido entusiasmo del territorio nei confronti di Aiello, bensì indica chiaramente che metà del movimento è contro qualsiasi ipotesi di avvicinamento al PD e a Pippo Callipo.
L’imprenditore di Vibo aveva lanciato proprio martedì 10 un ulteriore appello ai grillini per un discorso unitario. Ospite a Un giorno da pecora a Radio1 Callipo aveva detto a proposito di Di Maio «Venerdì mi auguro mi chieda di salire sul palco a Catanzaro». E il giorno prima durante il talk poltiico 20.20 dell’ altroCorriere TV aveva dichiarato: «Io vivo in una casa che non ha porte: quando i CinqueStelle vogliono venire in Calabria possono venire da me, facciamo una bella cosa per la mia regione, una vera rivoluzione. Aiello potrebbe ritirarsi e appoggiarmi? Farebbe una cosa bella contro qualche pazzo che vorrebbe venr ad amministrare in Calabria, provenendo da fuori. Mi trovo in sintonia con i Cinquestelle, abbiamo idee abbastanza simili».
I buoni propositi e le aperture di Callipo non hanno trovato dunque accoglienza in poco meno della metà di quanti hanno votato ieri. Ma il quesito della piattaforma Rousseau sottoposto ai calabresi era come, al solito, genericamente ambiguo perché parlava della formazione di liste civiche (che allo stato non esistono proprio) in appoggio alla candidatura del prof. Aiello. Quanti sono gli iscritti alla piattaforma Rousseau in Calabria? È un dato top secret in mano a Casaleggio, che si guarda bene, dal rivelarlo. Certo, se si pensa che il Movimento appena un anno e mezzo fa (4 marzo 2018) in Calabria ha raccolto il 43,39 % dei voti, i 2167 votanti di ieri sembrano davvero pochini se esprimono il territorio, oppure è il segnale evidente che i sondaggi che danno i CinqueStelle al di sotto della soglia minima di accesso alla regione (8%) sono da prendere con la dovuta considerazione. Il fatto è che c’è un diffuso malumore in Calabria in casa grillina e qualcuno sparge sale sulle ferite, insinuando dubbi anche sull’attendibilità del voto di ieri.
Quanto vale Rousseau? Gli iscritti si aspettavano l’utilizzo delle cosiddette “graticole” (ovvero le autocandidature sottoposte al vaglio del territorio per la scelta dei candidati) e si sono ritrovati un nome scelto dall’alto su indicazione dei parlamentari pentastellati calabresi che hanno dato mandato al deputato Paolo Parentela di sondare la disponibilità del prof. Aiello. Disponibilità quasi immediatamente confermata dallo stesso docente, che però ha dovuto subito avvertire i mugugni del territorio che si sente imposti dall’altro nomi e persone. I grillini calabresi avevano opzionato con un certo calore la probabile candidatura di Callipo appena mesi fa per poi vederla svanire nell’arco di una sera. La deputata Dalila Nesci si era proposta con orgogliosa ostinazione, pronta a rinunciare al seggio alla Camera, in nome di un impegno “necessario” per la Calabria: bocciata in pieno da Luigi Di Maio col pretesto che una deroga a suo favore avrebbe innescato una lunga serie di deroghe da parte di altri parlamentari, le cui dimissioni avrebbero richiesto elezioni suppletive difficili da vincere in questo momento. Di Maio, in buona sostanza, preferisce tenere le truppe a sua disposizione, senza rischiare di perdere pezzi per strada. Non ha fatto i conti col territorio e con gli elettori, delusi, stufi e stanchi di non poter partecipare attivamente alle scelte. Venerdì, a Catanzaro, il capo politico del Movimento (se verrà a ufficializzare la candidatura di Aiello) toccherà con mano il malcontento che serpeggia e che lascia immaginare un futuro molto cupo.
Il prof. Aiello, invece, appare soddisfatto e si è affrettato, subito dopo i risultati di Rousseau, a provare ad accendere gli animi. «Adesso – ha detto – c’è bisogno di unità assoluta, e a riguardo vorrò incontrare gli attivisti del Movimento 5 Stelle con cui non sono ancora riuscito a parlare, per definire tutti insieme il nostro progetto politico di cambiamento reale della Calabria. Bisogna lavorare con convinzione, passione, determinazione e collaborazione. Dobbiamo restituire speranze ai calabresi, voglia di partecipare e di superare con il massimo affiatamento la lunga fase di declino e ingiustizia che ha caratterizzato le precedenti amministrazioni calabresi. Soprattutto con le ultime due giunte, la nostra terra e la nostra gente – ha sottolineato Aiello in una nota – hanno subito gli effetti di logiche e pratiche clientelari, del trasversalismo dei vecchi politici, delle diffuse connivenze a palazzo e dell’affarismo dei partiti. Abbiamo l’opportunità straordinaria di introdurre e garantire nuovi metodi di gestione della cosa pubblica, di mandare a casa quel regime che finora ha creato danni in Calabria e alimentato l’emigrazione, determinando uno spopolamento e impoverimento senza precedenti in Europa».
Il docente guarda all’impegno degli attivisti: «Dobbiamo mettere insieme energie, intelligenze, professionalità, competenze, esperienze e l’impegno sui territori per il bene comune, concentrandoci in primo luogo sulle grandi questioni irrisolte: sanità, lavoro, politiche sociali, tutela dell’ambiente, sviluppo economico e valorizzazione del patrimonio calabrese, umano, sociale, di natura, cultura e operosità. Lo faremo con spirito di servizio, coinvolgendo gli attivisti del Movimento 5 Stelle e la migliore società civile, che non crede più ai trucchi e alle promesse dei partiti. Ci vediamo il 13 dicembre alle ore 18,30 all’auditorium Casalinuovo di Catanzaro, per iniziare, insieme a Luigi Di Maio e a tutto il popolo che crede nel progetto civico proposto dal Movimento 5 Stelle, la nostra campagna elettorale con i calabresi, tra i calabresi e per i calabresi».
A destra, intanto, si continua a litigare, con la netta sensazione che si stia lasciando a Salvini l’ultima parola sul candidato: ma quanti sostenitori ha la Lega in Calabria? Chi sono i suoi uomini? Li possiamo contare sulle dita di una mano e il commissario Cristian Invernizzi (che mostra acume e intelligenza ammirevoli) sa bene che in Calabria Salvini vuol fare il poker avendo a malapena una coppia neanche di re. Perché, dunque, i calabresi forzisti accettano le imposizioni e i veti di Salvini che, evidentemente, per fini reconditi e conosciuti solo a lui, ha in mente probabilmente di far saltare il banco? Basterebbe guardare a poco più di 100 giorni fa (quanti ne ha fatti il governo giallo-rosso): la “salvinata” della crisi di governo ha provocato solo danni (e non solo a destra), quindi viene normale pensare che voglia ripetere anche con la Calabria un’altra “salvinata”, in una sorta di cupio dissolvi che davvero risulta inspiegabile anche ai politologi più attenti. La destra divisa (Mario Occhiuto è risoluto a correre da solo) porterà alla disfatta elettorale, questo è evidente, come è evidente che non si possono imporre candidati cui offrire meno di un mese di campagna elettorale.
A Oliverio, del resto, 120 personalità del pd e della sinistra (tra cui il sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà, il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto e molti tra consiglieri regionali, metropolitani, provinciali e comunali) hanno chiesto un passo indietro per «schierarsi apertamente al fianco di Pippo Callipo, candidato sostenuto dal Pd, che costituisce un importante valore aggiunto capace di rispondere alla volontà di riscatto espressa a gran voce dai calabresi». Secondo i firmatari dell’appello il centrosinistra calabrese deve ritrovare l’unità: «non un passo indietro, ma due passi avanti verso una nuova Calabria da costruire insieme». Che è poi quanto ha ribadito Callipo nell’incontro a Vibo con il sottosegretario all’Informazione e dall’Editoria e all’Attuazione del Programma di Governo Andrea Martella: «Basta lamentarsi e piagnucolare, basta sentirsi sudditi, incazziamoci tutti. Non fatevi dire “tanto non cambia niente”, perché con me non sarà così. Io non devo fare affari né favorire nessuno. Insieme dobbiamo fare una rivoluzione dolce, pacifica, ma pur sempre una rivoluzione, un cambiamento totale del sistema attuale di gestione della cosa pubblica. Insieme ce la possiamo fare».
Rivolgendosi a Martella, Callipo ha sottolineato che «Negli anni abbiamo avuto tante passerelle politiche durante le campagne elettorali, ma a noi non basta: vogliamo l’impegno concreto del governo, abbiamo bisogno di un’attenzione costante per la Calabria». Quindi ha lanciato un appello ai giovani: «Non sono un tuttologo, dovete venire a darmi dei suggerimenti, rendetemi partecipe delle vostre competenze, delle vostre idee, dei vostri progetti per restare in Calabria. La meritocrazia in Calabria finora è stata cancellata e non deve essere più così». Martella, che ha mostrato stima per l’imprenditore, ha parlato della «speranza di poter avere una nuova stagione di protagonismo politico della Calabria». «Caro Pippo – ha aggiunto il sottosegretario – c’è davvero un vento di speranza attorno a te. La speranza che le cose possano cambiare e che la Calabria possa dare vita a una nuova storia». Callipo, ha aggiunto ancora Martella, è «la personalità giusta per la svolta della Calabria, un esempio, un modello, un imprenditore che ha sempre rispettato i lavoratori e contrastato la criminalità organizzata. Bisogna fare in modo – ha concluso Martella – che attorno a lui emerga tutta la forza che serve affinché la speranza si trasformi in mobilitazione. Tutti al lavoro, ce la possiamo fare». (s)
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