Il Polo Museale della Calabria partecipa al “Museum Week 2020”

Anche il Polo Museale della Calabria – e i suoi siti di cultura – partecipano alla challenge mondiale, promossa dal Twitter, dall’11 al 17 maggio, dal titolo Museum-Week 2020, il primo Festival culturale internazionale dedicato alle istituzioni sui social media.

Quest’anno, sono sette i temi che accompagneranno questa nuova edizione, una per giornata: 11 maggio: #EroiMW; 12 maggio: #CulturainQuarantenaMW; 13 maggio: #InsiemeMW; 14 maggio: MomentialMuseoMW; 15 maggio: #AmbienteMW; 16 maggio: #TecnologiaMW; 17 maggio #SogniMW.

7 giorni, dunque, per 7 hashtag e 7 temi, dove si potrà postare direttamente sui propri canali social (Facebook, Instagram, Twitter) con una immagine o un video inerente al tema del giorno, o mandare il materiale ai Musei che hanno aderito.

«Dopo aver riflettuto a lungo – si legge in una nota degli organizzatori – abbiamo deciso di modificare il focus degli hashtag per avvicinarci alla realtà della nostra situazione internazionale. Crediamo che ora, più che mai, sia importante sentirci connessi a livello globale».

«Ad oggi – prosegue la nota – quasi la metà della popolazione mondiale è in quarantena e i nostri pensieri vanno a coloro che sono stati colpiti da questa malattia e ai loro cari. Pensiamo a tutti coloro che lavorano in prima linea instancabilmente nelle istituzioni di emergenza e sanitarie per curare i malati, e a coloro che forniscono altri servizi essenziali. Insieme sappiamo che le nostre società possono recuperare. Estendiamo un messaggio di gratitudine e incoraggiamento a tutti quelli che combattono il COVID19».

«All’inizio di quest’anno – si legge nella nota – abbiamo adottato l’hashtag togetherness come tema globale per la MuseumWeek 2020. Ora, più che mai, questa parola ha più valore. L’unione è fondamentalmente ed è l’unico modo con cui l’umanità può affrontare le sfide del 21° secolo. È in gioco la prosperità del nostro pianeta, della nostra gente e delle nostre società. La crisi sanitaria del coronavirus ha rafforzato il nostro desiderio di promuovere con la MuseumWeek questo messaggio universale alle popolazioni confinate e coloro che combattono questa malattia. Vogliamo anche sottolineare la forza della cultura, dell’arte e delle idee a renderci uniti. Ci consentono di creare un legame, di dare un senso alle nostre vite e di realizzare le nostre aspirazioni più forti. Ci permettono di approfondire la nostra comprensione di chi siamo e dove stiamo andando e sono una base per la nostra società globale. La cultura e l’arte sono ciò che contraddistingue la nostra umanità e dobbiamo amarla e celebrarla».

«Ora più che mai – conclude la nota – gli obiettivi della MuseumWeek sono importanti e necessari: consegnare la cultura e l’arte al pubblico di tutto il mondo, in tutto il mondo, consente a voi – istituzioni culturali di tutto il mondo – di estendere i vostri obiettivi su piattaforme digitali».

In Calabria, all’iniziativa partecipano la Galleria Nazionale di Cosenza, la Chiesa di San Francesco d’Assisi di Gerace (RC), La Cattolica di Stilo (RC), Le Castella di Isola Capo Rizzuto (KR), il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, il Museo Archeologico Nazionale di Crotone, il Museo e Parco Archeologico Nazionale della Sibaritide di Cassano allo Ionio (CS), il Museo Archeologico e Parco Archeologico dell’antica Kaulon di Monasterace (RC), il Musei e Parco Archeologico di Locri (RC), il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna (KR), il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium di Roccelletta di Borgia (CZ), Museo Statale di Mileto (VV), Museo Archeologico Nazionale di Amendolara (CS), il Museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme, il Museo Archeologico di Metauros di Gioia Tauro (RC) e il Museo e Parco Archeologico “Archeoderi” di Bova Marina (RC). (rrm)

I Musei della Calabria aderiscono alla “Biennale Arteinsieme”

I luoghi della cultura del Polo Museale della Calabria hanno aderito all’edizione straordinaria della Biennale Arteinsieme – cultura e culture senza barriere, promossa dal Museo Tattile Statale Omero.

L’iniziativa, infatti, ha invitato musei e i luoghi della cultura a pubblicare, sul loro sito e sui loro social, materiale digitale accessibile alle persone con disabilità all’insegna degli hastag #biennalearteinsieme e #laculturanondimenticanessuno.

«Si invitano i musei e i luoghi della cultura – si legge sul sito del Museo Tattile Statale Omero – a raccontare la propria realtà mediante una o più di questa modalità: video con la traduzione LIS o i sottotitoli per le persone sorde e l’audiodescrizione per le persone non vedenti nei video senza parlato; testi con descrizione delle immagini per le persone non vedenti; testi ad alta leggibilità redatti secondo le norme dell’Easy-to-read per le persone con disabilità intellettiva».

La Galleria Nazionale di Cosenza ha aderito alla Biennale per testimoniare vicinanza e solidarietà alle persone con disabilità e per farle sentire parte integrante della nostra comunità. Da lunedì 27 aprile 2020, all’insegna degli hashtag #biennalearteinsieme e #laculturanondimenticanessuno, sui canali social della Galleria nazionale (Facebook, Instagram e Twitter), è stata avviata la nuova rubrica #PalazzoArnoneHistory che attraverso brevi pillole di storia, in forma scritta e audio, racconta le principali vicende legate a questo affascinante edificio, centro propulsore della cultura cosentina, sede della Galleria nazionale di Cosenza e del Polo museale della Calabria. L’interessante rubrica #PalazzoArnoneHistory è a cura dell’intraprendente dottoressa Camilla Brivio, funzionario in forza al Polo Museale della Calabria.

Il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, invece, ha accolto l’iniziativa del Museo Tattile Statale Omero per testimoniare vicinanza e solidarietà alle persone disabili facendole sentire parte integrante della nostra comunità pubblicando, all’insegna degli hastag #biennalearteinsieme e #laculturanondimenticanessuno, un video di presentazione dell’importante busto femminile in basalto nero (databile ad età Claudia, 41-54 d.C.), rientrato al Museo Vito Capialbi dopo il prestito al “Princeton University Art Museum”, con spiegazione audio e sottotitoli. 

Oltre alla descrizione del busto il video contiene, nella stessa forma, la frase: Vicini alle persone con disabilità noi del Museo Archeologico Nazionale Vito Capialbi di Vibo Valentia ci siamo. Torneremo insieme a condividere la gioia della bellezza e il piacere della scoperta del nostro patrimonio culturale.

Vicini alle persone con disabilità. Noi del Museo Archeologico Nazionale Vito Capialbi di Vibo Valentia ci siamo. Torneremo insieme a condividere la gioia della bellezza Il piacere della scoperta del nostro patrimonio culturale.#biennalearteinsieme #laculturanondimenticanessuno#museocapialbi#statue#antichiromani#ancientroman#romanage

Posted by Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia – Polo museale della Calabria on Monday, 27 April 2020

Il Museo e Parco Archeologico Nazionale della Sibaritide, ha aderito, con entusiasmo, all’edizione straordinaria della Biennale Arteinsieme, promossa dal Museo Tattile Statale Omero. L’edizione straordinaria verte sul tema cultura e culture senza barriere; quanto mai opportuna in un periodo, come quello attuale, che mette a dura prova soprattutto le persone più fragili ed in particolare quelle con disabilità.

L’appello lanciato dalla Biennale Arteinsieme ai musei e ai luoghi della cultura italiana per partecipare all’iniziativa volta a testimoniare vicinanza e solidarietà alle persone disabili e per farle sentire parte integrante della nostra comunità è stato accolto dal Museo della Sibaritide che ha proposto alcuni momenti di iniziative realizzate dai Servizi Educativi del Museo con associazioni delle persone con disabilità ricadenti nel territorio dell’antica Sybaris.

Questo è il messaggio che parte dal Museo della Sibaritide: «Vicini alle persone con disabilità. Noi del  Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide di Cassano all’Ionio (Cosenza) ci siamo. Torneremo insieme a condividere la gioia della bellezza e il piacere della scoperta del nostro patrimonio culturale», all’insegna degli hashtag #biennalearteinsieme e #laculturanondimenticanessuno”. Il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide si conferma, così, ancora una volta sensibile e attento nei confronti delle persone meno fortunate.

Il Museo e Parco Archeologico di Scolacium di Roccelletta di Borgia, già impegnato in visite “virtuali” di alcune sezioni della sua collezione, promuove sui canali social eventi a forte contenuto di accessibilità.​ Il primo imperdibile appuntamento è con il ciclo statuario del museo. (mp)

“Viaggio in Italia” attraverso i Musei della Calabria

Il Polo Museale della Calabria ha aderito al flash mob digitale Viaggio in Italia promosso dal Mibact in collaborazione con il Touring Club Italiano e l’Enit, con i luoghi della cultura statali di propria competenza di seguito riportati.

La Galleria nazionale di Cosenza, partecipa sui canali social Facebook, Instagram e Twitter con il MiBACT alla quinta edizione del flash mob fotografico Art you Ready, condividendo con gli hashtag #viaggioinitalia e #paesaggioitaliano due delle più antiche raffigurazioni della Città dei bruzi. La prima, risalente al 1584 e oggi conservata nella Biblioteca Angelica di Roma, commissionata ad un autore sconosciuto proprio dal fondatore della biblioteca romana, il monaco e vescovo agostiniano Angelo Rocca. La seconda, è un’incisione ad acquaforte della città di Cosenza realizzata da Michele Luigi Muzio e tratta dal volume Il Regno di Napoli in prospettiva ad opera dell’abate Giovan Battista Pascichelli pubblicato nel 1703. Questa monumentale opera si propone di raccontare la storia politico-militare, religiosa, urbanistica, economica ed artistica di 148 città e degli annessi territori, nelle 12 provincie costituenti quello che fu un tempo il Regno di Napoli. L’opera è ancora oggi considerata di estremo interesse per gli studiosi perchè espressione della conoscenza diretta del Regno e frutto di accurate e puntuali ricerche, tanto da essere definita già nel XIX secolo “il lavoro più compiuto che venisse pubblicato a quel tempo intorno a quella vasta regione d’Italia”.

 

L’iniziativa è a cura della dottoressa Camilla Brivio, funzionario del Polo museale della Calabria. 

La Cattolica di Stilo (Reggio Calabria), diretto da Rossana Baccari, è attivamente presente alle varie iniziative di comunicazione che il Mibact sta portando avanti in questo periodo. In particolare, per quanto riguarda il flash mob fortografico Art you Ready ha condiviso, con gli hastag che seguono, la veduta della vallata dello Stilaro, immortalata su una litografia dall’artista olandese Escher ai primi del ‘900. Il punto d’osservazione è la zona limitrofa alla Cattolica di Stilo. Ancora oggi questa rappresentazione è fedele alla realtà visibile dallo stesso punto.

La fortezza aragonese di Le Castella di Isola Capo Rizzuto (Crotone), partecipa sui canali social facebook e Instagram con il MiBACT alla quinta edizione del flash mob fotografico Art you Ready, condividendo con gli hashtag #viaggioinitalia e #paesaggioitaliano due raffigurazioni del golfo di Squillace. La prima, risale al 1525 ed è parte della ricca edizione miniata voluta, per il sultano Solimeno il Magnifico, dall’ammiraglio turco ottomano Piri Reis sulla base del suo Kitab-i Bahriye, il Libro della Marina e portolano del Mediterraneo.

La seconda, è una carta nautica dell’area marina protetta di Capo Rizzuto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare risalente al 1991, anno dell’istituzione dell’area protetta con la duplice finalità di preservare il pregevole tratto di costa dal punto di vista ambientale e tutelare il ricco patrimonio archeologico, presente sui fondali marini. 

Il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, diretto da Adele Bonofiglio, ha proposto un viaggio che parte con una bellissima stampa del 1710. Si tratta della pianta delle città di Vibo Valentia, che allora si chiamava Monteleone, contenuta nell’opera dell’abate Giuseppe Bisogni de Gatti, Hipponii seu Vibonis Valentiae, vel Montisleonis, Ausoniae Civitatis accurta Historia, pubblicata a Napoli.  

Continua poi con una incisione del cartografo Giovanni Maria Cassini e si conclude nel Museo dov’è conservata una litografia con la pianta della città di Monteleone.

Scavi di Sibari, Parco del Cavallo

Museo Archeologico Nazionale di Crotone e il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna (C diretti da Gregorio Aversa, hanno partecipato sui canali social Facebook e YouTube al flash mob Viaggio in Italia, con un filmato dedicato alla barchetta nuragica in bronzo, reperto apprezzato e significativo appartenente alle collezioni del Museo archeologico nazionale di Crotone, ci ha permesso di dare luogo ad una narrazione per immagini, con la quale il reperto è stato inquadrato nel suo contesto esplicitandone le funzioni che ebbe nell’antichità come lucerna e simbolo della luce che la divinità garantiva ai naviganti.

«Con l’occasione – si legge in una nota – abbiamo invitato i nostri followers a pubblicare sulle proprie pagine social, delle foto di luoghi cui sono affezionati, magari cercandoli sulle tante carte geografiche condivise dal Mibact e dal TCI, o in antichi atlanti che si hanno a casa, per dare così vita sul web ad un viaggio nel nostro paese attraverso cammini, vie, tracciati e antichi percorsi, già intrapresi nel passato o ancora da immaginare e programmare per il futuro».

Il Museo e Parco Archeologico Nazionale della Sibaritide di Cassano all’Ionio e diretto da Adele Bonofiglio ha condiviso alcune riproduzioni di antiche mappe della Calabria e dell’area archeologica di Sibari. Nel 730-720 i Greci fondarono Sybaris, fiorente centro commerciale in cui transitavano le merci provenienti dall’Asia Minore. La sorte di Sibari fu segnata dalla guerra contro un’altra importante città greca, Crotone, che culminò con la battaglia del Traente (510 a.C.) e un assedio di settanta giorni, a seguito del quale il sito fu distrutto e allagato dalla deviazione del fiume Crati.

I sopravvissuti fondarono nel 444 a.C. la nuova colonia di Thurii, sullo stesso sito progettata dal famoso architetto Ippodamo da Mileto. Nel 192 a.C. la città fu nuovamente fondata come colonia romana, col nome di Copiae, che fu cambiato nuovamente in Thurii, in segno di continuità con l’antico passato della città. Sono state, inoltre, proposte, una planimetria del Parco del Cavallo, il sito tra i più estesi e importanti del Mediterraneo per quanto riguarda l’età arcaica e classica. Si trova al km 24,00, a monte della S.S.106 jonica (E90) e le cartine geografiche provengono dal volume “Calabria Citeriore – Archeologia in provincia di Cosenza” di G. Troiano e A. Paladino.

I Musei e Parco Archeologico Nazionale di Locri e il Museo Archeologico e Parco Archeologico dell’Antica Kaulon di Monasterace diretti da Rossella Agostino hanno partecipato alla quinta edizione del flash mob fotografico Art you Ready, condividendo con gli hashtag #viaggioinitalia e #paesaggioitaliano postando sui rispettivi  FB, immagini tratte:
–  dall’itineraio pictum di età romana ripreso in età medievale e noto con il nome di Tabula Peutingerina. L’immagine evidenziata riprende il tratto di costa della odierna Calabria ionica dove ricade il sito archeologico dell’antica Kaulon.
–  dal Codice Carratelli, un interessante  documento cartaceo del XVI secolo dove con la tecnica dell’acquerello sono riprodotti luoghi fortificati del territorio della Provincia di Calabria Ultra del Regno di Napoli. Per Locri è stato scelta la raffigurazione della Torre di Pagliapoli, ritenuta una vera e propria opera fortificata della costa ionica meridionale. 

Il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium di Roccelletta di Borgia, la cui referente è Elisa Nisticò, ha aderito al flash mob fotografico #artyouready con Viaggio in Italia, per raccontare, attraverso foto, immagini del passato, carte geografiche il #paesaggioitaliano.

Le quattro foto scelte: si inizia la giornata con la carta geografica della Calabria nell’affresco di Egnazio Danti nella Galleria del Belvedere in Vaticano, datata al 1580; si prosegue con la tabula Peutingeriana raffigurante la Calabria, una copia del XII-XIII secolo di un’antica carta romana che mostra le vie militari dell’Impero romano; nella terza foto, l’immancabile sagoma della nostra #roccelletta così come raffigurata nel Codice Romano-Carratelli, un manoscritto cartaceo risalente alla fine XVI secolo. Si compone di 99 acquerelli raffiguranti città fortificate, castelli, apprestamenti difensivi e territorio della Provincia di Calabria Ultra del Regno di Napoli; l‘ultima foto è una cartolina d’epoca, una immagine di altri tempi: raffigura S.Maria della Roccella vista i grandi viaggiatori del passato. In questo caso dall’Abate di Saint-Non.

Tra il 1759 e il 1761 visitò l’Inghilterra e successivamente l’Italia, rimanendo particolarmente impressionato dal Sud Italia, soprattutto dalla Calabria e dalla Sicilia. Scrisse un’opera enciclopedica illustrata da lui stesso intitolata Voyage pittoresque ou Description des Royaumes de Naples et de Sicile, dove riporta resoconti e impressioni da lui raccolte tra il 1781 e il 1786. Questa sua opera è stata illustrata con disegni dei migliori artisti, tra cui Jean Duplessis-Bertaux, in parte riprodotti proprio dallo stesso Saint-Non.

Il Museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme, il cui referente è Gregorio Aversa, ha preso parte sulla sua pagina Facebook  alla quinta edizione di ArTyouReady, il flash mob digitale promosso dal MiBACT e dedicato in questo weekend al #viaggioinitalia e alla scoperta del #paesaggioitaliano attraverso la condivisione di antiche mappe e carte geografiche del Belpaese. 

Per l’occasione in un primo post si è pubblicato un estratto della ‘Tabula Peutingeriana’, famosissima copia medievale di un ‘itinerarium pictum’ di epoca romana. Si tratta non già di una realistica rappresentazione cartografica del paesaggio, ma di una raffigurazione schematica del ‘cursus publicus’, la grandiosa rete viaria costruita dai romani, con l’indicazione delle varie stazioni di sosta, dei principali luoghi di interesse e delle distanze fra le varie tappe. Oggi conservata nella Biblioteca Nazionale di Vienna, la ‘Tabula’ è disegnata su un rotolo di pergamena lungo 6,80 m e suddiviso in 11 parti. Mostra 200.000 Km di strade, arrivando fino al Vicino Oriente e all’India. Nel ‘Segmento VI’ è raffigurata la nostra regione, il ‘Bruttium’, in cui il territorio lametino si situa nell’area
compresa tra il fiume ‘Tanno’ (Amato?) e il fiume ‘Crater’ (Savuto?), ove sorgeva la ‘statio’ di ‘Aque Ange’, da localizzare forse presso Bagni di Caronte.  In un secondo post si è reso un omaggio al borgo di Nicastro, che ospita il nostro Museo, con la pubblicazione della più antica rappresentazione grafica della città: un’incisione ad acquaforte tratta dall’opera di Giovan Battista Pacichelli ‘Il Regno di Napoli in prospettiva diviso in dodeci provincie’, composta nel 1693, ma stampata postuma a Napoli nel 1703.

Le iniziative sono state curate dalla dottoressa Rosanna Calabrese, funzionario archeologo del Polo museale della Calabria

Il Museo Archeologico di Metauros di Gioia Tauro, la cui referente è Simona Bruni, ha partecipato sui canali social con il MiBACT al nuovo appuntamento che rappresenta la quinta edizione di Art you Ready, il fash mob digitale che coinvolge gli italiani in eventi sul web durante queste giornate in cui sono costretti a restare a casa. Con gli #viaggioinitalia e #paesaggioitaliano, il Museo archeologico di Mètauros rimane aperto virtualmente condividendo le immagini di una carta nautica del 1627 che mostra le Due Calabrie e della Tabula Peutingeriana, copia del XII-XIII secolo di un’antica carta romana che mostra le vie militari dell’Impero romano, che illustrando i raccordi viari tra i luoghi traccia anche il collegamento con Metauria (nome romano di Gioia Tauro) attraverso la Via Popilia (pressoché l’attuale tracciato dell’autostrada A3) occasione per valorizzare e riscoprire il segno dei luoghi attraverso vie, tracciati e antichi percorsi. (rrm)

In copertina, Tabula Peutingeriana del Museo di Mètauros

Il Museo della Sibaritide e il “Vito Capialbi” celebrano il “Dies Natalis di Roma”

Il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide di Cassano allo Ionio e il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, hanno ricordato  il Dies Natalis di Roma, il Natale di Roma.

Il Museo Nazionale Archeologico della Sibaritide lo ha fatto attraverso alcune immagini di Copia, nome augurale che indica abbondanza, scelto dai romani per la colonia latina dell’antica Sybaris dedotta nel 194 a.C. in una situazione territoriale di decadenza. 

La città, completamente romanizzata, vive un progressivo sviluppo, divenendo nell’84 a.C. municipium romano e vivendo un periodo di pace e prosperità. La floridezza del centro raggiunse il culmine in età Agustea: le numerose riforme in campo legislativo, amministrativo, religioso economico, inaugurano una nuova stagione per l’impero. Nelle fonti letterarie la città continua ad essere chiamata Thurii nonostante sulle monete compaia il nome Copia. Copia-Thurii divenne una tranquilla città dell’impero, ricordata da Cicerone come “luogo appartato, con una campagna ben coltivata e con uno dei pochi porti praticabili della costa Ionica”.

Il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, invece, ha ricordato la fondazione di Roma celebrandola sui suoi canali social; la ricorrenza è stata messa in relazione ad un’altra fondazione che riguarda da vicino il territorio vibonese, ossia la deduzione della colonia latina di Valentia.

Sono trascorsi ben 2773 anni dalla fondazione dell’Urbe! Secondo la tradizione infatti, la Città fu fondata il 21 aprile del 753 a.C., sul colle Palatino; la data fu definita da Marco Terenzio Varrone, il quale la stabilì tenendo conto della lista dei consoli e degli anni di regno dei sette re di Roma. 

La città ebbe origine, secondo il mito, per volontà di Romolo che una volta presi gli auspici tracciò il “sulcus primigenius”, ossia i confini sacri della città, delimitando tutto il Palatino e dandogli il nome di Roma! 

Nel corso del tempo l’Urbe assunse sempre maggiore importanza e potenza, espandendo il suo dominio sulla penisola italica e su tutto il Mediterraneo. Livio riferisce che nel 192 a.C. venne dedotta una colonia nel territorio dei Bretti, con il nome di Valentia.  Le élite cittadine di Vibo Valentia furono legate sin da subito alle principali personalità politiche di #Roma, come dimostrano le domus del quartiere S. Aloe nei pressi del quale sono stati ritrovati anche il bellissimo ritratto marmoreo di Agrippa, genero e generale di Augusto, e la statua di palliato esposti nel Museo.

Un “ricordo” davvero suggestivo che testimonia l’antica storia (Sybaris e Hipponion) di questo straordinario lembo di Calabria. (rrm)

 

Al Polo Museale della Calabria la cultura non si ferma: tante le iniziative nei Musei

Al Polo Museale della Calabria, guidato dalla dott.ssa Antonella Cucciniello, la cultura non si ferma, con una serie di iniziative promosse nelle sedi afferenti.

Il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia si racconta e apre virtualmente le sue sale ai visitatori attraverso la pubblicazione di post settimanali relativi alle sezioni e ai reperti che esso custodisce; grazie all’uso dei canali social, anche in questo particolare periodo in cui non si può accedere fisicamente nelle sue sale, la cultura non si ferma.

Il 7 aprile è stata celebrata, come ogni anno, la giornata mondiale della salute, patrocinata dall’OMS e da altre organizzazioni collegate. Quest’anno la giornata si è celebrata in piena emergenza sanitaria internazionale, focalizzando dunque l’attenzione sul personale sanitario che si trova in prima linea ad affrontare la pandemia.  

Il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” ha aderito alla campagna social promossa dal MiBACT, dedicando ai medici, infermieri e a tutto il personale sanitario i fiori sbocciati nei vasi che abbelliscono il suo cortile. Un modo per essere vicini e per ringraziare questi professionisti che ogni giorno affrontano con impegno e abnegazione l’emergenza data dal Coronavirus.  Il Mibact, ha lanciato lo scorso 29 marzo il flash mob del Patrimonio Culturale Italiano. Il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” ha aderito alla campagna, invitando tutti alla condivisione di foto degli spazi del museo.

Il 25 marzo, data che gli studiosi individuano come inizio del viaggio ultraterreno della Divina Commedia, si è celebrata per la prima volta il Dantedì, la giornata dedicata a Dante Alighieri recentemente istituita dal Governo.

Il sommo Poeta simbolo della cultura e della lingua italiana è stato celebrato anche al Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia, nel quale sono custoditi alcuni reperti che rappresentano delle sirene, figure mitologiche dal corpo metà uccello e metà donna. 

È stata dedicata al paesaggio italiano la quarta edizione di “Art you ready. Il Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” ha aderito alla campagna, invitando tutti alla condivisione di foto di panorami, borghi e tutto ciò che riguarda le bellezze paesaggistiche del nostro paese.  Il Museo ha pubblicato delle immagini del paesaggio che circonda il Castello, che rappresenta la sua sede istituzionale. 

Il Museo e Parco Archeologico Nazionale della Sibaritide, ha inserito, periodicamente, sui social, foto e video di reperti archeologici e articoli che raccontano il Museo; ha realizzato un cruciverba, di un rebus e di una cartolina pasquale. Inoltre, in occasione del Dantedì, del flash mob #artyouready e la Giornata Mondiale della Salute, sono state postate foto, immagini e notizie. 

Musei e Parco Archeologico di Locri, invece, per la celebrazione del Dantedì si è avvalsa di una graziosissima cartolina virtuale con veduta del Complesso Museale Casino Macrì, caratterizzato dalle piante di rose offerte ai sanitari in piena attività per questa immane tragedia da debellare: il Covid-19. Grande attenzione ai rapporti con i suoi “fedelissimi” tramite i social: dai graditissimi auguri pasquali alle suggestive immagini dei luoghi archeologici della Locride. 

Il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium di Borgia (CZ), ha proposto una iniziativa dal titolo Nature – Quaderni di didattica. Tre gli appuntamenti imperdibili: Colora il reperto, dove il museo ha messo a disposizione sui social alcuni disegni da colorare; sezione ludica – scolacium4fun – sessione ludica su Instagram e Facebook, con giochi a tema storico per conoscere più da vicino il parco e il museo, per divertivi e imparare giocando. Puzzle, cruciverba, rebus e molti altri giochi divertenti per passare il tempo in questa quarantena e sezione video sui social, con visita guidata virtuale al femminile alla scoperta delle tracce lasciate dalle cittadine di Scolacium. 

Contributi video per conoscere e scoprire  le statue togate, il fiore all’occhiello della collezione museale. Alcuni video ci permetteranno di conoscere meglio i togati del foro e del teatro e i componenti della famiglia imperiale attraverso commenti e spiegazioni per immagini. 

Visita guidata virtuale- Scolacium Bizantina. Contributo video per proporre una visita alternativa alla scoperta di un periodo che ha segnato la vita della comunità scolacense dopo la caduta dell’Impero romano. Visita guidata virtuale – i Marmi: le teste ritratto. Contributo video e audio per conoscere più da vicino questi reperti eccezionali conservati nel museo. Visita guidata virtuale – Il foro romano di Scolacium. Contributo video e audio alla scoperta della piazza della colonia romana. #abbracciamuseo 

Con un evento Facebook, all’inizio di questa lunga quarantena, abbiamo invitato i nostri visitatori virtuali a inviarci video o foto che verranno raccolte in un unico video che verrà postato per mettere fine a questo periodo di chiusura.  

Il Museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme, a seguito della chiusura al pubblico imposta dall’emergenza sanitaria, attraverso la propria pagina FB (https://www.facebook.com/museoarcheologicolametino) ha continuato a tenere aperte virtualmente le sue porte. Con gli obiettivi di mantenere viva l’attenzione di tutti sulla propria collezione e di continuare ad essere presente nella vita della comunità lametina, ha attivamente preso parte alle iniziative e alle campagne social promosse dal Mibact con numerose iniziative: rubriche quotidiane, come quelle della mattina; #unrepertoalgiornolevailmedicodicoditorno”; #lezionedistoriadomicilio” e quella serale “#chesifastasera?”, in cui tra il serio e il faceto sono stati presentati i reperti del museo, proposti approfondimenti su tematiche archeologiche, storiche e artistiche e dati consigli su come passare la serata, suggerendo libri, saggi, film, documentari, musica, opere teatrali e anche cartoon e favole animate per i più piccoli; un breve video-tour, fissato in alto nella pagina FB, che accoglie i followers, permettendo di effettuare un giro virtuale tra le sale del museo chiuso; l’evento FB “#iorestoacasa #ABBRACCIAMUSEO”, con cui si è preso parte all’iniziativa promossa dal Museo e Parco Archeologico di Scolacium e condivisa anche dagli altri istituti del Polo; nell’ambito delle celebrazioni dedicate dal MiBACT al sommo poeta Dante Alighieri ha organizzato due eventi: “Aspettando il #Dantedì” (24 Marzo) e “#IoleggoDante, ma in calabrese!” (25 Marzo), con un inedito video in cui vengono recitate alcune terzine del XXVI Canto dell’“Inferno” tratte dalla versione calabrese della “Divina Commedia” del poeta acrese Salvatore Scervini; nell’ambito delle celebrazioni per “#Raffaello2020”, nel cinquecentenario dalla scomparsa del grande artista del Rinascimento Italiano, ha organizzato l’evento “Raffaello Sanzio: uno di noi!”, presentando un aspetto ai più sconosciuto di questo straordinario personaggio, che fu a suo tempo una sorta di Soprintendente-archeologo ante litteram. Si è proposto un excerptum della lettera di denuncia che scrisse a Papa Leone X, per condannare il grave stato di degrado e abbandono in cui versavano a suo tempo le vestigia dell’antica Roma, “ossa senza carne”.

Nella settimana Santa, poi, ha realizzato post di approfondimento sulle più antiche celebrazioni liturgiche pasquali, facendo scoprire testi poco noti di autori di epoca tardo-antica. Tra questi un suggestivo passo dell’Itinerarium  Egeriae (381-384 d.C.), il primo ricordo che si abbia della celebrazione della Domenica delle Palme. Tutte le iniziative sono state curate dalla dottoressa Rosanna Calabrese, funzionario archeologo del Polo museale della Calabria.

Il Museo Archeologico di Metauros di Gioia Tauro partecipa, sui canali social, alla campagna nazionale #iorestoacasa promossa dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con il Ministero della Salute e la Protezione Civile, per favorire comportamenti di responsabilità collettiva nel rispetto delle limitazioni degli spostamenti delle persone fisiche previste nei decreti governativi per la gestione dell’emergenza da pandemia Covid-19 (il cosiddetto Coronavirus).

Tante le iniziative, con lo slogan “La cultura non si ferma” e con gli hashtag # iorestoacasa e #abbracciamuseo: Il Museo rimane aperto virtualmente attraverso una serie di iniziative social che permettono la condivisione con gli utenti di contenuti, visite guidate ed eventi.

In particolare, vista la programmazione annullata a causa dell’emergenza sanitaria, la sede Museale ha messo in campo alcune attività social che si descrivono brevemente: Il Museo aderisce alla campagna social #iorestoacasa, con la condivisione giornaliera di foto o video. Attraverso i reperti presenti nel museo si propongono approfondimenti sui canali Facebook e Instagram, per consentire viste guidate e approfondimenti virtuali sulla collezione esposta e la pubblicazione di “crucipazzel” archeologici.

Con #abbracciamuseo, Il Museo ha aderito all’iniziativa su facebook del contest video e fotografico, di cui è promotore il Museo e Parco di Scolacium, lanciato con l’hastag #abbracciamuseo, con il quale si invitano i visitatori e gli utenti a raccontare le loro giornate e a salutare e abbracciare virtualmente il museo. 

Il Museo Archeologico di Mètauros di Gioia Tauro (Reggio Calabria) ha partecipato il 25 marzo, sulla pagina FB istituzionale del Museo, al Dantedì iniziativa del Consiglio dei Ministri per la giornata celebrativa. Per il Dantedì, c’è stata la presentazione litografie Gustave Dorè, Divina Commedia illustrata dell’Ottocento e proiezione video L’incontro infernale tra il Sommo e il traghettatore delle anime perdute.

All’interno del Museo Archeologico Nazionale di Mètauros sono custoditi moltissimi reperti provenienti dai corredi tombali della necropoli ritrovata in contrada Due Pompe –fase magnogreca della città.  I corredi tombali esposti a Mètauros rappresentano le suggestioni legate alla cultura dell’oltretomba e agli usi della deposizione che attraverso il corredo dava forma all’immateriale legame tra la vita terrena del deposto e la sua vita nell’aldilà.

Inoltre, grazie alla collaborazione dell’architetto e scenografo Lorenzo Pio Massimo Martino sarà pubblicato il video “Michelangelo racconta Caronte dell’Alighieri,” (Commedia narrata a cura di Lorenzo Pio Massimo Martino).

Per l’iniziativa #ioleggodante, è stato pubblicato, online, il fumetto Mètauros della sede museale realizzato da Federico Manzone e reso visibile online il 25 marzo.

Lo storyboard realizzato dal fumettista, riprende le figure mitologiche e legate all’oltretomba in virtù delle collezioni che denotano il museo come “museo delle necropoli”.

E ancora, tra le iniziative, visita virtuale del Museo; pubblicazione dell’estratto del video su Raffaello, pubblicato in occasione dei 500 anni del divin Pittore; in occasione della Giornata Mondiale della Salute, è stata realizzata una cartolina virtuale con un omaggio floreale tratto dalla collezione archeologica –  Bottiglia in vetro soffiato con motivi vegetali e fitomorfi – Tomba 42 2. Bottiglia in vetro soffiato con motivi floreali applicati di probabile produzione orientale (area siriana), fine III-IV sec. d.C. – Corredo Tomba 13; per il lunedì dell’Angelo, approfondimento archeologico -cratere attico a figure nere del corredo della Tomba 60 [fine VI secolo a.C. (520-490)] e, dulcis in fondo, la campagna MiBACT #ArtYouReady dove il tema è stato il #paesaggioitaliano: per l’occasione abbiamo proposto alcune immagini d’epoca del contesto urbano di Gioia Tauro sede del Museo Archeologico che, ospitato all’interno del settecentesco Palazzo Baldari, si innesta nel quartiere storico di pian delle fosse. (mp)

Il Polo Museale della Calabria racconta l’universo dantesco con i “tesori” della Calabria

Anche il Polo Museale della Calabria, come tantissimi altri luoghi culturali, hanno festeggiato il Dantedì, la Giornata dedicata al Sommo Poeta Dante Alighieri, con tante iniziative culturali.

Il Polo, guidato dalla dott.ssa Antonella Cucciniello, ha voluto esplorare ed evidenziare, con i siti culturali della Calabria, le simbologie, le similitudini e i richiami esistenti con l’universo dantesco.

Chiesa di San Francesco d’Assisi di Gerace

Dante, immaginando tra i beati, gli spiriti sapienti che risplendono nel IV cielo o cielo del Sole, ricorda la figura di San Francesco d’Assisi nel XI Canto del Paradiso.

Definito il serafico in ardore, ossia ardente di carità come un serafino, e con mirabili versi ne descrive l’amore mistico con Madonna povertà, la sposa che Francesco prima di morire affiderà ai suoi discepoli.

«…privata del primo marito
millecent’anni e più disperata e scura
a costui si stette senza invito…»
(vv. 64-66)

«La loro concordia e i lor lieti sembianti
amore e maraviglia e dolce sguardo
facieno esser cagion di pensier santi»
(vv.
76-78)

Quando a colui ch’a tanto ben sortillo
pacque di trarlo suso a la mercede
ch’el meritò nel suo farsi pusillo
a’ frati suoi, sì com’a giuste rede
raccomandò la donna sua più cara
e comandò che l’amassero a fede;
e del suo grembo l’anima preclara
mover si volle, tornando al suo regno,
e al suo corpo non volle altra bara.
(vv. 109-117)

La luce spirituale con cui il sommo poeta rappresenta Francesco rifulge come quella del sole che sorge nell’equinozio di primavera e con lo stesso splendore brillano i colori dei mosaici che adornano gli altari della Chiesa di Gerace a lui intitolata e dedicata al suo ordine religioso.  Tra i riquadri dell’altare maggiore che riproducono immagini realistiche della città, uno in particolare rappresenta con delicati dettagli una scena di vita quotidiana dei frati che abitavano il convento francescano.

Il Museo e Parco Archeologico Nazionale di Sibari di Cassano allo Ionio (CS)

diretto da Adele Bonofiglio, all’interno del Museo è custodito un peso ornamentale decorato con motivo a labirinto, datato IX-VIII sec. a.C.

Il reperto collega il mito del Labirinto con Arianna il cui filo della tessitura riporta Teseo alla luce e quindi all’attività femminile della tessitura. Anche nella Divina Commedia il lettore si smarrisce in una “selva oscura” e si ritrova compiendo un viaggio individuale e collettivo entro il dedalo di un labirinto: il labirinto della coscienza e del significato in cui tutto ciò che è detto rimanda ad un Altrove. Nella Divina Commedia c’è un Labirinto tracciato dall’Inferno – Purgatorio – Paradiso. È quello descritto da Ulisse.

«Nell’Inferno Dante colloca il Minotauro nel VII Cerchio dove sono puniti i violenti e lo introduce all’inizio del Canto XII. Spesso accostato al peccato della lussuria, il Minotauro è un ostacolo da superare per percorrere una nuova strada, più giusta e corretta. Il Labirinto rappresenta quindi nella sua accezione mistica, un processo di iniziazione, un rituale personale di ascesi».

Museo Archeologico Nazionale di Crotone

Nel canto XIX del Purgatorio Dante sogna una “femmina balba”, cioè una donna balbuziente, storpia che pian piano diventa sempre più bella e accattivante e si rivela al Sommo Poeta come Sirena. Subito dopo ne appare un’altra, dall’aspetto virtuoso che la contrasta, finché interviene Virgilio a squarciare le vesti della prima, facendone apparire il ventre putrido e puzzolente.

Svegliatosi spaventato, a Dante il Vate spiega che la prima delle due donne rappresenta la cupidigia dei beni materiali, la seconda simboleggia la temperanza. Significato del sogno è che l’uomo deve contrastare la cupidigia attraverso la temperanza: controllando cioè i propri istinti e desideri materiali, egli può frenare l’avidità e ogni brama smodata.

Sulle monete della città greca di Terina è  raffigurata una donna alata, da alcuni studiosi interpretata come immagine della sirena Ligea. Terina fu fondata dall’achea Kroton, dove gli unguentari in bronzo erano particolarmente diffusi: essi forniscono la migliore rappresentazione di questo ambiguo essere mostruoso!

Nei versi 19-29 del XIX Canto del Purgatorio, Dante scriveva così

“Io son”, cantava, “io son dolce serena,
che’ marinari in mezzo mar dismago;

tanto son. di piacere a sentir piena!

Io volsi Ulisse del suo cammin vago
al canto mio; e qual meco s’ausa,

rado sen parte; sì tutto l’appago!”

Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia

All’interno del Museo Archeologico Nazionale di Vibo Valentia sono custoditi alcuni reperti che rappresentano delle sirene, figure mitologiche dal corpo metà uccello e metà donna. Le Sirene compaiono nel XII libro dell’Odissea, nel quale si racconta di Ulisse che, dopo aver lasciato la maga Circe, riprende il suo viaggio.

Giunto presso un gruppo di scogli a sud della penisola di Sorrento, al largo delle Isole Sirenuse, incontra le Sirene che, con il loro canto, cercano di trattenere i naviganti. Le sirene sono note per il loro canto ammaliatore, affascinante ma molto pericoloso per i naviganti, che promette di svelare tutto ciò che accade o è accaduto sulla terra.

Il loro canto dunque si mostra come una promessa: se Ulisse si fermerà presso di loro, se ne andrà sapendo più cose; ma cedere alla tentazione della conoscenza porta a rompere i legami famigliari e a morire. Ulisse però, grazie ai consigli di Circe, riesce ad oltrepassare il pericolo. Ulisse e Dante.

L’Ulisse dantesco è simile a quello classico, dotato di insaziabile curiosità e abilità di linguaggio e compare nel XXVI canto dell’Inferno, sottoforma di fiamma. Egli racconta le peripezie del suo viaggio di ritorno da Troia e come, spinto dalla sete di conoscenza, cerca di convincere i suoi compagni a proseguire il viaggio pronunciando la famosissima frase: “Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti,  ma per seguir virtute e conoscenza”. Sete di conoscenza che lo porterà alla rovina.

Musei e Parco Archeologico Nazionale di Locri (Reggio Calabria)

In sintonia con il museo di Vibo Valentia che per il Dantedì  ha proposto un collegamento tra mondo antico e mondo ricordando Ulisse, il canto ammaliatore delle Sirene e il suo incontro nel XXVI Canto dell’ Inferno con Dante, il museo di Locri, con l’intento di creare un fil rouge – soprattutto in un momento così difficile per la nostra società – tra i musei calabresi e il loro ricco e sfaccettato patrimonio, ha voluto testimoniare la presenza di manufatti raffiguranti le Sirene esposti lungo il suo percorso espositivo.

Una produzione degli artigiani locresi che lavoravano ed abitavano nel quartiere di Centocamere, oggi visitabile nell’area del parco archeologico di Locri: balsamari in terracotta di diverse dimensioni, conformati a sirena caratterizzata da una lunga capigliatura a trecce e orecchini discoidali con funzione di ex voto dedicati a Persefone regina degli Inferi, agli specchi in bronzo il cui manico riproduce le fattezze di questa suggestiva figura che con il suo canto irretiva gli uomini. Produzioni che tra VI e V secolo a.C. costituiscono una delle espressioni più caratteristiche dell’artigianato locrese.

Sui canali social del museo di Locri  è stato divulgato il ricordo di Dante con il collegamento al mondo greco attraverso il manufatto scelto. 

Museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme

Il Museo archeologico Lametino ha spostato in rete tutte le iniziative organizzate per il primo Dantedì, diviso in due giornate.

Sulla pagina Facebook del museo l’appuntamento si è tenuto martedì 24 marzo il pre-evento Aspettando il #Dantedì, durante il quale Laura Montuoro, socio della Società Dante Alighieri – Comitato locale Soverato, citando alcune terzine del XV Canto del “Paradiso”, ha invitato i followers a partecipare attivamente alle celebrazioni.

Per l’appuntamento nazionale fissato dal MiBACT per le ore 12.00 di mercoledì 25, il Museo ha, invece, organizzato l’iniziativa #IoleggoDante, ma in calabrese

Si è svolta, anche, una lettura in streaming a cura di Domenico Benedetto D’Agostino, curatore del Progetto PoesiaInCostruzione, di alcune terzine del XXVI Canto dell’Inferno tratte da ‘U Mpiernu, ‘U Prigatoriu, ‘U Paravisu di Salvatore Scervini (Acri 1847-1925).

Si è trattato della trasposizione in calabrese dell’opera dantesca, seconda traduzione integrale in Italia e prima nel Meridione, considerata una delle versioni più riuscite per completezza, qualità letteraria, lingua e stile. Hanno completato il programma numerosi post con approfondimenti e curiosità, tra cui: un’esposizione inedita sulla nostra bacheca virtuale di un’edizione unica al mondo della Divina Commedia (ed. Manzani, Firenze 1595), messa a disposizione da Giovanna Adamo, presidente dell’Associazione artistico-culturale “Arte & Antichità Passato Prossimo” di Lamezia Terme; un omaggio da parte dell’illustratrice lametina Felicia Villella; la partecipazione al flash mob della “Società Dante Alighieri” con l’intervento di Samuele Anastasio, speaker di Radio Soveria, che aprendo la finestra della sua casa ha declamato le due terzine del canto dantesco in cui Paolo e Francesca dimostrano che l’amore vince tutto. L’iniziativa è stata curata della dottoressa Rosanna Calabrese, funzionario archeologo del Polo museale della Calabria.

Museo Archeologico di Metauros di Gioia Tauro (Reggio Calabria)

All’interno del Museo Archeologico Nazionale di Mètauros sono custoditi moltissimi reperti provenienti dai corredi tombali della necropoli ritrovata in contrada Due Pompe – fase magnogreca della città – 

I corredi tombali esposti a Mètauros rappresentano le suggestioni legate alla cultura dell’oltretomba e agli usi della deposizione che attraverso il corredo dava forma all’immateriale legame tra la vita terrena del deposto e la sua vita nell’aldilà.

Collegamento culturale diviene Caronte e la sua figura di traghettatore delle anime nel loro percorso di vita ultraterrena attraverso la presentazione di due litografie di Gustave Dorè, Divina Commedia illustrata dell’Ottocento (Gustave Dorè, Divina Commedia Illustrata 1861) che rappresentano l’incontro di Dante e Virgilio nell’oltretomba con Caronte; correlazione con le collezioni esposte nel Museo – i corredi funebri – legati alla cultura della deposizione e dell’oltretomba.

Di particolar pregio, l’iniziativa #ioleggoDante un tag sul fumetto di Mètauros realizzato da Federico Manzone (nato nell’ambito dell’iniziativa Fumetti nei Musei 2020) che è stato reso visibile on-line per la giornata del 25 marzo su issuu.com/coconinopress.

Lo storyboard realizzato dal fumettista ha ripreso le figure mitologiche e legate all’oltretomba in virtù delle collezioni che denotano il museo come “museo delle necropoli”.

Inoltre grazie alla collaborazione dell’architetto e scenografo Lorenzo Pio Massimo Martino è stato pubblicato il video L’incontro infernale tra il Sommo e il traghettatore delle anime perdute (Commedia narrata a cura di Lorenzo Pio Massimo Martino).

Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium di Roccelletta di Borgia (Catanzaro)

Il Museo e parco archeologico nazionale di Scolacium ha celebrato Dante Alighieri nella giornata a lui dedicata con un contributo sui suoi canali social  basato sul pensiero trinitario di Gioacchino da Fiore nella Divina Commedia, con radici lontane in Cassiodoro, nativo di Scolacium.

La Commedia ha uno schema triadico, secondo le tre età del padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Anche Cassiodoro trova nei Salmi la dottrina della Trinità. Troviamo dunque una linea di pensiero che attraversa i secoli e supera le distanze spaziali. (rrm)

Con il “Dantedì” si celebra Dante Alighieri, molto presente nei Musei calabresi

Il 25 marzo è la giornata del sommo poeta Dante Alighieri. Ed è proprio per questo che il Consiglio dei ministri, su proposta del Ministero dei Beni Culturali e per il Turismo, ha approvato la direttiva che istituisce il Dantedì.

Il Polo Museale della Calabria, in occasione di questa giornata, ha ribadito come «molte sedi della Cultura statali, afferenti al Polo Museale della Calabria, guidato dalla dott.ssa Antonella Cucciniello, hanno richiami, similitudini con il mondo dantesco», tra cui il

Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia

al cui interno sono custoditi alcuni reperti che rappresentano delle sirene, figure mitologiche dal corpo metà uccello e metà donna. Le Sirene compaiono nel XII libro dell’Odissea, nel quale si racconta di Ulisse che dopo aver lasciato la maga Circe riprende il suo viaggio.

Giunto presso un gruppo di scogli a sud della penisola di Sorrento, al largo delle Isole Sirenuse, incontra le Sirene che, con il loro canto, cercano di trattenere i naviganti. Le sirene sono note per il loro canto ammaliatore, affascinante ma molto pericoloso per i naviganti, che promette di svelare tutto ciò che accade o è accaduto sulla terra. Il loro canto dunque si mostra come una promessa: se Ulisse si fermerà presso di loro, se ne andrà sapendo più cose; ma cedere alla tentazione della conoscenza porta a rompere i legami famigliari e a morire.

Ulisse però, grazie ai consigli di Circe, riesce ad oltrepassare il pericolo. Ulisse e Dante. L’Ulisse dantesco è simile a quello classico, dotato di insaziabile curiosità e abilità di linguaggio e compare nel XXVI canto dell’Inferno, sottoforma di fiamma. Egli racconta le peripezie del suo viaggio di ritorno da Troia e come, spinto dalla sete di conoscenza, cerca di convincere i suoi compagni a proseguire il viaggio pronunciando la famosissima frase: «Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti,  ma per seguir virtute e conoscenza». Sete di conoscenza che lo porterà alla rovina.

Musei e Parco Archeologico Nazionale di Locri (Reggio Calabria)

Per il Dantedì, il Museo vuole testimoniare la presenza di manufatti raffiguranti le Sirene, esposti lungo il suo percorso espositivo. Si tratta di una produzione degli artigiani locresi che lavoravano ed abitavano nel quartiere di Centocamere, oggi visitabile nell’area del Parco

Archeologico di Locri: balsamari in terracotta di diverse dimensioni, conformati a sirena caratterizzata da una lunga capigliatura a trecce e orecchini discoidali con funzione di ex voto dedicati a Persefone regina degli Inferi, agli specchi in bronzo il cui manico riproduce le fattezze di questa suggestiva figura che con il suo canto irretiva gli uomini.

Produzioni che tra VI e V secolo a.C. costituiscono una delle espressioni più caratteristiche dell’artigianato locrese.

Museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme

ha organizzato, per l’occasione, due giorni del Dantedì: si parte il 24 marzo con il pre-evento Aspettando il Dantedì, nel corso del quale Laura Montuoro, socio della Società Dante Alighieri . Comitato Locale di Soverato, citando alcune terzine del XV Canto del “Paradiso”, inviterà i followers a partecipare attivamente alle celebrazioni.

Per l’appuntamento nazionale, fissato dal MiBACT per le ore 12.00 di mercoledì 25, il Museo ha, invece, organizzato l’iniziativa #IoleggoDante, ma in calabrese. Per questo secondo appuntamento, infatti, è in programma una lettura in streaming a cura di Domenico Benedetto D’Agostino, curatore del progetto PoesiaInCostruzione, di alcune terzine del XXVI Canto dell’Inferno tratte da ‘U Mpiernu, ‘U Prigatoriu, ‘U Paravisu di Salvatore Scervini (Acri 1847-1925).

Si tratta della trasposizione in calabrese dell’opera dantesca, seconda traduzione integrale in Italia e prima nel Meridione, considerata una delle versioni più riuscite per completezza, qualità letteraria, lingua e stile.

Completeranno il programma numerosi post con approfondimenti e curiosità, tra cui: un’esposizione inedita sulla nostra bacheca virtuale di un’edizione unica al mondo della Divina Commedia (ed. Manzani, Firenze 1595), messa a disposizione da Giovanna Adamo, presidente dell’Associazione artistico-culturale “Arte & Antichità Passato Prossimo” di Lamezia Terme;  un omaggio da parte dell’illustratrice lametina Felicia Villella; la partecipazione al flash mob della “Società Dante Alighieri” previsto per le ore 18.00 del 25 marzo con l’intervento di Samuele Anastasio, speaker di Radio Soveria, che aprendo la finestra della sua casa declamerà, come richiesto, le due terzine del canto dantesco in cui Paolo e Francesca dimostrano che l’amore vince tutto.

L’iniziativa è a cura di Rosanna Calabrese, funzionario archeologo del Polo Museale della Calabria.

Museo Archeologico di Metauros di Gioia Tauro (Reggio Calabria)

Anche in questo Museo custodisce moltissimi reperti provenienti dai corredi tombali della necropoli ritrovata in contrada Due Pompe – fase magnogreca della città – 

I corredi tombali esposti a Mètauros rappresentano le suggestioni legate alla cultura dell’oltretomba e agli usi della deposizione che attraverso il corredo dava forma all’immateriale legame tra la vita terrena del deposto e la sua vita nell’aldilà. 

Collegamento culturale diviene Caronte e la sua figura di traghettatore delle anime nel loro percorso di vita ultraterrena attraverso la presentazione di due litografie di Gustave Dorè, Divina Commedia illustrata dell’Ottocento (Gustave Dorè, Divina Commedia Illustrata 1861) che rappresentano l’incontro di Dante e Virgilio nell’oltretomba con Caronte; correlazione con le collezioni esposte nel Museo – i corredi funebri – legati alla cultura della deposizione e dell’oltretomba.

Inoltre grazie alla collaborazione dell’architetto e scenografo Lorenzo Pio Massimo Martino, sarà pubblicato il video L’incontro infernale tra il Sommo e il traghettatore delle anime perdute, una commedia narrata a cura di Lorenzo Pio Massimo Martino.

Seguirà nel pomeriggio per #ioleggoDante, un tag sul fumetto di Mètauros realizzato da Federico Manzone (nato nell’ambito dell’iniziativa Fumetti nei Musei 2020) reso visibile on-line per la giornata del 25 marzo su issuu.com/coconinopress.

Lo storyboard realizzato dal nostro fumettista riprende le figure mitologiche e legate all’oltretomba in virtù delle collezioni che denotano il museo come “museo delle necropoli”.

Museo e Parco Archeologico di Scolacium di Roccelletta di Borgia

nella giornata a lui dedicata con un contributo sui suoi canali social  basato sul pensiero trinitario di Gioacchino da Fiore nella Divina Commedia, con radici lontane in Cassiodoro, nativo di Scolacium. La Commedia ha uno schema triadico, secondo le tre età del padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Anche Cassiodoro trova nei Salmi la dottrina della Trinità. Troviamo dunque una linea di pensiero che attraversa i secoli e supera le distanze spaziali. (rrm)

Fino al 29 febbraio si può visitare la mostra diffusa “Vide – Viaggio dell’Emozione”

Una mostra “dislocata” in tutti i Musei che fanno parte del Polo Museale della Calabria: si tratta della mostra diffusa Vide. Viaggio dell’emozione, che si potrà visitare fino al 29 febbraio 2020.

Sono sedici, infatti, i reperti selezionati per questa esposizione, che verte sul tema del Viaggio: al Museo Archeologico Lametino di Lamezia Terme, si può trovare l’Hydrìa di Cerzo, nota per il suo ricco apparato figurativo che rimanda con forza al tema del mondo femminile greco. A Cosenza, alla Galleria Nazionale, è invece esposta l’opera Riposo durante la fuga in Egitto di Francesco De Rosa detto Pacecco. Qui, il tema del viaggio viene indicato come Salvezza, mentre per l’Hydrìa di Cerzeto, il tema proposto è un viaggio nel mondo femminile tra realtà e mito.

Nell’opera di De Rosa, il tema del viaggio è declinato come “itinerario” indicato da Dio per la salvezza del suo Figlio unigenito: è così che la Sacra Famiglia, in fuga verso la terra straniera d’Egitto, scampa all’atroce strage di innocenti ordinata da Erode e trova un momento di pace. 

Ad Amendolara, il Museo Archeologico Nazionale ospita il reperto Aegyptiaca, dove il tema del viaggio viene indicato come rotte commerciali e scambi culturali nel Mediterraneo. Dalle terre d’Oriente alle coste della Sibaritide, navi mercantili di provenienza greca e fenicia trasportavano amuleti d’imitazione di tipo egizio, oggetti ritenuti magici poiché legati alle credenze della cultura faraonica della tutela, della fecondità femminile e della salute infantile. Tali oggetti erano destinati all’aristocrazia locale e conservati per generazioni come cimeli.

Al Museo e Parco Archeologico Nazionale della Sibaritide di Cassano allo Ionio, si può ammirare il Pettorale in oro e argento, che richiama, per la mostra Vide, il Viaggio degli Achei e la fondazione della colonia di Sibari. Ritrovato nell’area di Stombi, il prezioso oggetto faceva parte di un antico pettorale utilizzato probabilmente come ornamento per una veste rituale.

A Vibo, al Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi”, c’è la Laminetta orfica di Hipponion, che indica il Viaggio nell’oltretomba. Le laminette, databili fra il IV e il III secolo a.C., venivano seppellite insieme al defunto: esse servivano per accompagnare la sua anima verso l’oltretomba. Si tratta di vere e proprie guide sul percorso da intraprendere nel viaggio finale.

A Bova Marina, al Museo e Parco Archeologico “Archeoderi”, si può visitare la Colonna miliaria proveniente dalla località Amigdalà. Il reperto indica le Strade per viaggiare, strade per dominare, in quanto a partire dal II sec. a.C. Roma, che ormai era diventata una grande potenza, aveva il bisogno di costruire strade per agevolare i collegamenti col Sud. Nacque, così, la Via Popilia e sulla costa ionica, l’asse viario che collegava Reggio con Taranto. Lungo queste strade, furono costruite delle stationes, delle stazioni di sosta dove i viaggiatori potevano rifocillarsi e cambiare i cavalli. Uno di questi punti di sosta, denominato Scilleum o Sileum, secondo l’Itinerario Guidonense, era situato nella vallata del S. Pasquale, in località Deri di Bova Marina.

A Gioia Tauro, il Museo Archeologico Metauros, ospita l’Anfora di produzione calcidese. Questa, come come la laminetta orfica di Hipponion, indica il viaggio nell’oltretomba, riferendosi, però, alle necropoli Mètauros, testimonianza di quella che fu l’Antica Mètauros, fondata dagli abitanti di Zancle (Messina). Sull’anfora è raffigurata la scena di auriga su biga, una delle numerose testimonianze di produzione ceramica calcidese rinvenute nel corso delle indagini.

A Locri, ai Musei e Parco Archeologico Nazionale, si possono ammirare i modellini di ninfei dal Santuario di Grotta Caruso che rievocano il viaggio nel territorio ionico: tra elementi naturali e rituali. Per gli antichi, infatti, le risorse naturali e l’acqua occupavano un posto importante anche in occasione di cerimonie sacre in luoghi di culto dedicati a diverse divinità. Con la scoperta di Grotta Caruso, furono trovati modellini di grotte-ninfeo in terracotta, figurine femminili nude sedute, piccoli rilievi (erme) con le teste delle Ninfe.

A Monasterace Marina, al Museo e Parco Archeologico dell’Antica Kaulon, si possono visitare I Kadoi, che indicano il viaggio nell’antica colonia di Kaulonía, tra mare e zona aspromontana. I Kadoi erano particolari contenitori in terracotta utilizzati per la conservazione e per il trasporto della pece.

A Borgia, al Museo e Parco Archeologico Nazionale di Scolacium, si possono visitare i Reperti provenienti dalla Necropoli Sud-Est. Il contesto proposto per rappresentare l’ultimo viaggio proviene dalla necropoli sud-est, che ha restituito sepolture databili tra il I secolo a.C. e il IV secolo d.C.: una tomba ad inumazione in cassone di mattoni e due urne cinerarie (in terracotta e in lamina di piombo) con i loro corredi, manufatti in vetro deposti insieme alla salma e alcuni oggetti rinvenuti fusi all’esterno delle tombe, in relazione ai rituali post mortem.

Il Museo Statale di Mileto ospita, invece, il Turibolo in argento. Proveniente dal Tesoro dell’antica Cattedrale, il turibolo è il vaso metallico utilizzato per bruciare l’incenso e diffonderne il profumo durante le celebrazioni eucaristiche.

Infine, al Museo e Parco Archeologico Nazionale di Capo Colonna, si possono ammirare parti di statue in marmo raffigurati cavalli. Gli elementi equini esposti a Capo Colonna rappresentano parti considerevoli di gruppi statuari raffiguranti presumibilmente i carri delle divinità. (rmm)

LAMEZIA – Al Museo arriva il progetto VIDE – Viaggio dell’Emozione

Oggi, a Lamezia, al Museo Archeologico Lametino, arriva il Progetto VIDE – Viaggio dell’Emozione, ideato dal Polo Museale della Calabria, guidato da Antonella Cucciniello e realizzato col sostegno della Regione Calabria.

Per l’occasione, il Museo lametino espone, virtualmente, l’Hydrìa di Cerzeto, pezzo iconico della collezione.

Prevista, per la tappa lametina, un ricco programma di eventi previsti per le giornate del 15, 22 e 29 ottobre 2019.

Martedì, infatti, alle 17.30, è previsto l’incontro di apertura e presentazione del progetto VIDE – Polo Museale della Calabria.

Intervengo Antonella Cucciniello, direttore Polo Museale della Calabria, Rossana Calabrese, funzionario archeologo Polo Museale della Calabria, Giovanna De Sensi, ordinario di Storia Greca Unical.

A seguire, alle 19.30, Hydrìa di Cerzeto in scena e visita animata alla Sezione Classica del Museo.

Il 22 ottobre, alle 18.00, Il ciclo di incontri intorno all’Hydrìa. Intervengono Rosanna Calabrese, funzionario archeologo Polo museale della Calabria, Giovanni Vasta, archeologo, Francesca Morabito, storico dell’arte, Felicia Bilella, diagnosta, e Samuele Maria Anastasio, archeologo.

Il 29 ottobre, alle 18.00, Il ciclo di incontri intorno all’Hydrìa. Intervengono Rosanna Calabrese, funzionario archeologo Polo museale della Calabria, Angela Astorino, conservatore, Daniela Emanuele, storico dell’arte e Angela Bosco, archeologo. (rcz)

 

Festa della Musica, gli eventi dei Musei calabresi

Il 21 giugno si celebra la Festa della Musica, e il Polo Museale della Calabria parteciperà con una serie di iniziative che si svolgeranno nei luoghi della cultura statali di propria competenza.

Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” – Vibo Valentia

Il Museo, in collaborazione con il Conservatorio “Fausto Torrefranca” di Vibo, ha organizzato un concerto dell’ Ensemble di percussioni del Conservatorio.
L’ensemble, diretto dal Maestro Vittorino Naso, è formato da allievi ed ex allievi della classe, e si propone come laboratorio modulare in cui affrontare le principali composizioni del repertorio della musica d’insieme per strumenti a percussioni.

Museo e Parco Archeologico Nazionale di Sibari – Cassano Allo Ionio

Alle 20.00, presso la sala convegni del Museo, il recital pianistico e lirico dell’Istituto “Donizzetti” di Mirto Crosia, diretto dal Maestro Salvatore Mazzei.

L’evento è organizzato dai Servizi Educativi del Museo, e ha l’obiettivo di condividere la passione per la musica e, contestualmente, promuovere l’archeologia del territorio.

Museo Statale di Mileto

In collaborazione con il Cantiere Musicale Internazionale, il Museo ha organizzato il recital del Duo Epos, in programma alle 18.30 presso l’Auditorium “Experimentum Mundi”del Cantiere Musicale Internazionale. (zc)