Ponte, Saccomanno (Lega): Approvazione del Via una vittoria

Per Giacomo Saccomanno l’approvazione del Via – Valutazione Impatto Ambientale del Ponte sullo Stretto, con prescrizioni, non è «una vittoria di chi ha sempre creduto nella straordinaria opera del ponte e che il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha sostenuto con coraggio e visione strategica».

«Finalmente viene premiato il prezioso lavoro dell’AD Pietro Ciucci, del CdA e di tutta la struttura della società “Stretto di Messina”», ha sottolineato Saccomanno, aggiungendo come «l’approvazione del Ministero dell’Ambiente dimostra la validità del progetto e smentisce le tante false insinuazioni di una sinistra che appare, veramente e sempre più, un nemico per lo sviluppo del Sud. Adesso si aspetta l’ultimo passaggio al Cipess». (rrm)

Pd Villa S.G.: Il 15 novembre a Roma contro il Ponte

Il Partito Democratico di Villa San Giovanni sarà a Roma, assieme alla Cgil, Legambiente, WWF, Movimento La Strada, Libera, Comitato Titengostretto, i Verdi, Sinistra Italiana, M5S e tanti altri, alla conferenza stampa contro il Ponte sullo Stretto.

«La Questione Ponte è questione politica nazionale – ha detto Enzo Musolino, segretario cittadino del PD di Villa – non è un’Opera ingegneristica (il progetto è carente, i dati e le prove tecniche assenti), è un feticcio ideologico in mano al Ministro “trumpiano”, il Capitano della Lega Nord.  Cosa diremo?».
«Che vogliono – ha detto il dem – costruire un Muro sullo Stretto (sotto non ci passano le grandi navi) per affossare il Porto di Gioia Tauro; Che i territori sono stati esclusi da qualsiasi vera interlocuzione, costretti ad obbedire senza uno straccio di dibattito pubblico; Che non ci possono essere opere compensative al disastro per Villa e per Messina, destinate ad essere le Città “sotto al Ponte”; Che stanno promettendo mari e monti, condizionando i Comuni ad elemosinare acqua, strade e fogne perché si pieghino al Ponte».
«Che lo Stretto è, sostanzialmente – ha aggiunto – commissariato dalla Lega Nord e da Stretto di Messina Spa “liquidata e rediviva. Che l’appaltatore è in causa con lo Stato e gode, in virtù del Decreto Salvini, di un vantaggio economico spropositato; Che attraverso una Legge incostituzionale hanno bypassato ogni parere tecnico scientifico e valutazione ambientale, trasformando una decisione “inter partitica” all’interno del Consiglio dei Ministri in “norma tecnica” autorizzativa; Che gli espropriandi sono stati già ora penalizzati senza nessun indennizzo: le proprietà svalutate sono sotto vincolo, invendibili».
«Che ogni altra opera utile per Villa – il “Porto a Sud” ad esempio – è subordinata alla realizzazione del Ponte – ha detto ancora – consegnando il territorio, già vittima dell’inquinamento dei mezzi pesanti che lo attraversano, alle ulteriori polveri sottili di un “cantiere eterno” per il quale la valutazione sui danni alla salute è rimandata a dopo l’apertura dei cantieri, a cose fatte, magari a morti già avvenute; Che ci hanno tolto pure il diritto di protestare in maniera Nonviolenta e “gandhiana”, criminalizzando proprio i disobbedienti pacifici, le modalità costituzionali di lotta democratica».
«Che sono indifferenti al patrimonio storico-culturale e ambientale – ha concluso – come se un’Area popolata sin dall’antichità fosse un deserto da colonizzare per soddisfare gli appetiti delle Imprese del Nord Italia, con una ricaduta minima per l’occupazione autoctona. Che le Destre italiane sono nemiche del Sud e prone agli interessi economici dei potenti, insensibili alle necessità dei calabresi e dei siciliani, svendute sull’altare del basso compromesso tra correnti e consorterie; Che non può esistere né neutralità, né terzietà: il Centrosinistra, il Campo dei Democratici, dei Progressisti, degli Ambientalisti, è l’unico argine a questa deriva autoritaria». (rrc)

Ponte, Ferrante (Mit): Superare cultura del sospetto su opere pubbliche

«Il Ponte sullo Stretto incarna un cambiamento culturale, volto a superare la ‘cultura del sospetto’ che spesso accompagna la realizzazione delle opere pubbliche. Non sarà una ‘cattedrale nel deserto’, come altre narrazioni hanno suggerito, ma un’infrastruttura strategica che collegherà la Sicilia alle grandi reti transeuropee». È quanto ha detto Tullio Ferrante, Sottosegretario al Mit, a Tgcom Tour.

«Recentemente – ha ricordato – un accordo tra la società Stretto di Messina e un’agenzia della Commissione Europea ha portato 25 milioni di euro per la progettazione ferroviaria del ponte, dimostrando che anche l’Europa riconosce la sua importanza».

«Il ponte, lungo 3.600 metri, permetterà il passaggio di 6.000 veicoli all’ora e 200 treni al giorno – ha aggiunto – con un impatto che va oltre l’ingegneria. Infatti, si prevede un notevole indotto sia in termini occupazionali che infrastrutturali, grazie alle opere connesse, su ferro e su strada».

«Stiamo abbandonando l’idea – ha concluso – che ci sia sempre qualcosa di più urgente da fare: quest’opera avrà un impatto economico e sociale cruciale per il Sud». (rrm)

Ferrante (Mit): Bene accordo per Ponte, Ue investe su opera strategica

Il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, ha evidenziato come «la sottoscrizione del Grant Agreement tra la società Stretto di Messina e la Climate, Infrastructure and Environment Executive Agency della Commissione Europea per il cofinanziamento del Ponte sullo Stretto è un’ottima notizia per l’Italia».

Dopo l’inserimento dell’opera nel Corridoio Scandinavo – Mediterraneo della rete Ten-T, la decisione dell’Ue di destinare 25 milioni di euro a fondo perduto alla componete ferroviaria, coprendone circa il 50% dei costi, conferma l’importanza strategica del Ponte nell’intero sistema di collegamento europeo. L’Ue investe sulla realizzazione di un progetto, elaborato sotto il Governo del Presidente Silvio Berlusconi, che renderà il nostro Paese sempre più connesso, attrattivo e moderno e che rafforzerà la rete di trasporto dell’Europa. Continueremo a lavorare per ampliare sempre più le possibilità di finanziamento del Ponte e promuovere la crescita infrastrutturale del Sud e di tutta l’Italia».

«Dopo l’inserimento dell’opera nel Corridoio Scandinavo – Mediterraneo della rete Ten-T, la decisione dell’Ue di destinare 25 milioni di euro a fondo perduto alla componete ferroviaria, coprendone circa il 50% dei costi – ha proseguito Ferrante – conferma l’importanza strategica del Ponte nell’intero sistema di collegamento europeo. L’Ue investe sulla realizzazione di un progetto, elaborato sotto il Governo del Presidente Silvio Berlusconi, che renderà il nostro Paese sempre più connesso, attrattivo e moderno e che rafforzerà la rete di trasporto dell’Europa».

«Continueremo a lavorare – ha concluso – per ampliare sempre più le possibilità di finanziamento del Ponte e promuovere la crescita infrastrutturale del Sud e di tutta l’Italia». (rrm)

L’OPINIONE / Bruno Tucci: Quei 13 mld per il Ponte potrebbero far rinascere due due regioni

di BRUNO TUCCI – Questo ponte non s’ha da fare”, direbbero i bravi di Don Rodrigo a Matteo Salvini.

«State certi, se lo godranno i nostri figli e i nostri nipoti», risponde piccato e con la caparbietà di un terrone il segretario della Lega. Personalmente avendo i capelli bianchi, anzi bianchissimi, posso assicurare i lettori che di quest’opera ne sento parlare da almeno mezzo secolo. Ora il governo di centro destra ha deciso ed i lavori (così sembra) inizieranno alla fine di settembre. Ne siamo sicuri?

Non del tutto, perché dubbi e perplessità nascono giorno dopo giorno. L’unica certezza è quella che il ponte costerà 13 miliardi e mezzo di euro. Una cifra consistente sulla quale non mancano spesso e volentieri polemiche di cui l’Italia è piena.

In primo luogo, sostengono quelli che sono contro, la spesa aumenterà ancora visto che il cantiere dovrebbe chiudere i battenti nel lontano 2030. Sarà quello l’anno o si andrà ancora avanti, dati i tanti ostacoli che si incontreranno durante il cammino?

I soldi che si spenderanno sono tanti ed è su questo punto che si innesta il braccio di ferro tra i pro e i contro. Ne parlano anche (e forse sopratutto) gli amministratori locali, le cui casse sono spesso vuote e non riescono mai a migliorare la situazione. I problemi sono molteplici, alcuni assai urgenti. In Sicilia la linea ferroviaria è praticamente inesistente e spesso chi è costretto a prendere il treno deve sobbarcarsi a diverse ore di viaggio perché la velocità sui binari è quella delle tradotte dei primi del novecento.

Provate ad andare da Palermo a Trapani o a Ragusa. Si deve avere molta pazienza.

Ed è proprio su questo disagio che fioriscono  le “battaglie dei poveri”.

Con quelle migliaia di euro non si potrebbe risanare questo disagio che martorizza coloro che non hanno una macchina o debbono prendere un pullman di linea?

Intervengono i sostenitori del ponte: «Non dovete preoccuparvi perché quando Calabria e Sicilia saranno unite il traffico commerciale aumenterà a vista d’occhio e risolverà molti problemi economici delle due regioni».

Promesse, solo promesse. Queste parole le sentono da molti anni i sindaci e i prefetti di Catanzaro e Palermo.

Non dimentichiamo: anche la Calabria soffre di queste forti difficoltà.

Se si pensa che sulla tratta jonica da Rocca Imperiale (paese che confina con la Basilicata) a Reggio con un rapido (?) si arriva in non meno di sei ore. Senza parlare dei pendolari e di quei poveri cristi che ogni mattina debbono raggiungere il posto di lavoro con quei convogli che sono spesso strapieni.   

La sanità pubblica è un’altra grande tristezza (sic) delle due regioni. Quante volte si è letto sui giornali dei famosi viaggi della speranza che da Sud portano a Nord per curarsi di malattie gravi?

Gli ospedali sono pochi e vecchi, le infrastrutture anacronistiche, il personale scarseggia.

Ricordate? In un paese della Calabria sono dovuti arrivare medici cubani per il semplice motivo che nemmeno lavorando ventiquattro ore su ventiquattro, si poteva visitare i pazienti che correvano al pronto soccorso.

Pure in Sicilia, la situazione non cambia e sono decenni che si denunciano problemi che non hanno avuto finora la minima risposta.

È vero: i progetti sono tanti, ma tra il dire e il fare c’è proprio quel mare che divide Villa San Giovanni da Messina.

Un ultimo esempio: sono anni che si deve costruire a Sibari un nosocomio che renda meno angustiosa la situazione che va Policoro (in Lucania) a Rossano-Corigliano.

Dubbi e perplessità, dunque, che non si possono non prendere in considerazione.

Quei tredici miliardi e mezzo di euro potrebbero far rinascere due regioni che hanno estremo bisogno di aiuto. Il ponte? Risponde un sindaco del reggino che vuole mantenere l’incognito per paura di ritorsioni: «Preferiamo affacciarci sulla terrazza di Scilla per godere di uno dei panorami più suggestivi del mondo». (bt)

Ponte, Ciucci (Stretto di Messina) risponde al WWF

L’Amministratore delegato della Società Stretto di Messina ha replicato alla nota del WWF. La Progettazione esecutiva del ponte sullo Stretto di Messina sviluppata per fasi costruttive è in linea con le best practice internazionali e, al contrario dei timori espressi dal WWF, ha l’obiettivo di ottimizzare la costruzione dell’opera, contenendo tempi e costi.

«Il ponte è un insieme di opere: le opere anticipate, le opere di accompagnamento ambientale, i raccordi a terra, oltre 40 km di strade e ferrovie, funzionali, percorribili e utili fin da subito alla popolazione. Ponte, torri e blocchi di ancoraggio saranno ovviamente un unico progetto.

«La fattibilità tecnica del progetto non è mai stata messa in discussione, ed è comprovata da anni di ricerche e prove con il coinvolgimento di primari istituti scientifici e dei massimi esperti che hanno realizzato i maggiori ponti sospesi in tutto il mondo.

«Le risposte alle osservazioni del Mase, che sono in corso, saranno trasmesse entro la scadenza del 12 settembre. Il Progetto definitivo aggiornato dovrà essere approvato per legge dal Cipess e quindi soltanto successivamente prenderà avvio la Progettazione esecutiva.

Per quanto riguarda il tema dei tempi e modalità delle prove di fretting fatigue, ovvero fatica da “sfregamento” cavi – selle, la nota del WWF riprende il parere espresso unicamente dal Prof. Risitano, al quale la Stretto di Messina ha più volte dato risposta, precisando che le prove hanno una durata di alcuni mesi e si avvalgono di martinetti idraulici e strutture con dimensione massima di 20–25 metri ed è pertanto falso che non ci siano strumenti idonei per questi test.

«Non è stata la Stretto di Messina, come afferma il WWF, ad annunciare il finanziamento UE per la progettazione esecutiva della parte ferroviaria dell’opera, ma la Commissione Europea stessa il 17 luglio scorso. Peraltro, si ricorda che il 13 giugno 2024 il Consiglio Europeo ha confermato l’intesa raggiunta con gli Stati membri che prevede, tra l’altro, il collegamento stabile nello Stretto di Messina, nell’ambito del corridoio ‘Scandinavo-Mediterraneo’. Tutto ciò conferma che è possibile l’ulteriore finanziamento dell’Opera da parte dell’UE, che è ovviamente correlato alle fasi di progettazione ed esecuzione dell’Opera nel rispetto delle normative europee.

«La Nota del WWF, sommando rilievi infondati di tipo ingegneristico, finanziario e procedurale, – secondo quanto ha dichiarato l’Amministratore delegato della Società Stretto di Messina – persegue l’obiettivo di impedire la realizzazione del ponte piuttosto che dare eventuali contributi, anche critici, per migliorare la stessa.

La nota del WWF inviata ai deputati

Con una nota inviata a tutti i Deputati, il WWF Italia ha ribadito la contrarietà alla proposta del Governo, inserita nel Decreto legge Infrastrutture, attualmente in fase di conversione in legge alla Camera, di procedere all’approvazione del Ponte sullo Stretto per parti separate consentendo così subito l’apertura dei cantieri.

In particolare, il WWF ha inviato copia di una relazione tecnica del Prof. Antonino Risitano con cui si documenta come nello stesso progetto esecutivo del Ponte sia esplicitamente espressa la raccomandazione di procedere preliminarmente con una serie “test di fatica” soprattutto sulla tenuta dei cavi e degli appoggi nella fase di progettazione esecutiva.  Nella sua relazione il Prof. Risitano documenta anche come al momento questi test siano impossibili per la mancanza di macchinari idonei dato il dimensionamento delle parti che devono essere testate. Secondo il WWF la posizione tecnica del Prof. Risitano non può essere ignorata visto che si vuole procedere ad approvare l’opera per parti separate cantierabili, poiché questa procedura deve necessariamente basarsi sulla certezza della fattibilità di tutte le parti: non ha alcun senso approvare stralci esecutivi di un ponte a cui non possono seguire stralci altrettanto esecutivi.

Il WWF chiede dunque ai Parlamentari di agire con coerenza e dare concretezza a quanto indicato dal progetto che si vorrebbe realizzare e quindidi non autorizzare l’apertura di cantieri senza un progetto esecutivoche dimostri l’effettiva fattibilità dell’opera con i test strutturali che lo stesso progettista indica.

In assenza di questa verifica preventiva di fattibilità, il rischio di cantieri aperti sine die è altissimo con conseguente peggioramento della vivibilità complessiva dei contesti territoriali interessati. Questo per non dire delle ripercussioni pesantissime sul piano dei costi dell’opera.

La nota del WWF coglie l’occasione per un chiarimento anche sul tema dei finanziamenti visto che l’Amministratore Delegato della Stretto di Messina SpA, Dott. Pietro Ciucci, ha recentemente dichiarato che l’Unione Europea è disponibile a co-finanziare la parte ferroviaria dell’opera. Questa al momento non è infatti una certezza. La Commissaria ai trasporti dell’Unione Europa Adina Valean il 7 luglio ha dichiarato “Non conosciamo la decisione finale riguardo al Ponte sullo Stretto” e in una risposta ad un’interrogazione ha specificato che “senza conoscere l’esito degli studi preparatori non è possibile formulare ipotesi su un potenziale contributo dell’Unione Europea alle attività di costruzione del ponte previsto, e quindi sui potenziali impatti sul bilancio complessivo” aggiungendo che “la Commissione non è ancora a conoscenza di una decisione definitiva per il ponte, pertanto le mappe del regolamento TEN-T riveduto mostrano attualmente il progetto allo stadio di studio/idea”.

Il WWF ha pertanto ribadito che al momento non sussistano i termini per convertire in legge quanto stabilito del Governo con l’art. 2 del Decreto-legge n. 89/2024. (rrc)

Il Circolo Pd: Il nervosismo degli Amministratori non aiuta Villa San Giovanni

Il segretario del Pd di Villa San Giovanni, Enzo Musolino, ha evidenziato come «segni di insofferenza e tante contraddizioni emergono dallo strano comunicato di sindaca, Giunta e Maggioranza villese contro le tante  critiche che emergono in Città».

«La distanza, purtroppo, tra la realtà e la narrazione è evidente – ha detto Musolino –. I contenuti e le risposte prodotte latitano:
gli amministratori al timone di Villa  si sentono assediati, colpiti, vittime e tutt’attorno vedono solo “nemici”, hanno la sindrome dell’ accerchiamento.  Potere e paranoia vanno davvero a braccetto perché chi si chiude nel “Palazzo”, chi si attornia solo di “yes man” pronti a giustificare l’indifendibile, contribuisce ad aumentare la frattura, la distanza tra cittadini e istituzioni».
«Ed ecco, quindi – ha proseguito – che il tema “Ponte” da rischio vero, concreto, attuale per Villa, si trasforma – nella rappresentazione alterata degli amministratori villesi – nello strumento del Partito Democratico per prendersela con gli amministratori, e gli obiettivi polemici  non sono Salvini, Ciucci, la Stretto di Messina Spa, la Lega Nord – con i quali l’Amministrazione villese dimostra sempre di dialogare benissimo –  ma sono i Democratici che pretendono chiarezza, che stigmatizzano l’ambiguità evidente, che chiedono conto di un “Documento unitario” – Destra e Maggioranza Caminiti assieme – sulle opere compensative al Ponte».
«Un documento – ha aggiunto – che fiacca l’opposizione civile e nonviolenta all’accelerazione Salviniana su questa opera inutile e pericolosa, che umilia gli espropriandi villesi, condannati ad abbandonare le proprie case. E che dire delle dinamiche, della relazione con la minoranza consiliare? Qui il documento diviene un “giallo” politico:  si parla di accordi, di “sintesi” su più documenti, di mozioni ritirate, di sospensioni tattiche, di contenuti accolti – e questa sarebbe l’opposizione gradita all’amministrazione Caminiti – per poi attaccare gli stessi esponenti della minoranza colpevoli solo di rivendicare pubblicamente  il proprio ruolo, di incassare il risultato politico evidente che gli e’ stato concesso:  la redazione di un “piano strategico” per Villa sostanzialmente favorevole al Ponte».
«Dispiace questa deriva in atto – ha concluso – dispiace questo livore, dispiace per Villa, per le tante criticità amministrative, per la gestione ordinaria e straordinaria della Città, per l’esigenza di servizi, di decoro, di livelli minimi di vivibilità – dall’acqua che manca al deficit di  pulizia delle nostre strade e dei nostri parchi – che vengono tralasciate, sminuite, per prendersela con il Partito Democratico, con i propri elettori, “accusati” di fare il loro lavoro, di indicare ciò che non va. Vorrebbero solo silenzio e una comunità prona, hanno sbagliato i loro calcoli: non ci hanno convinto, non ci hanno intimidito». (rrc)

Il Circolo Pd di Villa S. G: Il Documento “unanime” del Consiglio comunale dà ragione alle destre

I consiglieri comunali di FI di Villa San Giovanni Marco Santoro, Domenico De Marco e Rocco La Valle, sono riusciti ad incassare l’unanimità sulla proposta di “opere compensative” al Ponte, «annullando i lunghi mesi nei quali sono emerse solo le carenze e i limiti del “progetto che non c’è». È quanto ha riferito Enzo Musolino, segretario cittadino del PD di Villa San Giovanni, sottolineando come sia «un giorno triste per Villa perchè il documento “unanime” del Consiglio non tiene davvero conto delle enormi criticità sorgenti dall’iter predisposto, dell’inutilità di una Conferenza dei Servizi che si pronuncia su carte vecchie, obsolete, carenti».

«Altrimenti si sarebbe chiesta la ragione  di questo “vuoto” – ha aggiunton – ed invece, come se il Ponte fosse ineluttabile, ci si esercita retoricamente sulle opere da fare prima, nel mentre e dopo, quando si sa bene che a Salvini, alla Stretto di Messina Spa, a WeBuild, interessa solo cominciare, cantierizzare Villa, dar vita allo “spezzatino” di ecomostri funzionali ad un Ponte privo di studi seri sui materiali, sul rischio sismico, sulla forza dei venti».

«E che c’entra poi il Porto a Sud di Villa con il Ponte sullo Stretto? – ha proseguito –. Il Porto a Sud non e’ opera strumentale al Ponte, il Porto a Sud è l’alternativa reale, concreta, vitale, al Ponte sullo Stretto, è la necessità infrastrutturale di Villa!
Della salute dei cittadini, poi, non importa a nessuno, men che meno dell’Ambiente, del Paesaggio, la cui lesione e’ documentata dalle censure della Commissione Via Vas. Che senso ha questa “unanimità”, questa capitolazione?».
«Si dovevano produrre “osservazioni” critiche al progetto – ha detto ancora – si poteva applicare il principio di precauzione,  rinviando tutti gli interventi in attesa di chiarezza, ed invece si e’ deciso di inviare  un documento dei “sogni”, barattando strade, reti idriche e fognarie (nostri diritti, livelli essenziali di vivibilità) con il “Si” al Ponte della Lega Nord. Chi avvantaggia questa fuga in avanti verso il baratro?»
«A livello territoriale cercheranno di capitalizzarlo Forza Italia e Cannizzaro – ha detto – a livello romano l’unanimità raggiunta sarà veicolata come la prova di una città  non problematica, tranquilla, assopita, ordinata sotto la scure che la sta per colpire.
Ciò che conta, è ormai evidente:  gli interlocutori legittimati devono essere pochi e selezionati, le segrete stanze sempre più piccole… La Comunità estraniata».
«Giorno 16 luglio a Villa, a Piazza Valsesia – ha concluso – il “Contro G7” affronterà anche questo tema essenziale, non più rinviabile.  Di sicuro il Circolo PD di Villa chiederà conto di questo passaggio incomprensibile». (rrc)

Geologi a confronto sul Ponte: Sì, ma valutare prima tutte le variabili

All’Università Mediterranea di Reggio Calabria il Consiglio nazionale dei Geologi si è riunito per discutere degli Aspetti geologici, sismici e normativi delle opere infrastrutturali complesse nell’area dello Stretto di Messina”.

Un vero e proprio confronto scientifico, su cui  tecnici, professionisti, accademici e ricercatori hanno affrontato numerosi temi per cercare di comprendere in che contesto si andrà ad inserire il Ponte sullo Stretto, che è diventato recentemente legge.

Il presidente del Consiglio Nazionale, Arcangelo Francesco Violo, ha ribadito che «il Ponte sia un’opera utile se inserita in un quadro organico di ammodernamento infrastrutturale e anche di risoluzione delle tante problematiche di carattere geologico-ambientale del territorio».

Al Corriere della Calabria, Violo ha spiegato che si tratta «di un’opera complessa, che tra l’altro si inserisce in un territorio, in un’area che è quella dello Stretto di Messina, con particolari caratteristiche geologiche e sappiamo essere un territorio un’area ad elevato rischio sismico. Noi su questo vogliamo fare appunto degli approfondimenti tecnici scevri da ogni pregiudizio politico perché la categoria professionale dei geologi vuole dare proprio il contributo per i necessari aggiornamenti che ci vogliono per ricostruire e usare per la progettazione ingegneristica a modelli geologici, geomorfologici e sismici affidabili. Il ponte sarà sicuramente un’opera infrastrutturale utile, ma dev’essere un’opera di completamento. Sarà utile solo se verranno realizzate tutte le opere infrastrutturali a corredo: pensiamo ad esempio all’alta velocità ferroviaria».

«Bisogna lavorare con un piano pluriennale di interventi – ha ribadito – di mitigazione del rischio idrogeologico che preveda anche attività di tipo strutturale e la necessità che hanno anche queste regioni di un aggiornamento continuo dei piani territoriali, dei piani urbanistici, dei piani di assetto idrogeologico ma anche dei piani di emergenza, perché sappiamo quant’è importante l’informazione dei cittadini per questi eventi, per poter adottare le corrette procedure di autoprotezione».

Durante il suo intervento, il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha ribadito l’importanza strategica del ponte sullo Stretto di Messina nel corridoio Scandinavo – Mediterraneo, che rappresenta un volano per lo sviluppo economico e un’occasione di crescita per la regione siciliana e per il Paese. Un’opera green e di grande valore infrastrutturale.

Concorda con il ministro il Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, Massimo Sessa, che ha evidenziato come gli studi e approfondimenti realizzati siano il risultato del contributo che professionisti e universitari hanno inteso offrire per il ‘Messina Type deck’, mostrandosi pronti ad una sfida di tale portata con la solidità della tecnica italiana, che già per il passato ha più volte dimostrato la capacità di realizzare grandi opere come questa.

Il Presidente dal Consiglio Nazionale dei Geologi, Arcangelo Francesco Violo, ed il Presidente del suo Centro Studi, Lorenzo Benedetto, nel ringraziare per gli interventi, hanno garantito che i geologi sono pronti a dare il proprio supporto tecnico per la realizzazione di tale infrastruttura complessa, tenuto conto che il ‘DL Ponte’, nel testo convertito in legge, richiede una particolare attenzione all’aggiornamento della modellazione geologica.

Il ministro della Protezione Civle e delle Politiche del Mare, Nello Musumeci, nel suo intervento durante la seconda giornata di convegno – tenutosi all’Università di Messina – ha ribadito il compito incontestabile di «tenere la politica lontana dalla tecnica e tenere lontana la tecnica dalla politica».

«Abbiamo il dovere di comprendere che il ponte è una struttura che deve essere realizzata, ed è vostro il compito di dirci come realizzarlo», ha detto, sottolineando come «il Ponte renderebbe il Mediterraneo cerniera verso l’Europa».

«L’ambientalismo fondamentalista – ha aggiunto – non è servito all’Italia e non serve. Bisogna mettersi attorno a un tavolo e ragionare. Il ponte – ha ricordato – è sempre stato un obiettivo del Centrodestra, basta con l’ambiguità politica, alternare il sì al no è un metodo politico che non fa bene».

«Nessuno – ha rimarcato – nasconde la complessità dei problemi o dei disagi di cambiare la morfologia dei luoghi, ma se opere analoghe sono state realizzate in altre parti del mondo, credo si possa fare anche da noi».

Il presidente Violo ha ricordato come «il Ponte, per avere davvero una sua utilità, deve essere inserito in un contesto strutturale aggiornato: alta velocità Sa-RC e gli assi siciliani Palermo–Messina–Catania» e ha ribadito la necessità dell’aggiornamento del progetto, «contemplando la valutazione di tutto il contesto geologico».

Carlo Domiglioni, presidente dell’Ingv, dopo una valutazione tecnica, legata alle problematiche dello Stretto, tra cui salinità, temperatura del Tirreno, sismicità dell’area, ha sottolineato come prima della costruzione del Ponte è «necessario ipotizzare le situazioni più estreme, rivedendo il progetto in funzione delle accelerazioni possibili, che prevedono eventi di magnitudo 7.3». (rrm)