Stumpo (PD): Minasi di preoccupa del Ponte ma fa spallucce agli spicci al Sud

Nico Stumpo, dirigente nazionale del Partito Democratico, ha evidenziato come siano «risibili e poco credibili appaiono le critiche della senatrice leghista, Tilde Minasi, al ricorso al Tar mosso dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria e dal Comune di Villa San Giovanni contro l’approvazione al Ponte sullo Stretto espressa da parte della Commissione per la Valutazione d’impatto ambientale».

«Risibili – ha aggiunto – perché non si può addurre un problema di costi ad un’azione giudiziaria, peraltro recepita dagli stessi giudici amministrativi del Lazio, quindi non solo legittima, ma assolutamente opportuna, di fronte al mastodontico costo totale che il progetto ha avuto e avrà sul territorio. Poco credibili perché arrivano da una parlamentare che, evidentemente, antepone gli interessi di partito a quelli dei cittadini calabresi e reggini».

Secondo Stumpo, infatti, «è davvero difficile immaginare quanto la senatrice sottovaluti la legittimità e l’opportunità di un ricorso non solo necessario, ma che lo stesso Tar ha deciso di accogliere per valutare nel merito decisioni che non tengono conto di ben 60 prescrizioni sull’impatto che l’opera avrebbe in uno degli scenari più incantevoli del pianeta e, comunque, ad altissimo rischio sismico».

«La senatrice Minasi – ha sostenuto Stumpo – si preoccupa di poche risorse servite ad intraprendere un’azione giudiziaria legittima, opportuna e giustificata, ma fa spallucce quando si tratta di calcolare la mole di miliardi di euro sottratta alla Calabria da un Governo e da una maggioranza che promuovono lo scempio dell’Autonomia differenziata, sottraggono risorse fondamentali per lo sviluppo del Mezzogiorno destinandole al fantomatico progetto del ponte sullo Stretto, escludono la regione dal sistema di Alta velocità, procedono coi tagli indiscriminati ai trasferimenti statali agli enti locali, continuano a sottrarre risorse su ambiti essenziali come quello della sanità e della pubblica istruzione».

«Di fronte a questioni così rilevanti per la vita dei cittadini – ha proseguito Stumpo – un rappresentante istituzionale che abbia un minimo di responsabilità, assumerebbe atteggiamenti sicuramente più costruttivi e volti a sostenere le reali esigenze dei territori. In particolare proverebbe, laddove non arrivasse il suo partito, a comprendere le motivazioni che stanno dietro le preoccupazioni delle amministrazioni di Reggio e Villa San Giovanni».

«Purtroppo – ha concluso Nico Stumpo – la lezione che arriva dalla senatrice Minasi è avvilente perché si muove soltanto per compiacere i desiderata dei ras di partito. Quando ciò avviene è, indubbiamente, una sconfitta per la politica con la P maiuscola, quella al servizio della gente, delle esigenze delle comunità e dei territori. La Lega, in questo senso, ha ben altri territori da servire e la Minasi, evidentemente, ne è complice nella forma e nella sostanza». (rrm)

IL PONTE SULLO STRETTO, UN’OPERA CHE
INVECE DI CREARE UNITÀ, DIVIDE TUTTI

di MASSIMO MASTRUZZO Da sempre si edificano ponti per unire terre e genti; sono punti d’incontro e dialogo. Ma anche strutture da cui vedere il mondo o da cui essere osservati. E se un ponte fa capolino in un quadro, in un film o anche solo in un semplice scatto fotografico da mera struttura di attraversamento, quel ponte diverrà occasione di racconto.

Il Ponte sullo Stretto invece è l’unico Ponte che, invece di unire, divide.

Divide perché è diventato un fatto ideologico: D’Alema, Prodi e Rutelli erano favorevoli, ma oggi siccome lo vorrebbe fare la Destra bisogna dire che non è necessario, zittendo di fatto anche quella parte di PD e della Sinistra che in passato non hanno fatto mistero di essere favorevole. 

Anche sul Mose, c’erano i ‘no’, ma poi si è fatto, e di esempi dove le scelte politico-economiche si sono fatte nell’interesse generale della Nazione ce ne sono tanti. Bisogna però sottolineare che si tratta di un modus operandi che in realtà in Italia non esiste, e la dimostrazione che non esiste è proprio nella condizione, da terzo mondo, in cui versa il sistema infrastrutturale meridionale: le scelte politico-economiche in Italia, stante l’attuale distribuzione infrastrutturale e il ritorno economico-occupazionale, si fanno nell’interesse di una sola parte, il Nord, della Nazione. 

Del Ponte sullo Stretto, più che altro, sembra che si esprima la paura che un’opera così colossale su cui si caricano tante aspettative di sviluppo alla fine possa essere una delusione da quel punto di vista della redistribuzione economica nazionale. Che poi quei soldi possano in alternativa essere utilizzati meglio per migliorare, genericamente, i trasporti e la viabilità al Sud dubito fortemente che qualcuno possa imitare Gaio Muzio Scevola per indicare d’essere sicuri su questa soluzione “alternativa”.

Che poi perché il Ponte dovrebbe essere considerata un’opera alternativa è uno dei misteri eleusini che probabilmente Demetra e sua figlia Persefone hanno preferito non rivelare a nessuno.

Non a caso nel nord Italia non sono certamente state considerate alternative, bensì integrative, opere come Mosè, Brembemi, pedemontana, diga foranea di Genova, Alta Velocità, o quelle necessarie per realizzare l’expo o le olimpiadi invernali Milano-Cortina (che dovevano essere a costo zero, invece il conto è già salito ad almeno 3,6 miliardi di euro e la maggior parte dei fondi (2,8 miliardi) li ha stanziati lo Stato.)

Miliardi e miliardi, spesso buttati per la finestra, che fanno economia, per il solo nord (vedi dati su occupazione e reddito pro-capite), ma anche debito pubblico nazionale che pagano tutti gli italiani compresi i meridionali.

Basta soli fare il conto di quanto si sta spendendo nella sola città di Genova per: Terzo Valico (7 miliardi), Gronda (3 miliardi), Nuova Diga foranea (1,2 mld ma diventeranno almeno 3), Tunnel subportuale (2 mld), opere di protezione idrogeologica (pare su sia perso il conto); Oppure osservare come nel Pnrr si siano stanziati per il solo Mose 6 miliardi, pur essendo già operativo.

Per non parlare della richiesta di 9 miliardi per il post alluvione dell’Emilia Romagna: casse di espansione e opere di contenimento in una zona che dovrebbe essere interdetta alla edificabilità. Invece di fare partire una campagna di accusa per consumo di suolo inedificabile hanno nominato un commissario e stimano cifre da paura per abitare aree alluvionali. 

Le pulci pare debbano essere fatte solo per una infrastruttura, un ponte, che altrove le stesse realtà imprenditoriali costruiscono con le stesse tecnologie studiate per il Ponte sullo Stretto:

Tre sul Bosforo ed uno sui Dardanelli, il più lungo attualmente al mondo a campata unica, 2035 m. Il Canakkale Bridge, realizzato da Cowi, presente nel consorzio Eurolink che costruirà il Ponte. Il terzo ponte sul Bosforo lo ha fatto l’italiana Webuild, capogruppo di Eurolink. E la Turchia è ad elevato rischio sismico, come lo è il Giappone e la baia di S. Francisco dove hanno fatto il Golden gate 100 anni or sono. Che poi quello dei terremoti è l’ultimo dei problemi per i ponti sospesi. 

Nel frattempo l’Italia tra le prime 10 economie del mondo si pone tanti problemi per un’opera che nell’ultimo aggiornamento del Documento di economia e finanza dello scorso aprile – 2023 ndr –, ha valutato il costo per la realizzazione del Ponte (escluse le opere connesse su entrambe le sponde) è di 13,5 miliardi di euro». (mm)

[Massimo Mastruzzo è del direttivo nazionale Met – Movimento Equità Territoriale]

Ponte, la minoranza di Villa S.G. contro ricorso al Tar

I Consiglieri Comunali di Forza Italia di Villa San Giovanni – Marco Santoro, Filippo Lucisano, Daniele Siclari, Stefania Calderone e Domenico De Marco hanno espresso il proprio dissenso per la decisione della sindaca, Giusy Caminiti, di presentare un ricorso al TAR Lazio contro il parere positivo della Commissione VIA del Ministero dell’Ambiente sul progetto del Ponte sullo Stretto.

«Una scelta che, a nostro avviso, rappresenta un errore strategico e un danno per l’intera comunità», hanno detto i consiglieri, chiedendo al primo cittadino «di assumersi le proprie responsabilità e di spiegare alla comunità le ragioni di queste scelte. Villa San Giovanni merita un’amministrazione che guardi al futuro e che sia capace di cogliere le opportunità di crescita, sviluppo e progresso».

Per la minoranza, «la sindaca ha dimostrato chiaramente di non voler rappresentare l’interesse collettivo, ma di sostenere esclusivamente la posizione dei nopontisti, una minoranza contraria allo sviluppo infrastrutturale della città. Invece di lavorare per cogliere l’opportunità storica che il ponte rappresenta, continua a investire risorse e tempo in un ricorso infondato e sterile. Le argomentazioni avanzate nel ricorso, peraltro già confutate dal parere tecnico positivo del Ministero, sono le stesse tesi superate che da anni i nopontisti propongono senza successo».

«Ciò che emerge – hanno evidenziato – è una grave mancanza di trasparenza e dialogo. Né in Consiglio Comunale né in Commissione è stato mai affrontato con chiarezza il tema del ponte, nonostante le ripetute sollecitazioni da parte nostra. Questa totale chiusura al confronto ha portato noi consiglieri comunali di Forza Italia a doverci recare personalmente a Roma per ottenere informazioni su un progetto che riguarda direttamente il nostro territorio. Un viaggio necessario ma simbolo della distanza tra l’amministrazione cittadina e le reali esigenze della comunità».

«Particolarmente sconcertante – hanno proseguito – è l’incipit del ricorso, che richiama riferimenti letterari da Omero a Pascoli per sostenere che il ponte comprometterebbe la grandiosità dello Stretto. Queste posizioni anacronistiche ignorano del tutto le esigenze concrete dei cittadini e il potenziale di sviluppo economico e occupazionale che l’infrastruttura potrebbe portare».

«La sindaca, con la sua opposizione al progetto – hanno evidenziato – sta condannando Villa San Giovanni alla marginalità e alla stagnazione. Non ha firmato il protocollo sugli espropri, che avrebbe garantito trasparenza e diritti per i cittadini coinvolti, né ha voluto aprire un info point per informare la popolazione sul progetto e smontare le falsità diffuse dai nopontisti».

«Non meno grave – hanno concluso – è il totale silenzio sui costi del ricorso al Tar. Quanto stanno pagando i cittadini per questa battaglia ideologica? Mentre altri comuni lavorano per massimizzare i benefici che derivano dall’opera, Villa San Giovanni rischia di restare indietro, intrappolata in una visione miope e conservatrice». (rrc)

Lega: Tridico pensi a come sostenere i progetti di sviluppo della Calabria e del Sud”.

In una nota stampa la Lega Calabria ha risposto all’europarlamentare Pasquale Tridico, suggerendogli «piuttosto che fare chiacchiere da Bruxelles, l’on. Tridico pensi a come può  seriamente aiutare il Sud e la Calabria».

«Da qualche giorno – dice il partito – l’europarlamentare Pasquale Tridico  pontifica sulla Calabria. Meglio tardi che mai, visto che finalmente si è  ricordato di essere stato eletto nella circoscrizione meridionale. Il punto è che il già presidente dell’Inps in quota Conte, lo fa alla maniera di un partito che, dopo avere arrecato all’Italia danni enormi, ora, in piena parabola discendente, s’illude di conquistare la Presidenza della Regione, che per la Calabria avrebbe l’effetto di una calamità naturale».

«Evidentemente con l’avallo del Pd – continua la nota della Lega – l’europarlamentare ha iniziato, con largo anticipo,  la sua campagna elettorale in Calabria e, nel solco del velleitarismo dei 5Stelle, procede non con proposte compiute, ma promettendo la qualunque e attaccando il ministro Salvini che, per potenziare le infrastrutture calabresi, ha riversato  risorse ingenti.  Da due decenni a questa parte, sia per l’ammodernamento della 106 che per l’elettrificazione di numerose tratte ferroviarie, l’attuale Governo, di concerto con il presidente Occhiuto e il centrodestra calabrese, sta dispiegando un impegno serrato e incessante».

«Tridico e i 5Stelle fanno parte del partito dei ‘no’ a prescindere – prosegue la nota – perché non hanno alcuna idea per lo  sviluppo dei nostri territori, perciò non si capacitano che un’opera ingegneristica d’avanguardia come il Ponte sullo Stretto, sia stata oggi inserita in un percorso di realistica attuazione».

«È un’infrastruttura – viene evidenziato – che rappresenta un’opportunità unica e  che, una volta compiuta, aprirà in Europa, alla Calabria e alla Sicilia al centro del Mediterraneo,  interessanti prospettive di sviluppo. Semmai,  all’on. Tridico e ai suoi alleati, chiediamo cosa hanno fatto loro  per la Calabria in tanti  anni di governo e quali grandi investimenti hanno portato a compimento. La risposta è zero assoluto». (rcz)

L’OPINIONE / Pasquale Tridico: «Il Ponte gigantesca illusione per la Calabria»

di PASQUALE TRIDICO – Il ponte sullo Stretto è una gigantesca illusione per la Calabria, la Sicilia e l’intero Mezzogiorno, di cui il ministro Matteo Salvini deve assumersi la responsabilità insieme all’intero governo di centrodestra, che non ha la coscienza né il coraggio di fermarlo.

Si tratta infatti di un’opera perfettamente inutile, imposta per la vanagloria politica di Salvini e per mantenere equilibri fragili all’interno del governo Meloni, che considera il Mezzogiorno un mero serbatoio di voti. La Commissione Bilancio della Camera ha da poco confermato che per l’infrastruttura saranno impiegati 1,6 miliardi di euro del Fondo per lo sviluppo e la coesione, che invece dovevano servire a ridurre i divari di Calabria e Sicilia dal resto dell’Italia. Nel merito, il centrodestra calabrese continua a piegare la testa come ha fatto a proposito dell’autonomia differenziata e della sottrazione di somme del Pnrr volte a potenziare la sanità ospedaliera e territoriale.

Salvini, osteggiato anche all’interno della Lega per la propria ostinazione sul Ponte, non ha visione sullo sviluppo del Sud. Nel silenzio generale, gli ricordiamo che in Calabria le richieste di credito d’imposta nell’ambito della Zes unica sono state evase integralmente per 240 milioni, per quasi la metà dell’importo provenienti da piccole imprese. Senza l’Alta velocità ferroviaria e con una viabilità a terra, tutte queste attività saranno ancora penalizzate a causa degli elevati costi di trasporto delle merci.

Se non bastasse, nell’ultimo Piano strategico di Ferrovie dello Stato non c’è traccia del ponte sullo Stretto. Peraltro, l’Alta velocità ferroviaria Salerno-Reggio Calabria resta un miraggio, mentre per il completo ammodernamento della Statale 106 mancano ancora le risorse, come molti sindaci calabresi hanno lamentato di recente.

Inoltre, riguardo all’elettrificazione della ferrovia ionica, la Calabria aveva subito uno scippo di 2,5 miliardi di euro, come già denunciato dal nostro consigliere regionale Davide Tavernise. Oggi, però, i cittadini hanno un riferimento politico forte e attendibile nel Movimento Cinque Stelle.

Continuiamo a lavorare per un’alternativa progressista di governo regionale che soddisfi i bisogni veri e primari dei calabresi. (pt)

[Pasquale Tridico è europarlamentare del M5S]

Al Consiglio regionale della Campania si parla del Ponte come opportunità di sviluppo

Domani pomeriggio, al Consiglio regionale della Campania, alle 15, nella Sala Caduti Nassiriya, si terrà la tavola rotonda sulle opportunità di sviluppo per la Campania ed il Mezzogiorno, a seguito della costruzione del Ponte sullo Stretto, organizzata dall’Accademia Calabra.

La manifestazione avrà interventi di altissimo livello, con la possibilità, finalmente, di apprendere seriamente come stanno le cose, senza condizionamenti mediatici e senza la manifestazione di verità a volte non rappresentativa di questa. Ne discuteranno Severino Nappi, Capogruppo Lega Regione Campania, Costanzo Jannotti Pecci, Presidente Unione Industriali Napoli, Giovanni Castellaneta, Presidente Internazional Strategic – Network, Giacomo Saccomanno, componente CDA Società Stretto S.p.a., e Dario Lo Bosco, presidente RFI S.p.a., con la moderazione di Alessandro Sansoni, giornalista.

Il Ponte è u«n’opera straordinaria – si legge in una nota – che catalizzerà altri investimenti, masse turistiche, opere di modernizzazione dei territori, ma, principalmente, legherà il Sud alla Sicilia e creerà quel corridoio che l’Europa ci chiede da decenni».

«Un momento di grande e possibile crescita – ha detto Saccomanno, che è anche presidente dell’Accademia Calabra – che deve far riflettere e allontanare i campanilismi: il ponte è una struttura di elevata ingegneria che tutto il mondo ci invidia e ci invidierà. Sarà un attrattore di sviluppo, crescita e interesse internazionale. Una valorizzazione delle aziende italiane, uniche a riuscire a creare opere del genere. A questo si aggiunga, anche, la necessità di creare tutti i necessari collegamenti sia stradali che ferroviari per rendere l’intervento sostenibile e modulare».

«In sostanza, un possibile grande sviluppo per l’intero Sud  – ha concluso – che deve, però, essere partecipato, condiviso e gestito dai territori. Una rivoluzione che deve inevitabilmente coinvolgere tutti i territori con l’unico fine di una crescita complessiva e di una creazioni di strutture indispensabili per l’ammodernamento del Sud».

La tavola rotonda, inoltre, sarà l’occasione per parlare della nota questione meridionale e della necessità che questa possa essere superata con adeguate infrastrutture e con interventi mirati alla creazione di una rete sostenibile. Severino Nappi, che ha voluto organizzare questo momento di confronto, ha affermato che «il Sud ha delle criticità che possono essere superate solo con una visione strategica univoca e con interventi mirati e condivisi dai territori».

«Il Ponte sullo Stretto potrebbe essere il faro – ha concluso – che illumina le regioni di un mezzogiorno che ha tutte le risorse e capacità per riprendere un cammino virtuoso. Manca, molto probabilmente, un percorso unitario e condiviso». (rrm)

Romano (Europa Verdi/Verde): Prima del Ponte impegnare risorse per infrastrutturare la Calabria

«Prima di pensare al ponte sullo stretto, bisognerebbe impegnare le risorse per infrastrutturare la nostra regione: l’elettrificazione ferroviaria sullo Ionio è tra le priorità al pari della strada statale 106 moderna e dei collegamenti con le aree e le comunità interne, sempre più isolate». È quanto ha detto Elisa Romano,  dirigente nazionale di Europa Verde-Verdi/Avs, nel corso dell’assemblea programmatica provinciale, nel corso del quale sono stati eletti, a rappresentare i Verdi del capoluogo di regione a Chianciano, Angelina Bruno e Roberto Caligiuri.

«I nostri territori sono ormai abbandonati a loro stessi – ha affermato Roberto Caligiuri nel corso dell’assemblea, affrontando il tema – le strade, ormai, non vedono interventi di manutenzione da anni. Tutto questo provoca carenze nell’erogazione dei servizi sociali e sanitarie nelle aree interne, tanto da costringere la popolazione a pagare per recarsi nei presidi ospedalieri catanzaresi. Addirittura una fetta importante di popolazione ha rinunciato a curarsi, perché spostarsi è diventata un’Odissea».

«Per recarsi in un luogo di cura – sottolinea il referente di Europa Verde-Verdi/Avs di Catanzaro – è necessario prima individuare qualcuno che accompagni, quindi a sborsare del denaro e chi soffre di più sono i soggetti deboli, fragili, gli anziani soli che non riescono a sostenere situazioni del genere».

«Da tempo solleviamo questo tipo di problematiche connesse alla viabilità, settore ormai abbandonato dalla Provincia di Catanzaro, a cui rivolgiamo un appello accorato – ha concluso Caligiuri – affinché si attui quel minimo di manutenzione stradale che consenta di collegare con più facilità le aree interne alla costa». (rcz)

Ponte, Saccomanno (Lega): Approvazione del Via una vittoria

Per Giacomo Saccomanno l’approvazione del Via – Valutazione Impatto Ambientale del Ponte sullo Stretto, con prescrizioni, non è «una vittoria di chi ha sempre creduto nella straordinaria opera del ponte e che il Ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini ha sostenuto con coraggio e visione strategica».

«Finalmente viene premiato il prezioso lavoro dell’AD Pietro Ciucci, del CdA e di tutta la struttura della società “Stretto di Messina”», ha sottolineato Saccomanno, aggiungendo come «l’approvazione del Ministero dell’Ambiente dimostra la validità del progetto e smentisce le tante false insinuazioni di una sinistra che appare, veramente e sempre più, un nemico per lo sviluppo del Sud. Adesso si aspetta l’ultimo passaggio al Cipess». (rrm)

Pd Villa S.G.: Il 15 novembre a Roma contro il Ponte

Il Partito Democratico di Villa San Giovanni sarà a Roma, assieme alla Cgil, Legambiente, WWF, Movimento La Strada, Libera, Comitato Titengostretto, i Verdi, Sinistra Italiana, M5S e tanti altri, alla conferenza stampa contro il Ponte sullo Stretto.

«La Questione Ponte è questione politica nazionale – ha detto Enzo Musolino, segretario cittadino del PD di Villa – non è un’Opera ingegneristica (il progetto è carente, i dati e le prove tecniche assenti), è un feticcio ideologico in mano al Ministro “trumpiano”, il Capitano della Lega Nord.  Cosa diremo?».
«Che vogliono – ha detto il dem – costruire un Muro sullo Stretto (sotto non ci passano le grandi navi) per affossare il Porto di Gioia Tauro; Che i territori sono stati esclusi da qualsiasi vera interlocuzione, costretti ad obbedire senza uno straccio di dibattito pubblico; Che non ci possono essere opere compensative al disastro per Villa e per Messina, destinate ad essere le Città “sotto al Ponte”; Che stanno promettendo mari e monti, condizionando i Comuni ad elemosinare acqua, strade e fogne perché si pieghino al Ponte».
«Che lo Stretto è, sostanzialmente – ha aggiunto – commissariato dalla Lega Nord e da Stretto di Messina Spa “liquidata e rediviva. Che l’appaltatore è in causa con lo Stato e gode, in virtù del Decreto Salvini, di un vantaggio economico spropositato; Che attraverso una Legge incostituzionale hanno bypassato ogni parere tecnico scientifico e valutazione ambientale, trasformando una decisione “inter partitica” all’interno del Consiglio dei Ministri in “norma tecnica” autorizzativa; Che gli espropriandi sono stati già ora penalizzati senza nessun indennizzo: le proprietà svalutate sono sotto vincolo, invendibili».
«Che ogni altra opera utile per Villa – il “Porto a Sud” ad esempio – è subordinata alla realizzazione del Ponte – ha detto ancora – consegnando il territorio, già vittima dell’inquinamento dei mezzi pesanti che lo attraversano, alle ulteriori polveri sottili di un “cantiere eterno” per il quale la valutazione sui danni alla salute è rimandata a dopo l’apertura dei cantieri, a cose fatte, magari a morti già avvenute; Che ci hanno tolto pure il diritto di protestare in maniera Nonviolenta e “gandhiana”, criminalizzando proprio i disobbedienti pacifici, le modalità costituzionali di lotta democratica».
«Che sono indifferenti al patrimonio storico-culturale e ambientale – ha concluso – come se un’Area popolata sin dall’antichità fosse un deserto da colonizzare per soddisfare gli appetiti delle Imprese del Nord Italia, con una ricaduta minima per l’occupazione autoctona. Che le Destre italiane sono nemiche del Sud e prone agli interessi economici dei potenti, insensibili alle necessità dei calabresi e dei siciliani, svendute sull’altare del basso compromesso tra correnti e consorterie; Che non può esistere né neutralità, né terzietà: il Centrosinistra, il Campo dei Democratici, dei Progressisti, degli Ambientalisti, è l’unico argine a questa deriva autoritaria». (rrc)

Ponte, Ferrante (Mit): Superare cultura del sospetto su opere pubbliche

«Il Ponte sullo Stretto incarna un cambiamento culturale, volto a superare la ‘cultura del sospetto’ che spesso accompagna la realizzazione delle opere pubbliche. Non sarà una ‘cattedrale nel deserto’, come altre narrazioni hanno suggerito, ma un’infrastruttura strategica che collegherà la Sicilia alle grandi reti transeuropee». È quanto ha detto Tullio Ferrante, Sottosegretario al Mit, a Tgcom Tour.

«Recentemente – ha ricordato – un accordo tra la società Stretto di Messina e un’agenzia della Commissione Europea ha portato 25 milioni di euro per la progettazione ferroviaria del ponte, dimostrando che anche l’Europa riconosce la sua importanza».

«Il ponte, lungo 3.600 metri, permetterà il passaggio di 6.000 veicoli all’ora e 200 treni al giorno – ha aggiunto – con un impatto che va oltre l’ingegneria. Infatti, si prevede un notevole indotto sia in termini occupazionali che infrastrutturali, grazie alle opere connesse, su ferro e su strada».

«Stiamo abbandonando l’idea – ha concluso – che ci sia sempre qualcosa di più urgente da fare: quest’opera avrà un impatto economico e sociale cruciale per il Sud». (rrm)