COSENZA – Incontro con Elena Giorgiana Mirabelli

Oggi pomeriggio, a Cosenza, alle 18.00, a Piazza dei Follari, la presentazione del libro Configurazione Tundra di Elena Giorgiana Mirabelli.

L’evento rientra nell’ambito dell’edizione 2020 del Premio Sila ’49, organizzato dalla Fondazione Sila.

Dialoga con l’autrice Michele D’Ignazio.

Il libro, edito da Tunuè, è un romanzo che ha portato la distopia al suo eccesso, l’allegoria di una società di automi che nei processi di produzione capitalistici induce l’uomo alla sospensione remissiva delle proprie libertà, prestando il fianco a forme di controllo sistematico.

L’Altrove nella città-bioma di Tundra è infatti una porzione di spazio-tempo della durata di tre mesi, nella quale a ciascun cittadino ospitato viene concesso un tempo sospeso – ma “spazializzato”, inteso alla Bergson – destinato a rinvigorirlo nella solitudine, attraverso la visione di documentari. (rcs)

COSENZA – I 10 finalisti del Premio Sila ’49

Roberto AndòMarta BaroneJonathan BazziGiorgio FontanaPaolo JedlowskiMelania G. MazzucoElena G. MirabelliRemo RapinoIgiaba ScegoGennario Serio sono i dieci finalisti dell’edizione 2020 del Premio Sila ’49, promosso dall’omonima Fondazione guidata da Enzo Paolini.

«Siamo contenti di quello che sia riusciti a fare – ha dichiarato Amedeo Di Maio, presidente della giuria nel corso della conferenza stampa in cui sono stati annunciati i finalisti – il primo istinto, in queste situazioni, è sempre quello di fermarsi, sospendere le attività. Ma abbiamo voluto essere presenti, esserci nonostante tutto e abbiamo avuto grandi soddisfazioni dalle candidature».

«La cultura è uno dei motori di crescita di una comunità – ha dichiarato il presidente Enzo Paolini–. Per questo abbiamo deciso di forzare un po’ la mano ai giurati per arrivare (nello stesso tempo degli altri anni) alla presentazione della decina».

A presentare i titoli, il giurato e scrittore Emanuele Trevi che, in collegamento dalla Toscana, è partitolo dal titolo di Paolo Jedlowski, Intanto, «che davvero rappresenta il tempo che abbiamo trascorso» ha spiegato Trevi, specificando come la parola intanto potrebbe essere il manifesto di questa edizione: «intanto, le persone leggevano libri, intanto, anche nei giorni più duri, si preparavano le manifestazioni, i festival, le iniziative culturali. Perché intanto il mondo non si è davvero fermato, l’istinto iniziale è stato quello di fermarsi, eppure le cose hanno continuato a germinare».

Poi, è stata la volta di Configurazione Tundra della calabrese Elena Giorgiana Mirabelli, «un romanzo distopico originalissimo – ha spiegato Trevi – che stupisce da un’autrice così giovane». Poi, è stata la volta di Febbre di Jonathan Bazzi, un romanzo distopico contemporaneo «che prende vita a Rozzano, periferia milanese; una storia privata il sui innesco narrativa è la febbre del titolo, passa per una diagnosi di sieropositività e arriva a parlare, fondamentalmente, della diversità».

«Dalla Rozzano contemporanea – ha proseguito il giurato – facciamo un salto nella Roma di Caravaggio. Il luogo e il tempo de L’Architettrice di Melania Mazzuco, quella Plautilla che fu la prima donna architetto», per poi passare a Prima di noi di Giorgio Fontana, «il grande romanzo familiare italiano» che «dura da quattro generazioni, da Caporetto ai giorni nostri».

Poi, è stata la volta de La linea del colore di Igiaba Scego, che il giurato ha definito «il miglior romanzo di un’ottima scrittrice»; Città sommersa di Marta Barone è «un libro significativo dal punto di vista della dinamica psicologica. Un volume che merita tutta l’attenzione possibile»; il Notturno di Gibilterra, di Gennario Serio, è stato definito da Trevi «un raffinatissimo gioco letterario, davvero riuscito».

Il bambino nascosto di Roberto Andò, «narra l’amicizia insolita tra un bambino e un professore di pianoforte» e, rivela Trevi, «già si parla di un film tratto dalla trama di questo libro». L’ultimo libro è, infine, Vita, more e miracoli di Bonfiglio Liborio di Remo Rapino «che viene da un’altra tradizione letteraria che è stata fonte straordinaria per la narrativa italiana: il monologo del pazzo». (rcs)

 

COSENZA – Il 2 luglio il libro “Mara. Una donna del Novecento”

Il 2 luglio, a Cosenza, alle 18.00, a Piazza dei Follari, la presentazione del libro Mara. Una donna del Novecento di Ritanna Armeni.

L’evento è il primo appuntamento che la Fondazione Premio Sila 49 ha organizzato dopo i tre mesi di stop imposti dalla pandemia, che si si annuncia partecipato, «senza assembramenti» ha precisato Gemma Cestari, direttrice del Premio Sila 49, nel rigoroso rispetto delle regole del distanziamento e, sopratutto, all’aperto.

Dialoga con l’autrice Ines Crispini, docente di Filosofia Morale all’Università della Calabria.

Il libro, edito da Ponte delle Grazie, racconta di Mara, una donna del Novecento, come recita il titolo per esteso e con il ventesimo secolo fa i conti: con le sue contraddizioni e i grandi cambiamenti, ma soprattutto con l’orrore della (seconda) guerra mondiale voluta, determinata, portata dai regimi dell’estrema destra europea e dalle ideologie oscene di nazismo e fascismo.

Nel fascismo Mara nasce (classe 1920), col fascismo cresce, fino a ritrovarsi quasi donna, tredicenne, nel bel mezzo del ventennio, in quel 1933 che vede consolidarsi l’intesa fra l’Italia e Mussolini, mentre Hitler è già diventato cancelliere del Reich. Mara è fascista, come tutti, è fascista perché il sabato si indossa la divisa inamidata e si corre tutti insieme, ed è eccitante, liberatorio. È fascista perché così fan tutti e nell’orizzonte egoista dell’italiano medio non c’è ancora un motivo per non esserlo.

È fascista perché crede che il regime possa garantirle di realizzare i suoi sogni, che sono sogni di un’adolescente “moderna”, sogni di emancipazione, di lavoro e indipendenza. Ma il regime è subdolo e mentre celebra le donne come perno della società, relega quel perno in un luogo angusto, soffocante: la casa, la famiglia, la maternità. Come molte donne del Novecento, Mara si piega ma non si arrende, si cala nella figura di donna che il regime vuole vedere, ma conserva i suoi sogni di ragazza e li coltiva grazie alla letteratura, al cinema, alle favole moderne che raccontano le storie delle donne italiane più celebri e intraprendenti, come Ondina Valla, la velocista medaglia d’oro a Berlino nel 1936. (rcs)

COSENZA – Il Premio “Sila 49” si farà: al via il nuovo bando

L’edizione 2020 del Premio Sila 49 si farà. A renderlo noto la Fondazione Premio Sila, organizzatrice della rassegna che, «a causa delle eccezionali condizioni date dalla pandemia da Coronavirus in atto, ha deciso di apportare delle modifiche al regolamento e bando di concorso per l’edizione 2020 del Premio Sila 49 che si svolgerà regolarmente, con le consuete tappe di selezione delle opere in concorso ed avrà termine con la cerimonia di premiazione in autunno, così come avvenuto nelle precedenti edizioni».

«In accordo con la direzione generale del premio e con il consenso unanime della giuria – si legge in una nota della Fondazione – si sono stabiliti nuovi termini temporali per le opere in concorso delle varie sezioni del premio, allo scopo primario di consentire la ripresa piena delle attività delle case editrici dopo il fermo di alcune settimane e di attendere la pubblicazione e la distribuzione dei libri cartacei in programma nei mesi a venire. In particolare, per la sezione Letteratura, che prevedeva di poter premiare libri editi tra il 1 giugno del 2019 e il 31 maggio del 2020, si è spostato il termine di pubblicazione fino al 10 luglio».

«Per le altre sezioni, invece – prosegue la nota – che riguardano la produzione saggistica, e comprendono una vasta gamma di discipline che analizzano il mondo così com’è, ovvero ipotizzano e suggeriscono come sarebbe giusto che fosse, si è ritenuto di sospendere – una tantum – i limiti temporali fissati per l’edizione delle opere da valutare, onde consentire alla giuria di esplorare non solo, come sempre, i lavori che – su ogni tema, nella forma e con il contenuto del saggio – siano prodotti nell’anno di riferimento, ma anche proposte di lettura della società e dei modelli di sviluppo ed organizzazione sociale più risalenti nel tempo e che oggi – alla luce degli straordinari eventi che ci troviamo a vivere – possono eventualmente apparire come meritevoli di essere riconsiderate e valorizzate».

«Il Premio Sila ’49 intende, così ribadire, ora più che mai – prosegue la nota – la sua vocazione civile, la sua presenza e il suo sostegno, in tempi difficili, all’intero mondo della cultura e dell’arte, e in particolare agli scrittori, agli editori, alle librerie e ai lettori». (rcs)

In copertina, Gemma Cestari, direttore Premio Sila, Enzo Paolini, presidente Fondazione Premio Sila 49, Valerio Magrelli, poeta e giurato del Sila e Amedeo Di Maio, presidente della Giuria in uno scatto dell’edizione 2019

 

COSENZA – I cinque finalisti dell’ottavo Premio Sila ’49

Annunciati i cinque finalisti dell’ottava edizione del Premio Sila ’49, in programma a Palazzo Arnone di Cosenza il 29 e 30 novembre, e il 2 dicembre.

La giuria, presieduta da Amedeo Di Maio, e composta da Piero BevilacquaFrancesco Maria GrecoRomano LuperiniValerio MagrelliTomaso MontanariMarta PetrusewiczAnna SalvoEmanuele TreviMassimo Veltri, ha indicato i titoli finalisti: La straniera di Claudia DurastantiLo stradone di Francesco PecoraroSillabario dell’amor crudele di Francesco PermunianL’uomo che trema di Andrea Pomella, e AAddio fantasmi di Nadia Terranova.

I vincitori della sezione Letteratura e della sezione Economia e Società saranno annunciati entro metà novembre, mentre il Premio Speciale alla carriera sarà consegnato al musicista e ricercatrice etnomusicale Giovanna Marini che, sabato 30 novembre, alle 11.30, terrà la lectio magistralis Dalla campagna alla città.

Il Premio, è stato assegnato alla musicista in quanto «tra le grandi figure della canzone italiana del novecento, Giovanna Marini si distingue per la complessità della sua ricerca, all’incrocio tra grandi ideali politici, ricerca etnologica e floklorica, lunghe esperienze di insegnamento, un numero incalcolabile di concerti che hanno scandito una carriera proseguita al riparo delle mode senza mai indulgere ai facili richiami del mercato. Ballate come i “i treni di Reggio Calabria” sono entrate a pieno diritto nella lunga storia della canzone popolare italiana, contribuendo all’identità culturale e poetica della sinistra con la forza di un’autentica narratrice sempre pronta a mettersi in gioco nel calore dell’esperimento, in costante rapporto con un pubblico rinnovato di generazione in generazione».

Il Premio, diretto da Gemma Cestari, è promosso dalla Fondazione Premio Sila, ed è diviso in due sezioni: Letteratura ed Economia e Società.

Il programma

Venerdì 29 novembre, a Palazzo Arnone, si parte alle 18.00 con il Manifesto per l’uguaglianza di Luigi Ferrajoli, vincitore della sezione Economia e Società. L’autore dialoga con i giurati Piero BevilacquaRenato Greco.

Sabato 30 novembre, alle 11.30, a Palazzo Arnone, lectio magistralis Dalla campagna alla città di Giovanna Marini, premio alla carriera 2019. Alle 18.00, la cerimonia di premiazione. Conduce Ritanna Armeni.

Lunedì 2 dicembre, alle 19.00, al Cinema Modernissimo, l’evento Ciò che si agita dietro il sipario l’Italia di Francesco RosiDidi GnocchiCarolina Rosi dialogano con Luciana CastellinaParide Leporace.

Alle 20.00, la proiezione del documentario Citizen Rosi. (rcs)

COSENZA – Il libro “Marzo per gli agnelli”

Questo pomeriggio, a Cosenza, alle 18.00, alla Libreria Ubik, la presentazione del libro Marzo per gli agnelli di Mimmo Gangemi.

L’evento apre il ciclo di presentazione dei libri finalisti della sezione narrativa del Premio Sila ’49.

Dialoga con l’autore, il giornalista della Gazzetta del Sud Arcangelo Badolati.

Il libro è edito da Piemme.

Ognuno ha con il destino un appuntamento che non è in grado di dirottare.
Quello di Giorgio Marro, brillante avvocato penalista, si è compiuto nel momento in cui un dramma ha colpito la sua famiglia in diversi modi, tutti disastrosi: il figlio piccolo ora in un’immagine sorridente da una lapide, il maggiore in sospensione tra un inganno di vita e la morte che se la prende comoda, sbeffeggia anche, la moglie in un delirio doloroso che l’ha indotta a scendere dal mondo, lui impaziente che si consumi la caduta interminabile e giunga il tonfo.

Mentre annaspa tra limacciosi pensieri di distruzione, Giorgio intravede i bagliori di una battaglia che è disposto a combattere solo chi non ha più niente da perdere, solo chi, dopo aver vissuto con le spalle voltate a non vedere, può smettere di avere paura: c’è la ‘ndrangheta dietro la pressante richiesta di acquistare un suo terreno a picco sul mare dello Stretto, brullo e arso dal sole, e che non vale nulla; c’è la ‘ndrangheta dietro la scomparsa di due malavitosi, padre e figlio, che lui è stato l’ultimo a vedere vivi, lassù nella proprietà contesa, e che immagina incappati nella lupara bianca; c’è la ‘ndrangheta dietro le prepotenze per convincerlo a vendere. E da quelle parti la ‘ndrangheta è zi’ Masi, un capobastone che non sa rinunciare all’antico, la ‘ndrangheta sono i Survara, che hanno abbracciato la modernità delittuosa e le nefandezze a essa appiccicate.

Marro indaga. Si spinge lontano, fino a disturbare l’avidità feroce, fino a restare ingabbiato nei contrasti tra le due ‘ndrine, fino a impattare nella brutalità della violenza criminale, fino a stagliarsi ombra solitaria, lunga di un sole già basso. (rcs)

 

COSENZA – Si conclude il Premio Sila ’49

Questo pomeriggio, a Cosenza, alle 18.30, presso Palazzo Arnone, l’iniziativa La frontiera e l’umanità per Alessandro Leogrande.

L’evento conclude il Premio Sila ’49, giunto alla settima edizione, con il conferimento del Premio Speciale alla memoria di Alessandro Leogrande, giornalista e scrittore scomparso prematuramente.

L’evento è stato promosso dalla Fondazione Premio Sila 49, e prevede un confronto tra Tomaso Montanari, docente universitario, Nadia Terranova, scrittrice, e Emanuele Trevi, critico letterario.

Ritirerà il Premio, la madre di Alessandro. (rcs)