CASTROVILLARI – Primavera dei Teatri, “Menelao”

In scena questo pomeriggio, a Cosenza, alle 18.00, presso la Sala Consiliare, lo spettacolo Menelao costruito, diretto ed interpretato da Teatrino Giullare.

Lo spettacolo rientra nell’ambito della rassegna La Primavera dei Teatri, ed è una coproduzione Emilia Romagna Teatro Fondazione e Teatrino Giullare ed il sostegno della Regione Emilia Romagna.

Sinossi

Menelao, l’uomo più ricco della terra, sposo della donna più bella del mondo, re di Sparta e vincitore della guerra di Troia, ha tutto ma non la felicità. Intuisce che qualcosa non funziona nella sua vita apparentemente così comoda; eppure non è capace di fare qualcosa per cambiare la sua situazione. Figlio di una società in cui il mercato tende a mantenere aperto l’orizzonte del desiderio perché questo non sia mai soddisfatto, il protagonista si confronta con aspirazioni eternamente incompiute.

Non gli basta quel che la vita gli ha dato e desidera ciò che non ha. Vorrebbe morire come un eroe, ma non è questo il suo destino; vorrebbe vivere felice come una persona qualsiasi, ma non si accontenta di esserlo. Una rielaborazione in chiave contemporanea dei miti legati alla casa degli Atridi, ma anche una riflessione sul concetto di tragico nella contemporaneità. (rcs)

CASTROVILLARI – Primavera dei Teatri, “Sangue del mio sangue”

In prima nazionale, questa sera, a Castrovillari, alle 20.30, presso il Teatro Vittoria, in scena lo spettacolo Sangue del mio sangue del Kronoteatro.

Lo spettacolo, che rientra nell’ambito della rassegna Primavera dei Teatri, è di Riccardo Spagnulo ed è liberamente ispirato aIo, Pierre Rivière, avendo sgozzato mia madre, mia sorella e mio fratello…” di Michel Foucault.

Con la regia di Maurizio Sguotti, e con Simone Benelli, Tommaso Bianco, Matteo Di Somma, e Maurizio Sguotti, lo spettacolo è una produzione Kronoteatro e con il sostegno di Armunia Centro di Residenze Artistiche Castiglioncello, AstiTeatro e PimOff.

Nel nord della Francia di inizio Ottocento, avviene un fatto di sangue che sconvolge l’opinione pubblica: Pierre Rivière, appena diciottenne, si macchia dell’omicidio a sangue freddo di sua madre, della sorella e del fratello di pochi anni allo scopo di “liberare il padre” dalle sofferenze della famiglia. Chi era, dunque, Pierre Rivière? Un contadino semianalfabeta, un folle, un assassino, un liberatore, un prodigio, un mostro? Difficile saperlo con certezza.

A partire dalla documentazione storica e giuridica raccolta da Michel Foucault, Kronoteatro cerca di entrare nell’intima umana essenza dei personaggi di questa vicenda per metterne in luce gli aspetti contraddittori e stridenti ancora propri della nostra realtà: il limite tra il ruolo di vittima e quello di carnefice, la costrizione e la docilità dei corpi ristretti, la banalità del male nella vita quotidiana, l’eterna lotta di maschile e femminile. Una vicenda che, sradicata dai cardini della Storia, vive ancora in una cifra sospesa vicina al nostro oggi. Uno spettacolo che evidenzia di come, nonostante cambino i modi in cui si manifestano gli universali di cui gli esseri umani sono fatti, è nell’eterna contraddizione e nell’impossibilità di una risposta univoca e semplicistica che vive la natura dell’uomo. Sia egli un ragazzo o un mostro. (rcs)

CASTROVILLARI – “La classe. Un docupuppets per marionette e uomini”

In scena questo pomeriggio, a Castrovillari, alle 19.00, presso la Sala Consiliare, lo spettacolo La classe. Un docupuppets per marionette e uomini di Fabiana Iacozzilli.

Lo spettacolo, che rientra nell’ambito della rassegna Primavera dei Teatri, è con Michela Aiello, Andrei Balan, Antonia D’Amore, Francesco Meloni, Marta Meneghetti. La collaborazione alla drammaturgia è a cura di Marta Meneghetti, Giada Parlanti ed Emanuele Silvestri.

Un docupuppets fatto da pupazzi e da uomini, ma anche un rito collettivo in bilico tra La Classe morta di Kantor e I cannibali di Tabori in cui l’adulto rilegge i ricordi di un’infanzia vissuta nella paura di buscarcele, interpretati da pupazzi in mano a un misterioso deus ex machina. Una storia nata dai ricordi delle elementari della Iacozzilli nell’istituto “Suore di Carità”, in particolare quelli legati alla sua maestra, Suor Lidia.

Questi ricordi/pezzi di legno, si muovono senza pathos su dei tavolacci che ricordano banchi di scuola, tavoli da macello o tavoli operatori di qualche esperimento che fu. Intorno silenzio. Solo rumori di matite che scrivono e di compagni che respirano. I genitori sono solo disegnati su un cadavere di lavagna ma poi ben presto cancellati.

Nel silenzio dei loro passi, questi corpicini di legno si muovono in un Mondo-Suor Lidia –   unica presenza in carne ed ossa che sfugge alla vista di pupazzi e pubblico – generatrice di paura. In questa riflessione sul senso profondo del ricordo, in questa ricerca di pezzi di memorie andate, è emerso quello in cui Suor Lidia affida a Fabiana la regia di una piccola scena all’interno di una recita scolastica, decidendo, forse, insieme a lei, la sua vocazione. Uno spettacolo che voleva parlare di abusi di potere ma parla di vocazioni. (rcs)

CASTROVILLARI – Primavera dei Teatri, “Noi non siamo barbari”

In prima nazionale, questa sera, a Castrovillari, alle 22.00, presso il Teatro Sybaris, in scena lo spettacolo Noi non siamo barbari di Scena Nuda.

Lo spettacolo, di Philipp Löhle, e con la traduzione di Umberto Gandini, è con la regia di Andrea Collavino, e con Filippo GessiSaverio TavanoTeresa TimpanoStefania Ugomari di Blas.

Si tratta di una produzione La Contrada Teatro Stabile di Trieste / Scena Nuda in collaborazione con Civica Accademia D’arte drammatica Nico Pepe di Udine, e andrà in scena in occasione de La Primavera dei Teatri.

Sinossi

Una coppia di tedeschi benestanti, Mario e Barbara, immersi nei loro problemi europei, nella loro vita privata. Una notte piovosa e fredda si festeggia il compleanno di Barbara. Ci sono dei nuovi vicini, Linda e Paul, e poi qualcuno bussa alla porta. Mai si sarebbero immaginate le conseguenze di questo evento. Noi siamo noi, e gli altri non lo sono. E questo è il punto di partenza, il dato di fatto da cui inizia l’ipotesi messa in campo.

Se una notte si presentasse alla nostra porta uno, qualcuno, in cerca di aiuto…La paura si materializza nella possibile perdita di sicurezze costruite in secoli, millenni di storia, sicurezze fatte di oggetti, welfare, democrazia, giustizia. Chi garantirà la sopravvivenza di tutto questo di fronte allo sconosciuto, al grande “Mah”? Philipp Löhle si lascia alle spalle il racconto delle sofferenze, dei soprusi, delle ingiustizie, per dedicarsi all’analisi di Noi, quelli che siamo qui, in Europa, e siamo europei. (rcs)

 

CASTROVILLARI – Primavera dei Teatri, “La ragione del terrore”

In scena, in prima nazionale, questa sera, alle 20.30, presso il Teatro Vittoria, lo spettacolo La ragione del terrore di Koreja.

Lo spettacolo, con i testi di Michele Santeramo e la regia di Salvatore Tramacere, è con Michele Cipriani e Maria Rosaria Ponzetta.

Sinossi

C’è un uomo che ha bisogno di farsi perdonare qualcosa, un fatto grave, qualcosa che lei, la donna, proprio non riesce a dimenticare. Per farlo, ha bisogno di raccontare quel che è successo a un pubblico, perché ciascuno tra i presenti comprenda la ragione del terrore. Sembra un destino connaturato all’uomo: si reagisce al male subito con il male, in una spirale che sembra essere senza soluzione. Lo spettacolo prova a ragionare su questi temi, per capire se esiste una ragione al terrore provocato, al dolore, alla violenza. Un racconto sull’apparente inevitabilità di certe conseguenze, perché ci sono storie che nella loro linearità sembrano semplici.

E poi non bisogna stupirsi quando deflagrano, perché era prevedibile. Questo è un paesaggio fatto di grotte abitate da persone. È un racconto accaduto in Italia pochi decenni fa e non è ambientato nella preistoria. In posti come questo i sogni devono essere veri. E qui, sono rimasti solo i sogni a dare speranza alle giornate. Uno spettacolo che ragionando su questi temi tenta di trovarne una soluzione umana, profondamente umana: forse si chiama stanchezza, forse codardia, forse solo necessità di sottrarsi, di farsi da parte; c’è, forse, una maniera per scardinare ogni ragione del terrore. (rcs)

CASTROVILLARI – In scena “Immagina un paesaggio eroico”

In scena in prima nazionale, questo pomeriggio, a Castrovillari, alle 19.00, presso la Sala Consiliare, lo spettacolo Immagina un paesaggio eroico di Nova Melancholia.

Lo spettacolo, con la regia di Vassilis Noulas, è con Ondina Quadri, Marcus Richter, Alexia Sarantopoulou, Vassilis Noulas, Kostas Tzimoulis, e rientra nell’ambito degli spettacolo de La Primavera dei Teatri.

Sinossi

Immagina un paesaggio eroico è il risultato di un mese di residenza del collettivo Nova Melancholia a Fivizzano27, spazio indipendente romano, dove è stato presentato in una versione-studio nell’ottobre 2018. I tre membri del collettivo (Alexia Sarantopoulou, Kostas Tzimoulis e Vassilis Noulas) hanno lavorato insieme ai performer Marcus Richter e Ondina Quadri. La performance trova la sua prima ispirazione nelle lettere inviate dal carcere dalla rivoluzionaria marxista Rosa Luxemburg a Sonia Liebknecht tra il 1917 e il 1918, lettere pregne di pura umanità e incredibile sensibilità verso tutto ciò che vive (da un uccello ad un insetto, ad una pianta).

Cos’è l’utopia, cos’è l’eroismo? Come vorresti un paesaggio? Rosa Luxemburg sembra trovare eroismo nell’umile lotta di uno scarafaggio divorato dalle formiche o nello slancio di un uccello. Come possiamo affrontare il piccolo, l’apparentemente insignificante, in termini eroici? Per cosa vale la pena combattere? Immagina un paesaggio eroico è un monumento effimero, un tributo a Rosa, fatto di materiali precari, come i corpi e le voci dei performer. (rcs)

CASTROVILLARI – In scena “Alfonsina Panciavuota”

In scena questa sera, a Castrovillari, alle 22.00, al Teatro Sibarys, lo spettacolo Alfonsina Panciavuota del Teatro Dallarmadio.

Lo spettacolo – consigliato ad un pubblico adulto – è scritto ed interpretato da Fabio Marceddu. Ideazione scenica e regia sono a cura di Antonello Murgia.

Siamo in una Sardegna del secondo dopoguerra, periodo in cui alla crisi legata alla caduta del regime si aggiunge la crisi del sistema. È in questo scenario che si sviluppa la tragedia personale di Alfonsina Panciavuota, classe 1932, l’ultima di nove figli, venduta a 10 anni come serva al padrone della miniera, Caterino Spinetti. Quattro lunghi anni di soprusi e abusi che segneranno indelebilmente il resto della sua vita. Alfonsina porta sulle spalle tutto il peso di una memoria proletaria offesa, riuscendo però a trovare la forza per opporsi e tentare di cambiare il proprio destino.

Fabio Marceddu affronta la storia di una delle tante “pance vuote” di quegli anni, costruendo un personaggio capace di parlare direttamente alle coscienze di un pubblico che non ha più memoria di quando “i figli si vendevano come bestie” perché erano troppi, o di quando la terra e la casa erano gli unici beni capaci di dare dignità alle persone. Un feroce viaggio alla scoperta della parte in ombra della nostra società, raccontata tra bisbigli e sussurri. Alfonsina Panciavuota è un inno agli ultimi, un corale a voce sola, quello di una donna che è tutte le donne. Donne che nei secoli hanno sopportato e sopportano in silenzio la subalternità imposta della loro condizione femminile, lasciando andare – quasi rassegnate, come se fossero colpevoli – la propria libertà di scegliere. (rcs)

CASTROVILLARI – In scena “Sêmi. Senza infamia e senza lode”

In scena questa sera, a Castrovillari, alle 20.30, in prima nazionale, lo spettacolo Sêmi. Senza infamia e senza lode di Stivalaccio Teatro.

Lo spettacolo, con testo e regia di Marco Zoppello, è con Sara Allevi, Giulio Canestrelli, Anna De Franceschi, Michele Mori, Marco Zoppello e con Matteo Pozzobon, ed è una produzione Stivalaccio Teatro e Operaestate Festival Veneto
con il sostegno di Teatro della Toscana (progetto studio teatro) e La Corte Ospitale (progetto residenze 2018).

Sprofondata, da qualche parte in mezzo alla neve, si trova la “Banca Mondiale dei Semi”. Al suo interno, un patrimonio naturale di oltre 84 mila esemplari di sementi, presidiato giorno e notte contro ogni attacco nemico. È la vigilia di Natale di un futuro prossimo e a guardia della base vi sono tre soldati italiani: il Sergente Maggiore Mario Zoppei, caposquadra latinista, il Soldato Scelto Fausto Rossi, estremista irrequieto e il Soldato Giorgio Morello, prolungamento in divisa del suo stesso tablet. Mentre si consuma il loro ultimo giorno di servizio la base viene presa di mira da una coppia di eco-terroriste, Dalila e Patrizia, due schegge impazzite tra la neve, determinate a liberare le piante dalla loro prigione di cemento. Semi è una “farsa grottesca per maschere”, dove queste ultime diventano specchio deforme di vizi e difetti del nuovo millennio.

Questi personaggi, a metà tra graphic novel e satira espressionista, sono dei piccoli mostri che sgomitano per trovare il loro spazio nella società. Semi è un’indagine verso una Commedia dell’Arte del nuovo millennio, alla ricerca di novelli stereotipi da svelare, da scoprire, da “smascherare”. Semi è un ring, un microcosmo che si sorregge sul conflitto e sull’irrealizzabile bisogno di stabilire nettamente il bene e il male. Pistola alla mano: il fine giustifica i mezzi? (rcs)

 

CASTROVILLARI – Primavera dei Teatri, in scena “The speaking machine”

Questo pomeriggio, a Castrovillari, alle 19.00, presso la Sala Consiliare, in scena, in prima nazionale, lo spettacolo The speaking machine. Giorni in cui non sembreremo umani, ma ancora sapremo come essere tristi di Victoria Szpunberg.

Lo spettacolo, della Compagnia Ragli, è con la regia di Rosario Mastrota e con Dalila Cozzolino, Antonio Monsellato, Antonio Tintis.

Siamo in un futuro incerto: giorni in cui non sembreremo umani, ma ancora sapremo come essere tristi. Una donna lavora come macchina parlante, un cane umano dà piacere e un padrone di casa attende una promozione. È un triangolo con più di tre punti. È la storia di una relazione basata sul potere, la dipendenza e, perché no, l’amore.

Una storia crudele e romantica dove macchine ed emozioni si fondono in una spirale di eventi alle frontiere dell’esistenza. Sembrano dei perfetti modelli di quell’alienazione che ci ha mostrato Kafka, questi personaggi, in preda all’angoscia esistenziale che si trasforma in brutalità verso se stessi e verso gli altri. Ognuno di noi ha un modo proprio di rappresentare la solitudine, di viverla e di immaginarla.

Esiste dunque una solitudine diversa per ciascuno. Protesi nel ricercare all’esterno i significati delle cose, non ci si rende più conto di quanto ci si allontani da sé. Non ci si sente più realmente da soli eppure, specchiandosi realmente, ognuno si vedrebbe diviso. Comportamenti ed oggetti uguali per tutti illudono di poterci far raggiungere l’individualismo ma in realtà inceppano la libertà, ci rendono “macchine”. Si resta sempre da soli. The Speaking Machine combina un mondo grottesco e poetico con una routine quotidiana molto specifica. Esiste la felicità nella solitudine? (rcs)

CASTROVILLARI – In scena “Contro la libertà”

In scena questa sera, a Castrovillari, alle 20.30, presso il Teatro Vittoria, in prima nazionale, lo spettacolo Contro la libertà di Esteve Soler.

Lo spettacolo, una produzione del collettivo Divina Mania, è con la regia di Mauro Lamanna e con Gianmarco Saurino ed Elena Ferrantini.

Sette quadri, sette storie, sette scene surreali che cercano di rispondere alla stessa domanda: che cos’è la libertà?  In ognuno dei sette microcosmi in scena, l’idea di libertà si insidia nei pensieri dei personaggi e produce intensi cortocircuiti tra le visioni che essi hanno del mondo, in ogni suo ambito, dalla politica alla religione, dalla finanza all’arte, dai social media alle patologie dei millennials. Uno sguardo sul presente attraverso un caleidoscopio, che riesce a mostrarci porzioni di vita di uomini che vivono una lotta quotidiana tra il proprio senso di libertà, quello dell’altro e quello comune. Sono libero se posso comprare tutti i jeans che voglio a € 9,99?  E chi mi sta dando questa possibilità, sta rubando libertà a qualcun altro? La libertà per il cittadino vista dall’uomo è la stessa che vede il potere? Immagini, visioni e domande che compongono un puzzle surreale e granguignolesco, ma insieme concreto, attuale e spietatissimo. (rcs)