Nell’ambito del progetto Gap – Gioco d’azzardo patologico, si è svolto, al Chiostro Caffè Letterario del Complesso monumentale San Domenico di Lamezia Terme una giornata di formazione per il personale delle sale da gioco, nell’ambito del progetto Gap 2021 (gioco d’azzardo patologico), in atto in provincia di Catanzaro a cura dell’Azienda Sanitaria Provinciale.
CATANZARO – Concluso il progetto Gap, dedicato al gioco d’azzardo patologico
Nella Sala del Cenacolo dell’Istituto Tecnico Tecnologico Statale “E.Scalfaro” di Catanzaro si è svolta la fase finale di Gap, il progetto promosso dalla Regione Calabria e attuato dall’Asp di Catanzaro, nato per contrastare il fenomeno della dipendenza da gioco d’azzardo, realizzando un lavoro di rete con enti locali, famiglie, scuola e associazioni.
Sono stati centinaia gli studenti incontrati negli ultimi mesi per il programma di sensibilizzazione svoltosi all’interno degli istituti scolastici di Catanzaro, Soverato e Lamezia Terme e coordinato dalla Cooperativa Sociale Zarapoti, presieduta da Ampelio Anfosso. L’équipe è stato costituita da specialisti della Zarapoti, Ser.D, Centro Calabrese di Solidarietà e Progetto Sud.
All’evento, moderato dal sociologo, Eugenio Nisticò, è intervenuto Michele Gabriele Rossi, direttore del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze dell’Asp di Catanzaro che ha sottolineato come sia importante farsi aiutare nei momenti di difficoltà, prendendo consapevolezza che c’è qualcosa che non va e mettendosi in discussione.
«Il gioco d’azzardo – ha affermato Giulia Audino, referente scientifico del progetto e direttore del Ser.D della provincia di Catanzaro – è un problema quando da passatempo diventa dipendenza e, quindi, una malattia che, però, si può curare. La dipendenza può avere conseguenze devastanti. La prevenzione è fondamentale per contrastare questo fenomeno. Se si conosce qualcuno che si trova in questa situazione, non si deve esitare a chiudere aiuto».
Per la Zarapoti hanno preso parola Fabio Corigliano (vice presidente) e Alessandra Sansotta (educatrice).
Si sono susseguiti gli interventi di Carla Sorrentino, psicologa e referente del progetto per il Ser.D di Catanzaro; Mariarita Notaro, psicologa, per l’ASP 7; Giorgia Ritrovato, per il Centro Calabrese di Solidarietà.
Molto toccanti le testimonianze di Gaetano, Rosario e Salvatore, persone catturate dal circolo vizioso del gioco d’azzardo, attraverso le scommesse on line, le slot machine e i gratta e vinci, e ritrovate prigioniere di loro stesse e della dipendenza, che ne sono uscite solo grazie alla consapevolezza del pericolo e all’assistenza.
Roberto Gatto, educatore della Comunità Progetto Sud, ha fornito un focus sulla situazione del disturbo da gioco.
«Il fenomeno del gioco d’azzardo ha raggiunto anche in Calabria un livello di diffusione allarmante – ha sottolineato –. I dati ufficiali del Monopolio di Stato, aggiornati al 2023, indicano che, nell’anno, si è giocato complessivamente per 136 miliardi di euro. I calabresi, risulta, hanno giocato in modalità telematica per 3.247.136.228,11€ e fisica per 1.622.564.112,05€ per un totale di 4.678.712.420,36. Nella città di Catanzaro la cifra è 247.015.085,63 euro».
I vari momenti sono stati intervallati da performance musicali a cura di Lorenzo Squillace dell’Istituto Tecnico Tecnologico “B.Chimirri”, di Antonio Martelli del Liceo Scientifico “L.Siciliani” e dell’artista rap Totò. (rcz)
QUASI DUE MILIARDI IN FUMO PER IL GIOCO
LUDOPATIA IN CALABRIA NUMERI DA PAURA
Il gioco d’azzardo è tutt’altro che innocuo, provoca molto di frequente una pericola dipendenza che è stata valutata come una vera e propria patologia: “disturbo da gioco d’azzardo”. La ludopatia è quindi una vera e propria malattia in grado di provocare forte disagio psicologico e gravi conseguenze dal punto di vista della salute mentale. La prevenzione e la cura posso contrastare questo fenomeno, limitare, se non bloccare, la dipendenza dal gioco d’azzardo ed è compito delle amministrazioni locali avviare iniziative a questo proposito. La Regione Calabria ha promosos il progetto GAP, attuato dall’Asp di Catanzaro, con un articolato programma di prevenzione e cura, organizzando un lavoro di rete con il servizio pubblico, gli enti locali, le famiglie, la scuola e gli organismi sociali.
Quanto “pesa” il fenomeno nella nostra regione? I calabresi, nel 2019 – riferisce Giulia Audino, referente scientifico del progetto Gap, e direttore f.f. Ser.D. di Catanzaro, prendendo come riferimento i dati emersi dal report dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, aggiornato al 2019, «hanno speso quasi un miliardo e 800 milioni di euro nel gioco d’azzardo legale, distinti per provincia in questo modo: Cosenza, 637 milioni di euro; Reggio Calabria, 577 milioni; Catanzaro, 307 milioni; Vibo Valentia, 146 milioni e Crotone poco più di 120 milioni». Con un’avvertenza: «Se il volume di denaro giocato in Italia nel 2019 è aumentato del 3,5%, attestandosi sul valore di 110,54 miliardi di euro, durante la pandemia il “gioco fisico” è sceso a 80 miliardi, con un incremento, però, del 12,5% di quello on line. Inoltre, è in aumento la ludopatia tra le donne» ha aggiunto la Audino.
Il progetto GAP è stato presentato nei giorni scorsi a Catanzao. Ad aprire l’incontro, il direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Dipendenze dell’Asp di Catanzaro, Rossella Manfredi: «In questi ambiti è fondamentale la rete e con questa iniziativa siamo riusciti a realizzarla con ottimi risultati, unendo pubblico e privato. Speriamo che questa progettualità diventi una costante; in questa direzione, abbiamo già inoltrato richiesta alla nostra Azienda Sanitaria, perché supportati possiamo lavorare meglio ed aiutare più persone».
«Si tratta di un’azione mirata, che parte da un piano nazionale, lanciata in linea con tutte le altre regioni italiane – ha detto Giulia Audino – I motivi che spingono una persona a tentare la fortuna col gioco d’azzardo sono svariati: un periodo di difficoltà economica, il bisogno di gratificazione personale o la necessità di trovare una valvola di sfogo e di evasione dalla realtà».







