Mammoliti (PD): Serve un piano per la Calabria per la lotta a povertà

«Dopo l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, ci sono circa 10.000 persone in Calabria che non ricevono alcun sostegno: cosa intendiamo fare per loro? Facciamo finta che non esistano? Prima del dibattito in commissione, vorrei che il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, si pronunciasse, così da chiarire ai calabresi quali siano le sue reali intenzioni». È quanto ha detto il consigliere del PD Raffaele Mammoliti, nel corso dell’incontro, svoltosi a Palazzo De Nobili di Catanzaro, sul Reddito di Dignità, rilanciando la proposta per la sua introduzione.

Una iniziativa che ha avuto un duplice obiettivo, ha spiegato il dem all’incontro, a cui hanno partecipato Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro, Giusy Iemma, vicesindaca di Catanzaro, Enzo Scalese, segretario generale Cgil Area Vasta Catanzaro, Crotone e Vibo Valentia, Elisa Fruci, presidente Comitato Provinciale Inps Catanzaro, e Marwa El Afia, Responsabile Welfare e Lavoro della Segreteria regionale PD.

«Il primo – ha spiegato Mammoliti – è denunciare il settarismo della destra nazionale e del governo regionale di centrodestra nei confronti della povertà. Il secondo è proporre una soluzione concreta ai cittadini calabresi, facendo loro comprendere che, con un governo di centrosinistra, sarebbe stato istituito un reddito di dignità. Al contrario, l’attuale governo di centrodestra non solo non ha introdotto questa misura, ma ha approvato un piano delle fragilità che ignora completamente le persone povere».

«La loro concezione è che – ha detto – se una persona povera non ha un disabile o un minore nel nucleo familiare, non merita alcun sostegno, annullando così la sua dignità. Anche il piano delle fragilità, sebbene includa 11 progetti potenzialmente importanti, non adotta una visione sistemica e non è coerente con i fondi del Pnrr. La missione 5 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza destina risorse significative per gli anziani non autosufficienti e i disabili. Alla Regione Calabria sono stati assegnati 1,3 miliardi di euro a questo scopo. Mi chiedo, quindi, come questi fondi possano integrarsi con un piano delle fragilità che non affronta le necessità delle persone povere».

Riguardo allo stato attuale della proposta, Mammoliti ha spiegato: «La proposta è stata incardinata nella terza commissione, e anche nella seconda per il parere finanziario. Dopo l’iniziativa di oggi, chiederò un incontro diretto con Occhiuto. Non possiamo limitarci a una discussione in commissione senza che il presidente della Regione esprima chiaramente la sua posizione, e quella della sua maggioranza, su questo problema».

Il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, ha sottolineato come esistano forze politiche e sensibilità che lavorano contro la povertà, e altre che, al contrario, sembrano lavorare contro i poveri.

«Ritengo che questo governo di centrodestra si stia distinguendo per la sua ostilità verso i soggetti più deboli, sia le regioni del sud sia le persone svantaggiate. L’abolizione del Reddito di Cittadinanza, sebbene con alcuni limiti, rispondeva a un’esigenza ineludibile di giustizia sociale e attenzione verso chi soffre – ha detto Fiorita –. In questi due anni, ho avuto modo di confrontarmi con numerose persone che si rivolgono disperate al sindaco perché non hanno i mezzi per vivere, per garantire un futuro dignitoso ai propri figli o per trovare una casa. Di fronte a questa situazione, mi sembra che né il governo nazionale né quello regionale dimostrino consapevolezza o voglia di intervenire. Per questo motivo, ho deciso di riprendere la proposta già avanzata in consiglio regionale dall’onorevole Mammoliti e accolta anche in altre regioni, persino da forze politiche non ascrivibili al centrosinistra».

«Propongo di istituire forme di sostegno per le persone più disagiate – ha rilanciato – che possono includere strumenti per l’inserimento occupazionale o un reddito di dignità. La questione non è solo tecnica, ma riguarda la visione del mondo: si vuole fare qualcosa di serio per chi è in difficoltà o si intende abbandonarli al loro destino? Alcuni esponenti dell’opposizione di destra del Comune mi rimproverano di fare politica, ma continuerò a occuparmi di tutte le questioni, grandi e piccole, finché sarò sindaco».

Giusy Iemma ha sottolineato la necessità di attivare misure concrete per le fasce più deboli, ricordando come molte persone, costrette a vivere in povertà, rinunciano persino a curarsi. L’obiettivo è promuovere politiche di sostegno che permettano il reinserimento lavorativo e sociale, coinvolgendo attori territoriali per creare una rete di inclusione.

Elisa Fruci,presidente del Comitato provinciale Inps, ha espresso preoccupazione per il futuro del lavoro, sottolineando che l’intelligenza artificiale e la robotica potrebbero sostituire molte occupazioni umane, aumentando il rischio di disoccupazione e povertà. Ha criticato le misure recenti come l’Assegno di Inclusione e il Supporto per la Formazione e il Lavoro, che, a suo parere, non migliorano la situazione ma riducono il numero di beneficiari del Reddito di Cittadinanza, un aiuto fondamentale durante la pandemia.

Secondo il Rendiconto Sociale Inps del 2023, la Calabria ha visto una riduzione significativa delle domande di Reddito di Cittadinanza, passando da 74.000 a 29.000. Fruci ha denunciato che questo allontanamento dal reddito minimo viola i principi stabiliti dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea e dalla Costituzione italiana, e ha criticato il piano regionale calabrese per il suo focus esclusivo su interventi sociali e sanitari, senza un adeguato sostegno economico.

Sostiene quindi la proposta di legge del consigliere Mammoliti per l’introduzione di un Reddito di Dignità regionale. Questo strumento, afferma Fruci, è essenziale per garantire una rete di sicurezza sociale ed economica, ridurre le disuguaglianze, e migliorare l’accesso all’istruzione, alla sanità e a lavori dignitosi. La proposta è particolarmente rilevante per la Calabria, dove la disoccupazione giovanile e il divario occupazionale tra uomini e donne sono elevati. Fruci chiede un’accoglienza urgente della proposta per contrastare la crescente povertà.

Enzo Scalese, segretario della CGIL Area Vasta, ha criticato il governo centrale per non sostenere adeguatamente i più deboli e fragili.

«Le misure di sostegno, come la legge sull’autosufficienza, non devono essere limitate a una fascia d’età specifica e ha denunciato che anche lavoratori occupati vivono sotto la soglia di povertà – ha detto –. È necessario introdurre un reddito minimo e un salario minimo, oltre a una riforma fiscale più equa. In Calabria, dove la povertà è particolarmente grave, la Cgil insiste su politiche strutturali piuttosto che su sussidi temporanei. Scalese ha criticato l’abolizione del Reddito di Cittadinanza, che ha colpito duramente le 600.000 famiglie in difficoltà, e ha chiesto risposte concrete da parte delle istituzioni, incluso il governatore della Calabria».

Infine, Scalese ha anche sottolineato le inefficienze nel Pnrr e ha criticato l’attuale governo per non preoccuparsi sufficientemente delle persone fragili e dei lavoratori precari. Scalese ha esortato “un quadro normativo strutturato per affrontare la povertà, l’autosufficienza e altri temi cruciali, incluso il problema abitativo. La Cgil continuerà a lottare per migliorare le condizioni di vita e garantire diritti fondamentali, sottolineando che queste questioni riguardano non solo l’economia, ma anche la giustizia sociale e la dignità”.

Infine,Marwa El Afia, della segreteria regionale del PD, ha evidenziato come spesso il Mezzogiorno venga trattato in modo semplicistico nel dibattito pubblico. Ha sottolineato che è fondamentale discutere la proposta del Reddito di Dignità, richiamando le istituzioni alle loro responsabilità nel garantire un futuro dignitoso alle nuove generazioni. (rcz)

L’OPINIONE / Anna Pittelli: È urgente approvare la proposta di legge per il Reddito di Dignità

di ANNA PITTELLIL’approvazione della proposta di legge regionale per l’istituzione del “Reddito di dignità” elaborata dal consigliere Raffaele Mammoliti, d’intesa con il gruppo consiliare regionale e condivisa dalla segreteria regionale del Partito Democratico della Calabria, diventa sempre più urgente ed opportuna, anche alla luce degli ultimi dati diffusi dall’Istat sulla povertà assoluta e relativa delle famiglie e delle persone nella nostra regione.

Il tema del diritto al reddito e delle politiche attive del lavoro ad esso connesse, infatti, rappresentano un tema cruciale per la vita economica e sociale della Calabria. Lo smantellamento del reddito di cittadinanza ad opera del Governo nazionale ha, infatti, sguarnito le politiche sociali a tutela e a difesa delle persone più fragili, emarginate e bisognose di attenzione e protezione.

L’approccio punitivo e vendicativo del Governo nazionale che ha privato migliaia di calabresi non solo del reddito, ma anche di politiche attive per il lavoro efficaci ed in grado di incidere in positivo sui livelli di occupazione, ha disseminato e continua a disseminare povertà e disperazione, senza riuscire al contempo a mettere in campo diverse ed altre misure di sostegno al reddito ed all’occupazione. La guerra scatenata dal governo Meloni non alla povertà, ma ai “poveri” di questo Paese, sta producendo, infatti, guasti sociali enormi e sacche di vera e propria emarginazione sociale che stanno minando la coesione sociale oltre che i principi costituzionali di solidarietà ed uguaglianza. Anche la distinzione fra “occupabili” e “non occupabili” è risultata essere uno strumento retorico vuoto ed odioso dal momento che l’occupabilità va misurata sull’offerta reale di lavoro e non sul concetto di idoneità al lavoro.

Al tempo stesso la mancanza di programmazione economica e di politiche industriali di medio e lungo periodo non consentono di attivare politiche attive del lavoro capaci di orientare la domanda e metterla in sintonia con le richieste del mercato.

Questo circolo vizioso e sterile va spezzato ora, prima che le famiglie calabresi vengano del tutto travolte da questa spirale di desertificazione reddituale e lavorativa. 

Per questo motivo, chiediamo alle forze politiche presenti in Consiglio regionale di procedere con passo spedito alla approvazione della proposta di legge regionale in materia di reddito di dignità, elaborata dal Partito democratico. E’ necessario e non più procrastinabile dare reddito alle famiglie calabresi più fragili ed attivare percorsi di formazione ed orientamento al lavoro efficaci ed in grado di sostenere l’incrocio tra domanda ed offerta di lavoro, favorendo l’acquisizione di nuove competenze e professionalità che sono già richieste per l’attuazione dei due grandi pilastri europei quali la transizione verde e digitale.

Non abbiamo altro tempo da perdere. Il centrodestra calabrese, guidato dal Presidente Occhiuto, ha l’ennesima occasione di mettere al centro del proprio agire politico l’interesse dei calabresi e non quello della propria coalizione politica. Visti i precedenti in materie fondamentali, come la sanità e l’autonomia differenziata, in cui la destra ha preferito la propria parte politica all’interesse della Calabria, non ci facciamo illusioni e siamo ben consapevoli della sfida che ci attende, insieme a tutte le forze politiche, sociali e sindacali di questa regione, anche sul tema del reddito di dignità e del lavoro.

Tuttavia, di fronte ad emergenze sociali di questa portata non possiamo esimerci dal richiamare le forze della maggioranza all’assolvimento dei propri doveri politici ed istituzionali, dichiarandoci pronti, in quanto forza politica matura e responsabile al servizio esclusivo dei calabresi, a voler collaborare con tutti e tutte su temi di interesse generale, a cominciare dall’approvazione della proposta di legge regionale su reddito di dignità. (ap)

[Anna Pittelli è responsabile Lavoro e Welfare della Segreteria regionale del PD]