Memorial Mino Reitano a Reggio: già al lavoro per la 13.ma edizione

Già al lavoro Gegè Reitano, fratello dell’indimenticabile Mino, e testimonial infaticabile della sua memoria, che è in questi giorni in Calabria, a Reggio, per organizzare con il direttore artistico Natale Princi la tredicesima edizione del Memorial che si svolge – dall’anno successivo alla scomparsa di Mino – ogni 27 gennaio. Lo scorso anno, causa pandemia, è stato impossibile mandare avanti il Memorial che era già stato organizzato al Teatro Francesco Cilea di Reggio Calabria, ma Gegè ha dato alle stampe il suo bellissimo libro di ricordi che celebra l’amatissimo fratello con svariate centinaia di foto e testimonianze di quanti lo hanno conosciuto e apprezzato.

La copertina del libro Mino Reitano e i suoi fratellli

Per la tredicesima edizione Gegè Reitano (che, ricordiamo, era il batterista nel gruppo dei fratelli che accompagnava Mino) sta mettendo insieme con l’organizzatore musicale Natale Princi un parterre di tutto rispetto, in modo da celebrare degnamente il ricordo di un artista straordinario. Il Memorial di quest’anno terrà a battesimo anche la seconda edizione del libro Mino Reitano e i suoi fratelli (edizioni Media&Books), il volume illustratissimo a firma di Gegè Reitano che è già stato venduto in ogni parte del mondo. D’altra parte il grande Mino era ambasciatore della musica per la Calabria e ha girato per quasi tutte le comunità dei calabresi all’estero, dove era richiestissimo e molto amato.

Natale Princi con Valeria Marini
Natale Princi con Valeria Marini

Per questo nuovo impegno Gegè Reitano ha potuto contare sui suoi “fedelissimi” sponsor: Amaro del Capo, Edil Condera, Cuzzo Edil Merice, Lizzi Big Smart, Ecopiana, Studio Legale Lento, Stocco & Stocco, Atelier Ligato e una new entry molto gradita, Rocca Vini di Agrate Brianza, la città dove Mino aveva costruito il Villaggio Reitano e dove tutt’ora vivono i suoi familiari.

Per gli ospiti, Gegè Reitano non ha voluto anticipare ancora tutti i nomi, salvo quello della madrina che sarà Carolina Casadei, garantendo che ci saranno molte prestigiose presenze a celebrare Mino, tra cui Dario Baldan Bembo, padre Cionfoli e Felice Pagano. L’appuntamento è per il 27 gennaio 2022 al Teatro Comunale Francesco Cilea di Reggio Calabria. (rrc)

L’OPINIONE/ Enzo Vitale: I due pesi e due misure della Soprintendenza: Restauro per il Lido, demolizione per Piazza De Nava

di ENZO VITALE – Cosa ci si aspetta da un’articolazione periferica dello Stato? Passati ormai i tempi dei canuti e severi funzionari pubblici, ci si aspetta quantomeno una linea certa e inequivocabile, un rispetto della mission ministeriale che non faccia eccezioni di sorta. In altri termini, pur prescindendo dalla valenza professionale dei travet della Soprintendenza, sotto alcuni aspetti discutibile, il minimo che si chiede loro è di essere coerenti, almeno con sé stessi.

Invece a Reggio accade esattamente il contrario. Un giorno si decreta che le vecchie cabine del lido comunale, fatiscenti e inutilizzabili e probabilmente irrecuperabili, sono un bene storico e architettonico da tutelare e da salvaguardare con un “restauro conservativo”, nonostante che siano state edificate negli anni Settanta.

Il giorno dopo si decreta che la storica piazza De Nava, simbolo della ricostruzione reggina dopo il sisma del 1908, uno pochi esempi di sincretismo architettonico con presenza di ben tre stili (umbertino eclettico, liberty floreale, razionalista italiano), non sia di nessun valore né artistico né storico e che, pertanto, si debba radere al suolo per edificarvi al suo posto uno “spazio ampio” in cui tenere “mostre, esposizioni ed eventi folkloristici” (testuale dal progetto della Soprintendenza).

Destini incrociati, quindi, ma accomunati da un insieme di atti amministrativi stiracchiati e improbabili con ampie zone razionalmente incomprensibili, che lasciano intravedere la possibilità che la Soprintendenza abbia una visione e un atteggiamento che collide con il maggiore interesse della collettività, in ossequio a interessi pur legittimi ma diversi e distanti.

Basta osservare il tortuoso iter della progettualità del Lido: una ditta ricorre perché nel bando non era esplicitata chiaramente la possibilità della demolizione; la Soprintendenza decreta he le cabine lato nord sono un bene storico perché risalenti agli anni Trenta; la stessa viene sbugiardata perché le cabine sono costruite nel dopoguerra; l’Ente rilancia riuscendo a trovare attestazioni che le cabile lato sud sono “opera artistica”; la ditta ricorrente, che ha presentato il progetto di restauro,  vince la tenzone grazie all’intervento della Soprintendenza; quest’ultima opera in ambiti che sensu stricto non le competerebbero; nelle compagini proprietarie di ditte coinvolte, sembra vi possano essere soggetti vicini a persone in familiarità con Palazzo san Giorgio.

Tutto legale, o almeno così sembra, ma certamente non eccessivamente lineare.

Fatto sta che il lido si trova ancora nelle condizioni in cui lo osserviamo e la maggiore colpa è proprio della Soprintendenza con le sue prescrizioni. Ripetiamo, fatte nel rispetto della legge ma certamente non funzionali al maggiore interesse della collettività. (ev)

[Enzo Vitale è presidente della Fondazione Mediterranea]

All’Unimediterranea il master di II livello per Tecnico esperto in gestione sostenibile degli ecosistemi forestali e urbani

È stato istituito, dal Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il master di II livello per Tecnico esperto in gestione sostenibile degli ecosistemi forestali ed urbani.

Il Master nasce dalle relazioni attive che il Dipartimento di Agraria ha con le Istituzioni locali, con la consapevolezza che la valorizzazione e l’impiego delle conoscenze acquisite, sono fondamentali per lo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio.

Lo scopo del Master è quello di formare tecnici di alto livello professionale, in grado di soddisfare le esigenze del settore forestale sia in ambito rurale che urbano e periurbano, capaci di proporsi alle amministrazioni pubbliche, ad enti pubblici e privati, ad istituti di ricerca e imprese del legno, della carta e della cellulosa e delle biomasse legnose.

I professionisti acquisiranno abilità specifiche in grado di risolvere compiti ecologico-funzionali, tecnici, economici e gestionali nella pianificazione forestale, con una conoscenza approfondita anche della bioeconomia forestale sostenibile. Le professionalità in uscita saranno dotate di specifiche conoscenze inerenti: le basi normative e tecniche della gestione forestale sostenibile, con particolare attenzione alle attuali questioni di bioeconomia forestale; gli strumenti per la pianificazione e gestione delle aree forestali nelle aree naturali protette; la multifunzionalità forestale e protezione: limiti ed opportunità; i modelli di sostenibilità della filiera foresta-legno; la gestione delle risorse naturali e antropiche in contesti ambientali complessi; la gestione ed il monitoraggio delle infrastrutture verdi; il ruolo delle città metropolitane nel supporto alla gestione sostenibile delle risorse naturali (valorizzazione economica e comunicazione).

I professionisti così formati sapranno affrontare le sfide economiche, ecologiche e sociali della silvicoltura sostenibile e della gestione delle risorse naturali, sia in ambito urbano che rurale. Potranno supportare, dal punto di vista metodologico, tecnico e strategico le governance, organizzando e gestendo, nel modo più efficiente ed efficace, le attività inerenti la gestione e manutenzione del verde pubblico e delle infrastrutture verdi, la gestione sostenibile delle foreste, l’approvvigionamento dei prodotti legnosi, la bioeconomia forestale, evidenziando anche l’importanza del controllo delle attività di campo e di esbosco anche con riferimento all’impatto ambientale. (rrc)

Link del bando 

Al via a Reggio il progetto ‘Smart for Europe” per diffondere la cultura digitale

Ha preso il via, a Reggio, il progetto Smart for Europe, la nuova azione laboratoriale gratuita promossa dal Centro Europe Direct di Reggio Calabria nell’ambito del calendario delle attività programmate per il periodo 2021-2025.

Si tratta di un progetto di grande rilievo formativo che lo Europe Direct, quale presidio territoriale e punto di collegamento in ambito locale tra l’Unione Europea e i cittadini, ha organizzato in sinergia con Fondazione Mondo Digitale, proseguendo nel solco della fortunata esperienza dell’Aper Europe e il cui obiettivo è quello di sensibilizzare i cittadini sui temi della cittadinanza digitale e della partecipazione consapevole alla vita online.

Di stringente attualità, infatti, i temi al centro del progetto: diritti e principi digitali, navigazione e ricerca, principali servizi digitali, fake news, sicurezza e privacy, comunicazione e socialità. Moduli didattici elaborati dalla Fondazione Mondo Digitale, per formare 50 ambasciatori che avranno il ruolo di facilitatori digitali per l’intera comunità locale.
Tutti i dettagli sono stati illustrati in conferenza stampa nel Salone dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, alla presenza del Sindaco, Giuseppe Falcomatà, dell’assessora alle Politiche giovanili e Europe Direct, Giuggi Palmenta e della referente della Fondazione Mondo Digitale, Giulia Melissari. Collegate da remoto anche la responsabile del Centro Europe Direct di Reggio Calabria, Marialucia Malara e la Project manager di Fondazione Mondo Digitale, Ilaria Graziano.
Il precedente Pon Metro è stato finanziato con circa ottanta milioni di euro, il prossimo, relativo alla programmazione 2021-2027, sarà più del doppio e avrà meno vincoli. Un dato questo importantissimo, ha evidenziato il sindaco Falcomatà, «che ci consentirà di mantenere alcuni servizi pubblici essenziali che diversamente avremmo fatto fatica a garantire e anche a programmare diverse opere pubbliche».
«In questi anni – ha aggiunto il primo cittadino – abbiamo lavorato per costruire una consapevolezza europea nella cittadinanza. Lo stesso Europe Direct non è solo uno sportello informativo ma uno spazio di discussione, confronto, dibattito, aggregazione e appunto di consapevolezza. Occorre rafforzare la convinzione e la percezione collettiva di essere a tutti gli effetti dei cittadini europei».
«Solo così – ha evidenziato – riusciremo ad essere compiutamente parte di una comunità e protagonisti del dialogo, delle relazioni e dello scambio di buone pratiche che avviene in ambito comunitario. È proprio in questa direzione che Reggio Calabria è entrata a far parte della rete di “Eurocities”, con l’obiettivo di mutuare da altre realtà, percorsi virtuosi legati all’utilizzo delle risorse comunitarie. Un percorso che in questi anni ci ha consentito di ridurre le distanze e metterci in contatto con il sistema Europa. Ovviamente la centralità di questo cammino è rappresentata dal nostro sguardo sul Mediterraneo».
«La nostra recente presenza a Dubai per l’Expo – ha proseguito il primo cittadino – ha evidenziato questo elemento, nel quadro degli spazi di approfondimento dedicati alle città e di cui Reggio è stata protagonista quale realtà territoriale in prima linea sul fronte delle sfide connesse ai temi dell’innovazione, della transizione ecologica, della rigenerazione urbana e della sostenibilità ambientale”.
“Inizia un nuovo quinquennio per lo Europe Direct, – ha poi aggiunto l’assessora Palmenta – che è ancora una volta protagonista di iniziative che avvicinano l’Europa alla nostra città. Uno spazio di supporto, di ritrovo e riferimento per tanti giovani. Smart for Europe è la prima azione e ha come obiettivo la formazione di cinquanta ambasciatori digitali per sostenere il processo di alfabetizzazione in campo digitale. Un modo per innescare un processo a cascata perché i primi formati a loro volta saranno formatori di altre persone che vorranno intraprendere questo percorso».
«Non vediamo l’ora di iniziare – ha affermato Melissari – da oggi inizia la ricerca degli ambasciatori che potranno candidarsi attraverso i link presenti sui profili social di Fondazione Mondo Digitale o contattando lo Europe Direct. Creeremo uno spazio formativo fisico e virtuale con l’obiettivo di generare una comunità, aperta a giovani e ai cittadini di tutte le età, che vuole offrire un contributo ai processi innovativi in atto nella nostra città». (rrc)

L’OPINIONE/ La Calabria e quel bisogno “assoluto” di competenze

di SANDRO DATTILO – Da molto tempo registro continue lamentele sull’inefficienza delle strutture a cui è demandato il compito di conservare mantenere il patrimonio culturale del nostro territorio. Aldilà dell’attuale oggetto in discussione, il rifacimento di Piazza De Nava, vi siete mai chiesti il motivo di questa inefficienza? Quale sia la reale mission della Soprintendenza? Chi governa l’ufficio? Quali siano le competenze tecniche culturali che governano?
Se vi siete posti questi interrogativi e avete dato le giuste risposte dovreste rivolgere i vostri appelli (nel caso specifico a mio parere corretti) alla buona politica, non quella dell’amico ma quella delle competenze. E già perché una regione come la Calabria, ricca non di beni ma di veri tesori culturali, deve pretendere Soprintendenti capaci, che conoscono il territorio, lo difendano dagli attacchi dei novelli Attila, che sappiano indirizzarne ogni iniziativa di sviluppo; non c’è bisogno di Soprintendenti che operino una cristallizzazione dello stato di fatto ma un’armonica crescita nel rispetto delle peculiarità culturali e ambientali della nostra Terra.
Sono circa vent’anni che la Calabria è stata abbandonata dal Ministero già dei Beni Culturali che, distratto nel perseguire una serie infinita di modifiche regolamentari e norme, ha tralasciato di interessarsi della qualità e capacità del proprio personale, tecnici che sono la cerniera con il mondo reale, vero motore dell’intero sistema. Si potrà allestire il più bel ristorante del mondo ma senza il cuoco…
Per chi scrive sarebbe facile dire “ve lo avevo detto”, avendo preannunciato il disastro: piuttosto che rinvangare il passato, rinnovo un fortissimo appello alla classe dirigente reggina, e aggiungerei quella regionale, insieme ai politici di centrodestra e di centrosinistra che hanno il potere di incidere in questo vortice che sta distruggendo quello che rimane delle migliori risorse ambientali/culturali calabresi.

Vanno allontanati i mercanti dal Tempio, va richiesto un Soprintendente capace che sappia innanzitutto distinguere, tra i tanti che incontrerà, i farisei e i sadducei. (sd)

REGGIO – Al via il nuovo anno sociale dell’Associazione Le Muse

Ha preso il via il nuovo anno sociale dell’Associazione Culturale Le Muse – Laboratorio delle Arti e delle Lettere di Reggio Calabria, all’insegna della ripartenza e della condivisione.

Nel corso dell’inaugurazione del nuovo anno, avvenuto nelle terrazze dell’Oasi di Pentimele – alla presenza dei soci del sodalizio – è stato presentato il palinsesto che accompagnerà il pubblico reggino tutte le domeniche da novembre fino al prossimo giugno.

«Per questo primo momento inaugurale–  ha ribadito Giuseppe Livoti in qualità di presidente – non abbiamo potuto aprirci alla città come  abbiamo da sempre fatto, proprio a causa del periodo storico che stiamo vivendo, quindi si è pensato ad una cerimonia –riservata- aspettando ed augurandoci tempi migliori, poiché il senso dell’accoglienza da sempre per noi è stata una grande prerogativa». 

La cerimonia si è aperta con l’annuncio ed un collegamento in diretta con il Premio Muse 2022, ovvero la nota conduttrice televisiva nonché architetto di interni Paola Marella, che sarà presente a Reggio Calabria, per la premiazione nel prossimo mese di dicembre.

Livoti, nell’annunciarlo, ha ricordato ai presenti come  Paola Marella dal 2007 intraprende la carriera televisiva in parallelo a quella professionale come architetto, dal 2011 collabora con Luoghi di Relazione e tiene corsi per la formazione della figura professionale dell’Home Stager.

«Dunque una scelta importante – ha dichiarato il presidente Livoti durante il collegamento in diretta – poiché i Premi Muse si soffermano da anni su personalità che hanno rinnovato o continuano a rinnovare i vari linguaggi delle arti, della comunicazione e della società odierna come lo hanno dimostratoo nel tempo le onorificenze a Alda D’Eusanio, Rosanna Cancellieri, Roberto Bilotti, Regina Shrecker o ancora Marinetta Saglio, Vivien Hewitt e tanti altri».

Altro Premio Muse 2022 sarà dato al mondo dell’imprenditoria, a Giovanni Amato e Loris Cherubini, volti noti per avere promosso a livello nazionale la digitalizzazione dei beni architettonici tramite vari settori di sviluppo. Livoti si è soffermato, inoltre, sul senso dell’appartenenza, senso di inclusione e percezione del valore di ognuno nella società poiché, come ha approfondito la vice presidente Orsola Latella, l’appartenenza è bisogno fondamentale dell’essere umano ed occore così identificarsi per poter avvertire il senso del –noi-.

Nuovo ed inedito il Premio Muse Sezione Calabria che verrà consegnato il 5 dicembre a Mariella Grande – direttore del Conservatorio “Francesco Cilea” ed a Lillo Chilà – direttore della rassegna nazionale Catona Teatro. 

Come in tutte le cerimonie di inaugurazione importante la presenza di altri club con cui “Le Muse” nel loro percorso hanno tracciato collaborazioni virtuose come la fondatrice dell’Adisco Calabria Franca Arena Tuccio, la presidente della Fidapa di Rc Monica Falcomatà, la presidente della Fidapa di Villa San Giovanni, Rosaria Ussia, la Specialist Distrettuale del Lions di Roccella Jonica, Angela Maria Pia Guarnieri, l’arch. Giacomo Chirico, il presidente Incipit Pasquale Muià.

Per la Chiesa reggina la presenza di Don Nuccio Cannizzaro, parroco degli artisti e della parrocchia di San Giorgio al Corso il quale si è soffermato sul senso della vita che va vissuta tramite le conoscenze, la cultura ed il senso del bello, tematiche queste che “Le Muse” nel tempo hanno saputo costruire nel tessuto umano e sociale della città di Reggio Calabria. (rrc)

Rhegium Julii: da 52 anni il prestigio culturale della Calabria

Con la consegna dei premi della 52.ma edizione, il Premio Rhegium Julii da Reggio si è confermato come prestigioso evento culturale che onora tutta la Calabria. I cinque premiati di quest’anno, del resto, danno un respiro nazionale a un riconoscimento sempre più ambito: Giuseppe Aloe (premio Corrado Alvaro per la Narrativa), don Luigi Ciotti (premio Leonida Repaci per la Saggistica), Roberto Pazzi (premio Lorenzo Calogero per la Poesia), Sergio Zoppi (premio Gaetano Cingari per gli Studi Meridionalistici), Giuseppe Smorto (premio speciale Rastignac per il Giornalismo). La cerimonia si è svolta nell’aula magna del Dipartimento di Architettura dell’Università Mediterranea, con la conduzione della giornalista Ilda Tripodi. La giuria, presieduta dal prof. Corrado Calabrò, era composta da Giuseppe Caridi, Gioacchino Criaco, Luca Desiato, Mimmo Gangemi, Dante Maffia, Annarosa Macrì, Domenico Nunnari, Giuseppe Rando

Il presidente del Circolo Rhegium Julii Pino Bova, affiancato dal presidente della giuria Corrado Calabrò, ha voluto sottolineare l’orgoglio e la soddisfazione di un’iniziativa cresciuta nel tempo diventando sempre più prestigiosa e importante. «La storia del Rhegium Julii – ha detto Bova – , nei suoi 53 di vita, non ha mai avuto connotazioni effimere e consumistiche, ma ha offerto sempre qualcosa di più: un cielo aperto sulla vita ricco di idee, di passione civile, di spinte all’edificazione culturale alimentata dai contributi di pensiero dei fondatori e l’entusiasmo dei nuovi talenti. Il Rhegium Julii, grazie alla spinta ed alla generosità dei tanti soci volontari che hanno assicurato la continuità, ha saputo coinvolgere personalità straordinarie come Gilda Trisolini, Emilio Argiroffi, Pasquino Crupi, Ernesto Puzzanghera, Francesco Fiumara, esaltare le presenze importanti di Leonida Repaci, Fortunato Seminara, Saverio Strati, Mario La Cava, Antonio Piromalli prima e oggi degli scrittoriMimmo Gangemi, Gioacchino Criaco, Mimmo Nunnari, Annarosa Macrì, i poeti Corrado Calabrò e Dante Maffia che hanno trascinato tutti con la forza di un fiume in piena. Ed è da queste opportunità, dal desiderio di accrescere ulteriormente il confronto oltre ogni barriera culturale, ideologica e di pensiero, che nacquero i Premi nazionali e internazionali Rhegium Julii che hanno registrato la presenza delle più grandi firme culturali del Paese e del mondo. Oggi l’Associazione sembra non fermarsi in più. Ha rafforzato la fede nella cultura, nella creatività, nell’antico sogno che ha fatto nascere la Polis prima, un Paese democratico poi. C’è la coscienza di un servizio non ancora concluso, di una missione da compiere. Sotto i nostri occhi il mondo è sofferente per le insopportabili violenze, diseguaglianze, disumanità e a tutti appare essenziale lottare con convinzione per la salvaguardia della bellezza, del pensiero, dell’educazione al dubbio, che restano principi fondamentali per la qualità della nostra vita. Siamo consapevoli che il Rhegium Julii è solo uno strumento di questo territorio, di questo Paese, e, come sempre, continuerà a rispondere all’appello. Il Rhegium Julii ci sarà».

Il chi è dei premiati:

  • GIUSEPPE ALOE

Nasce a Cosenza nel 1962. Collabora con il Prof. Franco Cordero presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma. Fonda il circolo culturale I Barbitonsori e pubblica il volume Libromastro. Con Cristiano Spila pubblica successivamente Geographyca – due storie siciliane. Si trasferisce a Milano e per l’editore Giulio Perrone pubblica un libro di racconti Non pensare all’uomo nero… dormi. A seguire escono ancora Non è successo niente (2009) e Lo splendore dei discorsi (2010). Nel 2012 è finalista al premio Strega con La logica del desiderio (2011). Nel 2020 pubblica il suo libro Lettere alla moglie di Hagenbach – editore Rubbettino con il quale è stato protagonista di uno dei Caffè letterari del Rhegium.

Premio “Corrado Alvaro” per la narrativa

Lettere alla moglie di Hagenbach (2020 – Rubbettino)

Relatore: Luca Desiato

‘Una parte di me sta franando in me stesso’… E’ l’incipit del romanzo di Giuseppe Aloe.  Sono parole del protagonista Flesherman, criminologo di fama, che sta seguendo indizi che lo porteranno allo scrittore Hagenbach.

Le lettere spedite a Dora, morente in ospedale, e che non saranno mai lette, sono come un filo d’Arianna impossibilitato a collegare inseguitore e inseguito. Dolente metafora di una mancanza di connessione che riguarda tutti.  C’è nel romanzo come un’atmosfera estraniata: personaggi e azioni accadono ma non si intersecano. E tale estraniamento rende ogni cosa fluida e inafferrabile. Quasi a ribadire che la realtà è in continuo movimento ma è come rinchiusa in un acquario, quasi metafora di kafkiana memoria.

La cifra riepilogativa di questo romanzo di Aloe pare essere che la realtà è qualcosa di inconsistente, e scoprirlo è una perdita irreparabile che conduce a un dolore estraniante, fisico e metafisico, che intride vicenda e personaggi.

Con stile lucido e razionale l’autore ci racconta un’esistenza colta davanti a un bivio. Arrendersi e non proseguire nel cammino, oppure proseguire, con la possibilità e il desiderio di incontrare, forse, opportunità inclusive e salvifiche.

  • DON LUIGI CIOTTI

Nato a Pieve di Cadore nel 1945 ha fondato il Gruppo Abele, associazione che promuove l’inclusione e la giustizia sociale. Nel 1975 ha creato l’Università della strada, un centro di ricerca, informazione e formazione che sviluppa esperienze editoriali, bibliotecarie e riviste di contenuto sociale. Impegnato in progetti di cooperazione allo sviluppo delle aree più povere del mondo si è distinti per le denunce e il contrasto al potere mafioso. Tra i suoi libri: Chi ha paura delle mele marce (Sei, 1992), La speranza non è in vendita (Giunti, Gruppo Abele, 2011), Un prete contro la mafia (Bayard, 2015), L’eresia della verità (Edizioni Gruppo Abele, 2017), Lettera ad un razzista del terzo millennio (Edizioni Gruppo Abele, 2019), Per un nuovo umanesimo (Solferino, 2019), Droga, storie che ci riguardano (Edizioni Gruppo Abele 2020), L’amore non basta (Giunti, 2020)

Premio Leonida Repaci per la saggistica editore Giunti.

L’amore non basta (2020 – Giunti)

Relatrice: Annarosa Macrì

Un libro scandito in tre parti: Nel nome del Padre, Del Figlio, e dello Spirito Santo.

Un libro che è un segno di croce, e che comincia così: “Il segno di croce me l’ha insegnato mia mamma”. Il racconto di una esistenza che è una preghiera, imparata a Pieve di Cadore, a metà del Novecento, in una cucina povera e gelata: io avevo bisogno di Dio per dare un senso alla mia vita – dice don Ciotti – e Dio aveva bisogno di me, per seminare giustizia nel mondo.

Per questo, quest’uomo pregava da bambino, per questo prega, da adulto e da prete, don Ciotti, che, per la prima volta, in questo libro, scrive la sua storia. E la definisce una “autobiografia collettiva” – una preghiera collettiva! – perché nessuno vive da solo e per sé solo: la vita è un grande viaggio, su un sentiero, spesso in salita, che nessuno ha scelto, dove si incontrano tanti compagni di strada: qualcuno ci sostiene e ci aiuta nel cammino, qualcuno rallenta, perché è stanco o sofferente, qualcun’ altro si ferma, perché non ce la fa più. Sono le vittime – della mafia, della droga, della violenza, della miseria, della vita – a cui don Ciotti insegna a rimettersi in cammino.

Ma l’amore non basta: ci vuole senso di responsabilità e di giustizia. E noi sentiamo che non è una fine. La preghiera, e la vita, continua.

  • ROBERTO PAZZI

Scrittore, poeta. Ha fondato la scuola di scrittura creativa Itaca. E’ stato docente all’Università di Ferrara e di Urbino. Ha scritto numerose raccolte di versi tra cui Calma di Vento (Premio Montale), La gravità dei corpi (Premio Frascat, Calliope e Marineo), Un giorno senza sera. Esordisce in narrativa con Cercando l’imperatore (Premio Bergamo e Selezione Campiello), La principessa e il drago (Finalista al Premio Strega e Premio Rhegium Julii), Vangelo di Giuda (Superpremio Grinzane Cavour). Nel 2020 ha pubblicato l’opera omnia di poesie Un giorno senza sera (La nave di Teseo). E’ tradotto in oltre venti paesi esteri. Da dodici anni scrive per il Corriere della sera, il Resto del carlino, La Nazione e il The New York Times.

Premio “Lorenzo Calogero” per la poesia

Un giorno senza sera (2020 – La nave di Teseo)

Relatore: Dante Maffia

Un’antologia, dunque, una scelta dai vari libri pubblicati da Roberto Pazzi, con l’aggiunta di alcuni inediti. Dichiara l’autore che “Alcune poesie… sono state riscritte”, come spesso fanno i poeti quando rileggono il loro esordio.

Piace il fatto che a compilare l’antologia sia lo stesso Pazzi e non il solito critico che spesso, per criteri discutibili, non sceglie il meglio.

Le poesie qui raccolte dimostrano che Pazzi ha avuto, sin dal suo esordio, una voce chiara e perentoria, che non ha mai fatto la rincorsa per allearsi alla moda dei minimalisti e degli incomprensibili, dei balbuzienti, dei sostenitori della casualità. La sua poesia ha corpo e anima, sa volare e far volare, fare incontrare la meraviglia e l’incanto e squarciare i nodi del vento che mostrano sempre la bellezza: “Impara da me, così veloce / a catturare la preda; / vivi due volte, / il sogno della cosa / e il gesto della presa”.

  • SERGIO ZOPPI

Laureato in scienze politiche all’Università di Firenze con Giovanni Spadolini si avvicina agli ambienti del cattolicesimo democratico e diviene caporedattore della rivista Nuovo Osservatore diretta da Giulio Pastore. Nel 1968 pubblica per Vallecchi il suo primo libro Romolo Murri e la prima Democrazia Cristiana. Negli anni 70 comincia ad occuparsi dei temi del mezzogiorno fino ad occupare il ruolo di presidente e direttore generale del FORMEZ. Eè chiamato a svolgere il ruolo di sottosegretario alla Funzione pubblica nel primo governo Prodi e poi quello di sottosegretario alla Pubblica istruzione nel primo governo D’Alema. Pubblica, tra gli altri Il sud tra progetto e miraggio (Donzelli 1994), Il mezzogiorno di De Gasperi e Sturzo (Rubbettino 1998), Il mezzogiorno delle buone regole (Il Mulino 2000), Una lezione di vita: Saraceno, la Svimez e il Mezzogiorno (Il Mulino 2002), De Gasperi e la nuova Italia (Rubbettino 2004), Umbero Zanotti Bianco, patriota educatore, meridionalista (Rubbettino 2009) Premio Rhegium Julii.

Premio “Gaetano Cingari” per gli Studi meridionalistici

Questioni meridionali –Editore Il Mulino

Relatore: Giuseppe Caridi

“Questioni Meridionali” è un qualificato contributo storico culturale alla questione delle questioni italiane, ormai rimossa dal dibattito politico e civile della nazione.  Sergio Zoppi, autorevole studioso della materia, erede e interprete della lezione dei grandi meridionalisti del passato, in questo saggio racconta la storia di un piccolo gruppo di personalità della cultura e dell’impresa napoletana fondatore di “Questioni Meridionali”, rivista che mostrò il volto doloroso e drammatico del Mezzogiorno: analfabetismo, indigenza, scarso sviluppo, malattie nel periodo in cui il fascismo controllava l’intera vita nazionale e aveva dichiarato inesistente il dualismo e il divario Nord Sud. “Questioni Meridionali” è stata una forma di resistenza civile, in anni in cui sull’Italia pesavano negativamente la chiusura all’Europa e le angustie di un’autarchia che non è stata solo economica. Zoppi ha il merito di far riemergere i contenuti di una iniziativa editoriale attorno a cui, senza ipocrisie e con lucidità, un gruppo di personalità –  ancorché inascoltato –  ha indicato la via per giungere ad un riscatto permanente del Mezzogiorno.

  • GIUSEPPE SMORTO

Entrato nel 1980 a Repubblica con una borsa di studio Fieg-Fnsi, Giuseppe Smorto è stato Capo Redattore dello Sport, del Venerdì e della Cronaca di Torino. Dal 2003 al 2016 ha diretto il sito del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari. Ha chiuso la sua carriera interna come vicedirettore del giornale, per oltre tre anni, sotto la direzione di Mario Calabresi.

Ha vinto i premi “Saint Vincent”, “Biagio Agnes” per il giornalismo, il Sangiorgino d’oro del Comune di Reggio Calabria, e proprio quest’anno il premio “Oxfam contro le disuguaglianze” per un articolo sulla Sanità in Calabria pubblicato sul Venerdì di Repubblica.

Ha curato i libri “Il mondo di Gianni Mura”, “Gianni Mura e i racconti della bicicletta” . Quest’anno ha pubblicato il libro-inchiesta “A sud del Sud” , viaggio dentro la Calabria tra diavoli e resistenti, edizioni Zolfo.

Premio speciale “Rastignac” per il giornalismo

A sud del Sud – Editore Zolfo

Relatore: Mimmo Nunnari

A sud del Sud è il resoconto di un cammino appassionato nei luoghi dell’anima meridionale. Un viaggio in una terra enigmatica “violenta e violentata”, come definiva la Calabria don Italo Calabrò.

Smorto ha scritto questo libro in punta di penna per non fare rumore, ribaltando le banalità trite e ritrite che si scrivono su questa antica regione. Ha raccontato di bellezza, di persone, di grande umanità, di rinascita e del male assoluto: la ‘ndrangheta che è la tragedia più grande.

Il risultato è un libro straordinario su un pezzo d’Italia erede della civiltà classica, di un’umanità che ha viaggiato nel mondo, portando braccia e cervelli per aiutare lo sviluppo degli altri e che aspetta pazientemente il suo riscatto. (rrc)

La parità salariale è legge: positivi commenti dalla MetroCity di Reggio

La parità salariale è legge e da gennaio 2023 sarà in vigore la certificazione sulla parità di genere per premiare le aziende virtuose e concedere sgravi per le aziende. La notizia ha avuto una forte eco nella Città Metropolitana di Reggio. «Una splendida notizia per il nostro Paese, una conquista di dignità e di civiltà per il sistema» – hanno dichiarato  il sindaco della città metropolitana di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, il delegato alle Pari Opportunità Filippo Quartuccio e la Presidente della Commissione Pari Opportunità di Palazzo San Giorgio Lucia Nucera salutando positivamente l’approvazione in Senato della legge che introduce una serie di modifiche ed integrazioni al Codice sulle pari opportunità tra uomo e donna, in particolare con riferimento all’ambito lavorativo per l’azzeramento delle differenze retributive di genere.

«Secondo i dati Istat pubblicati nei mesi scorsi – si legge in una nota congiunta – sono tantissime le donne licenziate nel periodo postpandemico, mentre è ancora molto presente l’assurda discriminazione del gap salariale tra uomo e donna. Una piaga sociale enorme, quella della discriminazione di genere in ambito professionale, che va assolutamente arginata e superata e che questa legge si prefigge di azzerare introducendo una serie di misure premiali che puntano a rimuovere concretamente le discriminazioni salariali e favorire l’ingresso delle donne nel mondo del lavoro.

«La certificazione sulla parità di genere, che sarà in vigore dal prossimo gennaio 2022, gli sgravi fiscali per le aziende che rispettano la parità salariale, le premialità nei bandi per le aziende virtuose sulla parità salariale, le modifiche sulle discriminazioni dirette e indirette nell’organizzazione del tempo e nelle modalità di lavoro, gli obblighi sulle quote di genere nelle società partecipate, sono provvedimenti concreti che vanno nella direzione di favorire l’accesso e la tutela dei diritti delle donne in ambito lavorativo, a cominciare dalla riduzione del gap salariale.

«Un risultato che è frutto del lavoro straordinario promosso in sede parlamentare dalla prima firmataria della legge, la deputata Pd Chiara Gribaudo, e da tutti coloro che hanno consentito di arrivare ad una votazione unanime del testo, che ha raccolto il consenso trasversale di tutte le forze politiche proprio per la sua straordinaria importanza. In questo senso – concludono Falcomatà, Quartuccio e Nucera – siamo felici di poter sottolineare questa pagina positiva dell’attività parlamentare che speriamo possa avere una concreta incidenza sulla vita professionale di milioni di donne nel nostro Paese». (rrc)

 

REGGIO – Il Comune amplia il fondo per le non autosufficienze

Il Comune di Reggio, guidato dal sindaco Giuseppe Falcomatà, ha approvato l’ampliamento del fondo per le non autosufficienze, per una somma complessiva di 300 mila euro.

Somme molto importanti per Palazzo San Giorgio che, secondo l’assessore al Welfare, Demetrio Delfino, «serviranno ad implementare servizi fondamentali, soprattutto nel campo delle disabilità».

«Su temi così delicati – ha detto il delegato alle Politiche sociali – l’attenzione dell’amministrazione è, da sempre, altissima. Ogni giorno il settore lavora per migliorare i servizi e, questo contributo, si inserisce perfettamente nel percorso d’inclusione e rigenerazione sociale intrapreso dall’esecutivo guidato dal sindaco Giuseppe Falcomatà».

«Servizi – ha spiegato, ancora, Delfino – che vanno dall’assistenza domiciliare per anziani non autosufficienti a quella per i disabili, dal Centro diurno e dal laboratorio per adulti con disabilità agli spazi socio-educativi per minori disabili, dall’assistenza educativa scolastica al superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche fino al rilascio del contrassegno di circolazione e di sosta del veicolo a favore dei disabili».

«Tanti servizi, insomma – ha proseguito – che, tuttavia, non sono mai abbastanza per lenire le difficoltà e andare incontro alle esigenze delle persone più fragili. In questo caso, le nuove risorse andranno a potenziare l’Assistenza domiciliare per anziani e disabili ed i Centri diurni per disabili prevedendo una suddivisione delle risorse al 50% per ognuno degli interventi».

Entrando ancor di più nel dettaglio, il Centro diurno per l’inserimento di disabili adulti sarà orientato a «favorire il recupero e l’integrazione sociale attraverso la predisposizione e l’attuazione di progetti socio-abilitativi individualizzati; ad orientare interventi personalizzati assistenziali, di socializzazione, educativi, abilitativi atti all’acquisizione e al mantenimento di capacità cognitive, relazionali e comportamentali facendo leva sulle capacità degli utenti ed a rilevare la situazione del micro sistema familiare, della rete sociale di sostegno, del contesto sociale e culturale di appartenenza della persona disabile al fine di conoscerne la realtà nella sua globalità fisica, intellettiva, emozionale, affettiva e culturale».

Così come l’Assistenza domiciliare per disabili avrà le finalità di «un graduale miglioramento della qualità di vita attraverso prestazioni di tipo educativo, di un aiuto alle attività quotidiani e domestiche oltre ad un supporto infermieristico o riabilitativo».

Infine, il servizio di Assistenza domiciliare per anziani non autosufficienti inteso come «un complesso di prestazioni di natura socio-assistenziale e sanitaria prestate a domicilio con l’obiettivo di consentire al soggetto cui è diretto l’intervento la permanenza nel normale ambiente di vita».

«Insomma – ha concluso l’assessore Delfino – l’azione dell’amministrazione comunale vuole favorire il benessere, la piena inclusione sociale e l’autonomia di soggetti non autosufficienti e con disabilità grave per impedirne l’isolamento e preservandone, per quanto più possibile, l’autonomia, il rispetto delle loro volontà e l’integrità fisica e psicologica. Nessuno, insomma, può o deve rimanere indietro. Mai». (rrc)