Il massmediologo Klaus Davi si dice preoccupato per il Dpcm che verrà licenziato tra stasera e domani, in quanto «in base a quanto trapela, sarà imposta una serrata di Stato ai già provatissimi e dissanguati commercianti reggini».
«Questo provvedimento tragico che colpirà la Calabria provocherà la chiusura definitiva di almeno il 40% degli esercizi a Reggio. Mi chiedo e chiedo al primo cittadino ‘dove sono i soldi?’ Che fine hanno fatto i milioni promessi in campagna elettorale?» ha chiesto Davi, ricordando che «il campagna elettorale il sindaco di Reggio Calabria ci ha dilettati con le dirette Facebook con Nicola Zingaretti e Roberto Gualtieri per rassicurarci che alla città di Reggio sarebbe stata distribuita una caterva di milioni di euro. Chi volesse verificare può trovare su Google ancora le esilaranti tracce delle dirette zeppe di mirabolanti promesse dell’allora candidato Falcomatà».
«Ora – ha proseguito il massmediologo Davi – sembra che il Governo suo amico, cioè proprio Gualtieri e Zingaretti, imporrà il lockdown alla Calabria. Non solo, sempre Gualtieri e Zingaretti hanno messo a punto un decreto killer che stabilirà che per altri tre anni la sanità calabrese verrà commissariata. Gli amiconi romani di Falcomatà trattano i reggini e i calabresi come fossero un branco di sottosviluppati».
«Questo lockdown – ha evidenziato Davi – sarà fatale per le imprese calabresi e lui che fa? Si rende conto che, mentre l’apparato statale e parastatale continuerà a essere pagato, gli esercizi avranno milioni di danni? Perché non chiede aiuto a Sebastiano Romeo? Lui almeno ha qualche chance in più di farsi sentire a Roma».
«Visto come stanno trattando questa regione – ha concluso – non ci resta che sperare in Romeo, che almeno con Zingaretti ci parla, mentre lei, sindaco Falcomatà, non si capisce bene cosa stia facendo». (rrc)
«La manifestazione di protesta e di proposta di Reggio Calabria è stata densa di contenuti e una lezione di civiltà e democrazia». Queste le parole dello storico reggino prof. Pasquale Amato, che riassumono e danno una chiara lettura della mobilitazione di Confesercenti, Imprendi Sud, Apar, il Comitato spontaneo dello sport e di Assodanza Italia andata in scena a Piazza Duomo, a Reggio Calabria.
500 gli imprenditori che, con lo slogan Fermiamo il virus, non l’economia, hanno riempito in «in modo ordinato e civile Piazza Duomo, dando un esempio all’Italia intera di come si può protestare anche con veemenza ma sempre con la massima correttezza» ha scritto su Facebook Claudio Aloisio, presidente di Confesercenti Reggio Calabria, nel ringraziare gli imprenditori che hanno risposto all’appello.
Anche il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, ha apprezzato con soddisfazione il modo in cui i reggini hanno manifestato: «stiamo dimostrando, ancora una volta – ha dichiarato il primo cittadino – di essere una comunità matura e responsabile».
«Non è banale dirlo – ha aggiunto – non era scontato che accadesse. Mentre, infatti, da tutta Italia ci giungono immagini di violenza e devastazione, Reggio e i suoi operatori economici hanno risposto con manifestazioni ordinate e pacifiche; nonostante la paura per il futuro, nonostante tutti i sacrifici per poterlo assicurare un futuro. Per questo dico grazie ai commercianti, agli artigiani, agli imprenditori e alle associazioni sportive che stasera sono scesi in piazza. Grazie anche per aver avuto rispetto per le donne e gli uomini delle Forze dell’ordine, che stasera, come sempre, erano lì a fare il loro lavoro. Lo stesso lavoro per cui state lottando voi, lo stesso lavoro che oggi vi viene tolto».
«È un momento complicato per tutti – ha proseguito Falcomatà – Non è facile neanche per noi sindaci che siamo chiamati a responsabilità enormi. Cercherò di prendermele, come sempre, facendo del mio meglio, per provare a non lasciare indietro nessuno. Combattiamo una battaglia comune e siamo dallo stesso lato della barricata, fino in fondo fino alla fine, nella speranza che questo nuovo incubo passi al più presto».
«Una piazza piena di cappelli bianchi, è un orgoglio per noi – ha dichiarato Angelo Musolino, presidente nazionale dei pasticceri italiani e a capo dell’Apar –. Conosco quasi tutti gli imprenditori presenti e ne ho conosciuti tanti anche oggi. Questo vuol dire stare dentro l’associazione per condividere una protesta pacifica. Vogliamo la solidarietà e la presenza delle istituzioni perché al primo lockdown siamo già stati primi a subire limitazioni e perdite. Tutti abbiamo messo in sicurezza le nostre attività, quindi non siamo noi gli untori di questa pandemia. I trasporti sono meno sicuri delle nostre aziende, ma lo Stato non ci permette di lavorare. I ristoratori sono al lastrico. Perché fare disparità tra categorie? Lottiamo per essere uniti e chiedere domani il tavolo tecnico dove ognuno può dire ciò che serve. Non siamo noi cittadini di Serie B».
A chiudere la manifestazione, il presidente di Confesercenti Aloisio, che ha annunciato di aver fatto al prefetto «la richiesta di accoglierci per un tavolo di crisi Covid, vogliamo far sentire la nostra voce, insieme al Sindaco che può battere i pugni sui tavoli nazionali. In prefettura andremo per dire cosa c’è di sbagliato. Non possiamo intervenire sulla pubblica piazza al momento, ma solo sui nostri locali. Noi abbiamo fatto sentire la nostra voce, in maniera civile e costruttiva. Capisco la rabbia, ma la priorità resta la salute».
Quella andata in scena a Reggio, dunque, è stata una vera e propria lezione di civiltà, in cui la solidarietà, l’aiuto reciproco e il confronto ne sono stati il cuore pulsante.
«Sarebbe un grave segnale se questa protesta civile e democratica fosse ignorata» ha commentato il prof. Amato, riflettendo che «sarebbe giusto che sia dato lo stesso risalto delle proteste sfociate in manifestazioni di violenza in altre città d’Italia». (rrc)
Gli attori reggini Peppe Piromalli e Gennaro Calabrese hanno lanciato un messaggio di speranza per continuare tutti insieme la battaglia contro la pandemia che ha messo in ginocchio un Paese.
«È un momento difficile per tutto il Paese – hanno detto – la gente ha paura, è stanca e preoccupata ma dobbiamo resistere. Solo rispettando le tre regole fondamentali, distanze sociali, indossare la mascherina e igienizzarsi le mani, possiamo sconfiggere il Coronavirus».
«Siamo preoccupati – ha dichiarato Piromalli, direttore dell’Officina dell’Arte –i ma fiduciosi che questa grave crisi sanitaria, economica e sociale sia sconfitta. Ci vuole ancora un po’ di tempo e, soprattutto, dobbiamo tutti rispettare le normative ed essere responsabili. Tutelare la salute e il lavoro dei cittadini è un dovere che lo Stato deve garantire al suo popolo ma non dobbiamo lasciare che la rabbia, la paura e la delusione di una nuova chiusura prenda il sopravvento sul raziocinio. Dobbiamo fare un ulteriore sforzo, accettare le disposizioni del nuovo Dpcm del Governo per mettere all’angolo definitivamente un virus che ci ha tolto la nostra quotidianità, il nostro lavoro, i nostri affetti, la possibilità di abbracciarci».
L’attore e numero uno dell’Oda aveva già programmato la nuova stagione artistica al “Cilea”, sarebbe dovuta partire a Gennaio 2021 ma «per il momento è rimandata anche se, continueremo a pianificare e a mettere in campo idee da realizzare appena riapriranno i teatri».
Il comico e imitatore Calabrese sa bene che «un nuovo lockdown sarà un’ulteriore batosta per il mondo della cultura, dello spettacolo, dello sport, del mondo imprenditoriale ma dobbiamo resistere e continuare ad essere coscienziosi per non mandare in fumo tutti i sacrifici fatti sino ad oggi».
«Non è semplice in questo particolare momento storico – ha aggiunto – conciliare il diritto al lavoro con il diritto alla salute ma non possiamo eliminare questo terribile virus continuando a fare resistenza o a non indossare i dispositivi di protezione. Io, come tanti altri colleghi vivo di arte, di teatro, di spettacoli e mi manca il calore e il contatto con il mio pubblico ma credo che sia necessario adesso, fermarci per salvarci, salvare i nostri cari da questo virulento virus».
«Comprendo la protesta di tutti i professionisti e le difficoltà di un Governo che nell’immaginario collettivo, dovrebbe fare sempre meglio – ha proseguito Calabrese – ma dobbiamo stare attenti e rispettare le disposizioni. Io sfrutterò questo periodo per studiare, scrivere nuovi spettacoli, migliorarmi nell’attesa di poter nuovamente calcare il palco. Facciamo tutti un altro piccolo sforzo per poter tornare a vivere serenamente, riaprire i nostri splendidi teatri e regalare finalmente un po’ di serenità». (rrc)
Il Sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà ha chiesto al dott. Rubens Curia, medico e apprezzato docente, di far parte della taske Force, istituita nella prima seduta del Consiglio Comunale, per contrastare il diffondersi della Pandemia da Covid 19 a Reggio.
«Ho accettato, con piacere – ha dichiarato Curia –, ringraziando il Sindaco, perché amo la mia città e cercherò di dare il mio contributo con passione». Curia è autore di un recente saggio Manuale per una riforma della Sanità in Calabria che ha messo in evidenza le criticità, mai superate, del servizio sanitario nella regione. È rappresentante dell’associazione Comunità Competente.
La taske force si insiederà a Palazzo San Giorgio, martedì 3 alle ore 10.00. (rrc)
«Povera Reggio e povera Calabria!» ha dichiarato il massmediologo e giornalista Klaus Davi, rivolgendosi duramente alla Giunta comunale di Reggio, guidata da Giuseppe Falcomatà, composta da «maldestri ventriloqui pilotati da vari padrini ‘spirituali’, spalleggiata da alleati ‘volonterosi carnefici’ che hanno azzerato l’opposizione con i mezzucci burocratici che ben conosciamo».
«Stiamo assistendo – ha aggiunto Davi – a rivolte di piazza a Palermo come a Catania e i maldestri ventriloqui pensano a spartirsi le poltrone. La città è nuovamente invasa dai rifiuti, l’aeroporto chiude decretando la condanna a morte di ogni aspirazione turistica della città dello Stretto, gli operai non vengono pagati e le reggine e i reggini devono assistere allo spettacolo auto compiaciuto dei vari ‘Ken’ o delle varie ‘Barbie’ intenti a spartirsi le poltrone».
«Una indifferenza stupida e miope – ha proseguito Davi – che ricorda molto da vicino quella di Maria Antonietta prima della rivoluzione francese… Falcomatà ha promesso 200 milioni in campagna elettorale per Reggio, promesse false che si riveleranno fatali come le famose ‘brioches’ parigine. Ma nessuno ha visto una lira, una colossale presa per i fondelli. I commercianti le Pmi, gli artigiani sono azzerati dal Covid, e condannati a morte dalla crisi economica e la ‘Seconda Giunta Falcomatà’ se ne frega».
«E, naturalmente – ha concluso il massmediologo – Marco Minniti docet, incolperanno i cittadini o il crimine organizzato se qualcuno tenterà di manifestare il proprio dissenso come già stanno iniziando a fare solo perché non sanno gestire l’emergenza. Povera Reggio e povera Calabria!». (rrm)
Tonino Perna è il nuovo vicesindaco di Reggio Calabria. Il sociologo e storica figura della sinistra calabrese, avrà la delega alla Città Metropolitana e all’Area dello Stretto, Innovazione Sociale, Smart City, Partecipazione e cittadinanza attiva e Identità territoriale.
Nato nel 1947, Perna è un economista e sociologo, professore emerito di Sociologia economica presso l’Università degli studi di Messina. Dal 2000 al 2005 è stato presidente del Parco Nazionale d’Aspromonte, già assessore alla Cultura al Comune di Messina con RenatoAccorinti.
Grande soddisfazione è stata espressa dal prof. Pasquale Amato, che ha definito il neo vicesindaco «un reggino doc, dotato di un’ampia cultura che spazia oltre i confini della Sociologia e dell’Economia e gode di ampia stima e ottime relazioni nella cultura italiana e internazionale. Crede fortemente nella plurimillenaria area metropolitana dello Stretto di Scilla e Cariddi».
«Ho proposto – ha concluso Amato – che il sindaco crei e affidi a lui la delega per l’Aeroporto dello Stretto. Sono certo che, affiancato da tecnici, egli saprà inventarsi idee e realizzare progetti di rilancio di una gestione dell’Aeroscalo, coinvolgendo le energie migliori di entrambe le sponde dello Stretto». (rrc)
È stato approvato un emendamento per avviare l’iter che porterà la Città Metropolitana di Reggio Calabria a essere socio di Atam, l’azienda di trasporto pubblico che opera nel Comune di Reggio Calabria e che si trasformerà in una vera e propria azienda Metropolitana.
L’emendamento, sottoscritto dal consigliere delegato al Bilancio, Antonino Castorina, vincola la somma di 300 mila euro per avviare l’iter, ed è stato approvato a maggioranza nel corso di una sessione straordinaria presieduta da sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà.
Tra le varie proposte in esame la salvaguardia degli equilibri di Bilancio per l’esercizio 2020 che sono state illustrate dal consigliere Castorina, con il supporto tecnico del dirigente al ramo Vincenzo Cuzzola.
«La città Metropolitana – ha dichiarato Castorina – con la guida del sindaco Giuseppe Falcomatà, prosegue il suo percorso di sostegno ai territori e di razionalizzazione delle risorse, al fine di programmare interventi mirati su tutte le aree omogenee e puntare a garantire i servizi essenziali che riguardano la mobilità interna e la viabilità che vive una situazione di enorme difficoltà».
«La nostra scommessa – ha concluso – sarà quella di creare una vera e propria identità Metropolitana, supportando sempre di più tutti i comuni che compongono l’area Metropolitana ed dando massima attenzione alla fasce deboli specie in questa situazione di emergenza sanitaria». (rrc)
È prevista per questa mattina, alle 10.00, la prima seduta del nuovo Consiglio comunale di Reggio Calabria, presieduto da Federico Milia, esponente di Forza Italia e indicato come ‘consigliere anziano’, in cui il sindaco Giuseppe Falcomatà presenterà la nuova Giunta.
Fino all’elezione del presidente dell’assemblea (nella scorsa consiliatura aveva rivestito questo ruolo Demetrio Delfino), è appunto il “consigliere anziano” a presiedere la seduta d’insediamento del Consiglio, convocata per l’occasione dal Sindaco eletto.
Nella prima seduta dell’assemblea cittadina, previste la convalida degli eletti ed eventuali surroghe e il giuramento del Sindaco, l’elezione del presidente del Consiglio comunale, dei due vicepresidenti e dei due segretari questori (vicepresidenti e questori rispettivamente espressione uno della minoranza e uno della maggioranza).
Presentata la Giunta, saranno illustrate le linee politico-programmatiche, si prenderà così atto della costituzione dei gruppi consiliari e, ultimo punto all’ordine del giorno, saranno nominati i componenti della Commissione elettorale Comunale. (rrc)
La sorpresa che il sindaco Giuseppe Falcomatà aveva annunciato per la sua Giunta non è la chiamata dell’ex alfaniana, ovvero l’azzurra Rosanna Scopelliti, figlia del magistrato ucciso dalla mafia a Piale 29 anni fa, bensì il capovolgimento della teoria gattopardesca secondo la quale bisogna cambiare tutto perché tutto rimanga come prima. Il buon Falcomatà non fa fatto tesoro del consiglio del principe di Salina nel bellissimo romanzo di Tomasi di Lampedusa, ma ha fatto esattamente il contrario: non cambiare niente, forse nella segreta speranza che cambi tutto.
La “nuova” (si fa per dire) Giunta sembra un dejà vu, stesse facce, con deleghe cambiate, ma, obiettivamente, questo grande rinnovamento annunciato in pompa magna non lo si vede proprio. I reggini, probabilmente, si aspettavano qualcosa di nuovo (Falcomatà ci sta tenendo con l’ansia per il misterioso vicesindaco che ancora non ha un volto) visto che l’esperienza della passata Amministrazione non è stata il massimo nel gradimento della città. Tant’è che al primo turno, alle elezioni, circa 25mila reggini hanno voltato le spalle al sindaco uscente rispetto alle trionfali elezioni del 2014, salvo poi a preferirlo al “papa straniero” Minicuci, “imposto” inopinatamente da Salvini col risultato di perdere a tavolino una partita che appariva già vinta.
La scelta di concedere un “secondo tempo” a Falcomatà è stata probabilmente intelligente, anche se dettata più da sentimenti antilega che da vero consenso, perché bisogna riconoscere che una legislatura non è certamente sufficiente per portare a termine un programma e progetti di ampio respiro, soprattutto se, come nel caso di Falcomatà, si eredita una città al collasso finanziario a un passo dalla dichiarazione di dissesto. Falcomatà ha convinto i reggini e ha fatto qualche promessa di rinnovamento: noi, pur sforzandoci, non lo vediamo proprio. Il sindaco riconfermato nell’incarico ha preferito continuare secondo la vecchia, logora, logica dei partiti, assegnando strategicamente deleghe per liberare posti in Consiglio comunali ai fedelissimi rimasti fuori. Così, i consiglieri Albanese, Brunetti, Delfino, Muraca e Calabrò nominati assessori si sono subito dimessi per far entrare in Consiglio Nancy Iachino, Giovanni Latella, Massimiliano Merenda, Nino Zimbalatti e Giuseppe Nocera. Un gioco che potrebbe costare caro in termini politici al Sindaco, che compromette il suo futuro politico: non potendosi candidare alla Regione per ovvie ragioni di opportunità (i reggini che lo hanno votato si sentirebbero traditi), dovrà tessere una fitta tela di relazioni nell’appoggio eventuale a Nicola Irto (candidato più che certo del centrosinistra per Germaneto), facendo digerire ai reggini il finto rinnovamento annunciato e non mantenuto.
Certo ci voleva un po’ di coraggio a prendere dalle liste di opposizione qualche prezioso elemento in grado di segnare un cambio di passo e una politica che superasse gli attuali schemi destra/sinistra per un governo di unità, vista soprattutto l’emergenza covid. La scelta di puntare solo ed esclusivamente sui fidati collaboratori è, naturalmente, legittima e nessuno la contesta, ma, tanto per fare qualche nome, un Eduardo Lamberti Castronuovo (non candidato, ma elemento di spicco della società civile) sarebbe stato un ottimo assessore alla Cultura. Ha dimostrato, da assessore provinciale a Cultura e Legalità di avere competenza, capacità e il giusto estro per dare smalto alle iniziative culturali della Città dello Stretto: si pensi al Palazzo della Cultura intestato a Pasquino Crupi – oggi quasi dimenticato e privato di ogni giusta valorizzazione –, alle iniziative con le orchestre giovanili e la venuta del Maestro Riccardo Muti e via discorrendo. E lo stesso discorso andrebbe fatto per Klaus Davi, che ha mostrato un reale attaccamento a una città che non è la sua, diremmo quasi un innamoramento ammirevole, che avrebbe ricoperto con grande onore e ottimi risultati la delega alla Reputazione (e Dio sa quanta ne serve da recuperare alla città) e al Turismo. Il risultato sarebbe stato avere gratis promozione a 360 gradi (il massmediologo è tutti i giorni in televisione a parlare di Reggio e della Calabria) ha ottimi rapporti con giornali e tv di tutto il mondo, conosce le tecniche del marketing strategico, ha mostrato di saper “vendere” mediaticamente qualsiasi cosa (anche se stesso, come s’è visto nel caso delle elezioni comunali).
Certo una scelta così azzardata, ma a tutto esclusivo vantaggio della Città, richiedeva una dose aggiuntiva di coraggio, quello che serve a puntare i piedi e rifiutare le classiche logiche del conto dei voti e dei desideri dei partiti. Falcomatà ha perso una grande occasione e, senza togliere nulla ai futuri meriti della Scopelliti (Cultura, Turismo, Legalità, Scuola e Università) e dell’avvocata Palmenta (Sport, Politiche di genere, Politiche giovanili), siamo convinti che ci sarà poco spazio al cosiddetto “nuovo passo”. Falcomatà avrebbe dovuto e potuto interrompere il giogo dei partiti, facendosi qualche nemico in casa, ma regalando un futuro migliore alla città. Ovviamente con beneficio d’inventario, da parte nostra, pronti a cospargerci il capo di cenere (ce ne sarà parecchia se non finiscono gli incendi della spazzatura) se, come ci auguriamo di cuore, avremo avuto torto. Lo scopriremo solo vivendo, cantava Battisti; speriamo solo che non sia una vita troppo amara, con l’incubo del covid. (s)
LA NUOVA GIUNTA FALCOMATÀ
Ecco la nuova Giunt aFalcomatà: riconfermati Irene Calabrò (Finanze, Tributi, Attività Produttive – nella passata consiliatura era al Patrimonio), Mariangela Cama (Pianificazione territoriale e urbana sostenibile e programmazione progetti strategici, Edilizia, Vigilanza e Demanio Marittimo, Mobilità e Trasporti, Società Partecipate – nella passata consiliatura era all’Urbanistica) e Giovanni Muraca (Lavori pubblici – Grandi opere – Risorse UE – nella passata consiliatura era assessore all’Ambiente. Gli altri assessori di nuova nomina sono: Rosanna Scopelliti (Cultura, Turismo, Legalità, Scuola e Università), Giuseppina Palmenta detta Giuggi (Sport – Politiche di genere – Politiche giovanili – Europe Direct), Rocco Albanese ( Manutenzioni (Edilizia scolastica, stradale, idrica, fognaria, illuminazione e cimiteri – Politiche abitative ed Edilizia residenziale pubblica – Dismissione e valorizzazione del Patrimonio – Protezione Civile) e Paolo Brunetti (Ambiente – Ciclo integrato dei rifiuti – Depurazione – Verde pubblico – dismissione amianto – Polizia Municipale), Demetrio Delfino, che era nella passata consiliatura Presidente del Consiglio comunale, (Welfare e alle Politiche della Famiglia). Resta libera la casella di vicesindaco. Il mister X sarà presentato domani, lunedì 26, al primo Consiglio comunale che ha all’ordine del giorno l’elezione del Presidente e delle altre figure del Consiglio.
Rosanna Scopelliti e il sindaco Giuseppe Falcomatà
Il sindaco Falcomatà ha presentato sul Lungomare intestato al padre Italo la sua squadra davanti alle colonne di filo metallico di Tresoldi: «La giunta entra nel pieno esercizio delle proprie funzioni – ha detto dopo aver illustrato le deleghe assegnate –. Manca ancora un elemento che, per motivi personali, non poteva essere con noi oggi. Sarà presentato nei prossimi giorni» Facomatà ha spiegato le ragioni delle sue scelte: «Ho cercato di interpretare quel sentimento di cambiamento che i cittadini ci hanno chiesto a gran voce. Sento il dovere di ringraziare gli assessori e i consiglieri della scorsa legislatura, molti di loro sono ancora noi, ognuno di loro insieme ai nuovi eletti, lavorerà e collaborerà per riscrivere la storia di Reggio. Gli obiettivi sono ambiziosi e la squadra che si è composta e le scelte che si faranno nei prossimi giorni, vogliono restituire a Reggio un ruolo da protagonista all’interno del panorama politico e amministrativo nazionale. Abbiamo bisogno di tutti. Bisogna sporcarsi le mani. Che senso ha avere le mani pulite se bisogna tenerle in tasca diceva qualcuno più saggio di me. Soltanto chi non vorrà giocare questa partita sarà seduto in panchina ed in tribuna. Se vogliamo fare la rivoluzione non possiamo pensare che si possa assistere dal divano di casa. Richiamo ad un senso di protagonismo e responsabilità. Da adesso la Giunta si mette all’opera». (rrc)
Pietro Sirianni, direttore di Coldiretti Calabria, in una lettera ha sottolineato come il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, nel corso dei vari incontri «con le categorie produttive, circa la decisione di eventuali chiusure a causa della pandemia ma ha dimenticato di convocare il settore agricolo e agroalimentare e della pesca».
«Probabilmente una disattenzione che però – ha precisato – fa il paio con quella sugli Stati Generali dove in un generico settore “natura” si voleva forse ricomprendere anche l’agricoltura. I numeri sull’importanza del settore agricolo e della pesca dicono altro riferisce Sirianni: sono oltre 600 le aziende agricole nel comune di Reggio Calabria e quasi 20 le imprese della pesca e dietro ogni impresa ci sono famiglie e lavoratori».
«Non si parla di Reggio Calabria – ha aggiunto – senza annoverare il bergamotto che la rende famosa in tutto il mondo, tanto quanto i bronzi di Riace e ancora, la pesca del pesce spada, l’annona, le arance di San Giuseppe, che danno lustro alla Città di Reggio Calabria che ha imprenditori agricoli ed industrie agroalimentari che per prime hanno prodotto l’aranciata con il 25% di succo d’arancia valorizzando la varietà Belladonna tipica ed esclusiva della nostra città ma anche viticoltura, olivicoltura e orticoltura».
Una categoria professionale – si legge – che lavora e ha lavorato per assicurare il cibo che, spero converrà, meriterebbe una particolare attenzione. Un settore continua la lettera – che nella “fase uno” della pandemia, è quello che ha continuato a lavorare, portando la spesa dalle campagne direttamente a casa dei consumatori, che non si è dimenticato degli indigenti, che ha dato un contributo decisivo nel far ripartire l’economia. Grazie alle battaglie continue e incessanti di Coldiretti, con l’etichettatura obbligatoria dell’origine dei prodotti, le nostre eccellenze ortofrutticole, i vini, gli oli, i succhi, arrivano sulle tavole dei consumatori e come comune di produzione e di origine, portano il nome di Reggio Calabria».
E poi, ancora rivolgendosi al sindaco, scrive: «ci siamo permessi di ricordare tutto questo, perché vogliamo continuare ad esercitare il ruolo che ci spetta: essere parte attiva della Calabria e delle nostre città. Coldiretti è una forza sociale che difende ogni giorno il Made in Italy, lotta per la tracciabilità dell’origine dei prodotti agroalimentari, denunciando ad esempio nella nostra città, le annone spagnole che vengono vendute per reggine, o gli agrumi extracomunitari che diventano italiani; è quella forza sociale che grazie ai suoi imprenditori interviene sulle zone alluvionate la mattina stessa dell’evento calamitoso per aprire la strada ai mezzi di soccorso, è quella forza sociale che oltre a rappresentare gli agricoltori tutela i cittadini consumatori incontrandoli ogni giorno nelle piazze».
«Coldiretti in questa città è quella forza sociale che pure subendo i disagi e le penalizzazioni sul marketing e sulla promozione delle imprese agricole, dovuti spesso ad una emergenza rifiuti che deprezza le aree periferiche della città prossime alle aziende agricole, ha compreso che si tratta di una emergenza difficile da risolvere e non ha polemizzato o fatto proteste e comunque in grado di fare proposte. Insomma la mancata convocazione– insiste Coldiretti – la consideriamo una dimenticanza per cui questa sollecitazione vuole essere solo un promemoria per ricordare che può disporre del contributo di questa Organizzazione nei modi che riterrà più opportuni e nell’assoluto rispetto dei ruoli di rappresentanza».
«Noi – ha aggiunto nella lettera Sirianni – vogliamo svolgere bene e con responsabilità il nostro ruolo nei momenti di concertazione istituzionale e comunque invitiamo il sindaco a voler dedicare una giornata alle imprese agricole della città. Saremo – conclude – ben lieti di accompagnarlo nelle aziende e presentare le eccellenze agroalimentari di questa splendida terra e le persone che contribuiscono ad esaltarne il valore». (rrc)
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