di SANTO STRATI – Bastano i numeri per saltare chiunque dalla sedia: in Calabria il numero dei positivi è in costante crescita e la riapertura delle scuole, stamattina, non sarà così semplice come s’immaginava. Il governatore Roberto Occhiuto aveva fatto presente di non avere il potere di chiudere gli istituti, sottolineando però che tale facoltà è demandata ai singoli sindaci. E così è accaduto che sono state prese in totale autonomia decisioni che contrastano con la linea del Governo. Se lo Stato centrale decide la scuola in presenza, trascurando gli appelli dei medici e dei sindaci pressoché disperati, non, però, è prendendo provvedimenti “locali” che si risolve il problema.
In attesa di vedere impugnati i provvedimenti dei tanti sindaci che, non solo in Calabria, hanno deciso di posticipare l’apertura, sarebbe opportuno chiedersi se non sarebbe meglio trasformare, almeno fino a fine mese, gli istituti scolastici in hub vaccinali per studenti e docenti. In questa maniera, i genitori accompagnano a scuola i bambini e i ragazzi a fare il vaccino, non a rischiare un contagio pressoché certo.
Diciamoci la verità, la gestione di questa quarta ondata, di questa emergenza nell’emergenza, non è delle migliori, né a livello centrale, né a livello periferico. Se, da un lato, la Calabria può vantare un primato insolito – come ha fatto notare il presidente Occhiuto – ovvero di essere «la prima regione in assoluto per somministrazioni di vaccini: i cittadini calabresi stanno rispondendo con grande responsabilità». dall’altro non si può non far notare che il governatore continua a non chiedere “aiuto” e assistenza ai grandi luminari della scienza (calabresi) che gratuitamente si sono messi a disposizione per individuare strategie e soluzioni per fronteggiare il virus. La compianta Jole Santelli nella prima fase della pandemia aveva costituito una task force di medici e specialisti, ma non l’ha mai utilizzata. Occhiuto, a quanto pare, sta facendo il bis. Il governatore ha messo due validissimi manager in grado di gestire la parte finanziaria del disastro sanità, ora deve necessariamente ricorrere (e quasi certamente a costo zero) agli specialisti medici (di calabresi ce n’è in quantità industriale dentro e fuori la Calabria) al fine di programmare una controffensiva di grande efficacia. È una guerra: i mezzi sono pochi, non mancano le risorse umane (anche se quasi allo stremo), servono gli strateghi per vincere. Occhiuto deve solo lanciare un appello per costituire una task force sanitaria di grande competenza in grado di garantire efficaci soluzioni: siamo certi gli risponderebbero in tanti.
Del resto anche sulla scuola il presidente ha le idee diverse da quelle del governo centrale. La riapertura – ha detto Occhiuto al TG2 – posticipata: «In Calabria stiamo vaccinando nelle scuole. Siamo la prima Regione in Italia per incremento delle vaccinazioni rispetto ai target del generale Figliuolo, grazie al senso di responsabilità delle famiglie e dei ragazzi. Forse sarebbe stato opportuno differire la riapertura delle scuole di 15 giorni. Non è stato così, ma non è tempo di polemiche».
Gli offre una sponda, bacchettando, però, il sistema in atto, il commissario della Lega in Calabria, l’avv. Giacomo Francesco Saccomanno: «I presidi in ordine sparso, i sindaci chiudono in autonomia, le scuole possibile nuovo pericoloso focolaio, ospedali sempre più in difficoltà, ricoveri al 35%, aumento spropositato di positivi, tante vittime, sistemi sanitari nel caos. Questo è il quadro attuale della Calabria, pur cercando il Commissario alla Sanità, con incommensurabile impegno, di trovare soluzioni e bloccare l’avanzata del virus. Ma, il sistema sembra ormai saltato. Specialmente dopo che i tamponi vengono anche eseguiti personalmente dalle persone che, naturalmente e spesso, non segnalano alcuna positività e, se non vi sono sintomi evidenti, continuano a svolgere le loro attività non curanti dei possibili contagi. D’altro canto, per la esecuzione di un tampone presso il sistema sanitario vi sono lunghe code e tempi immemorabili di attesa e, poi, per avere i risultati di quelli molecolari si deve attendere molti giorni e spesso anche una settimana. Gli uffici poi non rispondono al telefono e, quindi, il cittadino non sa, veramente, cosa fare ed a chi rivolgersi!». Sottolinea Saccomanno che «il Governo non ha ancora nominato i 25 esperti che avrebbero dovuto sostenere l’azione del Commissario alla Sanità e, quindi, riorganizzare il sistema! Una pesante omissione che, date le condizioni disastrose ereditate del sistema sanitario in Calabria, non ha fatto altro che peggiorare l’attuale momento. Non possiamo che dare atto al Commissario Occhiuto degli sforzi che sta compiendo, ma senza la attiva collaborazione del Governo e di tutte le forze sociali, politiche e sindacali, questi si mostreranno del tutto inutili e il caos continuerà a privilegiare rispetto ad una normalità che, molto probabilmente, vi sarà solo dopo che il virus perderà l’attuale aggressività».
D’altro canto a far capire la gravità della situazione, senza voler creare allarmismi che non servono a nulla, ci sono le dichiarazioni del commissario dell’Asp reggina Gianluigi Scaffidi che denuncia il collasso del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio. Dove non ci sono più posti disponibili e la situazione è di estremo disagio non solo per i pazienti covid, ma anche per tutte le altre patologie col rinvio di interventi e ricoveri anche programmati da tempo.
In questo scenario, la riapertura delle scuole diventa una sfida al contagio che, probabilmente, non ci dovremmo permettere. La disobbedienza di alcuni sindaci della regione, molti e in continua crescita, va compresa e sostenuta, ma occorre un’unità di intenti e non operare in modo disomogeneo. Il nemico è uno solo e si chiama Covid, con tutte le sigle e i nomi delle varianti: si può sconfiggere con la responsabilità dei cittadini, ma soprattutto con una strategia comune, che metta in campo tutte le forze disponibili. I problemi sono le strutture al collasso, ma non dimentichiamo che la causa principale di questo, ahimè; disastro non annunciato ma prevedibile sono i no vax: l’irresponsabilità di chi ancora porta avanti pretestuoso e assurde motivazioni contro il vaccino sta estendendo il rischio di contagio in maniera esponenziale. Non si tratta di criminalizzare chi non vuole vaccinarsi («arrestateli tutti» – avrebbe dichiarato il nuovo consulente anticovid di Occhiuto Agostino Miozzo, mancato commissario della sanità calabrese) ma di fare opera di convincimento che il rischio di decesso è altissimo per i non vaccinati. Il vaccino non esclude il contagio, ma limita fortemente le conseguenze: basterebbe questo a far cambiare idea a chi, miseramente, si vanta quasi con orgoglio di essere un no-vax. (s)