Il commosso ricordo di Riccardo Misasi con l’ex presidente Nisticò in Senato

Commosso e sentito ricordo in Senato per Riccardo Misasi: una testimonianza voluta dell’ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Nisticò, che ha dedicato allo statista calabrese un importante tributo con un libro edito da Rubbettino. Nisticò ha chiamato nella Sala Nassiriya a testimoniare la loro ammirazione per una personalità straordinaria come quella di Misasi numerosi esponenti del mondo della politica e della cultura. All’evento hanno partecipato i familiari di Misasi, la sorella Gianna, i figli Titina e Maurizio e diversi nipoti del politico calabrese.

Nisticò, nella sua introduzione, ha spiegato le ragioni per cui è rimasto sempre affascinato da Misasi che ha definito da neuroscienziato come a “beautyful mind” al pari del premio Nobel John Nash e di altri Premi Nobel come Renato Dulbecco. «Questa sua intelligenza superiore – ha detto Nisticò – è da considerare un dono di Dio».

Accanto alla genialità come pensatore, filosofo, storico, politico ed economista, secondo Nisticò, Misasi è stato l’erede della dottrina etica di Pitagora di cui era letteralmente impregnato perché ha sempre tenuto in alta considerazione nella sua vita i principi di tale scuola e di quella civiltà italica di circa tremila anni a.C. e cioè la dignità della persona, l’amicizia, la solidarietà verso le persone più deboli e più fragili e il senso della libertà intesa come mancanza di dipendenza da valori effimeri e materiali come il dio denaro, la moda, il potere.

Nisticò ha voluto anche ricordare il contributo fondamentale – da protagonista – di Misasi per la nascita dell’Università della Calabria e, in seguito, negli anni 90 delle due Facoltà di Farmacia, una a Catanzaro e l’altra a Cosenza. Così oggi – ha detto Nisticò – non mi rendo conto di queste lotte sterili e inutili per la nascita della Facoltà di Medicina a Cosenza. La nostra visione pionieristica, quella di Misasi e la mia, oltre trent’anni fa, si è dimostrata ampia e strategica nel rispetto delle esigenze della gente comune e, in particolare, dei pazienti e dei loro familiari nonché dei giovani, la valorizzazione del vero patrimonio di talenti di cui la Calabria è ricca, i quali potranno dare un contributo alla qualità della vita dei calabresi ma anche di quelli che hanno bisogno in Italia e in tutto il mondo dal momento che c’è una carenza di personale medico».

Infine, Nisticò è rimasto sempre ammirato dalle doti profetiche alla Gioacchino da Fiore di Riccardo Misasi, il quale aveva lucidamente previsto che dopo la diaspora della DC, a seguito di un ventennio di dominio berlusconiano, questa si sarebbe riunificata mettendo al centro la politica con la P maiuscola: cioè di qualità, ricca di contenuti, aperta al confronto nel rispetto delle diverse idee.

Al tavolo della presidenza, oltre a Nisticò, il sen. Mario Occhiuto – che ha moderato con sobrietà ed eleganza il dibattito come sarebbe piaciuto allo stesso Misasi – il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto, il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri, il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, lo scrittore Franco Cimino, il quale ha tenuto un’apprezzatissima lectio sul pensiero politico di Riccardo Misasi, e il direttore di Calabria.Live, media partner dell’evento promosso da Pericles International Academy.

Tra il pubblico, il sen. Nicola Irto, l’on. Marco Folini, il prof. Luigi Frati (già Rettore della Sapienza e pupillo di Misasi in campo universitario), il Presidente della Fondazione La Sapienza Eugenio Gaudio (già Rettore della stessa), Luca Marcora, l’on. Mario Tassone, l’on. Ettore Rosato, l’on. Angelo Sanza, l’on. Peppino Gargani, l’on. Bruno Tabacci, l’avv. Anna Falcone, il direttore dell’Osservatore Romano Andrea Monda, il prof Steven Nisticò, Francesco Trebisonda e il nuovo dirigente della Sicurezza del Senato Luigi Carnevale.

La Rettrice della Sapienza, impossibilitata a partecipare, ha fatto pervenire un messaggio in cui ha voluto sottolineare il ruolo significativo di Riccardo Misasi: «Uomo colto e di cultura, economista e servitore dello Stato, è stato una persona sensibile e attenta ai più deboli, importante per l’Università italiana e per il nostro Paese.

Ministro del Commercio con l’estero dal 1969 al 1970 e per due volte Ministro della Pubblica Istruzione prima dal 1970 al 1972 e poi dal 1991 al 1992, nel corso dei suoi mandati ha favorito l’accesso all’Università delle Studentesse e degli Studenti dei ceti meno abbienti, anche consentendo ai diplomati degli Istituti tecnici l’iscrizione ai corsi universitari. Il suo impegno a servizio delle Istituzioni è continuato durante il periodo 1988-1989, in cui è stato Sottosegretario alla Presidenza del Governo De Mita, a beneficio dell’Università, della Ricerca Scientifica e dei giovani.

Riccardo Misasi – ha ricordato la Rettrice Polimeni – è stato tra i padri fondatori dell’Università della Calabria (UNICAL), contribuendo dapprima alla sua creazione negli anni ‘70, e poi dando un contributo all’istituzione delle due Facoltà di Farmacia a Catanzaro e Cosenza negli anni Novanta».

Numerosi i messaggi di saluto, tra cui quello del ministro della Salute Orazio Schillaci e dell’Università e della Ricerca Scientifica Anna Maria Bernini, nonché quello di Gianni Letta, e Paolo Cirino Pomicino, impossibilitati a partecipare all’incontro.

La sottosegretaria all’Interno on. Wanda Ferro, invece, ha seguito in streaming tutto il dibattito e ha voluto far sapere di essere rimasta ammirata dalla qualità degli interventi che hanno tracciato con spessore e grande onestà intellettuale la figura di un vero statista, straordinario faro della politica non solo calabrese ma nazionale.

Nell’incontro si è parlato di Misasi prendendo spunto dal libro curato da Nisticò e pubblicato da Rubbettino, dove figurano, oltre agli scritti di Nisticò, ben 16 contributi che tracciano un ritratto eccellente di uno straordinario protagonista della politica italiana. Molto apprezzato il capitolo a firma dell’on. Gino Pagliuso (che non ha potuto presenziare per motivi di salute), il quale, nel ricordare la sua amicizia con Misasi durata tutta la vita ha rivelato alcuni particolari inediti del caso Moro. Come raccontato dal figlio Maurizio, Misasi si era proposto per uno scambio di persona per riportare in libertà Aldo Moro, dimostrando una generosità veramente unica ed eccezionale.

Particolarmente apprezzato il ricordo fatto dal vicepresidente Gasparri il quale ha sottolineato l’esigenza di superare steccati ideologici quando il confronto appare la via migliore per un dialogo tra parti opposte. Ha considerato e ricordato, pertanto, Misasi come statista e non come esponente della sinistra di base, il cui operato rimane tangibile nel tempo.

Un discorso ripreso con una certa commozione dal presidente Roberto Occhiuto, il quale, nel ricordare i suoi primi passi in politica guardando come esempio Misasi, che allora era ai vertici della politica in Italia, e forte dei suoi insegnamenti, ha indicato nello statista calabrese un modello cui si devono ispirare le nuove generazioni.

Il prof. Cimino ha ripercorso il cammino politico di Misasi, soffermandosi sulla qualità dell’uomo che prevaleva su quella del politico, l’attenzione verso i più deboli, la cura dei rapporti personali della stessa valenza sia nelle sedi istituzionali sia nei piccoli centri dove i suoi comizi incantavano i presenti.

Anche il presidente emerito della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli si è soffermato sulle qualità dell’uomo che hanno forgiato egregiamente un grande politico e intellettuale al quale il Paese deve molto.

Di grande suggestione i ricordi del prof. Luigi Frati, dell’on. Tassone, dell’on. Tabacci, dell’on. Gargani. Il dibattito è stato chiuso da una prolusione intensa e apprezzatissima del figlio Maurizio che ha parlato della dialettica della diversità e di quanto abbiano inciso alcune “assenze” durante gli immeritati attacchi subiti dal padre nell’ultimo periodo della sua intensa vita.

Una grande emozione, dunque, per ricordare un figlio illustre della Calabria, la cui memoria rimane solida e dovrà essere oggetto di ulteriori approfondimenti perché indichi una traccia significativa e ricca di spunti per le generazioni future. ν

Domani al Senato l’omaggio a Riccardo Misasi con la presentazione del libro curato da Giuseppe Nisticò

Domani mattina, alle 11, al Senato, in Sala Nassirya omaggio a Riccardo Misasi, con la presentazione del libro curato da Giuseppe Nisticò (edito da Rubbettino) con numerosi contributi di politici e giornalisti, che hanno conosciuto il grande statista calabrese.

All’evento, promosso da Pericles International, partecipano, tra gli altri, Maurizio Gasparri e Franco Cimino. Le conclusioni e i ringraziamenti sono a cura dei figli di Riccardo, AntonioMaurizioPierluigiTitina Misasi. È un omaggio personale e affettuoso dell’ex Presidente Nisticò che ha voluto ricordare il grande calabrese, peraltro suo grande amico, al quale ha dedicato appunto un libro di ricordi e tributi.

Un uomo colto, forbito, profondo pensatore, filosofo, economista e anche poeta, che destava ammirazione e stupore in tutti coloro che avevano avuto la fortuna di frequentarlo: questo era Riccardo Misasi, a cui questo volume intende offrire un tributo nel ventennale della scomparsa.

Giuseppe Nisticò, già Presidente della Regione Calabria, europarlamentare, sottosegretario alla Sanità, farmacologo di fama internazionale e oggi Commissario della Fondazione Renato Dulbecco, ha chiamato a raccolta amici, giornalisti, studiosi, per un contributo di idee che permettesse di raccontare Riccardo Misasi. Il risultato è sorprendente, perché i contributi di alto livello, offrono un’immagine quanto mai esaustiva del grande politico calabrese. Una curiosità: il libro è quello che sfogliava Berlusconi in Senato durante l’elezione del Presidente e l’immagine è apparsa in tutti i quotidiani: Berlusconi stimava molto Misasi e, a quanto sembra, ha apprezzato il volume consegnatogli personalmente da Giuseppe Nisticò, cui lo lega un antico rapporto di stima e amicizia.

Il libro è stato curato da Giuseppe Nisticò, con i contributi di Maurizio Misasi, Luca Marcora, Carmelo Pujia, Santo Strati, Pietro Rende, Gino Pagliuso, Ettore Bonalberti, Franco Cimino, Giuseppe Gargani, Mario Tassone, Eva Catizone, Pier Paolo Gualtieri, Giuseppe Mistorni, Eugenio Gaudio, Roberto Occhiuto(rrm)

A Roma il Premio Pericles celebra e ricorda Riccardo Misasi

Un’occasione importante, la cerimonia di consegna dei prestigiosi Pericles International Prize a Roma, nella suggestiva cornice dell’Hotel Hassler a Trinità dei Monti, che è stata l’opportunità per un doveroso tributo a Riccardo Misasi.

Il prof. Giuseppe Nisticò, presidente del Premio, che al grande politico calabrese ha dedicato di recente un libro (Tributo a Riccardo Misasi, Rubbettino) ha invitato i figli dello statista Antonio, Maurizio e Titina (Pierluigi era assente per altri impegni) per consegnare loro la targa Pericles, che – come da più parti è stato fatto notare – equivale a un Nobel italiano, in quanto è riservata a personalità della scienza, della cultura e della politica che hanno onorato il loro Paese e l’Italia con la propria attività.

Il Premio Pericles (che, originariamente, dalla sua fondazione nel 1984, si chiamava Alkmeon fino al 2012, oggi è la 38ma edizione) – ha consegnato il riconoscimento a numerosi premi Nobel come Renato Dulbecco, Rita Levi Montalcini, Thomas Südhof, Aaron Ciechanover e sir John Vane.

Quest’anno, due premi alla memoria: uno, come già detto, a Riccardo Misasi (scomparso nel 2000), e l’altro Francesco Della Valle, uno scienziato di fama internazionale, Cavaliere del Lavoro, creatore e guida di Fidia, il quarto gruppo farmaceutico italiano, uno dei pionieri nel campo delle delle neuroscienze laddove per primo ha usato prodotti naturali come i gangliosidi per il trattamento di lesioni del sistema nervoso centrale e periferico. È stato il primo italiano a creare una Università a Washinghton chiamata Fidia Georgetown University diretta dal prof. Erminio Costa, uno dei massimi neuroscienziati al mondo di origine sarda. Inoltre, fu proprio Della Valle che finanziò il progetto scientifico di un Centro di Neuroscienze Fidia presso il nuovo Ospedale psichiatrico di Girifalco, che è stato propedeutico all’isituzione della Facoltà di Farmacia di Catanzaro. Lo scienziato è scomparso nel 2021. L’altro premio, invece, è stato consegnato alla principessa Maria Esmeralda di Belgio (figlia minore di re Leopoldo III) che era di ritorno da un viaggio in  Amazzonia dove aveva incontrato in una tribù remota il capo villaggio che aveva visto quando era ancora bambino in una fotografia con il padre Leopoldo III.  La principessa  lavora come giornalista e si occupa di ambiente e di popolazioni disagiate. È la moglie di sir Salvador Moncada, illustre farmacologo di origini honduregne naturalizzato inglese, che nel 2001 è stato a sua volta insignito del Pericles Prize.

In apertura il presidente Nisticò ha sottolineato che «oggi si tratta di una giornata fortunata: da un lato perché si è insediato un governo forte e stabile guidato da Giorgia Meloni, la quale a suo avviso rimarrà leader politico dell’Italia per almeno i prossimi cinque anni; e dall’altro perché un membro qualificato della Pericles Academy, il prof. Orazio Schillaci è stato nominato Ministro della Salute». Sir Salvador Moncada e la principessa Esmeralda sono rimasti sorpresi dall’affermazione del prof. Nisticò: entrambi pensavano con una certa tristezza al recente governo inglese della Liz Truss durato solo 44 giorni.

Il Presidente Nisticò ha accolto i numerosi e qualificati ospiti, giustificando due rilevanti assenze: Gianni Letta, trattenuto a Milano da un imprevisto impegno, e il Rettore dell’Università di Tor Vergata Orazio Schillaci, impegnato nelle stesse ore a giurare come nuovo ministro della Salute davanti al presidente Mattarella al Quirinale. Il prof. Nisticò ha illustrato la valenza di questo riconoscimento e ha tradito una certa emozione nel ricordare Riccardo Misasi davanti ai figli, dato il particolare rapporto di intensa amicizia e sincero affetto che lo legava al politico calabrese.

Tra gli ospiti, il prof. Giuseppe Albenzio, vice avvocato generale dello Stato, il prof. Carlo Caltagirone, Direttore Generale della Fondazione Santa Lucia, Raffaella Della Valle, figlia di Francesco e amministratore delegato di Epitech Group, l’avv. Marilena Giungato, avvocato cassazionista, il prof. Giuseppe Ippolito, direttore della Ricerca del Ministero della Salute, i fratelli Antonio, Maurizio e Titina Misasi, figli di Riccardo, sir Salvador Moncada, il prof. Robert Nisticò, preside di Farmacia a Tor Vergata, e il fratello Steven, professore associato di Dermatologia all’Università Magna Graecia di Catanzaro, il prof. Luigi Paganetto, già Preside della Facoltà di Economia all’Università di Roma Tor Vergata, il prof. Giovanni Pellacani, direttore della Dermatologia all’Università La Sapienza, il prof. Franco Romeo, ordinario di Cardiologia a Tor Vergata, e il giornalista Santo Strati, direttore di Calabria.Live.

La principessa Esmeralda del Belgio ha avuto parole di elogio per il Pericles Prize e l’attività svolta dalla Pericles Academy che mette in luce, ogni anno, personalità di grande rilievo nel campo della scienza e della cultura. «Un premio graditissimo, quanto inaspettato – ha dichiarato – che accetto con molto piacere in quanto riconosce il mio impegno di divulgazione e informazione sui problemi dell’ambiente e delle popolazioni del terzo mondo».

A nome dei fratelli Maurizio Misasi ha espresso la sua gioia per vedere così ricordato il padre, un politico la cui lungimiranza e la visione di futuro sono ancora oggi al centro del dibattito politico.  (rrm)

Ciriaco De Mita e Riccardo Misasi, due giovani del Sud

di SANTO STRATI – Nel capitolo dedicato ai rapporti tra De Mita e Misasi, nel libro a cura di Giuseppe Nisticò Tributo a Riccardo Misasi (in corso di pubblicazione da Rubbettino) invitato da Nisticò a scrivere di questa straordinaria “coppia”, ho usato volutamente l’espressione “giovani del Sud” per indicare l’elemento di comunanza che avrebbe poi sancito un’amicizia lunga una vita, tra due rampanti protagonisti della politica nazionale. Una storia di simpatia e di stima, diventata poi amicizia e unione sodale tra ex colleghi d’università ed enfant prodige della politica.

Misasi era stato di De Mita il fido consigliere e lo aveva introdotto in Calabria, presagendo per lui con largo anticipo (e con un intuito sorprendente) un futuro da presidente del Consiglio. E i calabresi avevano apprezzato le indicazioni di Misasi e riversato su De Mita una grande stima. Questo spiega la cospicua presenza calabrese ai funerali a Nusco: vent’anni fa piansero Misasi, oggi si sono ritrovati a celebrare la memoria del suo “fratello maggiore”

Misasi e De Mita si erano conosciuti, giovani studenti, all’Università Cattolica di Milano dove entrambi studiavano Giurisprudenza: De Mita aveva quattro anni in più di Misasi e, rispetto alla pacatezza del calabrese Riccardo, mostrava più sicurezza ed esuberanza. Entrambi erano ospiti del Collegio Augustinianum grazie a una borsa di studio: fu subito cordialità e assidua frequentazione, premessa per un’amicizia che sarebbe durata tutta la vita. Entrambi figli del Sud, De Mita veniva da Nusco, dove aveva studiato al liceo classico di Sant’Angelo dei Lombardi, Misasi da Cosenza, anche lui con una formazione classica maturata al liceo Bernardino Telesio.

De Mita ammirava il suo modo di ragionare e di affrontare i problemi cercando le soluzioni ideali, forte di un’intelligenza vivace e di uno spiccato senso dell’amicizia e della solidarietà. L’amicizia, in particolare, per Riccardo Misasi era qualcosa di prezioso, una cosa sacra, che non conosceva mezze misure.

All’Università Misasi era una matricola, De Mita prossimo alla laurea: se all’inizio era il quasi laureato di Nusco a dare consigli al giovane studente Riccardo, in realtà – per ammissione dello stesso De Mita – era poi diventato Misasi il suo “suggeritore” preferito, poiché apprezzava la sua maturità, i suoi ragionamenti con basi profonde e culturalmente ineccepibili, la sua poderosa formazione intellettuale. Misasi aveva una solida conoscenza dei meccanismi fondamentali della storia, filosofia, economia, sociologia, ed era impregnato da un senso etico profondamente vissuto nel suo intimo.  Quindi, rivelava un modo nuovo di puntare alla politica come qualità, merito, conoscenza, etica ed un grande senso delle Istituzioni.

Un “tesoro” di competenze che De Mita avrebbe poi utilizzato tappa dopo tappa nel corso della sua lunga carriera politica fino a Palazzo Chigi, negli anni Ottanta, quando diventò presidente del Consiglio guidando la coalizione di pentapartito che poi Craxi, un anno dopo, avrebbe sfiduciato.

De Mita ha più volte ricordato che agli inizi dell’attività politica era Misasi a portarlo con sé a fargli conoscere la schiera infinita dei suoi amici ed elettori. 

Già allora Misasi prevedeva per il suo giovane e brillante amico una luminosa carriera politica. Difatti, Misasi divenne deputato a soli 26 anni, la prima volta nel 1958 (risultando sempre il primo degli eletti in tutte le tornate elettorali fino all’ultima nel 1989, dalla II all’XI legislatura), mentre De Mita venne eletto cinque anni dopo e ritrovò, con immensa gioia, nelle file della Democrazia Cristiana il fraterno amico Riccardo.

Negli anni Sessanta entrambi furono tra i fondatori della sinistra dc, quella corrente che faceva capo a Giovanni Marcora, e in questa posizione l’intesa tra i due “fratelli” politici rimase sempre rilevante: nel 1966 De Mita lanciò l’idea di fare un accordo con i Comunisti per l’attuazione dell’ordinamento regionale, trovò appoggio e piena concordanza con Misasi. La stessa che portò poi De Mita a diventare, nel 1982 segretario nazionale del partito fino al Congresso Nazionale del 1989.

Quando De Mita fu segretario nazionale della Dc volle e chiamò accanto sé Misasi, che poi nominò, nel 1888-89, durante il suo incarico di Presidente del Consiglio, sottosegretario alla Presidenza. Un ruolo che tutti, sin dal primo momento, riconobbero essenziale per la tenuta del Governo: la competenza e l’equilibrio di Misasi mediava sulle idee e le strategie di Governo, soprattutto per quanto riguardava lo sviluppo ordinato e progressivo delle regioni. Misasi, naturalmente, aveva nel cuore la sua Calabria e poneva continuamente i problemi dei calabresi senza lavoro, dell’ancora grande fascia di povertà, soprattutto nelle aree rurali, e l’assenza di prospettive per i giovani. La fuga dei cervelli continuava nonostante i successi crescenti delle università calabresi ed era un pensiero fisso per Misasi in cerca di soluzioni che non arrivavano.

Insomma, Misasi, con De Mita Presidente del Consiglio, era in realtà il regista occulto di tante strategie, lavorando con intelligenza e acume dietro le quinte, da fine conoscitore della vita politica italiana e della società civile.

Due protagonisti della politica italiana degli anni Ottanta rimasti in piedi, dopo la dissoluzione della “balena bianca” a causa di tangentopoli (da cui non furono nemmeno sfiorati). Mani pulite decapitò la politica italiana, ma non incrinò né interruppe il sodalizio tra i due “giovani del Sud”. Ancora insieme nel 1993 nella trasformazione dell’ex Dc in Partito popolare Italiano e nel 1996 nella nascita dell’Ulivo.

Quando, il 21 settembre 2000, Misasi scomparve, De Mita ammise che lasciava un vuoto incolmabile nella sua vita, che non sarebbe stata mai più la stessa. Un’amicizia che la politica aveva cementato trasformandola in fratellanza e affetto reciproco.  

Tante le testimonianze sul leader di Nusco. Ha scritto Ettore Bonalberti (uno dei leaders della ricomposizione della DC ex braccio destro di Donat Cattin) «Tocca a tutti voi giovani che non avete conosciuto la DC raccogliere il testimone di questo illustre politico DC. Con Ciriaco De Mita ci lascia uno degli ultimi grandi politici della Prima Repubblica. Perdo un amico con cui ci siamo confrontati in molte occasioni nel Consiglio nazionale del partito prima, e dopo nella lunga stagione della diaspora. Riposi in pace continuando i suoi “ragionamenti” in cielo insieme a Moro, Donat Cattin, Misasi e al suo mentore, Albertino Marcora».

La Calabria, dunque, piange un grande leader,  guardando le opere realizzate nel Mezzogiorno e soprattutto in Calabria (si pensi soltanto all’Unical e all’Autostrada, giusto per citare le prime che vengono in mente), grazie all’impegno e all’opera straordinaria di Riccardo Misasi che portava la sua Calabria nel cuore.  

E non dimentichiamo i rapporti più che cordiali con Carmelo Pujia con il quale stava operando anche in Calabria con la partecipazione di Fontana, Bonalberti e Cirino Pomicino, per riportare in vita la vecchia e gloriosa democrazia cristiana. Di cui lui, Riccardo Misasi e Carmelo Pujia erano i referenti più qualificati. Ma allora la politica era con P maiuscola, oggi restano modelli da prendere a esempio dalle nuove generazioni che, in verità, amano la politica, ma devono ancora scoprirla. (s)

Vent’anni fa la morte di Riccardo Misasi. Il ricordo dell’ex Presidente Pino Nisticò

Vent’anni fa la scomparsa di Riccardo Misasi, un grande politico che la Calabria ha commemorato in questi giorni con commozione e molto affetto. Calabria.Live ha chiesto al prof. Pino Nisticò, ex presidente della Regione Calabria, un ricordo dell’uomo politico.

di GIUSEPPE NISTICÓ – Ho apprezzato molto l’intervento puntuale e preciso con cui la presidente Jole Santelli ha voluto ricordare la straordinaria figura di Riccardo Misasi a distanza di venti anni dalla sua precoce scomparsa. Noi che lo abbiamo conosciuto e ci sentiamo ancora oggi fortunati allievi della Sua Scuola politica e di vita, Le siamo profondamente grati.

Sono passati venti anni dalla sua morte: il tempo è volato! Io non me ne sono accorto affatto perché ho sentito Riccardo ancora vivo e vicino a noi continuando egli dall’alto a ispirarci e illuminarci nel nostro cammino.

Di lui ho molto scritto nel mio recente libro Da un piccolo villaggio della Calabria alla scoperta dl mondo, in cui ho avuto il privilegio di avere la prefazione non solo di Gianni Letta ma anche di Carmelo Pujia, un altro uomo straordinario della vita politica della nostra regione.

Anche durante la mia esperienza europea ho ricordato come Misasi sia stato in realtà uno degli statisti più importanti del Meridione nel secolo scorso. Colto, forbito, profondo pensatore, filosofo, economista, scrittore e poeta, una personalità poliedrica che destava stupore e faceva tremare le vene e i polsi a chi aveva il privilegio di conoscerlo.

L’estate scorsa ho deciso di riaggiornare il mio libro prima che eventuali deficit della memoria mi impediscano di raccontare molte nuove esperienze.

Fra questi aggiornamenti ho raccontato del mio recente incontro con Gino Pagliuso che di Riccardo era pupillo politico nonché fedelissimo amico, un uomo di famiglia verso cui Riccardo, come ben ricordo, nutriva grande rispetto e stima. Solo a Gino Pagliuso le porte di casa Misasi erano aperte di giorno e di notte! A lui Riccardo faceva le confidenze più riservate sicuro che i suoi segreti sarebbero stati gelosamente custoditi. Era chiamato, e lo è ancora, con affetto da tutti “zio Gino” ed egli è ancora testimone di vicende personali top secret e anche di giudizi a volte severi verso altri politici.

La fede politica di Riccardo si è andata  formando fin dalla prima adolescenza e giovinezza. Cattolico fervente, ha assorbito immediatamente i principi della dottrina sociale della Chiesa, che in realtà erano già impressi nel suo codice genetico, essendo stato lui un vero erede della civiltà della Magna Graecia, un vero interprete dei principi dell’Etica Pitagorica. Cresciuto nella sinistra di base della Dc, fondata da Giovanni Marcora nel 1953, Misasi dedicò la sua vita agli altri, alla gente più debole, fragile e bisognevole, verso cui prodigava tutte le sue energie. Un uomo di pensiero, che associava alla ricchezza e profondità delle sue idee, dei ragionamenti e della visione critica, una enorme affettività e comportamenti estremamente rapidi, quasi fulminei, ed efficaci nel risolvere problemi che dipendevano dal suo potere.

Ho assistito di persona, con ammirazione, rimanendo letteralmente attonito, a una telefonata da lui ricevuta da un suo elettore che in mattinata era stato a trovarlo a Cosenza e che, una volta ritornato a casa nel pomeriggio, aveva già ricevuto il telegramma di assunzione come bidello in un istituto professionale di Reggio Calabria!

Ricordo con piacere e viva emozione che anche nei miei riguardi si è comportato in maniera rapida e incisiva mantenendo l’impegno di farmi realizzare nell’arco di un mese la Facoltà di Farmacia di Catanzaro e quella dell’Università della Calabria.

Difatti, in mia presenza telefonò al ministro Giovanni Galloni dicendogli che nella tarda mattinata sarei andato a illustrargli le ragioni per la preparazione di un decreto con cui fossero istituite due facoltà di Farmacia in Calabria, una a indirizzo clinico-ospedaliero a Catanzaro dove c’era il Policlinico universitario e una a Cosenza, a indirizzo chimico-farmaceutico, dove erano presenti eccellenti docenti.

Dalle parole ai fatti!

Così ho confidato a Gino che per rendere un tributo e onore a Riccardo Misasi nel ventesimo anniversario della sua scomparsa mi era venuta in mente l’idea di curare con lui e altri protagonisti della vita politica della DC la pubblicazione di un libro su Riccardo. Gino mi ha ricordato l’affetto e la stima che Riccardo aveva nei miei confronti fin da quando, alla fine degli anni Ottanta, aveva capito prima degli altri che la Dc era arrivata alla fine della sua storia, perché i suoi uomini era diventati uomini di potere, attaccati alle poltrone e non avevano consentito il ricambio generazionale per permettere a giovani meritevoli di entrare nei circuiti della politica.

Riccardo era un uomo dalle intuizioni  geniali, a volte quasi profetiche. Fin dalla nascita della Lega Nord si era schierato apertamente contro Bossi e i suoi seguaci perché non condivideva la loro politica volta alla protezione egoistica della gente del Nord, della Brianza e di altre vallate, già ricche, opulente, e incuranti degli enormi bisogni della gente del nostro Meridione.

Inoltre, Riccardo aveva previsto lucidamente, già dopo la vittoria di Berlusconi del 1994, che il suo potere si sarebbe esaurito dopo una ventina di anni e che la Dc, con alcuni suoi uomini, compreso il presidente della Repubblica, sarebbero tornati al governo nel Paese!

Gino, che ha assorbito l’arte del Maestro e cioè di essere e non di apparire, è un uomo umile e intelligente, cui non piace fare la primadonna sul palcoscenico, ma lavorare in silenzio. Per questo, probabilmente, non ha ancora preso una decisione in merito alla pubblicazione di un libro in onore a Riccardo Misasi.

Tuttavia, nel frattempo, sentendo altri amici avevo ottenuto parere favorevole sulla pubblicazione da parte di Carmelo Pujia, il quale mi ha anticipato che sarebbe ben lieto di pubblicare finalmente in questa occasione, prima che vadano perdute, una serie di lettere personali inedite della corrispondenza con Riccardo Misasi (“un pezzo di storia”) nel periodo di più grande competitività e di maggiore tensione nei loro rapporti.

Uomo schietto, passionale, vissuto in mezzo alla gente nei più remoti villaggi della Calabria, amato e temuto, Carmelo Pujia. Uomo di ingegno, pensatore, statista, con una visione politica nazionale e internazionale, amato e venerato dalla gente Riccardo Misasi. Entrambi molto intelligenti avevano capito che, per il bene della Calabria, cui erano entrambi profondamente legati da radici indissolubili, la loro opera non poteva che essere sinergica. Fra di loro, nonostante una sana competitività e una rivalità alimentata più dai loro collaboratori, c’era un enorme reciproco rispetto perché, come di recente mi ha confessato l’amico Carmelo Pujia, egli aveva riconosciuto a Riccardo il ruolo nazionale da lui svolto ed era cosciente che soltanto collegando il territorio da lui rappresentato, in quanto conosciuto paese per paese e oserei dire vicolo per vicolo, avrebbe potuto ottenere i massimi benefici per la sua Calabria.

D’altro canto, altri consensi per la pubblicazione del libro su Misasi sono venuti da Ettore Bonalberti, uno dei massimi storici e politologi viventi della DC, e da Franco Cimino, giornalista fine, poeta e scrittore, che per la sua intelligenza e il suo dinamismo giovanile era stato scelto da Riccardo come segretario regionale della DC in un momento in cui si imponeva un turnover degli uomini e c’era bisogno di nuove energie per una svolta nella politica in Calabria.

Certamente, al libro sarebbero lieti di contribuire l’amico Franco Covello, ancora brillante nella sua vita sociale e nei rapporti politici, il quale conserva ricordi unici di Riccardo essendo stato il suo delfino a livello regionale, prima, e successivamente a livello nazionale, come pure Ciriaco De Mita, suo fraterno amico che Riccardo ha voluto imporre come leader della DC a livello nazionale.

Vorrei chiudere questo articolo ricordando il fascino che Riccardo esercitava su di me e sui suoi amici, quando teneva prima delle elezioni cinque, sei comizi al giorno nei paesi più remoti della Calabria, mettendo in evidenza con grande lucidità politica le ragioni della crisi economica del nostro Paese e, in particolare, della Calabria, ma anche con immagini suggestive dei vizi e della corruzione della classe politica. D’altro canto, non mancavano slanci lirici in cui esaltava il desiderio di libertà della gente, recitando con grande emozione i versi di una famosa poesia:

Un uomo sopra un cavallo,

sotto i piedi del cavallo la terra bruciata del deserto

sopra l’uomo un grande sombrero

e sopra il sombrero un cielo stellato infinito!

Infine, non posso non ricordare le sue conversazioni piacevoli durante le cene quando incantava tutti noi raccontando con dovizia di particolari la storia dei faraoni, di Ramses II, della sua conquista della Nubia e della sua giovanissima sposa di 15 anni Nefertari, ancora oggi considerata il simbolo della bellezza. Sono sicuro che il presente ricordo sarà apprezzato da tutti gli uomini politici della Dc e di altri partiti che hanno conosciuto e lavorato con Riccardo Misasi, come pure dalla rete straordinaria di amici che ancora oggi incontro nelle varie aree della Calabria e che conservano di lui l’immagine di un gigante buono e generoso che ha prodigato tutte le sue energie e ha dato la vita per il bene della nostra Calabria. (gn)

(Giuseppe) Pino Nisticò già presidente della Regione Calabria, è oggi Commissario del nascente Renato Dulbecco Institute di Lamezia Terme

Il presidente Santelli ricorda Riccardo Misasi a vent’anni dalla scomparsa

La presidente della Regione Calabria, Jole Santelli, ha ricordato, a 20 anni dalla scomparsa, Riccardo Misasi, autorevole statista calabrese che «mise al servizio del bene pubblico, del Mezzogiorno e della sempre sua amata Calabria».

«Cattolico riformista, alla Cattolica di Milano contaminò – ha dichiarato la Santelli – la sua formazione in parrocchia con le migliori menti della futura classe dirigente democristiana. Il suo ingegno lo fece arrivare alle più importanti cariche repubblicane diventando deputato a soli 26 anni e ministro a 37. Guidando la Pubblica Istruzione fu capace di concepire una riforma degli Esami di Stato che recepiva le istanze del Sessantotto e modernizzava l’Italia in stretto raccordo con Aldo Moro».

«Fu anche uno dei più autorevoli padri Fondatori – ha aggiunto – che concepirono l’innovativo disegno dell’Universitaà della Calabria ad Arcavacata. Premiato da consensi enormi fu nove volte deputato, strettissimo collaboratore di Ciriaco De Mita, ne fu braccio operativo al governo e al partito. Non dimentichiamo, a vent’anni della sua scomparsa, che la sua specchiata figura fu esposta alla colonna infame giudiziaria e mediatica per accuse di mafia e corruzione archiviate dai tribunali e che ne fanno una vittima innocente della stagione di Tangentopoli».

«Fino all’ultimo giorno della sua operosa vita – ha proseguito la presidente della Regione Calabria – si dedicò alla politica scrivendo un libro di gran respiro, non facendo mancare preziosi consigli a chi chiedeva il suo autorevole pensiero».

«Lo ricordiamo oggi – ha concluso la Santelli – come persona viva offrendo le sue opere e i suoi giorni ai giovani calabresi perché non ne smarriscano la memoria».

Anche Ernesto Magorno, sindaco di Diamante e senatore di Italia Viva, ha voluto ricordare la figura di Misasi, «uno dei più autorevoli politici della nostra storia; cattolico e riformista ha speso tutta la sua vita per la nostra regione e per l’intero Mezzogiorno», ribadendo che «l’esempio di Riccardo Misasi deve essere patrimonio per noi tutti». (rrm)

In copertina, foto di Telemia