L’OPINIONE / Giacomo Saccomanno: Ripensare al rigassificatore di Gioia Tauro

di GIACOMO SACCOMANNO – I tanti conflitti attuali e il pericolo di blocco o aumento delle materie prime energetiche stanno allarmando l’economia globale. I certi rialzi dei prezzi dell’energia e le incertezze sui mercati potrebbero portare ad ulteriori freni per la crescita. L’Italia ha una sua debolezza evidente per le scellerate scelte del passato che hanno bloccato l’uso dei pozzi di gas e lo smantellamento del sistema di produzione di energia nucleare.

La dipendenza da altre nazioni e, in particolare, da quelle che oggi sono interessate da pericolosi conflitti possono aggravare la già difficile condizione esistente. Ecco la necessità di guardare alle possibili strategie future e alle iniziative di prudenza e di acquisizione di sistemi che possano alleviare eventuali aumenti di prezzi o bloccare le importazioni. Ed allora è fondamentale rivedere la progettualità del rigassificatore e riprendere quel cammino che, inspiegabilmente, è stato interrotto.

Una visione futura per evitare che l’Italia possa subire altri pregiudizi da aumenti dei costi energetici che metterebbero ulteriormente in ginocchio le famiglie e le imprese. Questo è il momento di programmare seriamente il futuro dell’energia italiana senza alcun rinvio che potrebbe essere, veramente, letale. Ed, allora, appare fondamentale che si ripensi al rigassificatore nell’area portuale di Gioia Tauro che potrebbe, da una parte, sostenere eventuali criticità nella fornitura del gas, visti i conflitti attuali che potrebbero anche allargarsi, e, dall’altra, realizzare una piastra del freddo che potrebbe rilanciare la commercializzazione dell’agroalimentare e sostenere le eccellenze della regione e dare linfa vitale al sistema agricolo.

La politica vera e le istituzioni devono guardare al futuro ed anticipare, per quanto possibile, scenari negativi e nubi che si addensano all’orizzonte. Non bisogna attendere che la situazione si aggravi ancor più e, poi, far ricadere sugli italiani possibili aumenti del costo dell’energia che hanno già messo in ginocchio imprese e famiglie. Guardiamo con attenzione alla possibile realizzazione del rigassificatore a Gioia Tauro che potrebbe, appunto, avere delle ricadute più che positive per l’Italia e la Calabria. Stare fermi a guardare non serve a nessuno e, anzi, aggrava la già difficile situazione attuale. Oggi il rigassificatore e domani il nucleare per coprire il divario esistente ed evidente che ci separa dalle altre nazioni industrializzate.  La vera politica pensa prima e non attende i terremoti che i conflitti potrebbero scatenare. (gs)

[Giacomo Francesco Saccomanno, già Commissario regionale Lega Calabria]

Legambiente: Rigassificatore di Gioia Tauro in direzione contraria a transizione ecologica

«Il rigassificatore va nella direzione contraria alla transizione ecologica e legherebbe la Calabria per almeno per i prossimi 15-20 anni (considerati tempi di costruzione e ammortamento) ad una tecnologia fossile che non trova spazio nella prospettiva europea». È quanto ha detto Legambiente Calabria, ribadendo la propria contrarietà al rigassificatore di Gioia Tauro, a seguito della conferma, da parte del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, di voler «realizzare un mega rigassificatore a Gioia Tauro, proponendo la Calabria come candidata dopo che il Consiglio regionale della Liguria ha bocciato lo spostamento del rigassificatore mobile “Golar Tundra” da Piombino a Vado Ligure».

«L’impianto in oggetto, sulla base del progetto noto – ha spiegato l’Associazione – comprenderebbe una struttura fissa che ricoprirebbe un’area di circa 47 ettari nei comuni di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno e dovrebbe riportare allo stato gassoso 12 miliardi, estensibili a 16 di metri cubi all’anno di combustibile, reso liquido per il trasporto in navi cisterna per il cui attracco dovrebbe essere realizzata un’apposita piattaforma di scarico a 500 metri circa dalla costa».

«Si tratta di un impianto inutile e pericoloso per la salute – viene sottolineato – ed il clima che costerebbe cifre molto ingenti- che da quanto dichiarato dal presidente Occhiuto sarebbe finanziata con imposte sulle bollette energetiche, che già sono alte e subiscono continui rincari proprio a causa della dipendenza dal gas fossile del nostro Paese – e richiederebbe molti anni per la sua costruzione».

«Si ricorda che le emissioni già al 2030 quando il rigassificatore (forse) inizierebbe a funzionare – ha proseguito Legambiente – dovranno già essere state ridotte del 55% (rispetto al 1990). Questo impianto si troverebbe quindi a competere in un mercato nel quale i consumi di gas sono previsti, come sta già avvenendo, in costante discesa».

«La certificazione del trend che riguarda il calo dei consumi di gas in Italia, e nella stessa Calabria – ha detto Legambiente – è un dato acclarato. Tra gennaio e giugno 2024, le famiglie hanno utilizzato quasi 31,1 miliardi di metri cubi di gas naturale, in calo del -4,6% rispetto al consumo nella prima metà dell’anno scorso. Un trend confermato, nel 2022, con 68,5 miliardi di metri cubi consumati, contro i 76 dell’anno precedente, e così via negli anni precedenti. In un raffronto più vicino, nel mese di gennaio 2023, uno dei mesi in cui il freddo si fa sentire maggiormente, il consumo di gas metano si è fermato a -22% rispetto al gennaio dell’anno precedente. Un crollo dei consumi di gas in Italia che non è la conseguenza dei vari conflitti in atto ma tocca direttamente la capacità di spesa delle famiglie».

«La costruzione del rigassificatore, oltretutto – ha aggiunto Legambiente – avverrebbe in una zona indicata dall’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003 aggiornata con delibera della Giunta regionale della Calabria n. 47 del 2004 come zona 1 che identifica la zona con la più alta pericolosità sismica dove possono verificarsi fortissimi terremoti. L’impianto poggerebbe sopra una faglia sismogenetica attiva, la stessa da cui scaturì il distruttivo terremoto del 1783, che plasmò addirittura l’orografia dei territori».

«La costruzione di quello che sarebbe il più grande rigassificatore d’Europa – ha ricordato l’Associazione – è stata bocciata per due volte di seguito dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, sempre per gli stessi motivi: massima sismicità dell’area e liquefazione dei terreni».

«Inoltre, il rigassificatore – viene spiegato – andrebbe ad inserirsi in un territorio di dimensioni limitate nel quale già insiste l’unico inceneritore della Calabria, una centrale a turbogas, , un impianto di depurazione che serve quasi la metà dei comuni (33) della piana di Gioia Tauro, ed infine il porto di Gioia Tauro. Tutti impianti ‘a rischio di incidente rilevante’ secondo la normativa Seveso III, di cui il rigassificatore per la sua pericolosità intrinseca, gioca la parte più delicata».

«La Calabria non può permettersi questi errori – ha ribadito Legambiente –. È indispensabile, per contrastare gli effetti dell’emergenza climatica e di quella energetica, che diviene anche crisi sociale, ambientale ed economica, che efficienza energetica e le energie rinnovabili, alternative alle fonti di energia tradizionali prodotte con combustibili come carbone, gas naturale e petrolio, diventino strategia prioritaria per consentire il raggiungimento degli obiettivi comunitari energetici entro il 2030 e arrivare all’azzeramento dei gas climalteranti in atmosfera entro il 2050 meglio entro il 2040 come da indicazioni della Commissione Europea, per  garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti».

«Legambiente Calabria ha proposto questa ed altre osservazioni rispetto al nuovo piano regionale integrato energia e clima di cui appare sempre più evidente l’urgenza – si legge nella nota –, così come è indispensabile da parte della Regione Calabria la celere emissione di un provvedimento che individui le superfici ed aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili per come previsto dal D.M. 21 giugno 2024».

«Servono strategie decise e determinate – si legge ancora – per raggiungere gli obiettivi fissati in termini di sviluppo delle fonti rinnovabili, di efficienza energetica, di mobilità e filiera industriale anche per migliorare la qualità di vita dei cittadini. Anche per trasformare la Regione in un vero hub delle rinnovabili, con opportunità di sviluppo di filiere a queste associate e facendo cogliere ai territori tutti i relativi vantaggi in termini di miglioramenti della qualità della vita e innovazione».

«Continuare ad inseguire le fonti fossili e ritenere salvifiche opere come il rigassificatore nonostante la gravità, sempre più evidente – ha concluso Legambiente – della crisi climatica in atto, significa per la Calabria il rischio concreto del mancato raggiungimento degli obiettivi e ripercussioni insostenibili sulla salute, sul territorio e sull’ambiente». (rrc)

Occhiuto: Governo dichiari rigassificatore di Gioia Tauro infrastruttura strategica

«Il Governo dichiari il rigassificatore di Gioia Tauro infrastruttura strategica». È quanto ha dichiarato il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nel corso di una intervista a Start su TgSky24.

«In Calabria – ha spiegato – c’è l’infrastruttura più importante del Mezzogiorno, il porto di Gioia Tauro, che fa ogni anno 3milioni e 700mila container: più di quelli che fanno, sommati, i porti di Genova, Savona e Trieste.
Ma il porto di Gioia Tauro non genera ricchezza sul territorio perché nell’area del retroporto non ci sono lavorazioni».

«E allora – ha proseguito – sono impegnato in un grande piano di attrazione degli investimenti.
E poi vorrei che si costruisse a Gioia Tauro un rigassificatore, abbiamo le autorizzazioni già validate e si potrebbe realizzare un impianto per produrre un terzo dell’energia che l’Italia importava – prima dell’esplosione della guerra – dalla Russia».

«E per di più, insieme al rigassificatore – ha concluso –  si potrebbe fare un’enorme piastra del freddo. Questo è un obiettivo, manca solo la dichiarazione di infrastruttura strategica da parte del governo». (rrm)

 

Legambiente Calabria contraria al motivo per la costruzione del rigassificatore a Gioia Tauro

Legambiente Calabria ha espresso la sua contrarietà nelle motivazioni per cui verrà creato il rigassificatore a Gioia Tauro, ovvero per liberare l’Italia dal «ricatto del gas russo», in quanto per l’Associazione, «l’obiettivo deve essere, invece, quello di rendere l’Italia indipendente in maniera strutturale dall’estero».

«L’impianto – si legge in una nota – che dovrebbe essere realizzato entro qualche anno dalla società proponente Lng, ricoprirebbe un’area di circa 47 ettari ricadente nei comuni di Gioia Tauro, San Ferdinando e Rosarno. In questo modo, saranno riportati allo stato gassoso 12 miliardi di metri cubi all’anno di combustibile, reso liquido per il trasporto in navi cisterna per il cui attracco sarà realizzata un’apposita piattaforma di scarico a 500 metri circa dalla costa».

«L’impianto avrebbe il dichiarato intento di diversificare le fonti di approvvigionamento energetico del Paese dopo le sanzioni alla Russia conseguenti alla guerra in Ucraina.  Si tratta di una motivazione errata e paradossale – rimarca Legambiente Calabria –. Non c’è logica alcuna nel realizzare rigassificatori per liberare l’Italia dal ricatto del gas russo comprando il gas da Paesi come Egitto, Algeria, Libia, Qatar Azebaijan, Congo, Angola o USA. L’obiettivo deve essere, invece, quello di rendere l’Italia indipendente in maniera strutturale dall’estero».

A questo scopo Legambiente insieme a Greenpeace Italia e WWF Italia ha avanzato al Governo Draghi 10 proposte per affrontare la dipendenza dall’estero per l’approvvigionamento del gas riducendone fortemente i consumi e sviluppando al massimo le fonti rinnovabili. Il nostro Paese deve autorizzare, entro un anno, almeno 90 GW di nuovi impianti a fonti rinnovabili da costruire entro il 2026 come impianti fotovoltaici, agrivoltaici, eolici a terra ed eolici offshore.

“La transizione ecologica non è un esercizio linguistico destinato ad essere smentito da progetti che vanno nel senso opposto, ma deve piuttosto essere la direzione effettiva in cui deve andare la Regione Calabria e l’intero Paese con coerenza e capacità di visione – ha dichiarato Anna Parretta, presidente di Legambiente Calabria –. Per arginare gli effetti negativi del cambiamento climatico, rispettare gli impegni fissati dall’Europa e abbassare il costo dell’energia che sta pesando in maniera drammatica sui bilanci familiari ed aziendali,  dobbiamo tagliare i consumi di tutti i combustibili fossili e puntare sulle fonti rinnovabili, che forniscono energia pulita, economica e potenzialmente inesauribile».

«Non possiamo – ha concluso – che essere contrari alla logica miope che regge progetti come quello del rigassificatore di Gioia Tauro. Al contrario, la Calabria, per la sua morfologia e le sue caratteristiche naturali, è un luogo privilegiato per la realizzazione di impianti di energia rinnovabile, come quelli basati su sole e vento, che possono creare sviluppo ambientalmente sostenibile incentivando l’occupazione e l’economia della nostra regione». (rcz)