A Rino Barillari, Gianluigi Greco e Gerardo Sacco il Premio Mozia

di PINO NANOIl prestigioso “Premio Mozia 2024” sarà assegnato quest’anno in Sicilia, sabato sera 21 settembre, a tre calabresi eccellenti in colpo solo. 

Si tratta di Rino Barillari, il The King dei paparazzi italiani, grande maestro della storia della fotografia in Italia e famosissimo all’estero per gli scoop mondiali che portano il suo nome. Lui originario di Limbadi, un paesino della provincia di Vibo Valentia dove da bambino porgeva le pizze cinematografiche allo zio che poi le sistemava in macchina per il loro piccolo cinematografo di famiglia. Una storia simile a quella raccontata da Giuseppe Tornatore per il suo “Cinema paradiso”. 

Dopo di lui, ma solo in ordine alfabetico uno dei figli oggi più illustri dell’Università della Calabria, il prof. Gianluigi Greco, direttore del Dipartimento di Matematica e Informatica dove insegna il professore austriaco Georg Gottlob, padre riconosciuto dell’Intelligenza Artificiale, e con cui Gianluigi Greco ha collaborato e lavorato a lungo.

Con loro a Marsala, o meglio sull’Isola di Mozia che è una delle perle archeologiche rare del Mediterraneo (da qui il nome del Premio), ci sarà Gerardo Sacco, per certi versi anche lui ormai “Professore di arte orafa”, soprattutto dopo il grande successo riscosso dalle sue lezioni agli studenti dell’Unical e di centinaia di altre scuole superiori in giro per l’Italia.

Ad ufficializzare i loro nomi e la scelta definitiva della giuria e del Comitato Scientifico del Premio è stato il Presidente Gianni Letta, il quale ha ricordato nel corso di una conferenza stampa tenutasi al Circolo Canottieri dell’Aniene di Roma che il Premio nasce per valorizzare la storia archeologica del sito di Mozia e per spingere l’Unesco a riconoscere Mozia patrimonio dell’umanità.

La nascita del “Premio Internazionale Mozia” è stata fortemente voluta dall’Associazione Strada del Vino Marsala – Terre d’Occidente e dal “Vomere”, con il supporto della Fondazione Whitaker.

«Abbiamo un solo obiettivo – spiega Salvatore Lombardo, tra l’altro presidente delle Strade del Vino di Marsala – e l’obiettivo è premiare le eccellenze italiane ed internazionali, ma soprattutto rilanciare alla ribalta nazionale l’Isola di Mozia così ricca di storia e di bellezze paesaggistiche e naturalistiche perché diventi Patrimonio dell’Unesco».

Ma insieme al notaio Salvatore Lombardo – fra l’altro lui anche ex sindaco di Marsala e personaggio di primissimo piano della vita politica e sociale siciliana – c’è anche il periodico più antico di Sicilia “Il Vomere” diretto dalla giornalista Rosa Rubino, e che ha fatto di Mozia e della sua storia il leitmotiv di una campagna promozionale senza precedenti «ma lo facciamo – dice la famosa giornalista siciliana – perché Mozia diventi davvero e prestissimo Patrimonio dell’Umanità».

Ma ecco le motivazioni ufficiali di questi tre illustri figli di Calabria che Gianni Letta leggerà nel corso della cerimonia ufficiale di sabato sera.

Rino Barillari

«Per aver saputo raccontare la storia e la trasformazione del Costume italiano usando semplicemente la sua macchina fotografica, e per aver reso famosa in tutto il mondo la strada oggi più frequentata di Roma, Via Veneto. Ma anche per aver utilizzato le immagini della “dolce vita” per rappresentare al mondo un’Italia felice e tranquilla. Ma anche per aver saputo raccontare la drammaticità degli anni bui della Repubblica, dai primi aliti del terrorismo alla morte di Aldo Moro».

Gianluigi Greco

«Maestro innovatore, interprete e traduttore materiale, dei grandi misteri legati all’Intelligenza Artificiale, team leader di un gruppo di ricerca che ha regalato al Paese la consapevolezza di essere oggi noi italiani tra i primi al mondo in un settore, quello degli algoritmi dove per anni noi siamo sempre stati secondi».

Gerardo Sacco

«Per la straordinaria bellezza dei suoi capolavori orafi, maestro orafo ma anche mirabile protagonista della storia del cinema grazie alla rassegna dei gioielli realizzati per film e attori di primissima fila. A Lei per aver inseguito e continuato a tramandare la tradizione dei grandi artigiani italiani nel mondo». (pn)

A Rino Barillari ancora un premio alla carriera

di PINO NANOAl “Castelli Romani Film Festival Internazionale 2022” il Re dei Paparazzi di tutti i tempi Rino Barillari riceve il suo ennesimo Premio alla Carriera per aver saputo raccontare la Dolce Vita romana come nessun altro al mondo, e per aver reso Roma famosa nel mondo per lo charme delle sue foto e il glamour del suo estro geniale.

Ma qui ai Castelli Romani Rino Barillari è anche Il Presidente della Giuria del Festival 2022, a cui è andato un Nastro d’Argento per la sua straordinaria produzione fotografica, uno dei fotografi italiani che il mondo ama e ci invidia e che alla sua età non più giovane continua a lavorare come se fosse ancora il ragazzo di allora appena arrivato a Roma dalla Calabria. Alla madrina del Festival Aida Yèspica confessa candidamente di essere ancora capace di sognare, di avere un futuro ancora tutto da vivere, e di prepararsi a modo per i grandi eventi cinematografici dei prossimi anni. Una star vera e propria, che con il suo carisma e la sua forza comunicativa riesce ancora ad affascinare e ammaliare il mondo dei giovani. 

Le foto di Rino Barillari sono diventate, negli anni poi, in realtà il più grande archivio moderno del mondo del cinema. Un archivio che racchiude conserva e racconta per immagini la bellezza e il successo di personaggi famosi come Liz Taylor, Ingrid Bergman, Jacqueline Kennedy, Barbra Streisand, Brigitte Bardot, Ava Gardner, Silvana Pampanini, Virna Lisi. E poi ancora, Sophia Loren, Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Marlon Brando, Vittorio Gassmann, Anna Magnani, Alberto Sordi, Aldo Fabrizi. Ma non potevano mancare i Beatles, Robert De Niro, Sylvester Stallone, Al Pacino, Francis Ford Coppola, Michael Jackson, Demi Moore, Angelina Jolie, Elton John, Matt Damon, Madonna, Maradona e Lady Gaga.

Le sue foto più belle sono oggi nei musei di tutto il mondo: Frank Sinatra, in Via Veneto al Café de Paris, Charles Aznavour in Via dei Condotti, l’astronauta americano Buzz Aldrin alla “Cabala”  Osteria dell’Orso, il marito di Brigitte Bardot Gunter Sachs von Opel presso Villa Pavesi a Genzano, Alfredo Bini con la top model Daniela Juan presso “Papè Satan” in via Tacito, Mickey Hargitay con la top Model Vatussa Vitta, Sonia Romanoff, Franco Nero a Fontana di Trevi, Elizabeth Taylor alla “Cabala”, Barbra Streisand in via dei Condotti, Mickey Rourke a Fregene, Claudia Schiffer “dal Bolognese”, Sylvester Stallone con la fidanzata Jennifer Flavin al ristorante “Alfredo all’Agusteo”, Mario d’Urso e Margaret d’Inghilterra al “Jackie’O”, Bruce Willis ai “Due Ladroni” in piazza Nicosia, e mille altri ancora.

Premio alla carriera, dunque, l’ennesimo, ma anche un Nastro d’Argento alla sua eterna modestia, alla semplicità con cui Rino Barillari vive in mezzo agli altri, e alla straordinaria capacità creativa che solo un genio della fotografia come lui si porta dentro da quando era ancora un poverissimo ragazzo calabrese. Grande Rino Barillari, su di lui ci sarebbe da scrivere un romanzo perché – lo riconosce lui stesso- “La mia vita è più che un romanzo d’appendice”. (pn)

A Rino Barillari, the King of paparazzi, calabrese doc, a Venezia 76 il premio “Una Vita nel Cinema”

Una carriera straordinaria, un soprannome che è tutto un programma, “the king of paparazzi”: Rino Barillari, calabrese di Limbadi, ha ricevuto a Venezia il premio “Una vita nel cinema”. Un riconoscimento a un personaggio che è lui stesso il simbolo della “dolce vita”, avendo svelato e raccontato con le sue immagini il mondo dorato di via Veneto negli anni d’oro del cinema italiano.

A Venezia è stato anche proiettato il film “The king of paparazzi – La vera storia” di Giancarlo Scarchilli e Massimo Spano che racconta attraverso gli scatti di Barillari non solo la storia degli ultimi 60 anni di cinema a Roma, ma la testimonianza sociale e politica del nostro Paese. Il suo archivio conta 400mila fotografie realizzate in 60 anni di carriera

Barillari è un calabrese che si vanta delle proprie origini e racconta spesso con molta partecipazione i suoi anni in Calabria e i suoi inizi a Roma con la determinazione e la voglia di arrivare: tipica di chi è nato nella nostra terra. Con l’orgoglio e la soddisfazione di chi ce l’ha fatta. Auguri, complimenti Rino. (rrm)

A Roma la mostra di Rino Barillari: il ragazzino di Limbadi, The King of Paparazzi

12 ottobre 2018 – Inaugurata a Roma con un parterre d’eccezione la bellissima mostra di Rino Barillari, the King of Paparazzi, al MAXXI, il Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo. Il celebre fotografo della “dolce vita” di felliniana memoria presenta 160 fotografie che raffigurano non solo i personaggi di una vita (dolce?) che non esiste più, ma è un vero e proprio percorso di immagini che racconta cinquant’anni di storia d’Italia e degli italiani che la sua avventurosa vita ha vissuto spesso da testimone oculare. Barillari è uno dei tanti figli di Calabria che è diventato famoso, senza mai dimenticarsi delle sue origini, con l’orgoglio di chi si porta sempre la propria terra nel cuore.
Nato a Limbadi (VV) Rino Barillari ha lasciato la Calabria a 14 anni ed è andato a Roma. Era il 1959 e quasi per gioco cominciò a fotografare, senza immaginare che sarebbe stata quello il suo futuro, costruito sugli scatti. Sono passati tutti davanti al suo obiettivo, ma per lo più erano scatti rubati, tanto che le botte che ha ricevuto dai fotografati che non gradivano essere ripresi (la rissa con Peter O’Toole lo consacrerà come re dei pararazzi) sono considerate oggi le stimmate di una carriera inimitabile e straordinaria. Barillari, però, non ha fotografato solo dive e divi, ma il suo obiettivo ha fermato tanti episodi, anche tristi, di un’Italia che cambiava, peggiorando: via Fani, piazza Nicosia, l’attentato di Fiumicino del 1973, le BR, la mafia Paul Getty mutilato di un’orecchio, il maxi processo a Riina e altri boss della mafia. Tutti però lo ricordano per le paparazzate nel mondo del cinema e dei personaggi del jet-set o della politica: la grande mostra al MAXXI rimedia, quindi, a questa “ignoranza” sulla sua vastissima produzione fotografica, offrendo una magnifica panoramica di immagini di grande suggestione.


L’istallazione, curata da Martino Crespi, fa parte del progetto ideato da Massimo Spano e Giancarlo Scarchilli, prodotto da Istituto Luce Cinecittà con il contributo della Direzione Generale Cinema del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, con il contributo di Mastercard e Champagne Pommery.
Tra le personalità e personaggi che non sono voluti mancare all’inaugurazione della mostra anche Matteo Salvini: Gianni Letta, Azzurra Caltagirone, Carlo Verdone, Beppe Fiorello, Pif, Tosca D’Aquino, Alessandro Haber, Lina Sastri, Mita Medici, Amedeo Goria, Massimo Dapporto, Yvonne Sciò, Valentina D’Agostino, Simona Borioni, Livia Azzariti, Cristina Pedersoli, per citarne qualcuno.

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Un libro edito da Istituto Luce CInecittà e Edizioni Sabinae raccoglie le foto della mostra, con le prefazioni di Irene Bignardi e Oliviero Toscani: a presentarlo al MAXXI ci ha pensato Laura Delli Colli, vicepresidente della Fondazione Cinema per Roma e presidente del Sindacato dei giornalisti cinematografici. Una clip video ha anche anticipato il documentario “Rino Barillari – The King of Paparazzi – la vera Storia” prodotto da Istituto Luce Cinecittà e da Michelangelo Film, che sarà proietatto al MAXXI all’interno della sezione Riflessi della Festa del Cinema di Roma, sabato 27 ottobre alle ore 21.30. Nel documentario le testimonianze su Barillari di vari protagonisti della scena culturale italiana: Giuseppe Tornatore, Carlo Verdone, Giuliano Montaldo, Walter Veltroni, Giancarlo De Cataldo, Bruno Vespa, Valerio Caprara, Enrico Lucherini, il giudice Antonio Marini, Andrea Andermann e Filippo Ceccarelli. La colonna sonora originale è di Andrea Guerra.
La mostra resterà aperta fino al 28 ototbre