Il Presidente Occhiuto è di nuovo papà: è nato Tommaso

Il Presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto è di nuovo papà: è nato Tommaso, la mamma è la compagna del Presidente l’on. Matilde Siracusano. Per il Presidente è il terzo (ha altri due figli dal precedente matrimonio): un vero figlio dello Stretto (la Siracusano è messinese, Occhiuto è calabrese) che trova felicissimi i suoi fortunati genitori. La mamma, grintosa deputata di Forza Italia, aveva annunciato lo scorso maggio la gravidanza, indicando per l’inizio dell’autunno la data del parto. Il primo amabilissimo commento affidato dalla deputata messinese a facebook: «Mi sa che Tommaso si era rotto le scatole di seguirmi in campagna elettorale. Benvenuto in questo mondo, amore mio!»

Auguri al piccolo Tommaso e al Presidente Occhiuto (e naturalmente alla mamma), da parte di tutti i calabresi. (rrm)

Battaglia (PD): Su sanità e rifiuti Occhiuto ha perduto la bussola

Il candidato reggino alla Camera dei Deputati, Domenico Battaglia, ha dichiarato che «non è chiaro se il Presidente Occhiuto abbia definitivamente spostato la sua residenza a Roma e quindi non viva la Calabria reale, o se invece abbia preso un po’ troppo sole in questo periodo di ferragosto».

«Le sue affermazioni degli ultimi giorni sono di una gravità inaudita» per Battaglia, che ha ricordato che «nel presentare la candidatura di Cannizzaro, il Presidente parla del problema rifiuti come di una questione reggina, dovuta, a suo dire, al fatto che il Comune non paga. Il Presidente evidentemente non sa di che parla, primo perché Reggio Calabria risulta assolutamente in linea con tutti i pagamenti, e secondo perché ignora la condizione generalizzata che sta investendo la maggior parte dei comuni calabresi alle prese con una stringente emergenza rifiuti. Basta vedere le immagini delle principali città della nostra regione per rendersi conto di come Occhiuto non conosca minimamente le esigenze del territorio».

«D’altra parte – ha proseguito Battaglia – sul tema della sanità davvero il Governatore sembra aver perso il lume della ragione. Parlando in Consiglio Regionale, in una sede ufficiale dunque, Occhiuto ha esortato le procure ad indagare sulle cooperative dei camici bianchi, gettando pesanti ombre e non meglio precisate accuse sull’operato dei medici calabresi. Ha già dimenticato forse il Presidente l’attività straordinaria di servizio che i nostri medici hanno compiuto durante l’emergenza Covid, reggendo sulle loro spalle un sistema sanitario alla deriva proprio a causa delle mancanze della politica».

«Se proprio non sa cosa dire per giustificare il suo spericolato malgoverno regionale – ha detto ancora – Occhiuto eviti di attaccare chi quotidianamente suda il proprio camice, lottando in prima linea per la salute dei calabresi, e vada a cercare i problemi tra i suoi sodali politici che hanno messo in ginocchio la sanità regionale, spogliando la Calabria di una rete territoriale che avrebbe evitato il congestionamento delle grandi strutture».

«Sempre più spesso, infatti – ha concluso – i cittadini calabresi sono costretti a curarsi, ed i medici ad operare, in locali fatiscenti, privi di spazi e strumentazioni adeguate, rischiando letteralmente la pelle a causa di reparti sempre più ingolfati ed interminabili liste d’attesa. Se in una situazione come questa il Presidente della Regione ha il coraggio di prendersela con i medici, suscitando peraltro l’ira degli Ordini professionali, è evidente che il centrodestra calabrese, dopo nemmeno un anno di governo, abbia già perso totalmente la bussola». (rrc)

Il sindaco Brunetti: Inaccettabili le parole di Occhiuto sui rifiuti a Reggio

«Ma dove vive il Governatore Occhiuto?», si è chiesto il sindaco f.f. di Reggio Calabria, Paolo Brunetti, che ha definito «inaccettabili le parole del Governatore Occhiuto contro Reggio ed i reggini, talmente fuori luogo che facciamo fatica ad accettarle anche fossero soltanto chiacchiere da agone elettorale».

«Occhiuto sostiene che il problema sia stato risolto in tutta la Calabria, tranne che a Reggio», incalza Brunetti aggiungendo: «Questo la dice lunga su quanto sia contorta e deformata la visione della Regione su una questione che mortifica cittadini e famiglie», ha spiegato Brunetti, aggiungendo che «Roberto Occhiuto anziché impegnarsi a risolvere una brutta faccenda, si lancia in paragoni che nulla hanno a che fare con la realtà. Mi domando: ma dove vive il Governatore se, soltanto pochi giorni fa, sindaci della sua stessa provincia, Cosenza, lamentavano “la portata regionale del fenomeno della presenza di rifiuti in strada”».

«Le cronache – sostiene il sindaco facente funzioni – sono piene di Comuni che soffrono enormi disagi sul tema a causa dell’improvvisazione della Regione su una vicenda delicata e complessa che, nelle intenzioni della Cittadella, vuole far diventare il nostro territorio la discarica della Calabria col raddoppio dell’inceneritore di Gioia Tauro».

Ma se il Governatore, secondo Paolo Brunetti, «dimostra di essere assente dalle dinamiche quotidiane della vita dei calabresi, questa assenza è ancora più marcata ed evidente nella città di Reggio».

«Mai – ha detto il sindaco facente funzioni – Roberto Occhiuto si è visto in occasione dell’anniversario del 50° anno del ritrovamento dei Bronzi di Riace. Nessun evento, nessuna manifestazione, nessun convegno ha visto la presenza del Presidente della Regione che, chissà da quanto tempo, non visita il Museo archeologico nazionale, la casa dei nostri due amati guerrieri. Una moltitudine di iniziative, infatti, è stata garantita dal Comune e dalla Città Metropolitana di Reggio Calabria e, probabilmente, questa circostanza ha tenuto il Governatore lontano dal nostro territorio in un momento storico eccezionale e irripetibile, altro che offese per non essere inseriti in locandina! Nel frattempo, mentre la città dello Stretto è a lavoro per continuare a garantire il giusto riconoscimento a due perle della storia mondiale, ancora attendiamo i risultati della faraonica campagna di comunicazione acquistata dalla Regione Calabria».

«Forse – ha concluso Brunetti – quando sarà tempo di tirare bilanci, avremo l’onore di poter vedere il presidente Occhiuto anche alle nostre latitudini. Nel frattempo, continuiamo a lavorare per il territorio che merita, da parte della Regione, quella considerazione e quel rispetto che, esattamente alla pari di Occhiuto, stenta ancora a palesarsi». (rrc)

REGGIO – Incontro con Cannizzaro e Occhiuto alla sede di Forza Italia

Appuntamento forzista oggi pomeriggio alle 17.30 per l’apertura della campagna elettorale del deputato uscente Francesco Cannizzaro presso la sede di Forza Italia, a Reggio (accanto al Consiglio regionale). Sarà presente il presidente della Regione Roberto Occhiuto. Presente anche il coordinatore regionale di Forza Italia Giuseppe Mangialavori. Nell’occasione, l’on. Cannizzaro presenterà l’adesione di 150 amministratori locali a Forza Italia, a sostegno del programma elettorale. Cannizzaro è candidato nel collegio uninominale di Reggio-Locri. (rrc)

Occhiuto: pensiamo a rendere più attrattivi i concorsi per i medici

Il Presidnete della Regione Roberto Occhiuto vuole rendere più attrattivi i concorsi destinati a medici e specializzandi. «Ho avuto due importanti incontri. – ha dichiarato –. II primo alla Cittadella di Catanzaro con i presidenti degli ordini provinciali calabresi dei medici; il secondo in videocall con i rappresentanti degli specializzandi. A tutti ho ribadito la natura emergenziale dall’iniziativa intrapresa dalla Regione per portare in Calabria medici cubani che possano supportare in via straordinaria il nostro sistema sanitario. Allo stesso tempo ho sottolineato come la collaborazione con il Paese caraibico non influirà in alcun modo sulle misure strutturali che il mio governo regionale sta portando avanti: non ci sarà alcun rallentamento nelle procedure di reclutamento e soprattutto non verrà sottratto alcun posto di lavoro ai medici italiani e calabresi.

Con i presidenti degli ordini provinciali dei medici – che hanno confermato la loro contrarietà all’iniziativa messa in campo dalla Regione – il confronto è stato sereno e costruttivo. Ho spiegato che, nel sottoscrivere l’accordo con il governo cubano, abbiamo seguito alla lettera le indicazioni dateci dalla legislazione nazionale, e che anche nelle successive fasi del progetto ci atterremo alle norme previste per i lavoratori extra Ue. Ciascuno è rimasto della propria opinione, ma l’aspetto più importante dell’incontro è stato quello relativo ai futuri concorsi: l’obiettivo comune è superare l’impasse degli ultimi anni, e riuscire a reclutare medici negli ospedali calabresi. Per questa ragione abbiamo istituito un tavolo permanente tra Regione e ordini provinciali dei medici per costruire bandi più attrattivi e più idonei ad invogliare i camici bianchi a restare o a venire a lavorare in Calabria. Anche con i rappresentanti degli specializzandi ho avuto un confronto positivo.

Ho ribadito loro che la Regione ha reclutato in questi mesi tutti gli specializzandi che le Università ci hanno messo a disposizione: ragazzi del terzo, quarto e quinto anno, che prestano la propria opera presso i nostri ospedali. Ho accolto la loro richiesta per indire al più presto tante nuove manifestazioni pubbliche, una per ciascun presidio ospedaliero della Calabria, per raccogliere la disponibilità di specializzandi da tutta Italia per venire a lavorare nella nostra Regione.

I rappresentanti degli specializzandi mi hanno rappresentato la loro contestazione alla normativa nazionale che prevede alcune incompatibilità per il loro utilizzo diffuso nei presidi ospedalieri, nei pronto soccorso, nelle guardie mediche, durante i turni notturni. Su questi punti ho assicurato il mio sostegno per perorare questa causa con il nuovo Parlamento e soprattutto con il nuovo governo. Nei prossimi giorni, infine, su richiesta degli specializzandi si riunirà l’osservatorio regionale sulla formazione medica, per valutare l’attuale stato dell’arte e la qualità del sistema formativo regionale. Durante entrambi gli incontri ho registrato un buon clima, c’è la voglia di superare le divergenze e di trovare le migliori soluzioni per la nostra Regione.

È interesse della mia amministrazione quella di avere medici italiani, soprattutto calabresi, di qualità, motivati, e assunti a tempo indeterminato. Il distacco transnazionale dei camici bianchi cubani rappresenta, lo ribadisco, una misura emergenziale e una leva alternativa rispetto al ricorso alle società interinali. In questi mesi alcune realtà private che forniscono medici ai sistemi sanitari regionali ci hanno chiesto anche 1800 euro al giorno – più di 50mila euro al mese – per un’unità inviata presso i nostri ospedali. L’intesa con Cuba ci permetterà di avere lo stesso servizio, spendendo esattamente un decimo di quanto altrimenti saremmo stati costretti a sborsare». (rcz)

Medici da Cuba: Occhiuto nessun posto di lavoro sarà tolto ai calabresi

Sta diventando insopportabile la polemica, sterile e priva di fondamento, a proposito della scelta del Presidente Roberto Occhiuto di “reclutare” 497 medici cubani a supporto della disastrata sanità calabrese. Va subito chiarito che i deficit di personale vanno colmati il più presto possibile: i medici impegnati negli ospedali calabresi sono allo stremo e non ci sono meedici, in Calabria, o in altre parti d’Italia disponibili.

«I cubani – ha detto il presidente della Regione e Commissario ad acta per la Sanità calabrese in un’intervista a Radio 24 – non toglieranno un solo posto di lavoro ai medici italiani e calabresi.

«Si è arrivati al reclutamento dei medici di Cuba perché la sanità calabrese è al collasso, ma il problema del reclutamento dei medici è un problema che hanno anche tutte le altre Regioni italiane. Ancor di più ce l’ha Calabria, che ha un sistema sanitario poco attrattivo, in cui molti concorsi a tempo indeterminato – e ne stiamo bandendo tanti – sono andati deserti. 

«Abbiamo assunto tutti gli specializzandi in nostro potere, ma non bastano, per cui rischiavo di dover chiudere presidi ospedalieri e reparti di pronto soccorso. 

Io non posso stare con le mani in mano: una sola vita salvata grazie a qualche medico in più in ospedale vale più di mille polemiche.

Faremo altri concorsi a tempo indeterminato, e cercheremo di inserite inventivi affinchè questi possano essere più attrattivi. Il nostro obiettivo è quello assumere il più possibile medici italiani e calabresi: i cubani non toglieranno un solo posto di lavoro ai nostri camici bianchi.

Ma nel frattempo c’è da governare l’emergenza, e c’è da garantire il diritto alla salute ai cittadini.

E vorrei dire che questi medici di Cuba non guadagneranno più dei loro colleghi italiani: anzi, il costo aziendale medio per un medico nel nostro Paese è di 6700 euro al mese, assai maggiore di quello che pagheremo noi alla società statale del governo cubano. 

L’alternativa sarebbe stata quella che stanno praticando tante Regioni, e purtroppo anche la Calabria negli ultimi mesi, vale a dire quella di far ricorso a società di lavoro interinale che forniscono medici al costo a volte anche di 1000 euro al giorno, quindi 30mila euro al mese. 

È una situazione inaccettabile. Ho deciso che gli ospedali debbano rimanere aperti comunque, e sono contento di aver stipulato questo accordo.

Alcuni medici sostengono di aver fatto domanda e che questa non sia stata accettata. Non è così: molti di questi sono medici che non hanno la specializzazione. Quelli che devono lavorare in ospedale ad esempio nei reparti di anestesia, chirurgia o piuttosto radiologia, devono essere specializzati. Io ho fatto approvare dal Consiglio regionale una legge per avere la possibilità di inserire in corsia anche medici senza la specializzazione, perché è meglio avere medici senza la specializzazione che non averne affatto, ma questa legge è stata impugnata dal governo nazionale.

E allora che dovevo fare: chiudere gli ospedali? Le nostre aziende sanitarie hanno fatto tantissimi concorsi per le più svariate categorie mediche, e a tempo indeterminato, ma sono andati quasi sempre deserti. 

Tra l’altro, un’altra cosa che sta avvenendo in Italia è che molti professionisti della sanità scappano dal sistema pubblico per andare in quello privato, oppure in talune cooperative. 

Pensiamo a un giovane anestesista: se viene assunto nel servizio pubblico guadagna circa 2.300 euro al mese, se invece va nel privato 2.300 euro li guadagna in appena due giorni. 

È chiaro che in questa situazione è impossibile tenere aperti gli ospedali, ancor di più in Calabria. 

Io i miei ospedali non li chiudo, non privo i cittadini calabresi del loro diritto alla cura. 

Quello sottoscritto con Cuba è un accordo approfondito che personalmente ho esplorato in ogni suo aspetto. C’è una norma nazionale, approvata all’inizio dell’emergenza Covid, che dà la possibilità di utilizzare medici extracomunitari. È evidente che l’emergenza nella mia Regione purtroppo è strutturale. 

Ho raccolto il governo della sanità calabrese come commissario da novembre, ma per 12 anni questa sanità era stata commissariata da commissari che non avevano avuto la capacità né di accertare il debito, né di migliorare la qualità delle prestazioni sanitarie. 

Commissari nominati dai governi nazionali senza che gli stessi governi assegnassero grande importanza al loro lavoro. Io adesso ho il dovere di agire». 

Occhiuto convoca i rappresentanti dei medici: sui cubani posizioni strumentali

Il presidente della Regione Roberto Occhiuto afferma che è strumentale contrapporre cubani-italiani e che che  presto ci sarà un incontro con rappresentanti medici e specializzandi, 

«Ho chiesto al direttore generale del Dipartimento Salute della Regione, Iole Fantozzi, di organizzare per i prossimi giorni un incontro con i presidenti degli ordini provinciali calabresi dei medici e con i rappresentanti degli specializzandi.

Ho sempre detto che sono pronto al dialogo e al confronto, e sarà quindi positivo avere uno scambio di idee ed opinioni con questi importanti esponenti dei camici bianchi.

A loro racconterò come è nato l’accordo con i medici cubani, e ovviamente sarò pronto a ricevere proposte e consigli. Come detto in più occasioni, l’intesa sottoscritta la scorsa settimana con il Paese caraibico non è in alcun modo un’iniziativa contro i medici italiani o calabresi.

Sbaglia chi strumentalmente mette in competizione o in contrapposizione gli operatori sanitari cubani con i nostri connazionali.

I concorsi in Calabria andranno avanti nei prossimi mesi, ed anzi stiamo lavorando a nuove regole che permetteranno di costruire bandi più attrattivi per i nostri giovani e per chi opera fuori dalla Regione.

Ma nel frattempo dobbiamo affrontare il presente, e per farlo non potevo restare con le mani in mano. I concorsi e gli avvisi andati deserti in questi ultimi mesi mi hanno imposto una presa di posizione.

Avevo due strade davanti: chiudere reparti e ospedali per carenza di personale, o trovare una soluzione emergenziale per garantire il diritto di cura ai calabresi.

Ho scelto la seconda strada, ed ho deciso nell’esclusivo interesse della nostra comunità e dei nostri territori.

Ribadisco un concetto semplice, ma rivoluzionario nella sua chiarezza e linearità: una sola vita salvata per un medico in più in un ospedale vale più di mille polemiche.

I medici cubani – i primi 33 arriveranno a settembre – ci aiuteranno per sopperire alle carenze del nostro sistema sanitario, lavoreranno fintanto che le piante organiche dei nostri reparti e dei nostri ospedali lo renderanno necessario, e non ruberanno alcun posto ai medici calabresi e italiani.

Allo stesso tempo il loro supporto non rallenterà la nostra azione per assumere camici bianchi a tempo indeterminato, per aprire nuovi ospedali, per sfruttare al massimo le possibilità che avremo con il Pnrr, per riformare e ricostruire una sanità a misura di cittadino».

Ponte: da Messina una lettera-appello al Presidente Occhiuto

di GIOVANNI MÒLLICA e FERNANDO RIZZO – Egregio Presidente, sembrano esserci concrete possibilità che il Governo che nascerà dalle elezioni del 25 Settembre riavvii i lavori di costruzione del Ponte sullo Stretto. Sarebbe grave farci trovare, ancora una volta, impreparati. Quando, nel 2011, con colpevole ritardo, divenne pubblico il piano di assunzioni del General Contractor, divenne evidente come Calabria e Sicilia fossero assolutamente impreparate a trarre beneficio da quella che è un’opera “fuori scala” rispetto a ogni altra realizzata in Italia negli ultimi decenni: un’Expo di Milano, un Giubileo, un’Olimpiade lunga almeno fino al termine di questo secolo. Se saputa gestire da coprotagonisti e non da passivi spettatori. Ne prese atto pure il calabrese Luigi Sbarra, all’epoca segretario regionale e oggi segretario nazionale della CISL, quando dovette constatare che, delle migliaia di figure professionali necessarie all’impresa nei 72 mesi successivi, nell’Area dello Stretto se ne potevano reclutare ben poche.
Di là a poco sarebbero serviti decine di operatori di macchine da cantiere e di saldatori, centinaia di ferraioli e di operai: significativo il caso dei 60 operatori TBM (le gigantesche Talpe utilizzate per scavare le gallerie): dalle nostre parti non ce n’era nessuno e, ovviamente, l’impresa non avrebbe aspettato ma li avrebbe chiamati da altre regioni o da altri Paesi. Sembrava sfuggirci di mano l’opportunità più preziosa offerta dalla grande opera: il lavoro.
Non era solo la manodopera qualificata a mancare: servivano centinaia di posti letto, migliaia di pasti, avvocati e notai per gli espropri e i contratti e tecnici per avviare tempestivamente le opere connesse. Per cercare saldatori qualificati, il Capo progetto dovette recarsi a Siracusa e lì, quasi casualmente, fu condotto in un cantiere specializzato nella costruzione di piattaforme petrolifere. Scoprendo che l’impresa avrebbe potuto realizzare a pochi km dallo Stretto ciò che era programmato a mille miglia di distanza, Con risparmi di tempo e di costi straordinari e inaspettati. Ma era troppo tardi per cambiare e le ragioni della scelta di un fornitore importante, spesso non sono economiche ma, soprattutto, politiche.
Altro elemento che impone di arrivare preparati all’appuntamento.
La preparazione di un evento così imponente richiede competenza e tempi lunghi. Se è vero che la regia dev’essere politica, bisogna coinvolgere sindacati, industriali, ordini professionali, associazioni commercianti, università e, ammettiamolo, magistratura e forze dell’ordine.
Un esempio chiarisce l’importanza del fattore tempo: nel 2012 fu preso contatto con alcuni presidi di Istituti tecnici per adeguare l’offerta formativa alle professionalità che l’impresa avrebbe reclutato 12-24 mesi dopo; prevedendo fasi di alternanza scuola-lavoro.
Certo, c’è la possibilità che un tale sforzo organizzativo – per altro a costi molto contenuti rispetto ai possibili risultati – svanisca il 26 Settembre a causa della vittoria di chi ha ampiamente dimostrato di non volere l’opera, ma vale la pena tentare perché il tempo stringe e farsi trovare ancora impreparati sarebbe imperdonabile.
Un caro saluto
Avv. Fernando Rizzo e ing. Giovanni Mollica
per Rete civica per le Infrastrutture nel Mezzogiorno

PD Calabria: Attendiamo da Occhiuto presa di posizione su operato del Governo Draghi

I consiglieri regionali del Partito Democratico, hanno detto di aspettarsi, dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto, una presa di posizione sull’operato del governo Draghi e su quanto sta avvenendo a livello nazionale».

«Il Pd – spiega la nota – lo ha fatto fin da subito in maniera coerente e decisa. La decisione di Lega e Fi di interrompere anzitempo la legislatura per biechi fini elettorali è una delle pagine più buie della storia della Repubblica, considerando la fase di emergenza che ci troviamo a dovere fronteggiare».

«Ci  aspettavamo dal presidente Occhiuto – hanno spiegato i consiglieri regionali dem – una dichiarazione netta anche a difesa delle posizioni assunte dalle sue amiche Gelmini e Carfagna e dal ministro Renato Brunetta che, dopo la deriva populista e sovranista assunta da Forza Italia hanno deciso di essere conseguenziali abbandonando il partito per il quale in questi anni avevano svolto ruoli di primo piano».

«Ci aspettavamo dal presidente Occhiuto altrettanto chiarezza. Invece ci pare  di capire che si stia aspettando la posizione più conveniente da assumere», hanno concluso. (rcz)

Romano Commissario Zes, Occhiuto difende la nomina

Ha creato non poche polemiche la nomina di Giusepep Romano a nuovo commissario della Zes. Polemiche che non hanno “scalfito” il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, che difende a spada tratta la scelta operata dalla ministra per il Sud, Mara Carfagna.

In una intervista per Il Quotidiano del Sud, a firma di Michele Albanese, il Governatore ha fatto luce sulle dimissioni del precedente commissario, Federico D’Andrea, spiegando che «probabilmente, a causa di numerosi impegni lavorativi, non ha potuto incidere in modo rilevante, e per questo ha optato per le dimissioni – si è deciso di dare una nuova svolta per questa pedina così delicata».

Per quanto riguarda Romano, Occhiuto ha evidenziato come «il ministro Carfagna ha proceduto a individuare la figura più autorevole in campo, Giuseppe Romano, che già dirige la Zona economica speciale in Campania. Una buona scelta, se analizziamo gli ottimi risultati che sono stati conseguiti in Campania. La Carfagna ha scelto per la Calabria il più bravo tra gli otto commissari Zes in Italia, colui che ha fatto più bandi e che ha movimentato più investimenti. Penso che adesso saremo in grado di realizzare al più presto tutti gli interventi indispensabili per il pieno sviluppo dell’area di Gioia Tauro».

Occhiuto, poi, ha garantito che al commissario Romano staremo a fianco nei prossimi mesi per consentire di esprimere le maggiori condizioni di operatività e per realizzare finalmente il decollo definitivo della Zona economica speciale di Gioia Tauro». (rrm)