Rocco Papaleo torna all’Università della Calabria dopo 48 anni

di FRANCO BARTUCCILa notizia mi giunge a Bologna nell’antivigilia di un evento doloroso che riguarda una figura importante della storia dell’Università della Calabria. Mi arriva tramite un messaggio Whatsapp da parte del presidente del Consiglio Comunale del mio paese di origine, Alessandra De Rose, che mi fa sapere, mostrandomi una dichiarazione ed un saluto rivolto agli abitanti di San Vincenzo La Costa dal noto uomo di spettacolo lucano, Rocco Papaleo, che in quel momento aveva da poco ultimato nel teatro Auditorium dell’Università della Calabria, il suo spettacolo “Gli esercizi di libertà”, ottenendo un grande successo di pubblico con un teatro pieno e con in prima fila il Rettore, prof. Nicola Leone.

Per Rocco Papaleo si è trattato di un suo ritorno dopo 48 anni nella sua prima e giovanissima università, che ha frequentato per un anno intero nel 1976, come studente del primo anno del corso di laurea in ingegneria, avendo come residenza un alloggio nello stabile Martire e Remorini di Contrada Commenda di Rende.

Per circa due ore ha entusiasmato con il suo spettacolo, fatto di episodi, racconti, canzoni e poesie, tratte dalla sua biografia “Perdere tempo mi viene facile”, scritta per celebrare i suoi 40 anni di carriera artistica. Alessandra mi ha pure detto ch’è stato uno show convincente in cui si è mescolato molto umorismo, malinconia e poesia, riuscendo a coinvolgere il pubblico presente che ha registrato il tutto esaurito dei posti a sedere dell’Auditorium teatrale dell’Università della Calabria. L’attore lucano ha pure raccontato della sua esperienza di studio per un anno nel campus universitario di Arcavacata a quel tempo con la frequentazione dell’edificio polifunzionale e della mensa universitaria adiacente al primo blocco delle maisonnettes, con i viaggi in pullman tra Contrada Commenda ed il complesso universitario esistente dell’edificio polifunzionale con le sue baracche utilizzate come aule.

«Fu una scelta di un giovane del Sud – è stata la dichiarazione di Rocco Papaleo in una fase dello spettacolo molto applaudito – verso una Università del Sud emergente con tante novità in campo nazionale». 

Ma è stato con il Rettore Nicola Leone, chiamato sul palco, a fare una dichiarazione per certi aspetti con un pizzico di rimpianto e di apprezzamento nei confronti dell’Università di oggi. Anzitutto gli ha detto di avere sostenuto alcuni esami, inclusi Analisi I e Calcolo numerico. Poi gli amici che si erano iscritti a Roma lo incoraggiarono a trasferirsi, finendo per distrarsi e abbandonare gli studi. «Oggi mi pento – ha confidato al Rettore Leone – perché comprendo che in una cittadella universitaria come l’UniCal, tutti sono studenti e studiano, inducendoti a farlo anche tu».

Trovandomi a Bologna per impegni familiari, sapendo e vedendo le immagini dello spettacolo di Rocco Papaleo nell’Auditorium teatrale dell’UniCal, in una serata straordinaria e in un luogo straordinario ed unico come il Campus Universitario di Arcavacata il pensiero è subito andato all’ideatore e stimolatore di questo straordinario progetto e cioè Beniamino Andreatta, primo Rettore, che appena insediatosi al suo posto dopo l’elezione ad un inviato del quotidiano Il Resto del Carlino, in un servizio pubblicato il 16 giugno 1971, tenne a precisare: «L’Università della Calabria deve assumere una funzione civile oltre che scientifica e deve mobilitare nelle coscienze dei professori e degli studenti tutte le energie per realizzare un grande ed effettivo motivo fusivo».

«L’impegno fondamentale sarà quello di considerare l’Università come luogo di convergenza non soltanto dei giovani ma degli adulti, un luogo dove, al di là della formazione didattica, si sviluppi un rapporto di tipo pubblico. Vorrei che l’intera società calabra e non soltanto una minima parte di essa, trovasse nell’università un ben più profondo significato di quanto non ne abbiano avuto, finora, tutte le altre Università. L’Università di Cosenza deve diventare una città dei giovani, con tutti i servizi e le infrastrutture necessarie. Questa società di giovani avrà veramente la possibilità di studiare in modo nuovo, entro un ambiente nuovo. Perché oltre ai temi professionali si darà ampio spazio anche ad altri temi culturali e sportivi come il teatro, le piscine, le palestre, i campi da gioco. Un mondo studentesco inedito».

Grazie allo spettacolo di Rocco Papaleo, che dopo 48 anni torna nella sua prima università, l’auspicio, il desiderio, il sogno e l’impegno del Rettore Beniamino Andreatta diventano tutt’uno e la fusione tra comunità universitaria e società del territorio diventa realtà luogo di convergenza per la crescita di un rapporto pubblico di alto valore aggiunto.

Per questo Rocco Papaleo meriterebbe una laurea “honoris causa” in Dams ad opera del dipartimento competente ed afferente al suo lavoro. Oggi l’Università della Calabria, che non ha ancora raggiunto la sua dimensione consegnataci dai padri fondatori, ha un patrimonio teatrale e cinematografico unico in Italia con due teatri e due sale cinematografiche; mentre gli manca ancora il villaggio dello sport programmato tra il confine di Rende ed il territorio di Settimo di Montalto Uffugo. (fb)